Conference Presentations by Gabriele Gimmelli
Convegno, Università di Modena - 10-11 febbraio 2022
A cura di Cecilia Monina, Gabriele Gimmelli... more Convegno, Università di Modena - 10-11 febbraio 2022
A cura di Cecilia Monina, Gabriele Gimmelli, Michele Maiolani, Michele Ronchi Stefanati

L’attenzione sempre crescente alla nostra tradizione cinematografica ha riaperto, in anni recenti... more L’attenzione sempre crescente alla nostra tradizione cinematografica ha riaperto, in anni recenti, il cantiere di riflessione sul pensiero critico italiano. Il lavoro di scavo e di valorizzazione degli archivi pubblici e privati, lo spoglio e l’analisi delle riviste specializzate e popolari, lo studio approfondito di personalità fondamentali nella storia della critica cinematografica nazionale, il ruolo dei lettori e il contributo di figure spesso rimaste in ombra, hanno permesso di rimappare i territori della critica italiana e di indagarne con maggior chiarezza il raggio d’azione, i limiti e l’impatto sul discorso culturale nazionale e non solo. Nel frattempo, l’esplosione del web ha riconfigurato la figura del critico, modificato il comportamento dei lettori e innescato pratiche di fidelizzazione e forme di autorevolezza del tutto inedite.
Il convegno di studi “Il pensiero critico italiano. Scrivere di cinema dal dopoguerra al web” intende ripensare la tradizione della critica cinematografica italiana dal dopoguerra ai giorni nostri, riconsiderandone il ruolo, l’impatto e le funzioni all’interno di un più ampio progetto di discorso sul cinema, sui suoi destini e sul dibattito culturale italiano.
Martedì 5 Giugno
h. 9.30-11.15
Auditorium - Casa della Musica
Sessione parallela 1
"I video essays/1"
Chair: Stefania Rimini (Università di Catania)
Chiara Grizzaffi (IULM Milano)
Critica attraverso le immagini: il progetto per una controstoria del cinema italiano.
Carlo Ugolotti (Istituto della Resistenza di Parma)
Il video-saggio come remake: riflessioni a partire da La giungla
Gabriele Gimmelli (Università di Bergamo)
La morte e il principe: ipotesi per un videosaggio sul macabro nel cinema di Totò
Arianna Lodeserto
Trentasette film per una casa. L'ignoto urbano e le utopie del cinema underground
In vari momenti degli anni Sessanta e Settanta, l’urgenza delle lotte aveva innescato un “cinema subito”, un cinema tanto underground quanto militante, tanto sperimentale quando “in ascolto” (e dunque in qualche modo, ancora una volta, un cinema-documento). Quel cinema rapido e "fatto insieme”, gioioso e cospiratore, aveva provato a scuotere le forme, il contenuto e il destino del cinema, come pure a narrare altrimenti le forme più instabili dell’umano abitare, quelle costruite ai margini della città informale. Nel videosaggio Trentasette film per una casa si riutilizzano in particolare girati muti, non finiti, brandelli di cinema minore spesso “senza autore" (scovati in particolare nel fondo Unitelefilm dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma), inchieste militanti rimosse troppo in fretta dalla "storia del cinema italiano" (in particolare i documentari di Videobase), ma che hanno fornito preziose contro-storie dell’edilizia popolare romana e dei suoi paradossi, utili alla comprensione di una “città irregolare” e inafferrabile. Trentasette film per una casa è un saggio audiovisivo fatto di brandelli di pellicola e palazzoni in videotape, di mamme in lotta e palazzinari impuniti, di critica e d’azione.
Books by Gabriele Gimmelli

Francesco Ballo. Un uomo nel mirino, 2020
A cura di Gabriele Gimmelli, con la collaborazione di
Astrid Ardenti e Andrea Sanarelli. Progetto... more A cura di Gabriele Gimmelli, con la collaborazione di
Astrid Ardenti e Andrea Sanarelli. Progetto editoriale di Giancarlo Norese.
La centrale edizioni, 2020. 102 pp., ill. colore e b/n.
“Il libro che avete fra le mani assomiglia un po’ ai film di Francesco: ricco di ossessioni personali e di continue variazioni sugli stessi temi (“ossessivo” e “variazione” sono d’altronde termini che lui utilizza molto spesso), obbedisce unicamente al principio della divagazione. È stato messo insieme ripescando e montando fra di loro interviste, interventi, note di regia, presentazioni e scritti d’occasione.
A tenere unito il tutto, a mo’ di filo conduttore, è lo stesso Francesco, “interrogato” da Astrid Ardenti e da me sui momenti salienti della sua esperienza di cinefilo, sulla sua carriera di insegnante e critico, la sua produzione cinematografica e video. Lui, com’era lecito aspettarsi, non si è limitato a fare passivamente da testimone: è intervenuto più volte e con molta decisione, scrivendo appositamente note e dichiarazioni, per sottolineare o chiarire determinati passaggi del suo racconto."
