AMICI DELL’ARTE - FAMIGLIA ARTISTICA
STRENNA
DELL’ADAFA
N.S., V (2015)
CREMONA
2015
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INDICE
Roberta Aglio, I soffitti di “Casa Sperlari”:
le ultime tavolette lignee cremonesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Fabio Perrone, “Museo Anelli”: dal saper fare al far sapere . . . . . . . . 25
Anna Lucia Maramotti Politi - Amedeo Bellini,
Il sentimento dell’architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
Eliana Bertamoni - Piermassimo Ghidotti, “Cavare castrum”:
castelli medievali della pianura centropadana.
Documentare per ritrovarsi un metodo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
Giovanni Fasani, Cremona: la città e il territorio
nelle stampe del Cinquecento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Ombretta Valsecchi, Cristoforo Agosta e i Misteri del Rosario
nella chiesa parrocchiale di Romanengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
Giulia Nava, Il viaggio del nobile Carlo Albertoni in Francia.
Lettere alla madre, 1780-1781 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
Vanna e Mario Gnocchi, Una storia di emigrazione . . . . . . . . . . . . 175
Roberto Caccialanza - Anna Plans Berenguer,
Da Cremona a Barcellona, una favola divenuta realtà
Paolina Pozzali Crotti, contessa di Bell-lloc (1870-1953) . . . . . . . . 207
Francesco Cignoni, Segrete melodie. Alcune considerazioni
su un sistema di cifratura musicale seicentesco . . . . . . . . . . . . . . . . 223
Antonio Beltrami, Vittorio G. Rossi, lo scrittore del mare. . . . . . . . 237
Tiziana Cordani, La natura nel cuore: lieve ti sia la terra…! . . . . . . 247
Donatella Migliore, La pietà laica di Mario Coppetti . . . . . . . . . . 257
Attività dell’anno sociale 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 261
Organigramma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 265
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Eliana Bertamoni - Piermassimo Ghidotti
“Cavare castrum”: castelli medievali della pianura
centropadana. Documentare per ritrovarsi un metodo*
Dopo “popolamento”, “necropoli” e “insediamenti”, si propone ora una
“geografia” medievale la cui natura impone di ripensare la ricerca, coniugan-
dola alle mutate condizioni operative.
L’interazione tra fonti, topografia, ricognizioni e relitti urbanistici, rara-
mente indagati in modo sistematico, è potenziata dalla cartografia teresiana
(1723), apice del processo iniziato nel XII secolo che consente al cartografo
Antonio Campi, nel 1571, di definire graficamente le pregresse difese me-
dievali.
I saggi archeologici, ingestibili sui numeri emersi, sono surrogati da fine-
stre stratigrafiche, a sostituire la verticalità dello scavo con una “orizzontalità
credibile” delle campagne (Brogiolo 1983); tuttavia opere deperibili altamen-
te finalizzate si degradano con l’esaurirsi della necessità, come il “trincerone”,
dieci miglia di terrapieni e legname tra San Bernardo e Grumone, approntato
nel quadro della Guerra dei Trent’anni. Se le ricognizioni restituiscono po-
saterie e metalli dei belligeranti, le inusuali dimensioni permettevano, ancora
nell’Ottocento, di individuarne i dossi pur nello spoglio iniziato subito dopo
la battaglia del giugno 1648.
A tutto il secolo XV i ricoveri utilizzano legno e terra impostati su basi in
ciottoli e laterizi, come indicano Piadena e alcuni siti bresciani; nella fascia
pedemontana solo sei casi utilizzano murature nelle abitazioni, riservando
le produzioni laterizie a chiese e fortificazioni primarie. Assenti notizie sulle
“case isolate” tra IX e XIII secolo, pervengono sporadiche descrizioni di
elementi accessori al castello nei soli casi di Bozzolo, Acquanegra (?) e Ron-
caglia (?).
* Il contributo aggiorna quello presentato al VII Congresso Nazionale di Archeologia Me-
dievale, celebratosi all’Università di Lecce nel settembre 2015 e attiene una indagine estensiva
svolta dagli scriventi nel biennio 2013-2014 con la supervisione del dott. Andrea Breda della
Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia, nucleo di Brescia. Le acquisizioni dovute
alla dott. Aurora Cagnana della Soprintedenza ai beni archeologici della Liguria, e al prof. Aldo
Settia dell’Università di Pavia hanno facilitato il nostro lavoro. Un ringraziamento a Romeo
Domaneschi per l’informatizzazione.
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Toponomastica dedicata
Vocaboli quali Mons, Tumba, Dossum, indicano apporti alluvionali adatta-
ti a fortificazioni soprelevate; contrariamente a realtà limitrofe come la pave-
se, Motta S. Damiano, o la milanese, Motta Visconti, il termine è utilizzato
nel solo Motta Baluffi, peraltro sprovvisto di castrum, ed in singoli rustici ove
però il dosso può riferirsi ad antropizzazioni anteriori.
Se la vicinanza alla chiesa ne accentua il significato, il toponimo “Castello”
non è probante: Castelbarco, località di Pieve d’Olmi, estrinseca il possesso
terriero, acquisito nel XVII secolo dall’omonima famiglia trentina.
