Dai giochi ottici al cartone animato Seppur con scarsi risultati, sin dalle pitture parietali gli... more Dai giochi ottici al cartone animato Seppur con scarsi risultati, sin dalle pitture parietali gli uomini cercavano di rendere il movimento attraverso il disegno. Così come hanno tentato i greci e gli egizi, ma solo in tempi recenti siamo riusciti a concretizzare la ricreazione del movimento, nel XVII secolo per la precisione, con le lanterne magiche. La lanterna magica dava l'effetto di movimento attraverso la rotazione di lastre di vetro sulle quali erano disegnate le scene in sequenza. Ma l'animazione per ora si limita ad animare solo una o due sequenze, come gli occhi che si aprono e si chiudono, o un braccio che si muove. Questa tecnologia diventa una moda e i venditori ambulanti si spostano nelle campagne per portare allo spettacolo ai più umili, mentre in città come Parigi, personalità come Voltaire organizzeranno le "serate lanterna magica". Un secolo dopo scoppia la moda delle ombre cinesi realizzate con le mani o con sagome di carta. Successivamente spopoleranno i giochi ottici basati sulla persistenza dell'immagine sulla retina. Nel 1832, il fisico belga Joseph Plateau, realizzò il fenachistoscopio, un disco di cartone circolare, su cui ogni spicchio è disegnato un "frame" del disegno da animare, che, posto davanti ad uno specchio che visto attraverso delle fessure sul disco permette di vedere l'animazione. Vi è però uno svantaggio in questa tecnica: sono animabili solo immagini cicliche. Con la comparsa della fotografia nel 1824, lo studio del movimento si perfeziona grazie agli esperimenti di Muybridge del 1878, in cui scomponeva il galoppo del cavallo per studiarne le fasi e grazie all'invenzione del fucile fotografico di Marey del 1882. il 28 ottobre del '92 invece, Emile Reinaud inventa il prassinoscopio, uno strumento che esce dall'obbligo dell'immagine ciclica per poter realizzare scene che potevano durare fino a qualche minuto. Reynaud dipingeva a mano sulle pellicole flessibili in gelatina, ogniuna delle quali rinforzate con cartone per evitarne l'usura durante le proiezioni, che avvenivano attraverso la riflessione di uno specchio. Da ricordare è la sua pantomima ottica "Pauvre Pierrot". La moda del teatro ottico dura tre anni, dopo di che viene detronizzato dalla nascita del cinematografo dei Lumiere, presentato il 28 dicembre del 95 al Grand Cafè di Parigi. Più tardi poi un regista catalano, Segundo de Chomon, inventò gli effetti speciali capendo che se si stoppava la regia e la si faceva ricominciare con altri soggetti in scena si dava l'effetto di una magia. Realizzerà con il principio di ripresa per immagine un film, "El hotel electrico", che presenta un hotel completamente automatizzato, nel 1905. un anno dopo in America, viene realizzato qualcosa di simile da Stuart Blackton, "The haunted hotel". Emile Cohl, tecnico degli effetti speciali alla Gaumont, viene impressionati dall'hotel stregato di Blackton e decide di applicare questo tipo di ripresa ai disegni. Nascerà così il primo disegno animato, "Fantasmagoria" nel 1908. la sua grafica è molto semplice e lineare e l'animazione dura meno di due minuti, ma il risultato risulta divertente, considerando anche il fatto che Cohl lavora solo. Dal 1908 al 1923 realizza circa 300 cortometraggi. Fra i più riusciti è da considerare "Les joieux microbes" del 1910. negli anni successivi il cartone animato si espande un po' ovunque, in America Windsor McCay firma "How a mosquito operates", nel 1912. il disegnatore, all'epoca lavorava solo, e ci vorranno anni prima che in America si sviluppi la catena di montaggio che ora è l'industria di animazione. Raoul Barré intanto idea le perforazioni standard, che permettono alle immagini di non disallinearsi. Nel 1914, invece, J. R. Bray brevetta la pellicola in cellulosa trasparente, permettendo di separare le scene dal fondale fisso. I fratelli Fischer realizzano