Papers by Maria Angela Polesana

Media and Communication, 2025
This article aims to make a contribution to the study of liberal feminism, social media, and infl... more This article aims to make a contribution to the study of liberal feminism, social media, and influencer culture, especially in the Italian context. The feminism of Chiara Ferragni, Italian fashion influencer with over 29 million followers, is an interesting case study that questions the relations, as well as the interaction, between activism, gender, and influencer culture. Ferragni's body simulacrum, exhibited through numerous social media advertising images, was displayed at Sanremo, a renowned Italian song festival, watched by 12 million people in 2023. At Sanremo, that body carried on the feminist battle through the wearing of manifesto luxury designer dresses together with the reading of a letter addressed to herself, a vector of a rhetorically powerful message that was, however, directed to the single woman rather than to women as a collectivity. This neoliberal discourse is emblematic of the instrumental use of gender issues for self-promotion, which often leads to the dilution of feminist meanings and the trivialization of social movements.

Mediascapes Journal, 2024
This study aims to explore the implications and potential challenges arising from the (more or le... more This study aims to explore the implications and potential challenges arising from the (more or less instrumental) use of gender issues by Italian influencers. In particular, we map the pulpiness of the themes emerging from a sample of 30 Italian content creators who base most of their storytelling on feminist claims. The research highlights the trade-off between activism and self-promotion, resulting in the possible dilution of meanings associated with feminism and the trivialisation of social moments. By using a follow-the-medium approach, two digital platforms were selected: Instagram and TikTok. Through a content analysis, this study aims to reflect on the effectiveness and limits of the activism of some influencer in promoting agendas with feminist themes, comparing some case studies. That is, the gender rhetoric adopted by four Italian activists (Giulia Blasi, Irene Facheris, Giorgia Soleri and Federica Fabrizio) were analysed in order to investigate the connections between images of the female body, biopolitics, platform capitalism and neoliberal feminism. The interpretative hypothesis is that there is an inescapable connection between their storytelling and platform capitalism: neoliberal and popular feminism depends on and validates the interests of social media platforms. Consequently, the idea of the influ-activist and feminism arises as a discourse to be performed rather than as a (collective) movement, an issue focused on the individual and her self-branding practices. Practices that are not, however, to be considered purely normative, but nevertheless emphasise forms of empowerment, albeit individual rather than linked to structural dimensions.

Pratiche di consumo alla prova del covid. A cura di R. Bartoletti, R. Paltrinieri, P. Parmiggiani, 2022
Attraverso le narrazioni della pubblicità, il mondo dei consumi
esprime la sua promessa di felici... more Attraverso le narrazioni della pubblicità, il mondo dei consumi
esprime la sua promessa di felicità. Ma cosa succede se, improvvisamente, la società dei consumi si ferma, come è accaduto durante il lockdown per arginare l’epidemia da Covid-19? Come mutano le narrazioni pubblicitarie? In che modo i brand conservano un loro spazio nel vissuto di individui che devono confrontarsi con la paura della morte?Le autrici cercano di capire, nella loro riflessione, se le strategie di adattamento/reazione della pubblicità alla crisi pandemica abbiano
prodotto un reale mutamento nei modelli narrativi pubblicitari, un ripensamento dei suoi topoi, o se si sia trattato invece di un semplice “intervallo” di cui la comunicazione commerciale non ha saputo approfittare per mutare, così come il mutato contesto sociale (valoriale), economico e politico sembra richiedere.

Il passaggio dalla Tv analogica a quella del digitale terrestre rappresenta una svolta epocale, c... more Il passaggio dalla Tv analogica a quella del digitale terrestre rappresenta una svolta epocale, cui a breve segue la nascita della tv satellitare che, con un utenza minore (per ragioni di costi di installazione e dei servizi a pagamento), pari al 41, 2%, fornisce una serie di tipologie di offerta non saturate dalla televisione generalista. Ad accumunare le due “declinazioni” di tv, ossia la digitale e la satellitare, vi è la necessità di fare i conti con le nuove modalità relazionali con cui le persone, e soprattutto i giovani, si confrontano con l’universo delle produzioni televisive e multimediali. Non solo il vecchio medium è vivo e vegeto, ma ha trovato proprio nel web il suo alleato più fedele. La televisione sembra adattarsi perfettamente alle nuove abitudini dei soggetti, aumentando il coinvolgimento degli spettatori grazie alle applicazioni di secondo schermo. In Italia la tv mantiene ampiamente il primato rispetto agli altri media, registrando un consumo medio giornaliero d...

