Papers by Anna Magrin

First International Symposium September 24th_27th | 2009 Palazzo Badoer _ Sestiere San Polo 2468 ... more First International Symposium September 24th_27th | 2009 Palazzo Badoer _ Sestiere San Polo 2468 | Venezia Director and scientific coordinator: Benno Albrecht Organization: Anna Magrin Curators of the symposium topics: Erich Trevisiol, Giovanni Mucelli and Claudia Tessarolo, Jacopo Gaspari, Benno Albrecht, Patrizia Montini and Sergio Pascolo Essays by: Benno Albrecht, Barbara Aronson, Angelo Bugatti, Ugo Cantone, Robert Demel, Vincenzo Ferrara, Robert Kronenburg, Paola Vigano and: Giuseppe Baldo - Maurizio Bacci - Andrea Signoretto, Maria Berrini - Orsola Bolognani - Lorenzo Bono, Sebastiano Brandolini, Elisa Bonetto - Michele Chiariello, Chiara Buffa - Giulia Marabini - Masa Grbic - Vuk Valter, Tullio Cambruzzi, Tiziano Cattaneo, Carolina Collaro, Francisco J. Del Corral del Campo, Laura Cunico, Andrea Curtoni - Giulia Mazzorin, Dao-Ming Chang, Adriana De Miranda, Giovanna De Stefani - Maurizio Borin - Michela Salvato - Davide Tocchetto, Giorgia De Pasquale, Luca Donner, Francesca ...
... Giuseppe Baldo con Maurizio Bacci e Andrea Signoretto, MariaAntonia Barucco, Maria Berrini co... more ... Giuseppe Baldo con Maurizio Bacci e Andrea Signoretto, MariaAntonia Barucco, Maria Berrini con Orsola Bolognani e Lorenzo Bono, Elisa Bonetto, Chiara Buffa e Giulia Marabini, Tullio Cambruzzi, Tiziano Cattaneo, Carolina Collaro, Laura Cunico, Andrea Curtoni e Giulia ...
... Giuseppe Baldo con Maurizio Bacci e Andrea Signoretto, MariaAntonia Barucco, Maria Berrini co... more ... Giuseppe Baldo con Maurizio Bacci e Andrea Signoretto, MariaAntonia Barucco, Maria Berrini con Orsola Bolognani e Lorenzo Bono, Elisa Bonetto, Chiara Buffa e Giulia Marabini, Tullio Cambruzzi, Tiziano Cattaneo, Carolina Collaro, Laura Cunico, Andrea Curtoni e Giulia ...
in: "Castellum" n. 50, 2008
Comunità Italia
Il testo investiga Il progetto della città esistente come il più significativo e originale contri... more Il testo investiga Il progetto della città esistente come il più significativo e originale contributo italiano all’urbanistica moderna del secondo dopoguerra che deve la sua origine alla specificità culturale, sociale e
politica della realtà italiana degli anni fra il 1945 e il 1960. Il tema ha avuto rilevanti conseguenze in ambito internazionale: l’unicità del pensiero italiano, mediata e adattata, è stata un importante contributo alla definizione delle politiche di conservazione e sviluppo delle grandi istituzioni internazionali.
A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN · Italia 1945· Italia -1995 8. Lavorano a questa ricerca M.... more A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN · Italia 1945· Italia -1995 8. Lavorano a questa ricerca M. Coppa, B. Dolcetta, B. Gabrielli, I. Insolera, M. Manieri Elia, R. Pardi, I. Rasimelli, M. Serra, C. Travaglini, F. Zannetti, la società SOMEA e altri.

Atti della XVII Conferenza Nazionale SIU. L'urbanistica italiana nel mondo, 2014
"In occasione dell’Annee Europeenne du Patrimoine Architectural (1975) promosso dal Consiglio d’E... more "In occasione dell’Annee Europeenne du Patrimoine Architectural (1975) promosso dal Consiglio d’Europa attraverso il Comitato intergovernativo dei Monumenti e Siti, viene presentato il Programma Europeo di Realizzazioni Esemplari. Fra queste i piani per Bologna, Elsinore (Danimarca), Chester e Chicester (Inghilterra), Rouen (Francia).
Il secondo simposio, presieduto da Leonardo Benevolo con Alfred Schmid e Krzystof Pawowski, si è tenuto a Bologna nell'ottobre del 1974, e ha proposto come esemplare il progetto per Bologna, illustrandolo attraverso le relazioni e una mostra allestita per l’occasione.
