Books by Francesco Davoli

BIT&S, 2025
(https://bitesonline.it/rime-1529/
https://www.ledizioni.it/prodotto/giovan-giorgio-trissino-rime... more (https://bitesonline.it/rime-1529/
https://www.ledizioni.it/prodotto/giovan-giorgio-trissino-rime-1529/)
Le rime di Giovan Giorgio Trissino conoscono un’ampia diffusione manoscritta nei primi decenni del Cinquecento, accanto a quelle di autori di primissimo piano come Iacopo Sannazaro o Pietro Bembo. Nella princeps delle Rime del 1529 convergono quindi testi frutto di un’attività poetica distribuita su un esteso arco cronologico, dalla «prima giωvineza» alla soglia dei cinquant’anni. L’esito è una raccolta in cui affiora un lucido progetto di classicismo: sebbene a Petrarca venga riservato un ruolo prioritario fra i modelli, infatti, le "Rime" attingono abbondantemente sia dalla tradizione greca e latina sia da quella volgare due-trecentesca.
Il volume offre il testo della princeps delle "Rime", rivisto e corretto, specie per quanto riguarda l’impiego del sistema ortografico trissiniano, alla luce dei principi di filologia dei testi a stampa e sulla scorta delle indicazioni che si ricavano dall’usus del vicentino o da sue esplicite indicazioni. Il testo critico è corredato di un commento puntuale che, per la prima volta, rende conto del mosaico di citazioni, di riprese e di libere traduzioni da svariati componimenti (greci, latini e volgari) di cui è innervata la produzione lirica di Trissino.
Papers by Francesco Davoli
Italique, 2024
Il saggio ripercorre la produzione lirica trissiniana dei primi decenni del Cinquecento nelle sue... more Il saggio ripercorre la produzione lirica trissiniana dei primi decenni del Cinquecento nelle sue varie redazioni, dalla primitiva silloge fino alla princeps del 1529, ricostruendo ove possibile – a partire sia dalla storia interna ai componimenti sia da quella esterna, offerta dalla documentazione conservata e dal carteggio in particolare – i momenti e i luoghi di composizione di singoli testi e riconoscendo i dedicatari reali che, più o meno camuffati sotto spoglie fittizie, entrano nella raccolta. Sono presi in esame, in particolare, i testi propriamente encomiastici (per Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Clemente VII, Niccolò Ridolfi), quelli in morte (per Marcantonio Della Torre e Cesare Trivulzio) e quelli più latamente erotici (per Margherita Pio Sanseverino, alias Cyllenia, e Bianca Trissino).
Studi sulla tradizione poetica nel Quattro-Cinquecento, 2024
(https://libri.unimi.it/index.php/consonanze/catalog/book/161)
Il saggio passa in rassegna alc... more (https://libri.unimi.it/index.php/consonanze/catalog/book/161)
Il saggio passa in rassegna alcuni fra i primi volgarizzamenti dal corpus Theocriteum in endecasillabi sciolti (testi di Trissino, Alamanni, Amomo, Varchi, Muzio), tentando di ricostruire per ciascuno le possibili stampe di riferimento (sulla base di spie testuali), individuando gli ipotesti alternativi alla fonte greca seguiti nelle traduzioni (come la produzione bucolica latina e in particolare virgiliana), e segnalando eventuali interferenze reciproche o riprese dalla tradizione lirica volgare.
«El dolce tempo ancor tutti c'invita». Per Tiziano Zanato, a cura di Luca Lombardo e Anna Rinaldin, 2024
Il saggio propone l'edizione di due lettere inedite di Niccolò Lelio Cosmico a Isabella d'Este, d... more Il saggio propone l'edizione di due lettere inedite di Niccolò Lelio Cosmico a Isabella d'Este, da una delle quali si ricava peraltro qualche elemento a ulteriore conferma del fatto che la canzone "Chi pon freno al dolore, o per qual modo" in morte di Beatrice d'Este, la cui attribuzione è contesa fra Cosmico e Sannazaro, è da restituire al poeta padovano.
La metrica attraverso i trattati, 2024
(https://www.padovauniversitypress.it/it/publications/9788869383236)
Il saggio dà conto dello sp... more (https://www.padovauniversitypress.it/it/publications/9788869383236)
Il saggio dà conto dello spazio riservato alla sinalefe nella riflessione metrica fra Tre e Cinquecento, dalle generiche definizioni dei primi trattati a quelle più distese riservatele nel corso del XVI secolo, fino a Torquato Tasso. È esaminato il rapporto tra funzione metrica e stilistica del fenomeno, con particolare riguardo all’effettiva realizzazione orale dei gruppi di vocali interessate dalla sinalefe. Sono valutate, infine, le auctoritates addotte per giustificarne o deprecarne l’utilizzo.
