di Paolo Ottolina - @pottolina

Categoria "videogame"

Un Nintendo 3DS XL chiuso (CLICCATE SULLA FOTO per vedere la GALLERIA DI IMMAGINII)

Facciamo un’incursione nei territori presidiati da Vita Digitale del collega Federico per parlare un po’ del Nintendo 3DS XL, ultima incarnazione di una gloriosissima serie di console portatili che risalendo la scala evolutiva passa per 3DS, Dsi, Ds, GBA, i vari GameBoy e indietro indietro fino ai mitici Game & Watch di inizio anni Ottanta. Immagini e considerazioni nella nostra videoprova:

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Nel 1981 avevo 7 anni. Al mare si andava a giugno. Il resto dell’estate si passava in città. Ma non c’era noia in quei pomeriggi. L’Ape Maia in tv. Il Vic 20. E soprattutto le interminabili partite di pallone ai giardinetti del Salera. Che poi si chiamerebbe “parco Divisione Acqui”, ma per noi erano i “giardinetti del Salera”, dal nome dell’hotel che vi si affaccia. Tranquilla periferia residenziale di una città di provincia. Quando il 18 agosto un enorme fumo nero si levò, lontano, sui tetti dall’altra parte del centro storico, mio nonno Angelo inforcò la bicicletta e si precipitò a vedere. E io dietro di lui, mollando a metà la partita. Sacrilegio, ma la gravità del momento imponeva il gesto. A rotta di collo per le discese della mia città, tutta un saliscendi, seguendo le sirene dei pompieri e con gli occhi al cielo striato di nero.
Bruciava la vetreria. 
Un elegante edificio industriale di mattoni rossi. Un calore insopportabile anche da dietro le transenne e lingue di fuoco altissime. Un esercito di pompieri, poliziotti, ambulanze. Esagerazioni di bambino o scherzi della memoria?Per trovare la notizia ho dovuto spulciare le cronache locali. Un rogo di 5 ore, un pompiere bruciacchiato (ma salvo) e poco di più. Roba da cronaca locale insomma. Ma un evento per una piccola città. Tanto più sei hai 7 anni (scarsi). E per la prima volta i grandi ti fanno assistere a un evento da grandi.
Sono passati 30 anni. Al mare si va una settimana sola perché costa troppo. Mio figlio guarda i cartoni su YouTube e gioca con l’iPad. La vetreria, chiusa pochi anni dopo quel rogo, oggi si chiama “Enofila“. E’ un elegante centro congressi. E sabato 21 e domenica 22 maggio ospita il Videogames Party, il più importante appuntamento in Italia dedicato ai videogiochi.
Io ci vado con mio figlio Matteo. Mio nonno Angelo ci ha lasciati la settimana scorsa, a 89 anni. La mia città è Asti.

Dopo una settimana il Playstation network non è ripartito. Confermata (almeno a livello di vulgata ufficiale) la versione dell’attacco hacker (un “down” senza apparente fine per una rete del genere? Kevin Mitnick in confronto doveva essere un patetico dilettante…). E, d’accordo, sarà anche gratuito, ma gli ultimi sviluppi mi sembrano un tantinello preoccupanti. Sopratutto laddove Sony mette le mani avanti e dice


«To protect against possible identity theft or other financial loss, we encourage you to remain vigilant to review your credit card account statements and to monitor your credit reports»
(Per proteggervi da possibili furti d’identità o perdite di denaro, vi incoraggiamo a controllare il vostro conto della carta di credito e a monitorare i vostri rendiconti)
Ouch.

Ognuno cala gli assi che ha. Sony-Ericsson, che come molti altri punta su Android, mette in campo il marchio e l’esperienza Playstation ma anche l’esperienza maturata con i tv Bravia e la macchine fotografiche, sposando il tutto con l’esperienza nelle reti e nei device degli scandinavi. Tutte tecnologie buttate sul piatto della nuova linea di terminali Sony-Ericsson lanciata qui a Barcellona.

Xperia PLAY_Black_CA01_screen1.pngNon è stato ripresentato l’Xperia Arc, mostrato a Las Vegas, nuovo top di gamma (549-569 euro in Italia) che arriverà in Italia a marzo. In compenso c’è l’attesa novità dell’Xperia Play: un Android specificamente pensato per il gaming che farà da anello di congiunzione tra il mondo degli smartphone e quello di Playstation, sempre più centrale nell’ecosistema digitale Sony. Uno smartphone che, alla comparsa in rete delle prime immagini non uficiali, aveva fatto pensare alla trasformazione in telefonino della Psp, la Playstation Portable. Non è esattamente così: la Psp avrà un’erede tutta pensata per i videogiochi e questo Xperia Play invece andrà a collocarsi in una terra di mezzo finora poco battuta dai produttori, a parte l’esperienza poco felice di Nokia con NGage. Play (il nome non è casuale, ovviamente) ha una tastiera estraibile ma al posto della solita “qwerty” c’è una replica adattata dei tasti del classico joypad Playstation. Sicuramente una bella comodità rispetto ai tasti touchscreen su display per chi gioca molto con il cellulare. Il telefono dovrebbe dare una bella spinta allo sviluppo di games per Android, un settore finora piuttosto indietro rispetto all’equivalente iPhone-iOs ma che sta crescendo rapidamente. Xperia Play gira, come tutta la nuova linea Xperia, con Android 2.3 e potrà contare sui contenuti del Playstation Store, un negozio virtuale che ospiterà tutta una serie di titoli, molti dei quali hanno fatto la storia delle console Sony. Xperia Play arriverà nei negozi europei già a marzo, mentre negli Usa verrà venduto grazie alla partnership con Verizon. Un po’ alto e forse discutibile il prezzo, considerato il target giovane (ma non solo) a cui si dovrebbe rivolgere: 599 euro.

