essays and articles by Chiara Baglione

in C. Baglione, S. Pace, a cura di, Al femminile. L’architettura, le arti e la storia, Franco Angeli, Milano, 2023
Al femminile. L'architettura, le arti e la storia Architectural Design and History 70.14 Al femmi... more Al femminile. L'architettura, le arti e la storia Architectural Design and History 70.14 Al femminile. L'architettura, le arti e la storia a cura di Chiara Baglione e Sergio Pace Chiara Baglione ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'Architettura presso l'Università Iuav di Venezia; è professoressa associata di Storia dell'Architettura presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. Sergio Pace ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'Architettura; è professore ordinario di Storia dell'Architettura presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. L'Associazione Italiana di Storia dell'Architettura (AIStArch) è una società scientifica e culturale, senza scopo di lucro, che raccoglie docenti e studiosi di storia dell'architettura. 70.1 Un palazzo in forma di parole. Scritti in onore

in F. Mangone, S. Santini, a cura di, Architettura dell’Eclettismo. Architettura, città e salute: 1860-1914, Liguori Editore, Napoli , 2024
Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore (http://www.liguori.it/areadownload/Legg... more Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore (http://www.liguori.it/areadownload/LeggeDirittoAutore.pdf). Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma, all'uso delle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla registrazione analogica o digitale, alla pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati. La riproduzione di questa opera, anche se parziale o in copia digitale, fatte salve le eccezioni di legge, è vietata senza l'autorizzazione scritta dell'Editore. Il regolamento per l'uso dei contenuti e dei servizi presenti sul sito della Casa editrice Liguori è disponibile all'indirizzo http://www.liguori.it/politiche_contatti/default.asp?c=contatta#Politiche
Storia e Futuro, Sep 20, 2022
Questo articolo è pubblicato in oa sotto licenza CC BY 4.0 NEGOZI IN SERIE NELL'ITALIA TRA LE DUE... more Questo articolo è pubblicato in oa sotto licenza CC BY 4.0 NEGOZI IN SERIE NELL'ITALIA TRA LE DUE GUERRE Lagomarsino e l'architettura pubblicitaria Chain shops in Italy between the wars. Lagomarsino and advertising architecture Chiara Baglione
Il testo è stato sottoposto alla lettura di due referees anonimi appartenenti al settore discipli... more Il testo è stato sottoposto alla lettura di due referees anonimi appartenenti al settore disciplinare di pertinenza dell'autore.

«La Rivista di Engramma», 169, 2019
Soon after the end of the second World War, Fiera di Milano (Milan trade exhibition) was eager to... more Soon after the end of the second World War, Fiera di Milano (Milan trade exhibition) was eager to demostrate the Italian spirit of rebirth. Companies and enterprises invested in the design and building of pavilions, involving artists, architects and graphic designers like Erberto Carboni, Marcello Nizzoli, Enrico Ciuti, Franco Albini. Enrico Mattei, Agip and later Eni’s president wanted to emphasize Italian energy politics based on gas, and, as this essay describes, Italian gas pipelines net was the central theme of Agip and Eni's presence at the Trade Fair. The story of Agip and Eni pavilion from 1949 to 1964 involves architects like Mario Bacciocchi, who designed the building, Carlo Mollino with Franco Campo, Carlo Graffi and Max Huber, Achille and Piergiacomo Castiglioni, BBPR, Errico Ascione. Particularly important was the presence of Leonardo Sinisgalli, the engineer-poet who directed Eni’s communication section from 1958 to 1963. He left the company after Mattei’s death, but he was also aware that the communication in the world of mass production and culture was radically changing and poets were being substituted by copywriters.
in «Parametro», Pompei e l’architettura contemporanea, numero monografico a cura di F. Mangone, M. Savorra, , 2006
Il presente volume nasce da un programma di ricerca sui temi dell'architettura, delle arti e dell... more Il presente volume nasce da un programma di ricerca sui temi dell'architettura, delle arti e dell'immaginario mediterranei promosso dal BAP (Centro interdipartimentale di ricerca per i Beni Architettonici e ambientali e per la Progettazione urbana), dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e dall'Universitat Politècnica de Catalunya. Nei giorni 16 e 17 gennaio 2017 si è tenuto a Napoli un convegno internazionale che, fornendo un'occasione di incontro tra esperti di diverse nazionalità e competenze disciplinari, ha posto le basi per la curatela e la redazione del volume. Per la giornata di studi è stato formato un comitato scientifico di cui hanno fatto parte

