HSC Code 2000 Ita
HSC Code 2000 Ita
Unità Veloci
In vigore dal 1 Luglio 2002
IN QUALITA’ DI MEMBRI
EEIG UNITAS
RINA S.p.A.
Via Corsica, 12 - 16128 Genova - Italia
Tel. +39 01053851 - Fax: +39 0105351000
E-MAIL [email protected] - WEB www.rina.org
C.F./P.Iva 03794120109
Cap. Soc. EURO 30.192.800,00 i.v.
R.I. Genova N. 03794120109
PREAMBOLO AL REGOLAMENTO: CONDIZIONI GENERALI
Definizioni nell’industria.
“Regolamenti” significa i Regolamenti per la Classificazione Articolo 3
delle Navi sia contenuto in questo documento che in altri
3.1. – La classe assegnata ad una nave riflette il parere
documenti emessi dalla Società.
discrezionale della Società che la nave, dato l’uso previsto
“Società” significa RINA S.p.A.
ed entro i relativi limiti di tempo, soddisfa i Regolamenti
“Tecnico” significa personale tecnico operante per conto
applicabile all’epoca in cui il servizio è prestato. L’entrata
della Società nell’esecuzione delle attività descritte nel
in vigore e l’applicazione di nuove norme sono disciplinate
seguente Articolo 1.
nella Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 2 dei
“Parte Interessata” significa una parte, diversa dalla Società,
Regolamenti.
che abbia responsabilità nella classificazione della nave,
3.2. – A nessun rapporto, dichiarazione, annotazione su
quale l’Armatore della nave ed i suoi rappresentanti, o il
disegno, esame, Certificato di Classe o qualsiasi documento
costruttore della nave, o il costruttore delle macchine, o il
o informazione emanati o rilasciati in esecuzione di servizi
fornitore di parti da collaudare.
prestati dalla Società possono essere attribuiti effetti o
“Armatore” significa il Proprietario o l’Armatore Disponente
implicazioni legali diversi dalla dichiarazione che la nave,
o il Gestore o qualsiasi altra parte tenuta a mantenere la
la struttura, i materiali, le apparecchiature, i macchinari o
nave atta alla navigazione, con particolare riguardo alle
qualsiasi altro elemento cui tale documento o
disposizioni relative al mantenimento della classe indicate
informazione si riferiscono è conforme ai Regolamenti. Tale
nella Parte A, Capitolo 2 dei Regolamenti.
dichiarazione è rilasciata solamente per l’uso della Società,
“Amministrazione” significa il Governo dello Stato di cui la
dei suoi comitati e dei suoi clienti o di altri organismi
nave è autorizzata a battere la bandiera o lo Stato sotto la
autorizzati e per nessun altro fine.
cui autorità la nave viene operata nel caso specifico.
La validità, l’applicazione, il significato e l’interpretazione
Articolo 1 di un Certificato di Classe, o qualsiasi analogo documento
1.1. – RINA S.p.A. è una Società il cui scopo è la o informazione forniti dalla Società in relazione a oppure a
classificazione di navi, unità marittime e fluviali, strutture seguito della prestazione dei propri servizi, sono retti dai
offshore ed imbarcazioni di tutti i tipi, che nel seguito sono Regolamenti della Società che rimane l’unico giudice, con
collettivamente definite “navi”. assoluta propria discrezione. Qualsiasi contrasto relativo a
La Società: questioni tecniche tra la Parte Interessata ed il Tecnico
stabilisce e sviluppa Regolamenti, Guide ed altri nell’esecuzione delle sue funzioni deve essere portato il più
documenti; presto possibile, per iscritto, a conoscenza della Società la
pubblica il Libro Registro; quale risolve ogni divergenza di opinione o vertenza.
emette Certificati, Dichiarazioni e Rapporti sulla base dei 3.3. – La classificazione di una nave, o il rilascio di un
suoi interventi. certificato in relazione a oppure a seguito della
1.2. – RINA S.p.A. prende parte anche alla applicazione classificazione di una nave o della prestazione di servizi da
di Norme Nazionali come pure di Norme e Standard parte della Società ha la validità conferita dai Regolamenti
Internazionali, per delega di diversi Governi. della Società all’epoca dell’assegnazione della classe o del
1.3. – RINA S.p.A. svolge Assistenza Tecnica su richiesta e rilascio del certificato ed in nessun caso equivale ad una
fornisce servizi particolari al di fuori dell’ambito della dichiarazione o una garanzia di navigabilità, integrità
classificazione, soggetti a condizioni specifiche non strutturale, qualità o idoneità ad un particolare scopo o
comprese in queste condizioni generali. servizio di qualsiasi nave, struttura, materiale,
Articolo 2 apparecchiature o macchinari visitati dalla Società.
3.4. – Qualsiasi documento rilasciato dalla Società in
2.1. – I Regolamenti sviluppati dalla Società mirano a
relazione ai propri interventi rappresenta le condizioni
riflettere lo stato della tecnica in uso al tempo della sua della nave all’epoca della visita.
pubblicazione. La Società non è responsabile di qualsiasi
3.5. – I Regolamenti, le visite effettuate, i rapporti, i
carenza o imperfezione di questi Regolamenti o di certificati e gli altri documenti rilasciati dalla Società non
qualunque altro documento ad esso correlato, nella misura
sono intesi a sostituire per nessuna ragione gli obblighi e le
in cui queste siano il risultato di futuri sviluppi della responsabilità di altre parti quali Governi, progettisti,
tecnica, che non potevano essere ragionevolmente previsti
costruttori, fabbricanti, riparatori, fornitori, imprenditori o
al tempo della pubblicazione. subcontraenti, Armatori o gestori e assicuratori. Detti
2.2. – La Società esercita la dovuta diligenza e capacità:
documenti non esimono tali parti da qualsiasi garanzia,
- nella scelta dei propri Tecnici dovere o obbligo contrattuale da essi esplicitamente o
- nell’esecuzione dei propri servizi, considerando lo stato
implicitamente assunti o da qualunque responsabilità, né
della tecnica in uso all’epoca in cui tali servizi sono conferiscono a tali parti alcun diritto, pretesa o titolo nei
effettuati.
confronti della Società. In particolare, le suddette attività
2.3. – Le visite eseguite dalla Società comprendono esami della Società non esimono l’Armatore dal suo obbligo di
visivi e prove non distruttive, ma non sono limitate a detti
assicurare un’adeguata manutenzione della nave in ogni
accertamenti. La Società può anche affidare prove di momento. Pertanto, in nessun caso la Società si assumerà
laboratorio, ispezioni subacquee ed altri accertamenti a
gli obblighi incombenti sui soggetti sopra menzionati,
qualificati fornitori di servizi che li eseguono sotto la loro anche quando è chiamato ad esprimere pareri in relazione
responsabilità. Le prassi e le procedure di visita sono scelte
a domande riguardanti materie non coperte dai propri
dalla Società a sua esclusiva ed assoluta discrezione sulla Regolamenti o altri documenti.
base delle proprie esperienza e conoscenze ed in accordo
In quanto non sono disciplinati nel Preambolo, i doveri e le
con gli standard tecnici generalmente accettati responsabilità dell’Armatore e delle Parti Interessate nei
riguardi dei servizi prestati dalla Società sono descritti nella previsto in questo paragrafo non implica assunzione di
Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 3. obblighi e/o ammissione di responsabilità da parte della
Articolo 4 Società e sarà eseguito fermo restando quanto previsto dalla
clausola di esclusione della responsabilità contenuta nel
4.1. – Qualsiasi richiesta di servizi della Società deve essere
precedente paragrafo 5.1.
sottoposta per iscritto e firmata dalla Parte Interessata o da
5.3. – Qualsiasi reclamo per perdita o danni di qualunque
altri per suo conto. Tale richiesta sarà considerata
natura in virtù delle disposizioni qui stabilite deve essere
irrevocabile appena sarà ricevuta dalla Società e
fatto per iscritto, e ne deve essere dato avviso alla Società
comporterà l’accettazione da parte del richiedente delle
entro TRE MESI dalla data in cui i servizi sono stati
rispettive prescrizioni dei Regolamenti, Preambolo
inizialmente prestati o i danni inizialmente scoperti. La
compreso. Non appena la richiesta scritta è accettata dalla
mancanza di tale avviso entro i termini qui stabiliti
Società, si intenderà stipulato un contratto tra la Società e
comporta la decadenza da ogni diritto o azione contro la
la Parte Interessata.
Società.
4.2. – Qualsiasi servizio della Società di qualunque natura,
anche se non portato a termine per qualsiasi causa, Articolo 6
obbligherà la Parte Interessata, congiuntamente con la 6.1. – Qualsiasi vertenza derivante da o connessa con i
persona che ha richiesto il servizio, al pagamento dei Regolamenti o con i servizi della Società, comprese
compensi dopo aver ricevuto la fattura ed al rimborso delle eventuali questioni riguardanti obbligazioni, responsabilità
spese sostenute. Nel caso di pagamento ritardato possono o limitazione della responsabilità della Società, sarà
essere richiesti gli interessi maturati. soggetta alla legge italiana ed ogni procedimento dovrà
4.3. – Il contratto può essere risolto a richiesta di una o essere iniziato o riassunto innanzi il Tribunale di Genova,
dell’altra parte a condizione che venga dato un preavviso Italia, che avrà competenza esclusiva nell’esaminare e
per iscritto di 30 giorni. La mancanza del pagamento dei risolvere tali vertenze .
compensi richiesti per i servizi prestati dalla Società in Articolo 7
esecuzione del suddetto contratto darà diritto alla Società
7.1. – Tutti i disegni, le specifiche, i documenti e le
alla risoluzione del contratto.
informazioni forniti o emessi dalla Società o di cui questa
A meno che la Società non decida diversamente, la
può venire a conoscenza, in occasione dell'esecuzione dei
risoluzione del contratto implica che l’assegnazione della
propri servizi, saranno trattati come documenti riservati e
classe alla nave viene rifiutata oppure, se la nave è già
non saranno divulgati a terzi senza previa autorizzazione
classificata, che la classe è sospesa o ritirata.
della Parte Interessata, salvo quanto previsto o richiesto
Articolo 5 dalla normativa internazionale, europea o nazionale
5.1. – Nel prestare i servizi citati nel precedente Articolo 1, applicabile, dal Codice di Etica dell'IACS, dallo Statuto
come pure nel dare informazioni o pareri, né la Società né dell'IACS o altre normative IACS, ovvero da un ordine di
alcuno dei suoi dipendenti o agenti garantisce la precisione un'Autorità Giudiziaria competente.
delle informazioni o dei pareri forniti. Inoltre, la Società Informazioni sulla situazione dei certificati di classe e
non presta alcuna garanzia esplicita od implicita. statutari, compresi i trasferimenti, i cambiamenti, le
Salvo quanto previsto al seguente paragrafo 5.2, ed anche sospensioni, le revoche della classe, le raccomandazioni/
nel caso di visite eseguite per delega di Governi, né la condizioni di classe, le condizioni o le restrizioni operative
Società né alcuno dei suoi dipendenti o agenti sarà stabilite nei confronti delle navi classificate ed altre
responsabile di qualsiasi perdita, danno o spesa di informazioni pertinenti, secondo quanto richiesto, possono
qualunque natura sostenuta da qualsiasi persona, sia in via essere pubblicate sul sito internet o divulgate con altri
contrattuale, sia in via extracontrattuale, a causa di mezzi senza previa autorizzazione della Parte Interessata.
qualsiasi atto o omissione di qualunque natura, siano essi 7.2 – Nel caso di trasferimento di classe ed aggiunta di una
negligenti o meno, e comunque tali perdita, danno o spesa seconda classe o revoca da una "Double/Dual class", la
siano stati causati. Parte Interessata si impegna a fornire alla Società o a
5.2. – Ferme restando le disposizioni di cui al precedente permettere alla Società di fornire all'altra Società di
paragrafo 5.1, qualora un utente dei servizi della Società Classificazione tutti i piani e i disegni costruttivi, i
dimostri di aver subito una perdita o un danno a causa di certificati, i documenti e le informazioni relativi all'unità
qualche azione od omissione negligente da parte della classificata, compreso il suo archivio storico, che l'altra
Società, dei suoi dipendenti o agenti, la Società risarcirà il Società di Classificazione può richiedere ai fini della
danno dimostrato fino a concorrenza della somma non classificazione in conformità con la Procedura IACS N. PR
superiore a cinque volte l’ammontare degli eventuali 1A, come emendata, e con la normativa applicabile.
compensi fatturati dalla Società per le specifiche E' dovere dell'Armatore assicurare, quando richiesto, il
prestazioni, informazioni o consigli o, se non sono fatturati consenso del costruttore alla fornitura di piani e disegni alla
compensi, fino a un massimo di diecimila Euro. nuova Società di Classificazione, per mezzo di opportune
Qualora i compensi siano relativi a diversi servizi, al fine di clausole inserite nel contratto di costruzione o tramite altri
calcolare il limite massimo risarcibile, l’ammontare dei accordi.
compensi sarà determinato con riferimento alla stima del
tempo impiegato nell’esecuzione di ciascun singolo Articolo 8
servizio. 8.1. – Se qualche parte di questo Preambolo dovesse essere
Qualsiasi responsabilità per danni indiretti è comunque dichiarata invalida, ciò non avrà effetto sulla validità delle
espressamente esclusa. restanti disposizioni.
In ogni caso, indipendentemente dall’ammontare dei 8.2. – Nell’eventualità di dubbi riguardanti l’interpretazione
compensi, l'ammontare massimo risarcibile dalla Società di questo Preambolo, prevarrà il testo italiano.
non sarà superiore a 1 milione di Euro. Il risarcimento
NOTE
Premessa
Preambolo dell’International Code of Safety for High-Speed Craft, 2000
Capitolo 1 Note e Requisiti Generali
Capitolo 2 Galleggiabilità, Stabilità e Compartimentazione
Capitolo 3 Strutture
Capitolo 4 Locali di Alloggio e Mezzi di Sfuggita
Capitolo 5 Sistemi di Controllo Direzionale
Capitolo 6 Ancoraggio, Rimorchio ed Ormeggio
Capitolo 7 Sicurezza Antincendio
Capitolo 8 Mezzi e Sistemazioni di Salvataggio
Capitolo 9 Macchinari
Capitolo 10 Impianti Ausiliari
Capitolo 11 Impianti di Comando a Distanza, Allarme e Sicurezza
Capitolo 12 Impianti Elettrici
Capitolo 13 Apparecchiature per la Navigazione
Capitolo 14 Radiocomunicazioni
Capitolo 15 Sistemazione del Compartimento Operativo
Capitolo 16 Sistemi di Stabilizzazione
Capitolo 17 Condotta, Controllabilità e Prestazioni
Capitolo 18 Requisiti Operativi
Capitolo 19 Prescrizioni per le Ispezioni e la Manutenzione
Annesso 1 Modello del Certificato di Sicurezza per Unità Veloci e dell’Elenco delle Dotazioni
Annesso 2 Modello dell’Autorizzazione all’Esercizio delle Unità Veloci
Annesso 3 Applicazione del Concetto di Probabilità
Annesso 4 Procedure per l’Analisi dei Modi e degli Effetti delle Avarie
Annesso 5 Formazione di Ghiaccio Applicabile a tutti i Tipi di Unità
Annesso 6 Stabilità degli Aliscafi
Annesso 7 Stabilità Delle Unità Multiscafo
Annesso 8 Stabilità delle Unità Monoscafo
Annesso 9 Definizioni, Requisiti e Criteri di Conformità Relativi alle Prestazioni Operative e di Sicurezza
Annesso 10 Criteri di Prova e Accettazione delle Poltroncine per i Passeggeri e l’Equipaggio
Annesso 11 Zattere di Salvataggio Aperte e Reversibili
Indice Generale
Premessa
P.1 Generalità 11
P.2 Applicabilità delle norme 11
P.3 Notazione di classe 12
P.4 Osservanza di altri regolamenti 12
P.5 Sistemazioni nuove o non convenzionali 12
Capitolo 9 Macchinari
Capitolo 14 Radiocomunicazioni
Annesso 1 Modello del Certificato di Sicurezza per Unità Veloci e dell’Elenco delle
Dotazioni
1 Generalità 282
2 Terminologia associata alle probabilità 282
3 Valori numerici 284
Annesso 4 Procedure per l’Analisi dei Modi e degli Effetti delle Avarie
1 Prestazioni 304
2 Arresto 304
3 Prestazioni di crociera 305
4 Effetti di avarie o malfunzionamenti 306
1 Generalità 310
2 Costruzione 310
3 Accessori delle zattere aperte e reversibili 311
4 Contenitore per zattere aperte e reversibili 312
5 Marcatura delle zattere aperte e reversibili 312
6 Istruzioni ed informazioni 313
7 Prove delle zattere aperte e reversibili 313
PREMESSA
P.1 Generalità
P.1.1
.1 Il presente Regolamento riporta, stampato in carattere corsivo, il testo integrale dell’"International Code of Safety
for High Speed Craft" ("HSC Code") adottato dal Maritime Safety Committee dell’IMO, alla sua 73a sessione, del dicembre
1994, con la Resolution MSC.97(73).
.2 Le disposizioni applicabili ai fini della classificazione e che sono addizionali rispetto a quelle dell’HSC Code,
sono stampate con il carattere di cui al presente punto 2 e il relativo numero è preceduto dalla lettera C.
Nel Cap. 10, suddiviso in Parti, i punti contenenti disposizioni addizionali applicabili ai fini della classificazione che non
hanno diretti riferimenti ad un particolare punto dell’HSC Code, sono inseriti alla fine della Parte del Capitolo a cui si riferi-
scono e sono numerati come di seguito indicato: lettera C, numero del Capitolo, lettera indicante la Parte corrispondente,
numero progressivo a partire da 1.
