di Paolo Ottolina - @pottolina

Categoria "Windows"

Satya Nadella alla conferenza Build 2017 a Seattle (AFP PHOTO / Glenn CHAPMAN)

Satya Nadella alla conferenza Build 2017 a Seattle (AFP PHOTO / Glenn CHAPMAN)

(da L’Economia del Corriere di lunedì 15 maggio 2017)

DAL NOSTRO INVIATO A SEATTLE
“Microsoft oggi è ancora una portaerei, ma con la rapidità di manovra di una nave molto più piccola. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile”. Raccogliamo la metafora parlando con uno dei dipendenti Microsoft a Build 2017, la conferenza annuale che raduna gli sviluppatori software  dell’azienda creata da Gates e Allen. Il senso di un colosso che cambia pelle mese dopo mese lo danno i due keynote, dove sul palco spuntano a più riprese dispositivi Mac, Android, iPhone e perfino Linux, il sistema open source che15 anni fa l’ex ad Steve Ballmer maledisse definendolo “un cancro”. Sono passati 3 anni da quando Satya Nadella ha preso il comando di Microsoft e la sua rivoluzione tranquilla prosegue. Il vecchio mantra di Microsoft era uno solo: Windows e Office, Office e Windows. Le galline dalle uova d’oro andavano difese a tutti i costi. Con l’era Nadella la musica è cambiata. Microsoft è cambiata. Ha buttato giù gli steccati e i muri, che avevano attirato l’antipatia di molti, e ha abbracciato una filosofia assai più “open”, dove è fondamentale l’interoperabilità di sistemi e app con piattaforme differenti (e quindi anche Linux, Apple, Android, Oracle). Anche perché i nuovi pilastri del futuro, ribaditi a Build 2017, sono due: cloud (ovvero la galassia di servizi Azure) e AI ovvero intelligenza artificiale. Con in più la frontiera, promettente ma embrionale, della “mixed reality”, in cui la realtà fisica si mescola con gli ologrammi generati da computer indossabili come gli occhiali HoloLens.

Meglio chiarire: non che Windows e Office siano vestigia del passato. Insieme generano ancora circa il 40% dei ricavi e i tre quarti degli utili. A Seattle Nadella ha celebrato la cifra di 500 milioni di licenze attivate per Windows 10, raggiunte in meno due anni dal lancio. Altri numeri sono confortanti: 100 milioni di utenti attivi ogni mese su Office 365, 141 milioni quelli che usano l’assistente digitale Cortana, mentre i clienti dei servizi cloud di Azure sono 12 milioni, tra i quali rientra più del 90% delle aziende Usa nella lista Fortune 500. Proprio dal cloud arriva la crescita più forte (nel primo trimestre 2017 i ricavi sono saliti del 93% anno su anno) e anche se Amazon in termini di volumi resta leader del settore, la casa di Redmond accelera: “Noi possiamo giocarci delle carte uniche. Siamo ancora, di fatto, la più grande software house del mondo. Possiamo scrivere davvero il codice per il cliente, offrire risposte personalizzate” spiega Andrea Benedetti, responsabile dei team di divulgazione tecnica di Microsoft Italia. Sul cloud si sono concentrati molti annunci di Build 2017: “Il nostro mondo è sovraccarico di informazioni – ha detto Nadella -. Quando sono entrato in Microsoft nel 1992, in rete viaggiavano 100 Gigabyte al giorno. Oggi, in un singolo secondo, quella cifra va moltiplicata per 17,5 milioni di volte. In questo mare ci sono opportunità e spunti: noi dobbiamo aiutare i nostri clienti a trovarli”. Il colosso di Redmond è ormai uscito dagli smartphone (staccata la spina a Windows Phone) e anche per questo spinge la sostituzione del paradigma “mobile first” con l’idea di “intelligent cloud, intelligent edge”. Un concetto complesso che si può spiegare così: avvicinare l’intelligenza del cloud computing ai dispositivi, per portare la logica di analisi anche in locale e aumentare l’efficienza.