Reti, testi e cornici. Strategie di resistenza in contesti eccezionali, 2023
Ripercorrendo il carteggio e in parte anche la produzione lirica relativi al periodo dell'esilio ... more Ripercorrendo il carteggio e in parte anche la produzione lirica relativi al periodo dell'esilio (1509-1518), l’intervento passa in rassegna le occasioni in cui Trissino esprime amarezza per la lontananza dalla patria e si sofferma da un lato sulle reti epistolari imbastite dal vicentino allo scopo di porre fine alla sua condizione di esule e dall’altro sulle relazioni sociali e culturali coltivate con le corti e i potenti d’Italia – su tutti Isabella d’Este, per cui scrive in questi anni i Ritratti e un'elegia latina, e papa Leone X, cui dedicherà la Sophonisba e su incarico del quale si reca ambasciatore presso Massimiliano I – al fine di promuovere un’immagine di sé quale erudito e letterato illustre.
Stilistica e metrica italiana, 2023
L’intervento passa in rassegna gli schemi di canzone di una raccolta che è fra i più ricchi colle... more L’intervento passa in rassegna gli schemi di canzone di una raccolta che è fra i più ricchi collettori di questa forma metrica a fine Quattrocento, il "Perleone" di Rustico Romano. Delle quindici canzoni sui 250 componimenti totali, sei attingono a schemi petrarcheschi (Rvf 29, 53 e 125), mentre le restanti dieci (per un totale di nove schemi diversi) presentano una «nuova textura» che non pare attestata in altri autori. Alcune fra queste ultime, peraltro, non solo non trovano antecedenti nel Canzoniere, ma risultano addirittura non conformi ai canoni impostisi a partire da Dante e Petrarca, proponendo morfologie sperimentalistiche (o arcaizzanti) e apparentemente irrazionali, che mostrano qualche legame con la forma ballata.
Italique, 2022
Il saggio passa in rassegna alcuni fra i primi volgarizzamenti cinquecenteschi dal “corpus Theocr... more Il saggio passa in rassegna alcuni fra i primi volgarizzamenti cinquecenteschi dal “corpus Theocriteum” (testi di Trissino, Alamanni, Amomo, Muzio, Varchi, Caro), valutando il funzionamento dell’endecasillabo sciolto come metro traduttivo in rapporto con l’esametro. In particolare, si verifica quali siano gli elementi strutturanti, di carattere retorico o fonico, che sopperiscono in qualche misura all’abbandono della rima e si tenta di stabilire fino a che punto tali caratteristiche siano peculiarità dei singoli autori o costituiscano invece un sistema condiviso.

La Bibliofilía, 2022
Dalle opere trissiniane pubblicate nel 1529 si ricava il profilo di un autore strettamente implic... more Dalle opere trissiniane pubblicate nel 1529 si ricava il profilo di un autore strettamente implicato nelle dinamiche tipografiche e coinvolto da vicino, direttamente o indirettamente, in tutte le fasi di stampa, a partire dalla produzione della carta, passando per la correzione delle bozze e fino all’aggiunta di marginalia a impressione conclusa. Nel saggio si passano in rassegna le tipologie di carta impiegate nelle stampe in questione e, sulla base delle filigrane individuate, si avanzano delle ipotesi per una più precisa datazione delle opere prive dell’indicazione del mese; si espongono inoltre, per le "Rime", i risultati di una collazione fra numerosi esemplari, da cui si desume lo stretto controllo esercitato dall’autore durante l’impressione.
From the works which Trissino published in 1529 we can deduce that the author was closely connected with the world of printing and publishing, taking part, either directly or indirectly, in all the different phases of book production, beginning with the manufacture of paper right through to the correction of proofs and the addition of marginalia to the printed copies. The contribution surveys the types of paper used in these editions and on the basis of the watermarks suggests more precise datings for editions which do not indicate the month of printing. The article also presents the findings of a collation of multiple copies of the "Rime", which reveals how closely the author supervised the printing of the edition.

Leggere, commentare, postillare nel Rinascimento. I classici in versi della modernità, 2022
A fronte dell’ampio spazio riservato, nei "Discorsi dell’arte poetica" prima e nei "Discorsi del ... more A fronte dell’ampio spazio riservato, nei "Discorsi dell’arte poetica" prima e nei "Discorsi del poema eroico" poi, alla riflessione sull’epica, Tasso non dedica alla teoria sulla poesia lirica una trattazione sistematica. Pure, un imprescindibile strumento esegetico in tal senso è rappresentato dal commento ad alcuni testi di poeti contemporanei: la "Lezione sul sonetto di Della Casa", le "Considerazioni sulle tre canzoni di Pigna", il dialogo "La Cavaletta overo de la poesia toscana". In particolare, utili indicazioni (e non solo sul piano dell’elocutio) provengono dalle menzioni degli «antichi dicitori» e di Petrarca, dal confronto con i quali sembra dover necessariamente passare la canonizzazione dei moderni.
