The journal is also a member of CrossRef. The American School of Classical Studies at Athens is a... more The journal is also a member of CrossRef. The American School of Classical Studies at Athens is a research and teaching institution dedicated to the advanced study of the archaeology, art, history, philosophy, language, and literature of Greece and the Greek world. Established in 1881 by a consortium of nine American universities, the School now serves graduate students and scholars from more than 180 affiliated colleges and universities, acting as a base for research and study in Greece. As part of its mission, the School directs on going excavations in the Athenian Agora and at Corinth and sponsors all other American-led excavations and surveys on Greek soil. It is the official link between American archaeologists and classicists and the Archaeological Service of the Greek Ministry of Culture and, as such, is dedicated to the wise management of cultural resources and to the dissemination of knowledge of the classical world. Inquiries about programs or membership in the School should be sent to the
The Regional Production of Red-figure Pottery: Greece, Magna Graecia and Etruria, 2014
sacrifice, athletics, departures and the dionysiac Thiasos in the boeotian city of images Kyriaki... more sacrifice, athletics, departures and the dionysiac Thiasos in the boeotian city of images Kyriaki Kalliga a new Red-figure Kantharos by the argos Painter: contextual study of the Pottery from the grave of a young aristocrat at haliartos, boeotia Alexandra Zampiti Red-figure and its Relationship to the black-figure Technique in late classical boeotia: The case of the boeotian Kalathos-pyxis and the bilingual Vases Christina Avronidaki an assortment of bridal images on a boeotian Red-figure Pyxis from the Workshop of the Painter of the great athenian Kantharos
Photographies de couverture Madeleine Cavalier dans les réserves du Musée de Lipari au début des ... more Photographies de couverture Madeleine Cavalier dans les réserves du Musée de Lipari au début des années Cinquante. Cratère en calice de Lipari associé au Peintre de Maron.
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso d... more Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso dell'Editore. ISBN 9788896800263 SOMMARIO Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………. p. 9
dà seguito, con questo quarto volume, ad una collana dedicata interamente agli studi di ceramica ... more dà seguito, con questo quarto volume, ad una collana dedicata interamente agli studi di ceramica greca e magno-greca, all'interno della quale si vuole dare spazio ai diversi metodi di ricerca nell'analisi di questa classe di materiali, da quello attribuzionistico, all'iconografico ed iconologico, a quello di tipo economico e storicocommerciale. Questo volume si amplia per accogliere un nuovo filone, relativo al collezionismo della ceramica attica e magno-greca negli Stati Uniti d'America, tema interessante quanto poco indagato, qui affrontato da J.H. Oakley che, prendendo spunto dalla raccolta di reperti conservata nell' "U.S. Naval Academy Museum", di Annapolis, nel Maryland, si interroga sulle origini del fenomeno che è possibile datare a partire forse già dal 1738. Il filone di ricerca "attribuzionistico"-in questo caso con incursioni in quello iconografico-è rappresentato dal contributo di Giada Giudice che analizza sotto il profilo stilistico un cratere a campana rinvenuto nel 1872 nella necropoli occidentale di Himera, dove esso era utilizzato come cinerario. Il vaso, già edito negli anni '70 e riferito a fabbriche protosiceliote, sembra invece potersi ascrivere alla prima fase di attività del Pittore del Dinos, ceramografo attico, attivo all'interno dell'ergasterion del Pittore di Kleophon a partire dal 430 a.C. fino all'ultima decade del V secolo a.C. Di particolare interesse è l' iconografia del lato A del cratere, dove si combinano elementi tipici delle scene di gineceo con motivi prettamente dionisiaci, tanto da spingere l'autrice a servirsi dell'espressione "menadismo domestico". All'esegesi dell'iconografia di una "tripod-pyxis" attica a figure nere, conservata nel Museo Nazionale di Copenaghen e già edita, in maniera sintetica, in un volume del Corpus Vasorum Antiquorum danese, è dedicato il contributo di Nicholas Harokopos, che vi ricostruisce, attraverso una puntuale analisi dei segni