Le strutture difensive controllano, statiche, le scorrerie ungare annunciatesi
nell’899, ma il pericolo è condiviso con “mali cristiani” e saraceni con base
a Frassineto (To) che percorrono la pianura. Nella fortificazione prevalgono
fossati e palizzate, ma anche muri come nell’Episcopio cremonese, mentre l’o-
rizzonte è scrutato da altane; la densità degli apprestamenti è data da semplicità
progettuale che non implica una strategia. I castra di prima fase sono strutture
sommarie che beneficiano di attrattiva fiscale con la quale i feudatari si conten-
dono gli abitanti: la terra del fossato forma il terrapieno arricchito da palizzata,
e il perimetro contiene abitazioni, chiesa con sepolture e orti esentati da canoni.
La cautela sui relativi cronologici è giustificata da Castelnuovo Gherardi
che, citato tra 1159 e 1221 per investitura di terre, non ha restituito evidenze,
al contrario di Castelnuovo del Zappa, inserito nell’agro centuriato, citato
nel 1259 come “loco et territorio Castri novi Conradi” e dotato di chiesa nel
1385: essa è affiancata dal rustico “Castello”, proteso a controllo del fiume
Morbasco. Ad analogo percorso sembra ricondursi il vicino San Martino,
“castellare”nel 1204. La ricognizione topografica chiarisce situazioni incerte:
Stilo Mariani, citato dal 1264, enuclea un’evidenza circolare cui si accede da
unico ingresso, oggi vanificata dalla totale edificazione.
A Corte Frati l’insediarsi dei monaci rimuove il ricordo del castello, man-
tenuto nella dedicazione prospiciente la parrocchiale. Peraltro il sovrapporsi
di apparati monastici diffonde toponimi quali Palazzo, Convento, Monaste-
rolo che, stratificandosi, confondono il significato della presenza.
Quistro è attivo nel 996, ma sovrapponendo il rilievo teresiano il castro
appare decentrato dall’abitato, presso il “ Castelnuovo”, suggerendo un av-
vicendamento di contesti.
Il Secolo XI. Le pievi difese
San Pietro in Cerro (Pc) sorse presso il torrente Arda, nella corte regia
dell’Aucia. Il toponimo richiama un’area boscosa identificabile nella “Silva
magna” dei documenti alto medievali, nella quale, dal 969, è attestata la pieve
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Fig. 1. Ricostruzione del sito chiesa vecchia di San Pietro in Cerro (PC). Il castello altomedievale:
palizzata, capanne, pieve, cimitero.
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di San Pietro, confinaria con la diocesi cremonese. Essa è identificabile nella
Chiesa vecchia, secondo uno schema attestato in ampia fascia geografica, dal
San. Tomè di Carvico (Bg) al San Paolo di Illegio (Ud) in cui il trapasso a
strutture in muratura avviene alla fine del X secolo: nel primo un alto topogra-
fico naturale viene dotato di fossato con lo scavo del quale si appresta un terra-
pieno in cui si innalza un edificio in legno poi trasformato, mentre il secondo
traeva protezione probabilmente dalla posizione interna, una vallata isolata.
Il terrazzo alluvionale di Chiesa vecchia denotava un’ ampio affioramento di
laterizi e ceramiche grezze pettinate associate a pietra ollare. Fusarole decorate a
vetrina sparsa definiscono un’ occupazione di X-XI secolo. Il castello comunale
nasce però decentrato risucchiando gli abitanti; analoghe situazioni si hanno a
Piadena (Cr), dove la rocca del 990 oblitera una preesistenza con fossato e paliz-
zata, e a Scandolara (Cr). Qui Chiesa vecchia ha origine altomedievale affiancan-
do una torre più antica; nel vicino “Castelass”, si sviluppa un nucleo di capanne
protetto da perimetro difeso che include edificio religioso e area sepolcrale
accentrata. Quest’ultima è la sintesi di distinti rituali che dalle necropoli prediali
romane passano alla deposizione sparsa e al riassetto dei cimiteri carolingi.
Nel X secolo Pieve Terzagni (Cr) risulta provvista di castello in terra e
legno. Citata tra 1019 e 1059 è ristrutturata nel XII secolo, mantenendo il
profilo circolare di un possibile terrapieno.
Pieve Delmona (Cr), castrum nel 1017, compare come pieve poco oltre,
mostrando che la memoria del primo è assorbita dall’importanza della secon-
da, più antica poiché le battesimali si indicano come “plebs” dalla metà del
IX secolo. Identificabile con la chiesa rurale di Le Valli, la pieve di Bressanoro
(Cr) viene citata dal 841, mentre nel 1022 avviene la donazione al vescovo
Landolfo, che ne specifica la collocazione entro un castro: posizionata al
colmo di un rilevo delimitato da fossati, definisce la postazione difensiva
esautorata con la nascita di Castelmanfredi (Cr).
Solo intuibile il “castrum Casali Maurani”, attivo nel 1058, l’attuale Ca-
salmorano.
Pescarolo (CR)
Presso la chiesa è visibile un rilievo allocato entro uno spiazzo quadrato
definito da fossati. Sin dal 1093 il castello era composto da fortificazioni
progressive ma nel 1249 viene ristrutturato “cavare castrum” con palizzate,
fossati e bertesche: il toponimo “rocca” definisce dunque il re incastellamento
di contesti antichi.
