Authored and Edited Books by Giuseppe Campesi
DeriveApprodi, 2024
Comunemente si ritiene che la polizia si identifichi con il compito di attuare il diritto, o gara... more Comunemente si ritiene che la polizia si identifichi con il compito di attuare il diritto, o garantire l'ordine che dalla sua attuazione discende. Tuttavia, cosa in ultima analisi identifica la polizia? Cosa la distingue dalle altre forme più sottili di controllo che garantiscono l'esistenza dell'ordine sociale? Questo libro offre una breve e rigorosa introduzione critica allo studio della polizia. Strutturato in quattro capitoli, dedicati all'analisi del potere di polizia, della sua evoluzione istituzionale, della cultura professionale degli agenti e del complesso rapporto tra polizia, democrazia e diritti, il volume identifica le principali linee di tendenza che segnano l'evoluzione dei modelli e delle pratiche di polizia nel mondo contemporaneo.

More than thirty years after its birth, the Schengen area of free movement is under siege in Euro... more More than thirty years after its birth, the Schengen area of free movement is under siege in Europe: new barriers are being erected along land borders, military assets are increasingly deployed to patrol the Mediterranean, while sophisticated surveillance tools are used to try to keep track of the flows of people crossing into European space.
Bringing together perspectives from political geography, critical criminology and legal theory, Policing Mobility Regimes offers a systematic analysis of the impact that Frontex is having on migration control strategies at the EU level and offers a detailed empirical description of the agency’s organization and operational activities. In addition, this book explores the meaning behind the attempt at developing a post-national border control strategy and what effect this might have on the geopolitics of Europe’s borders. It contributes to the wider theoretical debate on the relationship between migration, security and the transformation of borders in contemporary Europe.
An accessible and compelling read, this book will appeal to all those engaged with criminology, sociology, geography, politics, law and all those interested in learning about Europe’s changing borders.
"In a truly transdisciplinary feat, Campesi has mobilized the disciplines of international relations, European law, and the social sciences, to project an impressive light on the processes of construction of a new European Leviathan through the lens of FRONTEX, the new ‘European Border Agency’, for the first time scrutinized in all its many, and often peculiar, dimensions."
Dario Melossi, Professor of Criminology, University of Bologna
"This book is a must-read for anyone interpelled to critically engage and gain a better understanding of the complex multilevel border regimes in the European Union. Through the lenses of an in-depth study of the EU Frontex Agency, the book compellingly shows how emerging 'EU policing mobility regimes' feature inherent controversies affecting their legitimation. These relate to their intrinsic antinomies with the safeguarding of individuals' human dignity and democratic rule of law principles which lay at the roots of the EU constitutional framework."
Sergio Carrera, Head of the Justice and Home Affairs Programme at CEPS
"Since its establishment in 2005 Frontex has deeply reframed the management of European borders, orchestrating the operations of national and private actors within an emerging ‘post-national’ pattern. Giuseppe Campesi provides a brilliant and compelling analysis of such shift, focusing both on the agency itself and on the ensuing implications for matters of space, security, social stratification and hierarchies. A must-read for anyone interested in border, security, migration, and EU studies."
Sandro Mezzadra, co-author of Border as Method, or, the Multiplication of Labor
Luigi Pannarale è avvocato e professore ordinario di Sociologia del diritto all'Università di Bar... more Luigi Pannarale è avvocato e professore ordinario di Sociologia del diritto all'Università di Bari. Presidente e membro di associazioni e riviste di settore, si è occupato di teoria dei sistemi sociali, law and literature, diritti umani, organizzazione della giustizia, famiglia. Tra i suoi lavori più recenti La mitezza e i suoi tranelli («Minori e Giustizia» 2015), Il capro espiatorio, in P. Gonnella, M. Ruotolo, Giustizia e carceri secondo papa Francesco, 2016).

There are many histories of the police as a law-enforcement institution, but no genealogy of the ... more There are many histories of the police as a law-enforcement institution, but no genealogy of the police as a form of power. This book provides a genealogy of the modern police by tracing the evolution of ‘police science’ and of police institutions in Europe, from the ancien régime to the early 19th century. Drawing on the theoretical path outlined by Michel Foucault at the crossroads between historical sociology, critical legal theory and critical criminology, it shows how the development of police power was an integral part of the birth of the modern state’s governmental rationalities and how police institutions were conceived as political technologies for the government and social disciplining of populations. Understanding modern police not as an institution at the service of the judiciary and the law, but as a complex political technology for governing the economic and social processes typical of modern capitalist societies, this book shows how the police have played an active role in actually shaping order, rather than merely preserving it.

Nel 2005 nasce l’agenzia europea Frontex, cui è stato affidato il difficile compito di coordinare... more Nel 2005 nasce l’agenzia europea Frontex, cui è stato affidato il difficile compito di coordinare l’attività di controllo delle frontiere comuni svolta dalle diverse forze di sicurezza nazionali. Frontex rappresenta uno straordinario laboratorio per le politiche di controllo della mobilità umana nell’Europa contemporanea. Un laboratorio attraverso il quale l’Unione sta concretamente sperimentando un inedito modello di gestione post-nazionale della frontiera. Questo libro rappresenta il primo sistematico tentativo di analizzare dal punto di vista delle scienze politiche, giuridiche e sociali, l’impatto che l’agenzia Frontex ha avuto sulle politiche di controllo delle migrazioni a livello europeo. Esso ripercorre la genesi dell’agenzia e ne descrive in dettaglio il funzionamento concreto, offrendo per la prima volta al lettore italiano un resoconto empirico completo sulla sua struttura e le sue attività. Nel fare ciò, tenta di esplorare il significato che un simile esperimento politico può avere per la geopolitica della frontiera europea, situando la discussione sulla nascita e il funzionamento di Frontex nel contesto del dibattito sul rapporto tra migrazioni, sicurezza e trasformazione dei confini nel mondo contemporaneo.