Come afferma Baudrillard ne "La soceità dei consumi" (1976), il corpo ha una “funzione ... more Come afferma Baudrillard ne "La soceità dei consumi" (1976), il corpo ha una “funzione ideologica”, è “il mito guida di un’etica del consumo” e come tale perde qualsiasi carattere “demistificatorio” per diventare, nella sua pornografica, “pubblicitaria”, ossessiva e ossessionante vetrinizzazione, di cui la proliferazione di immagini digitali è un inquietante e ipertrofica manifestazione, simulacro, packaging vuoto che non rimanda a nient’altro che a se stesso. Le immagini che ritraggono il corpo o parti di esso (proprio come accade in tanta pubblicità) sono cioè espressione di un feticismo, non del significato, bensì del significante, in cui il soggetto subisce un processo di astrazione (il culto della bellezza e del corpo) dei valori-segno in tutto e per tutto intercambiabili in nome di un “processo di razionalizzazione fantasmatica” (Baudrillard, "Per una critica dell'economia politica del segno", 2012, p.89) dell’oggetto e dell’oggetto corpo

A Debray, che nel 1991 pubblica Cours de Médiologie Génerale, si deve l’invenzione del termine me... more A Debray, che nel 1991 pubblica Cours de Médiologie Génerale, si deve l’invenzione del termine mediologia. Anche se è nel 1979, nel volume Le Pouvoir Intellectuel en France, che appare, per la prima volta, il neologismo médiologie. Secondo lo studioso la mediologia deve porre in luce, nel lungo periodo, a partire dalla nascita della scrittura, la funzione del medium: “il segreto dinamico delle idee nella storia è da ricercare nei loro supporti e meccanismi di trasmissione” (Debray, 1999). L’evoluzione delle tecniche di trasmissione dà luogo, secondo Debray, a tre “mediasfere”, ossia logosfera, grafosfera e videosfera, ciascuna definita dal dominio di una particolare tecnologia per la codifica simbolica e da un particolare apparato istituzionale per la trasmissione simbolica. A ciascuna mediasfera corrisponde un principale e specifico apparato di trasmissione: la Chiesa alla logosfera, la scuola alla grafosfera e la televisione alla videosfera. A ogni mediasfera, a ogni evoluzione de...

Comunicacion Y Sociedad, 2018
In our country the conditions for women have radically changed over time thanks to a number of im... more In our country the conditions for women have radically changed over time thanks to a number of important achievements. However, several discriminatory factors still exist, such as the multiple roles (wife, mother, employee) that women must carry out, or salary gaps between men and women. On top of this we can add the persistent attitude the media takes in defining and assessing the value of a women. This is primarily based on the concepts of beauty, youth and slenderness, all of which make female bodies instruments of passive obedience in a patriarchal order of things. In advertising particularly,in addition to recognizing the natural inclination that women have to taking care of their bodies, women are constantly represented in a ‘neo cubist’ way – with value given to specific parts of the body rather than to intellectual capabilities. Based on an analysis of a significant body of television commercials and of a number of recent studies carried out on this subject, this article addresses the following questions: does current advertising empower women or reinforce old stereotypes? Can we find examples of advertisements that represent women performing intellectual or professional roles or are we still seeing women in domestic environments or as objects of pleasure? Findings indicate that the ‘empowerment’ that the media claims it is representing is really just a ‘power’ or ‘freedom’ that women are offered from a menu of mostly old stereotypes.
Il corpo, nelle attuali società ipermoderne, è uno strumento di comunicazione a disposizione degl... more Il corpo, nelle attuali società ipermoderne, è uno strumento di comunicazione a disposizione degli individui per costruire e trasmettere la propria identità, attraverso le merci e le loro marche, adottando la logica comunicativa che contraddistingue la vetrina. E' un «corpo flusso», ovvero un corpo in uno stato di variazione permanente che funziona da interfaccia e non ha confini, né identità fisse. Un corpo su cui agisce anche la pubblicità ri-semantizzandolo in funzione del mondo dei consumi. Ed è in particolare il corpo femminile a soffrire di una sovraesposizione pubblicitaria che riduce la donna a oggetto del male gaze e la sottopone alla dittatura della bellezza, alla dittatura del corpo perfetto

SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, 2014
Since 2001 consumers, hit by a financial crisis that has spread in our country as well as in the ... more Since 2001 consumers, hit by a financial crisis that has spread in our country as well as in the rest of Europe, having to do with a shrinking income, have started to significantly change their consumption habits thus generating new patterns of consumption. A new ranking of values (territory is now important as well are respect for environment and nature in general and the request for ethics and transparency from manufacturers) has then determined and developed a different set of new consumption options. At this point question arises if advertising, an important link between consumer and product, is able to carry and deliver the new developing system of values in an effective manner. Advertising should do this, given his closeness to the social climate it describes and that should be the theme of any advertising piece. The quali-quanti analysis of those spots broadcasted by several Italian TV networks between April 4 and July 4, 2012 shows that advertising is changing consistently with a changed social and cultural scenario: no text can indeed exists without its reader.
The Blackwell Encyclopedia of Sociology

E ormai prassi corrente etichettare molte vicende di cronaca nera con il nome del luogo in cui so... more E ormai prassi corrente etichettare molte vicende di cronaca nera con il nome del luogo in cui sono accadute: fatto emblematico di quella stupita incredulita che nasce dalla scoperta che il male alligna anche nei piccoli centri. Dire "il caso di..." Novi Ligure, Cogne, Garlasco, Perugia, Erba ecc., significa esprimere una sorta di paradosso, di ossimoro che scaturisce dall’avvicinare il ritratto del tranquillo, piccolo e ricco centro urbano al delitto tanto efferato di cui e stato teatro. Di maggior sollievo, per la comunita, sarebbe poter pensare che quel male le sia estraneo, che venga da un altrove lontano. I media intercettano prontamente l’ansia, l’angoscia, la paura che percorrono tutta la nostra societa per incanalarle in direzione di piu "rassicuranti" bersagli: la colpa e dello straniero, di Azouz Marzouk. Il caso di Erba, in cui sono state barbaramente uccise quattro persone, si trasforma in qualcosa di piu di un fatto di cronaca nera: viene reinterpret...

Mediascapes journal, 2017
The figure of fashion influencer stems from the bottom throughout the web, and it takes advantag... more The figure of fashion influencer stems from the bottom throughout the web, and it takes advantage of the many likes it receives from the followers and keeps its momentum by continuously generating interactions and talks about him/her self. Chiara Ferragni, the Italian but internationally renowned influencer, may count some 11 million followers. In her photos what dominates is the way she is dressed, the specific fashion element perfectly coherent with the real life she is actually living in that very moment. The process of identification is then augmented by the euphoric model of advertising-like communication she uses. The actual life of Chiara Ferragni is displayed through a series of images and the boundaries between her private life and what can be called a reality show are really vague and undefined However the way the influencer communicates through Instagram is not much different from the way most of the regular user of the social network do all the time: in both cases the u...

