LE CIVILTÀ DEL MAR
EGEO:
La civiltà micenea
LE MIGRAZIONI INDOEUROPEE E LA CIVILTÀ MICENEA
Agli inizi del II millennio a.C. la Grecia fu occupata da gruppi di origine
indoeuropea: Ioni, Eoli e Achei. Gli Ioni si stabilirono in Attica e nell’isola di Eubea
(zona centrale), gli Eoli in Tessaglia e Beozia (zona settentrionale); Ioni ed Eoli
emigrarono anche sulla costa e sulle isole dell’Asia minore.
Gli Achei si stabilirono invece nel Peloponneso (zona meridionale), dove fondarono
diverse città-stato, come Argo, Pilo, Tirinto e Micene, la più importante, dalla
quale la civiltà achea prese il nome di «civiltà micenea».
IL DOMINIO DEI MICENEI NEL PELOPONNESO
Divisi in tribù, i Micenei crearono attorno alle loro città dei piccoli regni, spesso in
lotta tra loro.
Ogni città era dominata dall’acropoli (=la parte più alta). Questa era circondata
da una poderosa cinta muraria, testimonianza delle frequenti guerre. Sull’acropoli
c’era il palazzo del re, magazzini per le provviste, sale per assemblee, luoghi per
il culto degli dèi. Nel borgo sottostante e nelle campagne viveva invece il popolo
(demos), formato da mercanti, artigiani, contadini.
La vita politica ed economica dei Micenei ruotava intorno al palazzo. Al vertice
del potere c’era il re, chiamato wanax, capo supremo, comandante militare in
tempo di guerra e garante della giustizia in tempo di pace. Era assistito nelle sue
funzioni dal lawagetas, capo dell’aristocrazia guerriera, e si consultava con il
consiglio degli anziani: era dunque fondamentale per il re, nonostante la sua
indiscussa autorità, l’appoggio dell’aristocrazia.
Nei palazzi ancora esistenti sono state rinvenute molte tavolette di argilla scritte
in «Lineare B», scrittura sillabica che è stata decifrata e che corrisponde a una
forma di greco molto arcaico: grazie a queste testimonianze abbiamo molte
informazioni sulla società e sull’economia micenea.
L’ESPANSIONE MICENEA NEL MEDITERRANEO
I Micenei erano un popolo dallo spirito sostanzialmente guerriero. Intorno al
1450 a.C., grazie alla coalizione tra diverse città-stato, riuscirono a imporre il
loro dominio sull’isola di Creta a Cnosso tavolette in «Lineare B». In seguito
riuscirono a espandersi in tutte le isole dell’Egeo, fino a fondare colonie sulle
coste dell’Asia minore.
Grazie alla loro posizione geografica, si dedicarono anche al commercio e alla
navigazione, sostituendo così Creta nel controllo del Mediterraneo.
All’espansione micenea si colloca il celebre episodio della «guerra di Troia»,
narrato in forma mitica nel celebre poema epico attribuito a Omero, l’Iliade.
Troia era una città che sorgeva presso lo stretto dei Dardanelli, in una
posizione molto strategica: rappresentava una minaccia per la sicurezza
dei commerci tra Grecia e Asia, e per questo motivo fu distrutta dai Micenei,
intorno al 1250 a.C.
LA FINE DELLA CIVILTÀ MICENEA: il «MEDIOEVO ELLENICO»
A partire dal 1200 a.C. la civiltà micenea si avviò verso un progressivo declino
fino a scomparire completamente, con la distruzione di tutti i palazzi. Questo
declino sarebbe dovuto all’invasione dei Dori, un’altra popolazione
indoeuropea che si stabilì nel Peloponneso.
I secoli che vanno dalla fine della civiltà micenea all’inizio della storia greca
vera e propria sono chiamati «medioevo ellenico» (o «dark age», o «alto
arcaismo») dal XII al IX secolo a.C.
Questo periodo è caratterizzato da una decadenza economica e culturale: si
passa a una vita di tipo contadino, il commercio viene meno, e soprattutto
scompare l’uso della scrittura. Nonostante questa generale decadenza
iniziarono comunque a svilupparsi delle innovazioni, tra cui la lavorazione
del ferro.
Le fonti per questo periodo sono costituite da testimonianze archeologiche
e dai poemi omerici (Iliade e Odissea), ambientati in età micenea ma che
riflettono alcune usanze di questi secoli.
Da queste fonti sappiamo che mancava un potere centrale forte, e c’erano
numerose piccole comunità, guidate dal basileus, un re-pastore,
affiancato da un consiglio degli anziani e da un’assemblea.