Ove necessario, all’inizio di ciascun Capitolo è stata inserita un’apposita Nota introduttiva.
.3 I dispositivi e le sistemazioni considerati nelle parti dell’HSC Code, evidenziate come detto in 3 quali quelle re-
lative ai mezzi di salvataggio o alle comunicazioni radio, che non sono soggetti al controllo da parte della Società, si intende
siano coperti dalla relativa certificazione.
.4 I dispositivi e le sistemazioni considerati nelle parti dell’HSC Code, evidenziate come detto in 3 quali quelle re-
lative ai mezzi di salvataggio o alle comunicazioni radio, che non sono soggetti al controllo da parte della Società, si intende
siano coperti dalla relativa certificazione.
P.1.2 Nel presente Regolamento, nel caso di disposizioni del Code applicabili anche ai fini della classificazione, le pa-
role "Amministrazione" e "Codice", ovunque menzionate, devono intendersi sostituite, rispettivamente, dalle parole "Società" e
"Regolamento".
I Regolamenti per la classificazione delle navi sono richiamati nel seguito con la dizione abbreviata "Regolamenti della Società".
Tali unità devono soddisfare tutte le norme del presente Regolamento, eccettuate quelle delle parti evidenziate con una riga ver-
ticale a fianco del testo (vedere P.1.1.3 ).
P.2.2 Unità per le quali viene richiesta sia la classificazione sia il rilascio della certificazione prevista dal
Codice dell’IMO
Alle unità che soddisfano le norme del presente regolamento, applicabili ai fini della classificazione, viene assegnata la notazio-
ne HSC o High Speed Craft, completata in accordo con le disposizioni dei Regolamenti della Società.
Per quanto non espressamente indicato o modificato nel presente Regolamento, ai fini della classificazione, devono essere sod-
disfatte anche le disposizioni dei Regolamenti della Società, per quanto applicabili.
La classificazione di una unità e, più in generale, le determinazioni e gli atti della Società prescindono e non esonerano dall’ob-
bligo di soddisfare le eventuali norme e prescrizioni, diverse e/o più onerose di quelle della Società, emanate dall’Amministra-
zione dello Stato di cui l’unità batte la bandiera, e/o dello Stato del porto base dal quale l’unità opera, e le eventuali apposite
disposizioni date a tal fine.
Ai fini della classificazione, unità provviste di sistemazioni di nuovo tipo o non convenzionali, relative a impianti, apparecchia-
ture, dispositivi, etc., diverse da quelle descritte nel presente Regolamento, alle quali le norme dello stesso non siano diretta-
mente o del tutto applicabili, saranno considerate caso per caso dalla Società.
1 Le convenzioni internazionali ratificate riguardanti le navi convenzionali e le regole applicate come conseguenza delle
dette convenzioni sono state ampiamente sviluppate avendo in mente il modo in cui le navi convenzionali sono costruite ed
esercite. Tradizionalmente, le navi sono state costruite in acciaio e con un minimo di controlli operativi. Le prescrizioni applica-
bili alle navi adibite a viaggi internazionali lunghi sono pertanto strutturate in modo che, a condizione che venga presentata per
la visita e che sia rilasciato un Certificato di Sicurezza della nave, la nave stessa può andare dovunque nel mondo senza che sia
imposta alcuna restrizione operativa. A condizione che la nave non sia coinvolta in una avaria, tutto ciò che è necessario è che
essa sia resa disponibile all'Amministrazione ai fini di una soddisfacente rivisita prima della scadenza del Certificato di Sicu-
rezza della nave e di un nuovo rilascio del Certificato stesso.
2 Il metodo tradizionale di emanare normative relative alle navi non deve essere accettato come l'unico modo possibile
di provvedere un adeguato livello di sicurezza. Né deve essere assunto che non possa essere applicato un altro approccio, che
usi criteri diversi. Per un lungo periodo di tempo, sono stati sviluppati e messi in servizio veicoli marini di nuova progettazione.
Mentre questi ultimi non sono in conformità con le disposizioni delle convenzioni internazionali, relative alle navi tradizionali
costruite in acciaio, essi hanno dimostrato di avere una capacità di operare ad un livello di sicurezza equivalente quando siano
impiegati in viaggi ristretti, con restrizioni relative alle condizioni meteomarine e con programmi approvati di manutenzione e di
supervisione.
3 L'"High-Speed Craft Code 1994" (1994 HSC Code) è stato derivato dal precedente "Code of safety for Dinamically
Supported craft" (DSC Code) adottato dall'IMO nel 1977, riconoscendo che i livelli di sicurezza possono essere incrementati in
modo significativo dall'infrastruttura associata ad un regolare servizio su una rotta particolare, mentre la filosofia della sicurezza
delle navi convenzionali si basa sul concetto che la navi sia auto sostentata con tutti i necessari equipaggiamenti di emergenza
disponibili a bordo.
4 La filosofia relativa alla sicurezza, nel presente Codice è basata sulla gestione e sulla riduzione dei rischi così come la
filosofia della protezione passiva in caso di incidente. La gestione dei rischi mediante la sistemazione degli alloggi, i sistemi di
sicurezza attiva, le restrizioni operative, la gestione della qualità e l'ingegneria del fattore umano devono essere considerati nella
valutazione della sicurezza equivalente a quella delle vigenti convenzioni. Deve essere incoraggiata l'applicazione dell'analisi
matematica nella valutazione dei rischi e nella determinazione della validità delle misure di sicurezza.
5 Il presente Codice tiene in considerazione il fatto che una unità veloce ha un dislocamento leggero in confronto di
quello di una nave convenzionale. Questo aspetto del dislocamento leggero costituisce un parametro essenziale per ottenere un
trasporto via mare veloce e competitivo e, di conseguenza, il presente Codice permette l'uso di materiali non convenzionali per
le costruzioni navali, a condizioni che si ottenga uno standard di sicurezza almeno equivalente a quello delle navi
convenzionali.
6 Ai fini di distinguere chiaramente tali unità veloci, sono stai usati criteri basati sulla velocità e sul numero volumetrico di
Froude, per delineare quelle unità alle quali si applica il presente Codice dalle altre unità più convenzionali.
7 Le disposizioni del Codice riflettono anche i rischi aggiuntivi che possono essere dovuti alla velocità più alta rispetto a
quella del trasporto marittimo su navi convenzionali. Pertanto, in aggiunta alle normali disposizioni (compresi i mezzi di salva-
taggio, le sistemazioni per l'evacuazione, etc.) da applicare nel caso in cui accada un incidente, si pone una ulteriore particolare
attenzione sulla riduzione dei rischi nelle situazioni che potrebbero verificarsi. Dal concetto di alta velocità derivano alcuni van-
taggi, per esempio: il dislocamento leggero dà luogo ad una rilevante riserva di spinta in relazione al dislocamento stesso,
riducendo i pericoli considerati dalla Convenzione Internazionale sul Bordo Libero del 1966. Le conseguenze di altri pericoli,
quale la collisione ad alta velocità, sono compensate dalle più severe restrizioni relative alla navigazione ed all'esercizio delle
unità ed alle disposizioni sviluppate relativamente agli alloggi.
8 I suddetti concetti sono stati originariamente espressi nel DSC Code e nell'HSC Code del 1994. Lo sviluppo di nuovi
tipi e di nuove dimensioni delle unità ha portato allo sviluppo di pressioni nell'ambito dell'industria marittima per unità che non
sono unità da carico non a sostentamento dinamico o unità da passeggeri che trasportano una maggiore quantità di passeggeri
o che operano a distanza da terra , da certificare in accordo con i presenti concetti. In aggiunta, è stato richiesto di prendere in
considerazione il miglioramento degli standard di sicurezza marittima rispetto al 1994, in occasione delle revisioni all'HSC
Code del 1994, ai fini di mantenere l'equivalenza degli standard di sicurezza con quelli delle navi convenzionali.
9 In accordo con quanto sopra, sono stati incorporati nell'HSC Code del 1994 due diversi principi di protezione e
soccorso.
10 Il primo di questi principi riconosce le unità che erano originariamente previste al tempo dello sviluppo del DSC Code.
Quando vi sia prontamente disponibile un soccorso e il numero complessivo di passeggeri è limitato, può essere ammessa una
riduzione della protezione passiva ed attiva. Tali unità sono denominate "unità assistite" e costituiscono la base per le "unità da
passeggeri di Categoria A" del presente Codice.
11 Il secondo di questi principi riconosce l'ulteriore sviluppo delle unità veloci in unità di più grandi dimensioni. Qualora
non sia disponibile un immediato soccorso o qualora il numero dei passeggeri trasportati sia illimitato, sono prescritte misure
addizionali di sicurezza passiva ed attiva. Dette prescrizioni addizionali richiedono un'area di sicuro rifugio a bordo, la ridon-
danza dei sistemi vitali, una integrità delle strutture e della tenuta stagna incrementata e una piena capacità di estinzione degli
incendi. Tali unità sono denominate "unità non assistite" e costituiscono la base per le "unità da carico" e per le "unità da pas-
seggeri di Categoria B" del presente Codice.
12 I suddetti due principi sono stati sviluppati come un documento unificato sulla base del concetto che ci si attende che
sia assicurato un livello di sicurezza equivalente a quello che è normalmente previsto sulle navi che soddisfano le disposizioni
della Convenzione Internazionale sulla Salvaguardia della Vita Umana in Mare" del 1974. Qualora l'applicazione di nuove tec-
nologie o di nuovi sistemi di progettazione dimostra indica che si raggiunge un livello di sicurezza equivalente a quello
garantito dalla stretta applicazione delle disposizioni del Codice, L'Amministrazione è formalmente autorizzata a riconoscere
tale equivalenza.
13 E' importante sottolineare che un'Amministrazione, nel considerare l'idoneità di una unità veloce in accordo con le
disposizioni del presente Codice, deve applicare tutte le sezioni del Codice in quanto la non conformità con le disposizioni di
qualsiasi parte del Codice potrebbe avere come effetto uno squilibrio che potrebbe influenzare negativamente la sicurezza
dell'unità, dei passeggeri e dell'equipaggio. Per ragioni similari, le eventuali modifiche ad unità esistenti, che potrebbero avere
un influenza sulla sicurezza, devono essere approvate dall'Amministrazione.
14 Nello sviluppare il presente Codice, è stato considerato necessario assicurare che le unità veloci non impongano esi-
genze non ragionevoli agli utenti esistenti dell'ambiente o che viceversa risentano, senza che ve ne sia la necessità, della
mancanza di ragionevoli alloggi da parte degli utenti esistenti. Qualunque obbligo di compatibilità vi sia,questo non deve essere
imposto interamente alle unità veloci.
15 Il paragrafo 1.15.1 dell'HSC Code del 1994 stabilisce che esso dovrebbe essere revisionato dall'Organizzazione ad
intervalli preferibilmente non superiori a 4 anni, al fine di considerare la revisione delle disposizioni esistenti tenendo conto dei
nuovi sviluppi nella progettazione e nella tecnologia. L'esperienza acquisita con l'applicazione dell'HSC Code del 1994 dal
zionale, la cui chiglia sia stata impostata o che si trovino ad .3 unità in legno di costruzione primitiva;
uno stadio di costruzione equivalente il 1° luglio 2002 o
posteriormente. .4 unità da diporto non impiegate per traffici
commerciali; e
C1.3.1 In aggiunta alle unità specificate in 1.3.1, il
.5 unità da pesca.
Regolamento si applica anche alle unità veloci impiegate in
navigazioni nazionali. Quando circostanze particolari (es.
navigazioni limitate) lo giustifichino, possono essere con- C1.3.5 In ogni caso, può essere presa in considera-
cesse deroghe dall’applicazione di requisiti del zione la classificazione delle unità di cui ai punti .1, .2, .4 e
Regolamento, a giudizio della Direzione Generale della .5 del par. 1.3.5.
Società.
.2 l'assemblaggio di quell'unità è iniziato con 1.3.7 L’applicazione del Codice deve essere verifi-
almeno 50 tonnellate o il 3% della massa stimata di tutto il cata dall’Amministrazione ed essere accettata dai Governi
materiale usato nella struttura, comprese le sovrastrutture, degli Stati nei quali l’unità opera.
considerando il minore dei due valori.
C1.3.7 La classificazione di una unità e, più in gene-
1.3.3 Ai fini dell'applicazione del presente Codice: rale, le determinazioni e gli atti della Società prescindono e
non esonerano dall’obbligo di soddisfare le eventuali
.1 l'espressione "unità costruita" significa una norme e prescrizioni, diverse e/o più onerose di quelle della
unità la cui chiglia è stata impostata o che si trovi ad uno Società, emanate dall’Amministrazione dello Stato di cui
stadio di costruzione equivalente; e l’unità batte la bandiera e le eventuali apposite disposizioni
date a tal fine.
.2 una unità da carico, indipendentemente
dalla data di costruzione, che sia trasformata in unità da
passeggeri, deve essere trattata come unità da passeggeri
1.4 Definizioni
costruita alla data in cui ha inizio tale trasformazione.
1.4.5 "Locali macchinari ausiliari" sono locali che 1.4.12 "Unità di Categoria A" è qualunque unità
contengono motori a combustione interna, di potenza non veloce da passeggeri:
superiore a 110 kW, che conducono generatori, pompe per
l’impianto sprinkler, per l’impianto ad acqua spruzzata e .1 che operi su di un percorso dove sia stato
per l’impianto idrico antincendio, pompe di sentina, ecc., dimostrato, a soddisfazione degli Stati di bandiera e dei
stazioni d’imbarco del combustibile, quadri elettrici di porti interessati, che esiste un’alta probabilità, in caso di
potenza complessiva superiore a 800 kW, spazi similari e evacuazione in qualsiasi punto del percorso, che passeggeri
cofani di tali locali. e membri dell’equipaggio possano essere soccorsi in sicu-
rezza entro il minore dei seguenti tempi:
1.4.6 "Locali macchinari ausiliari aventi basso o - tempo necessario per preservare le persone, che si trov-
nessun rischio d’incendio" sono locali che contengono ano sui mezzi di salvataggio, dai pericoli di ipotermia,
macchinari di refrigerazione, stabilizzazione, ventilazione e nelle peggiori condizioni ipotizzate,
condizionamento, quadri elettrici di potenza complessiva - tempo appropriato in relazione alle condizioni ambien-
non superiore a 800 kW, locali similari e cofani di tali locali. tali ed alla configurazione geografica della zona del
percorso, o
1.4.7 "Porto base" è un determinato porto identifi- - quattro ore; e
cato nel manuale operativo di rotta e:
.2 che trasporti non più di 450 passeggeri.
.1 provvisto di attrezzature idonee a mantenere
un continuo contatto radio con l’unità, in ogni momento,
1.4.13 "Unità di Categoria B" è qualunque unità
sia nei porti che in navigazione;
veloce da passeggeri diversa da una "Unità di Categoria A",
con macchinari e dispositivi di sicurezza sistemati in modo
.2 provvisto di mezzi per ottenere previsioni
che, nel caso di un’avaria che interessi qualsiasi macchina-
meteorologiche affidabili riguardanti la zona d’interesse e
rio essenziale ed i sistemi di sicurezza di un qualsiasi
per poterle trasmettere adeguatamente a tutte le unità in
compartimento, l’unità sia in grado di navigare in sicurezza.
esercizio;
Gli scenari di avaria indicati nel Capitolo 2 non dovrebbero
essere tenuti in considerazione a questo riguardo.
.3 con possibilità di accesso per le unità di
Categoria A a strutture dotate di mezzi per il soccorso e la
sopravvivenza; C1.4.13 Con riferimento ai requisiti di cui in 1.4.13,
con "navigare in sicurezza" si intende che l’unità può rag-
.4 con possibilità di usufruire di servizi per la giungere il luogo di rifugio entro il periodo di validita’ del
manutenzione dell’unità mediante idonee attrezzature. bollettino meteorologico.
1.4.8 "Stato del porto base" è lo Stato in cui è 1.4.15 "Stazione di comando continuamente presi-
situato il porto base. diata" è una stazione di comando che è continuamente
presidiata da un membro responsabile dell’equipaggio
durante il normale esercizio dell’unità.
1.4.9 "Larghezza (B)" è la larghezza, misurata
fuori ossatura, della più ampia parte dell’involucro stagno
dello scafo rigido, escludendo le appendici, al galleggia- 1.4.16 "Stazioni di comando" sono gli spazi entro i
mento di progetto o al di sotto di esso, nella condizione quali sono sistemati gli apparecchi radio o le apparecchia-
dislocante, senza alcun sistema di propulsione o di por- ture di navigazione o la fonte di energia di emergenza ed il
tanza in funzione. quadro di emergenza, o dove siano centralizzati i sistemi di
rivelazione o controllo degli incendi, o dove siano sistemati
altri impianti essenziali per la sicura condotta dell’unità
1.4.10 "Unità da carico" è qualunque unità veloce quali il controllo della propulsione, la chiamata generale, i
che non sia un’unità da passeggeri, capace di mantenere le sistemi di stabilizzazione, ecc.
funzioni principali ed i sistemi di sicurezza dei comparti-
menti integri, dopo un’avaria in un qualunque
compartimento a bordo. 1.4.17 "Convenzione" è la Convenzione Internazio-
nale per la Sicurezza della vita umana in mare, del 1974,
come emendata.
1.4.11 "Locali da carico" sono tutti i locali, diversi
da quelli di categoria speciale, utilizzati per il carico, com-
presi i relativi cofani. Ai fini dell'applicazione del Capitolo 7, 1.4.18 "Alloggi per l’equipaggio" sono i locali desti-
parte D, i "locali da carico" comprendono i locali ro-ro, nati all’equipaggio, comprendenti cabine, infermerie, uffici,
locali di categoria speciale e spazi su ponti esposti. lavanderie, salette e locali similari.