La crisi economica, scoppiata nel 2008 è una crisi globale la cui durata e intensità ha finito co... more La crisi economica, scoppiata nel 2008 è una crisi globale la cui durata e intensità ha finito col provocare mutamenti profondi nelle nostre vite da un punto di vista non solo, appunto, economico, ma anche sociale e culturale. Nello specifico, l’Italia ha sofferto la riduzione dell’occupazione, la frammentazione dei rapporti di lavoro, il declino industriale, la contrazione dei bilanci familiari, nonché la distribuzione del reddito sfavorevole per i ceti popolari e per una parte importante delle classi medie. La durata della crisi ha reso il downsizing dei consumi quasi strutturale, ha cioè esercitato un effetto maieutico rispetto al manifestarsi di una accresciuta consapevolezza, da parte del consumatore, del reale valore che il consumare ha nella sua vita: consumare non rende felici. La profonda delusione/disillusione, rispetto alle grandi promesse del capitalismo e alla utopica concezione del nostro pianeta come fonte inesauribile di risorse, lasciano il posto alla consapevolezza della necessità di un cambiamento radicale del nostro stile di vita. Emergono dunque nuovi sistemi di valori che assegnano importanza al territorio, al rispetto per l’ambiente e per la natura, all’etica e alla trasparenza cui i produttori devono ispirare il loro agire, valori che si traducono in nuove e diverse scelte di consumo. La crisi dei consumi non è stata soltanto quantitativa, ma ha interessato i convincimenti, i desideri, i bisogni e i valori degli individui. Al punto che i consumi esprimono il profilo di un nuovo consumatore, un soggetto che si sente non solo portatore di diritti, ma anche di doveri rispetto agli altri e all’ambiente. A tal proposito si pensi ai consumi verdi, etici e critici (quali i GAS, ossia i Gruppi di Acquisto Solidale, gli orti urbani, i farmer market, il commercio equo e solidale, ecc.), allo sviluppo della sharing economy (pensiamo a Uber, a Airbnb, agli swap party, al bikesharing, ecc.), ovvero un’economia collaborativa, della condivisione, nelle sue molteplici declinazioni, all’esplosione dei social network guidati dalla logica del dono. Due interessanti indagini sul lessico degli italiani, condotte da Demos&Pi, nel 2011 e nel 2013, testimoniano del manifestarsi di un sentire sempre più ispirato ai cosiddetti “buoni sentimenti” al punto che, tra le “parole di successo”, troviamo “energia pulita, solidarietà e bene comune”. Un mutamento valoriale che trova conferma in una ricerca del Censis, intitolata I valori degli italiani: dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni, in cui si evidenzia come dall’esaltazione della soggettività e di valori di tipo soggettivo si passi a una ridefinizione del proprio rapporto con la società e con l’ambiente. Acquista consistenza un fenomeno quale lo slow living, l’associazionismo e il volontariato dimostrano grande vitalità, lo spreco diventa un disvalore, all’ “io voglio tutto” subentra “l’io ho tutto”, nascono, favorite dal web, comunità cementate da passioni e da interessi, da emozioni e da frequentazioni simili. Si assiste dunque a una coevoluzione degli atteggiamenti e dei comportamenti di consumo coerentemente all’emergere di nuovi sistemi di valori. Sorge allora spontanea una domanda, cui il presente studio cerca di rispondere attraverso un attento esame della letteratura di questa forma di comunicazione, nonché attraverso l’analisi di una consistente serie di spot, ovvero: la pubblicità, che è uno degli strumenti fondamentali della comunicazione d’impresa, per mettere in contatto il consumatore col prodotto che racconta nei suoi messaggi, dimostra o meno di recepire e quindi di veicolare in maniera efficace il nuovo sistema di valori che si sta attualmente affermando? È una pubblicità sintonizzata con lo spirito del tempo o le sue narrazioni appartengono a un passato che, coi suoi valori, è ormai lontano dal presente e dal sentire che lo abita? Al fine dunque di verificare la presenza, o meno, del “nuovo” universo valoriale all’interno dei messaggi pubblicitari, si è condotta un’analisi quali-quantitativa. Nello specifico, la ricerca è iniziata nel 2012 e è poi proseguita nel 2014 contando sulle rilevazioni rese disponibili da Sponsorshop (agenzia di monitoraggio pubblicitario), rispettivamente, per il periodo che va dal 5 aprile al 4 luglio 2012 e poi per il periodo che va dal 1 gennaio al 3 marzo 2014. La parte quantitativa consiste nella rilevazione degli spot che sono stati trasmessi, dalla televisione italiana, nell’arco delle 24 ore, sui canali televisivi: Rai1, Rai 2, Italia 1, Canale 5, Rete 4, Sky Fox, Sky Cinema, SKY Sport, La 7, MTV. La scelta di considerare le pubblicità televisive va ricondotta allo spazio tuttora riservato, nella dieta mediale degli italiani, alla televisione i cui contenuti non solo continuano ad essere oggetto di fabulazione nelle chiacchiere quotidiane, ma allargano il loro pubblico estendendolo ai social network, al punto che la televisione diventa social tv. La parte qualitativa si è tradotta…
The Blackwell Encyclopedia of Sociology

È possibile creare una teoria che ci consenta di spiegare il funzionamento di tutti i media? È qu... more È possibile creare una teoria che ci consenta di spiegare il funzionamento di tutti i media? È questo l'obiettivo che si è posto, da parecchio tempo, lo studioso statunitense Joshua Meyrowitz. Noto in Italia soprattutto per il grande successo ottenuto anni fa con il volume "Oltre il senso del luogo". Come i media elettronici influenzano il comporta-mento sociale, Meyrowitz è partito dall'eredità teorica che ci ha lasciato Marshall McLuhan, per tentare di mettere a punto un modello interpretativo che sia in grado di spiegare efficacemente il ruolo esercitato dai numerosi media impiegati quotidianamente dagli esseri umani. Nel corso dei decenni, la sua riflessione ha attraversato diverse fasi arrivando a definire una vera e propria teoria del medium. In questo volume viene presentata, per la prima volta in Italia, la più recente versione di tale teoria. Joshua Meyrowitz (1949) ha insegnato Comunicazione nel Dipartimento di Comunicazione dell'Università del New Hampshire di Durham e ha pubblicato numerosi saggi riguardanti gli effetti prodotti dai mass media. Tra essi il già citato "Oltre il senso del luogo". Come i media elettronici influenzano il comportamento sociale, uscito in Italia nel 1993, nel quale Meyrowitz ha analizzato come l'apparizione della televisione e dei media elettronici abbia modificato la percezione umana dello spazio. Il saggio di Meyrowitz è preceduto dall'introduzione di Maria Angela Polesana