La detenzione amministrativa è un’eccezione rispetto al delicato equilibrio tra potere politico e... more La detenzione amministrativa è un’eccezione rispetto al delicato equilibrio tra potere politico e libertà personale disegnato dalle moderne costituzioni democratiche. Solo in casi limitati e per motivi di stringente necessità è, infatti, consentito al potere esecutivo di ricorrere a forme di privazione della libertà personale che, nel quadro dello Stato costituzionale di diritto, sono una prerogativa esclusiva del potere giudiziario. In molti paesi occidentali la detenzione amministrativa degli stranieri è tuttavia negli ultimi decenni diventata una pratica di controllo ordinaria, una routine amministrativa che non ha più bisogno di essere legittimata da particolari emergenze. L’abuso dei poteri detentivi nel quadro della politica migratoria ha sottoposto migranti e richiedenti asilo ad una sistematica limitazione dei diritti, assoggettandoli a forme di detenzione o restrizione della libertà personale che offrono minori garanzie rispetto a quelle previste dal sistema della giustizia penale. Ciò ha amplificato, oltre al rischio di abusi e discriminazioni, l’effetto complessivo di criminalizzazione.
Il volume analizza il processo attraverso il quale si è giunti ad una progressiva normalizzazione della detenzione amministrativa degli stranieri, combinando in maniera originale la prospettiva della teoria politica, della sociologia e della critica del diritto. Particolare attenzione è dedicata al caso italiano, discusso alla luce dell’evoluzione della normativa internazionale ed europea in materia di migrazioni ed asilo, nonché del dibattito teorico che negli ultimi anni si è sviluppato in seno alle scienze politico-sociali sulla questione del rapporto tra migrazioni, libertà e sicurezza nelle democrazie occidentali.

"Michel Foucault è stato uno dei più sottili studiosi delle forme di potere nelle società moderne... more "Michel Foucault è stato uno dei più sottili studiosi delle forme di potere nelle società moderne. La sua genealogia delle tecnologie politiche ci ha offerto una magistrale descrizione delle procedure attraverso le quali gli individui sono sottoposti ad un costante processo di assoggettamento che ne normalizza gli impulsi e ne modella la materia biologica. Tale diagnosi, tuttavia, non è ispirata da un cupo pessimismo oltre il quale non si scorgono vie d’uscita. Se il soggetto è per Foucault sempre costituito, plasmato da determinati dispositivi di sapere/potere, egli è anche in grado di mettere in moto un processo di soggettivazione che rappresenta una forma di resistenza e d’insurrezione contro i poteri di normalizzazione. Potere e resistenza sono dunque inscindibilmente connessi nel processo attraverso cui gli uomini tentano di modellare la loro forma di vita, solo che la possibilità di pensarli passa attraverso un rinnovamento del nostro immaginario politico e giuridico.
Il presente volume, oltre ad offrire una mappa per orientarsi nel pensiero politico di Michel Foucault, analizza criticamente il vasto repertorio concettuale su potere, diritto e politica che la sua ricerca ci ha consegnato, cercando di illustrare il senso della sfida teorica lanciata alla filosofia e alla sociologia contemporanee: è possibile pensare potere e resistenza senza ricorrere alle categorie politiche e giuridiche della modernità?"

"English abstract
Genealogy of public security. Theory and history of modern police powers
Th... more "English abstract
Genealogy of public security. Theory and history of modern police powers
The book aims at drawing a genealogy of modern police powers. It considers the case of England, France and Prussia following the evolution of police knowledge and police powers from the ancien régime until the beginning of 19th Century. The book draws largely on the theoretical path outlined by Michel Foucault with his works on the genealogy of the modern “ratio gubrnatoria”. Police powers are thus analyzed not just as simple repressive tools, but more broadly as political technologies for the government of the population. The book does not replicate the classic paradigm of police studies, describing the police as an institution of social control called to preserve social order, but aims at analyzing police as complex power/knowledge dispositif called to produce new forms of social order.
Spanish Synopsis
Genealogia de la seguridad publica. Teoría e historia del dispositivo policial moderno
El libro, brinda una reconstrucción genealógica del nacimiento de los poderes de seguridad pública modernos en las sociedades occidentales. El estudio considera los casos de Inglaterra, Francia y el área alemana (Prusia), durante la transición desde el antiguo régimen a la edad moderna, y termina con el análisis de la configuración que alcanzaron los poderes policiales en el siglo XIX.
La investigación se ha realizado teniendo presente la línea teórica indicada por Michel Foucault en sus trabajos recientes sobre la genealogía de la ratio gubernatoria. Por lo tanto, los poderes de policía han sido analizados no tanto o, mejor dicho, no sólo como meros instrumentos de prevención y represión de la criminalidad, sino más bien como verdaderas tecnologías políticas para el gobierno de la población.