Sulla base di questi presupposti, il saggio indaga le modalità attraverso cui la produzione lirica ‘antica’ in volgare è sfruttata da Tasso per definire il quadro all’interno del quale siano da ricondurre determinate scelte adottate nei testi da lui analizzati o, al contrario, per disegnare lo sfondo rispetto al quale si staglino eventuali deviazioni dalla norma. Una porzione rilevante del saggio è dedicata poi all’esame dei riutilizzi tassiani del "De vulgari eloquentia", fruito a partire non dal testo latino fornito da Iacopo Corbinelli nel 1577 ma dal volgarizzamento trissiniano a stampa già dal 1529, come provano i non pochi riscontri testuali di cui si rende puntualmente conto.
Laureatus in Urbe, 2022
Nel saggio si ripercorrono i luoghi delle prime quattro divisioni della "Pωεtica" (1529) di G. G.... more Nel saggio si ripercorrono i luoghi delle prime quattro divisioni della "Pωεtica" (1529) di G. G. Trissino in cui Petrarca è indicato come modello stilistico. In particolare, si dimostra come l’esemplificazione prodotta a partire dai "Fragmenta" (i cui schemi citati sono definiti di «frequentissimω uʃω») sia maggioritaria per quantità e qualità rispetto a quella desunta dagli altri autori antichi (di cui si propongono spesso testure dall’«uʃω quaʃi ignotω» e perciò «da schifar»).

Oltre la Commedia. Dante e il canone antico della lirica (1450-1600), a cura di Laura Banella e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2020
Il saggio ripercorre anzitutto la presenza del Dante lirico nelle edizioni stampate fra la fine d... more Il saggio ripercorre anzitutto la presenza del Dante lirico nelle edizioni stampate fra la fine del XV secolo e il 1529, anno in cui sono pubblicate le prime quattro «divisioni» della "Pωεtica" e le "Rime" di G. G. Trissino: particolare attenzione è rivolta alla "Giuntina di rime antiche" (1527), in cui erano stati stampati per la prima volta molti testi lirici danteschi (compresi quelli della "Vita nuova"). Il saggio passa in rassegna i componimenti che Trissino riteneva non doversi attribuire a Dante; quindi, prende in esame il trattato della "Pωεtica", verificando quali testi siano citati e perché, e tentando al contempo di individuare delle menzioni che sono solo alluse. Infine, propone dei collegamenti fra una canzone trissiniana e la produzione lirica dantesca.
Firstly the essay outlines the presence of Dante’s lyric poetry in the editions printed between the late fifteenth century and 1529, when the first four «divisioni» of the "Pωεtica" and the "Rime" by G. G. Trissino were published: the main focus is on the "Giuntina di rime antiche" (1527), in which most of Dante’s poems (including those from the "Vita nuova") were printed for the first time. The essay recapitulates which poems Trissino believed should not be assigned to Dante; then, it examines the "Pωεtica" treatise, analyzing which poems are quoted and why, while trying to identify some quotations that are only hinted. Finally, it suggests some connections between a canzone by Trissino and Dante’s lyric production.

Nuove prospettive sulla terza rima, 2020
La raccolta anepigrafa di ecloghe volgari edita da Miscomini il 28 febbraio 1481 (more florentino... more La raccolta anepigrafa di ecloghe volgari edita da Miscomini il 28 febbraio 1481 (more florentino), poi ristampata nel 1494 con il titolo di “Bucoliche elegantissimamente composte”, costituisce un episodio cruciale per la codificazione del genere pastorale. In particolare, l’apertura della silloge con i capitoli ternari del fiorentino Bernardo Pulci, primo volgarizzamento poetico delle ecloghe di Virgilio, manifesta la volontà di tracciare una linea ininterrotta tra la produzione bucolica latina e quella volgare, rappresentata nella raccolta dai testi di altri tre toscani: i senesi Francesco Arzocchi e Jacopo Buoninsegni e il fiorentino Girolamo Benivieni. Nel 1494, a poco più di dieci anni dalla princeps Miscomini e in concomitanza con la sua ristampa, il frate Evangelista Fossa pubblica un volgarizzamento in terza rima delle prime nove bucoliche virgiliane.