Acquanegra (CR)
La vicina corte di Sesto, citata nel 999 “cum castris” insieme a Crotta, si
staglia nitida come “Arifingo”-Fengo, attivo dal 990 e aggrappato alla par-
rocchiale dalla quale si diparte un perimetro coerente. Scavi nel sagrato della
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chiesa di Acquanegra, attestata dal 1442, hanno restituito sepolture che ne
confermano l’antichità, da relazionare forse al castrum del 993, attorniato
da mulini e arativi concentrici alla struttura. Degli altri contesti, Cascina
Vernazzola, imponente complesso sopraelevato sul paleo alveo, denuncia
una posizione esposta alla corrente e il dosso del cimitero, già frequentato in
epoca preistorica, la completa urbanizzazione.
Acqualunga Badona (CR)
Una donazione redatta “intro castro” informa che nel 1019 Acqualunga
era vico con castello, evidenze sconvolte dal complesso benedettino risalente
al 1439. Il fossato che cingeva la corte rinascimentale, riportato nelle carte
del Settecento, non veniva descritto nel secolo successivo quando si avviò
la trasformazione in unità produttiva. Le ricognizioni hanno individuato,
presso il “mulino vecchio”, un affioramento di reperti romani, mentre altra
concentrazione di mattoni, associati a pentolame in pietra ollare e ceramica
graffita, definisce un edificio di XVI secolo.
Zanengo (CR)
Lo scrivente ha indagato a campione circa 12000 mq., dal caratteristico
perimetro a goccia del castello medievale, dietro la chiesa di San Materno
citata dal 1022. Per Settia siamo in presenza di rare entità distinte ma coe-
sistenti, differenziate dall’aggettivo “novo” attribuito oltre il 1010. Se l’uno
pare identificarsi con la chiesa, l’altro è indicato dal toponimo “Castello” in-
dicante corti affiancate, una delle quali scavata. Allora si verificò una generica
cronologia post medievale, mentre ora vicine risorgive hanno limitato l’esame
al banco di torba basale. L’apporto di argilla a bonificare la palude denota un
interesse insediativo, ma l’inquinamento dovuto ad edifici presenti nel cata-
sto del 1723 priva dei livelli d’uso altomedievali, abrasi. L’apparato in terra
e legno doveva collocarsi a quota superiore e rimane nel profilo caratteristico
riscontrato anche nel “Prato vecchio” di Ripalta Arpina e in più esteso ambito
padano. Il “tonimen” di cui è dotato Zanengo si riscontra anche, con fossato
e siepi, nel castro di Codogno documentato dal 1044.
Casalbuttano (Cr)
Il catasto teresiano riporta le evidenti tracce del “castrum”, documentato
nel 1086. Percorso dei fossati e superficie compresa introducono differenze
tipologiche: dal tondo di X-XI secolo, in cui un’area estesa contiene inse-
diamento ed annessi, discende il sub circolare, mentre il quadrilatero delle
più tarde rocche si confronta con un 30% di siti che mantengono l’assetto
precedente, premiante la difesa. Nella conservazione il primo meglio perdura
in ambito urbano, mentre nei rustici il quadrilatero testimonia l’edificazione
successiva, anche rinascimentale.
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I “Castra Vetera”
Le mutate dinamiche politiche che superano l’esperienza comunale ge-
nereranno, dopo lunghi travagli, le signorie, cui si associa la dismissione di
difese non più funzionali con abbandono definitivo, riconversione o nuova
edificazione con bertesche e dongioni prima assenti. Tra i primi, “Pontis
vici”, Pontevico (Bs), è attiva nello scacchiere del medio corso dell’Oglio nel
1184 ma nel 1210 l’appellativo di“castri veteris” ne decreta la fine favorendo
la successiva rocca. Castelvetro (Pc) “Curtis de castro vetere de transpado”
indica il centro sostituitosi alla presenza romana, occlusa dal sedimento che,
in golena, condiziona. Corre nei pressi la consolare Postumia, divenuta poi
tratto locale attestato da oratorio e ospizio, che transitava dal ponte in legno,
del quale si scorgono talora i portanti lignei, e si immetteva dalle mura meri-
dionali in città. Il borgo, citato nel 1055, rivela la conformazione rivierasca a
nuclei e rientra nella diocesi cremonese per donazione pregressa confermata
da Ottone III nel 996. Se nel 1147 è menzionato un “loco Castelli Veteris”
e nel 1169 un “Castellum Vetus”, nel 1221 risulta definitivamente superato.
Bordolano (Cr)
Una magra dell’Oglio ha favorito l’emersione di lacerti murari collassati
sul greto per l’azione erosiva delle correnti, impetuose durante le piene. Gli
orditi murari giacciono lungo un discreto fronte e si riferiscono a fasi distinte
del soprastante castello, ubicato su un dosso strategico: a tale collocazione è
attribuibile il crollo definitivo quando, sul finire del XVIII secolo, la continua
pressione idraulica provocò una consistente frana. Esistente nel XII secolo, ri-
entrava nel sistema specchiato di confine: alle cremonesi Soncino, Bordolano
e Robecco rispondevano Orzinuovi, Quinzano e Pontevico.
Castelvisconti (Cr)
Documentato come Prato Bisio nel 995 e feudo visconteo dal 1391, risul-
ta accentrato presso la tozza corte squadrata del “Castello”, posta al limite del
paleo alveo dell’Oglio, del quale controllava il transito. Il borgo, caratterizza-
to da strade strette e costruzioni addossate, era dotato di lazzaretto del quale
permangono toponimo ed edicola commemorativa. Analoga la situazione
del vicino Azzanello ove il “Castello” risulta in posizione centrale nel tessuto
urbano, attestato dal 1019 mentre la periferica Cappella dei Morti sorge su
un’alta scarpata utilizzata per stazionamento e sepoltura dei contagiati dalle
ricorrenti pestilenze.