1.4.19 "Condizioni critiche di progetto" sono le 1.4.30 "Unità veloce" è un’unità capace di svilup-
condizioni limite, stabilite ai fini progettuali, che l’unità pare una velocità massima, in metri al secondo (m/s), non
deve rispettare nella condizione dislocante. Queste condi- inferiore a:
zioni devono essere più severe delle “peggiori condizioni 0,1667
3, 7∇
ipotizzate” in misura tale da consentire un’adeguata sicu-
rezza in condizioni di sopravvivenza. dove:
∇=volume di carena corrispondente al galleggiamento di
1.4.20 "Datum" significa un ponte stagno all'acqua progetto, (m3).
o una struttura equivalente di un ponte non stagno
all'acqua, coperto da una struttura stagna alle intemperie, ad esclusione di unità il cui scafo è sostenuto completa-
di robustezza adeguata a mantenere la integrità alle intem- mente sulla superficie dell'acqua in condizione non
perie e provvista di mezzi di chiusura stagni alle intemperie. dislocante da forze aerodinamiche generate da effetto terra.
1.4.21 "Galleggiamento di progetto" è il galleggia- 1.4.31 "Aliscafo" è un'unità il cui scafo è sostenuto
mento corrispondente al massimo peso operativo dell’unità completamente sulla superficie dell'acqua, nella condizione
senza che alcun sistema di portanza o di propulsione sia in non dislocante, da forze idrodinamiche generate sulle ali.
funzione ed è limitato dai requisiti dei Capitoli 2 e 3.
1.4.32 "Lunghezza (L)" è la lunghezza fuori tutto
1.4.22 "Condizione dislocante" è il regime, sia a della carena stagna e dello scafo rigido, escluse le appen-
riposo che in movimento, in cui il peso dell’unità è comple- dici, al galleggiamento di progetto o al di sotto di esso, nella
tamente o prevalentemente sostenuto dalla spinta condizione dislocante, senza che alcun sistema di portanza
idrostatica. o di propulsione sia in funzione.
1.4.23 "Analisi dei modi e degli effetti delle avarie 1.4.33 "Peso dell’unità vacante" è il dislocamento
(FMEA)" è l’esame, in accordo con quanto precisato dell’unità, in tonnellate, senza carico, combustibile, olio
nell’Annesso 4, degli impianti e delle attrezzature dell’unità lubrificante, acqua di zavorra, acqua dolce ed acqua di ali-
per determinare se qualsiasi avaria ragionevolmente proba- mento nei depositi, provviste, passeggeri, membri
bile o una qualsiasi operazione impropria possa provocare dell’equipaggio e relativi effetti.
una situazione di pericolo o di catastrofe.
riscaldato oppure no, a caldaie e motori (comprese turbine 1.4.49 "Locali pubblici" sono i locali destinati ai
a gas) ad una pressione superiore a 0,18 N/mm2. passeggeri, comprendenti bar, posti di ristoro, locali per
fumatori, aree principali per posti a sedere, salette, sale da
pranzo, sale giochi, atrii, locali igiene e locali similari e pos-
1.4.40 "Locali ro-ro aperti" sono quei locali ro-ro: sono comprendere negozi.
.1 accessibili ai passeggeri, e
1.4.50 "Posti di ristoro" sono quei locali che non
sono chiusi, i quali servono generi di ristoro e contengono
.2 che:
apparecchiature per riscaldare cibi aventi una potenza
totale fino a 5 kW ed una temperatura della superficie riscal-
.2.1 sono aperti ad entrambe le estremità; o
dante non superiore a 150°C.
1.4.60 "Stagno alle intemperie" significa che 1.5.2 Per le visite di cui in 1.5.1, vale quanto indi-
l'acqua non può penetrare nell'unità in qualsiasi condizione cato nel seguito.
di vento ed onde fino a quella specificata come condizione
critica di progetto. .1 La Visita iniziale deve comprendere:
C.1.5.2 (d) Con riferimento al punto 1.5.2.3, ai fini della quanto applicabile, il Governo dello Stato del porto interes-
Classificazione, le visite addizionali devono essere eseguite sato deve garantire che l’unità non continui ad operare fino
in ogni altra circostanza interessante la Classificazione a quando ciò non sia possibile senza pericolo per l’unità
stessa. Le ispezioni relative devono garantire che le ripara- stessa o per le persone a bordo.
zioni o i rinnovi necessari siano soddisfacenti per ciò che
attiene la Classificazione.
C1.5.6 Con riferimento alle prescrizioni di cui in
Tutte le visite devono essere eseguite dai tecnici della
1.5.6, ai fini del mantenimento della Classe si applicano le
Società, su richiesta dell’Armatore.
norme dei Regolamenti della Società.
1.7.3 Ogni qualvolta si verifichi un’avaria all’unità 1.8.5 Nonostante quanto disposto in 1.8.4, nel
o si accerti un difetto che possa diminuire la sicurezza caso in cui la visita di rinnovo sia completata entro i 3 mesi
dell’unità stessa o l’efficienza o la completezza della strut- precedenti la data di scadenza del certificato esistente, il
tura, delle sistemazioni di armamento e di allestimento e dei nuovo certificato dovrà avere validità, a partire dalla data di
materiali, la persona incaricata o l’armatore dell’unità deve completamento della visita di rinnovo, fino ad una data non
informare, alla prima occasione, l’Amministrazione, il tec- successiva a 5 anni dalla data di scadenza del certificato
nico incaricato o l’organizzazione riconosciuta esistente.
responsabile, che deve promuovere un’indagine per deter-
minare se è necessaria l’esecuzione di una visita di cui in
1.8.6 Quando la visita di rinnovo è completata
1.5. Se l’unità è in un’area sotto la giurisdizione di un altro
Governo, la persona incaricata o l’armatore dell’unità dopo la data di scadenza del certificato esistente, il nuovo
devono anche informare subito le competenti autorità dello certificato dovrà avere validità, a partire dalla dalla data di
completamento della visita di rinnovo, fino ad una data non
Stato in cui è situato il porto di approdo, e il tecnico incari-
cato o l’organizzazione riconosciuta devono accertare che successiva a 5 anni dalla data di scadenza del certificato
sia stato compilato un rapporto in merito. esistente.
1.8.2 Uno Stato che sia "Parte" della Convenzione 1.8.10 Se un’unità, alla data di scadenza del certifi-
può, a richiesta dell’Amministrazione, far sottoporre a visita cato, non si trova in una zona dove possa essere visitata,
l’unità e, se ritiene che le prescrizioni del Codice sono state l’Amministrazione può estenderne il periodo di validità ma
ottemperate, può rilasciare od autorizzare il rilascio del cer- tale estensione ha validità solo al fine di permettere all’unità
tificato all’unità e, quando appropriato, vidimare od di raggiungere un porto dove possa essere visitata, e,
autorizzare la vidimazione del certificato esistente, a bordo quindi, solo in casi in cui appaia appropriato e ragionevole
dell’unità, in accordo con le prescrizioni del Codice. Ogni agire in tal modo. Nessun certificato deve essere esteso per
certificato così rilasciato deve contenere l’attestazione che un periodo eccedente 1 mese ed un’unità alla quale sia
lo stesso è stato rilasciato su richiesta del Governo dello concessa un’estensione non deve, al suo arrivo nel porto di
Stato di cui l’unità batte la bandiera e deve avere lo stesso visita, avere il diritto, in virtù di tale estensione, di abbando-
valore e ricevere lo stesso riconoscimento di un certificato nare tale porto senza essere in possesso di un nuovo
rilasciato in accordo con 1.8.1. certificato. A completamento della visita di rinnovo, il
nuovo certificato deve avere una validità non eccedente 5
anni dalla data di scadenza del certificato esistente prima
1.8.3 Il certificato deve essere conforme al modello che fosse concessa l’estensione.
di cui all’Annesso 1 del Codice. Se la lingua usata non è
l’inglese, il francese o lo spagnolo, il testo deve includere
una traduzione in una di queste lingue. 1.8.11 In circostanze particolari, a giudizio
dell’Amministrazione, la validità del nuovo certificato può
non essere calcolata dalla data di scadenza del certificato
1.8.4 Il Certificato di sicurezza per unità veloci esistente come richiesto in 1.8.6 o 1.8.10. In questi casi il
deve essere rilasciato per un periodo stabilito dall’Ammini- nuovo certificato avrà validità non eccedente 5 anni dalla
strazione, che non deve tuttavia superare i 5 anni. data di completamento della visita di rinnovo.
1.8.12 Se una visita periodica è completata prima 1.9.2 L’Autorizzazione all’esercizio delle unità
del periodo specificato in 1.5, allora: veloci è rilasciata dall’Amministrazione per certificare la
conformità ai paragrafi da 1.2.2 a 1.2.7 e per stabilire le
.1 la data anniversaria sul pertinente certificato condizioni operative dell’unità. Essa è compilata sulla base
deve essere modificata, tramite vidimazione, in una data delle informazioni contenute nel Manuale Operativo di
non eccedente i 3 mesi dopo la data di completamento Navigazione di cui al Cap. 18 del presente Codice.
della visita;
.2 la visita periodica successiva richiesta in 1.5 1.9.3 Prima di rilasciare l’Autorizzazione all’eserci-
deve essere completata agli intervalli in esso prescritti, zio, l’Amministrazione deve consultare ogni Stato in cui
usando la nuova data anniversaria; siano situati i porti di approdo, per ottenere i dettagli di ogni
condizione operativa associata all’esercizio dell’unità in
.3 la data di scadenza può rimanere invariata a ogni Stato. Ogni condizione così stabilita deve essere speci-
condizione che una o più visite periodiche siano eseguite in ficata dall’Amministrazione nell’Autorizzazione all’esercizio
modo che i massimi intervalli tra le visite prescritte in ed inclusa nel manuale operativo di rotta.
1.5.1.3 non siano superati.
1.9.4 Uno Stato in cui sia situato un porto di
1.8.13 Un certificato emesso secondo quanto speci- approdo può ispezionare l’unità ed esaminare la sua docu-
ficato in 1.8.1 o 1.8.2 cessa di essere valido se si verifica mentazione al solo scopo di verificarne la conformità con
uno dei seguenti casi: quanto certificato e con le condizioni associate all’Autoriz-
zazione all’esercizio. Quando da tale verifica emergano
.1 le visite pertinenti non sono completate entro deficienze, l’Autorizzazione all’esercizio cessa di essere
i periodi specificati in 1.5.1; valida fino a che tali deficienze non vengano eliminate o
risolte in altro modo.
.2 il certificato non è vidimato in accordo con
1.5.3;
1.9.5 Le prescrizioni di cui in 1.8 si applicano per
.3 a seguito del passaggio dell’unità alla ban- quanto riguarda il rilascio ed il periodo di validità dell’Auto-
diera di un altro Stato. Un nuovo certificato deve essere rizzazione all’esercizio delle unità veloci.
rilasciato solo quando il Governo che lo rilascia ritenga che
l’unità soddisfi pienamente i requisiti di cui in 1.7.1 e 1.7.2.
1.9.6 L’Autorizzazione all’esercizio delle unità
Nel caso in cui il passaggio di bandiera avvenga tra Governi
veloci deve essere conforme al modello riportato
che hanno ratificato la Convenzione, qualora venga richie-
nell’Annesso 1 al presente Codice. Se la lingua usata non è
sto entro tre mesi dalla data del cambio di bandiera, il
l’inglese, il francese o lo spagnolo, il testo deve includere
Governo dello Stato di cui l’unità batteva precedentemente
una traduzione in una di queste lingue.
la bandiera deve trasmettere al più presto alla nuova Ammi-
nistrazione di bandiera una copia del certificato in possesso
dell’unità prima del trasferimento e, se disponibili, copie dei
relativi rapporti di visita. 1.10 Controlli
mento, siano non meno efficaci di quelli prescritti dal portare a nuove tipologie di unità aventi geometrie diverse
presente Codice. da quelle considerate nella stesura del presente Codice. Il
presente Codice non intende limitare il progresso e lo svi-
luppo di nuovi progetti.
C1.11.1 Con riferimento alle prescrizioni di cui in
1.11.1, ai fini della Classificazione, si applicano i Regola-
1.13.2 Nel caso di nuovi progetti che non ottempe-
menti della Società.
rino ai requisiti del presente Codice, l’Amministrazione deve
stabilire fino a che punto i requisiti del Codice siano appli-
1.11.2 Quando l’ottemperanza ai requisiti del pre- cabili al nuovo progetto e, se necessario, prescrivere
sente Codice risulti essere poco pratica per il particolare requisiti addizionali ed alternativi per garantire all’unità un
progetto dell’unità, l’Amministrazione può adottare requisiti livello di sicurezza equivalente.
alternativi purchè si realizzi un livello di sicurezza equiva-
lente. L’Amministrazione che permette l’adozione di
prescrizioni alternative deve comunicare all’Organizza- 1.13.3 Quanto sopra deve essere preso in conside-
zione i particolari relativi alle prescrizioni e le ragioni della razione dall’Amministrazione nello stabilire criteri di
loro adozione; l’Organizzazione provvederà a notificare equivalenza.
quanto sopra ai Governi membri dell’Organizzazione
stessa.
1.12.1 L’Amministrazione deve assicurarsi che la 1.14.1 Nel caso in cui un’Amministrazione abbia
direzione della società che gestisce l’unità l’abbia fornita di l’occasione di indagare su di un’avaria che coinvolga
idonee informazioni ed istruzioni in forma di manuali, che un’unità alla quale si applica il presente Codice, tale Ammi-
consentano di condurre e mantenere l’unità in sicurezza. nistrazione deve fornire una copia del rapporto ufficiale
Tali manuali devono includere un manuale operativo di all’Organizzazione, che segnalerà agli Stati Membri l’esi-
navigazione, un manuale operativo dell’unità, un manuale stenza del rapporto al fine di ottenerne una copia.
di manutenzione ed un programma di revisione. Queste
informazioni devono essere mantenute aggiornate come
necessario. 1.14.2 L’armatore dell’unità deve informare l’Ammi-
nistrazione, nel caso in cui l’esperienza operativa riveli
deficienze relative alla struttura o a parti strutturali o di
1.12.2 I manuali devono contenere almeno le infor- armamento tali da menomare la sicurezza dell’unità.
mazioni specificate nel Cap. 18 e devono essere in una
lingua comprensibile all’equipaggio. Quando questa lingua
non è l’inglese, deve essere provveduta una traduzione in
inglese, almeno per il manuale operativo di navigazione e 1.15 Revisione del codice
per il manuale operativo dell’unità.
C2.0 Documentazione richiesta trova sia nella condizione non-dislocante sia in quella
transitoria;
.5 Elementi geometrici delle carene inclinate 2.1.3 Ai fini dell’applicazione del presente Capi-
trasversalmente. tolo e degli altri Capitoli, qualora non sia diversamente
specificato, valgono le seguenti definizioni:
.6 Piano dei compartimenti e delle suddivisioni
interne degli stessi. .1 "Punto di allagamento", si intende qualun-
que apertura attraverso la quale gli spazi compresi nella
.7 Verifica della stabilità in allagamento nei riserva di galleggiabilità possono essere allagati quando
diversi casi di caricazione. l’unità è allo stato integro o in condizioni di falla ed è sban-
data oltre l’angolo d’equilibrio.
.8 Piano per il controllo dell’allagamento.
.2 "Ala completamente immersa", si intende
.9 Rapporto relativo alla prova di stabilità. un’ala priva di superfici portanti che intersecano la superfi-
cie dell’acqua durante il sostentamento dinamico.
.10 Fascicolo delle istruzioni al comandante
sulla stabilità allo stato integro. .3 “Unità monoscafo", si intende un'unità che
non sia "Unità multiscafo".
2.1.4 Sistemi diversi possono essere accettati al limiti operativi approvati, l'unità, dopo un disturbo che
fine di dimostrare che i requisiti di qualsiasi parte di questo causa rollio, beccheggio, sussulto o inclinazione dovuta a
capitolo sono soddisfatti a condizione che si possa eviden- virata o qualsiasi combinazione di esse, ritorna al compor-
ziare che il metodo scelto fornisca un equivalente livello di tamento di partenza.
sicurezza. Tali metodi possono includere:
2.1.5 Le prove su modello ed in vera grandezza • una paratia in corrispondenza di ciascuna estremità del
e/o i calcoli (quali che siano) devono includere considera- locale apparato motore.
zioni circa i seguenti pericoli di stabilità conosciuti a cui gli
.2 La distanza, in m, tra la paratia di collisione
HSC, si sa, vanno soggetti, a seconda del tipo di unità:
e la perpendicolare avanti deve essere compresa tra 0,05L e
.1 instabilità direzionale che è spesso accop- 0,05L+3.
piata ad instabilità di rollio e di beccheggio;
.3 La paratia di collisione deve essere sistemata
.2 l'impatto e la caduta della prua con mare in almeno in punti usati per fornire la riserva di spinta impie-
poppa a velocità prossima a quella delle onde, applicabile gata per dimostrare la conformità con i requisiti di stabilità
alla maggior parte dei tipi; allo stato integro ed in condizioni di falla di cui al presente
Regolamento per la classificazione delle unità veloci.
.3 caduta della prua di monoscafo plananti e La paratia di collisione deve estendersi verticalmente fino a
catamarani per perdita di stabilità dinamica in mari relativa- 0,5 volte la peggiore altezza significativa d’onda al di sopra
mente calmi; delle più sfavorevoli linee di galleggiamento in condizioni
di falla.
