
Fabrizio Fiume
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Papers by Fabrizio Fiume
L'oscillazione fra “felicità privata” e “felicità pubblica” riletta nel predominio della finanza sull'economia.
L'attuale sovrapposizione fra valori del mondo finanziario e del mondo politico è consolidata al punto che è prassi valutare la qualità (effettiva o attesa) di un governo con l'esclusivo metro dell'andamento borsistico. Va da sé che anche i rispettivi linguaggi si siano saldamente intrecciati, basti pensare, per esempio, a come l'espressione credit spread sia entrata nel lessico di base della comunicazione di partiti e governi. Il peso crescente del debito pubblico nelle economie contemporanee ha sicuramente rappresentato un fondamento oggettivo di questa tendenza, ma adottando un metro storico ci accorgiamo che questo singolo aspetto costituisce una condizione necessaria ma non sufficiente per spiegarne le cause e, soprattutto, che non si tratta di un fenomeno inedito. Parallelamente al succedersi di periodi dominati da una vera e propria enfasi finanziaria e periodi segnati da una maggiore attenzione ai dati dell'economia reale, abbiamo assistito al più consueto succedersi di ondate di mobilitazione politica di massa e relativo moto di riflusso verso ideali di felicità esclusivamente individuali. Quest'ultimo andamento è stato oggetto di una serie di studi, in particolare Albert Otto Hirschman ha cercato di verificare se si potesse ravvisare in esso un vero e proprio ciclo, analogo a quelli più noti caratteristici della teoria economica. Esiste una correlazione fra il ciclo “felicità privata”/“felicità pubblica” di Hirschman e l'alternanza del primato fra finanza ed economia reale? Il presente lavoro intende offrire un primo spunto nella ricerca di una risposta a questa domanda.
The current overlap between the values both of the financial world and the political world has strengthened so much that it is common practice to assess the quality (effective or expected) of a government with the exclusive stock market benchmark. Obviously, even the respective languages have tightly intertwined, one need only think of, for example, how the expression “credit spread” has entered the basic lexicon of the communication of parties and governments. The growing weight of public debt in contemporary economies has certainly represented an objective foundation of this trend, but adopting historical parameter, we realize that this single aspect is a necessary but not sufficient condition to explain the causes and, above all, that it is not an unprecedented phenomenon. Simultaneously to the succession of periods dominated by a real financial emphasis and periods marked by a greater attention to the data of the real economy, we have witnessed the most usual succession of waves of mass political mobilization and related reflux motion towards ideals of exclusively individual happiness. This last trend has been the object of studies, particularly Albert Otto Hirschman tried to verify if we could recognize a real cycle, comparable to the best known characteristic of the economic theory. Is there a correlation between Hirschman's "private happiness" / "public happiness" cycle and the succession of the primacy between finance and the real economy? The present work intends to offer a starting point in pursuance of an answer to this question.
Quello dell'attendibilità delle fonti storiche e della continua riscrittura della memoria è uno dei temi centrali della riflessione di Marc Bloch. La sua esperienza di combattente della Prima guerra mondiale gli permise di prendere atto di tutta la sua urgenza: in primis facendogli notare la fragilità della memoria individuale persino nella messa a punto della sua stessa testimonianza; in secondo luogo per avergli fatto scoprire che quello straordinario evento aveva prodotto un nuovo tipo di “falsa notizia”, con straordinarie capacità di circolazione, sopravvivenza e impatto sulle masse. Questa scoperta lo ha spinto a parlare della Guerra come di un “immenso esperimento”. Oggi che i risultati di quell'“esperimento” ci paiono straordinariamente attuali, è il caso di verificare quanto della nostra contemporaneità sia stato prefigurato nell'eccezionalità di quella porzione del nostro passato.
Drafts by Fabrizio Fiume
A “complicare” il lavoro dello storico, rendendo necessario un ampliamento delle sue fonti che includa con sempre maggiore necessità anche quelle audiovisive e, segnatamente, le musicali, provvede l’evidente intreccio fra musica e politica al tempo della società di massa. Il ruolo della prima si rivela infatti assolutamente determinante all’interno delle liturgie sempre più complesse ormai necessarie per rivolgersi, coinvolgendoli, sincronicamente ad una moltitudine di individui.
Tuttavia, per quanto importante, questa non è l’unica causa che spinge lo storico verso la musica ed alla collaborazione con i musicisti: nella contemporaneità, la musica diviene strategica per la sua capacità di incarnare simbolicamente lo spirito di un tempo, il che la rende di fatto campo di battaglia per gli scontri ideologici novecenteschi. Se il Presente è infatti il vero “Palazzo d’Inverno”, di questo quarto di secolo, è anche vero che l’affievolirsi della percezione, del ruolo e della capacità di legittimare e mobilitare di Passato e Futuro procede parallelamente alla maturazione del Novecento politico. Con l’introduzione, o se vogliamo la scoperta, del concetto di egemonia, chi riesce a dar forma, carne e voce allo Zeitgeist controlla l’intera scacchiera.
In questo contesto il caso sovietico offre un esempio prezioso per approfondire oggetto e dinamiche dell’esercizio dell’egemonia nei sistemi politici novecenteschi.