Roccamairana (Cr)
Rocca Mairana compare dal 1162 sino allo scadere del XIII secolo. Il mi-
cro toponimo “Camirana”, presso Castelverde (Cr), ne identifica la corruzio-
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ne con la precoce indicazione “Rocca” tra le prime della pianura lombarda,
forse influenzata da disponibilità idrica permanente, identificata nel “Lacus
de Rocca Mairana”. L’ipotesi di un toponimo legato alle modalità di materia-
li specifici e tecniche costruttive è smentita da Binanuova (Cr), borgo franco
murato ancora indicato nel 1192 con l’appellativo di castrum.
Barzaniga E Grontorto (Cr)
All’ingresso meridionale del paese, menzionato dal 1202, si erge un dosso
di notevoli proporzioni, circondato da fossato ad andamento semi circolare,
conosciuto come “Castello”; accostata a nord la parrocchiale, ricostruita su
resti cinquecenteschi, e tra i due uno spazio cimiteriale. Gli interventi lungo il
terrapieno hanno documentato edificazione, uso ed abbandono di due rustici
post medievali definitivamente scomparsi.
Nella limitrofa Grontorto compare analoga situazione con edificio arroc-
cato su alto topografico più esteso indicato come “castello visconteo” distinto
dalla vicina chiesa che con il primo e cimitero costituiscono gli elementi del
quotidiano medievale.
Alle attestazioni di X-XI secolo succede, in zona, il modulo rurale della
c.d. “corte soprelevata” con Annicco, Grontorto e Barzaniga giustificate dal
posizionamento al limitare della scarpata fossile del Morbasco, e attestati
oculate scelte di controllo assenti nella fase precedente.
Villarocca (Cr)
Delle fortificazioni presenti nel 1256 il catasto teresiano riporta un fos-
sato circolare nell’ abitato e la “Rocca”, verso l’Oglio, ove ancora ai primi
dell’Ottocento emergevano cortine difensive. Come a Gabbioneta, ove al
castro del 966 si associa il borgo franco di Binanuova del 1192, qui la più
antica struttura di Monticello, castro ascritto al 966-1060 si riconverte nella
Villarocca due - trecentesca.
Il Cremasco
Il X secolo di Camisano, Offanengo e Casaletto Vaprio, compreso tra 960
e 990, evolve con Agnadello,1019, Montodine, 1023, Ticengo, 1054, Botta-
iano, 1066, Ombriano, 1080 e Crema, 1084. Cremosano, 1120, avvia il XII
secolo che si chiude con l’approntamento di borghi franchi limitanei come
Cumignano,1173, Dovera,1186, Camisano 1191, Bottaiano e Ricengo, 1192.
Le dimensioni variano tra i 26.000 mq. supposti per Ricengo ai 18.000
di Agnadello mentre Bottaiano pare circoscritto a 4600 mq. Ticengo, Cami-
sano, Dovera non mantengono indizi topografici, ma dubbi suscitano pure
Casaletto Vaprio e Ombriano.
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Indicativo delle vicende cronologiche è Castelgabbiano: fortificato nel
949, si ridimensiona nel“loco” del 1035 sviluppato trent’anni dopo in “cor-
te” poi ampliata prima del 1123 nel “castrum
quod vocatur“ Gabianus”, la cui funzione è ricordata nella torre della
rinascimentale Villa Griffon.
Le Torri
Nel basso Medioevo si potenzia l’elevato sperimentato alla fine della fase
castrense: torri rurali sono discretamente attestate ma il collasso strutturale
ne ostacola il pervenire. Squadrate nelle linee, rettangolari con lati tra otto e
quattordici metri vengono munite, se isolate, di fossato.
Torricella di Ostiano, citata dal 1014, interessa il toponimo di un’am-
pia località. Castelleone, 1188, Trigolo e Ricengo, coeve al 1190-1192,
confermano il rafforzamento dei borghi franchi che integrano difese anche
anteriori. Lago Scuro (Cr), eretta ante 1270 a difesa della pieve e “Torrione
dei Landi” di Chiavenna (Pc) legano i precedenti al modello trecentesco
di Casteldidone (Cr), 1309, Torri di Sopra (Pc), Badagnano (Pc), 1383, e
Torricella del Pizzo (Cr), 1390. All’imbocco della Val Nure (Pc), tra San
Giorgio, San Damiano, Torrano e Ponte dell’Olio permangono esemplari
inseriti in complessi fortificati ove ben se ne esplica duttilità e prolungato
utilizzo.
Monticelli (Pc): la riedificazione in rocche
A Monticelli (Pc) l’archeologia conferma l’agro centuriato con edifici
dotati di ambienti di servizio e ceramiche di qualità. In seguito la zona entra
nella giurisdizione diocesana cremonese, poi sostituita dal Comune che, nel
XII secolo, consolida il potere con una consistente distribuzione di terre
“ultra Pado”, preparata con un estimo del 1120. La migrazione derivatane,
stagionale, condiziona il comparto: se Borgonovo indica un abitato fuori la
cerchia murata o distingue da uno più antico, il castro, identificato nell’area
della parrocchiale, perde importanza ai primi del XV secolo, quando si erige
la rocca, decentrata rispetto a quello.
