di Paolo Ottolina - @pottolina

Tag "mal di tech"

Con circa 30 milioni di pezzi consegnati nel 2009, Acer è un colosso riconosciuto nel settore dei pc: ha superato persino Dell ed è seconda a livello mondiale dietro alla sola Hp. Per non parlare dei netbook, dove in Europa vende da sola quasi un terzo dei mini pc. Forti di questi numeri, i taiwanesi guidati dall’italianissimo ceo Gianfranco Lanci ora hanno deciso di buttarsi sull’allettante settore degli smartphone. Certo lo sbarco nel mondo dei cellulari è avvenuto già nel 2008, con l’acquisizione di E-Ten. Ma è nell’ultimo anno, soprattutto con una nuova linea di “windowsphone”, che la strategia ha iniziato a delinearsi. E ora è arrivato il turno del primo Android marchiato Acer, il Liquid. Ne abbiamo approfittato per testarlo, aggiungendo alla prova anche il NeoTouch, il più prestante dei loro telefoni equipaggiati con Windows Mobile 6.5.

Il Liquid ci ha impressionato piacevolmente. Grazioso il design, buoni i materiali, ottima la fluidità di Android (versione 1.6, ma sarà aggiornabile alla 2.0) mosso dal potente processore SnapDragon di Qualcomm (“undercloccato” a 768 Mhz). Difetti: manca il flash; c’è un passaggio a vuoto nel display capacitivo (bello, luminoso e molto ampio, 800×480 pixel) quando bisogna far apparire la tastiera virtuale per digitare un sms (si clicca e spesso non accade nulla); la batteria dura poco, troppo poco (10-12 ore) con posta push e connessione 3G attivata. A un prezzo di 349 euro (con 2 Gb di microSd) resta un’opzione molto interessante tra i telefoni con Android. Il Milestone ha il 2.0 e la tastiera fisica in più, ma (de gustibus, beninteso) è più bruttino. Dovessi scegliere tra i due sarei in ambasce, con Htc Hero come terzo incomodo (l’interfaccia Sense è molto meglio delle personalizzazioni minimali di Acer).

Il NeoTouch ci è piaciuto un po’ meno. Colpa soprattutto di Windows Mobile, che ha i suoi pregi ma che rispetto ad Android sembra di una generazione indietro nonostante la release 6.5 (pare in arrivo la 7.0 e allora potrebbero cambiare molte cose). Anche le plastiche del NeoTouch non convincono granché, sembrano un po’ fragili al tatto. Però le dotazioni sono di livello eccellente: tra i Windowsphone offre un po’ meno dell’Htc Hd2 (che ha display più grande e capacitivo), ma costa anche decisamente meno. 

In attesa che arrivino i 20 mila gadget di Las Vegas raccontati da Federico, facciamo un passo indietro e parliamo della “prova su strada” di un prodotto che è (da poco) nei negozi: il BlackBerry 9520 Storm 2. È l’erede di quello Storm con cui i canadesi di Rim l’anno scorso hanno messo un piede nel segmento – sempre più amato da produttori e consumatori – dei telefonini “full touchscreen”. Una mossa apparentemente bizzarra per un marchio che da sempre punta sul segmento business e sulle sue ottime tastiere Qwerty. Ma da un po’ Rim sta cercando di attirare target diversi da quello, consolidato, dei manager e delle aziende.

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E allora ecco, lo Storm, con il suo particolare sistema touch. Una tecnologia – pare un controsenso ma è così – a pressione. Nel senso, per chi non lo ha mai provato, che il semplice sfioramento della superficie non dà l’input, ma attiva solo una selezione; poi bisogna premere lo schermo (che restituisce un feedback “tattile” simulando una tastiera fisica) per completare l’azione. All’inizio è un vero disastro di imprecisione e clic sbagliati, ma in breve, con un po’ di pratica, il sistema si rivela efficiente.

Lo Storm 2 migliora alcuni dei difetti della prima versione. C’è il wi-fi che mancava, il touchscreen risponde un po’ meglio, il BlackBerry OS è aggiornato alla versione 5, la fotocamera è 3.2 megapixel (non aspettatevi miracoli, però) e anche la batteria – forse il tallone d’Achille dello Storm – ora regge un po’ di più, circa due giorni di utilizzo medio.