L'oscillazione fra “felicità privata” e “felicità pubblica” riletta nel predominio della finanza sull'economia.
L'attuale sovrapposizione fra valori del mondo finanziario e del mondo politico è consolidata al punto che è prassi valutare la qualità (effettiva o attesa) di un governo con l'esclusivo metro dell'andamento borsistico. Va da sé che anche i rispettivi linguaggi si siano saldamente intrecciati, basti pensare, per esempio, a come l'espressione credit spread sia entrata nel lessico di base della comunicazione di partiti e governi. Il peso crescente del debito pubblico nelle economie contemporanee ha sicuramente rappresentato un fondamento oggettivo di questa tendenza, ma adottando un metro storico ci accorgiamo che questo singolo aspetto costituisce una condizione necessaria ma non sufficiente per spiegarne le cause e, soprattutto, che non si tratta di un fenomeno inedito. Parallelamente al succedersi di periodi dominati da una vera e propria enfasi finanziaria e periodi segnati da una maggiore attenzione ai dati dell'economia reale, abbiamo assistito al più consueto succedersi di ondate di mobilitazione politica di massa e relativo moto di riflusso verso ideali di felicità esclusivamente individuali. Quest'ultimo andamento è stato oggetto di una serie di studi, in particolare Albert Otto Hirschman ha cercato di verificare se si potesse ravvisare in esso un vero e proprio ciclo, analogo a quelli più noti caratteristici della teoria economica. Esiste una correlazione fra il ciclo “felicità privata”/“felicità pubblica” di Hirschman e l'alternanza del primato fra finanza ed economia reale? Il presente lavoro intende offrire un primo spunto nella ricerca di una risposta a questa domanda.
The current overlap between the values both of the financial world and the political world has strengthened so much that it is common practice to assess the quality (effective or expected) of a government with the exclusive stock market benchmark. Obviously, even the respective languages have tightly intertwined, one need only think of, for example, how the expression “credit spread” has entered the basic lexicon of the communication of parties and governments. The growing weight of public debt in contemporary economies has certainly represented an objective foundation of this trend, but adopting historical parameter, we realize that this single aspect is a necessary but not sufficient condition to explain the causes and, above all, that it is not an unprecedented phenomenon. Simultaneously to the succession of periods dominated by a real financial emphasis and periods marked by a greater attention to the data of the real economy, we have witnessed the most usual succession of waves of mass political mobilization and related reflux motion towards ideals of exclusively individual happiness. This last trend has been the object of studies, particularly Albert Otto Hirschman tried to verify if we could recognize a real cycle, comparable to the best known characteristic of the economic theory. Is there a correlation between Hirschman's "private happiness" / "public happiness" cycle and the succession of the primacy between finance and the real economy? The present work intends to offer a starting point in pursuance of an answer to this question.
Quello dell'attendibilità delle fonti storiche e della continua riscrittura della memoria è uno dei temi centrali della riflessione di Marc Bloch. La sua esperienza di combattente della Prima guerra mondiale gli permise di prendere atto di tutta la sua urgenza: in primis facendogli notare la fragilità della memoria individuale persino nella messa a punto della sua stessa testimonianza; in secondo luogo per avergli fatto scoprire che quello straordinario evento aveva prodotto un nuovo tipo di “falsa notizia”, con straordinarie capacità di circolazione, sopravvivenza e impatto sulle masse. Questa scoperta lo ha spinto a parlare della Guerra come di un “immenso esperimento”. Oggi che i risultati di quell'“esperimento” ci paiono straordinariamente attuali, è il caso di verificare quanto della nostra contemporaneità sia stato prefigurato nell'eccezionalità di quella porzione del nostro passato.
A “complicare” il lavoro dello storico, rendendo necessario un ampliamento delle sue fonti che includa con sempre maggiore necessità anche quelle audiovisive e, segnatamente, le musicali, provvede l’evidente intreccio fra musica e politica al tempo della società di massa. Il ruolo della prima si rivela infatti assolutamente determinante all’interno delle liturgie sempre più complesse ormai necessarie per rivolgersi, coinvolgendoli, sincronicamente ad una moltitudine di individui.
Tuttavia, per quanto importante, questa non è l’unica causa che spinge lo storico verso la musica ed alla collaborazione con i musicisti: nella contemporaneità, la musica diviene strategica per la sua capacità di incarnare simbolicamente lo spirito di un tempo, il che la rende di fatto campo di battaglia per gli scontri ideologici novecenteschi. Se il Presente è infatti il vero “Palazzo d’Inverno”, di questo quarto di secolo, è anche vero che l’affievolirsi della percezione, del ruolo e della capacità di legittimare e mobilitare di Passato e Futuro procede parallelamente alla maturazione del Novecento politico. Con l’introduzione, o se vogliamo la scoperta, del concetto di egemonia, chi riesce a dar forma, carne e voce allo Zeitgeist controlla l’intera scacchiera.
In questo contesto il caso sovietico offre un esempio prezioso per approfondire oggetto e dinamiche dell’esercizio dell’egemonia nei sistemi politici novecenteschi.