Un tema tecnico che Nadella sposa a un monito più filosofico: “Io sono un impenitente ottimista tecnologico – ha detto a Seattle -. Ma è possibile che l’innovazione porti involontariamente a un futuro come quello dei romanzi ‘1984’ e ‘Il mondo nuovo’. Dobbiamo assicurare che non si realizzino queste distopie. Chi crea software oggi ha grande potere ma ha enormi responsabilità”. Il numero 1 di Redmond è convinto che l’intelligenza artificiale sia un’opportunità e non un pericolo. “L’equivoco – ci ha detto David Forstrom, direttore comunicazioni sulla AI in Microsoft –  è che questo tema non riguarda le macchine. Riguarda le persone. Serve ad accrescere l’ingegno umano. È l’acceleratore definitivo, perché amplia all’infinito le possibilità del cervello”. Nadella ha ben presente che su un campo del genere è importante accettare le responsabilità e fissare principi inderogabili. “Per questo – precisa Forstrom – abbiamo siglato un’intesa con altre società come Google, Amazon, Facebook e IBM per definire limiti etici nello sviluppo dell’intelligenza artificiale”.

Nel 2014 Samsung aveva deciso di uscire dal mercato dei pc portatili, almeno in Europa. Nonostante l’azienda coreana avesse a listino dei prodotti di qualità (la serie S era un esempio, qui la recensione che ne facemmo all’epoca) il mercato dei pc non era più così interessante, né livello di volumi né di margini. Ora però Samsung ritorna in questo settore con il Galaxy TabPro S, un “due-in-uno” con il sistema operativo Windows 10. Perché? Perché nel frattempo è successo qualcosa sul mercato. Nel periodo Luglio-Dicembre 2015, in Italia i numeri del mondo pc fanno segnare un tiepidissimo +1% (per altro in controtendenza rispetto al trend mondiale dove invece i computer scendono), con i desktop -3% e i notebook invariati. La lieve salita si deve interamente ai cosiddetti “convertibili”, o “due-in-uno” o “detachable”: i pc che sono dei tablet con una tastiera staccabile (o rotabile) da almeno 10,1 pollici fanno segnare un +52% e arrivano al 10% dell’intero mercato dei notebook (fonte Gfk).

Tutte le immagini di Samsung Galaxy TabPro S > > >

Ecco quindi che Samsung si ributta sul pc, in collaborazione con Microsoft, puntando sul suo marchio di pregio ovvero Galaxy. “TabPro S è un prodotto dalle altissime potenzialità, nel quale crediamo fortemente, completo e versatile, che si affida al sistema operativo Windows 10, e perfetto per le necessità dei consumatori. In un mondo in cui i concetti di tempo e luogo della vita privata e della vita professionale si stanno diluendo, è infatti fondamentale sviluppare soluzioni capaci di offrire flessibilità, mobilità e versatilità” ha detto Carlo Barlocco, presidente di Samsung Electronics Italia, nel corso di un incontro con la stampa a Milano. Da parte sua Microsoft non ha timore che questo nuovo tablet-computer faccia concorrenza ai suoi Surface. Come spiega Carlo Purassanta, l’ad di Microsoft Italia: “Microsoft adesso è un’azienda di piattaforme. L’evoluzione del mercato dei pc e delle applicazioni si sta realizzando senza dubbio grazie a Windows 10, ma anche grazie a prodotti come il Galaxy TabPro S. Microsoft sta creando un ecosistema forte e remunerativo per tutti. Oltre 270 milioni di consumatori hanno installato Windows 10, arriveremo a 1 miliardo in due-tre anni e lo faremo grazie a partner eccellenti come Samsung”.

Sulla scorta dei recenti Tab S2 (Android), Samsung propone anche sul TabPro S una scocca in metallo estremamente sottile (6,3 millimetri) e leggera (693 grammi). Il pezzo forte è lo schermo Super Amoled da 12 pollici. In dotazione con il dispositivo, c’è una cover completa di tastiera (imprescindibile per questo tipo di dispositivi). La custodia tastiera si collega, come su iPad Pro o sui Surface, attraverso un connettore che elimina la necessità di ricaricare l’accessorio. C’è anche una versione con connettività 4G (Lte Cat 6). Grazie all’utilizzo di un processore Intel Core M a basso consumo, il TabPro S è in grado di offrire (dice Samsung) fino a 10,5 ore di autonomia, con ricarica veloce che va da 0% a 100% in 2 ore e mezza. C’è anche una penna Bluetooth, offerta come accessorio a parte.