STORIA DELL'URBANISTICA, 11, 2019
‘The Social Life of Small Urban Spaces’: film shooting as a tool for analysis in William H. Whyte... more ‘The Social Life of Small Urban Spaces’: film shooting as a tool for analysis in William H. Whyte’s research
Together with a volume of the same title, published in 1980, the film The Social Life of Small Urban Spaces, commented by the voiceover of its author, William H. Whyte, presented some results of the research carried out, starting from the 1970, by the group called ‘The Street Life Project’, led by him, on the use of New York public spaces and the reasons of their success or failure. The evaluation of these spaces was started during the administration of John Lindsay, Mayor of New York from 1966 to 1973, following the collaboration of Whyte with the City Planning Commission. The analysis of some of the privately owned public spaces, realized on the base of the incentives introduced by the 1961 New York City zoning resolution, was conducted thanks to time-lapse shooting of the plazas from above, the film shooting at street level of the movements and the behaviors of the people who used those spaces, as well as interviews, questionnaires and direct observations. The article focuses on Whyte’s work, analyzing the documentary based on the montage of a selection of the great amount of film footage produced by the group over the years. The film was created in order to illustrate the research methods and to synthesize in a clear and convincing way the outcomes of a study with eminently practical purposes. Whyte’s effective communication strategy resulted in the dissemination of his strong confidence in the power of well-designed public spaces. His proposals had a significant impact on the transformation and creation of small plazas and parks in New York, thanks, above all, to the amendments to the Zoning Code adopted in 1975. Whyte ideas contributed also to projects of ‘placemaking’ in other cities of the United States and in other countries.

Casabella, 2018
D'ASOLO, TREVISO 1963-1967 5 UNA FABBRICA "DOMESTICA" DI MARCO ZANUSO C h iar a B aglione 16 STUD... more D'ASOLO, TREVISO 1963-1967 5 UNA FABBRICA "DOMESTICA" DI MARCO ZANUSO C h iar a B aglione 16 STUDIO VALLE FABBRICATO PLAXIL 8, CAMPUS FANTONI, OSOPPO, UDINE 17 GINO E PIETRO VALLE PER FANTONI, INDUSTRIALI FRIULANI D avid e To mmaso Fe rr and o 34 N OR M AN FOSTER SISTEMA NOMOS, TECNO 35 NOMOS. UN TAVOLO CHE RACCONTA PIÙ DELLA SUA STORIA Fr ancesco D a l C o 46-99 M IL ANO 48 MILANO 2.0 C amillo M a gni 50 CITYLIFE 2004-2018 Fr ancesca S e rr azanet t i 58 M AURO GAL ANTINO GALLE R IA COM M E RC IALE 60 Z AHA HADID ARCHITECTS TORRE GENERALI 61 OLTRE L'ICONA M a r co B i agi 69 ELEMENTI STRUTTURALI M a r co B i agi 73 IL CURTAIN-WALL M a r co B i agi 77 I RIVESTIMENTI IN BAMBÙ DELLA MALL M a r co B i agi 80 OM A FONDAZIONE PRADA 81 UNITÀ ED ETEROGENEITÀ C amillo M a gni 100-121 BIENNALE ARCHITET TUR A 2018 100 IL PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE, 16 MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA, LA BIENNALE DI VENEZIA, 25 MAGGIO-25 NOVEMBRE 2018 Pr ese nt azione di G ianfr anco Ra vasi 103 VATICAN CHAPELS: IL PROGETTO Fr ancesco D a l C o 111 FR ANCESCO M AGNAN I, TR AUDY PEL ZEL 112 AN DREW BER M AN 113 FR ANCESCO C ELLINI 114 JAVIER CORVAL ÁN 115 RICARDO FLO RES, EVA PR ATS 116 NOR M AN FOSTER 117 TERUNOBU FUJ IMORI 118 SEAN G ODSELL 119 CARL A JUAÇABA 120 SM IL JAN R ADIC 121 EDUARDO SOUTO DE MOUR A 124-129 ENGLISH TEXTS 124 ENGLISH TEXTS CASABELLA 884
L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore. Sono vietate e... more L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore. Sono vietate e sanzionate (se non espressamente autorizzate) la riproduzione in ogni modo e forma (comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica) e la comunicazione (ivi inclusi a titolo esemplificativo ma non esaustivo: la distribuzione, l'adattamento, la traduzione e la rielaborazione, anche a mezzo di canali digitali interattivi e con qualsiasi modalità attualmente nota od in futuro sviluppata).
A Av vv ve er rt te en nz za a Nel testo e nelle note, i titoli degli articoli, dei numeri monogr... more A Av vv ve er rt te en nz za a Nel testo e nelle note, i titoli degli articoli, dei numeri monografici e delle rubriche di «Casabella» sono sottolineati, i numeri in rosso si riferiscono ai fascicoli della rivista. Nel 1929 la numerazione dei fascicoli va da 1 a 12; ma nel 1930 riprende dal 25. Per il 1929 abbiamo utilizzato la numerazione effettiva, riportando tra parentesi i numeri indicati sui singoli fascicoli.
di questo numero fa riferimento al Gastrotypographicalassemblage (1966), composizione disegnata d... more di questo numero fa riferimento al Gastrotypographicalassemblage (1966), composizione disegnata da Louis Dorfsman, direttore creativo della CBS, per la caffetteria al ventesimo piano del CBS Building. Dopo il restauro, dal 2014 l'opera è esposta nel Culinary Institute of America a New York. R eStAu RO cO nSe RvAtIvO e AdeGuA M e ntO fu nzI O nAle de ll A c h I eSA d I SAn teO n IStO, tR e v ISO 62 u n eSeM pI O d I bu O n e M An I e R e fr ancesco d al co 72 X-ARchItectS wA S It nAtu R Al R eSe Rv e v IS ItO R c e ntR e, ShAR jAh, eM I R AtI AR AbI u n ItI 73 bIRdwAtc h In G M a t t e o ver celloni 80 tAdAO AndO ARchItect & ASSOcIAteS lIAn Gzh u v I ll AG e cu ltu R Al ARt c e nte R, hAn Gzh Ou, c InA 82 Il pOte Re e vO c AtIvO de lle fO R M e GeOM etRI c h e August a M an 90-91 bIblIOtecA 88 Rec e nSI O n I 92-95 enGlISh teXtS 92 e n GlISh te X tS

