Journal Articles by Stefano Andrea Poli

“ARK”, 2018
1 Il giovane Ninetto Davoli nel ruolo del postino in Teorema, girato nel 1968 da Pier Paolo Pasol... more 1 Il giovane Ninetto Davoli nel ruolo del postino in Teorema, girato nel 1968 da Pier Paolo Pasolini. 2 3 ARK 25 / FRONTIERA AI LETTORI 01 AI LETTORI 06 EDITORIALE ANNA CHIARA CIMOLI SPROPORZIONATA ADOLESCENZA 09 CROSSING INCONTRO CON MANUELA BANDINI E GLI STUDENTI DEL LICEO F. LUSSANA DI BERGAMO L'ABITARE PER L'ADOLESCENZA IN 5 PAROLE 14 900 BERGAMO EZIO AGAZZI, ENRICO SESTI, GIORGIO SESTI GRAVISSIMUM EDUCATIONIS E ARCHITETTURA 23 900 LOMBARDO LEONARDO FIORI RIFUGIO PIROVANO, PASSO DELLO STELVIO 32 ENCICLOPEDIA DEL SAPER FARE ARCHITETTURE SOSPESE SUL LIMITE 39 RESTAURO ARS RESTAURI CONSERVAZIONE È INNOVAZIONE 44 CONTEMPORANEO LOMBARDO STUDIO MARC, STUDIO ASSOCIATES AVAMPOSTI DEL SÉ 50 ATLANTE SPAZIO PUBBLICO E PARTECIPAZIONE GIOVANILE A BERGAMO I RAGAZZI E LA CITTÀ 58 INCONTRI RAVVICINATI GUGLIELMO MOZZONI CASA DEL QUAC 66 LAND IL GENIO MILITARE DURANTE LA GRANDE GUERRA IL PAESAGGIO FERITO 74 FOTOGRAFIA CONSERVATORIO DELLA FOTOGRAFIA OCCHI CHE VEDONO 83 LA CITTÀ RIMOSSA PIAZZALE G. MARCONI E PIAZZALE ALPINI A BERGAMO CORPO, CITTÀ, CONFLITTO 90 WUNDERKAMMER 92 LEMMARIO 94
A. Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della provincia di Trento, 2019

“ArchAlp”, 2019
This article investigates the critical fortune of the Clerici house, a small building built by th... more This article investigates the critical fortune of the Clerici house, a small building built by the architects Asnago and Vender in Chiesa, in Valmalenco, between 1940 and 1941. Despite its location on the outskirts and its apparent remoteness, this type of architecture immediately found the widespread favor of the public, rightly entering the domain of emblematic modern architectures of that season, as well as of the personal poetic of the authors. The analysis of the house’s project filed for the application for planning permission seeks to investigate the critical judgements expressed by the main critics of Asnago’s and Vender’s work on the one hand, and to verify the possible influence of the debate on the rural and alpine house in the first half on the 20th century and of the technical and specialized public architecture between the 1930s and the 1950s on the other. Finally, the peculiar poetic of the architects, eulogized in the project of the house, is illustrated through the comparison with other styles of architecture and with some furnishings by Asnago and Vender in the years prior to the construction of the Clerici house.

