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Simone Neri

LUISS Guido Carli, Law, PHD student in "Law and Business"

LUISS Guido Carli, Political Science, Graduate Student

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PhD in Law and Business at Department of Law in LUISS Guido Carli University and Teaching assistant in Constitutional and Administrative Law. In LUISS I achieved: a Master Degree in Government and Policies

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Maria Cristina Cavallaro

Università degli Studi di Palermo

Andrea Venanzoni

Università degli studi Roma Tre

University of Viterbo

Vincenzo Lamonaca

Università degli Studi di Bari

Giovanni Di Cosimo

University of Macerata

Università degli Studi di Padova

LORENZO SALTARI

Università degli Studi di Palermo

LUISS Guido Carli

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Papers by Simone Neri

La politica dell'amministrazione. Problemi e prospettive dello spoils system italiano

Lo studio, partendo dall'analisi delle norme costituzionali, intende analizzare il rapporto tra p... more Lo studio, partendo dall'analisi delle norme costituzionali, intende analizzare il rapporto tra politica e ammi-nistrazione a più di venti anni dalla rivoluzione copernicana sul pubblico impiego. Messa in luce la tensione costituzionale tra principio gerarchico-ministeriale (connesso a quello democratico) e il principio "autono-mistico" dell'amministrazione, si darà conto delle riforme, delle controriforme e degli interventi della Corte costituzionale in materia. Nelle pagine conclusive si proveranno a mettere in luce le principali criticità, sia sul piano funzionale che su quello strutturale, dell'attuale quadro normativo incidente sul rapporto tra politica e amministrazione provando, al tempo stesso e sulla scorta di una ampia riflessione dottrinale, ad avanzare alcune proposte per una più sapiente rimodulazione dei compiti tra la classe politica e quella amministrativa.

Diritto Pubblico Europeo Rassegna online NOTE MINIME ALLA SENTENZA N. 198 DEL 2018 DELLA CORTE COSTITUZIONALE. IL CONFLITTO TRA LO STATO E LE REGIONI SULLA NUOVA DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

Il contributo analizza la sentenza n. 198 del 2018 della Corte costituzionale italiana che, in vi... more Il contributo analizza la sentenza n. 198 del 2018 della Corte costituzionale italiana che, in virtù dei ricorsi promossi da alcune Regioni, si è pronunciata sulla legittimità costituzionale del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104, recante la revisione della disciplina di valutazione di impatto ambientale (VIA). Nella sentenza in esame il Giudice delle leggi, nel rigettare quasi tutti i motivi di ricorso delle Regioni, ha affermato che la disciplina della VIA, afferente alla “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, quale materia legislativa esclusiva posta in capo allo Stato, contenga al suo interno disposizioni in grado di intaccare trasversalmente le competenze delle Regioni al fine di offrire su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme. La pronuncia si inserisce nel solco di una lunga e costante giurisprudenza costituzionale tesa a ricondurre la disciplina della valutazione di impatto ambientale nel novero delle competenze esclusive dello Stato. Al tempo stesso, però, in virtù delle doglianze regionali, la Consulta ha anche occasione di affrontare, da un lato, alcuni aspetti riguardanti lo strumento della delega legislativa e, dall’altro, i limiti costituzionali posti alla potestà legislativa delle Regioni speciali.

LE RICADUTE ORGANIZZATIVE AL CENTRO DEL REGIONALISMO DIFFERENZIATO: QUALI RACCORDI INTERISTITUZIONALI?

SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Un modello organizzativo per la sottoscrizione e il monitoraggio d... more SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Un modello organizzativo per la sottoscrizione e il monitoraggio delle intese. -3. Lo Stato e le Regioni nel regionalismo differenziato. -3.1. La Presidenza del Consiglio dei ministri e il ruolo del Dipartimento per gli affari regionali. -3.2. La rimodulazione dell'amministrazione periferica dello Stato. -3.3. Le possibili scelte organizzative delle Regioni. -4. Gli enti locali alla luce del trasferimento di nuove e maggiori funzioni amministrative. -5. I raccordi tra lo Stato e le Regioni interessate dal procedimento devolutivo. -6. Considerazioni conclusive: l'articolo 116 della Cost. e la contendibilità tra i territori.