Tal investigación pretende ser un análisis tanto de la estructura y las funciones que asumieron los poderes policiales en las sociedades modernas, como de la evolución semántica de la noción de policía en la cultura político-jurídica moderna. Por consiguiente, el trabajo que presentamos se ubica en un punto de unión entre varias disciplinas. En efecto, se encuentra entre la historia de las instituciones y la cultura político-jurídica moderna, por un lado, y la sociología jurídica y del control social, por el otro, y se dirige, en particular, tanto a los especialistas de teoría e historia de las instituciones de control social, como a los especialistas de filosofía y sociología política.
El trabajo comienza con la descripción de la dialéctica teórica entre los conceptos de iurisdictio y politia que, en el amanecer de la edad moderna, fue suscitada por el desarrollo institucional del absolutismo político. Los dos términos sintetizaban en esa época dos maneras distintas de concebir las relaciones entre derecho y política.
Tal como el análisis intenta ilustrar, el surgimiento del absolutismo político signó la preeminencia de la noción de politia como expresión de una concepción del derecho y la política más abiertamente voluntarista. Por lo tanto, la noción de policía surge en el marco del desarrollo del absolutismo político, en torno de la reconsideración de los temas iuspublicistas sobre la prerrogativa soberana de violación y cambio del marco jurídico.
Al principio de su evolución semántica, esa noción tenía una naturaleza francamente político-jurídica, fuertemente ligada al surgimiento de la noción moderna de soberanía. Paralelamente, sin embargo, se venía desarrollando una dimensión ulterior del término. En torno del desarrollo de las políticas mercantilistas y de potencia de los Estados modernos, se venía articulando el discurso de las artes de gobierno como instrumentos para la gestión de la cosa pública y el incremento de las fuerzas del Estado. En el marco de esta reflexión sobre el gobierno, la noción de policía asumió progresivamente las connotaciones típicas de un concepto político-administrativo, y expresó la idea del bienestar material y moral de la población que debía garantizar la autoridad.
Por lo tanto, la noción de policía surge en el amanecer de la edad moderna como conmixtión entre los temas político-jurídicos del ius politiae soberano, es decir, la suprema prerrogativa de violación del marco jurídico en la situación de excepción, y los temas político-administrativos de la buena policía, es decir, la sabiduría practica que el soberano está llamado a tener en el gobierno de los procesos económico-sociales de los que dependen la riqueza y la potencia de las naciones.
La policía encontró del lado de su dimensión político-administrativa el espacio para su pleno florecimiento teórico-práctico. En el marco de la filosofía eudemonista que inspiró a la política de los Estados absolutos europeos, las instituciones y los saberes de policía pudieron florecer como instrumentos para procurar el bienestar de la población.
La parte central de la investigación describe justamente la maduración teórica e institucional del dispositivo policial moderno, al analizar detalladamente sus diversas articulaciones: policía del territorio, policía económica y policía de la población.
El trabajo concluye con el análisis de lo que hemos definido dispersión de los poderes policiales, es decir, el proceso por medio del cual la crítica liberal a la filosofía eudemonista que había inspirado a las antiguas ciencias de policía, transformó radicalmente el dispositivo policial moderno.
Tal crítica se articuló de acuerdo con dos directrices fundamentales: fue, por un lado, un discurso político-jurídico que retomó los antiguos motivos del constitucionalismo medieval, sintetizados en la idea de iurisdictio, y los articuló en la moderna teoría del Estado de derecho (iusnaturalismo liberal moderno); y, por otro lado, fue también un discurso político-administrativo que ejercitó una crítica radical interna de las antiguas ciencias de policía, y llevó a la fundación del discurso moderno de la economía política (utilitarismo).
Esa crítica dúplice que embistió el dispositivo policial moderno, tuvo el efecto de revolucionar el significado de la noción y la función de las instituciones policiales, si bien en la diversidad de los presupuestos epistemológicos llamados a sostener el discurso liberal. Estas instituciones perdieron así todas las antiguas funciones económicas y administrativas ligadas a la idea de policía del bienestar, y fueron reducidas a un mero dispositivo de seguridad, instrumento de gobierno con consecuencias sociales más impetuosas, producidas por la liberalización de la policía económica y la población del antiguo régimen.
El papel de tornasol para el análisis de las transformaciones que embistieron el dispositivo policial fue justamente la distinta manera en que la policía desarrolló sus funciones de instrumento de gobierno de la población entre el antiguo régimen y la edad moderna. En efecto, si bien la policía del antiguo régimen miraba a un proyecto de disciplinamiento total del espacio social y a la recuperación de la utilidad productiva de cada uno de los individuos, el objetivo declarado era la eliminación de la pobreza, entendida como desperdicio de recursos materiales y humanos, y factor de desorden; por otro lado, la policía liberal renunció al ambicioso objetivo de disciplinar todo aspecto de la vida económica y social de la nación, y redujo la pobreza a un factor normal, uno de los elementos fundamentales para el desarrollo económico.
En este sentido, se comprende de qué manera la organización de la seguridad pública que se cristalizó en el siglo XIX pudo estar llamada explícitamente a mantener la pobreza, según la expresión de los reformadores de la época, es decir, a asegurar su existencia a costos sociales y políticos aceptables."