(Gabriele Gimmelli, dalla quarta di copertina)
Papers by Gabriele Gimmelli
Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Iacobelli Editore, 2018

La morte e il principe : per un videosaggio sul macabro nel cinema di Totò, 2019
Digital tools have given the film critic and scholar the opportunity to change the approach to fi... more Digital tools have given the film critic and scholar the opportunity to change the approach to film text: instead of translating from one language to another, it is now possible to deal with an analysis of the audiovisual product through the audiovisual itself. How and according to which argumentative strategies video-taping can have an authentically cognitive - and not purely descriptive - value remains an open question. In my own way, I tried to answer the question through the video essay Death and the Prince, which I did with the collaboration of Diego Marcon. We started from a poetic suggestion and from a spectator's observation. The suggestion comes from a desire expressed by Fellini, who wanted to make "a small cinematic essay" on Toto, "a portrait in motion [...] just as one does with a documentary on giraffes, for example, or on certain phosphorescent fish of the sea depths": a Toto, in short, reduced to the essential, to pure physicality and gestures. Beyond Fellini's "dream", as spectators we had become aware of the frequency with which, in Toto's films, real and fake corpses, coffins, funerals and cemeteries recurred. In the same way, how much the figure of the Neapolitan actor himself had a strong macabre, ghostly component in him, capable at the same time of amusing and disturbing. An aspect, of which Toto himself was also aware, that some critics and writers (Marco Ramperti, Umberto Barbaro, Mario Soldati) had already found in his theatrical performances in the thirties, and on which other scholars have returned in recent decades (one above all: Alberto Anile). It was therefore a question of using the form of video-taping not to "describe" but to "unveil" an element that, especially in the films made by Toto in the 1950s, had ended up being overshadowed by the pro quo verbal heretofore, by the sentimental subplots, by the (not always necessary) desire to "build" a more coherent narrative universe around him.
Dall’epifania mancata alla macchina del supplizio. Su alcune figure nei film di Luca Ferri, 2014
CINERGIE il cinema e le altre arti Cinergie uscita n°6 novembre 2014 | ISSN 2280-9481 SOTTO ANALI... more CINERGIE il cinema e le altre arti Cinergie uscita n°6 novembre 2014 | ISSN 2280-9481 SOTTO ANALISI Dall'epifania mancata alla macchina del supplizio. Su alcune fi gure nei fi lm di Luca Ferri

Distributed in American theatres in the spring of 1929, "Big Business" is the last sile... more Distributed in American theatres in the spring of 1929, "Big Business" is the last silent masterpiece by Stan Laurel and Oliver Hardy and one of the essential titles for those who want to approach their work. Still today it is a unrivalled example of slow burn, the exhausting progression of gags towards the foreseeable final catastrophe: a technique that over time will become the trademark of the couple. This volume - the first in Italy entirely dedicated to "Big Business" - offers an accurate analysis of the formal and compositional values of the film, as well as defining the social and productive context in which it was made: on the one hand the United States on the eve of the Wall Street collapse, on the other hand the progressive consolidation of the Studio System to the detriment of the independents. In the space of twenty minutes, behind the innocuous appearance of a film comedy, not only do Laurel and Hardy expose the neurosis of the American middle class,...

Fantozzi. L'eterno ritorno, 2018
The idea behind this videoessay is that actor Paolo Villaggio has been gradually “swallowed” by h... more The idea behind this videoessay is that actor Paolo Villaggio has been gradually “swallowed” by his most famous character, the humble accountant Ugo Fantozzi, of which Villaggio, in his television debut, told the misadventures using third person narration. In 1975, when Fantozzi became a movie character, Villaggio decided to assume in first person the main role. But the intensive exploitation of the character, coupled with the rapid exhaustion of his creative vein, have forced the author-actor to a draining repetition of the same gags. While Fantozzi gradually loses its satirical characteristics to become a more childish and cartoonesque figure, Villaggio’s body, on the contrary, becomes visibly older and weaker, physically unable to support the role. Following the transformations of the character and its creator-interpreter, our work intends to propose a journey through the Fantozzi’s saga. An audiovisual essay built as a sort of medieval polyptych, in which each chapter can be considered autonomously and, at the same time, as a stage in a wider discourse around one of the most popular figures of postwar Italian cinema.
Between criticism and philology, a short and very personal reflection on the hypothetical reconst... more Between criticism and philology, a short and very personal reflection on the hypothetical reconstruction of "The Other Side of the Wind" (1970-2018) by Orson Welles, presented by Netflix at the Venice International Film Festival in 2018.