Polignano (pc)
Il prediale romano indica la centuriazione, documentata da fattorie d’età
classica protrattesi almeno al III secolo d. C., come provano monete di Gal-
lieno e Claudio II Gotico.
Attestata come Paulignano nel X secolo è la più recente delle pievi in
zona, datando il titolo dal 1185 ma l’insediamento coagula presso un forti-
lizio del 1307. Poco lontano la militarizzazione del territorio trecentesco è
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testimoniata dalla torre di Fontanazze mentre nel post medioevo risultano
sei affioramenti ascrivibili ad edifici di XVI secolo associati da una cultura
materiale omogenea, con ceramiche graffite associate a dipinte monocrome
come a Caorso,Villanova e Soarza.
Bicchignano (Pc): il castello ricetto
Posto a controllo della Val Nure Castelvecchio rientrava nel sistema feuda-
le di XI secolo. Successive trasformazioni negli alzati risparmiano un torrione
edificato con sassi fluviali allettati in abbondante malta, profilato ad alta
scarpa e pronunciati beccatelli a sostegno dei cammini di ronda. La continu-
ità dei fori per ponteggio testimonia un elevato notevole dotato di finestre
strombate cui si poggiano cortine laterizie posteriori. Il cortile era difeso da
una struttura più piccola sul lato opposto e il recinto delimitato induce ad un
ricetto autonomo per lunghi periodi, almeno nella fase più antica, quando il
controllo del fondovalle era abbinato alla posizione apicale.
XIV - XV secolo: le Signorie
Nella pianura l’imporsi dei Visconti vede ristrutturare le posizioni o
crearne di nuove a Pumenengo (Bg), Rovato (Bs), Cremona, Grontorto e
Pizzighettone (Cr), Castelnuovo Bocca Adda (Lo). Pur coesistendo effimere
signorie locali nella Maccastorna (Lo) dei Cavalcabò e nella Villarocca (Cr)
dei Dovara un ramo Gonzaga occupa Ostiano e Vescovato nel Cremonese,
mentre la famiglia fortifica il confinante mantovano con le rocche di Canne-
to, Redondesco e Mariana. Quest’ultima descrive una tipologia diffusa con
fossato, cinta e “caneve”, magazzini ad essa interni.
Dimore, receptum e fortalicie alla fine del Medioevo
Impostisi stati regionali, le costruzioni si adeguano in dimore di rappre-
sentanza che recuperano la primitiva funzione di controllo-potere avviatasi
con l’incastellamento.
Documentato sin dal X secolo, “Castaneto sicco” (Cr) era provvisto, nel
1202, di suoli agricoli alternati a paludi, presso cui si erige il castello della
Breda attestato nel 1338. Analogo destino è riservato a Cavallara (Cr), men-
zionata nel 1037.
Nel Cremonese centrale, il dominio dei Picenardi è ripreso in vari to-
ponimi funzionali (Torre Picenardi, Cappella Picenardi, ecc.) e perviene la
versione castellata di difese anteriori.
I villaggi sono sempre indiziati di protezioni: mulino di Spinadesco (Cr) e
Dosso Pallavicino (Cr), di XV secolo, sono arroccati e chiusi, Soarza (Pc) ha
porte “con tetto a capanna” e chiese campestri come Caruberto (Cr), rilevata
con porta e beccatelli, sono dotate di accorgimenti.
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Cinte fortificate dette “Fortalicie” sono attestate a Rovato (Bs), ove Ber-
nabò Visconti trasformò il “castrum vetus”, a Gabbioneta (Cr),1428, S.
Martino in Beliseto (Cr) e Muradelle (Cr),1451.
Difese murate volute dalle comunità, realizzate senza intervento del feu-
datario, indicano invece il “Receptum” ove conservare i prodotti della terra,
come Coccaglio (Bs), protetto nel 1483 da spalto, fossato e ponte levatoio. Il
castello di Ghedi (Bs) mantiene mura, torrioni, fossato e terrapieni ancora nel
1610: le case all’interno, oltre un centinaio, sono adibite a granai e depositi.
Il restauro, nel 1701, di quello di Leno (Bs), imposto dalla guerra di succes-
sione spagnola conferma comunque la mantenuta efficacia anche militare di
questi baluardi riattati.
Riedificazioni in monasteri
La frequentazione intrinseca al toponimo Monasterolo (Cr) ha preservato
un complesso posto sulla scarpata verso l’Oglio. Qui si pone il castello basso
medievale a guardia di guado e borgo indicato, nel XIV secolo, come “Mo-
nastirollum” a conferma della già radicata presenza religiosa.
Nel cimitero svettano alzati in mattoni decorati a sgraffio; i fori disalline-
ati del ponteggio descrivono due fasi con la costruzione della base quadrata,
sostegno dei corsi superiori. La presenza di nervature angolari e centrali sug-
gerisce non già un manufatto militare ma il campanile di San Michele, posto
entro il XIII secolo, cui rimanda il perimetro del dosso su cui è costruito.
San Vito (Cr) è costituito da tre corti chiuse, attigue la chiesa e ricordate
come “Castello”. In una di queste permangono torrette tarde ascritte al mo-
nastero, che condizionano l’andamento del fossato in un profilo a trapezio
dettato dallo sviluppo conventuale.