nel 1916 "Koko il Clown", in cui gli autori interagiscono con i propri personaggi. Gli autori si cimentano nell'animazione in molti modi, che con i disegni, chi con i pupazzi, chi ancora con le sagome del teatro delle ombre cinesi, come Lotte Reininger, donna vicina agli espressionisti tedeschi che realizza un capolavoro: "le avventure del principe Achmed" nel 1924. Oskar Fischinger invece si lancia in qualcosa di più sperimentale collegando i colori alla musica di Brahms, Verdi e Mozart, cosa che verrà ripresa da Disney in "Fantasia". La prima superstar del cartone animato Nel 1919 Pat Sullivan e Otto Messmer realizzano "Feline follies", in cui esordisce la prima mascotte cartone: Felix il gatto. Ciò che lo rende famoso è la sua espressività, enfatizzata anche dalla coda che si trasforma all'occorrenza per creare gag divertenti. Felix fu un vero e proprio fenomeno mondiale, ispirato alle avventure di Charlie Chaplin, aveva conquistato il pubblico, che ora comprava merchandising con le sue fattezze. Nel 1928 Felix viene rimpiazzato da Mickey Mouse, che debutta nel corto "Steamboat willie". È anche il primo cartone animato sonoro. Il cartoon hollywoodiano Per combattere il monopolio Disney, le case di produzione più piccole si inventano personaggi di tutti i tipi. Gli anni'30 e '40 saranno gli anni d'oro del cartoon hollywoodiano, con i fratelli Fleischer abbiamo Betty Boop e Popeye, ma si butteranno nella mischia anche le cinque majors cinematografiche,: la Warner con Fritz Freleng realizza personaggi come la pantera rosa e gatto Silvestro, Bob Clampet TItti e Chuck Jones Willy coyote e Beep Beep. La MGM creerà con Hanna e Barbera il duo Tom e Jerry. All'Universal emerge Walter Lantz con Picchiarello. Tex Avery Il soprannome viene dalle sue origini: Texas. Esordisce nel 30 alla Warner con Freleng e Jones e sarà uno dei tre autori di Bugs bunny. Nel 42 firma con MGM, con cui realizzerà 70 cortometraggi. La sua comicità si basa sull'assurdo e sull'esagerazione, i personaggi stravolgono la visione, rompono la quarta parete, e le pellicole sono piene di polvere e capelli disegnati per far impazzire i proiezionisti. Tex è l'anti Disney, è irriverente, disegna modelle sexy, prende in giro la concorrenza. Con la crisi del cinema Hollywoodiano degli anni '60 si ritirerà in un ranch dove morirà nell'anonimato. L'animazione giapponese Il cartone animato giapponese nasce nel 1913, con Seitaro Kitayama e i suoi esperimenti con carta e inchiostro. Negli anni ì20 nasce uno studio che produce sei cortometraggi all'anno, e negli anni '30 vede l'inizio della guerra nippo cinese nel '33 e con la guerra gli unici film proiettati sono film di propaganda o didattici. Sarà giusto prima del secondo conflitt o mondiale che il cartone passerà ad una produzione di livello industriale, puntato all'imitazione dei modelli americani, come "Biancaneve" del '37. nel 1956 nasce la Toei Animation, ramo dello studio della Toei. Nasce il primo lungometraggio animato giapponese due anni dopo: "La leggenda del serpente bianco", di Taiji Yabushita. Da qui nasce un periodo fiorente di produzione che riempie le tv avide di contenuti animati, che riprendono dalla fantascienza o dal folklore nipponico. La realizzazione di questi prodotti però risulta frettolosa e di bassa qualità. Il Giappone ed i suoi rit mi di lavoro spaventosi fanno del paese il secondo produttore mondiale di animazione ancora oggi secondo agli USA. All'inizio degli anni '50 emerge la figura di Osamu Tezuka, un gigante del manga, con all'attivo 75.000 tavole disegnate. Le sue ispirazioni vanno dal cinema western alla fantascienza fino alla cronaca medievale. La sua innovazione più grande è l'inserimento del linguaggio cinematografico nel fumetto, con primi piani, e inquadrature dall'alto e dal basso. Il tono di Tezuka è umanistico e pedagogico e presto dà vita ai suoi personaggi manga e crea la prima serie animata