Michael Tisserand, Krazy. George Herriman, a Life in Black and White, 2019
Review of Michael Tisserand's biography "Krazy. George Herriman, a Life in Black and White

Digital tools have given the film critic and scholar the opportunity to change the approach to fi... more Digital tools have given the film critic and scholar the opportunity to change the approach to film text: instead of translating from one language to another, it is now possible to deal with an analysis of the audiovisual product through the audiovisual itself. How and according to which argumentative strategies video-taping can have an authentically cognitive - and not purely descriptive - value remains an open question. In my own way, I tried to answer the question through the video essay Death and the Prince, which I did with the collaboration of Diego Marcon. We started from a poetic suggestion and from a spectator's observation. The suggestion comes from a desire expressed by Fellini, who wanted to make "a small cinematic essay" on Toto, "a portrait in motion [...] just as one does with a documentary on giraffes, for example, or on certain phosphorescent fish of the sea depths": a Toto, in short, reduced to the essential, to pure physicality and gestures...
Elephant & Castle, 2018
The work aims to re-read Lunario del paradiso through the essay Su Beckett, l'interpololazione e ... more The work aims to re-read Lunario del paradiso through the essay Su Beckett, l'interpololazione e il gag, included in Finzioni occidentali (1975). Comparing the comic techniques adopted in Beckett's writing and slapstick comedy (i.e. the themes of permutation and expulsion, the idea of "wandering") with those adopted by Celati in Lunario, we will try to show how the novel constitutes its extreme attempt to transform the written page into a sort of mimicry performance. An attempt that, if on one hand it can be considered "failed", on the other it opens up Celati's writing to new perspectives.
Recherches, 2020
Tra il 1974 e il 1977 Gianni Celati, in collaborazione con il fotografo Carlo Gajani e il mimo Li... more Tra il 1974 e il 1977 Gianni Celati, in collaborazione con il fotografo Carlo Gajani e il mimo Lino Gabellone, pubblica due volumi illustrati, Il chiodo in testa e La bottega dei mimi. Si tratta di veri e propri fototesti, in cui parola scritta e immagine fotografica si sostengono a vicenda, secondo una ricerca sul rapporto tra testo e performance che Celati conduce negli anni Settanta. Alla base di tutto c’è la necessità di « sfuggire » alla fissità della pagina scritta: la stessa necessità che porterà Celati dapprima alla collaborazione con Luigi Ghirri e, anni dopo, al cinema vero e proprio.
Uploads
Conference Presentations by Gabriele Gimmelli
A cura di Cecilia Monina, Gabriele Gimmelli, Michele Maiolani, Michele Ronchi Stefanati
Il convegno di studi “Il pensiero critico italiano. Scrivere di cinema dal dopoguerra al web” intende ripensare la tradizione della critica cinematografica italiana dal dopoguerra ai giorni nostri, riconsiderandone il ruolo, l’impatto e le funzioni all’interno di un più ampio progetto di discorso sul cinema, sui suoi destini e sul dibattito culturale italiano.
Martedì 5 Giugno
h. 9.30-11.15
Auditorium - Casa della Musica
Sessione parallela 1
"I video essays/1"
Chair: Stefania Rimini (Università di Catania)
Chiara Grizzaffi (IULM Milano)
Critica attraverso le immagini: il progetto per una controstoria del cinema italiano.
Carlo Ugolotti (Istituto della Resistenza di Parma)
Il video-saggio come remake: riflessioni a partire da La giungla
Gabriele Gimmelli (Università di Bergamo)
La morte e il principe: ipotesi per un videosaggio sul macabro nel cinema di Totò
Arianna Lodeserto
Trentasette film per una casa. L'ignoto urbano e le utopie del cinema underground
In vari momenti degli anni Sessanta e Settanta, l’urgenza delle lotte aveva innescato un “cinema subito”, un cinema tanto underground quanto militante, tanto sperimentale quando “in ascolto” (e dunque in qualche modo, ancora una volta, un cinema-documento). Quel cinema rapido e "fatto insieme”, gioioso e cospiratore, aveva provato a scuotere le forme, il contenuto e il destino del cinema, come pure a narrare altrimenti le forme più instabili dell’umano abitare, quelle costruite ai margini della città informale. Nel videosaggio Trentasette film per una casa si riutilizzano in particolare girati muti, non finiti, brandelli di cinema minore spesso “senza autore" (scovati in particolare nel fondo Unitelefilm dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma), inchieste militanti rimosse troppo in fretta dalla "storia del cinema italiano" (in particolare i documentari di Videobase), ma che hanno fornito preziose contro-storie dell’edilizia popolare romana e dei suoi paradossi, utili alla comprensione di una “città irregolare” e inafferrabile. Trentasette film per una casa è un saggio audiovisivo fatto di brandelli di pellicola e palazzoni in videotape, di mamme in lotta e palazzinari impuniti, di critica e d’azione.