Il reclutamento nel pubblico impiego alla luce dei recenti interventi normativi

All’interno della Gazzetta Ufficiale n. 3 dello scorso 12 giugno 2018, sono state pubblicate le L... more All’interno della Gazzetta Ufficiale n. 3 dello scorso 12 giugno 2018, sono state pubblicate le Linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli (Direttiva n. 3/2018 del 24 aprile 2018), con le quali il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha attuato quanto stabilito dall’articolo 35, comma 5.2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che prevede l'emanazione di “Linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento
delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli, ispirate alle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale in materia di reclutamento del personale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, vigente in materia”. La disposizione appena citata è stata introdotta dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 e si inserisce nell'ambito di un più ampio intervento riformatore finalizzato ad aggiornare e migliorare la qualità, la professionalità e le competenze del personale che opera presso le amministrazioni pubbliche. Nell’ambito del presente studio si passeranno così in rassegna i contenuti della Direttiva appena citata. L’analisi sarà preceduta da una riflessione di carattere generale sul principio del pubblico concorso e sull’importanza che riveste oggi la materia riguardante la procedura di reclutamento nel pubblico impiego. Nelle pagine conclusive, invece, specifica attenzione sarà data alla figura del dirigente pubblico e al ruolo strategico che può rivestire la Scuola nazionale della pubblica amministrazione quale principale centro formativo dell’intero sistema burocratico.

L'amministrazione periferica dello Stato e il ruolo del prefetto alla luce delle recenti riforme

Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia

Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia di Simone... more Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia di Simone Neri 27 luglio 2018 SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Il quadro normativo. -3. I motivi del ricorso. -4. La sentenza del Giudice contabile. -5. Considerazioni conclusive. 1 Per ricostruire la disciplina dell'attività venatoria cfr: R.

I nodi interpretativi e le possibili soluzioni organizzative per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione

In our system the eagerness for the pursuit of a transformation of the regional system is now emb... more In our system the eagerness for the pursuit of a transformation of the regional system is now embodied by Article 116, third paragraph, of the Constitution. The signing of the preliminary agreements – which took place in February 2018 – between the Government and the Emilia-Romagna, Lombardia and Veneto Regions, for the implementation of the “differentiated regionalism”, offers the opportunity to discuss the procedural modalities for the implementation of the constitutional provision. This essay moves from the analysis of the interpretative issues and the implementation problems related to the present devolution process, to proposing an organizational solution for the broadest involvement of the bodies and institutions involved in this process.

Il tentativo di riforma della dirigenza pubblica, in S. NERI – A. VENANZONI (a cura di), La riforma Madia alla prova dei decreti attuativi

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

L’istituto della delega legislativa nell'esperienza della c.d. legge Madia, in S. NERI – A. VENANZONI (a cura di), La riforma Madia alla prova dei decreti attuativi,

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie forme di responsabilità dei pubblici funzionari

Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie for... more Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie forme di responsabilità dei pubblici funzionari 1 Simone Neri 18 ottobre 2016 SOMMARIO: 1. Premessa. -2. I profili costituzionali del pubblico dipendente e la codificazione delle regole etiche. -3. I Codici di comportamento nel settore pubblico alla luce delle recenti novelle legislative. -3.1. I contenuti minimi del Codice. -3.2. L'ambito di applicazione. -3.3. Il rilievo giuridico dei Codici in relazione alle varie forme di responsabilità. -4. Conclusioni.

Lo strumento della delega legislativa e il caso della legge c.d. “Madia”

La Costituzione all'art. 76 consente al Parlamento di delegare l'esercizio della funzione legisla... more La Costituzione all'art. 76 consente al Parlamento di delegare l'esercizio della funzione legislativa, ma a patto che vengano determinati i principi e criteri direttivi e che la delega abbia un termine e un oggetto definito. Il decreto legislativo, nella gerarchia delle fonti del diritto, come definito dal Crisafulli, ha rango pari a quello della legge ordinaria con effetti e forza identici, ma stante l'iter straordinario si configura come atto avente forza di legge e non come legge tout court. La ratio di tale strumento permette di adottare una disciplina specifica che solo il Governo, mediante i suoi apparati burocratici, può porre in essere nelle materie oggetto di delega. Tuttavia è sempre all'interno della legge di delega del Parlamento, che il Governo ha potere di normazione. Infatti l'atto legislativo parlamentare mancante di uno degli elementi succitati configurerebbe non solo l'esercizio della funzione legislativa, ma la funzione legislativa tout court.