Una memoria per il domani
Sul fitto popolamento d’età romana si inserisce la frequentazione medie-
vale, spesso indefinita, ma della quale possiamo proporre spunti di appro-
fondimento futuro.
La rete feudale innesta sull’impianto nobiliare nuovi tenutari di nomina
vescovile che difendono il potere raggiunto nel controllo di guadi, strade o
mercati, ove le strutture si stratificano in un rapporto fisico. L’incastellamen-
to non è dunque processo unitario, ma il sovrapporsi di necessità spalmate
su alcuni secoli che definiscono soluzioni originali adatte alla contingenza:
dal castro in terra-legno si passa a castelli in muratura, feudali o di erezione
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PER LA COSTITUZIONE DI UN DATABASE CRONOLOGICO DELLE DIFESE POST CLASSICHE NELLA PIANURA CENTROPADANA.
NUM. TAB. PR COMUNE LOCALITA’ BIBLIOGRAFIA - NOTIZIE-FONTI NOME STORICO INTERVENTO EVIDENZE LETTURA MQ SITO SECOLO ANNUM TIPOLOGIA
101 Postm mn sabbioneta nucleo urbano. settia,479. camPi,1583. castro con curtis, topografia 2014 castrum cortina dubbia 1616 3070 iX*X* 829*1554* castrum cinta
sabioneda,1583. muraria mt XVi 1591 muraria
27 med cr. Pozzaglio casalsigone astegiano ,i,30:donazione falconi casale sigoni ricognizioni 2013 Vico discreta 6010 X 909 castrum
1979,i,98:donazione [Link]. 1723.
188 med Pc [Link] nucleo urbano artoccHini,454-458. settia,103,215. Vico sichilone topografia 2015 castello Buona 2390 X*Xi* 948*1090* castrum con
piacentino ristrutturato Xiii 1242 fossato
100 Postm mn Bozzolo nucleo urbano settia,103. castrum vauxiolo topografia 2014 castrum dubbia 16840 X 949 castrum
60 med cr camisano campo castello settia,104,215. camisiano topografia 2014 castrum dubbia scomp. X 960 tonimen, fossato.
26 med cr. Pescarolo Pieve terzagni astegiano,i,36,57:decime gHidotti [Link] a litera. ricognizioni 1995 Pieve con mosaici discreta 5280 X*Xii 966 Pieve e castrum
1996,.22. [Link].1723. romanici
6 med cr. Pescarolo castelnuovo falconi 1979,i,174:donazione [Link].1723. corte Barulfi, ricognizioni 1 995 castrum,poi discreta 9280 X*Xi 966*1026 castrum
Vescovo castronovo aspice castello vescovile
13 med cr. Pessina monticelli ripa astegiano,i,34:commutatio. [Link].1723. montecello novo ricognizioni 2013 edifici con Buona 2400 X 966 castrum poi
oglio fondazioni a castello poi
scarpa. dimora castell.
49 med cr. gabbioneta Presso astegiano,i,34:commutatio. Vico gabianito ricognizioni 2014 edificio cinto da Buona 2860 X*XV 966*1428 castrum poi
parrocchiale. fortalicium fossato fortalicia
119 med cr cappella [Link] sabbioni astegiano,i,35:permuta. cat. ter. 1723. sablone ricognizioni 2014 Ubicazione discreta 3250 X 970 luogo difeso?
cantone camPi,1583. topografia 2014 topografica fossato
41 med cr Vescovato redondesco astegiano,i,37:privilegio. settia,106. radaldisci ricognizioni 1995 fabbricato rurale dubbia 6040 X*Xiii 982*1258 castrum
con cappella Pm
12 med cr. acquanegra fengo, settia,207. [Link].1723. arifingo topografia 2014 Profilo sub discreta 2300 X 990 luogo difeso?
parrocchiale circolare
11 med cr. acquanegra chiesa settia,107,215,220,261. aqua nigra ricognizioni 2014 Ubicazione dubbia 2900 X 993 castrum con
parrocchiale topografia 2014 topografica sedimen
69 med cr genivolta nucleo urbano settia,225,320,385. sami,i,222. castro novo de ricognizioni Ubicazione due dubbia 41530 X*Xi 993*1026 castrum con
Zuvenalta,1026. 1995,2014. castelli palatium
topografia 2015. vescovile
115 med cr. castelvisconti nucleo urbano astegiano,i,.39:donazione. [Link].1723. Pratobisio ricognizioni 2014 cascina castello Buona 4870 X*Xii 995*1133* ecclesia difesa
1153*1164
25 med cr. Persico Quistro, via astegiano,i,40:donazione. gHidotti Quistro ricognizioni 2014 Ubicazione Buona scomp. X 996 castrum o
dosimo castelnuovo 1994,66. [Link].1723. topografia 2014 topografica castello novo
181 med cr. cremona Via ala Ponzone relazione di scavo. Partecipazione Base torre in discreta scomp. X*Xi torre
27 ciottoli allettati
con malta
45 med cr. sesto e Uniti nucleo urbano, settia,317,342 cat. ter. 1723. curte cum castri ricognizioni 2014 Profilo urbanistico Buona 10090 X*Xi 960*999* corte con
parrocchiale topografia 2014 1092 castrum
62 med cr crotta adda Villa stanga (?) settia,108,212,215. catasto teresiano 1723. Plebs cum castri, ricognizioni 2014 Ubicazione dubbia scomp. X*Xi 999*1037 tonimen, fossato.
