Grande riforma, piccola scuola. Maestri e scolari in una comunità del '700 di PIERO SEVERI Alla f... more Grande riforma, piccola scuola. Maestri e scolari in una comunità del '700 di PIERO SEVERI Alla fine del 1774 Camillo Tori, uno dei membri più attivi del Dicastero dei Riformatori agli Studi del ducato di Modena, presentava all'approvazione ducale la sua Istruzione interinale per le Basse Scuole dei Serenissimi Dominii 1 . Si trattava di un regolamento, messo a punto dai Riformatori dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, per dare un unico ordinamento alla rete, abbastanza estesa, di scuole primarie esistenti nel territorio del ducato estense. L'Istruzione era divisa in tre «articoli». Nel primo ci si soffermava a lungo sui principi pedagogici a cui la riforma dichiarava di ispirarsi; il secondo descriveva minuziosamente i programmi e i metodi di insegnamento che dovevano essere adottati dai maestri; il terzo, che prenderemo brevemente in considerazione qui sotto, stabiliva la nuova «disciplina», o organizzazione, dell'intera struttura scolastica. In esso si fissava anzitutto la gerarchia periferica dell'apparato amministrativo del dicastero, composta dai presidenti provinciali delle scuole, dai prefetti e infine dai singoli maestri. Al presidente provinciale spettava la nomina dei prefetti, nelle scuole dei centri più grandi, e dei maestri, nelle piccole scuole di comunità (par. 33). Gli uni e gli altri erano tenuti a riferire periodicamente sul loro operato. Le scuole generalmente ammesse erano quelle gestite direttamente dalle comunità, o «scuole del pubblico», oppure istituite dagli ordini religiosi in accordo con i consigli comunitativi; tuttavia né le comunità, né gli ordini religiosi potevano insediare o licenziare maestri senza la preventiva approvazione da parte del dicastero o dei presidenti provinciali. L'Istruzione proibiva anche ogni forma di scuola privata, racco-
L’Enigma F&L. Come lavoravano Fruttero e Lucentini
Fin dall’inizio del loro sodalizio profession... more L’Enigma F&L. Come lavoravano Fruttero e Lucentini
Fin dall’inizio del loro sodalizio professionale, la domanda che Fruttero e Lucentini si sono sentiti spesso rivolgere era quella più scontata: come fate a scrivere in coppia? Il più delle volte evitavano di rispondere, deviando il discorso o dando risposte volutamente fuorvianti; altre volte hanno sì fornito qualche indicazione sul loro scrivere “a quattro mani”, però sempre in modo vago e senza rivelare i dettagli del loro metodo. La nostra idea è che indizi significativi su come i due scrittori costruivano le loro opere si ritrovano, a saperli riconoscere (ma è un dato di fatto che la critica ha spesso snobbato Fruttero e Lucentini), proprio nella scrittura stessa: dall’impianto narrativo ai diversi personaggi ad alcuni tratti stilistici che sembrano attribuibili con discreta probabilità all’uno o all’altro autore. Abbiamo quindi cercato di mettere in comune gli strumenti peculiari della nostra diversa formazione, storica per l’uno e filologica per l’altra, e di applicare i rispettivi metodi di indagine da un lato alle fonti primarie e secondarie sui due autori (dichiarazioni, interviste, racconti autobiografici, testimonianze di persone a titolo diverso “informate dei fatti”), dall’altro al prodotto della loro attività di narratori, in particolare i due romanzi, La donna della domenica e L’amante senza fissa dimora. Quello che ci sembra di aver individuato è un metodo di lavoro piuttosto semplice e al tempo stesso estremamente produttivo, che una volta svelato permette di distinguere con ragionevole sicurezza gli apporti di ciascuno dei due autori anche in altre opere firmate con la celebre sigla F&L.
Grande riforma, piccola scuola. Maestri e scolari in una comunità del '700 di PIERO SEVERI Alla f... more Grande riforma, piccola scuola. Maestri e scolari in una comunità del '700 di PIERO SEVERI Alla fine del 1774 Camillo Tori, uno dei membri più attivi del Dicastero dei Riformatori agli Studi del ducato di Modena, presentava all'approvazione ducale la sua Istruzione interinale per le Basse Scuole dei Serenissimi Dominii 1 . Si trattava di un regolamento, messo a punto dai Riformatori dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, per dare un unico ordinamento alla rete, abbastanza estesa, di scuole primarie esistenti nel territorio del ducato estense. L'Istruzione era divisa in tre «articoli». Nel primo ci si soffermava a lungo sui principi pedagogici a cui la riforma dichiarava di ispirarsi; il secondo descriveva minuziosamente i programmi e i metodi di insegnamento che dovevano essere adottati dai maestri; il terzo, che prenderemo brevemente in considerazione qui sotto, stabiliva la nuova «disciplina», o organizzazione, dell'intera struttura scolastica. In esso si fissava anzitutto la gerarchia periferica dell'apparato amministrativo del dicastero, composta dai presidenti provinciali delle scuole, dai prefetti e infine dai singoli maestri. Al presidente provinciale spettava la nomina dei prefetti, nelle scuole dei centri più grandi, e dei maestri, nelle piccole scuole di comunità (par. 33). Gli uni e gli altri erano tenuti a riferire periodicamente sul loro operato. Le scuole generalmente ammesse erano quelle gestite direttamente dalle comunità, o «scuole del pubblico», oppure istituite dagli ordini religiosi in accordo con i consigli comunitativi; tuttavia né le comunità, né gli ordini religiosi potevano insediare o licenziare maestri senza la preventiva approvazione da parte del dicastero o dei presidenti provinciali. L'Istruzione proibiva anche ogni forma di scuola privata, racco-