Il volume ripercorre alcune tappe significative del dibattito intorno all'architettura che ha int... more Il volume ripercorre alcune tappe significative del dibattito intorno all'architettura che ha interessato Venezia nel corso del Novecento: dal ruolo svolto dai maestri in laguna (attraverso l'analisi di alcuni casi esemplari quali i progetti non realizzati di Frank Lloyd Wright e Louis Kahn, passando per gli interventi presso La Biennale), alla problematica questione che vede Venezia imporsi nel mondo quale "modello" (dall'Ottocento, alla lezione di piazza San Marco nell'opera di Eliel ed Eero Saarinen, fino alle più recenti riflessioni di Paulo Mendes da Rocha), per concludere con una riflessione intorno al ruolo privilegiato, nell'ambito della costruzione e rinnovamento della città, svolto nel corso del Novecento dall'Ater di Venezia (cha ha visto coinvolti progettisti di tutto rilievo come Giancarlo De Carlo) di cui si sono appena celebrati i cento anni dalla fondazione. Chiude il volume una sezione di disegni della mostra Iacp-Ater, Tra laguna e terraferma. La nascita della Grande Venezia 1914-1936, in larga parte inediti e che documentano la vitalità nascosta dell'architettura moderna anche a Venezia, in linea con quella vocazione già individuata da Manfredo Tafuri, vale a dire «il modo in cui Venezia tenta di resistere dentro la sua origine. Di tale resistenza Venezia diventerà simbolo quando in essa la continuità comincerà ad essere tradita dalla ripetizione e dal feticismo impotente».
occasione del trentesimo anniversario della morte, la raccolta di saggi Cantiere Nervi, la costru... more occasione del trentesimo anniversario della morte, la raccolta di saggi Cantiere Nervi, la costruzione di un'identità raccoglie gli esiti di un programma triennale di ricerca sulla figura e l'opera di Pier Luigi Nervi che ha visto confrontarsi, a partire dal lavoro sull'archivio, molti studiosi del contesto internazionale.