Il volume propone una rassegna delle principali teorie sociologiche contemporanee del diritto. St... more Il volume propone una rassegna delle principali teorie sociologiche contemporanee del diritto. Strutturato in otto capitoli, ciascuno dei quali affronta un autore o una corrente di pensiero rilevante nell'ambito del dibattito internazionale sui rapporti tra diritto e società, esso discute i termini dell'attuale riflessione sociologica sul fenomeno giuridico in Europa e negli Stati Uniti. Il volume, da un lato, descrive il contributo di alcuni maestri della scienza sociale contemporanea che hanno analizzato le istituzioni giuridiche nell'ambito di un progetto di ricerca più vasto; dall'altro, delinea l'evoluzione di alcune scuole di pensiero che hanno cercato, attraverso l'apporto delle scienze sociali, di rinnovare la cultura giuridica dall'interno. Si tratta di un utile aggiornamento della storia della sociologia del diritto e di un'occasione per fare un bilancio critico del contributo che questa disciplina può dare al dibattito su potere, legittimità, Stato, diritti umani, globalizzazione.
Articles and Book Chapters by Giuseppe Campesi

Routledge Handbook of European Penology, 2025
This chapter examines the consequences of a system of control emerging at the intersection of cri... more This chapter examines the consequences of a system of control emerging at the intersection of criminal enforcement and migration control, from the perspective of the sociology of punishment. The first section describes how migration control practices increasingly adopt tools traditionally used by the criminal justice system, and the impact this has on the human rights of migrants and asylum seekers, particularly in European countries. It highlights how EU policies are contributing to the criminalization of migration, while simultaneously transforming traditional penal practices into more exclusionary mechanisms. The second section analyses how bordered forms of penality challenge traditional notions of punishment. It argues that border control practices combine punitive and security-oriented logics, blurring the lines between punishment, prevention, and security. The third section reflects on the functions of bordered penality. It discusses two main perspectives: one rooted in Durkheimian sociology, focusing on the symbolic and exclusionary aspects, and another influenced by Marxist and Foucauldian approaches, emphasizing the instrumental use of contemporary coercive migration control. The chapter will conclude by calling for more integration between the different theoretical and disciplinary perspectives in the study of migration control and punishment.

Theoretical Criminology, 2024
The aim of this article is to describe the evolution of immigration detention policies at the Sou... more The aim of this article is to describe the evolution of immigration detention policies at the Southern European border. This will be done by presenting original data on the actual functioning of immigration detention in Italy in the wake of the so called 'refugee crisis'. By shedding light on these developments, the article reveals a notable convergence of first reception and return policies, which in turn is driving a transformation of the landscape of immigration detention leading to a proliferation of detention regimes and spaces of containment. Drawing on the literature on carceral geographies, this development is analyzed within the framework of Italy's distinct role in the geopolitics of EU border control policies. The article ultimately suggests that the immigration detention system has gradually been co-opted by the border control infrastructure, becoming part of a broader and intricate control assemblage whose essential function is the regulation of human mobility.

European Journal of Migration and Law, 2024
Over the past ten years, the language of crisis has become increasingly common in discourse about... more Over the past ten years, the language of crisis has become increasingly common in discourse about migration governance at the European Union (EU) level, and policy responses have been oriented by an emergency rationale that prioritizes short-term solutions over long-term planning. EU migration and asylum law incorporates several crisis response mechanisms, and the addition of a new set of instruments has recently been proposed. This paper offers a critical legal mapping of what counts as a "crisis" in EU migration and asylum law, and the mechanisms for responding to such crises. It exemplifies a complex system in which the tension between the imperative to address threats purportedly arising from unwanted migration is intricately intertwined with the necessity of granting Member States flexibility to respond to contingencies without compromising the integrity of the common EU asylum and migration system.
Starting from the discussion of two recent books published in Italy, this contribution offers an ... more Starting from the discussion of two recent books published in Italy, this contribution offers an overview on the evolution of Italian police forces and their complex relations with the use of force. After a brief discussion, some hints on possible new lines of research in the sociology of Italian police are offered.
By adopting the perspective of law and geography, this article explores the new morphology of bor... more By adopting the perspective of law and geography, this article explores the new morphology of borders and places a special emphasis on the role of law in redefining their spatiality. In particular, it identifies three main geo-strategies along which the contemporary border regime is organized, namely, the geo-strategy of nodes, zones and walls. In describing the new legal geography of borders, the article also highlights how the transformations and shifts of the classic Westphalian border regime have impacted on some of the main categories through which borders are legally framed. More specifically, this contribution focuses on jurisdiction, which traditionally represents the convergence point of the complex relationship between territory, sovereignty, and rights.

Refugee Survey Quarterly, 2020
The aim of this article is to explore the peculiarity of Italian policies on immigration detentio... more The aim of this article is to explore the peculiarity of Italian policies on immigration detention and their evolution over time. This will be done by highlighting the main factors that might explain the apparent political disinvestment in immigration detention in Italy, in particular in the years between 2013 and 2015, and account for the turnaround in approach announced and then implemented by the two Interior Ministers in charge between 2017 and 2019. The article uses the Italian case as an opportunity to explore the functions that are assigned to immigration detention in destination countries. In particular, it considers whether or not it can be argued that immigration detention in Italy has been "reinvented" (meaning that its functions have somewhat changed) as a consequence of the so-called "refugee crisis" and in light of Italy's specific position in the contemporary geopolitics of the EU's border control regime.