 

La serata di Sony-Ericsson è stata completata dalla presentazione di Xperia Neo ed Xperia Pro. Il primo (dovrebbe arrivare a 349 euro) è una versione evoluta e rivisitata del Vivaz. Che abbandona Symbian e abbraccia, come tutta la linea Xperia, Android. Uno smartphone compatto che punta sulla qualità di foto e video: macchina fotografica a 8 Megapixel con sensore Exmor for Mobile (che sfrutta l’esperienza delle fotocamere Sony Exmor), video HD, uscita Hdmi e la qualità del display migliorata grazie alla tecnologia Bravia Engine Mobile derivata dal settore tv di Sony. Il Pro (399 euro) è invece un Android con tastiera fisica “a slitta” che va ad ampliare un settore ancora poco battuto dai produttori (ricordiamo appena il Milestone di Motorola e l’Htc Desire Z). 

Nintendo sta portando in “tour” la sua prossima star, quel 3DS di cui Federico ci ha già parlato nella sua trasferta a Los Angeles per l’E3. Il 3DS è arrivato anche a Milano e abbiamo avuto l’occasione di provarlo un po’. La console la mostriamo nel video a seguire (purtroppo il 3DS è rimasto spento per precisa volontà della casa giapponese, che al momento vuole evitare di mostrare il suo 3D in video bidimensionali in cui l’effetto stereoscopico si trasforma in un orrendo pasticcio di linee e colori…).



Le nostre impressioni dopo il breve “hands-on” di stamane sono decisamente positive. Il Nintendo 3DS, che arriverà «entro il marzo 2011» propone un 3D “vero” senza occhialini. Lo schermo tridimensionale è quello superiore, da 3,5 pollici in formato 16:9 (la risoluzione dovrebbe essere 800×240 pixel, 400×240 pixel per ciascun occhio). Quello inferiore, più piccolo, è da 3,02 pollici (320×240 pixel) e dei due è quello touch screen. Sul funzionamento dell’effetto 3D qui c’è una spiegazione tecnica che, in assenza di dettagli ufficiali dalla casa giapponese, sembra convincente. Se non altro perché l’angolo di visione è davvero molto importante: per vedere le immagini tridimensionali bisogna guardare il display frontalmente. Basta uno spostamento laterale di poche decine di gradi e le immagini si impastano. La distanza ottimale, da indicazione delle gentili hostess che avevano in custodia i preziosi protitipi del 3DS, è di 30 centimetri (ma anche 50 vanno bene). Per l’uso normale di una console portatile non ci sono particolari problemi.
L’effetto funziona davvero. E bene. Anche se in certi frangenti (ad esempio con le foto 3D che la console permette di scattare) la resa stereoscopica più che “Avatar” ricorda – non so se il paragone rende l’idea – “SuperGulp”. Oggetti disposti su piani bidimensionali a collocati a profondità visive diverse.
Sulla destra del display c’è un selettore che permette di azzerare l’effetto 3D (chiudendo un occhio si ottiene lo stesso risultato). Per i giochi, ai 4 bottoni e al pad a croce tradizionale si aggiunge un pad analogico a movimento circolare, pensato per muovere i nostri alter ego nello spazio tridimensionale: il funzionamento – nel nostro breve test con i giochi in demo – è pratico e preciso. La line-up di titoli al debutto è di sicuro impatto e Nintendo ha affermato che sarà “la più ampia di sempre per una console Nintendo”. Il 3DS avrà piena retrocompatibilità con i titoli della linea DS (ovviamente non funzioneranno in 3D).
Quanto al paventato “effetto mal di testa“, non abbiamo riscontrato disturbi fastidiosi ma bisognerà valutare le conseguenze dopo un utilizzo un più prolungato del gadget.
Lo schermo 3D in formato cinematografico servirà anche a visualizzare film tridimensionali. Il risultato, giudicando dai trailer mostrati oggi, è convincente. Considerando che al momento non esiste nessun altro device portatile (a parte qualche notebook assai costoso) a supportare il 3D, allora questa possibilità potrebbe dare una spinta in più al 3DS, a patto che Nintendo chiuda accordi con le major di Hollywood. Al momento non è chiaro in che modo i film saranno distribuiti per la piccola console giapponese, se in download (via wi-fi, il 3DS non ha un modem interno Umts/Hsdpa) o su dei supporti fisici.
Della data d’uscita abbiamo già detto, sul prezzo Nintendo non si è sbottonata anche se è ovvio che il 3DS si posizionerà sopra la fascia di prezzo dell’attuale gamma DSi. Probabilmente – ipotizziamo – intorno ai 200-250 euro.