.4 riduzione di stabilità trasversale con l'aumen-
tare della velocità nei monoscafi;
.5 movimento a delfino dei monoscafi plananti, 2.2 Galleggiabilità allo stato integro
con associati rollio e piccole oscillazioni che possono diven-
tare violente;
2.2.1 Stabilità allo stato integro
.6 scatto dello spigolo, che è un fenomeno dei
monoscafi plananti, che si verifica quando l'immersione di 2.2.1.1 Tutte le unità devono possedere una suffi-
uno spigolo genera un forte momento sbandante; ciente riserva di galleggiabilità, al galleggiamento di
progetto, tale da soddisfare le prescrizioni di stabilità, allo
.7 aratura delle unità a cuscino d'aria, sia longi- stato integro e in condizioni di falla, riportate nel presente
tudinale che trasversale, quale risultato di una piegatura a Capitolo.
prua o sul fianco della gonna per effetto di un improvviso L’Amministrazione per permettere all’unità di operare in
collasso della geometria della gonna, che, in casi estremi, tutte le condizioni previste può richiedere una maggiore
può causare un capovolgimento; riserva di galleggiabilità.
La riserva di galleggiabilità deve essere calcolata includendo
.8 instabilità di beccheggio delle unità SWATH
solamente quei compartimenti che sono:
(Small Waterplane Area Twin Hull) causata da uno sviluppo
di momento idrodinamico quale risultato del flusso d'acqua .1 stagni all’acqua e situati sotto il "datum", o
sopra gli scafi bassi sommersi;
.2 stagni all'acqua o alle intemperie e situati
.9 riduzione dell'effettiva altezza metacentrica sopra il “datum”.
(rigidezza di rollio) delle navi ad effetto di superficie (SES)
nell'accostata a grande velocità rispetto a quella a rotta Per considerare la stabilità in caso di falla, si dovrà assumere
diritta, che può tradursi in un improvviso incremento che l'allagamento si estenda fino ai limiti stagni all'acqua
dell'angolo di inclinazione e/o in oscillazioni contempora- nella condizione di equilibrio, e fino ai limiti stagni alle
nee di rollio e beccheggio; e intemperie negli stadi intermedi di allagamento e nel cam-
popositivo dei bracci di stabilità richiesti per soddisfare i
.10 risonanza di rollio dei SES in mare al tra-
requisiti di stabilità residua.
verso, che, in casi estremi, può causare capovolgimento.
Unità costruite in conformità alle richieste di organizzazioni
riconosciute dalle Amministrazioni, in accordo alla regola
2.1.6 Dovranno essere eseguiti opportuni calcoli XI/1 della Convenzione possono essere considerate in pos-
e/o prove al fine di dimostrare che, quando esercita entro i sesso di adeguate robustezza ed integrità.
2.2.1.2 Dovranno essere previste sistemazioni per porta. Per le aree in cui ha accesso soltanto l'equipaggio, se
controllare l'integrità stagna all'acqua o alle intemperie dei l'Amministrazione ritiene che tali porte sono essenziali per il
compartimenti considerati in 2.2.1.1, ed i dettagli devono servizio in sicurezza dell'unità, possono essere accettate
essere inclusi nel Manuale Operativo richiesto in 18.2.1. porte incernierate stagne all'acqua che abbiano soltanto il
comando locale purchè esse siano dotate di indicatori a
distanza come richiesto in 2.2.2.4.
2.2.2 Aperture nelle divisioni stagne all'acqua
2.2.3.2 Un'unità può essere esentata dalla richiesta locale ro-ro, e l'orlo più basso dell'apertura
di un tale portellone interno di prua in ciascuno dei dovrà essere entro 0.02 m al di sopra del ponte
seguenti casi. del locale ro-ro; e
.1 il ponte per la caricazione di veicoli, in corri- .4 tali scarichi grandi masse dovranno essere
spondenza del portellone interno di prua, si trova al di muniti di sistemi di chiusura o flaps per evitare
sopra della linea di galleggiamento di progetto di un'altezza l'entrata di acqua sul ponte del locale ro-ro,
superiore all'altezza significativa d'onda che corrisponde mentre consentono il drenaggio dell'acqua che
alle peggiori condizioni in cui si intende operare; si può accumulare sul ponte.
'porto/viaggio in mare' realizzato in modo tale che un tura con acqua in pressione dall'esterno, in accordo con
allarme acustico viene lanciato nel compartimento opera- specificazioni almeno equivalenti a quelle accettate dalla
tivo se l'unità lascia il porto con il portellone di prua, le Organizzazione.
porte più interne, la rampa di poppa o qualsiasi altra porta a
fasciame non chiusi o con qualsiasi sistema di chiusura non Nota: Si deve far riferimento all'ISO 6042-Ship and Marine Tec-
nella corretta posizione. L’energia fornita per i sistemi di nology- Weathertight single-leaf steel doors, o ad uno standard
equivalente.
indicatori dovrà essere indipendente dall’energia fornita per
la manovra ed il serraggio delle porte.
2.2.7.3 L'altezza sopra il ponte di soglie in vani porta
2.2.5.2 Televisione di sorveglianza che conducono a ponti esposti dovranno avere altezza
sopra il ponte per quanto pratico e ragionevole, particolar-
mente quelle sistemate in posizioni esposte. L'altezza di tali
Dovranno essere forniti una televisione di sorveglianza ed soglie dovrà essere non inferiore a 100 mm, per porte in
un sistema di rilevazione di colaggi, nel compartimento locali stagni alle intemperie su un ponte al di sopra del
operativo e nella stazione di controllo dei motori, di qualun- 'datum', e a 250 mm, altrove. Per unità di lunghezza infe-
que colaggio attraverso le porte di prua e più interne, le riore o uguale a 30 m, l'altezza delle soglie può essere
porte di poppa e qualsiasi altra porta a fasciame che ridotta al massimo possibile in relazione alla sicurezza ope-
potrebbe causare un allagamento di maggiore entità. rativa dell'unità.
2.2.6 Integrità di una sovrastruttura 2.2.7.4 Non sono ammesse finestre nei perimetri di
spazi di categoria speciale o spazi ro-ro o sotto il 'datum'.
2.2.6.1 Quando un ingresso di acqua entro strutture Se richiesto dalle limitazioni nel 'Permit to Operate', finestre
sopra il “datum” potrebbe sensibilmente influire su stabilità verso proravia, o finestre che possono essere immerse in
e galleggiabilità di una unità, tali strutture devono essere: ogni fase di allagamento dovranno essere dotate di contro-
portelli incernierati o a scorrimento per uso immediato.
.1 di adeguata robustezza, per mantenere
l'integrità stagna alle intemperie, e dotate di sistemazioni di
2.2.7.5 Portellini di murata negli spazi sotto il
chiusura stagna alle intemperie; o
'datum' dovranno essere dotati di efficienti controportelli
interni incernierati in modo che possano essere efficiente-
.2 dotate di opportune sistemazioni di drenag-
mente chiusi e bloccati stagni all'acqua.
gio; o
.3 le sistemazioni per garantire e conservare lo di 100 mm, per le maniche a vento di spazi stagni alle
stagno alle intemperie dovranno assicurare che la tenuta intemperie sul ponte sopra il 'datum', e di 380 mm, altrove.
potrà essere mantenuta in ogni condizione di mare fino a Per unità di lunghezza inferiore o uguale a 30 m, l'altezza
quella peggiore prevista. può essere ridotta di un valore massimo compatibile con
l'impiego in sicurezza dell’unità.
2.2.8.2 Aperture nel locale macchine
2.2.8.4.2 Le maniche a vento le cui mastre si esten-
dano per più di un metro sopra il ponte, o che siano
2.2.8.2.1 Le aperture nel locale macchine dovranno
sistemate su ponti sopra il 'datum', non è richiesto che siano
essere opportunamente intelaiate ed efficacemente rac-
dotate di mezzi di chiusura, a meno che non siano orientate
chiuse in tughe di elevata robustezza e, quando le tughe
a proravia o che detti mezzi siano specificatamente richiesti
non sono protette da altre strutture, la loro robustezza
dall'Amministrazione.
dovrà essere oggetto di particolare considerazione. Le aper-
ture di accesso a tali tughe dovranno essere fornite di porte
stagne alle intemperie. 2.2.8.4.3 Eccetto quanto previsto in 2.2.8.4.2, le aper-
ture di ventilazione dovranno essere dotate di efficienti
2.2.8.2.2 Le altezze di soglie e mastre devono essere, sistemazioni di chiusura stagne alle intemperie.
in generale, non inferiori a 100 mm, per gli accessi a spazi
stagni alle intemperie sopra il 'datum', e 380 mm, altrove. 2.2.8.4.4 Le aperture delle maniche a vento, quando
Per unità di lunghezza inferiore o uguale a 30 m, queste possibile, dovranno affacciarsi a poppavia o verso i fianchi
altezze possono essere ridotte di un valore massimo compa- della nave.
tibile con l'impiego in sicurezza dell’unità.
2.2.8.2.3 Aperture di ventilazione del locale macchine 2.2.9 Ombrinali, prese e scarichi
dovranno soddisfare i requisiti di cui in 2.2.8.4.2.
2.2.9.1 Scarichi che attraversano il fasciame, sia da
2.2.8.3 Altre aperture sui ponti esposti spazi sotto il 'datum', sia dall'interno di sovrastrutture e
tughe che si trovano sopra il 'datum', devono essere dotati
2.2.8.3.1 Passi d'uomo e portelli a paro sul 'datum' o di efficienti ed accessibili sistemi per evitare che l'acqua
entro sovrastrutture diverse dalle sovrastrutture chiuse passi all'interno. Normalmente ogni singolo scarico dovrà
dovranno essere chiusi da efficaci coperture capaci di rea- avere una valvola automatica di non ritorno, con un sistema
lizzare lo stagno all'acqua. A meno che non siano serrate attivo di chiusura da posizione sopra il 'datum'. Quando,
con bulloni a spaziatura stretta, le coperture devono essere tuttavia, la distanza verticale tra il galleggiamento di pro-
permanentemente attaccate. getto ed il lembo interno del tubo di scarico, supera 0.01 L,
lo scarico può avere due valvole automatiche di non ritorno
2.2.8.3.2 Boccaporte di servizio di accesso al locale senza sistema attivo di chiusura, a condizione che la valvola
macchine, ecc. possono essere sistemate a paro, a condi- più interna sia sempre accessibile per controlli in condi-
zione che le coperture siano serrate da bulloni a stretta zione di servizio. Quando tale distanza verticale supera
spaziatura, siano tenute chiuse in navigazione, e siano 0.02 L, può essere accettata una sola valvola automatica di
dotate d sistemazioni per riparo smontabili. non ritorno senza sistema attivo di chiusura. I mezzi per la
manovra attiva delle valvole dovranno essere facilmente
2.2.8.3.3 Aperture sui ponti esposti che conducono a accessibili e dotati di un indicatore che evidenzia se la val-
spazi sotto il 'datum' o a sovrastrutture chiuse diverse dalle vola è aperta o chiusa.
boccaporte, aperture nel locale macchine, passi d'uomo e
portelli a paro dovranno essere protetti da una sovrastrut- 2.2.9.2 Valvole su ombrinali provenienti da compar-
tura chiusa, o da una tuga o da un tambuccio di timenti stagni alle intemperie, inclusi nei calcoli di stabilità,
equivalente robustezza ed integrità stagna alle intemperie. devono essere manovrabili dal compartimento operativo.
2.2.8.3.4 L'altezza sopra il ponte delle soglie negli
accessi ai tambucci deve essere, in generale, non inferiore a 2.2.9.3 Nei locali macchine presidiati, le prese a
100 mm, per le porte di accesso a spazi stagni alle intempe- mare e gli scarichi principali ed ausiliari connessi con il fun-
rie sul ponte sopra il 'datum', e a 250 mm, altrove. Per le zionamento delle macchine possono essere comandati
unità di lunghezza inferiore o uguale a 30 m, le altezze delle localmente. Tali comandi devono essere facilmente accessi-
soglie possono essere ridotte di un valore massimo compati- bili e dotati di indicatori che evidenzino se le valvole sono
bile con l'impiego in sicurezza dell’unità. aperte o chiuse. In locali macchine non presidiati, le prese a
mare e gli scarichi principali ed ausiliari connessi con il fun-
2.2.8.4 Ventilazioni zionamento delle macchine devono essere manovrabili dal
compartimento operativo.
2.2.8.4.1 Le maniche a vento di spazi sotto il 'datum' o
ponti di sovrastrutture chiuse dovranno avere mastre di 2.2.9.4 Ombrinali che provengono da sovrastrutture
robusta costruzione efficacemente collegate al ponte. o tughe non provviste di porte stagne alle intemperie
L'altezza delle mastre dovrà essere, in generale, non minore devono essere portati fuoribordo.
2.2.9.5 Tutte le sistemazioni a fasciame e le valvole 2.2.11.3 Tutte le suddette aperture nei parapetti
richieste dal presente Codice devono essere di idoneo mate- devono essere protette da ringhiere o barre, ognuna distan-
riale duttile. Non sono accettabili valvole di ghisa o ziata approssimativamente di 230 mm. Se sugli scarichi
materiale similare. grandi masse sono sistemati portelli, devono essere previsti
ampi giochi per evitare inceppamenti. Le cerniere dovranno
avere perni o supporti di materiale non soggetto a
2.2.10 Sfoghi d'aria corrosione.
2.2.10.1 Le principali casse di deposito contenenti 2.2.11.4 Unità che hanno sovrastrutture aperte fron-
liquidi infiammabili o casse che possono essere esaurite o talmente in entrambe le estremità, dovranno soddisfare
riempite dal mare devono avere sfoghi d'aria che non scari- quanto richiesto in 2.2.11.1.
cano in spazi chiusi.
2.2.11.5 Unità che hanno sovrastrutture aperte sul
frontale addietro dovranno avere come area per lo scarico
2.2.10.2 Tutti gli sfoghi d'aria che si estendono ai di grandi masse, almeno:
ponti esposti dovranno avere altezza, dal ponte al punto in A = 0,3 b (m2)
cui l'acqua può entrare, di almeno 300 mm, quando il essendo:
ponte è a meno di 0,05 L sopra il galleggiamento di pro-
b : la larghezza dell'unità al ponte esposto, in m.
getto, e di 150 mm su tutti gli altri ponti.
2.2.11.6 Unità ro-ro dotate di portellone di prua per
2.2.10.3 Gli sfoghi d'aria possono scaricare sul fianco l'apertura dei locali per veicoli dovranno soddisfare a
di una sovrastruttura a condizione che il loro sbocco sia ad quanto richiesto in 2.2.3.
un'altezza di almeno 0,02 L sopra qualsiasi galleggiamento
quando l'unità allo stato integro sia inclinata di un angolo di
15°, o 0,02 L al di sopra del più alto galleggiamento a tutti
gli stadi di allagamento risultanti dai calcoli di stabilità in
2.3 Stabilità allo stato integro nella
allagamento, assumendo il maggiore dei due valori. condizione dislocante
2.2.10.4 Tutti gli sfoghi d'aria devono essere dotati di 2.3.1 Gli aliscafi ad ali secanti e/o ad ali completa-
sistemazioni di chiusura automatiche stagne alle intemperie. mente immerse devono avere sufficiente stabilità in tutti i
casi di caricazione previsti in accordo con le pertinenti pre-
scrizioni dell’Annesso 6 ed in particolare devono mantenere
2.2.11 Scarichi grandi masse un angolo di sbandamento minore di 10° sotto l’azione del
maggiore tra i momenti sbandanti previsti in 1.1.2 ed in
2.2.11.1 Quando parapetti formano pozzi sul ponte 1.1.4 del predetto Annesso.
di coperta, devono essere provvisti ampi mezzi per liberare
i ponti dall'acqua e drenarli. La minima area degli scarichi 2.3.2 Salvo quanto previsto in 2.3.4 unità multi-
grandi masse (A) su ciascun lato dell'unità per ciascun scafo diverse dagli aliscafi devono soddisfare alle relative
pozzo sul ponte di coperta dello/degli scafo/i principale/i prescrizioni dell'Annesso 7 in tutte le previste condizioni di
deve essere: carico.
∇ : volume di carena al galleggiamento di progetto 2.4.5 Nel caso di un’unità dotata di cuscino d’aria
(m3) con gonne flessibili, deve essere verificato che in condizioni
operative le gonne rimangano fisse.
GMT : altezza metacentrica trasversale nella condi-
zione di carico corrispondente all'immersione
di progetto, corretta per l'effetto degli specchi
liberi (m). 2.5 Stabilità allo stato integro
durante la condizione transitoria
Tabella 2.3.4 - Tabella che indica l'applicazione degli
annessi 7 e 8 alle unità monoscafo e multiscafo 2.5.1 In tutte le condizioni meteorologiche, fino
alle peggiori condizioni ipotizzate, il tempo necessario per il
passaggio dalle condizioni di dislocamento a quelle di non-
dislocamento e viceversa deve essere ridotto al minimo, a
BWL.AWP/∇ meno che non sia dimostrato che durante la condizione
GMT transitoria non si verifichi una sostanziale riduzione di
≤7 >7
stabilità.
≤ 3,0
annesso 8 annesso 8
o 2.5.2 Gli aliscafi devono corrispondere alle prescri-
annesso 7 zioni di cui all’Annesso 6.
> 3,0
annesso 8 annesso 7 2.6 Galleggiabilità e stabilità nella
o condizione dislocante in
annesso 7
allagamento
Spazi vuoti 95
2.4.3 Qualora l’unità sia dotata di strutture secanti
(1) il valore che risulta come requisito più severo
o appendici, devono essere prese precauzioni contro rispo-
ste pericolose o inclinazioni e perdite di stabilità,
conseguenti alla collisione con un oggetto sommerso o 2.6.3 Fermo restando quanto stabilito in 2.6.2, la
galleggiante.
permeabilità deve essere calcolata direttamente quando ne
derivino condizioni più gravose di quelle derivanti
dall’applicazione del paragrafo 2.6.2 e può essere usata
2.4.4 Per le unità nelle quali è utilizzata come quando ne derivino condizioni meno gravose.
mezzo di controllo una periodica modifica del cuscino
d’aria o un periodico scarico nell’atmosfera dell’aria del
cuscino ai fini della manovra, devono essere determinati gli 2.6.4 L’Amministrazione può permettere negli
effetti sulla stabilità della variazione del galleggiamento sul spazi vuoti l’uso di schiuma a bassa densità ed altri materiali
cuscino d’aria e ne devono essere stabilite le limitazioni che garantiscano la galleggiabilità, a condizione che venga
d’uso in relazione alla velocità dell’unità ed al suo dimostrato che questi materiali costituiscano la migliore
comportamento. alternativa e siano:
.1 a celle chiuse, in caso di schiuma o, nel caso .3 come estensione verticale della falla deve
di altri materiali, non assorbenti acqua; essere assunta l’intera altezza dell’unità.