Social & Legal Studies, 2019
The aim of this article is to explore the ambiguous legal status of immigration detention by disc... more The aim of this article is to explore the ambiguous legal status of immigration detention by discussing the main theoretical perspectives on its nature and the functions it plays in contemporary migration policies. After presenting a typological and genealogical reconstruction of immigration detention, the article contends that it should not be seen as being related either to the politics of 'exception', or to the expanding reach of 'penal' power in a context of mass migration. Instead, the argument presented here is that immigration detention exhibits the characteristics of preventive measures typically related to the exercise of police powers and that its increased role in migration policies should be read in the wider framework of the shifting boundaries between the 'penal' and the 'preventive' state in contemporary societies.
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Authored and Edited Books by Giuseppe Campesi
Bringing together perspectives from political geography, critical criminology and legal theory, Policing Mobility Regimes offers a systematic analysis of the impact that Frontex is having on migration control strategies at the EU level and offers a detailed empirical description of the agency’s organization and operational activities. In addition, this book explores the meaning behind the attempt at developing a post-national border control strategy and what effect this might have on the geopolitics of Europe’s borders. It contributes to the wider theoretical debate on the relationship between migration, security and the transformation of borders in contemporary Europe.
An accessible and compelling read, this book will appeal to all those engaged with criminology, sociology, geography, politics, law and all those interested in learning about Europe’s changing borders.
"In a truly transdisciplinary feat, Campesi has mobilized the disciplines of international relations, European law, and the social sciences, to project an impressive light on the processes of construction of a new European Leviathan through the lens of FRONTEX, the new ‘European Border Agency’, for the first time scrutinized in all its many, and often peculiar, dimensions."
Dario Melossi, Professor of Criminology, University of Bologna
"This book is a must-read for anyone interpelled to critically engage and gain a better understanding of the complex multilevel border regimes in the European Union. Through the lenses of an in-depth study of the EU Frontex Agency, the book compellingly shows how emerging 'EU policing mobility regimes' feature inherent controversies affecting their legitimation. These relate to their intrinsic antinomies with the safeguarding of individuals' human dignity and democratic rule of law principles which lay at the roots of the EU constitutional framework."
Sergio Carrera, Head of the Justice and Home Affairs Programme at CEPS
"Since its establishment in 2005 Frontex has deeply reframed the management of European borders, orchestrating the operations of national and private actors within an emerging ‘post-national’ pattern. Giuseppe Campesi provides a brilliant and compelling analysis of such shift, focusing both on the agency itself and on the ensuing implications for matters of space, security, social stratification and hierarchies. A must-read for anyone interested in border, security, migration, and EU studies."
Sandro Mezzadra, co-author of Border as Method, or, the Multiplication of Labor
Il volume analizza il processo attraverso il quale si è giunti ad una progressiva normalizzazione della detenzione amministrativa degli stranieri, combinando in maniera originale la prospettiva della teoria politica, della sociologia e della critica del diritto. Particolare attenzione è dedicata al caso italiano, discusso alla luce dell’evoluzione della normativa internazionale ed europea in materia di migrazioni ed asilo, nonché del dibattito teorico che negli ultimi anni si è sviluppato in seno alle scienze politico-sociali sulla questione del rapporto tra migrazioni, libertà e sicurezza nelle democrazie occidentali.
Il presente volume, oltre ad offrire una mappa per orientarsi nel pensiero politico di Michel Foucault, analizza criticamente il vasto repertorio concettuale su potere, diritto e politica che la sua ricerca ci ha consegnato, cercando di illustrare il senso della sfida teorica lanciata alla filosofia e alla sociologia contemporanee: è possibile pensare potere e resistenza senza ricorrere alle categorie politiche e giuridiche della modernità?"
Genealogy of public security. Theory and history of modern police powers
The book aims at drawing a genealogy of modern police powers. It considers the case of England, France and Prussia following the evolution of police knowledge and police powers from the ancien régime until the beginning of 19th Century. The book draws largely on the theoretical path outlined by Michel Foucault with his works on the genealogy of the modern “ratio gubrnatoria”. Police powers are thus analyzed not just as simple repressive tools, but more broadly as political technologies for the government of the population. The book does not replicate the classic paradigm of police studies, describing the police as an institution of social control called to preserve social order, but aims at analyzing police as complex power/knowledge dispositif called to produce new forms of social order.
Spanish Synopsis
Genealogia de la seguridad publica. Teoría e historia del dispositivo policial moderno
El libro, brinda una reconstrucción genealógica del nacimiento de los poderes de seguridad pública modernos en las sociedades occidentales. El estudio considera los casos de Inglaterra, Francia y el área alemana (Prusia), durante la transición desde el antiguo régimen a la edad moderna, y termina con el análisis de la configuración que alcanzaron los poderes policiales en el siglo XIX.
La investigación se ha realizado teniendo presente la línea teórica indicada por Michel Foucault en sus trabajos recientes sobre la genealogía de la ratio gubernatoria. Por lo tanto, los poderes de policía han sido analizados no tanto o, mejor dicho, no sólo como meros instrumentos de prevención y represión de la criminalidad, sino más bien como verdaderas tecnologías políticas para el gobierno de la población.