IgnazIo gardella archItetto e Ingegnere del genIo cIvIle e della camera dI commercIo dI genova la... more IgnazIo gardella archItetto e Ingegnere del genIo cIvIle e della camera dI commercIo dI genova la ridotta bibliografia dedicata all'architetto e ingegnere Ignazio gardella (1803-1867) è per lo più circoscritta al cantiere dei Portici di caricamento, una imponente struttura che delimitava verso il porto di genova l'omonima piazza e un ampio tratto della Strada carlo alberto 1 ( ). costruita con una raffinata tecnica di fondazione subacquea, duplicava il sistema della Ripa Maris mediante un porticato aperto verso la città, scandito da botteghe e coperto da una monumentale terrazza panoramica 2 . abbreviazioni: aSgo = Archivio Storico GArdellA, oleGGio (no); aSt = Archivio di StAto di torino; aSg = Archivio di StAto di GenovA; aScg = Archivio Storico del comune di GenovA; cctg = collezione cArtoGrAficA e topoGrAficA di GenovA; BUg = BiBliotecA univerSitAriA di GenovA; aPIc = Archivio pArrocchiAle di iSolA del cAntone (ge); acIc = Archivio comunAle di iSolA del cAntone (ge). ringrazio la direzione e il personale degli archivi citati e in particolare dell'archivio di Stato di genova per i documenti qui riprodotti con autorizzazione n. 27/10-prot. 7213 cl. 28.28.00/91.41. desidero ringraziare Jacopo gardella, edoarda de Ponti, Federica e giulia Pagnacco, che con fiducia e completa disponibilità mi hanno consentito di indagare l'archivio di famiglia. Infine sono grato a maria Stella rollandi che con l'attenta lettura dei miei appunti, le vivaci conversazioni e i preziosi suggerimenti ha contribuito alla stesura di questo saggio. 1 gardella attende alla costruzione dei portici di caricamento, o terrazze di marmo, fra il 1836 e il 1844. I portici saranno demoliti negli anni ottanta per consentire ulteriori trasformazioni del porto. cfr. l. StefAni, Rinnovo urbano nella prima metà dell'Ottocento: la carrettiera Carlo Alberto,
Books and Books Chapters by Stefano Andrea Poli
Il Déco in Italia. L’eleganza della modernità, a cura di F. Parisi, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2022,, 2022
Saggio relativo alle arti decorative italiane attorno alla mostra di Parigi 1925. L'autore ha ord... more Saggio relativo alle arti decorative italiane attorno alla mostra di Parigi 1925. L'autore ha ordinato la relativa sezione della mostra.
Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione o duplicazione, anche parziale, con ogni me... more Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione o duplicazione, anche parziale, con ogni mezzo, dei contenuti di questo volume. Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione o duplicazione, anche parziale, con ogni mezzo, dei contenuti di questo volume.
in Periferie e nuove urbanità, a cura di F. Bucci, Electa, Milano , 2003
in Portaluppi Linea errante nell’architettura del Novecento, a cura di L. Molinari, Skira, Milano , 2003
Le case nella Triennale. Dal parco al QT8, a cura di G. L. Ciagà, G. Tonon, Triennale-Electa, Milano, 2005
M. V. Capitanucci, Vito e Gustavo Latis. Frammenti di città, Skira, Milano , 2007
Bruno Morassutti 1920-2008 opere e progetti, a cura di G. Barazzetta e R. Dulio, Electa, Milano, 2009

Silvana Editoriale, 2019
Il volume indaga l’ampio lavoro pittorico e plastico dell’artista comasco Mario Radice (Como, 189... more Il volume indaga l’ampio lavoro pittorico e plastico dell’artista comasco Mario Radice (Como, 1898-1987), tra le figure più complesse nel panorama del primo astrattismo italiano e progettista, teorico, critico d’arte, curatore di mostre e saggista, mirando soprattutto a ricostruire ciò che della sua arte è andato perso. La sua prolifica attività non si limita infatti alla produzione pittorica, ma si arricchisce di nuove esperienze progettuali, soprattutto attraverso la collaborazione con gli amici architetti, tra cui Giuseppe Terragni, Cesare Cattaneo e Ico Parisi.
Il progetto mette in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e i tre architetti comaschi, espressione delle tre arti scultura, architettura e pittura, documentando le loro opere con immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti, disegni preparatori e studi su carta – tra cui molti inediti – che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti.
Como, Pinacoteca Civica, giugno - novembre 2019
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Books and Books Chapters by Stefano Andrea Poli
Il progetto mette in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e i tre architetti comaschi, espressione delle tre arti scultura, architettura e pittura, documentando le loro opere con immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti, disegni preparatori e studi su carta – tra cui molti inediti – che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti.
Como, Pinacoteca Civica, giugno - novembre 2019
Il progetto mette in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e i tre architetti comaschi, espressione delle tre arti scultura, architettura e pittura, documentando le loro opere con immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti, disegni preparatori e studi su carta – tra cui molti inediti – che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti.
Como, Pinacoteca Civica, giugno - novembre 2019
Quali furono i modelli adottati all’inizio dell’Ottocento da Carlo Barabino, protagonista dell’architettura genovese della prima metà del secolo, e dagli architetti a lui sodali? Quali le opere che più di altre esercitarono un’influenza paragonabile a quella degli antichi exempla? E quali i contenuti del dibattito che condusse alcuni a rivolgere la propria attenzione altrove, emulando gli architetti del Cinquecento locale, soprattutto Galeazzo Alessi? È infine possibile ipotizzare una relazione fra la mutazione dei modelli in architettura, l’atteggiamento impiegato nel reperirli e nell’adottarli, e le trasformazioni epocali a cui lo statuto stesso dell’architetto e dell’ingegnere furono sottoposte?