La Riforma Madia alla prova dei decreti attuativi

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

La legge 7 Agosto 2015, n. 124 ambisce, mediante una serie sistematica di deleghe (e attraverso a... more La legge 7 Agosto 2015, n. 124 ambisce, mediante una serie sistematica di deleghe (e attraverso alcuni interventi diretti), ad una opera di organica razionalizzazione del tessuto normativo disciplinante l'opera e l'intervento (e la morfologia stessa) dei pubblici poteri. L'approccio legislativo è significativamente differenziato rispetto alle linee tendenziali registrate nei passati e analoghi tentativi di ridefinizione delle pubbliche amministrazioni; Infatti, da un lato, si evita quella bulimia normativa che ha afflitto molta produzione legislativa degli ultimi anni, preda questa di impulsi di innovazione ad ogni costo e tradottasi in una poco confortante introduzione di istituti che finiscono per sovrapporsi ad altri già vigenti con non secondari problemi di coordinamento, e dall'altro si incide a tutto campo con una coagulazione per codificazione (o quantomeno per consolidamento) di discipline spesso frammentarie e disomogenee. Si interviene, altresì, e non potrebbe essere altrimenti, sugli apparati serventi al fine di ricondurli a dimensioni e fisionomie più funzionali alle sfide (tutte assai impegnative, va detto) a cui la pubblica amministrazione è chiamata a dare apporto. L'ampiezza del contributo offerto dal legislatore delegante pone ovviamente una serie di questioni, ermeneutiche, operative, di sistema, di non poco momento. Interventi così vasti infatti spesso rischiano, soprattutto nel passaggio tra testo delegante e output finale, di determinare l'insorgere di un quadro esso stesso disomogeneo, sdilinquendo le premesse innovative e ripiegando su innovazioni più modeste. Va detto che i lavori parlamentari hanno dimostrato, in questo, un notevole grado di maturità, e come può rilevarsi piuttosto agevolmente il testo finale rispetto al disegno di legge proposto non ha subito correttivi al ribasso, ispirati questi in genere a criteri di diplomazia parlamentare, pace sociale e altre caratterizzazioni sub-ottimali che a volte si ingenerano nelle dinamiche d'assemblea (giocate sul delicato crinale che separa sincero spirito innovatore e ricerca del consenso politico); se si eccettua la espunzione finale del vecchio articolo 8 del ddl, articolo contenente una elencazione di definizioni di pubbliche amministrazioni, norma pensata per gettare luce sull'intricato e spesso oscuro quadro definitorio di cosa sia una pubblica amministrazione (con tutte le sequenziali problematiche applicative connesse), gli altri correttivi non hanno cambiato volto né appesantito eccessivamente le linee concettuali della riforma. L'ambizione più scoperta del pacchetto normativo è quello di procedere ad una codificazione di materie il cui corpus normativo è spesso disomogeneo. È una novità assai importante, se si considera che il diritto amministrativo (o se si preferisce, il diritto delle amministrazioni) è diritto da sempre privo di una polarità di centralizzazione quale appunto i codici sono, un diritto evolutosi per iniziativa

Lo stato dell’arte della legge 7 aprile 2014, n. 56, recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”

Lo stato dell'arte della legge 7 aprile 2014, n. 56, recante "Disposizioni sulle città metropolit... more

Rassegna sullo stato d’attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56.

Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare lo stato di attuazione della legge 7 ... more Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare lo stato di attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” (c.d. legge Delrio), con particolare riferimento all’attività normativa delle Regioni volta a dare attuazione alla legge nazionale, così come previsto al comma 89, art. 1 della già citata legge. Lo studio si inquadra alla luce della recentissima pronuncia della Corte Costituzionale, la n. 50 del 2015, con la quale si sono rigettati i ricorsi presentati da alcune Regioni che ravvisavano in più punti della legge in esame una violazione del dettato costituzionale. Non entrando nel merito della sentenza del Giudice delle leggi, si può brevemente dire che la Corte ha mantenuto in piedi l’intera struttura di essa, stabilendo implicitamente l’onere e la responsabilità in capo alle Regioni di dare seguito a quanto stabilito dal legislatore statale.