Dai giochi ottici al cartone animato Seppur con scarsi risultati, sin dalle pitture parietali gli... more Dai giochi ottici al cartone animato Seppur con scarsi risultati, sin dalle pitture parietali gli uomini cercavano di rendere il movimento attraverso il disegno. Così come hanno tentato i greci e gli egizi, ma solo in tempi recenti siamo riusciti a concretizzare la ricreazione del movimento, nel XVII secolo per la precisione, con le lanterne magiche. La lanterna magica dava l'effetto di movimento attraverso la rotazione di lastre di vetro sulle quali erano disegnate le scene in sequenza. Ma l'animazione per ora si limita ad animare solo una o due sequenze, come gli occhi che si aprono e si chiudono, o un braccio che si muove. Questa tecnologia diventa una moda e i venditori ambulanti si spostano nelle campagne per portare allo spettacolo ai più umili, mentre in città come Parigi, personalità come Voltaire organizzeranno le "serate lanterna magica". Un secolo dopo scoppia la moda delle ombre cinesi realizzate con le mani o con sagome di carta. Successivamente spopoleranno i giochi ottici basati sulla persistenza dell'immagine sulla retina. Nel 1832, il fisico belga Joseph Plateau, realizzò il fenachistoscopio, un disco di cartone circolare, su cui ogni spicchio è disegnato un "frame" del disegno da animare, che, posto davanti ad uno specchio che visto attraverso delle fessure sul disco permette di vedere l'animazione. Vi è però uno svantaggio in questa tecnica: sono animabili solo immagini cicliche. Con la comparsa della fotografia nel 1824, lo studio del movimento si perfeziona grazie agli esperimenti di Muybridge del 1878, in cui scomponeva il galoppo del cavallo per studiarne le fasi e grazie all'invenzione del fucile fotografico di Marey del 1882. il 28 ottobre del '92 invece, Emile Reinaud inventa il prassinoscopio, uno strumento che esce dall'obbligo dell'immagine ciclica per poter realizzare scene che potevano durare fino a qualche minuto. Reynaud dipingeva a mano sulle pellicole flessibili in gelatina, ogniuna delle quali rinforzate con cartone per evitarne l'usura durante le proiezioni, che avvenivano attraverso la riflessione di uno specchio. Da ricordare è la sua pantomima ottica "Pauvre Pierrot". La moda del teatro ottico dura tre anni, dopo di che viene detronizzato dalla nascita del cinematografo dei Lumiere, presentato il 28 dicembre del 95 al Grand Cafè di Parigi. Più tardi poi un regista catalano, Segundo de Chomon, inventò gli effetti speciali capendo che se si stoppava la regia e la si faceva ricominciare con altri soggetti in scena si dava l'effetto di una magia. Realizzerà con il principio di ripresa per immagine un film, "El hotel electrico", che presenta un hotel completamente automatizzato, nel 1905. un anno dopo in America, viene realizzato qualcosa di simile da Stuart Blackton, "The haunted hotel". Emile Cohl, tecnico degli effetti speciali alla Gaumont, viene impressionati dall'hotel stregato di Blackton e decide di applicare questo tipo di ripresa ai disegni. Nascerà così il primo disegno animato, "Fantasmagoria" nel 1908. la sua grafica è molto semplice e lineare e l'animazione dura meno di due minuti, ma il risultato risulta divertente, considerando anche il fatto che Cohl lavora solo. Dal 1908 al 1923 realizza circa 300 cortometraggi. Fra i più riusciti è da considerare "Les joieux microbes" del 1910. negli anni successivi il cartone animato si espande un po' ovunque, in America Windsor McCay firma "How a mosquito operates", nel 1912. il disegnatore, all'epoca lavorava solo, e ci vorranno anni prima che in America si sviluppi la catena di montaggio che ora è l'industria di animazione. Raoul Barré intanto idea le perforazioni standard, che permettono alle immagini di non disallinearsi. Nel 1914, invece, J. R. Bray brevetta la pellicola in cellulosa trasparente, permettendo di separare le scene dal fondale fisso. I fratelli Fischer realizzano nel 1916 "Koko il