Grazie alle parole di alcuni protagonisti, la pervicace ricerca di una identità specifica e distintiva dell’architettura locale è riletta come un tentativo di porre rimedio al progressivo svuotamento della tradizione accademica. Attraverso documenti provenienti dagli archivi genovesi e da quello di Ignazio Gardella, «il discepolo insieme più fedele e originale del Barabino», il saggio documenta l’influenza degli insegnamenti accademici e la circolazione di modelli a stampa, illustrando alcuni aspetti del dibattito artistico sorto a Genova dopo la scomparsa di Barabino
Thirties, he founded an eminent architectural studio which actively contributed to the dissemination of an innovative architectural language and non-traditional patterns of urban development.
Faludi was into contact with the most active architects and engineers of that time, until he was forced to flee to London in 1938 to escape the fascist regime and its racial laws. In London he devoted himself mainly to the publication of a series of studies on rapid manufacturing technologies and prefabrication. His studies on timber prefabrication drew him to Canada where he initially attempted to establish himself as an architect. This met with no success, but he did, however, manage to secure a position as a town planner. In this role he contributed to the first Master Plan of the City of Toronto, and produced numerous plans for small and medium-sized Canadian cities. During the Fifties, he became a leading figure in urban planning in Canada. He held various conferences, and wrote a number of noteworthy articles.
This contribution will provide an examination of the relationship between Faludi's Canadian writings and projects, English, German and North American theories of regional and urban planning, and the master plans drawn up by Faludi in Italy during the Forties.
It further aims to identify the background, inspiration, and originality of Faludi’s work in Canada.
Ignazio Gardella et le chantier des «Terrazze di Marmo» entre innovation et influence de la culture technique française.
La contribution traite le thème de la construction d'une notable infrastructure urbaine à Gênes, au cours de la période comprise entre la Restauration et la mise en place du Royaume d'Italie.
Le premier tronçon de la nouvelle route charretière Carlo Alberto, la place et les arcades de Caricamento sont un équipement urbain au même temps commercial et représentatif pour la ville et le Porto Franco : le projet et la construction, qui atteignent un niveau de sophistication technique remarquable, sont dus à l'ingénieur et architecte Ignazio Gardella.
Ignazio Gardella (1803-1867) appartient à un groupe d'élite de fonctionnaires dont la formation combine la culture académique, nourri des valeurs civiques, et les connaissances techniques et scientifiques d'origine française, et il est un protagoniste de la modernisation urbaine promue par le pouvoir des Savoie et par la Chambre de Commerce de Gênes.
Héritier du langage architectural de Carlo Barabino, Gardella est diplômé de l'Université royale de Gênes en 1824, il travaille dans le Service du Génie Civil (Genio Civile), il servi dans l'Office des bâtiments du gouvernement de Gênes, il est architecte de la Chambre de Commerce pour le Service du Porto Franco et il est l’un des fondateurs et le premier président de la Société des Architectes et des Ingénieurs de Gênes.
Nommé par la commission gouvernementale déléguée à la construction de la nouvelle rue traversant la ville (strada carrettiera Carlo Alberto), de 1835 à 1844 il conçu et dirige la construction de la Piazza di Caricamento et du trait urbain de la Via Carlo Alberto, la première rue charretière moderne de la ville. En face à la Palazzata della Ripa et le long de la limite du vieux port, le chemin s'élargit en formant la nouvelle Piazza di Caricamento, qui vers le bassin du port est délimitée par les «Terrazze di marmo» (terrasses de marbre) un passage monumental avec arcades, divisé en deux parties reliées par une tour et couronné par une promenade panoramique. En plus de la valeur civique de son architecture, les «Terrazze» ont valu à Gardella une réputation internationale immédiate, due surtout à la qualité constructive et à l'audace des fondations sous-marines.