2.6.7 Estensione della falla sui fianchi .1.1 55% della lunghezza L, misurata dal punto più
a proravia, sotto il galleggiamento, del volume
di spinta di ciascuno scafo; e
Per le falle sui fianchi devono essere assunte in ogni punto
periferico dello scafo, le seguenti caratteristiche: .1.2 una percentuale della lunghezza L, applicata
dovunque nella lumghezza dello scafo, uguale
.1 come estensione longitudinale deve essere al 35%, per scafo con lunghezza L uguale o
assunto il minore dei tre valori: superiore a 50 m, ed uguale a (L/2 + 10)% per
0.75∇1/3, o (3 m + 0.225∇1/3), oppure 11 m, scafi con lunghezza L minore di 50m.
Figura 2.6.8.1
Linea parallela al
galleggiamento
0.3 T Galleggiamento di progetto
di progetto
2.6.9 Estensione della falla sul fondo nelle un'altezza d'onda significativa di almeno il 50%
aree non soggetto a falle per dell'altezza d'onda corrispondente alla peggiore condizione
strisciamento prevista.
.3 l'altezza di penetrazione normale nello scafo .5 la stabilità residua dell'unità soddisfi i perti-
deve essere 0,02 ∇1/3 nenti criteri riportati negli Annessi 7 e 8 conformemente a
essendo: quanto indicato nella Tabella 2.3.4. Nessuna apertura priva
di chiusura rimanga sommersa dentro il campo di stabilità
∇ : volume della carena dislocante corrispondente positiva stabilita dai criteri degli Annessi 7 o 8.
al galleggiamento di progetto (m3)
.1 per tutti gli scafi diversi dai veicoli anfibi a 2.7.1 Ogni unità, una volta ultimata, deve essere
cuscino d'aria, a fine allagamento e dopo aver raggiunto sottoposta alla prova di inclinazione per la determinazione
una condizione di equilibrio, il galleggiamento finale delle sue caratteristiche di stabilità.
rimanga sotto il livello di qualsiasi apertura attraverso la Quando non è praticamente possibile eseguire una prova di
quale si potrebbe verificare ulteriore allagamento per inclinazione sufficientemente accurata, il dislocamento
della nave vacante e la posizione del baricentro devono trici delle carene inclinate trasversalmente ed ogni punto
essere determinati per mezzo della pesata dell’unità e di critico di allagamento.
accurati calcoli. Nella stazione operativa deve essere presente un piano che
mostri chiaramente, per ogni ponte e stiva, i contorni dei
compartimenti stagni all'acqua, le aperture presenti in essi,
2.7.2 L’armatore deve fornire al comandante infor- con i loro mezzi di chiusura e la posizione di tutti i relativi
mazioni applicabili relative alla stabilità dell’unità, in controlli.
accordo alle seguenti prescrizioni del presente paragrafo.
Prima di essere fornite al comandante, le informazioni sulla
stabilità devono essere inviate all’Amministrazione per 2.7.7 Su ogni unità devono essere chiaramente
l’approvazione, insieme ad una copia per l’archivio indicate le scale delle immersioni a prora e a poppa. Nel
dell’Amministrazione stessa, e devono comprendere le inte- caso in cui le marche di immersione non siano sistemate in
grazioni o le modifiche che la stessa Amministrazione posizioni facilmente leggibili o le situazioni operative per un
possa richiedere per casi particolari. particolare servizio rendano difficile leggere le marche
stesse, l’unità deve essere dotata di un affidabile sistema di
rilievo delle immersioni con il quale sia possibile determi-
2.7.3 In caso di modifiche all’unità che possano nare le immersioni a prora e a poppa.
avere effetto sulle informazioni sulla stabilità fornite al
comandante, devono essere fornite informazioni aggior-
nate. Se necessario l’unità deve essere sottoposta ad una 2.7.8 L’armatore ed il costruttore, come appro-
nuova prova di inclinazione. priato, devono garantire che le posizioni delle scale delle
immersioni siano accuratamente determinate e che le scale
siano sistemate sullo scafo in maniera permanente.
2.7.4 Un rapporto di ciascuna prova di inclina- La precisione delle scale delle immersioni deve essere dimo-
zione o della pesata, effettuata in accordo con quanto strata all’Amministrazione prima dell’esecuzione della
precisato nel presente Capitolo 2, e dei calcoli per la deter- prova di inclinazione.
minazione del peso dell’unità vacante deve essere inviato
all’Amministrazione per l’approvazione, insieme ad una
copia per l’archivio dell’Amministrazione stessa. Una copia
del rapporto approvato deve essere mantenuta a bordo 2.8 Valutazione della caricazione e
sotto la responsabilità del comandante e deve comprendere della stabilità
le integrazioni o le modifiche che l’Amministrazione stessa
possa richiedere per casi particolari.
Al completamento della caricazione dell’unità e prima della
Il comandante, nei calcoli di stabilità, in luogo di quello pre- partenza per il viaggio, il Comandante deve determinare
cedentemente approvato, deve usare il valore del peso della l’assetto e la stabilità dell’unità e deve anche accertare e
nave vacante aggiornato di volta in volta per tener conto di annotare che l’unità rispetti i criteri di stabilità e i relativi
eventuali varianti. requisiti. L’Amministrazione può accettare l’uso di un com-
I valori corretti ottenuti, di volta in volta, con la pesata puter per il calcolo della caricazione e della stabilità o un
dell’unità, devono essere utilizzati dal comandante in sosti- sistema equivalente per lo stesso scopo.
tuzione di quelli preventivamente approvati ai fini dei
calcoli di stabilità.
cui lembo superiore passi per il centro dell'anello. Il centro 2.9.2.4 La marca dell'Autorità dalla quale è asse-
dell'anello deve essere posizionato sulla posizione longitu- gnato il Bordo Libero può essere indicato accanto all'anello
dinale del centro di galleggiamento in condizione di Bordo Libero, sopra la linea orizzontale che passa per il
dislocante ed all'altezza corrispondente al galleggiamento centro dell'anello, o sopra o sotto di esso. Questo sarà costi-
di progetto. tuita da non più di quattro iniziali che identificano il nome
dell'Autorità, di dimensioni, approssimativamente, 115 mm
di altezza e 75 mm di larghezza.
2.9.2.2 Per aiutare nella verifica della posizione della
marca di Bordo Libero, deve essere marcata una linea di 2.9.2.5 L'anello, le linee e le lettere dovranno essere
riferimento sullo scafo, in corrispondenza del centro longi- pitturate in bianco o giallo su un fondo scuro o in nero su
tudinale di galleggiamento, con una barra orizzontale un fondo chiaro e marcate in modo indelebile. Le marche
avente lunghezza di 300 mm e larghezza di 25 mm, il cui dovranno essere completamente visibili.
orlo superiore corrisponde alla linea di riferimento.
2.9.3 Verifica
2.9.2.3 Quando possibile, la linea di riferimento
dovrebbe essere definita dal fianco del ponte più alto. Il Certificato di Sicurezza per l’Unità Veloce non deve essere
Quando ciò non sia possibile, essa dovrebbe essere definita rilasciato finchè l'Amministrazione non abbia verificato che
dalla faccia inferiore della chiglia, in corrispondenza della le marche siano correttamente e permanentemente indicate
posizione longitudinale del centro di galleggiamento. sui fianchi dell'unità.
2.14 Prova di inclinazione e zione per l’approvazione, insieme ad una copia per
informazioni sulla stabilità l’archivio dell’Amministrazione stessa. Una copia del rap-
porto approvato deve essere conservata a bordo sotto la
responsabilità del comandante e deve comprendere le inte-
2.14.1 A intervalli periodici, non superiori ai 5 anni, grazioni o le modifche che l’Amministrazione stessa possa
su tutte le unità da passeggeri deve essere eseguita una richiedere per casi particolari.
pesata dell’unità con lo scopo di determinare ogni varia- Il comandante, nei calcoli di stabilità, in luogo di quello pre-
zione del dislocamento dell’unità vacante e della posizione cedentemente approvato, deve usare il valore della nave
longitudinale del baricentro. Le unità da passeggeri devono vacante aggiornato di volta in volta per tener conto di even-
essere sottoposte ad una nuova prova di inclinazione qua- tuali varianti.
lora, con riferimento al fascicolo di istruzioni sulla stabilità
approvato, si verifichi o si preveda una variazione del dislo-
camento a nave vacante superiore al 2% o una variazione 2.14.3 A seguito di ciascuna prova di inclinazione o
nella posizione longitudinale del baricentro superiore di pesata dell’unità, al comandante devono essere fornite le
all’1% di L. informazioni sulla stabilità aggiornate.
Le informazioni sulla stabilità così preparate devono essere
inviate all’Amministrazione per l’approvazione, insieme ad
2.14.2 Un rapporto di ciascuna prova di inclina- una copia per l’archivio dell’Amministrazione stessa e
zione o della pesata, effettuata in accordo con quanto devono comprendere le integrazioni o le modifiche che
precisato in 2.7.1, e dei calcoli per la determinazione del l’Amministrazione stessa possa richiedere per casi
peso dell’unità vacante deve essere inviato all’Amministra- particolari.
CAPITOLO 3 STRUTTURE
Tabella C3.0.1
Sezione maestra • dimensioni principali di costruzione, velocità massima di esercizio V, accelerazione di pro-
Sezioni principali getto aCG e, se nota, altezza d'onda limite (vedere C3.3.4)
• materialI
• dettagli strutturali tipici
Sezioni longitudinali
Ponti • aperture
• carichi sui ponti, se diversi dai carichi regolamentari
Struttura del locale apparato motore • massa dei macchinari e relativo centro di gravità
Armamento
Carichi ciclici, inclusi quelli derivati dalle vibrazioni, (ved. L’Amministrazione, qualora lo ritenga necessario, può
Nota) che possono verificarsi sull’unità non devono: richiedere l’effettuazione di prove in vera grandezza, allo
scopo di determinare i carichi. Particolare considerazione
• menomare l’integrità della struttura durante la vita ope-
deve essere posta nel caso in cui i risultati indichino che le
rativa ipotizzata per l’unità o quella concordata con
ipotesi relative ai carichi od ai calcoli strutturali non sono
l’Amministrazione;
state appropriate.
• impedire il normale funzionamento dei macchinari e
delle apparecchiature; e
• menomare la capacità dell’equipaggio di svolgere i pro- C3.1 Generalità
pri compiti.
Nota: Il controllo delle vibrazioni non è richiesto ai fini della C3.1.1 Premessa
classificazione dell'unità.
Il controllo delle vibrazioni sarà eseguito in occasione delle .1 Il presente Capitolo 3 contiene le norme per
prove in mare dell’unità. il dimensionamento strutturale delle unità alle quali si
applica il presente Regolamento, vale a dire quelle per cui
Qualora lo ritenga necessario, la Società può richiedere rilievi
strumentali delle vibrazioni e richiedere, se del caso, i provve- V ≥ 7,16 ∆1/6 (V in nodi, ∆ in t)
dimenti che saranno ritenuti più opportuni per eliminare Unità per cui V ≥ 10 · L 0,5 saranno considerate nei singoli
situazioni ritenute non accettabili. casi dalla Società.
Per quanto riguarda le unità multiscafo, il presente Capitolo
fornisce le norme per il dimensionamento delle unità a
doppio scafo. Le altre unità saranno considerate nei singoli
3.5 Criteri di progetto casi dalla Società.
L’Amministrazione deve essere soddisfatta che la scelta .2 Le norme per il dimensionamento degli ali-
delle condizioni di progetto, dei carichi di progetto e dei scafi e delle unità a cuscino d’aria sono riportate nelle
coefficienti di sicurezza adottati corrispondano alle condi- Appendici C3A1 e C3A2. Salvo ove diversamente specifi-
zioni di esercizio per le quali è richiesta la certificazione. cato, a tali unità le norme del presente Capitolo si
applicano limitatamente alle condizioni operative, ai criteri - Tuga” : La tuga è una struttura pontata situata al di sopra
costruttivi ed ai materiali impiegati. del ponte principale, le cui paratie longitudinali sono
situate all’interno dei fianchi di almeno il 4% della lar-
.3 I dimensionamenti indicati nei paragrafi ghezza locale del ponte oppure giacciono in un piano
seguenti si riferiscono ad unità costruite in acciaio, lega di diverso da quello dei fianchi e, rispetto a questi, sono
alluminio o plastica rinforzata, dei tipi indicati in C3.2. inclinate verso l’interno dell’unità.
- “Cross-deck” : Per le unità a doppio scafo, il "cross
deck" è la struttura di collegamento degli scafi.
C3.1.2 Calcoli diretti
- “Angolo di stellatura αd” Negli scafi che non presentano
un angolo di stellatura chiaramente identificabile, è
.1 La Società può richiedere l’esecuzione di
l’angolo formato dall’orizzontale e dalla retta che con-
calcoli diretti, se ritenuto necessario secondo quanto indi-
giunge la chiglia e lo spigolo. Nei catamarani con scafi
cato in C3.6.
asimmetrici (nei quali gli angoli di stellatura interni ed
Tali calcoli devono essere eseguiti in base ai criteri di
esterni sono diversi), αd è il minore dei due.
modellazione strutturale, di carico e di verifica descritti in
C3.6. Calcoli basati su altri criteri potranno essere accettati - “Zona di prua” : È la zona dell’unità posta a proravia di
se ritenuti equivalenti a quelli indicati dalla Società. 0,9 L dalla perpendicolare addietro.
- “Zona di poppa” : È la zona dell’unità posta a poppavia
C3.1.3 Unità di misura di 0,1 L dalla perpendicolare addietro.
- “Zona centrale” : È la zona dell’unità compresa tra
.1 Ove non diversamente specificato, nel pre- 0,3 L e 0,7 L dalla perpendicolare addietro.
sente Capitolo saranno utilizzate le seguenti unità di
misura: L Lunghezza di dimensionamento, in m, uguale a
• spessore del fasciame, in mm, LWL, essendo LWL la lunghezza al galleggia-
mento di pieno carico misurata con unità
• modulo di resistenza dei rinforzi, in cm3 ferma in acqua tranquilla e, per i SES, nella
• area resistente a taglio dei rinforzi, in cm2 condizione senza cuscino
• campata e intervallo tra i rinforzi, in m FP perpendicolare avanti, cioè la perpendicolare
• tensioni, in N/mm 2 all’intersezione del piano di galleggiamento
all’immersione T con la faccia prodiera del
• carichi concentrati, in kN dritto di prora, nella sezione longitudinale di
• carichi distribuiti, in kN/m o in kN/m2. mezzeria dello scafo (di un singolo scafo per le
unità a doppio scafo).
C3.1.4 Definizioni e simboli AP perpendicolare addietro: la perpendicolare
posta a distanza L a poppavia della perpendi-
colare avanti.
.1 Le definizioni ed i significati dei simboli
seguenti sono validi per tutto il presente Capitolo e per le B massima larghezza dell’unità, in m.
sue Appendici e non vengono, di regola, ripetuti nei vari
Bw : massima larghezza dell’unità, in m, misurata sul
paragrafi. Definizioni e significati di simboli aventi validità
piano di galleggiamento all’immersione T; per
limitate a specifici paragrafi sono precisati nei paragrafi
mezzi a doppio scafo, Bw è la larghezza di un
stessi.
singolo scafo.
- “Linea di costruzione” : La linea parallela al piano di
galleggiamento, passante per la faccia superiore della Bwm : massima larghezza dell'unità, in m, misurata al
chiglia o il lembo superiore della deriva, a metà lun- disotto oppure in corrispondenza del piano di
ghezza L. galleggiamento all'immersione T; per mezzi a
doppio scafo, Bw è la larghezza di un singolo
- “Scafo” : Lo scafo è il contorno esterno degli spazi
scafo.
chiusi dell’unità, ad eccezione delle tughe, definite più
sotto. D altezza, in m, misurata verticalmente nella
sezione trasversale a metà lunghezza L dalla
- “Spigolo” : Negli scafi che non presentano uno spigolo
linea di costruzione dello scafo (o degli scafi)
ben identificabile, lo spigolo è quel punto dello scafo in
alla retta del baglio del ponte principale (se il
cui la tangente allo scafo stesso è inclinata di 50°
ponte principale è a gradino, D è definita nei
rispetto all’orizzontale.
singoli casi, a soddisfazione della Società).
- “Fondo” : Il fondo è la parte di scafo compresa tra la
chiglia e gli spigoli. T immersione dell’unità, in m, misurata vertical-
mente, nella sezione trasversale a metà
- “Ponte principale” : È il più alto ponte continuo dello lunghezza L, dalla linea di costruzione dello
scafo. Può essere a gradino. scafo (o degli scafi), al galleggiamento di pieno
- “Fianco” : È la parte di scafo compresa tra lo spigolo e carico, con unità ferma in acqua tranquilla e,
il ponte principale. per i SES, nella condizione senza cuscino.
.3 L’uso di acciai aventi ReH > 355N/mm2 sarà .2 Le caratteristiche delle leghe di alluminio uti-
considerato caso per caso dalla Società, che si riserva di sta- lizzate nella costruzione delle unità in alluminio, devono
bilire le relative condizioni. rispettare i regolamenti della Società.