Grande è bello. Potrebbe essere questo lo slogan del rinnovato Nintendo Ds. Il Dsi XL, come dice il nome, è una versione extra-large della console portatile più venduta. Non solo dimensioni più generose ma soprattutto un doppio display molto più grande e qualche altra novità (poche in verità).
Due le colorazioni, eleganti e discrete: un rosso vinaccia (lo vedete nel video) e un’altra versione marrone scuro. I colori e le dimensioni dello schermo dicono molto del pubblico a cui si punta: con Brain Trainer e i vari giochi per allenare la mente Nintendo ha fatto il colpaccio – poi replicato con la Wii -, di portare nel mondo dei videogiochi anche un pubblico che tradizionalmente ne erano escluse. Sarebbe riduttivo però archiviare il Dsi XL, come “console per la terza età”. 



Il primo impatto è molto positivo. I materiali sono solidi e nella confezione c’è una bella custodia e anche un secondo stilo, simile a una penna a sfera per dimensioni e forma, che si aggiunge al solito pennino. Questa seconda penna non ha però un alloggiamento dentro la console e dunque va portata in giro a parte,  con i conseguenti rischi di smarrimento.
Abbiamo poi uno slot per Sd Card, i tasti volume, un jack standard per le cuffie, l’ingresso per l’alimentazione mentre manca lo slot per le cartucce del GameBoy che era già stato eliminato con il precedente Dsi. 

Accendendo la console si notano subito i due schermi, grandi quasi il doppio di quelli del primissimo Ds. Sono da 4,2 pollici (contro i 3,2 del Dsi) e sono anche visibili da un’angolazione maggiore senza problemi.
La maggiore ampiezza della diagonale e dell’angolo di visuale offre agli utenti un’esperienza d’uso più piacevole e appagante, anche se la risoluzione dei display non è aumentata e resta a 256 x 192 pixel. Pochi, molto pochi per gli standard moderni (pensiamo alle risoluzioni degli smartphone di fascia alta) e soprattutto si tratta di una risoluzione identica al precedente Ds: la grafica, su uno schermo più grande, risulta quindi più “pixellosa”, anche i giochi restano perfettamente godibili. Le dimensioni maggiori non vanno però a danno dell’ergonomia e la console rimane perfettamente usabile senza affaticare troppo polsi e pollici.

Questo Dsi Xl integra al suo interno alcuni software precaricati: “ Una pausa con… Brain Training del Dr Kawashima”: “Parole e Immagini” “e Dizionario 6 in 1 con Funzione Fotocamera”, oltre al Nintendo DSi Browser, che permette di accedere a Internet attraverso la Nintendo Wi-Fi connection. Abbiamo avuto qualche problema di configurazione con il wi-fi ma una volta fatti i settaggi di base è possibile lanciarsi nella rete. L’esperienza di navigazione, ottenuta attraverso il browser norvegese Opera, migliora quelle del Dsi ma non è certo ottimale: la bassa risoluzione del display e la mancata compatibilità con diversi standard del web (flash ma non solo) rende l’esperienza su Internet un po’ faticosa. E’ una possibilità in più ma è difficile pensare che questo Nintendo diventi una credibile porta d’accesso al web. “Brain Training” è una versione riveduta del best seller dei giochi per la mente. C’è anche la nuova modalità Themes, in cui è possibile mettere alla prova le proprie abilità di recitazione e disegno utilizzando la fotocamera, il touch screen e il microfono: davvero divertente, sopratutto se ci giocate in compagnia. Con “Dizionario 6 in 1”  possibile inserire le parole da cercare manualmente o semplicemente fotografarle per visualizzare le traduzioni. Sono incluse migliaia di parole ed espressioni di uso comune in sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e giapponese).
C’è poi il Dsi Shop, con cui scaricare contenuti free e a pagamento. 

Questo Dsi Xl affianca e non sostituisce le altre versioni, Dsi e Ds Lite. Più scelta per soddisfare un maggior numero di utenti e cercare di rintuzzare l’offensiva sul gaming online dell’iPhone e degli smartphone in generale. Xl costa 179 euro, 10 in più del Dsi di cui ha le stesse caratteristiche, a parte gli schermi più grandi e i software preinstallati. Chi ha già un Dsi difficilmente sarà attratto da questo Xl, mentre per tutti gli altri questo Xl resta una console in cui il divertimento (come per la Wii) è ben superiore a specifiche tecniche non eccitanti. Intanto Nintendo ha annunciato la prossima evoluzione del Ds: sarà il 3DS, con games giocabili in 3D senza il supporto di occhialini speciali. Si vedrà a Las Vegas a giugno e arriverà (pare) entro marzo 2011.