Questo contributo si propone di indagare quale idea di conservazione della città implicita alla costruzione dei progetti per Bologna elaborati fra gli anni Sessanta e Settanta (Indagine Settoriale per il Centro Storico 1962-65, Piano Particolareggiato per il Centro Storico 1969, PRG 1970, PEEP Centro Storico 1973) è divenuta modello istituzionale internazionale per la tutela dei centri storici e come ciò sia avvenuto, attraverso cioè quali tappe, grazie a quali attori e sistemi di relazioni, con quali conseguenze."

Città mediterranee in trasformazione, 2014
"EN
Between 1870 and 1920 the landscape of the Po Valley in Emilia Romagna region appears largel... more "EN
Between 1870 and 1920 the landscape of the Po Valley in Emilia Romagna region appears largely cultivated “a piantata”, according to a traditional colture that preceeds the Roman conquest of the lands of Emilia, grounded on the close connection between the urban space of the small towns and their countryside.
So a productive landscape, modified over the centuries. Emilio Sereni [Sereni 1955] describes cycles intimately linked to the economic and social transformations that draw the soil of this plains, and bring image and characters of the Po valley landscape closer to those of the Mediterranean landscape which historically and culturally belongs. The relationship between the landscape “a piantata” in the plains of Emilia and the plains of Southern Italy is still largely unknown, and sometimes unexpected.
The Emilian landscape is already really changed at 1962, when the surveys for the piano intercomunale bolognese and the photo-reportages show its radical impairment.The assumptions of Sereni founded reasons and sense of a brief, unrealized and forgotten season of Bolognese urban policy that has tried, through the restoration of urban and peri-urban agrarian landscape, the conservation of corresponding social and economic forms.
ITA
Fra il 1870 ed il 1920 il paesaggio della pianura padana emiliana appare in gran parte ancora coltivato a piantata, secondo una tradizione colturale addirittura precedente alla conquista romana delle terre emiliane, fondata sulla connessione stretta fra lo spazio urbano dei piccoli centri e quello della campagna loro prossima.
Un paesaggio dunque produttivo modificatosi nei secoli: Emilio Sereni [Sereni 1957] descrive cicli intimamente legati alle trasformazioni economiche e sociali, che disegnano il suolo della pianura e avvicinano l'immagine ed i caratteri del paesaggio padano a quelli del paesaggio mediterraneo cui storicamente e culturalmente appartiene.
Il paesaggio emiliano è già profondamente trasformato al 1962, quando i rilievi prodotti per il piano intercomunale bolognese e le campagne fotografiche ne documentano la radicale compromissione. Le ipotesi di Sereni hanno fondato ragioni e senso di una breve, inattuata e dimenticata stagione della politica urbanistica bolognese che ha tentato, attraverso il recupero del disegno e delle colture tradizionali dello spazio agricolo urbano e peri-urbano, la conservazione delle corrispondenti forme sociali ed economiche."

blue in architecture 09. Water, Climate Change and Architecture. blue in architecture09 symposium proceedings (Benno Albrecht, Anna Magrin eds), 2011
The many studies, some quite recent, that have been conducted on the morphological implications o... more The many studies, some quite recent, that have been conducted on the morphological implications of the complex and multi-faceted relationship between human settlements and natural resources, particularly water, have questioned and mainly described strongly anthropised and historically well-documented realities, although mostly in Europe. This is why it is interesting to study some territories that have not been analysed by conventional historical or urban research; territories that can be defined as extreme due to their devastating, though cyclical, environmental emergencies linked to water (drought, but also excessive water caused by flooding, deluges, torrential rains and cyclones), and also due to the living conditions of the people living there, who are forced to adopt adaptive resource and energy saving strategies. In fact, these territories, where the people have always lived side by side with emergencies stemming from floods, cyclones and drought, seem to circumstantially prove a hypothesis of reciprocal "adaptation" (between humans and the environment), which appears to express an undeniable feature of sustainability. An important area to bear in mind in this regard is the territorial environment of the broad coastline of Bangladesh, where more than 40km is subject to cyclical flooding caused by seasonal cyclones. In studying these areas, it becomes clear how the water and energy emergencies have always been factors that have conditioned urban planning, enabling us to identify which spatial devices have remained over time which are able to save resources, and the persistence of settlement models adapted to the conditions and, as a result, adapted to the environment. The relative balance established by the populations over centuries to face emergency situations has, however, deteriorated over the last 50 years following modernisation processes that have taken place in this country. This balance seems to be on the way to breaking entirely in the future due to the heavy consequences of climate change.