iconici più significativi ed il convincente confronto con due coppe dei Pittori C e di Heidelberg, una complessa scena "that might represent an important aspect of the nuptial ceremony", che si svolge su tutti i lati del vaso. A Ian McPhee, uno dei massimi esperti di ceramica greca di IV secolo a.C., e soprattutto amico caro, cui dedichiamo il volume, si deve invece lo studio di una pelike attica conservata nella cittadina di Riggisberg (vicino Berna), proveniente forse dalla Macedonia, databile tra il 340 ed il 320/315 a.C., che presenta una non comune iconografia della nascita di Afrodite, alla presenza delle Horai, di Eros ed Himeros (oppure Pothos and Himeros o Pothos e Hedylogos), di Pan, di Zeus e di Dione (?). La pelike, stilisticamente vicina a tre esemplari della stessa tipologia conservati a Vergina, Malibu ed Atene, fornisce allo studioso l'occasione per un ripensamento delle attribuzioni del corpus di ceramiche riferite ai Pittori della Processione Nuziale e di Abegg, già proposte da A. Lebel e da K. Shefold, la cui opera necessita di una nuova definizione stilistica. Rientra nel filone iconologico il saggio di Elvia Giudice che rivolge la sua attenzione ad un cratere a colonnette attribuibile al Pittore del Frutteto e rinvenuto a Forcello, sito dell'Etruria padana, posto sulla riva destra del fiume Mincio, di cui è nota, al momento, solo una piccola parte dell'abitato. Il cratere si trovava in una domus di tipo aristocratico, detta "casa dei Velna" sul fondamento di un'iscrizione parzialmente mutila "velnaś", un gentilizio ben radicato nell'Etruria settentrionale e interna. Un'insolita e rara raffigurazione sul lato principale del cratere fornisce l'occasione alla studiosa per indagare i rapporti fra l'iconografia vascolare attica e la produzione tragica del V sec. a.C., e, in particolare, per ripercorrere lo sviluppo figurativo del mito di Filottete, che "nasce" nel 460 a.C. in piena coincidenza con la pièce teatrale eschilea. Chiude il volume il saggio di Dimitris Paleothodoros che, prendendo le mosse dalla recente mostra tenutasi a Princeton sul Pittore di Berlino, fa oggetto di studio circa 50 lekythoi, attribuite
The Uppsala Painter takes his name from a bell-krater today in the Museum Gustavianum in Uppsala.... more The Uppsala Painter takes his name from a bell-krater today in the Museum Gustavianum in Uppsala. 1 A short list of his works was first given in the Addenda and Corrigenda to the edition of Attic Red-figure Vase-painters published in 1942. Here on p. 966, J.D. Beazley listed five bell-kraters that he attributed to one hand: Uppsala 2372, Brussels R 275, a vase once in the Hamilton collection in Naples, Bologna 318, and Athens 12197. He also noted that the reverse of Vienna 1049 was "very like the Upsala painter, the obverse not." In 1963, in the second edition of Attic Red-figure Vasepainters, pp. 1436-1437, Beazley considerably augmented the list of the painter's works so that it included 12 bell-kraters and 4 calyxkraters; and now both sides of Vienna 1049 were definitely assigned to the painter. In the 1 During the preparation of this article, I have incurred many debts, particularly for general assistance in obtaining images or information, and for permission to publish images.I would like to express my sincere graditude to thefollowing people for their
Un cratere en cloche attique a figures rouges (pi. II, I-3; 12, i), actuellement conserve dans un... more Un cratere en cloche attique a figures rouges (pi. II, I-3; 12, i), actuellement conserve dans une collection privee italienne et publie recemment par Konrad Schauenburg, fait ici l'objet d'un reexamen minutieux. L'analyse du decor permet de l'attribuer au Peintre de Telos, qui faisait partie d'un groupe de peintres de vases (Groupe de Telos) actif a Athenes dans la premiere moitie du IV e siecle av. J.-C. Quant a la datation du vase, elle se situe aux environs de 380-370 av. J.-C. La scene de la face principale est discutee en detail. Elle represente le roi egyptien Bousiris essayant en vain de sacrifier Herakles. On y decele quelques elements nouveaux et, peut-etre, certaines allusions au theâtre contemporain. La tradition litteraire et iconographique de l'episode de la lutte d'Herakles contre Bousiris nous livre plusieurs versions du mythe entre le VII e siecle et le IV e siecle av. J.-C. Quant a la typologie de la scene dans la peinture de vases grecq...
