Papers by Gabriella Falcicchio
Sito internet: www.mimesisedizioni.it. Questo volume è stato pubblicato con un contributo dellʼUn... more Sito internet: www.mimesisedizioni.it. Questo volume è stato pubblicato con un contributo dellʼUniversità degli Studi di Bari -Dipartimento di Scienze Filosofi che Nota biobibliografi ca 389 Gli animali, con i bambini, nella città postmoderna tra sorveglianza, invisibilità e aperture nonviolente di Gabriella Falcicchio Mamma, credi veramente che le lezioni di poesia porteranno alla chiusura dei macelli? John Maxwell Coetzee, La vita degli animali Qu'est-ce que signifi e «apprivoiser»? C'est une chose trop oubliée, dit le renard.
Il nesso nonviolenza-partecipazione politica trova soprattutto nella tradizione di ispirazione ga... more Il nesso nonviolenza-partecipazione politica trova soprattutto nella tradizione di ispirazione gandhiana la base per un'azione condotta da ciascuno personalmente nella vita collettiva, secondo due linee direttrici, che si ritrovano nella filosofia capitiniana. Da un lato, lottare contro la violenza; dall'altro edificare l'altrimenti, entrare cioè nella grande, multiforme area della nonviolenza attiva, che non si accontenta di osservare e criticare, ma vuole «inventare il futuro» (Dolci 1968); non le basta progettare, ha bisogno di operare creativamente mettendosi «in cammino» e generare pratiche portatrici di vita. Avendo davanti l'orizzonte della realtà di tutti.
A Silvia, madre di tutti i miei lutti Daniela e Rocco, che hanno scelto la propria morte Raffaell... more A Silvia, madre di tutti i miei lutti Daniela e Rocco, che hanno scelto la propria morte Raffaella, una per tutte le nonne Vito, che ancora lo piange sua moglie Vincenzina, uccisa dal marito Giacomo e Vito Michele, memorie del mio paese Giusy, che sua figlia duenne crescerà senza Rosa, andata in una domenica festosa di giugno Antonella, senza più riconoscere la mano della sorella Annamaria, nell'abbraccio stretto della figlia Angela, rapita nel sonno di gennaio e Maria Antonietta, che appena ieri si è affacciata alla compresenza.

Ha una forza propulsiva tutt'altro che esaurita, un potere comunicativo in grado di toccare in pr... more Ha una forza propulsiva tutt'altro che esaurita, un potere comunicativo in grado di toccare in profondità e movere animos, un'energia che si diffonde e sa entusiasmare i giovani di oggi, nel contesto della contemporaneità che dista ormai già quasi cinquan'anni dalla sua morte, come i giovani contagiò allora nell'Italia della violenza fascista prima e poi della guerra mondiale, della guerra civile di resistenza e poi di affermazione, con la Repubblica, anche delle superpotenze della guerra fredda. Aldo Capitini ha attraversato due terzi di quel secolo facendo da snodo culturale capace di toccare tutta la vita intellettuale del Paese e pure rimanendo ai margini, come sempre per chi non è possibile ridurre a etichetta. Ma Capitini continua ad attraversare il secolo e l'appassionamento dei giovani che lo incontrano (chi quasi per caso, come la curatrice del dossier; chi per formazione universitaria, come i suoi studenti o gli allievi dei corsi del curatore; chi perché un professore di liceo fuori dalle righe lo nomina e lo nomina…) mostra a chiare lettere che il suo pensiero, reso potente dall'unità con l'intima persuasione e con l'azione instancabile, anche quando è parso sbiadire nella temperie culturale di un Paese che non gli dà il giusto riconoscimento, continua ad alimentare silenziosamente le acque, forse le più chiare acque, della cultura italiana, spesso fuori dai circuiti dell'accademismo manierato e ripetitivo, e come un fiume sotterraneo che scava le rocce affiora nelle grotte di risorgenza proprio vicino ai più giovani, ai ragazzi che si affacciano alla maggiore età e agli studi universitari, in una società, quella italiana, invecchiata e insterilita sul piano culturale ed etico-politico. Non è un caso che Capitini ritorni, proprio adesso, proprio tramite una nuova generazione di studiosi che non si limita a discorrere del Gandhi italiano nel chiuso delle torri d'avorio degli intellettuali, ma fa formazione, dà vita a riviste, insegna nelle scuole, ravviva le aule universitarie

Il tema di questo saggio è la nascita e la sua rappresentazione nell'editoria destinata ai bambin... more Il tema di questo saggio è la nascita e la sua rappresentazione nell'editoria destinata ai bambini. Vi giungo attraverso i miei studi sul venire al mondo, momento apicale tutt'altro che indifferente nella sorte che avrà l'essere umano nato e con lui l'umanità intera . I riferimenti sono F. Leboyer, I. M. Gaskin, M. Odent, V. Smidh, S. Kitzinger, L. Braibanti, W. Reich, E. Reich, ma anche la visione libertaria di M. Bernardi e la nonviolenza di A. Capitini come cornice in cui comprendere i punti di vista di scienziati che appartengono a campi del sapere in apparenza lontani dalla riflessione educativa. L'espressione «nascente» non trova né nell'italiano comune né nei linguaggi disciplinari una sua legittimità. Se la donna può essere gravida/incinta, partoriente, puerpera a seconda delle fasi legate al mettere al mondo, non esiste un nome per indicare il bambino mentre nasce. Embrione, feto, nascituro, neonato sono termini che designano qualcosa in rapporto alla variabile temporale dell'inizio della vita fino a 35 giorni, fino alla nascita, in prospettiva della nascita e a partire dalla nascita, sia pure con le inevitabili sfumature e tenendo fermo il tratto di convenzionalità necessario a delimitare l'area semantica di eventi di difficile perimetrazione. Manca del tutto la parola che dia un nome al passaggio del nascere, la cui desinenza latina evidenzia, come in «crescere» e «conoscere», la processualità di un dispiegarsi i cui termini iniziali e finali sono incerti.
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