La politica dell'amministrazione. Problemi e prospettive dello spoils system italiano

Lo studio, partendo dall'analisi delle norme costituzionali, intende analizzare il rapporto tra p... more Lo studio, partendo dall'analisi delle norme costituzionali, intende analizzare il rapporto tra politica e ammi-nistrazione a più di venti anni dalla rivoluzione copernicana sul pubblico impiego. Messa in luce la tensione costituzionale tra principio gerarchico-ministeriale (connesso a quello democratico) e il principio "autono-mistico" dell'amministrazione, si darà conto delle riforme, delle controriforme e degli interventi della Corte costituzionale in materia. Nelle pagine conclusive si proveranno a mettere in luce le principali criticità, sia sul piano funzionale che su quello strutturale, dell'attuale quadro normativo incidente sul rapporto tra politica e amministrazione provando, al tempo stesso e sulla scorta di una ampia riflessione dottrinale, ad avanzare alcune proposte per una più sapiente rimodulazione dei compiti tra la classe politica e quella amministrativa.

Diritto Pubblico Europeo Rassegna online NOTE MINIME ALLA SENTENZA N. 198 DEL 2018 DELLA CORTE COSTITUZIONALE. IL CONFLITTO TRA LO STATO E LE REGIONI SULLA NUOVA DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

Il contributo analizza la sentenza n. 198 del 2018 della Corte costituzionale italiana che, in vi... more Il contributo analizza la sentenza n. 198 del 2018 della Corte costituzionale italiana che, in virtù dei ricorsi promossi da alcune Regioni, si è pronunciata sulla legittimità costituzionale del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104, recante la revisione della disciplina di valutazione di impatto ambientale (VIA). Nella sentenza in esame il Giudice delle leggi, nel rigettare quasi tutti i motivi di ricorso delle Regioni, ha affermato che la disciplina della VIA, afferente alla “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, quale materia legislativa esclusiva posta in capo allo Stato, contenga al suo interno disposizioni in grado di intaccare trasversalmente le competenze delle Regioni al fine di offrire su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme. La pronuncia si inserisce nel solco di una lunga e costante giurisprudenza costituzionale tesa a ricondurre la disciplina della valutazione di impatto ambientale nel novero delle competenze esclusive dello Stato. Al tempo stesso, però, in virtù delle doglianze regionali, la Consulta ha anche occasione di affrontare, da un lato, alcuni aspetti riguardanti lo strumento della delega legislativa e, dall’altro, i limiti costituzionali posti alla potestà legislativa delle Regioni speciali.

LE RICADUTE ORGANIZZATIVE AL CENTRO DEL REGIONALISMO DIFFERENZIATO: QUALI RACCORDI INTERISTITUZIONALI?

SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Un modello organizzativo per la sottoscrizione e il monitoraggio d... more SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Un modello organizzativo per la sottoscrizione e il monitoraggio delle intese. -3. Lo Stato e le Regioni nel regionalismo differenziato. -3.1. La Presidenza del Consiglio dei ministri e il ruolo del Dipartimento per gli affari regionali. -3.2. La rimodulazione dell'amministrazione periferica dello Stato. -3.3. Le possibili scelte organizzative delle Regioni. -4. Gli enti locali alla luce del trasferimento di nuove e maggiori funzioni amministrative. -5. I raccordi tra lo Stato e le Regioni interessate dal procedimento devolutivo. -6. Considerazioni conclusive: l'articolo 116 della Cost. e la contendibilità tra i territori.