Tabella C3.2.3
C3.2.3.5 Coefficiente K per il dimensionamento di
elementi strutturali in lega di alluminio
Spessore effettivo Tolleranza
(mm) (mm) .1 Il valore del coefficiente K, che compare
nelle formule per le verifiche strutturali contenute nel pre-
t≤8 0,3
sente Capitolo e nelle sue Appendici, è uguale a:
8 < t ≤ 12 0,5 K = 100 ⁄ R′ lim
dove:
12 < t ≤ 20 0,7
R’lim minimo carico di snervamento garantito, in
t > 20 1 N/mm2, della lega di alluminio nella condi-
zione di saldatura R'p0,2, in N/mm2, da
assumere non maggiore del 70% della minima
Tabella C3.2.4 resistenza ultima a trazione della lega di allu-
minio nella condizione di saldatura R'm , in
Spessore effettivo Tolleranza N/mm2 (vedere Tabella C3.2.2).
(mm) (mm)
.2 Per le costruzioni saldate in leghe di allumi-
t≤6 0,3 nio incrudite (serie 5000 ad eccezione delle condizioni 0 o
H111 e serie 6000), possono essere prese in considerazione
6 < t ≤ 10 0,4
caratteristiche più elevate di quelle nelle condizioni di sal-
datura, a condizione che i collegamenti saldati siano situati
in zone dove i livelli di sollecitazione sono accettabili per la
C3.2.3.4 Influenza della saldatura sulle
lega di alluminio nelle condizioni di ricottura o saldatura.
caratteristiche meccaniche
.3 Nel caso di saldatura tra due diversi tipi di
.1 L’apporto di calore dovuto alla saldatura leghe di alluminio, il valore del coefficiente K da assumere
diminuisce localmente la resistenza meccanica delle leghe per il dimensionamento è il più grande tra i valori dei due
di alluminio incrudite meccanicamente (serie 5000, ad coefficienti relativi alle due leghe costituenti il giunto
eccezione delle condizioni 0 o H111) o termicamente saldato.
(serie 6000).
C3.2.3.6 Resistenza delle saldature
.2 È quindi necessario considerare la caduta
delle caratteristiche meccaniche delle strutture saldate,
.1 La lunghezza efficace de, in mm, dei cordoni
nelle zone interessate dall’apporto di calore, rispetto alle
di saldatura è pari a:
caratteristiche meccaniche del materiale circostante.
de = d − 20
essendo d la lunghezza reale del cordone, in mm.
.3 La zona interessata dall’apporto di calore si
considera estesa 25 mm ad entrambi i lati dell’asse di
saldatura. C3.2.3.7 Collegamenti rivettati per scafi in lega di
alluminio
.4 Le leghe di alluminio della serie 5000 nella
condizione 0 (ricotte) o nella condizione H111 (debol- .1 L’uso dei rivetti per i collegamenti strutturali
mente ricotte) non sono soggette a caduta delle è, di norma, limitato a quegli elementi strutturali che non
caratteristiche meccaniche nelle zone di saldatura. contribuiscono direttamente alla robustezza globale dello
scafo. Eccezioni a quanto sopra, potranno essere accettate stati preventivamente decapati, devono essere pulite con
sulla base di risultati sperimentali o di positiva esperienza di cura prima dell’esecuzione delle saldature, impiegando
servizio. adatti mezzi meccanici, come spazzole con fili in acciaio
inossidabile, così da eliminare ossidi, grassi e altre sostanze
.2 Le condizioni per l’impiego di collegamenti estranee che potrebbero provocare difetti di saldatura.
rivettati devono essere valutate per ogni singolo caso, consi-
derando il tipo di collegamento strutturale ed il materiale .4 La preparazione e l’allineamento dei giunti, i
del rivetto stesso. metodi di puntatura e la scalpellatura al vertice devono
essere appropriati al tipo di giunto ed alla posizione di sal-
.3 Ogni volta che venga utilizzato un collega- datura e devono soddisfare i requisiti della Società stabiliti
mento rivettato, deve essere presentato all’approvazione un per l’impiego del procedimento adottato.
disegno di dettaglio, nel quale si illustri l’esecuzione, la
posizione e la dimensione sia dei rivetti, sia dei fori,
C3.2.4.3 Controlli
insieme con le proprietà meccaniche e metallurgiche dei
rivetti.
.1 I controlli dei collegamenti saldati da parte
.4 A suo giudizio, la Società può richiedere che dei Tecnici della Società sono, in generale, quelli indicati
siano condotte, alla presenza del Tecnico incaricato della nei seguenti commi da (a) a (e). L’estensione dei controlli
sorveglianza, prove di trazione, compressione e taglio su sarà definito dalla Società, caso per caso.
provini di collegamenti rivettati, realizzati nelle stesse con- (a) Controllo della rispondenza dei materiali base ai requi-
dizioni esistenti durante la costruzione dello scafo. siti del presente punto e delle strutture ai disegni
approvati.
.5 La Società si riserva il diritto di accettare, a
(b) Controllo della rispondenza delle condizioni di impiego
sua discrezione, i risultati di prove svolte da Enti o Società
e di applicazione dei procedimenti di saldatura a quelle
riconosciuti.
approvate e accertamento dell’impiego di saldatori
autorizzati.
C3.2.4 Collegamenti saldati (c) Esame visivo delle preparazioni, della scalpellatura al
vertice e dell’esecuzione delle saldature dei giunti delle
C3.2.4.1 Norme generali parti strutturali più importanti.
(d) Esame delle radiografie dei giunti (che devono essere
.1 Per la saldatura si applicano i regolamenti effettuate, se necessario, in relazione all’estensione
della Società. In particolare, l'adozione dei procedimenti di degli esami visivi predetti) e controllo dell’esecuzione
saldatura è subordinata alla loro preventiva approvazione di eventuali esami dei giunti, con ultrasuoni o con
da parte della Società. I singoli Cantieri, inoltre, devono metodo magnetoscopico, che possono essere richiesti.
essere autorizzati dalla Società all'impiego dei procedi- (e) Controllo di eventuali riparazioni, da eseguire con
menti utilizzando saldatori qualificati dalla Società. modalità e verifiche a giudizio dei Tecnici della Società.
C3.2.4.2 Accessibilità e preparazione dei giunti .1 Per la costruzione degli scafi, in generale,
devono essere impiegati procedimenti di saldatura con pro-
.1 Per una corretta esecuzione dei giunti, tezione di gas inerti, a filo continuo MIG (metal-arc inert
dev’essere assicurata una sufficiente accessibilità in rela- gas) o elettrodo di tungsteno TIG (tungsten-arc inert gas)
zione al procedimento di saldatura adottato ed alla con materiale d’apporto appropriato al materiale base da
posizione di esecuzione della saldatura stessa. saldare. Procedimenti di saldatura e materiali di apporto
diversi da quelli suddetti saranno singolarmente considerati
.2 Il taglio dei lembi dei giunti, da eseguire in dalla Società in sede di approvazione dei procedimenti
generale con lavorazione meccanica, dev’essere regolare e stessi.
senza sbavature od incisioni.
.2 Per l’autorizzazione all’impiego in produ-
.3 Le parti delle strutture da saldare e quelle zione dei procedimenti di saldatura è richiesto, in
adiacenti, anche se i componenti delle strutture stesse sono particolare, che siano stabiliti:
(a) categoria e grado dei materiali base e di quelli di In maniera equivalente, le materie prime possono essere
apporto singolarmente verificate dalla Società. In tal caso ogni lotto
deve essere sottoposto a prove, le cui modalità e scopi
(b) modalità esecutive: tipi di giunto (testa-testa, d’angolo,
saranno definiti dal Tecnico della Società incaricato della
etc.); preparazione dei giunti (spessori, cianfrini, lembi
Sorveglianza.
retti, etc.); posizione di saldatura (piano, verticale, fron-
tale, etc.) e altri parametri (tensioni, amperaggio, portata
.2 Fibre di rinforzo
di gas, ecc.)
(c) condizioni di saldatura: metodi di pulizia dei lembi da (a) Le fibre di rinforzo possono essere fibre tessute vetrose,
saldare; protezione dagli agenti atmosferici, etc. aramidiche o al carbonio o altre fibre.
(d) particolari requisiti operativi per i giunti testa-testa, ad (b) I prodotti passati sulla superficie, tipo colla, legante e
esempio dei fasciami: saldatura da iniziare e finire su finitura di accoppiamento, devono assicurare la coe-
talloni fuori giunto; scalpellatura al rovescio; accorgi- sione tra fibre e resine.
menti per le riparazioni a seguito di eventuali
interruzioni d’arco (c) Durante la costruzione, il Cantiere deve assicurarsi che i
materiali di rinforzo siano privi di residui di lavorazione
(e) tipo ed estensione dei controlli in produzione. e senza difetti, che ne pregiudichino l’utilizzo.
.3 Resine
C3.2.5 Protezione contro la corrosione -
Collegamenti eterogenei acciaio/lega di
alluminio (a) Le resine devono avere buona stabilità nei confronti
dell’invecchiamento in ambiente marino o atmosfera
industriale.
.1 I collegamenti delle parti in lega leggera e
quelli eventuali tra lega leggera ed acciaio devono essere (b) Le resine devono essere utilizzate all’interno dei limiti
protetti contro la corrosione medianti pitture applicate con fissati dal fornitore. In merito a ciò, il Tecnico della
metodi adeguati approvati dalla Società. Società può richiedere che sia fornita qualsiasi informa-
zione ritenuta utile.
.2 Deve in ogni caso essere eliminato qualsiasi .4 Anime per stratificati doppi (tipo sandwich)
contatto diretto tra acciaio e lega leggera (ad esempio
mediante zincatura o cadmiatura delle parti in acciaio ed
(a) Le plastiche espanse che contribuiscono alla resistenza
applicazione sulle corrispondenti parti in lega leggera di
dei laminati a sandwich devono essere del tipo a celle
idonee pitture od altri rivestimenti).
chiuse e compatibili con le resine usate.
(b) Il polistirolo può essere usato solo come materiale di
.3 Ogni sistema di giunzione eterogenea può
riempimento o di spinta.
essere utilizzato solo previa approvazione della Società.
.5 Additivi
.4 L’utilizzo di giunti di transizione costituiti da
lamiere o profilati placcati Alluminio/Acciaio è concesso (a) Isolanti e pigmenti non devono influenzare né le condi-
previa approvazione della Società. zioni di polimerizzazione delle resine impregnanti né le
loro caratteristiche meccaniche. La percentuale di
.5 I giunti di transizione devono essere di tipo entrambi non deve superare, di regola, il 10% della
approvato. massa di resina, con un massimo del 2% per gli agenti
tixotropici e del 5% per i ritardatori di fiamma.
L’uso di microsfere sarà oggetto di particolare
.6 Le procedure di saldatura per ogni tipo di considerazione.
giunzione devono essere approvate mediante l’esecuzione
di prove opportune. (b) Il tipo e le proporzioni di catalizzanti ed acceleranti
devono essere in ogni caso adeguati alle condizioni di
lavoro (ritmo di lavoro) e all’ambiente atmosferico
.7 Deve essere sottoposto per esame un oppor- (temperatura).
tuno fascicolo contenete, per ogni tipo di collegamento, la Al fine di assicurare un indurimento completo, il
relativa preparazione e i vari parametri di saldatura. costruttore deve rispettare le indicazioni del fornitore
della resina, specialmente per quanto riguarda la per-
C3.2.6 Strutture in plastica rinforzata centuale di catalizzante.
(b) I metalli utilizzati devono resistere alla corrosione seguito devono essere eseguite in accordo a standard
dell’acqua di mare così come alla corrosione da parte riconosciuti.
del combustibile, devono essere di buona qualità e non (j) Le prove devono essere eseguite su provini ponendo il
devono avere nessuna influenza sulla stagionatura della pannello in due direzioni perpendicolari tra loro. Il
resina. numero dei provini per ogni direzione è dato dallo stan-
Devono essere sottoposti ad una appropriata prepara- dard usato per la prova in considerazione.
zione così da incrementare il collegamento con la
resina. (k) Per ogni gruppo di provini, e per ogni risultato, il valore
da considerare è la media sul numero dei provini, a
(c) Di regola, i rinforzi in legno devono essere del tipo a condizione che il valore minimo non sia inferiore a 0,9
legno compensato, con buona resistenza all’acqua di volte il valore medio. Altrimenti, il valore da conside-
mare. L’uso di legname sarà esaminato nei singoli casi. rare è determinato dalla Società, tenendo conto delle
condizioni di prova e della dispersione dei risultati.
C3.2.6.2 Prove sugli stratificati (l) Le caratteristiche meccaniche devono essere ottenute
da provini asciutti, cioè non condizionati in acqua.
.1 General
(m) Di regola, devono essere eseguite le seguenti prove:
- per stratificati semplici: prove di trazione, prove di
(a) Il Cantiere deve produrre campioni rappresentativi dei
flessione (metodo dei tre punti), determinazione del
materiali del fasciame e possibilmente di altre parti
peso specifico e della percentuale di rinforzo in
della struttura, in funzione del tipo e delle dimensioni
massa,
dell’unità.
- per stratificati sandwich: prove di flessione (metodo
(b) Nel caso in cui unità gemelle siano costruite dallo
dei quattro punti) e per ogni strato: prove di tra-
stesso cantiere, ed a condizione che i materiali da
zione, determinazione del peso specifico e della
costruzione non abbiano subito cambiamenti, la fre-
percentuale di rinforzo in massa.
quenza della preparazione di campioni è definita nei
singoli casi dalla Società. (n) Le prove di flessione devono essere eseguite con l’appli-
cazione dei carichi sul lato con il gel-coat o sul lato
(c) Questi campioni di prova devono essere presentati a un
opposto. La scelta del lato deve essere decisa in
laboratorio qualificato dalla Società per essere sottopo-
accordo con la Società, in modo che il cedimento del
sti a prove meccaniche e fisico-chimiche come di
provino sia rappresentativo del caso di dimensiona-
seguito definite.
mento esaminato.
(d) In generale, le prove devono essere condotte secondo le
(o) I risultati devono essere presentati in un rapporto di
norme unificate di seguito indicate, oppure secondo
prova nel quale siano menzionati gli elementi elencati
norme unificate riconosciute e precedentemente con-
nei punti da C3.2.6.2.2 a C3.2.6.2.4 seguenti:
cordate con la Società.
(e) Le prove devono mostrare che le caratteristiche del .2 Prove di trazione
laminato sono almeno equivalenti ai valori teorici otte-
nuti seguendo il metodo fornito in C3.2.6.3. In caso (a) In generale, queste prove devono essere eseguite per gli
contrario, possono essere richieste prove supplementari. stratificati semplici e per ogni stratificazione degli strati-
(f) Nei casi in cui siano usati materiali particolari o proce- ficati a sandwich.
dure di fabbricazioni inusuali, la Società si riserva il (b) La norma unificata applicabile è:
diritto di richiedere prove diverse da quelle di seguito
elencate. - ISO 3268.
(g) Le prove devono essere eseguite su un pannello, la cui (c) Per ogni provino, il rapporto di prova deve contenere le
composizione deve essere la stessa di quella dell’area di seguenti informazioni:
fasciame interessata, senza gel-coat. - riferimento alla norma unificata utilizzata per la
(h) Il pannello deve essere identificato dai seguenti prova,
elementi: - larghezza e spessore, in mm, del provino,
- nome esatto della resina, con il suo peso specifico, - lunghezza tra le estremità fisse, in mm,
modulo di elasticità e carico di rottura relativo allo
- curva carico (in N) - allungamento (in mm),
stato di stagionatura,
- carico di rottura, in N,
- descrizione dello strato elementare,
- tensione di rottura a trazione, in N/mm2,
- caratteristiche dello stratificato (tipo di strato, dire-
zione, etc,), - modulo di elasticità tangenziale iniziale, in N/mm2,
- direzione del pannello rispetto all’asse longitudinale - altre informazioni richieste dallo standard utilizzato,
della nave e indicazione della direzione della trama come necessario.
della stuoia rispetto allo stesso asse. (d) Se la rottura si verifica in più stadi, il valore di rottura
(i) La condizionatura dei pannelli, la preparazione dei pro- deve essere assunto pari alla prima rottura ottenuta dalla
vini, le dimensioni dei provini e le prove definite nel curva carico-allungamento.
(e) Il rapporto di prova deve anche indicare il valore medio - massa volumica, in g/m3,
del carico di rottura, della tensione di rottura a trazione
- massa del rinforzo nel provino, in g,
e del modulo di elasticità tangenziale iniziale.
- massa del rinforzo per unità di superficie, in g/m2,
.3 Prove di flessione
- percentuale del rinforzo in massa,
(a) In generale, per gli stratificati semplici devono essere - altre informazioni richieste dallo standard utilizzato,
eseguite le prove di flessione che utilizzano il metodo come necessario.
dei tre punti. La norma unificata applicabile è: (d) Il rapporto di prova deve anche indicare il valore medio
- ISO 178. della massa per unità di superficie, in g/m2, della massa
volumica, in g/m3, della massa del rinforzo per unità di
(b) In generale, per gli stratificati a sandwich devono essere
superficie, in g/m2, e della percentuale del rinforzo in
eseguite le prove di flessione che utilizzano il metodo
massa.
dei quattro punti. La norma unificata applicabile è:
- ASTM C 393.