Filosofi(e) Semiotiche, vol. 7, 2020
From the beginning of the Covid-19 emergency, and for the entire duration of the still ongoing cr... more From the beginning of the Covid-19 emergency, and for the entire duration of the still ongoing crisis, television has played a central role, especially in the so called «Phase 2», in the media consumption of Italians who have turned to it in search of information. The need to quickly get in tune with the “new” (social, economic and political) reality, created by the Covid-19 emergency, has prompted brands to act according to the so-called real-time marketing, a marketing able to promptly respond to the concerns, challenges, passions of the moment. This advertising has adopted the following as its own: concepts, topics and words from politics and science (the two real protagonists of current television content); the titles of National Guard campaigns (such as #iorestoacasa, #resistiamoinsieme); the social narrations linked to the comments and speeches created by users (such as “#andràtuttobene). There are three mythologies supporting these narrations: the celebration of being Italian and patriotic solidarity, the juxtapositioning of the “inside” (home and family as a safe and warm shelter) and the “outside” (the trenches, a military metaphor shared by media) and the humanization of technology at the service of human affections and emotions. The result has been the creation of advertising communication that, at the end, echoes institutional sources, user generated content and the news instead of being a generator of specific content, consistent with its language and with the peculiar characteristics of metagenre in which entertainment has always played an important role. Even if singularly, in some cases, narrations of some interest have been produced, the cumulative effect of this communication, in its redundant repetition, has become counterproductive for brands and risks making them all the same, insincere and lacking credibility.
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Papers by Maria Angela Polesana
esprime la sua promessa di felicità. Ma cosa succede se, improvvisamente, la società dei consumi si ferma, come è accaduto durante il lockdown per arginare l’epidemia da Covid-19? Come mutano le narrazioni pubblicitarie? In che modo i brand conservano un loro spazio nel vissuto di individui che devono confrontarsi con la paura della morte?Le autrici cercano di capire, nella loro riflessione, se le strategie di adattamento/reazione della pubblicità alla crisi pandemica abbiano
prodotto un reale mutamento nei modelli narrativi pubblicitari, un ripensamento dei suoi topoi, o se si sia trattato invece di un semplice “intervallo” di cui la comunicazione commerciale non ha saputo approfittare per mutare, così come il mutato contesto sociale (valoriale), economico e politico sembra richiedere.
esprime la sua promessa di felicità. Ma cosa succede se, improvvisamente, la società dei consumi si ferma, come è accaduto durante il lockdown per arginare l’epidemia da Covid-19? Come mutano le narrazioni pubblicitarie? In che modo i brand conservano un loro spazio nel vissuto di individui che devono confrontarsi con la paura della morte?Le autrici cercano di capire, nella loro riflessione, se le strategie di adattamento/reazione della pubblicità alla crisi pandemica abbiano
prodotto un reale mutamento nei modelli narrativi pubblicitari, un ripensamento dei suoi topoi, o se si sia trattato invece di un semplice “intervallo” di cui la comunicazione commerciale non ha saputo approfittare per mutare, così come il mutato contesto sociale (valoriale), economico e politico sembra richiedere.
Questo libro è il risultato di un'ampia ricerca promossa da Mediafriends e condotta dall'Università IULM di Milano. L'indagine ha preso in esame:
- 30 anni di spot pubblicitari relativi a enti del terzo settore trasmessi dalle reti Mediafriends;
- la comunicazione sui social media da parte di 800 enti.
I risultati mettono in luce la progressiva affermazione di un generale senso di individualismo e sfiducia verso le istituzioni. Ma dimostrano anche che gli enti del terzo settore, nella loro attività quotidiana e tramite la comunicazione (certamente migliorabile, soprattutto sui social media) si fanno testimoni e baluardi di dimensioni etiche e valoriali di cui il Paese ha, oggi, quanto mai bisogno.