Il reclutamento nel pubblico impiego alla luce dei recenti interventi normativi

All’interno della Gazzetta Ufficiale n. 3 dello scorso 12 giugno 2018, sono state pubblicate le L... more All’interno della Gazzetta Ufficiale n. 3 dello scorso 12 giugno 2018, sono state pubblicate le Linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli (Direttiva n. 3/2018 del 24 aprile 2018), con le quali il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha attuato quanto stabilito dall’articolo 35, comma 5.2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che prevede l'emanazione di “Linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento
delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli, ispirate alle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale in materia di reclutamento del personale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, vigente in materia”. La disposizione appena citata è stata introdotta dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 e si inserisce nell'ambito di un più ampio intervento riformatore finalizzato ad aggiornare e migliorare la qualità, la professionalità e le competenze del personale che opera presso le amministrazioni pubbliche. Nell’ambito del presente studio si passeranno così in rassegna i contenuti della Direttiva appena citata. L’analisi sarà preceduta da una riflessione di carattere generale sul principio del pubblico concorso e sull’importanza che riveste oggi la materia riguardante la procedura di reclutamento nel pubblico impiego. Nelle pagine conclusive, invece, specifica attenzione sarà data alla figura del dirigente pubblico e al ruolo strategico che può rivestire la Scuola nazionale della pubblica amministrazione quale principale centro formativo dell’intero sistema burocratico.

L'amministrazione periferica dello Stato e il ruolo del prefetto alla luce delle recenti riforme

Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia

Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia di Simone... more Note a margine della sentenza n. 42 del 2016 del giudice contabile in materia di caccia di Simone Neri 27 luglio 2018 SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Il quadro normativo. -3. I motivi del ricorso. -4. La sentenza del Giudice contabile. -5. Considerazioni conclusive. 1 Per ricostruire la disciplina dell'attività venatoria cfr: R.

I nodi interpretativi e le possibili soluzioni organizzative per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione

In our system the eagerness for the pursuit of a transformation of the regional system is now emb... more In our system the eagerness for the pursuit of a transformation of the regional system is now embodied by Article 116, third paragraph, of the Constitution. The signing of the preliminary agreements – which took place in February 2018 – between the Government and the Emilia-Romagna, Lombardia and Veneto Regions, for the implementation of the “differentiated regionalism”, offers the opportunity to discuss the procedural modalities for the implementation of the constitutional provision. This essay moves from the analysis of the interpretative issues and the implementation problems related to the present devolution process, to proposing an organizational solution for the broadest involvement of the bodies and institutions involved in this process.

Il tentativo di riforma della dirigenza pubblica, in S. NERI – A. VENANZONI (a cura di), La riforma Madia alla prova dei decreti attuativi

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

L’istituto della delega legislativa nell'esperienza della c.d. legge Madia, in S. NERI – A. VENANZONI (a cura di), La riforma Madia alla prova dei decreti attuativi,

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie forme di responsabilità dei pubblici funzionari

Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie for... more Il rilievo giuridico dei codici di comportamento nel settore pubblico in relazione alle varie forme di responsabilità dei pubblici funzionari 1 Simone Neri 18 ottobre 2016 SOMMARIO: 1. Premessa. -2. I profili costituzionali del pubblico dipendente e la codificazione delle regole etiche. -3. I Codici di comportamento nel settore pubblico alla luce delle recenti novelle legislative. -3.1. I contenuti minimi del Codice. -3.2. L'ambito di applicazione. -3.3. Il rilievo giuridico dei Codici in relazione alle varie forme di responsabilità. -4. Conclusioni.

Lo strumento della delega legislativa e il caso della legge c.d. “Madia”

La Costituzione all'art. 76 consente al Parlamento di delegare l'esercizio della funzione legisla... more La Costituzione all'art. 76 consente al Parlamento di delegare l'esercizio della funzione legislativa, ma a patto che vengano determinati i principi e criteri direttivi e che la delega abbia un termine e un oggetto definito. Il decreto legislativo, nella gerarchia delle fonti del diritto, come definito dal Crisafulli, ha rango pari a quello della legge ordinaria con effetti e forza identici, ma stante l'iter straordinario si configura come atto avente forza di legge e non come legge tout court. La ratio di tale strumento permette di adottare una disciplina specifica che solo il Governo, mediante i suoi apparati burocratici, può porre in essere nelle materie oggetto di delega. Tuttavia è sempre all'interno della legge di delega del Parlamento, che il Governo ha potere di normazione. Infatti l'atto legislativo parlamentare mancante di uno degli elementi succitati configurerebbe non solo l'esercizio della funzione legislativa, ma la funzione legislativa tout court.