Tal investigación pretende ser un análisis tanto de la estructura y las funciones que asumieron los poderes policiales en las sociedades modernas, como de la evolución semántica de la noción de policía en la cultura político-jurídica moderna. Por consiguiente, el trabajo que presentamos se ubica en un punto de unión entre varias disciplinas. En efecto, se encuentra entre la historia de las instituciones y la cultura político-jurídica moderna, por un lado, y la sociología jurídica y del control social, por el otro, y se dirige, en particular, tanto a los especialistas de teoría e historia de las instituciones de control social, como a los especialistas de filosofía y sociología política.
El trabajo comienza con la descripción de la dialéctica teórica entre los conceptos de iurisdictio y politia que, en el amanecer de la edad moderna, fue suscitada por el desarrollo institucional del absolutismo político. Los dos términos sintetizaban en esa época dos maneras distintas de concebir las relaciones entre derecho y política.
Tal como el análisis intenta ilustrar, el surgimiento del absolutismo político signó la preeminencia de la noción de politia como expresión de una concepción del derecho y la política más abiertamente voluntarista. Por lo tanto, la noción de policía surge en el marco del desarrollo del absolutismo político, en torno de la reconsideración de los temas iuspublicistas sobre la prerrogativa soberana de violación y cambio del marco jurídico.
Al principio de su evolución semántica, esa noción tenía una naturaleza francamente político-jurídica, fuertemente ligada al surgimiento de la noción moderna de soberanía. Paralelamente, sin embargo, se venía desarrollando una dimensión ulterior del término. En torno del desarrollo de las políticas mercantilistas y de potencia de los Estados modernos, se venía articulando el discurso de las artes de gobierno como instrumentos para la gestión de la cosa pública y el incremento de las fuerzas del Estado. En el marco de esta reflexión sobre el gobierno, la noción de policía asumió progresivamente las connotaciones típicas de un concepto político-administrativo, y expresó la idea del bienestar material y moral de la población que debía garantizar la autoridad.
Por lo tanto, la noción de policía surge en el amanecer de la edad moderna como conmixtión entre los temas político-jurídicos del ius politiae soberano, es decir, la suprema prerrogativa de violación del marco jurídico en la situación de excepción, y los temas político-administrativos de la buena policía, es decir, la sabiduría practica que el soberano está llamado a tener en el gobierno de los procesos económico-sociales de los que dependen la riqueza y la potencia de las naciones.
La policía encontró del lado de su dimensión político-administrativa el espacio para su pleno florecimiento teórico-práctico. En el marco de la filosofía eudemonista que inspiró a la política de los Estados absolutos europeos, las instituciones y los saberes de policía pudieron florecer como instrumentos para procurar el bienestar de la población.
La parte central de la investigación describe justamente la maduración teórica e institucional del dispositivo policial moderno, al analizar detalladamente sus diversas articulaciones: policía del territorio, policía económica y policía de la población.
El trabajo concluye con el análisis de lo que hemos definido dispersión de los poderes policiales, es decir, el proceso por medio del cual la crítica liberal a la filosofía eudemonista que había inspirado a las antiguas ciencias de policía, transformó radicalmente el dispositivo policial moderno.
Tal crítica se articuló de acuerdo con dos directrices fundamentales: fue, por un lado, un discurso político-jurídico que retomó los antiguos motivos del constitucionalismo medieval, sintetizados en la idea de iurisdictio, y los articuló en la moderna teoría del Estado de derecho (iusnaturalismo liberal moderno); y, por otro lado, fue también un discurso político-administrativo que ejercitó una crítica radical interna de las antiguas ciencias de policía, y llevó a la fundación del discurso moderno de la economía política (utilitarismo).
Esa crítica dúplice que embistió el dispositivo policial moderno, tuvo el efecto de revolucionar el significado de la noción y la función de las instituciones policiales, si bien en la diversidad de los presupuestos epistemológicos llamados a sostener el discurso liberal. Estas instituciones perdieron así todas las antiguas funciones económicas y administrativas ligadas a la idea de policía del bienestar, y fueron reducidas a un mero dispositivo de seguridad, instrumento de gobierno con consecuencias sociales más impetuosas, producidas por la liberalización de la policía económica y la población del antiguo régimen.
El papel de tornasol para el análisis de las transformaciones que embistieron el dispositivo policial fue justamente la distinta manera en que la policía desarrolló sus funciones de instrumento de gobierno de la población entre el antiguo régimen y la edad moderna. En efecto, si bien la policía del antiguo régimen miraba a un proyecto de disciplinamiento total del espacio social y a la recuperación de la utilidad productiva de cada uno de los individuos, el objetivo declarado era la eliminación de la pobreza, entendida como desperdicio de recursos materiales y humanos, y factor de desorden; por otro lado, la policía liberal renunció al ambicioso objetivo de disciplinar todo aspecto de la vida económica y social de la nación, y redujo la pobreza a un factor normal, uno de los elementos fundamentales para el desarrollo económico.
En este sentido, se comprende de qué manera la organización de la seguridad pública que se cristalizó en el siglo XIX pudo estar llamada explícitamente a mantener la pobreza, según la expresión de los reformadores de la época, es decir, a asegurar su existencia a costos sociales y políticos aceptables."
Articles and Book Chapters by Giuseppe Campesi
Bringing together perspectives from political geography, critical criminology and legal theory, Policing Mobility Regimes offers a systematic analysis of the impact that Frontex is having on migration control strategies at the EU level and offers a detailed empirical description of the agency’s organization and operational activities. In addition, this book explores the meaning behind the attempt at developing a post-national border control strategy and what effect this might have on the geopolitics of Europe’s borders. It contributes to the wider theoretical debate on the relationship between migration, security and the transformation of borders in contemporary Europe.
