di Paolo Baldini ed Enrico Caiano
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  • Giuditta Marvelli

    Giuditta Marvelli


    Ho 49 anni, da 22 lavoro al Corriere della Sera e mi occupo di mercati finanziari. Leggo molto e vado al cinema perché, dalla culla in poi, non c’è nulla di più bello di farsi raccontare una storia.


    Eiza Gonzalez e Ansel Elgort in una scena di Baby Driver - Il genio della fuga (2017) di Edgar Wright

    Andare al cinema “giusto per” in un paese di montagna a vedere un film di gente che si rincorre in macchina e si spara è, dal mio sindacabile punto di vista, forse anche peggio che sciropparsi una partita di calcio. Ma Baby Driver – Il genio della fuga, il lavoro pazzerello, gioioso e musicalmente straricco di Edgar Wright, mi ha fatto cambiare idea quasi subito. Dopo i primi cinque minuti viene il sospetto che sia una specie di capolavoro pop e dopo venti se ne è quasi certi. (altro…)

    20 LUGLIO 2017 | di
    Biancaneve e i sette nani, classico Disney 1938: ha incassato 418 milioni di dollari
    Biancaneve e i sette nani, classico Disney 1938: ha incassato 418 milioni di dollari

    Quante stagioni di cinema ci possono essere in una vita? Molte. Per chi ha vissuto almeno mezzo secolo vanno dall’attesa messianica del nuovo film di Walt Disney durante le vacanze di Natale al ritrovare nell’archivio di Sky Go film che hanno segnato tappe fondamentali dell’esistenza. Provare a mettere in fila tutte le epoche, fino al ricchissimo presente (nel solo 2016 sono state prodotte più serie da vedere in streaming di quanti giorni ci fossero nell’anno) può essere un gioco propiziatorio per l’estate. (altro…)

    Peter Simonishek, il padre, e Sandra Hüller, la figlia, in Vi presento Toni Erdmann (2016) di Maren Ade

    In Germania, patria della regista Maren Ade, Vi presento Toni Erdmann ha avuto un successo strepitoso. In Italia così così: a occhio la gente stranita è più numerosa di quella che si è divertita. A Hollywood, dove c’è da domandarsi quanti abbiano capito davvero qual è la location geografica del film e soprattutto quando e quanto bisognerebbe ridere,  l’eccentricità qualche volta paga. E questa è finita dritta dritta nel bersaglio della nomination agli Oscar per miglior film straniero. (altro…)

    David Oyelowo e Rosamund Pike protagonisti di A United Kingdom (2016) di Amma Asante

    Di eroi abbiamo sempre bisogno, anche nella vita reale. Ma senza di loro il cinema  non può proprio esistere. La corsa ai prossimi Oscar arricchisce una nuova interessante declinazione del genere: l’eroe laterale. Non è super,  non è già troppo famoso. E’ meravigliosamente secondario, protagonista di vicende vere ma talmente originali da sconfinare nel sogno. O forse nel nove verticale della Settimana Enigmistica. Chi è l’avventista del Settimo Giorno, primo eroe pacifista della storia, decorato al valor militare? Chi è il Nelson Mandela del Botswana che lottò per il suo paese ma anche per sposare una segretaria londinese dei Lloyds? (altro…)

    Amy Adams e Jeremy Renner in Arrival (2016) di Denis Villeneuve

    Prendersi il rischio di parlare con qualcuno così diverso da noi da risultare terrorizzante. E provare a capire la sua impossibile lingua. Forse, alla fine, la fantascienza è solo un pretesto per la storia di Arrival, il film del canadese Denis Villeneuve tratto dal racconto Storie della tua Vita dello scrittore americano Ted Chiang. Il risultato è un lavoro originale, molto coinvolgente. La storia e la sceneggiatura portano nel cuore del caso, piuttosto complesso, alla giusta velocità. Un risultato non scontato per un film sofisticato, che prova a descrivere anche il  tempo con  dimensioni inconsuete per la maggior parte delle persone. Non a caso Chiang è, prima che uno scrittore, uno scienziato informatico e un matematico. (altro…)