C3.2.6.3 Valutazione delle caratteristiche
(c) Per ogni provino, il rapporto di prova deve contenere le meccaniche dei materiali
seguenti informazioni:
- riferimento alla norma unificata utilizzata per la .1 I significati dei simboli utilizzati sono i
prova, seguenti:
- larghezza e spessore, in mm, del provino,
ψ : contenuto in massa di rinforzo in uno strato,
- lunghezza della campata tra i supporti, in mm,
ϕ : contenuto in volume di rinforzo in uno strato,
- per il metodo dei quattro punti: disposizione dei
definito in C.3.2.6.3.2
punti di applicazione del carico,
- curva carico, in N, - spostamento, in mm, µ0 : contenuto di vuoti, uguale a 0 se non sono
disponibili informazioni,
- carico di rottura in N, e modo di collasso,
E1 : Modulo di Young, parallelo alle fibre, di uno
- tensione di rottura a flessione, in N/mm2, per le
strato con fibre unidirezionali, in N/mm2, defi-
prove sugli stratificati semplici,
nito in C.3.2.6.3.2
- tensione di rottura a flessione della stratificazione e
tensione di rottura a taglio dell’anima per gli stratifi- E2 : Modulo di Young, perpendicolare alle fibre, di
cati a sandwich, entrambe in N/mm2, uno strato con fibre unidirezionali, in N/mm2,
definito in C.3.2.6.3.2,
- altre informazioni richieste dallo standard utilizzato,
come necessario. ν12, ν21, : coefficienti di Poisson di uno strato con fibre
unidirezionali, definiti in C.3.2.6.3.2,
(d) Se la rottura si verifica in più stadi, il valore di rottura
deve essere assunto pari alla prima rottura ottenuta dalla G12 : Modulo di Coulomb di uno strato con fibre uni-
curva carico-spostamento. direzionali, in N/mm2, definito in C.3.2.6.3.2,
(e) Il rapporto di prova deve anche indicare il valore medio ρv : massa volumica del rinforzo, in g/m3,
del carico di rottura e della tensione di rottura.
ρr : massa volumica della resina, in g/m3,
.4 Massa volumica e percentuale di rinforzo
E1v : modulo di Young, parallelo alle fibre, del rin-
forzo, in N/mm2,
(a) In generale, queste prove devono essere eseguite per gli
stratificati semplici e per gli stratificati a sandwich. E2v : modulo di Young, perpendicolare alle fibre, del
rinforzo, in N/mm2,
(b) Le norme unificate applicabili sono:
- ASTM D 792, Er : modulo di Young della resina, in N/mm2,
(c) Per ogni provino, il rapporto di prova deve contenere le νr : coefficiente di Poisson della resina,
seguenti informazioni:
Gr : modulo di Coulomb della resina, in N/mm2,
- riferimento alla norma unificata utilizzata per la definito in C.3.2.6.3.2
prova,
Gv : modulo di Coulomb del rinforzo, in N/mm2, i
- dimensione, in mm, del provino, cui valori sono riportati nella Tabella C3.2.5.
- massa del provino, in g,
In mancanza di altre informazioni, possono essere conside-
- massa per unità di superficie del provino, in g/m2, rati i valori della Tabella C3.2.5.
Tabella C3.2.5
Fibre Resine
Vetro E Aramidiche Carbonio Carbonio Poliestere Epossidiche
HS HM
Massa volumica, in g/cm3 2,54 1,45 1,80 1,90 1,20 1,20
Modulo di Parallelo alle 73000 130000 230000 370000 3000 2600
Young, fibre
in N/mm2
Perpendicolare alle 73000 5400 15000 6000 - -
fibre
Modulo di Coulomb, in N/mm2 30000 12000 50000 20000 - -
Coefficiente di Poisson 0,25 0,35 0,35 0,35 0,316 0,40
.2 Strato elementare I valori di E1, E2, n12 e G12 sono definiti precedentemente
e le direzioni x e y sono definite nella Figura C3.2.1.
(a) Il contenuto in volume di rinforzo ϕ in uno strato è dato
da: Figura C3.2.1
ψ ⋅ ( 1 – µ0 )
ϕ = -------------------------------------- ;
ρ
ψ + ( 1 – ψ ) ⋅ -----v
ρr θ
:
(b) Qualunque sia il tipo di rinforzo usato nello strato in
considerazione, devono dapprima essere calcolate le θ
caratteristiche di elasticità di uno strato con fibre unidi-
rezionali aventi lo stesso contenuto di rinforzo dello
strato considerato:
• Moduli di Young: (d) In generale, il contenuto in massa di rinforzo in uno
- parallelo alle fibre: strato di feltro (mat) è compreso tra 0,25 e 0,35.
E 1 = ϕ ⋅ E 1v + ( 1 – ϕ ) ⋅ E r Il modulo di Young di uno strato di feltro è dato da:
3 5
- perpendicolare alle fibre: E M = --- ⋅ E 1 + --- ⋅ E 2
8 8
Er 1 + 0, 85 ⋅ ϕ 2 I valori di E1 ed E2 sono definiti precedentemente.
E 2 = -------------- ⋅ ---------------------------------------------------------------
1 – ν r2 Er
( 1 – ϕ ) 1, 25 + ϕ -------------------------- - (e) Le stuoie possono essere di taffettà, fibra di cotone, raso,
E 2v ( 1 – ν r2 )
etc.; l’intreccio della trama può essere bilanciato
• Coefficienti di Poisson: oppure no.
ν 12 = ϕ ⋅ ν v + ( 1 – ϕ ) ⋅ ν r In generale, il contenuto in massa di rinforzo in uno
strato rinforzato di una stuoia è compreso tra 0,4 e 0,6
E
ν 21 = ν 12 ⋅ ----2- ed in uno strato rinforzato unidirezionale è compreso
E1
tra 0,6 e 0,7.
• Modulo di Coulomb La direzione dell’ordito (direzione 1) deve essere
1 + 0 , 6 ⋅ ϕ 0, 5 distinta da quella della trama (direzione 2); le caratteri-
G 12 = G r ⋅ ----------------------------------------------- stiche elastiche sono:
G
( 1 – ϕ ) 1, 25 + ------r ⋅ ϕ
Gv E1 R = k ⋅ E 1 + ( 1 – k ) ⋅ E2
essendo: E 2 R = ( 1 – k ) ⋅ E 1 + k ⋅ E2
Er k essendo il coefficiente di bilanciamento dell’intreccio,
G r = --------------------------
2 ⋅ ( 1 + νr ) uguale al rapporto tra la resistenza a trazione dell’ordito
e la somma delle resistenze dell’ordito e della trama, ed
(c) In qualsiasi altra direzione che forma un angolo θ con la E1 ed E2 come definiti precedentemente.
direzione delle fibre, i moduli di Young dello strato ele- In generale, uno strato rinforzato con stuoie può essere
mentare diventano: considerato come costituito da due strati unidirezionali
⋅ cos4 θ + ⎛ --------
1-
1 = ---- 2ν 12⎞
1 – ---------- perpendicolari tra loro a cui è possibile applicare diret-
---- - ⋅
Ex E1 ⎝ G 12 E1 ⎠ tamente le formule elencate precedentemente, tenendo
1 conto del reale contenuto di rinforzo nello strato.
⋅ sin2 θ ⋅ cos2 θ + ----- ⋅ sin4 θ
E2
· .3 Stratificato semplice
---- = ----- ⋅ sin4 θ + ⎛ -------- – ----------
1 1 1 2ν 12⎞
- ⋅
Ey E1 ⎝ G 12 E1 ⎠
(a) Uno stratificato semplice è costituito da n strati. Le
1 caratteristiche dello strato i-esimo dello stratificato
⋅ sin θ ⋅ cos θ + ----- ⋅ cos4 θ
2 2
E2 sono:
ti : spessore, in mm, indipendentemente dalla • 12,5 per gli stratificati in cui è stato fatto
direzione, calcolato con la seguente uso di fibre al carbonio e di resine
formula epossidiche.
P vi 1 1–ψ
t i = ------------------- ⋅ ⎛ ----- + --------------i⎞ ⋅ 10 –3 Quando la tensione di rottura dello stratificato, fornita
( 1 – µ 0 ) ⎝ ρ v ψ i ⋅ ρ r⎠ dalle prove meccaniche secondo quanto richiesto in
essendo Pvi la massa di rinforzo per unità di C3.2.6.2, è maggiore del valore teorico calcolato sbr, la
superficie nello strato i, in g/m2, e y il con- tensione a rottura ottenuta dalle prove può essere consi-
tenuto in massa di rinforzo nello strato i. derata per aumentare il valore precedente di σbr.
∑ Ei ⋅ ti ⋅ zi
V = ---------------------------
k :coefficiente pari a:
• 17, per gli stratificati in cui è stato fatto
∑ Ei ⋅ ti
uso di resine poliestere,
• dal lembo opposto. • 25, per gli stratificati in cui è stato fatto
uso di resine epossidiche.
V′ = ∑t – V i
•
12,5, per gli stratificati in cui è stato
Le distanze di delle fibre neutre di ogni strato dalla fibra fatto uso di fibre al carbonio e di resine
neutra del laminato, in mm, sono: epossidiche.
di = zi − V Quando la tensione di rottura dello stratificato, fornita
dalle prove meccaniche secondo quanto richiesto in
(d) La rigidezza flessionale dello stratificato per millimetro C3.2.6.2, è maggiore del valore teorico calcolato σbr, la
di larghezza EI, in N mm2 / mm è: tensione a rottura ottenuta dalle prove può essere consi-
derata per aumentare il valore precedente di σbr.
∑ E ⋅ ⎛⎝ -----
-+t ⋅d ⎞
t i3
( EI ) = 2
i
12 ⎠ i i
(c) La tensione di rottura a taglio di uno stratificato a sand-
(e) L’inerzia dello stratificato (I), per millimetro di lar- wich deve essere considerata nei singoli casi, in
ghezza, in mm4/mm, è: funzione dello spessore e della tensione di rottura a
taglio del materiale interno (ved. C3.8.4.4).
∑ ⎛⎝ -----
-+t ⋅d ⎞
t i3
(I) = 2
12 ⎠ i i
.5 Rinforzi
(f) La tensione teorica di rottura a flessione dello stratificato
(a) In generale, le caratteristiche del materiale interno uti-
σbr, in N/mm2, è:
lizzato come semplice supporto per la stratificazione
( EI ) del rinforzo non devono essere prese in considerazione
σ b r = k ⋅ --------- ( ( 1 – µ 0 ) 2 ⋅ 10 –3 )
(I) per la valutazione delle caratteristiche meccaniche del
essendo: rinforzo stesso.
k : • 17,0 per gli stratificati in cui è stato fatto (b) Il significato dei simboli è riportato nella Tabella C3.2.6,
uso di resine poliestere, dove:
• 25,0 per gli stratificati in cui è stato fatto lb : larghezza di fasciame associato, definita in
uso di resine epossidiche, C3.8.4.5.
(c) In aggiunta ai simboli definiti nella Tabella C3.2.6, C3.3 Accelerazioni di progetto
occorre definire le seguenti grandezze:
zi : distanza, in mm, delle fibre neutre dei tre
C3.3.1 Accelerazione verticale nel LCG
elementi (materiale interno, flangia e
fasciame associato, l’indice i si riferisce ad
ognuno di questi) dal lembo esterno del .1 L’accelerazione verticale nel LCG, aCG
fasciame associato (espressa in g), è definita dal Progettista e corrisponde alla
V : distanza, in mm, della fibra neutra del rin- media dell’1% delle più alte accelerazioni nelle più severe
forzo dal lembo esterno della striscia di condizioni di mare previste. In genere, essa non deve essere
fasciame associata, con la seguente inferiore a:
formula: V
a CG = foc ⋅ Soc ⋅ -------
∑
Ei ⋅ Si ⋅ zi
V = -----------------------------
L
dove foc e Soc sono parametri i cui valori sono indicati
∑ Ei ⋅ Si
nella Tabella C3.3.1 e nella Tabella C3.3.2.
(I) = ∑ (I + S ⋅ d )
i i
2
i
.4 Se l'accelerazione di progetto non può
(f) La tensione teorica di rottura a flessione del rinforzo σbr, essere definita dal Progettista, deve essere assunto il valore
in N/mm2, è: di aCG corrispondente ai valori di foc e Soc riportati nella
Tabella C3.3.1 e nella Tabella C3.3.2.
( EI )
σ b r = k ⋅ --------- ⋅ 10 –3
(I)
essendo k pari a: .5 Ai fini della definizione delle condizioni
• 17, per i rinforzi in cui si è fatto uso di resine operative limite, non può essere assunta un'accelerazione
poliestere, maggiore di aCG = 1,5 foc.
Tabella C3.2.6
dove:
(1) Per unità da passeggeri, traghetto e da carico, la naviga- .1 Per "condizioni operative limite" si inten-
bilità in dette condizioni deve essere accertata. In generale, dono gli stati di mare (caratterizzati solo dalle loro altezze
Soc. non deve essere inferiore ai valori indicati in tabella, d'onda significative) compatibili con i parametri di progetto
essendo: dell'unità, vale a dire gli stati di mare nei quali l'unità può
0, 6 operare variando la sua velocità.
C F = 0, 2 + -------------------- ≥ 0, 32
V ⁄ ( L)
.2 Le condizioni operative limite derivano dalle
(2) Non applicabile ad unità per servizio di soccorso limitazioni specificate in C3.3.3.2, C3.3.3.3 e C3.3.3.4.
(3) Non applicabile ad unità per servizio di pilotina, vedetta
o soccorso. .3 Possono essere considerati anche altri para-
metri di progetto specifici influenzati dagli stati di mare e
dalla velocità, a soddisfazione della Società.
Figura C3.3.1
kv .4 É responsabilità del Progettista definire il for-
mato e i valori delle condizioni operative limite. Ad
2,0 esempio, il loro formato può essere una relazione che lega
la velocità dell'unità e l'altezza d'onda significativa dello
stato di mare in modo tale che i carichi agenti effettivi siano
minori di quelli utilizzati per il dimensionamento delle
1,0 strutture. Le condizioni operative limite devono specificare
la massima altezza d'onda significativa ammissibile Hsm
compatibile con la robustezza strutturale. L'altezza Hsm
deve essere non maggiore del valore calcolato in accordo
alle prescrizioni specificate in C3.3.3.1.7.
0 0,5 1,0 x/L
.5 Le condizioni operative limite sono definite,
a soddisfazione della Società, sulla base dei risultati di
.7 Le variazioni di av in direzione trasversale prove su modelli e misure in vera grandezza o sulla base di
possono generalmente essere trascurate. simulazioni numeriche.
.4 Per navi aventi lunghezza maggiore di 100 .1 I valori del momento flettente longitudinale e
m, la relazione tra accelerazione verticale e carichi globali della forza di taglio sono dati, in prima appros-
deve essere determinata sulla base di risultati di prove su simazione, dalle formule di cui in C3.4.1.2.2,
modelli e misure in vera grandezza o sulla base di simula- C3.4.1.2.3 e in C3.4.1.2.4.
zioni numeriche, come specificato in C3.3.3.2.
.2 I momenti flettenti totali Mbl,H, inarcante, e Mbl,S,
insellante, in kN·m, sono dati dai maggiori tra i
.5 Allo scopo di valutare le condizioni opera- valori forniti dalle formule di cui in C3.4.1.2.2
tive limite dovute all'effetto dei carichi globali, la riduzione e in C3.4.1.2.3.
di accelerazione verticale indotta da eventuali dispositivi di Per unità di lunghezza L > 100 m, in generale la
stabilizzazione deve essere trascurata. sola formula di cui in C3.4.1.2.3 deve essere
applicata; la formula di cui in C3.4.1.2.2 deve
essere applicata quando ritenuto necessario
C3.3.3.5 Monitoraggio dello scafo dalla Società sulla base delle caratteristiche di
moto dell'unità.
La forza di taglio totale Tbl, in kN, è data dalla
.1 La Società può richiedere la sistemazione a
formula di cui in C3.4.1.2.4.
bordo di un sistema di monitoraggio dello scafo, il quale
consenta di controllare e visualizzare in tempo reale i valori .3 La distribuzione longitudinale del momento
di accelerazione verticale e di ogni altro parametro ritenuto flettente totale Mbl,H e Mbl,S è indicata in
significativo per la robustezza della nave. C3.4.1.2.5.
.2 Le informazioni fornite dal sistema devono .4 Se è nota l'effettiva distribuzione dei pesi lungo
essere rese immediatamente leggibili in plancia e devono l'unità, può essere eseguito un calcolo più
essere visualizzate in un formato facilmente comprensibile, accurato, in accordo con la procedura riportata
tale da permettere un agevole confronto con i valori di in C3.4.1.2.6. La Società si riserva il diritto di
progetto. richiedere, ogni volta che lo ritenga necessario,
l’effettuazione di calcoli in accordo con
C3.4.1.2.6.
.3 Qualora sia richiesto un sistema di monito-
raggio dello scafo, le relative specifiche devono essere .5 Le prescrizioni regolamentari applicabili sono
sottoposte alla Società per informazione. riassunte in Tabella C3.4.1.
Tabella C3.4.1
M blH = M blS = 0, 55 ⋅ ∆ ⋅ L ⋅ ( C B + 0, 7 ) ⋅ ( 1 + a CG )
Figura C3.4.1
dove aCG è l'accelerazione verticale in corrispondenza del
LCG, definita in C3.3.1.