Susanna Caccia (a cura di), Luoghi e architetture del cinema in Italia | Cinema houses: places and architectures in Italy, (Atti del Convegno Nazionale “I luoghi del cinema in Italia: architetture del cinema e per il cinema”), 2010
Castellum n° 50/2008, 2008
Book Chapters by Anna Magrin
Benno Albrecht, Anna Magrin (eds), Esportare il centro storico | Exporting the urban core
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Papers by Anna Magrin
politica della realtà italiana degli anni fra il 1945 e il 1960. Il tema ha avuto rilevanti conseguenze in ambito internazionale: l’unicità del pensiero italiano, mediata e adattata, è stata un importante contributo alla definizione delle politiche di conservazione e sviluppo delle grandi istituzioni internazionali.
Il secondo simposio, presieduto da Leonardo Benevolo con Alfred Schmid e Krzystof Pawowski, si è tenuto a Bologna nell'ottobre del 1974, e ha proposto come esemplare il progetto per Bologna, illustrandolo attraverso le relazioni e una mostra allestita per l’occasione.
Questo contributo si propone di indagare quale idea di conservazione della città implicita alla costruzione dei progetti per Bologna elaborati fra gli anni Sessanta e Settanta (Indagine Settoriale per il Centro Storico 1962-65, Piano Particolareggiato per il Centro Storico 1969, PRG 1970, PEEP Centro Storico 1973) è divenuta modello istituzionale internazionale per la tutela dei centri storici e come ciò sia avvenuto, attraverso cioè quali tappe, grazie a quali attori e sistemi di relazioni, con quali conseguenze."
Between 1870 and 1920 the landscape of the Po Valley in Emilia Romagna region appears largely cultivated “a piantata”, according to a traditional colture that preceeds the Roman conquest of the lands of Emilia, grounded on the close connection between the urban space of the small towns and their countryside.
So a productive landscape, modified over the centuries. Emilio Sereni [Sereni 1955] describes cycles intimately linked to the economic and social transformations that draw the soil of this plains, and bring image and characters of the Po valley landscape closer to those of the Mediterranean landscape which historically and culturally belongs. The relationship between the landscape “a piantata” in the plains of Emilia and the plains of Southern Italy is still largely unknown, and sometimes unexpected.
The Emilian landscape is already really changed at 1962, when the surveys for the piano intercomunale bolognese and the photo-reportages show its radical impairment.The assumptions of Sereni founded reasons and sense of a brief, unrealized and forgotten season of Bolognese urban policy that has tried, through the restoration of urban and peri-urban agrarian landscape, the conservation of corresponding social and economic forms.
ITA
Fra il 1870 ed il 1920 il paesaggio della pianura padana emiliana appare in gran parte ancora coltivato a piantata, secondo una tradizione colturale addirittura precedente alla conquista romana delle terre emiliane, fondata sulla connessione stretta fra lo spazio urbano dei piccoli centri e quello della campagna loro prossima.
Un paesaggio dunque produttivo modificatosi nei secoli: Emilio Sereni [Sereni 1957] descrive cicli intimamente legati alle trasformazioni economiche e sociali, che disegnano il suolo della pianura e avvicinano l'immagine ed i caratteri del paesaggio padano a quelli del paesaggio mediterraneo cui storicamente e culturalmente appartiene.
Il paesaggio emiliano è già profondamente trasformato al 1962, quando i rilievi prodotti per il piano intercomunale bolognese e le campagne fotografiche ne documentano la radicale compromissione. Le ipotesi di Sereni hanno fondato ragioni e senso di una breve, inattuata e dimenticata stagione della politica urbanistica bolognese che ha tentato, attraverso il recupero del disegno e delle colture tradizionali dello spazio agricolo urbano e peri-urbano, la conservazione delle corrispondenti forme sociali ed economiche."
Book Chapters by Anna Magrin
politica della realtà italiana degli anni fra il 1945 e il 1960. Il tema ha avuto rilevanti conseguenze in ambito internazionale: l’unicità del pensiero italiano, mediata e adattata, è stata un importante contributo alla definizione delle politiche di conservazione e sviluppo delle grandi istituzioni internazionali.