Lungi dall’adottare soluzioni inedite, i due volgarizzamenti rimangono ancorati al metro peculiare dell’ecloga, contribuendo a una sua ulteriore canonizzazione. In questa prospettiva, nel saggio è valutato il grado di coesione tra le arcate periodali e la struttura strofica ternaria ed è operato un confronto con le tendenze registrate negli altri componimenti contenuti nella stampa Miscomini. In ragione dello specifico statuto traduttivo dei testi, inoltre, sono indagate le modalità attraverso cui i due volgarizzatori riproducono l’articolazione del periodare latino e restituiscono l’esametro nella forma della terza rima.

Petrarchesca, 2020
Il saggio ripercorre la quarta divisione della "Pωεtica" di G. G. Trissino valutando, per ciascun... more Il saggio ripercorre la quarta divisione della "Pωεtica" di G. G. Trissino valutando, per ciascuna delle «fωrme di pωεmi» trattate (sonetto, ballata, canzone, madrigale, serventese), il grado di influenza esercitato dai testi petrarcheschi, dal punto di vista metrico, sulla teorizzazione del vicentino e, di conseguenza, sulla sua produzione in versi ("Rime" e "Sophonisba"): da un lato si esaminano i punti di contatto con le testure dei "Fragmenta" proposte come esemplificative; dall’altro si evidenziano gli elementi di originalità registrati in Trissino.
The essay records the presence of Petrarch’s poems in the fourth division of the "Pωεtica" by G. G. Trissino. The references to the poems are evaluated for each of the metres analysed in the treatise (sonnet, ballad, canzone, madrigal, serventese), in order to define how those patterns influenced both the metrical theories that can be found in the Pωεtica and the composition of "Rime" and "Sophonisba". Moreover, the essay points up the elements of originality in Trissino.

Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria, 2020
(https://riviste.unimi.it/index.php/PEML/article/view/13155)
Il saggio indaga i rapporti fra la ... more (https://riviste.unimi.it/index.php/PEML/article/view/13155)
Il saggio indaga i rapporti fra la prima e la seconda edizione della "Canzone" e della "Sophonisba" di G. G. Trissino, esaminando le modifiche apportate dall’autore nei pochi mesi che separano le stampe e riconoscendovi delle tendenze correttorie comuni. Inoltre, dimostra come molte delle varianti formali introdotte siano da correlare con le teorie linguistiche enunciate nella "Ɛpistola de le lettere" pubblicata di lì a poco.
The essay analyses the relationship between the first and the second edition of the "Canzone" and the "Sophonisba" by G. G. Trissino, studying the adjustments made by the author in few months and finding out similar corrections in each of the two works. Moreover, it demonstrates that many of these variants are to be connected with the publication of the "Ɛpistola de le lettere" and its linguistic proposals.

Petrarchesca, 2017
Il lavoro ha lo scopo di dimostrare come la committenza del manoscritto 1405 della Biblioteca Ang... more Il lavoro ha lo scopo di dimostrare come la committenza del manoscritto 1405 della Biblioteca Angelica di Roma (contenente il Canzoniere e i Trionfi petrarcheschi) sia da attribuire ad Alessandro Sforza, signore di Pesaro, sulla base degli stemmi e degli emblemi nobiliari che in esso compaiono. Dopo una breve descrizione codicologica si passano in rassegna le singole miniature, identificando poi puntualmente l’araldica. Infine, si propone una possibile datazione del codice e si tenta di ricondurlo alla biblioteca privata dello Sforza.
The aim of this work is to show evidence of the fact that the commission of the 1405 manuscript, belonging to the Angelica Library in Rome and containing Petrarca’s Canzoniere and Trionfi, is to be attributed to Alessandro Sforza, Lord of Pesaro. This on the basis of the badges and noble emblems depicted on the manuscript itself. After a short code description, the single thumbnails are presented pointing out the heraldry for each of them. Finally, a possibile dating of the code is proposed, in the attempt to link it to the private library of Sforza.

Luciano Cecchinel nasce a Lago, frazione del comune di Revine Lago, in provincia di Treviso, nel ... more Luciano Cecchinel nasce a Lago, frazione del comune di Revine Lago, in provincia di Treviso, nel 1947. Nel 1971 si laurea in Lettere moderne presso l'Università di Padova, e insegna a lungo materie letterarie nella scuola media. Ha pubblicato le raccolte di poesia Al tràgol jért. L'erta strada da strascino (I.S.Co, 1988; successivamente riedita, riveduta ed ampliata, da Scheiwiller, 1999, con postfazione di Andrea Zanzotto), Lungo la traccia (Einaudi, 2005), Perché ancora / Pourquoi encore (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea del Vittoriese, 2005), Le voci di Bardiaga (Il Ponte del Sale, 2008), Sanjut de stran (Marsilio, 2011, con prefazione di Cesare Segre). Nel 2012, presso Marsilio, sono stati pubblicati, a cura di Alessandro Scarsella, gli atti di un convegno sui suoi scritti organizzato dall'Università Ca' Foscari di Venezia (La parola scoscesa. Poesia e paesaggi di Luciano Cecchinel).
