Papers by Elena Carletti

At the beginning of the twentieth century the transition from Newtonian physics to Einsteinian ph... more At the beginning of the twentieth century the transition from Newtonian physics to Einsteinian physics determined a paradigm shift in the scientific panorama. As the theory of relativity spread among the community of intellectuals and among people, the whole of society underwent a progressive change, not only on an epistemological level, but also on a social, philosophical and artistic scale. The paradigm shift, thus, led to a change in worldview. One of the emblematic concepts emerged from the theory of relativity is that of chronotope, or space-time. This essay aims to adopt the epistemological concept of space-time as the axis along which to compare the poetics of three artists, who managed to incorporate the reflections on space-time in their artistic production. I shall start from analysing the four-dimensional art proposed by Lucio Fontanta’s spatialism and I will then discuss the issues of space-time in the painting and poetry of Toti Scialoja, who will function as a link to reveal the deep interconnection between visual arts and poetry. Finally, I will consider the spatial metrics of Amelia Rosselli and her poems considered as four-dimensional cubes.
Book Chapters by Elena Carletti

Paesaggi di parole Toti Scialoja e i linguaggi dell'arte, 2019
"La mia pittura nasce all'interno delle potenzialità del colore e della pennellata, da un agire ... more "La mia pittura nasce all'interno delle potenzialità del colore e della pennellata, da un agire nell'ignoto, giacché non vi è un'immagine che precede il quadro. Così non esistono né una problematica né un racconto che precedano la poesia: la poesia si costituisce all'interno della pregnanza della parola".
(Scialoja 1988, 14)
Per Toti Scialoja, sia in pittura che in poesia, il fare artistico prende le mosse da “un agire nell’ignoto” (Scialoja 1988, 14) che porta alla registrazione, sulla tela o sulla carta, di una scoperta epifanica: un “vuoto” che “è venuto alla luce” (Scialoja 1988, 19). Il gesto eidetico del dare una forma al buio, ottenuto attraverso lo stampaggio in pittura e la sillabazione in poesia, evoca un processo simile a quello della fotografia, nel quale la luce si imprime sulla carta fotografica e lascia traccia di un’esperienza precisamente collocata nello spazio e nel tempo. Il presente contributo si propone di utilizzare il riferimento alla fotografia come punto di partenza per un’indagine comparata sulla ricerca pittorica e poetica di Toti Scialoja. Attraverso l’analisi delle riflessioni contenute nel Giornale di pittura (1991) e in Come nascono le mie poesie (1988) si intende dimostrare come l’esperienza fondativa di entrambe le espressioni artistiche sia da rintracciare nel gesto di trasferire una percezione interiore, pertinente al sé corporeo, a un altro medium, sia esso pittorico o poetico (Belting 2011). Queste registrazioni, a loro volta, determinano uno scarto conoscitivo attraverso cui “l’inesistenza diviene qualcos’altro, qualcosa di concreto, di agito, di tangibile” (Scialoja 1988, 20): tracce impresse, come in una poesia di Scialoja, su una “lastra liquida/che via via si rovescia/-l'anima in quella lamina/non se la passa liscia” (Scialoja 2002, 203).
Deconstructing the Model in 20th and 21st-Century Italian Experimental Writings, 2019
Translations by Elena Carletti
Journal of Italian Translation, 2017
Italian translation of poems by Sylvia Plath, Journal of Italian Translation XII, n. 2, 2017
Journal of Italian Translation, 2017
English translation of poems by Toti Scialoja, Journal of Italian Translation XII, n. 1, 2017
Conference Presentations by Elena Carletti