Alcune perplessità di fondo su questo particolare BB però restano. La gestione della comunicazione personale, dalla posta al BlackBerry Messanger, è di una facilità d’uso straordinaria come per tutti gli altri smartphone Rim (lo Storm è un “vero” BlackBerry) e l’infrastruttura BIS/BES dei canadesi consente tariffe non replicabili dai concorrenti. Detto ciò però lo Storm 2, nonostante il touchscreen, non riesce ancora a diventare una credibile alternativa a telefonini decisamente orientati alla multimedialità come i vari Android, N900 Nokia e ovviamente il capofila l’iPhone. Le prestazioni audio e video sono di livello medio, il browser non strappa applausi per velocità (con Opera Mini 5 Beta si viaggia un po’ meglio) e in generale tutto l’ambiente software sfrutta in maniera poco intuitiva le potenzialità del touchscreen. Nello stesso tempo la rinuncia alla mini-Qwerty fa fare un passo indietro rispetto ai classici BB quando si tratta di digitare un testo. Insomma si perde qualcosa senza ottenere in cambio qualcos’altro di altrettanto utile. A chi può interessare lo Storm 2, allora? Ad esempio ai fedeli clienti Blackberry che sono attratti dal touchscreen o che vogliono sperimentare qualcosa di diverso dalla tradizione Rim. Come detto questo Storm 2 non ha nulla da invidiare ai “fratelli” BB. Tastiera a parte.

La risposta alla domanda del titolo è banale: certo che sì, diranno i molti che già da anni usano il telefonino per immortalare il quotidiano. Ma il senso era: si può fare del tutto a meno della macchina fotografica? Di una compatta, ovviamente, perché le reflex prosumer restano di un’altra categoria. Con un telefono come il Satio, 12.1 Megapixel di fotocamera e flash potente allo xeno, il dubbio era lecito. Dopo la prova possiamo dire che le immagini scattate dallo smartphone di Sony Ericsson sono in effetti di livello notevolissimo per un “fotofonino”. E il flash (dimenticate i miseri lampi di luce di quelli a led, comunemente usati sui cellulari) risolve i problemi negli scatti in interni, con luce artificiale. Che poi è la condizione più comune in cui si scatta con un telefono. Però la sfida con una compatta, anche solo di medio livello, non può dirsi vinta.

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Perché la velocità del Satio (non solo per scattare, ma anche per arrivare alla modalità fotocamera, operazione che pure si può compiere premendo il tasto dedicato sul lato) non è quella di un apparecchio dedicato all’immagine.

Il telefono nippo-svedese è uno smartphone molto ben equipaggiato (ottima la qualità visiva del display e non manca nulla, dalla connettività totale al Gps). Tuttavia la combinazione tra display resistivo e una versione personalizzata di Symbian S60 5th Edition non ci ha convinti. Poca precisione e una certa lentezza rendono l’utilizzo nel quotidiano un po’ faticoso. Dopo che abbiamo restituito l’esemplare di prova è uscito un aggiornamento al firmware che – dichiara la casa – dovrebbe risolvere diversi problemi di lentezza, ma ovviamente non abbiamo potuto verificare.
Nonostante questi limiti (e un prezzo di 599 euro non proprio popolarissimo, ma giustificato dai contenuti tecnologici), il Satio può essere la scelta giusta per chi vuole avere sempre sotto mano un qualcosa di molto simile a una macchina fotografica. Mamme e papà con figli piccoli ne sanno qualcosa.

Il nome è assai pomposo ma il Milestone è un telefono davvero interessante. Android 2.0 migliora (anche se non in maniera immediatamente evidente) un sistema operativo che trovo piacevole da usare, facile e funzionale. La tastiera fisica non è il top dei top (tasti troppo piatti e vicini) ma è un valore aggiunto non da poco. Android Market è zeppo di applicazioni, con una quota di sofware “free” elevata: non ai livelli di Apple ma c’è di che sbizzarrirsi. Il display è davvero super, per dimensioni e qualità. Il touchscreen capacitivo risponde bene e ha il multitouch.


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I punti dolenti non sono tanti, ma un paio almeno piuttosto evidenti. Il primo è il design: De gustibus non disputandum est ma di certo il Milestone non è un telefono da “wow!” a prima vista. Anche da un punto di vista squisitamente ergonomico la parte a sbalzo sul lato inferiore non aiuta nell’impugnatura (ed è inutile perché non contiene tasti). L’altro tasto dolente è la batteria. Difficile capire se dipende dalla mancata ottimizzazione software, o dal fatto che il modello da noi provato era un esemplare di pre-produzione (batteria danneggiata?), fatto sta che difficilmente siamo andati oltre le 8-10 ore di funzionamento. Gli smartphone non brillano sotto il profilo energetico – soprattutto con servizi web push attivati (posta, etc) -, però almeno arrivare da mattina a sera è un punto di partenza non negoziabile.