Talks by Francesco Davoli

Nuovi cantieri rinascimentali: le ricerche dei giovani studiosi della Scuola di Italianistica (Venezia, 6 maggio 2024)
L’intervento prende in esame un codice cinquecentesco appartenuto fino a qualche anno fa a una co... more L’intervento prende in esame un codice cinquecentesco appartenuto fino a qualche anno fa a una collezione privata e solo di recente acquistato dalla Public Library di Boston (MS. q. Med. 287), consistente in uno dei più completi collettori della “seconda” raccolta di rime di Niccolò Lelio Cosmico: il manoscritto trasmette infatti 151 testi adespoti che, con l’eccezione soltanto del sonetto finale (da restituire a G. G. Trissino), sono da assegnare al poeta patavino, come confermato dall’altro fondamentale testimone di questa raccolta, il ferrarese I 408 della Biblioteca Ariostea, che tramanda una silloge compatta di 170 suoi testi. La vicinanza fra i due codici, che pure sono indipendenti l’uno dall’altro, è ulteriormente confermata dal fatto che, a fronte dei 150 (+1) testi che si trovano nel bostoniano, questo si chiude con un elenco di 170 (+1) incipit collimanti con i componimenti trasmessi dal ferrarese, segno che nella facies originaria il codice americano (o il suo antigrafo) era più corposo di quanto non appaia oggi.
L’intervento propone anzitutto un confronto fra i due codici che faccia risaltare le variae lectiones peculiari e che mostri come il ferrarese sia in generale più attendibile del bostoniano sul piano testuale: in particolare, si rende conto della patina regolarizzante – in direzione toscana – che caratterizza il bostoniano e in ragione della quale sono talvolta introdotte circonlocuzioni che modificano sensibilmente la lettera originaria pur di salvaguardare la correttezza linguistica.
Incrociando i dati della tavola finale con l’assetto codicologico del manoscritto, si tenta inoltre di ricostruirne, per quanto possibile, la fisionomia originaria, verificando se sia possibile o meno ipotizzare un preciso disegno soggiacente all’ordinamento del codice bostoniano e se questo sia da preferire all’organizzazione di tipo strettamente metrico proposta dal ferrarese.
Infine, si verifica tramite confronto paleografico se la mano del copista, che a chiusura di volume si firma come «Hieronymo da la Motta», sia compatibile con la proposta attribuzione al cardinale Girolamo Aleandro, originario di Motta di Livenza.
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Books by Francesco Davoli
https://www.ledizioni.it/prodotto/giovan-giorgio-trissino-rime-1529/)
Le rime di Giovan Giorgio Trissino conoscono un’ampia diffusione manoscritta nei primi decenni del Cinquecento, accanto a quelle di autori di primissimo piano come Iacopo Sannazaro o Pietro Bembo. Nella princeps delle Rime del 1529 convergono quindi testi frutto di un’attività poetica distribuita su un esteso arco cronologico, dalla «prima giωvineza» alla soglia dei cinquant’anni. L’esito è una raccolta in cui affiora un lucido progetto di classicismo: sebbene a Petrarca venga riservato un ruolo prioritario fra i modelli, infatti, le "Rime" attingono abbondantemente sia dalla tradizione greca e latina sia da quella volgare due-trecentesca.
Il volume offre il testo della princeps delle "Rime", rivisto e corretto, specie per quanto riguarda l’impiego del sistema ortografico trissiniano, alla luce dei principi di filologia dei testi a stampa e sulla scorta delle indicazioni che si ricavano dall’usus del vicentino o da sue esplicite indicazioni. Il testo critico è corredato di un commento puntuale che, per la prima volta, rende conto del mosaico di citazioni, di riprese e di libere traduzioni da svariati componimenti (greci, latini e volgari) di cui è innervata la produzione lirica di Trissino.
Papers by Francesco Davoli
Il saggio passa in rassegna alcuni fra i primi volgarizzamenti dal corpus Theocriteum in endecasillabi sciolti (testi di Trissino, Alamanni, Amomo, Varchi, Muzio), tentando di ricostruire per ciascuno le possibili stampe di riferimento (sulla base di spie testuali), individuando gli ipotesti alternativi alla fonte greca seguiti nelle traduzioni (come la produzione bucolica latina e in particolare virgiliana), e segnalando eventuali interferenze reciproche o riprese dalla tradizione lirica volgare.