The journal is also a member of CrossRef. The American School of Classical Studies at Athens is a... more The journal is also a member of CrossRef. The American School of Classical Studies at Athens is a research and teaching institution dedicated to the advanced study of the archaeology, art, history, philosophy, language, and literature of Greece and the Greek world. Established in 1881 by a consortium of nine American universities, the School now serves graduate students and scholars from more than 180 affiliated colleges and universities, acting as a base for research and study in Greece. As part of its mission, the School directs on going excavations in the Athenian Agora and at Corinth and sponsors all other American-led excavations and surveys on Greek soil. It is the official link between American archaeologists and classicists and the Archaeological Service of the Greek Ministry of Culture and, as such, is dedicated to the wise management of cultural resources and to the dissemination of knowledge of the classical world. Inquiries about programs or membership in the School should be sent to the
The Regional Production of Red-figure Pottery: Greece, Magna Graecia and Etruria, 2014
sacrifice, athletics, departures and the dionysiac Thiasos in the boeotian city of images Kyriaki... more sacrifice, athletics, departures and the dionysiac Thiasos in the boeotian city of images Kyriaki Kalliga a new Red-figure Kantharos by the argos Painter: contextual study of the Pottery from the grave of a young aristocrat at haliartos, boeotia Alexandra Zampiti Red-figure and its Relationship to the black-figure Technique in late classical boeotia: The case of the boeotian Kalathos-pyxis and the bilingual Vases Christina Avronidaki an assortment of bridal images on a boeotian Red-figure Pyxis from the Workshop of the Painter of the great athenian Kantharos
Photographies de couverture Madeleine Cavalier dans les réserves du Musée de Lipari au début des ... more Photographies de couverture Madeleine Cavalier dans les réserves du Musée de Lipari au début des années Cinquante. Cratère en calice de Lipari associé au Peintre de Maron.
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso d... more Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso dell'Editore. ISBN 9788896800263 SOMMARIO Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………. p. 9
dà seguito, con questo quarto volume, ad una collana dedicata interamente agli studi di ceramica ... more dà seguito, con questo quarto volume, ad una collana dedicata interamente agli studi di ceramica greca e magno-greca, all'interno della quale si vuole dare spazio ai diversi metodi di ricerca nell'analisi di questa classe di materiali, da quello attribuzionistico, all'iconografico ed iconologico, a quello di tipo economico e storicocommerciale. Questo volume si amplia per accogliere un nuovo filone, relativo al collezionismo della ceramica attica e magno-greca negli Stati Uniti d'America, tema interessante quanto poco indagato, qui affrontato da J.H. Oakley che, prendendo spunto dalla raccolta di reperti conservata nell' "U.S. Naval Academy Museum", di Annapolis, nel Maryland, si interroga sulle origini del fenomeno che è possibile datare a partire forse già dal 1738. Il filone di ricerca "attribuzionistico"-in questo caso con incursioni in quello iconografico-è rappresentato dal contributo di Giada Giudice che analizza sotto il profilo stilistico un cratere a campana rinvenuto nel 1872 nella necropoli occidentale di Himera, dove esso era utilizzato come cinerario. Il vaso, già edito negli anni '70 e riferito a fabbriche protosiceliote, sembra invece potersi ascrivere alla prima fase di attività del Pittore del Dinos, ceramografo attico, attivo all'interno dell'ergasterion del Pittore di Kleophon a partire dal 430 a.C. fino all'ultima decade del V secolo a.C. Di particolare interesse è l' iconografia del lato A del cratere, dove si combinano elementi tipici delle scene di gineceo con motivi prettamente dionisiaci, tanto da spingere l'autrice a servirsi dell'espressione "menadismo domestico". All'esegesi dell'iconografia di una "tripod-pyxis" attica a figure nere, conservata nel Museo Nazionale di Copenaghen e già edita, in maniera sintetica, in un volume del Corpus Vasorum Antiquorum danese, è dedicato il contributo di Nicholas Harokopos, che vi ricostruisce, attraverso una puntuale analisi dei segni iconici più