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Prova su sci: Stubaital, il Tirolo austriaco più vicino e autentico

Sci, ottima tavola, tradizioni  e design alpine-chic: tutto ciò a una mezz'ora dal confine del Brennero. Alla scoperta di una vallata in cui chi ama la montagna trova tutto, comodo e curatissimo

Di Pier Andrea Canei 3 febbraio 2025
stubai ev

Top of Tyrol: lo dice la piattaforma, posizionata a quota 3200 metri, il punto più alto che si raggiunge nel comprensorio sciistico dello Stubaier Gletscher, 63 chilometri di piste, 33 discese e 26 impianti di risalita. Da qui, si squaderna un’anatomia austriaca dell’arco alpino che parte dall’adiacente vetta a 3500 mt del Zuckerhütl (nome austriaco che sta per “pan di zucchero”, nulla a che vedere con Rio de Janeiro), guarda verso Sud (e con lo sguardo, in una bella giornata, si abbracciano anche la Marmolada e le Dolomiti). Una posizione dominante non difficile, del resto, da raggiungere per chi viene dall’Italia.

Stubaital: un angolo di Tirolo tutto da assaggiare

Dalla frontiera del Brennero, in soldoni, seconda valle a sinistra: giusto il tempo di pagare un pedaggio al casello che scende verso Innsbruck, e già si scende dall’autostrada verso la valle dello Stubai (o Stubaital), ottima destinazione in vista delle settimane bianche. Per qualità di piste e impianti di risalita, ma anche per chi ama le peculiarità della vecchia cultura alpino-asburgica della regione: i grandi Sporthotel con le loro comodità, i buffet a colazione come a merenda, le Spa e le tante saune (deliziosi gli spazi liberty del Marienbad, area benessere del Milnerhof). E poi quelle antiche osterie contadino/montanare, i Gasthof con le loro gioviali Stuben da boccale di birra e piatto fumante. Bontà rudimentali tra patate e uova, Knödel e carni assortite (würstel, cotolette, stinchi) e knödel. Ma per mettere d’accordo tutti, provare il Kaiserschmarren, il famoso, dolce pasticcio di frittatina intestato ai gusti imperiali. All’osteria Volderauhof preparano quella migliore: in una buona mezz'ora, con tutti i crismi della spadellata live (e senza i preparati usati ormai quasi ovunque tra rifugi e ristoranti). E intanto, siamo già sulla strada che da Neustift, principale comune della vallata, sale verso gli alpeggi e le due grandi cabinovie che portano su verso il ghiacciaio e le sue piste. 

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Dove osano le ciaspole (e i freestyler, e gli slittini)

Ma non è solo questo. La via tirolese alla vita sportiva significa anche rendere le cose facili, minimizzare gli spostamenti in auto, e pensare a tutti: principianti e freestyler, snowpark e ciaspole. In quota verso il ghiacciaio si trova pure un attrezzatissimo noleggio/negozio di articoli sportivi come è raro trovarne in Italia. Qui sono più cari che a fondovalle ma davvero rapidi e gentili (con punte di struggimento quando lo skiman inizia a interrogare la sciatrice italiana su altezza e peso “in kilogrammi”). Comodità in più per gli sciatori è lo skipass unico (a partire da 198 euro per 3,5 giorni) che dà accesso a quattro diversi comprensori: oltre al grande comprensorio Stubaier Gletscher (dove ad aprile, come sottofinale della stagione sciistica che qui si chiude a metà maggio, si tiene la Wilde Grube Ride, mega slalom gigante di 10 km, da cima a fondovalle, aperto pressoché a tutti, purché abili sugli sci per una discesa spaccagambe) anche quello più “family-oriented” del Serles, oppure l’Elfer, più tecnico, pochi tracciati ma da veri montanari e come arma segreta una esilarante pista da slittino che permette di scendere giù per otto kilometri tra tornanti nel bosco, anche di sera dopo essersi rifocillati al rifugio.

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Schlick, che chic (e che post)

Per ultimo (e potrebbe tranquillamente essere il primo della lista, ma qui lo si lascia in fondo perché adattissimo a pianificare il rientro verso l’Italia: dopo pranzo si scia fino a fondovalle al paesino di Fulpmes, si ritrova l’auto parcheggiata e in un’oretta, salvo traffico, si passa dal Brennero): ecco lo Schlick 2000, che come piatto forte offre un impareggiabile accesso panoramico/instagrammatico ai Kalkkögel, un gruppo di cime granitiche considerate le “Dolomiti del Tirolo”, con contorno di un’arena facilmente sciabile di piste perlopiù rosse, filanti, solo a tratti più tecniche. Nei fine settimana sono facile preda dei “locals”: la base della funivia si raggiunge anche in treno da Innsbruck (a 20 km). Per gli intenditori, una volta nella stazione a monte si scende verso la Galtbergbahn, impianto recente (per i feticisti delle macchine: è una cabinovia Leitner a 10 posti, la prima della valle di questa portata, con tanto di “eleganti sedili in Loden” (come si premura di far sapere la Guida, anche in italiano, come tutte le info qui).

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E per finire in bellezza, prima dell'ultima discesa è più che raccomandabile la sosta alla nuova baita superpanoramica Kreuzjoch, apice delle gozzoviglie alpine-chic (sia nella parte buffet per chi ha fretta, sia nel goloso ristorante con servizio e menu à la carte dove si ritrovano i Rösti, gli Spatzle e le Bratwurst, oltre ai sempiterni Knödel o canederli, specie in brodo, che da secoli fanno da cardine dell'alimentazione austriaca), che in un tripudio di legni pregiati e architetture dal design eco-friendly offre un quadro unione sulle bellezze della Stubai appena citate, dalle Dolomiti tirolesi al ghiacciaio che, lassù in alto, prova a resistere, come tutta l'area con le sue riserve di neve, a questi tempi di cambiamento climatico

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