Top of Tyrol: lo dice la piattaforma, posizionata a quota 3200 metri, il punto più alto che si raggiunge nel comprensorio sciistico dello Stubaier Gletscher, 63 chilometri di piste, 33 discese e 26 impianti di risalita. Da qui, si squaderna un’anatomia austriaca dell’arco alpino che parte dall’adiacente vetta a 3500 mt del Zuckerhütl (nome austriaco che sta per “pan di zucchero”, nulla a che vedere con Rio de Janeiro), guarda verso Sud (e con lo sguardo, in una bella giornata, si abbracciano anche la Marmolada e le Dolomiti). Una posizione dominante non difficile, del resto, da raggiungere per chi viene dall’Italia.
Prova su sci: Stubaital, il Tirolo austriaco più vicino e autentico
Sci, ottima tavola, tradizioni e design alpine-chic: tutto ciò a una mezz'ora dal confine del Brennero. Alla scoperta di una vallata in cui chi ama la montagna trova tutto, comodo e curatissimo

Stubaital: un angolo di Tirolo tutto da assaggiare
Dalla frontiera del Brennero, in soldoni, seconda valle a sinistra: giusto il tempo di pagare un pedaggio al casello che scende verso Innsbruck, e già si scende dall’autostrada verso la valle dello Stubai (o Stubaital), ottima destinazione in vista delle settimane bianche. Per qualità di piste e impianti di risalita, ma anche per chi ama le peculiarità della vecchia cultura alpino-asburgica della regione: i grandi Sporthotel con le loro comodità, i buffet a colazione come a merenda, le Spa e le tante saune (deliziosi gli spazi liberty del Marienbad, area benessere del Milnerhof). E poi quelle antiche osterie contadino/montanare, i Gasthof con le loro gioviali Stuben da boccale di birra e piatto fumante. Bontà rudimentali tra patate e uova, Knödel e carni assortite (würstel, cotolette, stinchi) e knödel. Ma per mettere d’accordo tutti, provare il Kaiserschmarren, il famoso, dolce pasticcio di frittatina intestato ai gusti imperiali. All’osteria Volderauhof preparano quella migliore: in una buona mezz'ora, con tutti i crismi della spadellata live (e senza i preparati usati ormai quasi ovunque tra rifugi e ristoranti). E intanto, siamo già sulla strada che da Neustift, principale comune della vallata, sale verso gli alpeggi e le due grandi cabinovie che portano su verso il ghiacciaio e le sue piste.

Dove osano le ciaspole (e i freestyler, e gli slittini)
Ma non è solo questo. La via tirolese alla vita sportiva significa anche rendere le cose facili, minimizzare gli spostamenti in auto, e pensare a tutti: principianti e freestyler, snowpark e ciaspole. In quota verso il ghiacciaio si trova pure un attrezzatissimo noleggio/negozio di articoli sportivi come è raro trovarne in Italia. Qui sono più cari che a fondovalle ma davvero rapidi e gentili (con punte di struggimento quando lo skiman inizia a interrogare la sciatrice italiana su altezza e peso “in kilogrammi”). Comodità in più per gli sciatori è lo skipass unico (a partire da 198 euro per 3,5 giorni) che dà accesso a quattro diversi comprensori: oltre al grande comprensorio Stubaier Gletscher (dove ad aprile, come sottofinale della stagione sciistica che qui si chiude a metà maggio, si tiene la Wilde Grube Ride, mega slalom gigante di 10 km, da cima a fondovalle, aperto pressoché a tutti, purché abili sugli sci per una discesa spaccagambe) anche quello più “family-oriented” del Serles, oppure l’Elfer, più tecnico, pochi tracciati ma da veri montanari e come arma segreta una esilarante pista da slittino che permette di scendere giù per otto kilometri tra tornanti nel bosco, anche di sera dopo essersi rifocillati al rifugio.

Schlick, che chic (e che post)
Per ultimo (e potrebbe tranquillamente essere il primo della lista, ma qui lo si lascia in fondo perché adattissimo a pianificare il rientro verso l’Italia: dopo pranzo si scia fino a fondovalle al paesino di Fulpmes, si ritrova l’auto parcheggiata e in un’oretta, salvo traffico, si passa dal Brennero): ecco lo Schlick 2000, che come piatto forte offre un impareggiabile accesso panoramico/instagrammatico ai Kalkkögel, un gruppo di cime granitiche considerate le “Dolomiti del Tirolo”, con contorno di un’arena facilmente sciabile di piste perlopiù rosse, filanti, solo a tratti più tecniche. Nei fine settimana sono facile preda dei “locals”: la base della funivia si raggiunge anche in treno da Innsbruck (a 20 km). Per gli intenditori, una volta nella stazione a monte si scende verso la Galtbergbahn, impianto recente (per i feticisti delle macchine: è una cabinovia Leitner a 10 posti, la prima della valle di questa portata, con tanto di “eleganti sedili in Loden” (come si premura di far sapere la Guida, anche in italiano, come tutte le info qui).

E per finire in bellezza, prima dell'ultima discesa è più che raccomandabile la sosta alla nuova baita superpanoramica Kreuzjoch, apice delle gozzoviglie alpine-chic (sia nella parte buffet per chi ha fretta, sia nel goloso ristorante con servizio e menu à la carte dove si ritrovano i Rösti, gli Spatzle e le Bratwurst, oltre ai sempiterni Knödel o canederli, specie in brodo, che da secoli fanno da cardine dell'alimentazione austriaca), che in un tripudio di legni pregiati e architetture dal design eco-friendly offre un quadro unione sulle bellezze della Stubai appena citate, dalle Dolomiti tirolesi al ghiacciaio che, lassù in alto, prova a resistere, come tutta l'area con le sue riserve di neve, a questi tempi di cambiamento climatico.