I prezzi di Samsung Galaxy TabPro S non sono di fascia bassa. Il target è soprattutto quello dei manager, di alcune figure delle piccole-medie imprese e di chi, più in generale, necessita di un prodotto leggero e completo per lavorare in mobilità. Non studenti o giovani appassionati di tecnologia, dunque, ma una fascia di professionisti con buona disponibilità di denaro e un’età che indicativamente va dai 35 ai 55 anni. TabPro S è disponibile in versione wi-fi al prezzo di listino di 1.099€. La versione Lte arriverà anche presso alcuni operatori di telefonia, a 200 euro in più di quella wi-fi. Samsung ha lanciato un’iniziativa per remunerare che compra un TabPro S e restituisce un vecchio notebook o tablet, con uno sconto fino a 300 euro (regolamento su www.samsungvalue.it). Ci sono inoltre 12 mesi di Office 365 gratuiti per chi registra il prodotto, dopo l’acquisto, sul sito www.samsungpeople.it.

Specifiche Galaxy TabPro S:

OS

Windows 10 (versione WIFI), Windows 10 Pro (versione LTE)

Network

LTE Cat.6 ***

AP

Processore di 6° Gen. Intel Core m3 (Dual Core 2.2GHz)

Display

12” 2160×1440 Super AMOLED

Fotocamera

5MP AF(Retro), 5MP (Fronte)

Video

MP4,3GP,WMV,ASF,AVI,MKV

Audio

MP3,AAC,WAV,WMA,AMR,FLAC

Connettività

Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac MIMO, Wi-Fi Direct, NFC, Bluetooth 4.1

GPS

GPS, GLONASS

Sensori

Accelerometro, Hall Sensor, Luminosità

Memoria

4GB(RAM), 128GB SSD

Dimensione / Peso

290.3×198.8×6.3mm, 693g(Wi-Fi), 696g(LTE)

Batteria

5,200mAh (39.5W, 7.6V)

 

Non c’è il due senza tre. Vale anche per Microsoft e vale anche per Surface. Il tablet-computer di Redmond arriva alla sua terza incarnazione. Ed è la più convincente. Se non altro perché abbandona Windows Rt, la versione “monca” (si potevano installare app solo dallo Store e non dai file .exe) del sistema operativo e approda a Windows 8.1. Lo fa dando l’addio ai processori Arm, che in Windows 10 resteranno con tutta probabilità appannaggio dei soli smartphone  Lumia.

Surface 3 è la versione più compatta ed economica di Surface 3 Pro, il tablet-notebook che ha avuto un buon successo di critica e di pubblico (secondo Microsoft ha il 10-15% del mercato cumulato notebook-tablet nella fascia sopra gli 800 euro). Rispetto al Pro, Surface 3 è più compatto e leggero. Lo schermo scende da 12 a 10.8 pollici, il peso si abbassa di quasi 200 grammi (da 800 cala a 622) ed è più sottile di 4 millimetri. Le specifiche tecniche sono però (non essendo “Pro”) inferiori. Il display è 1920×1280 (formato 3:2) e soprattutto il processore non è un Intel Core (i3, i5, i7) ma un Atom. Un dettaglio che può far storcere la bocca, ma l’Atom in questione è quello di ultima generazione (x7-z8700, 1.6 GHz fino a 2.4 GHz): secondo Microsoft è un compromesso soddisfacente tra prestazioni e autonomia. Abbiamo provato brevemente il Surface 3 in anteprima nei giorni scorsi e in effetti la fluidità del sistema Windows 8.1 sembra sempre impeccabile. Di certo non possiamo immaginare usi particolarmente “spinti” di questo tablet in ambito gaming o di fotoritocco o montaggio video.