Clown", in cui gli autori interagiscono con i propri personaggi. Gli autori si cimentano nell'animazione in molti modi, che con i disegni, chi con i pupazzi, chi ancora con le sagome del teatro delle ombre cinesi, come Lotte Reininger, donna vicina agli espressionisti tedeschi che realizza un capolavoro: "le avventure del principe Achmed" nel 1924. Oskar Fischinger invece si lancia in qualcosa di più sperimentale collegando i colori alla musica di Brahms, Verdi e Mozart, cosa che verrà ripresa da Disney in "Fantasia". La prima superstar del cartone animato Nel 1919 Pat Sullivan e Otto Messmer realizzano "Feline follies", in cui esordisce la prima mascotte cartone: Felix il gatto. Ciò che lo rende famoso è la sua espressività, enfatizzata anche dalla coda che si trasforma all'occorrenza per creare gag divertenti. Felix fu un vero e proprio fenomeno mondiale, ispirato alle avventure di Charlie Chaplin, aveva conquistato il pubblico, che ora comprava merchandising con le sue fattezze. Nel 1928 Felix viene rimpiazzato da Mickey Mouse, che debutta nel corto "Steamboat willie". È anche il primo cartone animato sonoro. Il cartoon hollywoodiano Per combattere il monopolio Disney, le case di produzione più piccole si inventano personaggi di tutti i tipi. Gli anni'30 e '40 saranno gli anni d'oro del cartoon hollywoodiano, con i fratelli Fleischer abbiamo Betty Boop e Popeye, ma si butteranno nella mischia anche le cinque majors cinematografiche,: la Warner con Fritz Freleng realizza personaggi come la pantera rosa e gatto Silvestro, Bob Clampet TItti e Chuck Jones Willy coyote e Beep Beep. La MGM creerà con Hanna e Barbera il duo Tom e Jerry. All'Universal emerge Walter Lantz con Picchiarello. Tex Avery Il soprannome viene dalle sue origini: Texas. Esordisce nel 30 alla Warner con Freleng e Jones e sarà uno dei tre autori di Bugs bunny. Nel 42 firma con MGM, con cui realizzerà 70 cortometraggi. La sua comicità si basa sull'assurdo e sull'esagerazione, i personaggi stravolgono la visione, rompono la quarta parete, e le pellicole sono piene di polvere e capelli disegnati per far impazzire i proiezionisti. Tex è l'anti Disney, è irriverente, disegna modelle sexy, prende in giro la concorrenza. Con la crisi del cinema Hollywoodiano degli anni '60 si ritirerà in un ranch dove morirà nell'anonimato. L'animazione giapponese Il cartone animato giapponese nasce nel 1913, con Seitaro Kitayama e i suoi esperimenti con carta e inchiostro. Negli anni ì20 nasce uno studio che produce sei cortometraggi all'anno, e negli anni '30 vede l'inizio della guerra nippo cinese nel '33 e con la guerra gli unici film proiettati sono film di propaganda o didattici. Sarà giusto prima del secondo conflitt o mondiale che il cartone passerà ad una produzione di livello industriale, puntato all'imitazione dei modelli americani, come "Biancaneve" del '37. nel 1956 nasce la Toei Animation, ramo dello studio della Toei. Nasce il primo lungometraggio animato giapponese due anni dopo: "La leggenda del serpente bianco", di Taiji Yabushita. Da qui nasce un periodo fiorente di produzione che riempie le tv avide di contenuti animati, che riprendono dalla fantascienza o dal folklore nipponico. La realizzazione di questi prodotti però risulta frettolosa e di bassa qualità. Il Giappone ed i suoi rit mi di lavoro spaventosi fanno del paese il secondo produttore mondiale di animazione ancora oggi secondo agli USA. All'inizio degli anni '50 emerge la figura di Osamu Tezuka, un gigante del manga, con all'attivo 75.000 tavole disegnate. Le sue ispirazioni vanno dal cinema western alla fantascienza fino alla cronaca medievale. La sua innovazione più grande è l'inserimento del linguaggio cinematografico nel fumetto, con primi piani, e inquadrature dall'alto e dal basso. Il tono di Tezuka è umanistico e pedagogico e presto dà vita ai suoi personaggi manga e crea la prima serie animata
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