Il saggio dà conto dello spazio riservato alla sinalefe nella riflessione metrica fra Tre e Cinquecento, dalle generiche definizioni dei primi trattati a quelle più distese riservatele nel corso del XVI secolo, fino a Torquato Tasso. È esaminato il rapporto tra funzione metrica e stilistica del fenomeno, con particolare riguardo all’effettiva realizzazione orale dei gruppi di vocali interessate dalla sinalefe. Sono valutate, infine, le auctoritates addotte per giustificarne o deprecarne l’utilizzo.
From the works which Trissino published in 1529 we can deduce that the author was closely connected with the world of printing and publishing, taking part, either directly or indirectly, in all the different phases of book production, beginning with the manufacture of paper right through to the correction of proofs and the addition of marginalia to the printed copies. The contribution surveys the types of paper used in these editions and on the basis of the watermarks suggests more precise datings for editions which do not indicate the month of printing. The article also presents the findings of a collation of multiple copies of the "Rime", which reveals how closely the author supervised the printing of the edition.
Sulla base di questi presupposti, il saggio indaga le modalità attraverso cui la produzione lirica ‘antica’ in volgare è sfruttata da Tasso per definire il quadro all’interno del quale siano da ricondurre determinate scelte adottate nei testi da lui analizzati o, al contrario, per disegnare lo sfondo rispetto al quale si staglino eventuali deviazioni dalla norma. Una porzione rilevante del saggio è dedicata poi all’esame dei riutilizzi tassiani del "De vulgari eloquentia", fruito a partire non dal testo latino fornito da Iacopo Corbinelli nel 1577 ma dal volgarizzamento trissiniano a stampa già dal 1529, come provano i non pochi riscontri testuali di cui si rende puntualmente conto.
Firstly the essay outlines the presence of Dante’s lyric poetry in the editions printed between the late fifteenth century and 1529, when the first four «divisioni» of the "Pωεtica" and the "Rime" by G. G. Trissino were published: the main focus is on the "Giuntina di rime antiche" (1527), in which most of Dante’s poems (including those from the "Vita nuova") were printed for the first time. The essay recapitulates which poems Trissino believed should not be assigned to Dante; then, it examines the "Pωεtica" treatise, analyzing which poems are quoted and why, while trying to identify some quotations that are only hinted. Finally, it suggests some connections between a canzone by Trissino and Dante’s lyric production.
Lungi dall’adottare soluzioni inedite, i due volgarizzamenti rimangono ancorati al metro peculiare dell’ecloga, contribuendo a una sua ulteriore canonizzazione. In questa prospettiva, nel saggio è valutato il grado di coesione tra le arcate periodali e la struttura strofica ternaria ed è operato un confronto con le tendenze registrate negli altri componimenti contenuti nella stampa Miscomini. In ragione dello specifico statuto traduttivo dei testi, inoltre, sono indagate le modalità attraverso cui i due volgarizzatori riproducono l’articolazione del periodare latino e restituiscono l’esametro nella forma della terza rima.
The essay records the presence of Petrarch’s poems in the fourth division of the "Pωεtica" by G. G. Trissino. The references to the poems are evaluated for each of the metres analysed in the treatise (sonnet, ballad, canzone, madrigal, serventese), in order to define how those patterns influenced both the metrical theories that can be found in the Pωεtica and the composition of "Rime" and "Sophonisba". Moreover, the essay points up the elements of originality in Trissino.
Il saggio indaga i rapporti fra la prima e la seconda edizione della "Canzone" e della "Sophonisba" di G. G. Trissino, esaminando le modifiche apportate dall’autore nei pochi mesi che separano le stampe e riconoscendovi delle tendenze correttorie comuni. Inoltre, dimostra come molte delle varianti formali introdotte siano da correlare con le teorie linguistiche enunciate nella "Ɛpistola de le lettere" pubblicata di lì a poco.
The essay analyses the relationship between the first and the second edition of the "Canzone" and the "Sophonisba" by G. G. Trissino, studying the adjustments made by the author in few months and finding out similar corrections in each of the two works. Moreover, it demonstrates that many of these variants are to be connected with the publication of the "Ɛpistola de le lettere" and its linguistic proposals.
The aim of this work is to show evidence of the fact that the commission of the 1405 manuscript, belonging to the Angelica Library in Rome and containing Petrarca’s Canzoniere and Trionfi, is to be attributed to Alessandro Sforza, Lord of Pesaro. This on the basis of the badges and noble emblems depicted on the manuscript itself. After a short code description, the single thumbnails are presented pointing out the heraldry for each of them. Finally, a possibile dating of the code is proposed, in the attempt to link it to the private library of Sforza.