Ma di certo non è per questo che nasce Surface 3. Nasce come alternativa su una fascia di prezzo più abbordabile del Surface 3 Pro. Il pubblico di riferimento è quello degli studenti e dei professionisti che cercano una macchina da portarsi sempre dietro, super-leggera e pronta all’uso. Il vantaggio rispetto alla concorrenza sta soprattutto nella compatibilità con tutto l’immenso parco software sviluppato per Windows. La porta Usb 3.0 permette di collegare qualunque periferica. In più c’è 1 anno di Office 365 gratis, che offre 1 Terabyte di spazio cloud gratuito. La versatilità della famiglia Surface è nota a chiunque ne abbia provato uno. Grazie alla Type Cover, la tastiera con attacco magnetico, si trasforma in un notebook a tutti gli effetti. In più c’è la Surface Pen, che consente di scrivere a mano libera con grande efficacia in applicativi quali OneNote. Questo Surface 3 inoltre avrà (nei prossimi mesi) anche una versione 4G Lte: un dettaglio importante per chi lo vuole usare in mobilità. Ovviamente non manca la possibilità di un aggiornamento gratuito a Windows 10, quando il nuovo sistema operativo sarà disponibile, fra pochi mesi.

Forse la cosa che lascia più perplessi è il prezzo: 609 euro per la versione con 2GB di Ram e 64 Giga di disco a stato solido (espandibile con micro Sd), 729 euro per quella con 4GB/128GB. Per il 4G Lte bisognerà aggiungere circa 80 euro in più. A queste cifre bisogna aggiungere la tastiera-cover, un accessorio secondo noi indispensabile per usare al meglio un Surface, che richiede altri 154 euro. E la penna è a sua volta a parte (54,99 euro). Il costo quindi scende rispetto al Pro ma resta comunque attestato su livelli elevati. Anche per un notebook travestito da tablet (o viceceversa).

 

Circa 3 mesi dopo la versione Rt, arriva anche da noi Surface Pro, il tablet di Microsoft con la versione completa di Windows 8. Se volete capire com’è e come va date un’occhiata alla nostra videoprova, in cui mostriamo anche un prodotto simile, l’Acer Iconia W700:

Che cosa aggiungere alle considerazioni del video?

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San Valentino ha portato in Italia il tablet di Microsoft: Surface Rt è disponibile infatti dal 14 febbraio, online e in alcune catene di elettronica.

Com’è? Paradossalmente, vista la storia dell’azienda da cui arriva, l’hardware convince più del software.

Bello il design squadrato con scocca in lega di magnesio, resistente ma anche leggera (680 grammi, 28 più dell’iPad “4” wi-fi). Utilissimo il supporto estraibile dal retro che tiene in piedi il Surface, sia in orizzontale che in verticale. Anche se  l’inclinazione non è regolabile e quindi la soluzione non è pratica in tutte le situazioni.

LA VIDEOPROVA:

Buono il display da 10,6 pollici: robusto (vetro Gorilla Glass 2), è un Lcd di tipo Ips con risoluzione non elevatissima (1366×768 pixel) ma migliorata dalla tecnologia ClearType HD che migliora la resa dei font. Il vetro riflette ma si resta entro limiti tollerabili.
Il tablet è solo wi-fi. La memoria interna da 32 GB (c’è anche una versione a 64 GB, a 104 euro in più) è limitata, visto che il sistema operativo ne «mangia» oltre metà. Può però essere ampliata da una scheda microSd, che si inserisce in un slot collocato sotto l’aletta del supporto. (altro…)

“Secondo Gartner siamo i numeri 1, secondo Idc i numeri 2. Io per cavarmela dico che siamo i numeri ‘uno e mezzo'”. Gianfranco Lanci la butta in battuta ma la verità è che la cinese Lenovo – in cui il manager italiano ricopre il ruolo di vice-presidente e di presidente Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) – è uno dei pochi produttori di pc in gran salute. “Continuiamo a crescere, dai 30 miliardi di dollari di fatturato l’anno scorso, dovremmo arrivare a 35 quando chiuderemo l’anno fiscale a marzo e anche i profitti saliranno. In Cina siamo i numeri 1 col 35% di mercato, ma anche l’Emea negli ultimi trimestri ha aiutato la crescita. L’anno scorso in Europa eravamo il 5°-6° produttore, ora siamo saliti a quasi l’11% del mercato, con gli ultimi 6-9 mesi molto positivi”. (altro…)

Siamo entrati nell’era di Windows 8. Abbiamo provato a lungo la versione definitiva del sistema operativo. Su tre macchine diverse: un tablet puro Asus Vivo, un nuovo notebook Sony Vaio Serie T dotato di schermo touch e infine un notebook normale, un Fujitsu Lifebook Uh572 nato con Windows 7 e da noi aggiornato a Windows 8.