significativi ed il convincente confronto con due coppe dei Pittori C e di Heidelberg, una complessa scena "that might represent an important aspect of the nuptial ceremony", che si svolge su tutti i lati del vaso. A Ian McPhee, uno dei massimi esperti di ceramica greca di IV secolo a.C., e soprattutto amico caro, cui dedichiamo il volume, si deve invece lo studio di una pelike attica conservata nella cittadina di Riggisberg (vicino Berna), proveniente forse dalla Macedonia, databile tra il 340 ed il 320/315 a.C., che presenta una non comune iconografia della nascita di Afrodite, alla presenza delle Horai, di Eros ed Himeros (oppure Pothos and Himeros o Pothos e Hedylogos), di Pan, di Zeus e di Dione (?). La pelike, stilisticamente vicina a tre esemplari della stessa tipologia conservati a Vergina, Malibu ed Atene, fornisce allo studioso l'occasione per un ripensamento delle attribuzioni del corpus di ceramiche riferite ai Pittori della Processione Nuziale e di Abegg, già proposte da A. Lebel e da K. Shefold, la cui opera necessita di una nuova definizione stilistica. Rientra nel filone iconologico il saggio di Elvia Giudice che rivolge la sua attenzione ad un cratere a colonnette attribuibile al Pittore del Frutteto e rinvenuto a Forcello, sito dell'Etruria padana, posto sulla riva destra del fiume Mincio, di cui è nota, al momento, solo una piccola parte dell'abitato. Il cratere si trovava in una domus di tipo aristocratico, detta "casa dei Velna" sul fondamento di un'iscrizione parzialmente mutila "velnaś", un gentilizio ben radicato nell'Etruria settentrionale e interna. Un'insolita e rara raffigurazione sul lato principale del cratere fornisce l'occasione alla studiosa per indagare i rapporti fra l'iconografia vascolare attica e la produzione tragica del V sec. a.C., e, in particolare, per ripercorrere lo sviluppo figurativo del mito di Filottete, che "nasce" nel 460 a.C. in piena coincidenza con la pièce teatrale eschilea. Chiude il volume il saggio di Dimitris Paleothodoros che, prendendo le mosse dalla recente mostra tenutasi a Princeton sul Pittore di Berlino, fa oggetto di studio circa 50 lekythoi, attribuite
The Uppsala Painter takes his name from a bell-krater today in the Museum Gustavianum in Uppsala.... more The Uppsala Painter takes his name from a bell-krater today in the Museum Gustavianum in Uppsala. 1 A short list of his works was first given in the Addenda and Corrigenda to the edition of Attic Red-figure Vase-painters published in 1942. Here on p. 966, J.D. Beazley listed five bell-kraters that he attributed to one hand: Uppsala 2372, Brussels R 275, a vase once in the Hamilton collection in Naples, Bologna 318, and Athens 12197. He also noted that the reverse of Vienna 1049 was "very like the Upsala painter, the obverse not." In 1963, in the second edition of Attic Red-figure Vasepainters, pp. 1436-1437, Beazley considerably augmented the list of the painter's works so that it included 12 bell-kraters and 4 calyxkraters; and now both sides of Vienna 1049 were definitely assigned to the painter. In the 1 During the preparation of this article, I have incurred many debts, particularly for general assistance in obtaining images or information, and for permission to publish images.I would like to express my sincere graditude to thefollowing people for their
Un cratere en cloche attique a figures rouges (pi. II, I-3; 12, i), actuellement conserve dans un... more Un cratere en cloche attique a figures rouges (pi. II, I-3; 12, i), actuellement conserve dans une collection privee italienne et publie recemment par Konrad Schauenburg, fait ici l'objet d'un reexamen minutieux. L'analyse du decor permet de l'attribuer au Peintre de Telos, qui faisait partie d'un groupe de peintres de vases (Groupe de Telos) actif a Athenes dans la premiere moitie du IV e siecle av. J.-C. Quant a la datation du vase, elle se situe aux environs de 380-370 av. J.-C. La scene de la face principale est discutee en detail. Elle represente le roi egyptien Bousiris essayant en vain de sacrifier Herakles. On y decele quelques elements nouveaux et, peut-etre, certaines allusions au theâtre contemporain. La tradition litteraire et iconographique de l'episode de la lutte d'Herakles contre Bousiris nous livre plusieurs versions du mythe entre le VII e siecle et le IV e siecle av. J.-C. Quant a la typologie de la scene dans la peinture de vases grecq...
Uploads
Papers by Ian McPhee