Il secondo simposio, presieduto da Leonardo Benevolo con Alfred Schmid e Krzystof Pawowski, si è tenuto a Bologna nell'ottobre del 1974, e ha proposto come esemplare il progetto per Bologna, illustrandolo attraverso le relazioni e una mostra allestita per l’occasione.
Questo contributo si propone di indagare quale idea di conservazione della città implicita alla costruzione dei progetti per Bologna elaborati fra gli anni Sessanta e Settanta (Indagine Settoriale per il Centro Storico 1962-65, Piano Particolareggiato per il Centro Storico 1969, PRG 1970, PEEP Centro Storico 1973) è divenuta modello istituzionale internazionale per la tutela dei centri storici e come ciò sia avvenuto, attraverso cioè quali tappe, grazie a quali attori e sistemi di relazioni, con quali conseguenze."
Between 1870 and 1920 the landscape of the Po Valley in Emilia Romagna region appears largely cultivated “a piantata”, according to a traditional colture that preceeds the Roman conquest of the lands of Emilia, grounded on the close connection between the urban space of the small towns and their countryside.
So a productive landscape, modified over the centuries. Emilio Sereni [Sereni 1955] describes cycles intimately linked to the economic and social transformations that draw the soil of this plains, and bring image and characters of the Po valley landscape closer to those of the Mediterranean landscape which historically and culturally belongs. The relationship between the landscape “a piantata” in the plains of Emilia and the plains of Southern Italy is still largely unknown, and sometimes unexpected.
The Emilian landscape is already really changed at 1962, when the surveys for the piano intercomunale bolognese and the photo-reportages show its radical impairment.The assumptions of Sereni founded reasons and sense of a brief, unrealized and forgotten season of Bolognese urban policy that has tried, through the restoration of urban and peri-urban agrarian landscape, the conservation of corresponding social and economic forms.
ITA
Fra il 1870 ed il 1920 il paesaggio della pianura padana emiliana appare in gran parte ancora coltivato a piantata, secondo una tradizione colturale addirittura precedente alla conquista romana delle terre emiliane, fondata sulla connessione stretta fra lo spazio urbano dei piccoli centri e quello della campagna loro prossima.
Un paesaggio dunque produttivo modificatosi nei secoli: Emilio Sereni [Sereni 1957] descrive cicli intimamente legati alle trasformazioni economiche e sociali, che disegnano il suolo della pianura e avvicinano l'immagine ed i caratteri del paesaggio padano a quelli del paesaggio mediterraneo cui storicamente e culturalmente appartiene.
Il paesaggio emiliano è già profondamente trasformato al 1962, quando i rilievi prodotti per il piano intercomunale bolognese e le campagne fotografiche ne documentano la radicale compromissione. Le ipotesi di Sereni hanno fondato ragioni e senso di una breve, inattuata e dimenticata stagione della politica urbanistica bolognese che ha tentato, attraverso il recupero del disegno e delle colture tradizionali dello spazio agricolo urbano e peri-urbano, la conservazione delle corrispondenti forme sociali ed economiche."
Un percorso attraverso le idee espresse dai difensori del patrimonio condiviso del Bel Paese, costruttori di una sensibilità forse oggi più diffusa, che sono stati le cassandre e i risolutori, gli amministratori e i visionari, i cittadini e i progettisti di un'Italia diversa, tutta improntata sulla sua bellezza.
La salvaguardia della città storica è stata in Italia oggetto di una discussione serrata, che dal secondo dopoguerra all’alba degli anni Ottanta ha coinvolto teorici, tecnici ed esponenti della società civile. Ne è emerso un progetto di città inedito, che ha riconosciuto nella necessità di conservazione di alcune sue parti la condizione indispensabile all’equilibrio culturale, del territorio e della società.
È infatti la partecipazione del presente negli spazi del passato che può permettere di rendere agibile, comprensibile e accessibile, il valore civico e progettuale dell’eredità storica collettiva.
Il progetto della città esistente è il più importante contributo italiano alla ricerca internazionale nel campo dell’architettura e dell’urbanistica, un modello teorico e operativo internazionalmente adottato da aggiornare.
Oggi occorre ricollocare il valore ereditario del patrimonio costruito all'interno del dibattito più ampio e globale sulla sostenibilità e sulle possibilità di azione da lasciare alle generazioni future.