Con la palpebra rovesciata. Violenze fotografiche nell'opera di Antonio Porta. L'introduzione del... more Con la palpebra rovesciata. Violenze fotografiche nell'opera di Antonio Porta. L'introduzione del mezzo fotografico ha rivoluzionato, secondo Susan Sontag, l'intera estetica novecentesca, imponendosi come modello artistico per eccellenza: «Now all art aspires to the condition of photography», afferma provocatoriamente Sontag nel suo On Photography (SONTAG 2008: p.149). Antonio Porta non esita a integrare, nella sua scrittura poetica, le suggestioni offerte dalla fotografia e dunque si offre come caso esemplare per indagare le intereferenze tra questi due generi. In particolare, i riferimenti alla fotografia non cessano di rivelare una poetica dello sguardo allucinata, stravolta e percorsa da un'indelebile violenza. Attraverso questa prospettiva tematica si farà riferimento a tre modalità di interazione tra fotografia e poesia, corredate da esempi testuali: 1. Il rilevamento, nella poetica e nella struttura metrica della poesia, di uno sguardo fotografico-straniato sul reale, con esempi da Aprire e da Europa cavalca un torno nero; 2. Il ricorso a procedimenti ecfrastici (traduzione in versi di fotografie); 3. L'inclusione di immagini fotografiche nel discorso poetico, con riferimento particolare agli esperimenti di poesia visiva pubblicati postumi in Poesie in forma di cosa (2012). Questo intervento, presentando alcune considerazioni preliminari, vuole servire come invito a ulteriori ricerche e puntualizzazioni metodologiche sui rapporti tra poesia e fotografia nella contemporaneità.
Guest Lectures by Elena Carletti
In this two-hour combined lecture and tutorial I offered an overview of the main authors engaging... more In this two-hour combined lecture and tutorial I offered an overview of the main authors engaging with Visual and Concrete poetry in Italy between the 1960s and 70s. In the last part of the class I focused on aspect of gender in the work of Mirella Bentivoglio and Ketty la Rocca. Guest lecture presented at the University of Sydney, ICLS2626, Words and Pictures Across Languages. 17/04/2018
In this two-hour workshop on literary translation, I focused on a short story by Asian-Australian... more In this two-hour workshop on literary translation, I focused on a short story by Asian-Australian and transgender writer Tom Cho to illustrate how, in order to perform an accurate and functional translation of the text into Italian, aspects of pop culture, migration and gender had to be taken into careful consideration. Gender, in particular, played a crucial role in Cho's book, since the protagonist fluidly moves from one gender to another, hiding behind the non-gender-specific English first person pronoun. This presented several challenges in the transition to the Italian, where gender in the first person is often grammatically expressed. After having discussed some translation theory on humour and gender, the class was asked to perform their own attempt at translating Cho's short story.
Presented at the University of Sydney, ITLN3688, Advanced Italian: Translation, 19/04/2018
This 2-hour translation workshop introduced the class to the process of poetry translation and to... more This 2-hour translation workshop introduced the class to the process of poetry translation and to that of nonsense poetry in particular. A first more theoretical section challenged the idea of untranslatability while providing alternative models of translation, such as that of the poietic encounter (Anceschi, Buffoni). A strong focus on textual and formal analysis was provided before moving on to the translation workshop, in which small groups of students were asked to translate two nonsense poems by Toti Scialoja.
Presented at the University of Sydney, 05/04/2017.
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Papers by Elena Carletti
Book Chapters by Elena Carletti
(Scialoja 1988, 14)
Per Toti Scialoja, sia in pittura che in poesia, il fare artistico prende le mosse da “un agire nell’ignoto” (Scialoja 1988, 14) che porta alla registrazione, sulla tela o sulla carta, di una scoperta epifanica: un “vuoto” che “è venuto alla luce” (Scialoja 1988, 19). Il gesto eidetico del dare una forma al buio, ottenuto attraverso lo stampaggio in pittura e la sillabazione in poesia, evoca un processo simile a quello della fotografia, nel quale la luce si imprime sulla carta fotografica e lascia traccia di un’esperienza precisamente collocata nello spazio e nel tempo. Il presente contributo si propone di utilizzare il riferimento alla fotografia come punto di partenza per un’indagine comparata sulla ricerca pittorica e poetica di Toti Scialoja. Attraverso l’analisi delle riflessioni contenute nel Giornale di pittura (1991) e in Come nascono le mie poesie (1988) si intende dimostrare come l’esperienza fondativa di entrambe le espressioni artistiche sia da rintracciare nel gesto di trasferire una percezione interiore, pertinente al sé corporeo, a un altro medium, sia esso pittorico o poetico (Belting 2011). Queste registrazioni, a loro volta, determinano uno scarto conoscitivo attraverso cui “l’inesistenza diviene qualcos’altro, qualcosa di concreto, di agito, di tangibile” (Scialoja 1988, 20): tracce impresse, come in una poesia di Scialoja, su una “lastra liquida/che via via si rovescia/-l'anima in quella lamina/non se la passa liscia” (Scialoja 2002, 203).
Translations by Elena Carletti
Conference Presentations by Elena Carletti
Guest Lectures by Elena Carletti
Presented at the University of Sydney, ITLN3688, Advanced Italian: Translation, 19/04/2018
Presented at the University of Sydney, 05/04/2017.
(Scialoja 1988, 14)
Per Toti Scialoja, sia in pittura che in poesia, il fare artistico prende le mosse da “un agire nell’ignoto” (Scialoja 1988, 14) che porta alla registrazione, sulla tela o sulla carta, di una scoperta epifanica: un “vuoto” che “è venuto alla luce” (Scialoja 1988, 19). Il gesto eidetico del dare una forma al buio, ottenuto attraverso lo stampaggio in pittura e la sillabazione in poesia, evoca un processo simile a quello della fotografia, nel quale la luce si imprime sulla carta fotografica e lascia traccia di un’esperienza precisamente collocata nello spazio e nel tempo. Il presente contributo si propone di utilizzare il riferimento alla fotografia come punto di partenza per un’indagine comparata sulla ricerca pittorica e poetica di Toti Scialoja. Attraverso l’analisi delle riflessioni contenute nel Giornale di pittura (1991) e in Come nascono le mie poesie (1988) si intende dimostrare come l’esperienza fondativa di entrambe le espressioni artistiche sia da rintracciare nel gesto di trasferire una percezione interiore, pertinente al sé corporeo, a un altro medium, sia esso pittorico o poetico (Belting 2011). Queste registrazioni, a loro volta, determinano uno scarto conoscitivo attraverso cui “l’inesistenza diviene qualcos’altro, qualcosa di concreto, di agito, di tangibile” (Scialoja 1988, 20): tracce impresse, come in una poesia di Scialoja, su una “lastra liquida/che via via si rovescia/-l'anima in quella lamina/non se la passa liscia” (Scialoja 2002, 203).
Presented at the University of Sydney, ITLN3688, Advanced Italian: Translation, 19/04/2018
Presented at the University of Sydney, 05/04/2017.