L’Enigma F&L. Come lavoravano Fruttero e Lucentini
Fin dall’inizio del loro sodalizio profession... more L’Enigma F&L. Come lavoravano Fruttero e Lucentini
Fin dall’inizio del loro sodalizio professionale, la domanda che Fruttero e Lucentini si sono sentiti spesso rivolgere era quella più scontata: come fate a scrivere in coppia? Il più delle volte evitavano di rispondere, deviando il discorso o dando risposte volutamente fuorvianti; altre volte hanno sì fornito qualche indicazione sul loro scrivere “a quattro mani”, però sempre in modo vago e senza rivelare i dettagli del loro metodo. La nostra idea è che indizi significativi su come i due scrittori costruivano le loro opere si ritrovano, a saperli riconoscere (ma è un dato di fatto che la critica ha spesso snobbato Fruttero e Lucentini), proprio nella scrittura stessa: dall’impianto narrativo ai diversi personaggi ad alcuni tratti stilistici che sembrano attribuibili con discreta probabilità all’uno o all’altro autore. Abbiamo quindi cercato di mettere in comune gli strumenti peculiari della nostra diversa formazione, storica per l’uno e filologica per l’altra, e di applicare i rispettivi metodi di indagine da un lato alle fonti primarie e secondarie sui due autori (dichiarazioni, interviste, racconti autobiografici, testimonianze di persone a titolo diverso “informate dei fatti”), dall’altro al prodotto della loro attività di narratori, in particolare i due romanzi, La donna della domenica e L’amante senza fissa dimora. Quello che ci sembra di aver individuato è un metodo di lavoro piuttosto semplice e al tempo stesso estremamente produttivo, che una volta svelato permette di distinguere con ragionevole sicurezza gli apporti di ciascuno dei due autori anche in altre opere firmate con la celebre sigla F&L.
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Fin dall’inizio del loro sodalizio professionale, la domanda che Fruttero e Lucentini si sono sentiti spesso rivolgere era quella più scontata: come fate a scrivere in coppia? Il più delle volte evitavano di rispondere, deviando il discorso o dando risposte volutamente fuorvianti; altre volte hanno sì fornito qualche indicazione sul loro scrivere “a quattro mani”, però sempre in modo vago e senza rivelare i dettagli del loro metodo.
La nostra idea è che indizi significativi su come i due scrittori costruivano le loro opere si ritrovano, a saperli riconoscere (ma è un dato di fatto che la critica ha spesso snobbato Fruttero e Lucentini), proprio nella scrittura stessa: dall’impianto narrativo ai diversi personaggi ad alcuni tratti stilistici che sembrano attribuibili con discreta probabilità all’uno o all’altro autore. Abbiamo quindi cercato di mettere in comune gli strumenti peculiari della nostra diversa formazione, storica per l’uno e filologica per l’altra, e di applicare i rispettivi metodi di indagine da un lato alle fonti primarie e secondarie sui due autori (dichiarazioni, interviste, racconti autobiografici, testimonianze di persone a titolo diverso “informate dei fatti”), dall’altro al prodotto della loro attività di narratori, in particolare i due romanzi, La donna della domenica e L’amante senza fissa dimora.
Quello che ci sembra di aver individuato è un metodo di lavoro piuttosto semplice e al tempo stesso estremamente produttivo, che una volta svelato permette di distinguere con ragionevole sicurezza gli apporti di ciascuno dei due autori anche in altre opere firmate con la celebre sigla F&L.
Fin dall’inizio del loro sodalizio professionale, la domanda che Fruttero e Lucentini si sono sentiti spesso rivolgere era quella più scontata: come fate a scrivere in coppia? Il più delle volte evitavano di rispondere, deviando il discorso o dando risposte volutamente fuorvianti; altre volte hanno sì fornito qualche indicazione sul loro scrivere “a quattro mani”, però sempre in modo vago e senza rivelare i dettagli del loro metodo.
La nostra idea è che indizi significativi su come i due scrittori costruivano le loro opere si ritrovano, a saperli riconoscere (ma è un dato di fatto che la critica ha spesso snobbato Fruttero e Lucentini), proprio nella scrittura stessa: dall’impianto narrativo ai diversi personaggi ad alcuni tratti stilistici che sembrano attribuibili con discreta probabilità all’uno o all’altro autore. Abbiamo quindi cercato di mettere in comune gli strumenti peculiari della nostra diversa formazione, storica per l’uno e filologica per l’altra, e di applicare i rispettivi metodi di indagine da un lato alle fonti primarie e secondarie sui due autori (dichiarazioni, interviste, racconti autobiografici, testimonianze di persone a titolo diverso “informate dei fatti”), dall’altro al prodotto della loro attività di narratori, in particolare i due romanzi, La donna della domenica e L’amante senza fissa dimora.
Quello che ci sembra di aver individuato è un metodo di lavoro piuttosto semplice e al tempo stesso estremamente produttivo, che una volta svelato permette di distinguere con ragionevole sicurezza gli apporti di ciascuno dei due autori anche in altre opere firmate con la celebre sigla F&L.