Talks by Francesco Davoli
L’intervento propone anzitutto un confronto fra i due codici che faccia risaltare le variae lectiones peculiari e che mostri come il ferrarese sia in generale più attendibile del bostoniano sul piano testuale: in particolare, si rende conto della patina regolarizzante – in direzione toscana – che caratterizza il bostoniano e in ragione della quale sono talvolta introdotte circonlocuzioni che modificano sensibilmente la lettera originaria pur di salvaguardare la correttezza linguistica.
Incrociando i dati della tavola finale con l’assetto codicologico del manoscritto, si tenta inoltre di ricostruirne, per quanto possibile, la fisionomia originaria, verificando se sia possibile o meno ipotizzare un preciso disegno soggiacente all’ordinamento del codice bostoniano e se questo sia da preferire all’organizzazione di tipo strettamente metrico proposta dal ferrarese.
Infine, si verifica tramite confronto paleografico se la mano del copista, che a chiusura di volume si firma come «Hieronymo da la Motta», sia compatibile con la proposta attribuzione al cardinale Girolamo Aleandro, originario di Motta di Livenza.
https://www.ledizioni.it/prodotto/giovan-giorgio-trissino-rime-1529/)
Le rime di Giovan Giorgio Trissino conoscono un’ampia diffusione manoscritta nei primi decenni del Cinquecento, accanto a quelle di autori di primissimo piano come Iacopo Sannazaro o Pietro Bembo. Nella princeps delle Rime del 1529 convergono quindi testi frutto di un’attività poetica distribuita su un esteso arco cronologico, dalla «prima giωvineza» alla soglia dei cinquant’anni. L’esito è una raccolta in cui affiora un lucido progetto di classicismo: sebbene a Petrarca venga riservato un ruolo prioritario fra i modelli, infatti, le "Rime" attingono abbondantemente sia dalla tradizione greca e latina sia da quella volgare due-trecentesca.
Il volume offre il testo della princeps delle "Rime", rivisto e corretto, specie per quanto riguarda l’impiego del sistema ortografico trissiniano, alla luce dei principi di filologia dei testi a stampa e sulla scorta delle indicazioni che si ricavano dall’usus del vicentino o da sue esplicite indicazioni. Il testo critico è corredato di un commento puntuale che, per la prima volta, rende conto del mosaico di citazioni, di riprese e di libere traduzioni da svariati componimenti (greci, latini e volgari) di cui è innervata la produzione lirica di Trissino.
Il saggio passa in rassegna alcuni fra i primi volgarizzamenti dal corpus Theocriteum in endecasillabi sciolti (testi di Trissino, Alamanni, Amomo, Varchi, Muzio), tentando di ricostruire per ciascuno le possibili stampe di riferimento (sulla base di spie testuali), individuando gli ipotesti alternativi alla fonte greca seguiti nelle traduzioni (come la produzione bucolica latina e in particolare virgiliana), e segnalando eventuali interferenze reciproche o riprese dalla tradizione lirica volgare.
Il saggio dà conto dello spazio riservato alla sinalefe nella riflessione metrica fra Tre e Cinquecento, dalle generiche definizioni dei primi trattati a quelle più distese riservatele nel corso del XVI secolo, fino a Torquato Tasso. È esaminato il rapporto tra funzione metrica e stilistica del fenomeno, con particolare riguardo all’effettiva realizzazione orale dei gruppi di vocali interessate dalla sinalefe. Sono valutate, infine, le auctoritates addotte per giustificarne o deprecarne l’utilizzo.
From the works which Trissino published in 1529 we can deduce that the author was closely connected with the world of printing and publishing, taking part, either directly or indirectly, in all the different phases of book production, beginning with the manufacture of paper right through to the correction of proofs and the addition of marginalia to the printed copies. The contribution surveys the types of paper used in these editions and on the basis of the watermarks suggests more precise datings for editions which do not indicate the month of printing. The article also presents the findings of a collation of multiple copies of the "Rime", which reveals how closely the author supervised the printing of the edition.
Sulla base di questi presupposti, il saggio indaga le modalità attraverso cui la produzione lirica ‘antica’ in volgare è sfruttata da Tasso per definire il quadro all’interno del quale siano da ricondurre determinate scelte adottate nei testi da lui analizzati o, al contrario, per disegnare lo sfondo rispetto al quale si staglino eventuali deviazioni dalla norma. Una porzione rilevante del saggio è dedicata poi all’esame dei riutilizzi tassiani del "De vulgari eloquentia", fruito a partire non dal testo latino fornito da Iacopo Corbinelli nel 1577 ma dal volgarizzamento trissiniano a stampa già dal 1529, come provano i non pochi riscontri testuali di cui si rende puntualmente conto.