La Riforma Madia alla prova dei decreti attuativi

by Simone Neri and Andrea Venanzoni

La legge 7 Agosto 2015, n. 124 ambisce, mediante una serie sistematica di deleghe (e attraverso a... more La legge 7 Agosto 2015, n. 124 ambisce, mediante una serie sistematica di deleghe (e attraverso alcuni interventi diretti), ad una opera di organica razionalizzazione del tessuto normativo disciplinante l'opera e l'intervento (e la morfologia stessa) dei pubblici poteri. L'approccio legislativo è significativamente differenziato rispetto alle linee tendenziali registrate nei passati e analoghi tentativi di ridefinizione delle pubbliche amministrazioni; Infatti, da un lato, si evita quella bulimia normativa che ha afflitto molta produzione legislativa degli ultimi anni, preda questa di impulsi di innovazione ad ogni costo e tradottasi in una poco confortante introduzione di istituti che finiscono per sovrapporsi ad altri già vigenti con non secondari problemi di coordinamento, e dall'altro si incide a tutto campo con una coagulazione per codificazione (o quantomeno per consolidamento) di discipline spesso frammentarie e disomogenee. Si interviene, altresì, e non potrebbe essere altrimenti, sugli apparati serventi al fine di ricondurli a dimensioni e fisionomie più funzionali alle sfide (tutte assai impegnative, va detto) a cui la pubblica amministrazione è chiamata a dare apporto. L'ampiezza del contributo offerto dal legislatore delegante pone ovviamente una serie di questioni, ermeneutiche, operative, di sistema, di non poco momento. Interventi così vasti infatti spesso rischiano, soprattutto nel passaggio tra testo delegante e output finale, di determinare l'insorgere di un quadro esso stesso disomogeneo, sdilinquendo le premesse innovative e ripiegando su innovazioni più modeste. Va detto che i lavori parlamentari hanno dimostrato, in questo, un notevole grado di maturità, e come può rilevarsi piuttosto agevolmente il testo finale rispetto al disegno di legge proposto non ha subito correttivi al ribasso, ispirati questi in genere a criteri di diplomazia parlamentare, pace sociale e altre caratterizzazioni sub-ottimali che a volte si ingenerano nelle dinamiche d'assemblea (giocate sul delicato crinale che separa sincero spirito innovatore e ricerca del consenso politico); se si eccettua la espunzione finale del vecchio articolo 8 del ddl, articolo contenente una elencazione di definizioni di pubbliche amministrazioni, norma pensata per gettare luce sull'intricato e spesso oscuro quadro definitorio di cosa sia una pubblica amministrazione (con tutte le sequenziali problematiche applicative connesse), gli altri correttivi non hanno cambiato volto né appesantito eccessivamente le linee concettuali della riforma. L'ambizione più scoperta del pacchetto normativo è quello di procedere ad una codificazione di materie il cui corpus normativo è spesso disomogeneo. È una novità assai importante, se si considera che il diritto amministrativo (o se si preferisce, il diritto delle amministrazioni) è diritto da sempre privo di una polarità di centralizzazione quale appunto i codici sono, un diritto evolutosi per iniziativa

Lo stato dell’arte della legge 7 aprile 2014, n. 56, recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”

Lo stato dell'arte della legge 7 aprile 2014, n. 56, recante "Disposizioni sulle città metropolit... more

Rassegna sullo stato d’attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56.

Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare lo stato di attuazione della legge 7 ... more Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare lo stato di attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” (c.d. legge Delrio), con particolare riferimento all’attività normativa delle Regioni volta a dare attuazione alla legge nazionale, così come previsto al comma 89, art. 1 della già citata legge. Lo studio si inquadra alla luce della recentissima pronuncia della Corte Costituzionale, la n. 50 del 2015, con la quale si sono rigettati i ricorsi presentati da alcune Regioni che ravvisavano in più punti della legge in esame una violazione del dettato costituzionale. Non entrando nel merito della sentenza del Giudice delle leggi, si può brevemente dire che la Corte ha mantenuto in piedi l’intera struttura di essa, stabilendo implicitamente l’onere e la responsabilità in capo alle Regioni di dare seguito a quanto stabilito dal legislatore statale.