Books by Gabriele Gimmelli
Astrid Ardenti e Andrea Sanarelli. Progetto editoriale di Giancarlo Norese.
La centrale edizioni, 2020. 102 pp., ill. colore e b/n.
“Il libro che avete fra le mani assomiglia un po’ ai film di Francesco: ricco di ossessioni personali e di continue variazioni sugli stessi temi (“ossessivo” e “variazione” sono d’altronde termini che lui utilizza molto spesso), obbedisce unicamente al principio della divagazione. È stato messo insieme ripescando e montando fra di loro interviste, interventi, note di regia, presentazioni e scritti d’occasione.
A tenere unito il tutto, a mo’ di filo conduttore, è lo stesso Francesco, “interrogato” da Astrid Ardenti e da me sui momenti salienti della sua esperienza di cinefilo, sulla sua carriera di insegnante e critico, la sua produzione cinematografica e video. Lui, com’era lecito aspettarsi, non si è limitato a fare passivamente da testimone: è intervenuto più volte e con molta decisione, scrivendo appositamente note e dichiarazioni, per sottolineare o chiarire determinati passaggi del suo racconto."
(Gabriele Gimmelli, dalla quarta di copertina)
Papers by Gabriele Gimmelli
A cura di Cecilia Monina, Gabriele Gimmelli, Michele Maiolani, Michele Ronchi Stefanati
Il convegno di studi “Il pensiero critico italiano. Scrivere di cinema dal dopoguerra al web” intende ripensare la tradizione della critica cinematografica italiana dal dopoguerra ai giorni nostri, riconsiderandone il ruolo, l’impatto e le funzioni all’interno di un più ampio progetto di discorso sul cinema, sui suoi destini e sul dibattito culturale italiano.
Martedì 5 Giugno
h. 9.30-11.15
Auditorium - Casa della Musica
Sessione parallela 1
"I video essays/1"
Chair: Stefania Rimini (Università di Catania)
Chiara Grizzaffi (IULM Milano)
Critica attraverso le immagini: il progetto per una controstoria del cinema italiano.
Carlo Ugolotti (Istituto della Resistenza di Parma)
Il video-saggio come remake: riflessioni a partire da La giungla
Gabriele Gimmelli (Università di Bergamo)
La morte e il principe: ipotesi per un videosaggio sul macabro nel cinema di Totò
Arianna Lodeserto
Trentasette film per una casa. L'ignoto urbano e le utopie del cinema underground
In vari momenti degli anni Sessanta e Settanta, l’urgenza delle lotte aveva innescato un “cinema subito”, un cinema tanto underground quanto militante, tanto sperimentale quando “in ascolto” (e dunque in qualche modo, ancora una volta, un cinema-documento). Quel cinema rapido e "fatto insieme”, gioioso e cospiratore, aveva provato a scuotere le forme, il contenuto e il destino del cinema, come pure a narrare altrimenti le forme più instabili dell’umano abitare, quelle costruite ai margini della città informale. Nel videosaggio Trentasette film per una casa si riutilizzano in particolare girati muti, non finiti, brandelli di cinema minore spesso “senza autore" (scovati in particolare nel fondo Unitelefilm dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma), inchieste militanti rimosse troppo in fretta dalla "storia del cinema italiano" (in particolare i documentari di Videobase), ma che hanno fornito preziose contro-storie dell’edilizia popolare romana e dei suoi paradossi, utili alla comprensione di una “città irregolare” e inafferrabile. Trentasette film per una casa è un saggio audiovisivo fatto di brandelli di pellicola e palazzoni in videotape, di mamme in lotta e palazzinari impuniti, di critica e d’azione.
Astrid Ardenti e Andrea Sanarelli. Progetto editoriale di Giancarlo Norese.
La centrale edizioni, 2020. 102 pp., ill. colore e b/n.
“Il libro che avete fra le mani assomiglia un po’ ai film di Francesco: ricco di ossessioni personali e di continue variazioni sugli stessi temi (“ossessivo” e “variazione” sono d’altronde termini che lui utilizza molto spesso), obbedisce unicamente al principio della divagazione. È stato messo insieme ripescando e montando fra di loro interviste, interventi, note di regia, presentazioni e scritti d’occasione.
A tenere unito il tutto, a mo’ di filo conduttore, è lo stesso Francesco, “interrogato” da Astrid Ardenti e da me sui momenti salienti della sua esperienza di cinefilo, sulla sua carriera di insegnante e critico, la sua produzione cinematografica e video. Lui, com’era lecito aspettarsi, non si è limitato a fare passivamente da testimone: è intervenuto più volte e con molta decisione, scrivendo appositamente note e dichiarazioni, per sottolineare o chiarire determinati passaggi del suo racconto."
(Gabriele Gimmelli, dalla quarta di copertina)