Firstly the essay outlines the presence of Dante’s lyric poetry in the editions printed between the late fifteenth century and 1529, when the first four «divisioni» of the "Pωεtica" and the "Rime" by G. G. Trissino were published: the main focus is on the "Giuntina di rime antiche" (1527), in which most of Dante’s poems (including those from the "Vita nuova") were printed for the first time. The essay recapitulates which poems Trissino believed should not be assigned to Dante; then, it examines the "Pωεtica" treatise, analyzing which poems are quoted and why, while trying to identify some quotations that are only hinted. Finally, it suggests some connections between a canzone by Trissino and Dante’s lyric production.
Lungi dall’adottare soluzioni inedite, i due volgarizzamenti rimangono ancorati al metro peculiare dell’ecloga, contribuendo a una sua ulteriore canonizzazione. In questa prospettiva, nel saggio è valutato il grado di coesione tra le arcate periodali e la struttura strofica ternaria ed è operato un confronto con le tendenze registrate negli altri componimenti contenuti nella stampa Miscomini. In ragione dello specifico statuto traduttivo dei testi, inoltre, sono indagate le modalità attraverso cui i due volgarizzatori riproducono l’articolazione del periodare latino e restituiscono l’esametro nella forma della terza rima.
The essay records the presence of Petrarch’s poems in the fourth division of the "Pωεtica" by G. G. Trissino. The references to the poems are evaluated for each of the metres analysed in the treatise (sonnet, ballad, canzone, madrigal, serventese), in order to define how those patterns influenced both the metrical theories that can be found in the Pωεtica and the composition of "Rime" and "Sophonisba". Moreover, the essay points up the elements of originality in Trissino.
Il saggio indaga i rapporti fra la prima e la seconda edizione della "Canzone" e della "Sophonisba" di G. G. Trissino, esaminando le modifiche apportate dall’autore nei pochi mesi che separano le stampe e riconoscendovi delle tendenze correttorie comuni. Inoltre, dimostra come molte delle varianti formali introdotte siano da correlare con le teorie linguistiche enunciate nella "Ɛpistola de le lettere" pubblicata di lì a poco.
The essay analyses the relationship between the first and the second edition of the "Canzone" and the "Sophonisba" by G. G. Trissino, studying the adjustments made by the author in few months and finding out similar corrections in each of the two works. Moreover, it demonstrates that many of these variants are to be connected with the publication of the "Ɛpistola de le lettere" and its linguistic proposals.
The aim of this work is to show evidence of the fact that the commission of the 1405 manuscript, belonging to the Angelica Library in Rome and containing Petrarca’s Canzoniere and Trionfi, is to be attributed to Alessandro Sforza, Lord of Pesaro. This on the basis of the badges and noble emblems depicted on the manuscript itself. After a short code description, the single thumbnails are presented pointing out the heraldry for each of them. Finally, a possibile dating of the code is proposed, in the attempt to link it to the private library of Sforza.
L’intervento propone anzitutto un confronto fra i due codici che faccia risaltare le variae lectiones peculiari e che mostri come il ferrarese sia in generale più attendibile del bostoniano sul piano testuale: in particolare, si rende conto della patina regolarizzante – in direzione toscana – che caratterizza il bostoniano e in ragione della quale sono talvolta introdotte circonlocuzioni che modificano sensibilmente la lettera originaria pur di salvaguardare la correttezza linguistica.
Incrociando i dati della tavola finale con l’assetto codicologico del manoscritto, si tenta inoltre di ricostruirne, per quanto possibile, la fisionomia originaria, verificando se sia possibile o meno ipotizzare un preciso disegno soggiacente all’ordinamento del codice bostoniano e se questo sia da preferire all’organizzazione di tipo strettamente metrico proposta dal ferrarese.
Infine, si verifica tramite confronto paleografico se la mano del copista, che a chiusura di volume si firma come «Hieronymo da la Motta», sia compatibile con la proposta attribuzione al cardinale Girolamo Aleandro, originario di Motta di Livenza.
In occasione del cinquecentenario da quelle pubblicazioni, pare opportuno tornare a discutere e ad approfondire l’opera e la rete di relazioni di Giovan Giorgio Trissino, alla luce dei tanti materiali già noti, ma anche per valorizzare lavori in corso d’opera e per stimolare nuove ricerche.
11-12 ottobre 2021, Aula 3 Polo Beato Pellegrino
Sarà possibile partecipare al convegno sia in presenza che da remoto.
Per la partecipazione in presenza sono obbligatori il green pass e la prenotazione.
Prenotazione:
11 ottobre: https://www.eventbrite.it/e/180766095257
12 ottobre: https://www.eventbrite.it/e/180789465157
Per seguire il convegno da remoto:
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