    Liam Neeson in una scena di Silence (2016) di Martin Scorsese

    Una storia affascinante lontana nel tempo, eppur vicina in modo inquietante al nostro quotidiano scontro di civiltà, viene raccontata da uno dei registi più talentuosi del nostro tempo. Ma qualcosa non funziona. E quindi si esce dal cinema perplessi (parlo per me, ovviamente, ma ne ho visti molti altrettanto meditabondi) ancorchè grati a Martin Scorsese per aver acceso una luce in più nella sconfinata stanza delle cose che non sapevo e che invece possono essere utili per capire il mondo. Silence, Silenzio, titolo che contiene tutto quello che serve, narra delle feroci persecuzioni subite dai cristiani in Giappone nella seconda metà del 1600. (altro…)

    La Mafia uccide solo d’estate perché nel 1943 gli americani scarcerarono tutti i boss e i criminali a loro fedeli pur di sbarcare in Sicilia senza problemi. Dietro a un titolo veramente loffio – In guerra per amore non renderebbe giustizia neanche ad un adattamento di Liala – Pif Due la Vendetta si fa decisamente guardare. Per la seconda volta il reporter-regista palermitano riesce a raccontare i drammi storici dell’Isola con un registro tutto suo. Pierfrancesco Diliberto in arte Pif mischia tesi storiche, fatti e opinioni politiche con umorismo e surrealismo che fanno pensare. (altro…)

    Ewan McGregor, regista e protagonista, con Jennifer Connelly in American Pastoral (2016)

    Si può fare di un grandioso romanzo un bel film? O è una missione impossibile per tutti, anche per uno come Ewan McGregor, che è stato sul grande schermo l’anti-eroe di Trainspotting e il maestro dei cavalieri Jedi? Questa è la domanda che affiora uscendo dal cinema dopo aver visto American Pastoral. Soprattutto se hai letto con emozione il romanzo Pastorale Americana pubblicato in Italia da Einaudi qualche decina di anni fa, ai tempi del Pultizer per Philip Roth e del suo boom di vendite. L’esperimento è stato condotto in questo modo: nessuna rilettura della storia prima di andare a vedere il debutto alla regia dell’attore scozzese. Per vedere l’effetto che fa sul ricordo grezzo. Solo dopo, nella notte, un salto per tirare giù dalla libreria il tomo, spolverarlo, e sottoporsi alle prove del nove. Eccole. (altro…)

    Helen Mirren (71 anni) tra Aaron Paul e Alan Rickman, protagonista de Il diritto di uccidere (2015) di Gavin Hood

    Anche adesso che abbiamo un occhio nel cielo, non siamo Dio. E riusciamo a dimostrarlo benissimo. Il diritto di uccidere -Eye in the sky (2015) è un bel film che in Italia resterà schiacciato (ed è un peccato) tra l’oblio estivo e la 73esima mostra di Venezia. Il regista sudafricano Gavin Hood si cimenta con il racconto di un’unica azione anti terrorismo in Kenya. In una casa sono chiusi i primi cinque ricercati al mondo, ma all’angolo della strada una bambina si è messa a vendere il pane con il suo banchetto. Far fuori i criminali con una bomba intelligente è facile e possibile. Ma chi ha il diritto di decidere se la morte della ragazzina è un effetto collaterale giustificabile con l’eliminazione di un nemico pericoloso o un delitto inaccettabile? (altro…)

    1959, "Il diario di Anna Frank" di George Stevens, con Millie Perkins (Anna, al centro) e Shelley Winters (prima a destra)

    Aspetta il visitatore alla fine di un viaggio impegnativo, in una teca di vetro fuori dalla caffetteria nella casa di Anna Frank, ad Amsterdam. Dopo aver vagato nel museo voluto dal padre Otto – unico sopravvissuto della famiglia che impiegò il resto della vita per far conoscere al mondo il Diario e il Rifugio Segreto – ci si ritrova meditabondi davanti alla statuetta di un premio Oscar. Luccica un po’ in disparte, prima del caffè e davanti alla porta della toilette. Una collocazione bizzarra, che incuriosisce e fa venire qualche dubbio: che cosa ci fa qui alla fine delle voci e delle immagini dell’Olocausto? Sarà finto? La storia è scritta in olandese e in inglese di fianco all’omino placcato d’oro con lo spadone: “Sono vero, non millanto”. (altro…)