crota,1037. topografia 2014 topografica
176 med Bs Quinzano nucleo urbano astegiano,i,392:inventario. Quinzanum,1297 ricognizioni 2014 Ubicazione Buona 24000 X*Xi* 1297 castrum e borgo
oglio topografia 2015 topografica Xiii
61 med Pc [Link] in chiesa vecchia sami,Vi,223. Plebs sancti Petri ? ricognizioni 1998 ceramiche e Buona scomp. X-Xi 969 Pieve e abitato
cerro reperti difesi
114 med Pc Vigolzone Bicchignano, artoccHini,440. ricognizioni 1995 mura,torre,recinto. Buona 6530 Xi castrum
castelvecchio
28 med cr. cella dati nucleo urbano astegiano,i,41: privilegio cat. ter. 1723. curtem cellam ricognizioni 2014 cella monastica dubbia 5620 X-Xi 1000 corte difesa
7 med cr. castelverde muradelle astegiano,i,43:giudizio. muradillo,1004 ricognizioni 2014 Ubicazione dubbia 5890 Xi*XV 1004*1451 castrum,poi
fortilitium,1451. topografia 2014 topografica fortalicia.
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PER LA COSTITUZIONE DI UN DATABASE DEI SITI MEDIEVALI CENTROPADANI:ESEMPI DI TIPOLOGIE E FUNZIONI.
N° PR. COMUNE LOCALITA’ COORD NOME BIBLIOGRAFIA - EVIDENZE STRUTT ALTRE REPERTI MQ SITO SCAVO TIPOLOGIA PERIODO SECOLO ANNUM
GOOGLE STORICO NOTIZIE- FONTI STRUTTURALI MURARIE STRUTT
EARTH
1 cr cicognolo dosso 45°10’9.95”n caliano, 1264 affioramenti laterizi in edifici con fondazioni a si si si 12620 no luogo difeso. Bmed XV ante 1632
Pallavicino. 10°12’45.04”e proprietà gazzina. scarpa.
2 cr Paderno acqualunga 45°14’53.34”n infra castro falconi 1979, i, 348: agro centuriato con si si no 5290 no castrum poi Bmed * Xi* XV 1019*1439
Ponchielli. Badona. 9°54’58.84”e aqualonga, 1019. donazione. gHidotti, ceramiche romane. monastero. rin
ricognizioni 1992, 2014.
3 cr castelverde Breda 45°10’42”19.n Breda detrechi, camPi, 1583. fabbricato rurale. si si no 2110 no castello b.m. Bmed Xiii* XiV* 1202*1338
de’Bugni. 9°59’18.95”e 1583. gHidotti, “fortalicia”
ricognizioni 2013. 1424.
4 cr castelverde castelnuovo 45°11’51.27”n castri novi astegiano, i, cascina “castello”. si si no 2590 no castello basso Bmed Xiii* XiV 1259*1385
del Zappa. 9°57’50.16”e coradi. .306:testamento. medievale.
gHidotti,
ricognizioni 2014.
5 cr castelverde [Link] in profilo earth. castellare, 1204 camPi, 1583. catasto Profilo urbanistico no no no 2640 no castello basso Xiii* XV 1204*1451
Beliseto. fortilitium 1451. teresiano 1723. trapezioidale medievale
6 cr Pescarolo castelnuovo 45°10’59.72”n corte Barulfi, falconi 1979, i, 174: fabbricato rurale. no si no 9280 sterri castrum. X*Xi 966*1026
del Vescovo. 10°12’43.3’’e poi castronovo “in corte Barulfi”. 2011.
aspice
7 cr castelverde muradelle. 45°12’13.18”n muradillo, 1004 astegiano, fabbricato rurale. no no no 5890 no luogo difeso. Xi* XV 1004*1451
9°59’38.68”e fortilitium, 1451. i, 43:giudizio.
gHidotti,
ricognizioni 2013.
8 cr Pozzaglio castelnuovo 45°12’24.85”n curte 1159, settia, 423. terreno agricolo. no no si 5890 no castello basso Bmed Xii* Xiii 1159*1221
gherardi 10°3’59.18”e castrinovi, 1221. gHidotti, medievale.
ricognizioni 2014
9 cr castelverde, marzalengo 45°12’32.70”n marzalingo. falc.1979, i, cascina “castello”. no no no 2950 no castello basso Bmed Xii 1132
9°59’51.85”e 190:possesso canonici. medievale.
gHidotti,
ricognizioni 2013.
10 cr spinadesco nucleo 45°9’2.58”n spinadesco, astegiano, i, corte chiusa “mulino si no no 1910 no mulino Xiii* XV 1206*1298
urbano. 9°55’42.68”e 1206. 208:investitura. vecchio”.
gHidotti,
ricognizioni 2014.
11 cr acquanegra sagrato 45°10’0.03”n acquanigra…. settia, 107, 215, inumazioni no no no 2900 sterri castrum con X*XV 993*999*
parrocchiale. 9°53’20.01”e (?) tonimen… 220, 261 gHidotti, 1974. sedimen. 1029* 1442
spoldum. ricognizioni 2014
12 cr acquanegra fengo, chiesa 45°11’2.43”n arifingo. settia, 207. Profilo urbanistico sub no no no 2300 no luogo difeso. amed X 990
9°53’11.67”e gHidotti, topografia circolare.
2014.