An accessible and compelling read, this book will appeal to all those engaged with criminology, sociology, geography, politics, law and all those interested in learning about Europe’s changing borders.
"In a truly transdisciplinary feat, Campesi has mobilized the disciplines of international relations, European law, and the social sciences, to project an impressive light on the processes of construction of a new European Leviathan through the lens of FRONTEX, the new ‘European Border Agency’, for the first time scrutinized in all its many, and often peculiar, dimensions."
Dario Melossi, Professor of Criminology, University of Bologna
"This book is a must-read for anyone interpelled to critically engage and gain a better understanding of the complex multilevel border regimes in the European Union. Through the lenses of an in-depth study of the EU Frontex Agency, the book compellingly shows how emerging 'EU policing mobility regimes' feature inherent controversies affecting their legitimation. These relate to their intrinsic antinomies with the safeguarding of individuals' human dignity and democratic rule of law principles which lay at the roots of the EU constitutional framework."
Sergio Carrera, Head of the Justice and Home Affairs Programme at CEPS
"Since its establishment in 2005 Frontex has deeply reframed the management of European borders, orchestrating the operations of national and private actors within an emerging ‘post-national’ pattern. Giuseppe Campesi provides a brilliant and compelling analysis of such shift, focusing both on the agency itself and on the ensuing implications for matters of space, security, social stratification and hierarchies. A must-read for anyone interested in border, security, migration, and EU studies."
Sandro Mezzadra, co-author of Border as Method, or, the Multiplication of Labor
Il volume analizza il processo attraverso il quale si è giunti ad una progressiva normalizzazione della detenzione amministrativa degli stranieri, combinando in maniera originale la prospettiva della teoria politica, della sociologia e della critica del diritto. Particolare attenzione è dedicata al caso italiano, discusso alla luce dell’evoluzione della normativa internazionale ed europea in materia di migrazioni ed asilo, nonché del dibattito teorico che negli ultimi anni si è sviluppato in seno alle scienze politico-sociali sulla questione del rapporto tra migrazioni, libertà e sicurezza nelle democrazie occidentali.
Il presente volume, oltre ad offrire una mappa per orientarsi nel pensiero politico di Michel Foucault, analizza criticamente il vasto repertorio concettuale su potere, diritto e politica che la sua ricerca ci ha consegnato, cercando di illustrare il senso della sfida teorica lanciata alla filosofia e alla sociologia contemporanee: è possibile pensare potere e resistenza senza ricorrere alle categorie politiche e giuridiche della modernità?"
Genealogy of public security. Theory and history of modern police powers
The book aims at drawing a genealogy of modern police powers. It considers the case of England, France and Prussia following the evolution of police knowledge and police powers from the ancien régime until the beginning of 19th Century. The book draws largely on the theoretical path outlined by Michel Foucault with his works on the genealogy of the modern “ratio gubrnatoria”. Police powers are thus analyzed not just as simple repressive tools, but more broadly as political technologies for the government of the population. The book does not replicate the classic paradigm of police studies, describing the police as an institution of social control called to preserve social order, but aims at analyzing police as complex power/knowledge dispositif called to produce new forms of social order.
Spanish Synopsis
Genealogia de la seguridad publica. Teoría e historia del dispositivo policial moderno
El libro, brinda una reconstrucción genealógica del nacimiento de los poderes de seguridad pública modernos en las sociedades occidentales. El estudio considera los casos de Inglaterra, Francia y el área alemana (Prusia), durante la transición desde el antiguo régimen a la edad moderna, y termina con el análisis de la configuración que alcanzaron los poderes policiales en el siglo XIX.
La investigación se ha realizado teniendo presente la línea teórica indicada por Michel Foucault en sus trabajos recientes sobre la genealogía de la ratio gubernatoria. Por lo tanto, los poderes de policía han sido analizados no tanto o, mejor dicho, no sólo como meros instrumentos de prevención y represión de la criminalidad, sino más bien como verdaderas tecnologías políticas para el gobierno de la población.
Tal investigación pretende ser un análisis tanto de la estructura y las funciones que asumieron los poderes policiales en las sociedades modernas, como de la evolución semántica de la noción de policía en la cultura político-jurídica moderna. Por consiguiente, el trabajo que presentamos se ubica en un punto de unión entre varias disciplinas. En efecto, se encuentra entre la historia de las instituciones y la cultura político-jurídica moderna, por un lado, y la sociología jurídica y del control social, por el otro, y se dirige, en particular, tanto a los especialistas de teoría e historia de las instituciones de control social, como a los especialistas de filosofía y sociología política.
El trabajo comienza con la descripción de la dialéctica teórica entre los conceptos de iurisdictio y politia que, en el amanecer de la edad moderna, fue suscitada por el desarrollo institucional del absolutismo político. Los dos términos sintetizaban en esa época dos maneras distintas de concebir las relaciones entre derecho y política.
Tal como el análisis intenta ilustrar, el surgimiento del absolutismo político signó la preeminencia de la noción de politia como expresión de una concepción del derecho y la política más abiertamente voluntarista. Por lo tanto, la noción de policía surge en el marco del desarrollo del absolutismo político, en torno de la reconsideración de los temas iuspublicistas sobre la prerrogativa soberana de violación y cambio del marco jurídico.