Il progetto della città esistente è uno dei più rilevanti e originali contributi intellettuali italiani alla ricerca internazionale nel campo dell’architettura e della città del XX secolo.
Le esperienze avviate nelle città italiane sono state un modello che fra gli anni Sessanta e Ottanta si è diffuso in Europa e nel mondo, adottato dalle istituzioni internazionali.
Design of the extant city is one of the most significant and original Italian intellectual contributions to international research in the field of architecture and the 20th-century city.
The experiments initiated in Italian cities were a model that circulated in Europe and the world from the 1960s to the 1980s, adopted by international institutions.
The relative balance established by the populations over the centuries to deal with these situations has, however, deteriorated over the last 50 years following modernization processes that have taken place in this country. But this balance seems likely to break down entirely in the future due to the heavy consequences of climate change.
The morphological characteristics of the territory, nearly 10% of the country being no more than 1m above sea level (half of it is less than 5m above sea level) and the socio-economic conditions of the country, loss of land, poverty, difficult access to resources and services, lack of food safety and illiteracy, all in the presence of a very high population density, not only makes definitive solutions impractical, but also means that response to emergencies is patchy and insufficient.
These territories, where the people have always lived side by side with emergencies stemming from floods, cyclones and drought, seem circumstantially to prove a hypothesis of reciprocal “adaptation” (between humans and the environment), which appears to express an undeniable feature of sustainability.
This is the context of the architecture of Khondaker Kabir, and his original experience in the conception and construction of Ashar Macha (the “Platform of Hope”).
With a population of 120,000, Korail is the biggest slum in the megalopolis of Dhaka. It is estimated (unep) that the population of Dhaka will grow to 23 million by 2015, making it the second biggest city in the world. Many of the inhabitants of Korail – whole families and single individuals including women and children – came to Dhaka from the rural areas in the north and south of the country, forced to emigrate because of the loss of land due to the consequences of climate change. In their home villages, the hierarchy of private and public space, which reflects social hierarchies, makes for clear designation of rooms, enclosures, gardens, vegetable gardens, fields and thoroughfares, all differentiated according to use and degree of intimacy. But space, whether private or public, is rare in Korail: even the roads are forced to wind between and inside houses and the inhabitants have no alternative but to perform many daily routines, such as washing and cooking, in the street, making it impossible to maintain the privacy and modesty which are fundamental components of their native culture.
Khondaker Hasibul Kabir chose to live for over two years with the Pervez family in Korail, in order to design and help to build a new public space, the Ashar Macha (Platform of Hope), for which he also provided all the funding. Starting in 2008, Kabir and the Pervez family, with the help of a local carpenter who specialized in bamboo constructions, designed and made a platform measuring 5.5 x 11 metres, suspended over the waters of Lake Gulshan. A bamboo bridge connects the platform with a small garden intended to provide a green area for the community and to help the younger inhabitants of Korail, who have never known any environment other than the polluted slum where they live, towards an appreciation of nature.
Conceived especially for the children of the village, Ashar Macha is a clean, orderly and safe place where they can play, interact and read books in a small library. In the evenings, Ashar Macha is also a meeting point for families, who come to relax and enjoy the view out over the lake.
L’individuazione di un processo specifico, di analisi conoscitiva e di intervento operativo nella zone storiche della città consolidata matura in Italia quale esito di una ricerca che già dall’immediato secondo dopoguerra ha coinvolto progettisti, amministrazioni comunali e società civile.
Il progetto della città esistente è uno dei più rilevanti e originali contributi intellettuali italiani alla ricerca internazionale nel campo dell’architettura e della città del secolo passato. Le esperienze avviate nelle città italiane sono state un modello che fra gli anni Sessanta e Ottanta si è diffuso in Europa e nel mondo, adottato dalle istituzioni internazionali.
La mostra verifica esempi diversi, evidenziandone la storia e i metodi. Indaga opportunità e limiti del restauro urbano nel prossimo futuro, nella città occidentali e in quelle a rapidissimo sviluppo dei paesi emergenti.
The safeguarding of the urban core, its conservation and modification, were the underpinning for a long and multifaceted project that carried this concept of the city worldwide.
Design of the extant city is one of the most significant and original Italian intellectual contributions to international research in the field of architecture and the 20th-century city.
The experiments initiated in Italian cities were a model that circulated in Europe and the world from the 1960s to the 1980s, adopted by international institutions.