13 cr Pessina monticelli 45°11’2.85 n montecello astegiano, i, edifici con fondazioni a si no no 2400 no Pieve con amed X 966*1060
r.o. nucleo 10°17’32.29”e nuovo, 1060. 34:commutatio. scarpa. castrum.
urbano. settia, 104 (?).
14 cr ricengo [Link] al 45°24’24.62” n rivircingi, 1066. astegiano, i, Ubicazione castello no no no 26000 no corte,poi castro amed* iX*Xi*Xii 842*1066*
castello 9°43’36.13” e rivizingo, 1124. 80, 104, 165:vari. presso oratorio 1620. con torre. Bmed 1124*1187*
falconi1988, iV,
183:diploma imper.
15 cr cicognolo campo 45°10’11.02”n caliano, astegiano, i, Ubicazione castello in no no no scomp. no castello con Bmed X*Xiii 995*1264
Boschina. 10°11’41.82”e “casamentia”, 46:testimonianza. terreno agricolo. “caminatam”.
1264. astegiano, i,
325:vendita.
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comunale, che evolveranno nel presidio confinario del borgo franco adottato
dalla seconda metà del XII secolo. Dopo ponderata selezione solo alcuni
9 di questi variegati soggetti si riqualificheranno in rocche che godranno di
migliorie strutturali atte a rassicurare il borgo ove sono fuoriuscite attività
prima interne al castello. Da esse discenderanno le dimore castellate del XV
8 secolo, le quali, nel mutato quadro, eserciteranno la medesima funzione di
potere delle strutture feudali.
Il tentativo proposto di attribuire valenza cronologica alle dimensioni si
5 evidenzia nel passaggio, calibrato, da plessi antichi ampi, inclusivi di orti,
capanne e sepolture, ad aree ristrette protette da murature siano esse castelli,
borghi o rocchette.
1
Bibliografia
Si danno a titolo indicativo gli studi ai quali si è fatto riferimento per la stesura del testo.
1 “Archeologia Medievale”, Schede, 21(1995), 31(2004), 34 (2007).
A. Breda, Comunicazione personale, 2013.
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10(1983).
1 G.P. Brogiolo, A. Breda, Piadena, dosso Castello. Scavo nell’abitato medievale, in “Notiziario
della Soprintendenza archeologica della Lombardia”, 1984.
A. Cagnana, Comunicazione personale, 2013.
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Persiceto, 14-15 marzo 2003.
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42
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P. Galetti, Una campagna e la sua città, Bologna 1994.
P. Galetti, Abitare nel Medioevo. Forme e vicende dell’insediamento rurale nell’Italia altome-
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gresso Nazionale di Archeologia Medievale, Pisa 1997.
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Strenna [Link] 71 08/12/15 08.03
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S. Maggi, C. Artocchini, I castelli del piacentino, Piacenza 1967.
T. Mannoni, Metodi pratici e attendibilità teoriche delle ricerche archeologiche, in I Congresso
Nazionale di Archeologia Medievale, Pisa 1997.
T. Mannoni, Cultura artistica e cultura materiale: proposte per conoscere meglio qualcosa del
passato, in III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Salerno 2003, con bibliografia
precedente.
F. Saggioro, Distribuzione dei materiali e definizione del sito, in III Congresso di Archeologia
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F. Saggioro, Insediamento ed evoluzione di un castello della pianura padana, in “Archeologia
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A. A. Settia, Proteggere e dominare. Fortificazioni e popolamento nell’Italia medievale, Roma
1999.
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Abstract
Il fenomeno dell’incastellamento si sviluppò nei territori centrali della Pianura
Padana inserendosi nel più vasto processo che interessò tutta la penisola, a partire
dai primi secoli del Medioevo, ma con tempi e modi propri che produssero soluzioni
strettamente connesse alle singole esigenze.
Con questo contributo si vuole proporre un primo inquadramento topografico
dei resti delle strutture individuate nel territorio cremonese, spesso tracce molto labili
che solo l’analisi toponomastica, coniugata a saggi di scavo e ricognizioni dirette, ha
permesso di interpretare come possibili opere strutturali legate allo sviluppo di centri
fortificati. In un arco cronologico compreso tra il X e il XIV secolo, attraverso la de-
finizione di alcune tipologie strutturali caratteristiche, si è cercato quindi di delineare
il percorso che ha condotto alla nascita e allo sviluppo di quelle rocche e castelli che
grazie al ruolo difensivo, politico e religioso acquisito divennero parte integrante e
centrale del paesaggio medievale.
Profili
Eliana Bertamoni, diplomatasi presso l’istituto magistrale di Cremona, nel 1985
frequenta un corso della Regione Lombardia per archeologa stratigrafico. Partecipa
quindi a numerosi scavi in Lombardia e in Italia come operatore di cantiere. Nel
1986 concorre a fondare l’“Unità indagine archeologica cremonese”, della quale
condivide l’attività di ricerca che elabora le persistenze romane centro padane sino
al 1996. L’esperienza maturata la indirizza all’archeologia estensiva: lavora ad un
censimento dei mosaici medievali e nel 1997 produce, con altri, uno studio sul
popolamento post classico centro padano presentato al I Congresso Nazionale di
Archeologia Medievale. Dal 2006 e sino alla conclusione nel 2012 è inserita nel pro-
getto di archeologia globale della conca tolmezzina in Carnia. Dal 2013 condivide
il progetto di catalogazione delle evidenze medievali che vede nei castelli il primo di
una serie di catasti.
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