Cesare Scoccimarro si trasferisce da Udine a Milano nel 1931 1 . Come accade a molti professionis... more Cesare Scoccimarro si trasferisce da Udine a Milano nel 1931 1 . Come accade a molti professionisti della sua generazione 2 , nei primi anni Trenta ottiene nel capoluogo lombardo numerosi incarichi per l'allestimento di negozi, bar e ristoranti, nei quali mette a punto un linguaggio aggiornato ed elegante che gli vale la pubblicazione su riviste come «Casabella», «Domus», «Rassegna di architettura» e nel volume Gli ambienti della nuova architettura, curato nel 1935 da Fillìa. Grazie alla collaborazione con la Fantoni, della quale era direttore artistico, Scoccimarro aveva già partecipato in più occasioni alle Biennali monzesi e alla Fiera di Milano presentando, tra il 1927 e il 1930 arredi realizzati su suo disegno dalla ditta di Gemona. Proprio la rete di relazioni nata dalla collaborazione con l'azienda friulana è probabilmente all'origine del suo trasferimento nel capoluogo lombardo. Socio di Giovanni Fantoni dal 1924 era infatti l'ingegnere Carlo Fachini 3 , presidente della Filotecnica Salmoiraghi di Milano. Non a caso uno degli interventi milanesi di Scoccimarro nel 1931 è proprio l'allestimento del negozio della Salmoiraghi, in corso Buenos Aires, società per la quale l'architetto progetta nello stesso anno anche uno stabilimento a Milano, non realizzato, e un negozio a Roma. Apparso sulle pagine di «La Casa bella» nell'agosto del 1931, nella rubrica curata da Edoardo Persico, La città che si rinnova, il negozio Salmoiraghi si caratterizza per l'ampio uso di vetrine luminose, di intelaiature in metallo cromato, di mobili laccati alla nitrocellulosa, di diffusori di luce in vetro opalino, presentando analogie con lo spazio di vendita Vitrum a Como di Giuseppe Terragni pubblicato nello stesso articolo. Materiali nuovi e legni pregiati sono elegantemente accostati in seguito da Scoccimarro nel barristorante Hagy (realizzato nel 1932 nella galleria di corso Vittorio Emanuele II e presentato da Persico nella rubrica Città 1932) 4 , nel Piccolo Bar in via Romagnosi e nel bar Cabarì. In quest'ultimo intervento la presenza di un setto semicilindrico in legno pregiato rivela come gli interni di villa Tugendhat di Mies van der Rohe, pubblicati da Persico su «La Casa bella» nel 1931, abbiano esercitato un notevole fascino su Scoccimarro, così come su altri architetti italiani in quegli anni. Essenzialità ed eleganza 'miesiane' caratterizzano anche il negozio Calze Fama del 1934, in piazza Duomo, da segnalare anche per l'uso di volumi curvi che diventeranno una cifra caratteristica dell'architettura, degli arredi e, come vedremo, degli allestimenti espositivi disegnati dal progettista. Il linguaggio aggiornato che stava mettendo a punto nel disegno degli interni viene adottato anche in interventi architettonici completati all'inizio degli anni Trenta in Friuli Interni e allestimenti espositivi nella 'città che si rinnova' 1. Allestimento dello stand Riv, Salone dell'automobile, Fiera di Milano, 1939.
Papers by Chiara Baglione
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essays and articles by Chiara Baglione
Together with a volume of the same title, published in 1980, the film The Social Life of Small Urban Spaces, commented by the voiceover of its author, William H. Whyte, presented some results of the research carried out, starting from the 1970, by the group called ‘The Street Life Project’, led by him, on the use of New York public spaces and the reasons of their success or failure. The evaluation of these spaces was started during the administration of John Lindsay, Mayor of New York from 1966 to 1973, following the collaboration of Whyte with the City Planning Commission. The analysis of some of the privately owned public spaces, realized on the base of the incentives introduced by the 1961 New York City zoning resolution, was conducted thanks to time-lapse shooting of the plazas from above, the film shooting at street level of the movements and the behaviors of the people who used those spaces, as well as interviews, questionnaires and direct observations. The article focuses on Whyte’s work, analyzing the documentary based on the montage of a selection of the great amount of film footage produced by the group over the years. The film was created in order to illustrate the research methods and to synthesize in a clear and convincing way the outcomes of a study with eminently practical purposes. Whyte’s effective communication strategy resulted in the dissemination of his strong confidence in the power of well-designed public spaces. His proposals had a significant impact on the transformation and creation of small plazas and parks in New York, thanks, above all, to the amendments to the Zoning Code adopted in 1975. Whyte ideas contributed also to projects of ‘placemaking’ in other cities of the United States and in other countries.
Papers by Chiara Baglione
Together with a volume of the same title, published in 1980, the film The Social Life of Small Urban Spaces, commented by the voiceover of its author, William H. Whyte, presented some results of the research carried out, starting from the 1970, by the group called ‘The Street Life Project’, led by him, on the use of New York public spaces and the reasons of their success or failure. The evaluation of these spaces was started during the administration of John Lindsay, Mayor of New York from 1966 to 1973, following the collaboration of Whyte with the City Planning Commission. The analysis of some of the privately owned public spaces, realized on the base of the incentives introduced by the 1961 New York City zoning resolution, was conducted thanks to time-lapse shooting of the plazas from above, the film shooting at street level of the movements and the behaviors of the people who used those spaces, as well as interviews, questionnaires and direct observations. The article focuses on Whyte’s work, analyzing the documentary based on the montage of a selection of the great amount of film footage produced by the group over the years. The film was created in order to illustrate the research methods and to synthesize in a clear and convincing way the outcomes of a study with eminently practical purposes. Whyte’s effective communication strategy resulted in the dissemination of his strong confidence in the power of well-designed public spaces. His proposals had a significant impact on the transformation and creation of small plazas and parks in New York, thanks, above all, to the amendments to the Zoning Code adopted in 1975. Whyte ideas contributed also to projects of ‘placemaking’ in other cities of the United States and in other countries.