La place occupe six mille mètres carrés, dont les deux cinquièmes sont retirés des eaux du port, tandis que le portique, un peu plus de treize mètres de profondeur pour quatre cents, présente à la ville une façade divisée par des arcs en pierre, ouverts sur un passage couvert avec ateliers et entrepôts. Les importants travaux de fondation, mis en place six mètres sous le niveau de la mer, ont employé une technique connue en France depuis le siècle précédent et illustrée par nombreux manuels, mais renouvelée et adaptée aux conditions particulières du port de Gênes. Des grands caissons en bois ont été transportés par voie maritime et ancrés pour maintenir la position, tandis que la construction des fondations procédait à l'intérieur, provoquant le naufrage progressif des caissons sur le fond en tuf du bassin, précédemment stabilisé.
Le bâtiment est terminé en 1844 et son toit plat praticable offre une toute nouvelle vue sur le port et vers la ville. Représenté dans les tableaux de peintres tels que dans les clichés des premières photographies, les «Terrazze» devient vite un lieu symbolique de la ville, mais, dans la seconde moitié du XIX siècle, le même besoin de moderniser le port et la viabilité commerciale qui en avait dicté la conception, dicte leur démolition.
L'analyse du sujet présentée ici a été réalisée à travers de nombreux documents (dessins, rapports techniques, des calculs, des agendas du chantier, des notes et des manuscrits) conservés dans les Archives historiques de la famille Gardella et dans plusieurs archives publiques de Gênes. La comparaison entre les événements et les choix du chantier et la formation de Gardella (on conserve les manuscrits et les livres de sa bibliothèque) nous a également permis de vérifier combien la culture technique italienne de la moitié du XIX siècle fut empruntés à des modèles français, en déroulant cependant des traits et des caractères originaux.
La capacité à transformer, modifier et innover les technologies de construction d'origine française, en les adaptant aux conditions de production et au contexte locale, est prouvé dans le cas de
Gardella aussi grâce à un autre travail important: dans les années soixante du XIX siècle, l’ingégneur-architecte est appelé à remédier l'effondrement de la façade et de la voûte de la salle du Grand Conseil du Palazzo Ducale à Gênes. Dans un contexte où la protection des monuments nationaux est en train d’assumer des connotations patriotiques, la conception structurale du projet, soigneusement vérifiée par des commissions gouvernementales, corrige le comportement statique de la couverture en utilisant une moderne charpente type Polonceau, fabriquée dans les usines génoises.
Stefano Poli"
Starting in the late 1940s, a thirty-year partnership with Franco Albini testifies to Poggi’s ability to share and refine the architect’s methodological approach and expressive tension, enhancing them in elegant serial furnishings destined to become unmistakable icons of Italian design.
The obsessive attention to detail, joinery, materials and the placing of the wood grain in relation to the most severe structural efforts have been common to Poggi’s products from his beginnings and through all his activity, appearing intact in the furnishings made or only designed by Corrado Levi and Laura Petrazzini, Umberto Riva, Renzo Piano, Ugo La Pietra, Afra and Tobia Scarpa, Achille Castiglioni, Marco Zanuso and Vico Magistretti: only a few of the many architects who found much more than a producer in Pavia.
Accanto all’importante attività professionale, egli fu anche un instancabile polemista e teorico: tra i primi a comprendere la portata epocale della cultura tecnica nord europea, tanto da diventare nel corso degli anni Trenta un tenace sostenitore dell’architettura “modernissima” e il principale divulgatore italiano dei modelli abitativi del Weissenhof di Stoccarda (il celebre quartiere-modello a cui lavorarono fra gli altri, Walter Gropius, le Corbusier e Bruno Taut) e delle teorie sull’Existenzminimum di Alexander Klein. Nel 1932 pubblicò il fondamentale manuale Costruzione razionale della casa.
Gli autori del volume propongono una analisi degli scritti di Griffini che, posti in relazione con la produzione architettonica dell’ingegnere, evidenziano tanto il carattere pragmatico e operativo della sua attività pubblicistica, quanto la costante carica ideale ad essa sottesa e tangibile in Costruzione Razionale della casa. A esso sono infatti ricondotti per confronto numerosi articoli che, pubblicati su periodici a larga diffusione e riviste specializzate (fra cui le celebri “Domus”, “Casabella” e “Rassegna d’architettura”), sono qui raggruppati in quattro aree tematiche significative, illustrate da un saggio critico. Completano il volume un apparato iconografico originale e il regesto degli scritti di Griffini. "