Al principio de su evolución semántica, esa noción tenía una naturaleza francamente político-jurídica, fuertemente ligada al surgimiento de la noción moderna de soberanía. Paralelamente, sin embargo, se venía desarrollando una dimensión ulterior del término. En torno del desarrollo de las políticas mercantilistas y de potencia de los Estados modernos, se venía articulando el discurso de las artes de gobierno como instrumentos para la gestión de la cosa pública y el incremento de las fuerzas del Estado. En el marco de esta reflexión sobre el gobierno, la noción de policía asumió progresivamente las connotaciones típicas de un concepto político-administrativo, y expresó la idea del bienestar material y moral de la población que debía garantizar la autoridad.
Por lo tanto, la noción de policía surge en el amanecer de la edad moderna como conmixtión entre los temas político-jurídicos del ius politiae soberano, es decir, la suprema prerrogativa de violación del marco jurídico en la situación de excepción, y los temas político-administrativos de la buena policía, es decir, la sabiduría practica que el soberano está llamado a tener en el gobierno de los procesos económico-sociales de los que dependen la riqueza y la potencia de las naciones.
La policía encontró del lado de su dimensión político-administrativa el espacio para su pleno florecimiento teórico-práctico. En el marco de la filosofía eudemonista que inspiró a la política de los Estados absolutos europeos, las instituciones y los saberes de policía pudieron florecer como instrumentos para procurar el bienestar de la población.
La parte central de la investigación describe justamente la maduración teórica e institucional del dispositivo policial moderno, al analizar detalladamente sus diversas articulaciones: policía del territorio, policía económica y policía de la población.
El trabajo concluye con el análisis de lo que hemos definido dispersión de los poderes policiales, es decir, el proceso por medio del cual la crítica liberal a la filosofía eudemonista que había inspirado a las antiguas ciencias de policía, transformó radicalmente el dispositivo policial moderno.
Tal crítica se articuló de acuerdo con dos directrices fundamentales: fue, por un lado, un discurso político-jurídico que retomó los antiguos motivos del constitucionalismo medieval, sintetizados en la idea de iurisdictio, y los articuló en la moderna teoría del Estado de derecho (iusnaturalismo liberal moderno); y, por otro lado, fue también un discurso político-administrativo que ejercitó una crítica radical interna de las antiguas ciencias de policía, y llevó a la fundación del discurso moderno de la economía política (utilitarismo).
Esa crítica dúplice que embistió el dispositivo policial moderno, tuvo el efecto de revolucionar el significado de la noción y la función de las instituciones policiales, si bien en la diversidad de los presupuestos epistemológicos llamados a sostener el discurso liberal. Estas instituciones perdieron así todas las antiguas funciones económicas y administrativas ligadas a la idea de policía del bienestar, y fueron reducidas a un mero dispositivo de seguridad, instrumento de gobierno con consecuencias sociales más impetuosas, producidas por la liberalización de la policía económica y la población del antiguo régimen.
El papel de tornasol para el análisis de las transformaciones que embistieron el dispositivo policial fue justamente la distinta manera en que la policía desarrolló sus funciones de instrumento de gobierno de la población entre el antiguo régimen y la edad moderna. En efecto, si bien la policía del antiguo régimen miraba a un proyecto de disciplinamiento total del espacio social y a la recuperación de la utilidad productiva de cada uno de los individuos, el objetivo declarado era la eliminación de la pobreza, entendida como desperdicio de recursos materiales y humanos, y factor de desorden; por otro lado, la policía liberal renunció al ambicioso objetivo de disciplinar todo aspecto de la vida económica y social de la nación, y redujo la pobreza a un factor normal, uno de los elementos fundamentales para el desarrollo económico.
En este sentido, se comprende de qué manera la organización de la seguridad pública que se cristalizó en el siglo XIX pudo estar llamada explícitamente a mantener la pobreza, según la expresión de los reformadores de la época, es decir, a asegurar su existencia a costos sociales y políticos aceptables."
S/MURARE IL MEDITERRANEO
Pratiche locali, nazionali e transfrontalieri di artivismo transculturale,
per una politica e poetica dell’ospitalità e mobilità
(Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”- Dipartimento ForPsiCom, 2009-2015 and⇒)
The horizontal substitute IA critically assesses the 'system' and underlying logic of the proposed new pact with the aim of analysing how the four Commission proposals would work and interact in practice. The IA also assesses whether and to what extent the proposed new pact addresses the identified shortcomings and implementational problems of current EU asylum and migration law and policy. Moreover, the IA identifies and assesses the expected impacts on fundamental rights, as well as economic, social and territorial impacts of the proposed new pact.
The IA concludes that all of the assessed dimensions will be influenced by the proposed new pact. Although interviewed stakeholders indicate that, in certain cases, the new pact stands to have positive impacts on various aspects of migration and asylum in the EU, the overall consensus is that the new pact, as it is currently presented by the Commission, will have significantly negative consequences for Member States, local communities and migrants. Such potential negative effects have been found in all four dimensions covered by the IA: territorial, economic, social and fundamental rights.
Edited by Giuseppe Campesi and Alvise Sbraccia
It is possible to read in the papers of my page the Manifesto of the research group and the recently published essay on the subject: TransMediterrAtlantic Embodied Shadow Archives (2015). Go to the blog, (smuraremediterraneo.wordpress.com) for more information, activities and works by the activist researchers.