Per i non addetti ai lavori, specifichiamo che in verità Windows 8 non è uno ma trino. Su tablet con processore basato su architettura Arm (quelli generalmente usati da smartphone e tablet Android o iPad) gira una versione chiamata Windows RT. Un’edizione “blindata” di Windows 8, installabile solo su hardware certificato (ovvero: non vedrete tablet “cinesi” Windows RT da 150 euro) e che permette di far girare solo le app pre-installate da Microsoft – come il nuovo Office – oppure scaricabili dal Windows Store, equivalente dell’App Store Apple o del Play Store di Google.
Su pc tradizionali ma anche su tablet con ambizioni business, o meglio su macchine con architettura x86/x64 (processori Intel, Amd), gira la versione standard di Windows 8, in due incarnazioni: “liscia” o Pro, quest’ultima con funzionalità avanzate quali accesso remoto, virtualizzazione e crittografia dei dati (a queste due si aggiunge la versione Enterprise per aziende)

Ecco la videoprova con le nostre considerazioni:

In estrema sintesi, il giudizio su Windows 8 non può che essere contraddittorio.

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Il ceo di Microsoft Steve Ballmer alla presentazione di Windows 8È arrivato Windows 8 e il suo alfiere, il tablet Surface (il racconto del lancio a New York, della nostra Marta Serafini). Da oggi ai prossimi mesi avremo più occasioni per tornare a parlarne: sono attesi oltre 1.000 tra pc e tablet con il nuovo sistema di Microsoft. Almeno un po’ li proveremo. Nel frattempo ho scritto per il Corriere oggi in edicola un po’ di considerazioni, dopo una settimana di prove con la versione definitiva di Windows 8, testata su un tablet (Asus) e su un “normale” notebook (un ultrabook Fujitsu). Lo spazio su carta è sempre tiranno, confido di aver modo di espandere alcune considerazioni e di aggiungere quello che non ha trovato righe a sufficienza:

Coraggioso e spiazzante. Ecco Windows 8 in due parole. Coraggioso perché il sistema che gira sul 92% dei pc mondiali esce pesantemente rinnovato, di fatto rivoluzionato. Spiazzante perché anche l’utente Microsoft più affezionato avrà qualche capogiro di fronte alle mattonelle colorate del nuovo approccio grafico. Soprattutto su un tradizionale pc. Dopo 17 anni di menu Start, introdotto con Windows 95, Microsoft butta tutto all’aria. A ragion veduta. Il mondo post-pc teorizzato da Steve Jobs non è ancora tra noi ma avanza a grandi passi. Microsoft spariglia: è la prima a presentare un sistema che funziona in maniera indifferenziata su un tradizionale pc e su un tablet. Né Apple né Google né Amazon hanno qualcosa di simile. E con il «cugino» Windows Phone 8 per smartphone il menu è completo.

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Dennis Ritchie se n’è andato 6 giorni fa (ma la notizia si è diffusa in rete ieri). Senza grande clamore, se non fra gli addetti ai lavori. Il che è comprensibile. Non era un venditore e i suoi gadget non sono entrati nelle case di miliardi di persone. Non guidava aziende quotate al Nasdaq. Né faceva keynote ammaliando le folle.

Ma senza di lui non esisterebbero Linux, né Mac Os X. E neppure Windows. E parecchia altra roba. Di fatto Ritchie, una delle colonne dei Bell Labs, ha inventato – con altri – l’informatica moderna. Tra i “figli” di Ritchie c’è Unix, il primo sistema operativo che ha conquistato l’ambiente professionale (server, super-computer). Grazie Unix è nato Linux. E più tardi anche Mac Os X. (altro…)