Nel complesso Milestone ci ha piacevolmente convinto e il prezzo (499 euro) è di qualche decina di euro inferiore a cellulari di pari fascia.

P.S: per il Time il Droid, nome Usa del Milestone, è il gadget hi-tech del 2009. Il secondo cellulare in classifica, l’iPhone 3GS si piazza quarto.

Due prove al prezzo di una, stavolta. L’idea era quella di affrontare due sistemi operativi per cellulare nuovi (o per lo meno profondamente rinnovati): Linux Maemo 5 e Windows Mobile 6.5, declinati sull’atteso Nokia N900 e sull’interessante Htc Touch Pro2, aggiornato alla bisogna con il 6.5.



Il telefono di Htc è un terminale orientato al business con una tastiera Qwerty davvero eccezionale. Con l’aggiornamento del sistema l’uso quotidiano guadagna diversi punti in termini di velocità e fluidità. Lo store Windows Marketplace, una delle principali novità, resta al momento poverello al confronto di quelli Apple e Android. My Phone è un’opportunità interessante ma ho avuto diversi e ripetuti problemi di collegamento. L’interfaccia migliora ma l’impressione complessiva è che altri sistemi restino decisamente più avanti in termini di usabilità per il mondo “touch”. Touch Pro2 rimane un prodotto per molti aspetti notevole, debole sul multimedia (ma non è il suo pane, visto il target), ma penalizzato da un prezzo un po’ alto (a listino è a 649 euro, lo si trova a qualche decina di meno).

Nokia N900 è tutto un altro discorso. L’eccitazione in rete su questo terminale è notevole, sin dall’annuncio. Ma c’è da chiarire un equivoco. Anzi un paio. Primo: Maemo non sostituirà Symbian. Né in assoluto, né sui telefoni di fascia alta Nokia. I dirigenti finlandesi me lo hanno chiarito di persona, e senza giri di parole, a un recente evento a Helsinki. Secondo: N900 non è un telefono. O meglio, lo è perché permette di fare chiamate e a differenza dei precedenti tablet Nokia integra una Sim. Però non è pensato per essere uno smartphone. Volutamente non è così, Nokia dixit. Si usa (pressoché sempre) in senso orizzontale e non verticale (e in termini di usabilità telefonica vi assicuro che cambia, e parecchio) e sul frontale non ha tasti dedicati alle chiamate. Se non è un telefono, cos’è? Chiamatelo MID o tablet, se volete. Credo che le classificazioni tassonomiche abbiano poco senso con i trend di convergenza attuali. Di certo è un device che funziona alla grande per navigare e per le applicazioni multimediali (ma mancano Mms e la mia amata radio Fm), con un Maemo che gestisce in maniera spettacolare il multitasking e che come tale consente un’esperienza d’uso davvero vicina a quella di un pc. La tastiera fisica e l’integrazione di vari servizi di messaggistica istantanea (ottima la gestione integrata della rubrica) poi sono un valore aggiunto non da poco. Restano due perplessità. La prima ancora sul prezzo. Qualche decina di euro di meno rispetto ai 599 di listino avrebbe giovato alla sua diffusione. La seconda su Maemo: grandi potenzialità ma per ora tutte da costruire. I software disponibili sono pochini e sappiamo quanto oggi questo conti quando si parla di smartphone.

Per i tecno-entusiasti sarà un gingillo ambìto, che profuma di eroi da film d’azione e un po’ di fantascienza. Per gli altri, un gadget da nerd da guardare tuttalpiù con benevola accondiscendenza. E’ certo che l’Lg Watch Phone non passa inosservato, soprattutto se gli amici vi sorprendono in strada mentre urlate al vostro orologio (beh, non è poi neanche sicuro… ci siamo abituati a quelli che sembrano farneticare e invece hanno l’auricolare). E visto che incuriosiva parecchio anche noi, abbiamo deciso di provarlo per la rubrica Mal di Tech.



Da tempo gli importatori vendono cinesate che integrano telefonino e orologio ma qui parliamo di un “vero” cellulare, l’unico del genere che supporta la rete Umts/Hsdpa 7.2 Mbps, con una qualità dei materiali molto elevata e un’interfaccia touch ben studiata. E parliamo di un prezzo da gioiello più che telefono (999 euro, 1 e’ di mancia).

Aggiungo una sintetica pagella:

+
Usabilità buona
Dimensioni ridotte
Materiali di qualità


Batteria limitata
Necessità di usare un auricolare
Molto costoso

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