.3 Momento flettente indotto dai carichi in
acqua tranquilla e dai carichi d'onda
M blH = M sH + 0, 60 ⋅ Soc ⋅ C ⋅ L 2 ⋅ B ⋅ C B
M blS = M sS + 0, 35 ⋅ Soc ⋅ C ⋅ L 2 ⋅ B ⋅ ( C B + 0, 7 )
dove:
.5 I valori del momento flettente insellante e della C3.4.2.3 Momento flettente trasversale e forza di
forza di taglio indotti dai carichi d'impatto taglio
devono essere ottenuti integrando la distribu-
zione del carico qsi lungo lo scafo. I valori del .1 Il momento flettente trasversale Mbt, in kN, e
momento flettente e del taglio così ottenuti la forza di taglio Tbt, in kN, sono dati dalle seguenti formule:
devono essere sommati ai corrispondenti valori ∆ ⋅ b ⋅ aCG ⋅ g
M bt = -------------------------------
-
calcolati come indicato in (a), al fine di ottenere 5
il momento flettente ed il taglio indotti dai cari- ∆ ⋅ a CG ⋅ g
chi in acqua tranquilla, dai carichi d'onda e dai T bt = -----------------------
-
4
carichi d'impatto.
dove:
b distanza trasversale, in m, tra i centri dei due
C3.4.2 Unità a doppio scafo scafi,
aCG accelerazione verticale in corrispondenza del
C3.4.2.1 Generalità LCG, definita in C3.3.1.
colonne al disotto della linea di galleggiamento resistenza di cui in C3.7 e C3.8 per ottenere il dimensiona-
all'immersione T. mento degli elementi strutturali dello scafo e delle tughe.
1,0 dove:
Vsl velocità relativa d'impatto, in m/s, data dalla
seguente formula:
0,5 4⋅H
V sl = --------------S + 1
L
.4 Le forze di progetto, in kN, considerate per il x1 distanza, in m, della parete frontale o degli ele-
dimensionamento dei dispositivi di fissaggio e di supporto menti delle altre pareti dalla perpendicolare al
di portelloni che si aprono verso l'interno, devono essere mezzo (per pareti frontali o del fianco a poppa-
non minori di: via della perpendicolare al mezzo, x1 = 0),
• forza esterna: Fe = A ⋅ ps + Fp z1 distanza, in m, del punto di calcolo dalla linea
• forza interna: Fi = Fo + 10 ⋅ W di galleggiamento, all'immersione T.
essendo i parametri quelli definiti in C3.5.5.2.2.
.2 I valori minimi di psu, in kN/m2, da conside-
rare sono i seguenti:
C3.5.6 Pressioni d’onda agenti sulle pareti
• per pareti frontali del primo ordine:
frontali dello scafo
psu = 6,5 + 0,06 ⋅ L
• per i fianchi e le pareti poppiere del primo ordine:
.1 La pressione, in kN/m2, agente sulle pareti
frontali dello scafo non situate nella zona di prua (nel caso psu = 4,0
di ponte principale a gradini), non deve essere assunta infe- • per le altre pareti o per i fianchi:
riore a: psu = 3,0
p sf = 6 ⋅ ⎛⎝ 1 + -------------------------------------
-⎞ ( 1 + 0, 045 ⋅ L – 0, 38 ⋅ z 1 )
x1
2 ⋅ L ( C B + 0, 1 )⎠ .3 Per pareti frontali esposte situate nella zona
di prua, la valutazione della pressione psu sarà considerata
dove:
caso per caso dalla Società.
x1 distanza, in m, della parete frontale dalla per-
pendicolare al mezzo (per pareti frontali a
poppavia della perpendicolare al mezzo, x1 = C3.5.8 Carichi sui ponti
0),
C3.5.8.1 Generalità
z1 distanza, in m, del punto di calcolo dalla linea
di galleggiamento all'immersione T.
.1 La pressione pd, in kN/m2, agente sui ponti, è
Per pareti frontali inclinate all'indietro, la pressione calco- data dalla formula:
lata come indicato sopra può essere ridotta a (psF sen α),
pd = p (1 + 0,4 ⋅ av)
essendo α l'angolo, in gradi, tra la parete ed il ponte.
dove:
psF deve essere assunta non inferiore al maggiore tra i due
seguenti valori: p pressione uniforme dovuta al carico trasportato,
3 + (6,5 + 0,06 ⋅ L) ⋅ sen α in kN/m2. I valori minimi sono forniti nei suc-
3 + 2,4 ⋅ aCG cessivi paragrafi, da C3.5.8.2 a C3.5.8.6,
av accelerazione verticale di progetto, definita in
.2 Per pareti frontali situate nella zona di prua, C3.3.
la valutazione della pressione psF sarà considerata caso per
caso dalla Società. .2 Se i ponti sono adibiti al trasporto di masse
concentrate di notevole entità, inclusi i veicoli, i carichi
concentrati trasmessi alle strutture sono dati dai corrispon-
C3.5.7 Pressioni d’onda sulle tughe
denti carichi statici moltiplicati per (1 + 0,4 av).
.2 Per ponti esposti e zone scoperte adibiti al C3.5.8.6 Copertini dei locali macchina
trasporto di carico:
• se zd ≤ 2: .1 Per i copertini dei locali macchina:
p = (pc + 2) kN/m2, con pc ≥ 4,0 kN/m2 p = 15,0 kN/m2
• se 2 < zd < 3:
C3.5.8.7 Ponti coperti adibiti al trasporto di
p = (pc + 4 − zd) kN/m2, con pc ≥ (8,0 − 2 zd) kN/m2
autoveicoli
• se zd ≥ 3:
p = (pc + 1) kN/m2, con pc ≥ 2,0 kN/m2 .1 Il dimensionamento delle strutture dei ponti
dove: coperti adibiti al trasporto di autoveicoli deve essere defi-
nito sulla base dei soli carichi concentrati trasmessi dalle
zd distanza definita in C3.5.8.2.1, ruote degli autoveicoli, a meno che il progettista non stabi-
pc pressione uniforme dovuta al carico trasportato, lisca requisiti supplementari.
in kN/m2, definita dal progettista con le limita-
zioni sopra indicate. .2 I dimensionamenti delle travi rinforzate dei
ponti adibiti al trasporto di autoveicoli, sotto l'azione dei
carichi di "racking" (ad esempio per la situazione di carico
C3.5.8.3 Ponti aventi sola funzione di riparo combinata 3 di cui in C3.6.1.2.9 e C3.6.2.2.9) devono
("Shelter decks") essere i maggiori tra quelli ottenuti considerando entrambi i
seguenti carichi:
.1 Sono ponti ai quali i passeggeri non hanno • carichi concentrati trasmessi dalle ruote degli
accesso e che non sono soggetti a carichi d'onda. autoveicoli,
L'equipaggio può accedere a tali ponti, ma con cautela,
tenendo conto del carico massimo ammissibile, che deve • carico uniforme pc, assunto non inferiore a 2,5 kN/m2.
essere chiaramente indicato. Le tughe protette da tali ponti Tale valore di pc può essere aumentato se, a giudizio
non possono avere accesso diretto all' interponte della Società, il peso delle strutture non può essere rite-
sottostante. nuto trascurabile.
Per tali ponti:
p = 1,3 kN/m2 C3.5.9 Pressione sulle strutture delle cisterne
.2 A giudizio della Società, può essere accet- .1 La pressione, in kN/m2, agente sulle strutture
tato un valore inferiore, a condizione che tale valore così delle cisterne non deve essere assunta inferiore al maggiore
come le vie di accesso al ponte siano chiaramente specifi- dei seguenti due valori:
cati e preventivamente concordati con l'Armatore.
p t1 = 9, 81 ⋅ h 1 ⋅ ρ ⋅ ( 1 + 0, 4 ⋅ a v ) + 100 ⋅ p v
p 12 = 9, 81 ⋅ h 2
C3.5.8.4 Ponti coperti destinati ad abitabilità
dove:
.1 Per ponti coperti destinati ad abitabilità e h1 distanza, in m, del punto di calcolo dal cielo
non sopportanti carichi merci: della cisterna,
p = 3,0 kN/m2 h2 distanza, in m, del punto di calcolo dall'estre-
p può essere ridotta del 20% per le travi rinforzate ed i pun- mità superiore del troppo pieno o da un punto
telli di tali ponti, ad esclusione delle zone di imbarco. situato a 1,5 m dal cielo della cisterna; si consi-
dera il maggiore dei due valori,
.2 Per ponti coperti destinati ad abitabilità e
ρ densità del liquido, in t/m3 (1,0 t/m3 per
sopportanti carichi merci:
l’acqua),
p = pc
Il valore della pressione pc deve essere stabilito dal progetti- pv pressione di taratura, in bar, della valvola di
sicurezza, quando installata.
sta e assunto non inferiore a 3,0 kN/m2.
C3.6 Calcoli diretti per le unità della pressione d'impatto deve essere calcolato in funzione
monoscafo e a doppio scafo della superficie d'influenza della trave.
C3.6.1.3 Modello strutturale tangenziali, eguali e contrarie alla metà delle risultanti
verticale ed orizzontale dei carichi.
.1 Le strutture rinforzate delle unità di questo
.2 Nel caso in cui sia adottato un modello
tipo possono, di solito, essere modellate come travi, in
piano, le risultanti devono essere equilibrate da forze verti-
accordo con i criteri della Società. Quando, però, vengono
cali ed orizzontali, distribuite come detto sopra ed agenti
a mancare i presupposti per l'ammissibilità di un tale
nel piano del modello stesso.
modello, oppure la geometria delle strutture faccia sospet-
tare la presenza di elevate concentrazioni di tensione, sono
necessarie analisi ad elementi finiti. C3.6.1.5 Criteri di verifica
.2 In generale, l'estensione del modello deve .1 Per strutture metalliche, le tensioni ottenute
essere tale da consentire di analizzare il comportamento dai calcoli precedentemente indicati, non devono essere
dei principali elementi strutturali ed i loro reciproci effetti. maggiori dei seguenti valori ammissibili, in N/mm2:
.3 Nelle unità trattate dalle presenti norme, la • tensione normale di flessione:
rigidezza delle strutture rinforzate longitudinali (paramez- 150
σ am = ---------------------
zali ed anguille) è, almeno nella zona al di fuori del locale K ⋅ f' m ⋅ f s
apparato motore, generalmente trascurabile rispetto a
• tensione tangenziale:
quella delle strutture trasversali (bagli, madieri e costole). È
quindi lecito, in generale, esaminare le strutture rinforzate 90
τ am = ---------------------
di questa zona di scafo mediante analisi piane degli anelli K ⋅ f' m ⋅ f s
trasversali. • tensione equivalente di Von Mises:
190
.4 Nei casi in cui questa approssimazione non σ eq, am = ---------------------
K ⋅ f' m ⋅ f s
sia accettabile, il modello adottato deve essere tridimensio-
nale e deve includere le strutture rinforzate longitudinali. dove:
K coefficiente relativo al materiale, definito in
.5 Nel caso di carichi agenti in direzione tra- C3.2
sversale (situazione di carico 3), particolare attenzione deve
f’m coefficiente dipendente dal materiale, pari a:
essere posta alla modellazione di ponti e copertini continui.
Questi, se di sufficiente rigidezza nel piano orizzontale e se • 1,00, per strutture in acciaio
efficacemente vincolati ai corpi di prua e di poppa, pos- • 2,15, per strutture in leghe di alluminio
sono opporsi alle deformazioni trasversali degli anelli
rinforzati. fs coefficiente di sicurezza, pari a:
In questi casi, fermo restando quanto detto sopra, è ancora • 1,00, per situazioni di carico combinate
ammesso di esaminare anelli bidimensionali, simulando la
• 1,25, per condizione di carico in acqua
presenza dei ponti e dei copertini con molle orizzontali in
tranquilla.
accordo con i criteri della Società.
.2 I valori delle tensioni a compressione ed a
C3.6.1.4 Condizioni di vincolo taglio non devono superare il valore della tensione critica
per fasciami e rinforzi calcolata in C3.7.5.
.1 In funzione delle situazioni di carico consi-
derate, devono essere assegnate le seguenti condizioni di .3 Negli elementi strutturali soggetti anche ad
vincolo: elevate tensioni longitudinali di trave nave, le tensioni
ammissibili e critiche devono essere ridotte, in accordo con
(a) Situazioni di carico in acqua tranquilla e combinate 1 e i criteri forniti dalla Società.
2
• vincoli orizzontale e trasversale, in corrispondenza .4 Per strutture non metalliche, le tensioni
del punto di incrocio tra fasciame del fondo e del ammissibili devono essere definite in accordo ai criteri for-
fianco, se l'angolo formato tra questi elementi è niti dalla Società.
minore di circa 135°,
• vincoli orizzontale e trasversale, in corrispondenza C3.6.2 Calcoli diretti per le unità a doppio scafo
della chiglia, se l'angolo formato tra fondo e fianco
è maggiore di circa 135°. C3.6.2.1 Generalità
(b) Situazione di carico combinata 3
Le risultanti verticale ed orizzontale dei carichi, in gene- .1 L'esecuzione di calcoli diretti è general-
rale non nulle, devono essere equilibrate introducendo mente richiesta, a giudizio della Società, per la verifica
due forze verticali e due forze orizzontali alle estremità delle strutture rinforzate e delle strutture di collegamento tra
AV e AD del modello, distribuite sui fasciami in accordo gli scafi per le unità di lunghezza L > 65 m o velocità V >
con la teoria del flusso bidimensionale delle tensioni 45 nodi.
.2 Inoltre, come specificato in C3.4.2, calcoli • le forze indotte dai pesi dei quali si prevede il trasporto
diretti devono anche essere eseguiti per la verifica delle nella condizione di massimo carico, distribuiti secondo
strutture di collegamento degli scafi di unità per le quali le il registro dei pesi dell'unità,
sistemazioni strutturali non consentano una realistica valu- • le forze d'inerzia dovute all'accelerazione verticale av
tazione del loro stato tensionale, basata su modelli semplici
dell'unità, considerate rivolte verso il basso.
e sulle formule riportate in C3.4.2.
.8 Situazione di carico combinata 2
C3.6.2.2 Carichi
Devono essere considerati i seguenti carichi:
.1 In generale, devono essere considerate le • le forze indotte dai pesi dei quali si prevede il trasporto
situazioni di carico definite nei seguenti punti da C3.6.2.2.6 nella condizione di massimo carico, distribuiti secondo
a C3.6.2.2.9. il registro dei pesi dell'unità,
La situazione di cui in C3.6.2.2.6 è relativa ad una verifica
• le forze d'inerzia dovute all'accelerazione verticale av
in condizioni statiche di acqua tranquilla.
dell'unità, considerate rivolte verso il basso,
Le situazioni di cui in C3.6.2.2.7 e C3.6.2.2.8 sono relative
alla verifica delle strutture di collegamento degli scafi. • la pressione dovuta all'impatto agente emisimmetrica-
La situazione di cui in C3.6.2.2.8 è richiesto che sia verifi- mente su una delle due metà del fondo di ogni scafo.
cata solo per le unità aventi L > 65 m e velocità V > 45
nodi. .9 Situazione di carico combinata 3
La situazione di cui in C3.6.2.2.9 deve essere verificata per
le unità per le quali, a giudizio della Società, sono prevedi- Devono essere considerati i seguenti carichi:
bili significativi effetti di "racking" (ad es. per i traghetti). • le forze indotte dai pesi dei quali si prevede il trasporto
nella condizione di massimo carico, distribuiti secondo
.2 In relazione a particolari configurazioni delle il registro dei pesi dell'unità,
strutture o dei carichi, alcune situazioni di carico che risul-
• le forze d'inerzia dovute all'accelerazione trasversale
tino meno significative di altre possono, a giudizio della
dell'unità.
Società, essere trascurate. Allo stesso modo, può essere
necessario considerare ulteriori situazioni di carico definite
nei singoli casi dalla Società. C3.6.2.3 Modello strutturale
zontale e se efficacemente vincolati ai corpi di prua e di f’m coefficiente dipendente dal materiale, pari a:
poppa, possono opporsi alle deformazioni trasversali degli • 1,00, per strutture in acciaio
anelli rinforzati. In questi casi, fermo restando quanto detto
sopra, è ancora ammesso esaminare anelli bidimensionali, • 2,15, per strutture in leghe di alluminio,
simulando la presenza dei ponti e dei copertini con molle fs coefficiente di sicurezza, pari a:
orizzontali in accordo con i criteri della Società. • 1,00, per situazioni di carico combinate
• 1,25, per condizione di carico in acqua
C3.6.2.4 Condizioni al contorno tranquilla.
Z modulo di resistenza, in cm3, dei rinforzi e delle S campata convenzionale delle travi rinforzate, in
travi rinforzate, m, da assumere in conformità con gli esempi
riportati nella Figura C3.7.2. Casi diversi da
s intervallo dei rinforzi, in m, misurato lungo il quelli indicati saranno considerati individual-
fasciame, mente. In nessun caso si può assumere un
valore di S inferiore a 1,1 S0, essendo S0 la
l campata totale dei rinforzi, in m, definita come distanza tra le estremità interne delle squadre,
la distanza tra gli elementi di sostegno di estre- come indicato nella Figura C3.7.2 o, in
mità dei rinforzi (ved. Figura C3.7.1), assenza di squadre, tra i supporti di estremità
Nota: i collegamenti con le squadre di estremità indicati in figura sono relativi alle squadre di estremità con dimensioni regolamentari.
=
Ap = area della piattabanda della trave principale; a1 = area della piattabanda della squadra; a1 ≥ 0,5 Ap
C3.7.3.2 Robustezza trasversale per le unità a ri rigidezza, in N/m, della trave i, uguale a:
doppio scafo
12E i I i 6
r i = -------------
3
- 10
Si
.1 Le tensioni ideali di Von Mises ottenute dalle
condizioni di carico in C3.4.2.3 e C3.4.3.2 non devono Ei modulo di Young, in N/mm2, della trave i,
essere superiori ai seguenti valori:
Ii inerzia flessionale, in m4, della trave i,
• per le strutture in acciaio:
Si campata, in m, della trave i tra i fianchi interni
σp = 175/K (N/mm2) degli scafi,
• per le strutture in lega di alluminio:
xi ascissa, in m, della trave i rispetto all'origine 0.
σp = 75/K (N/mm2).
Se Fi, in N, è la forza agente sulla trave i, la deformazione,
yi, in m, dello scafo dovuta alla trave i è:
.2 Il valore delle tensioni normali di compres-
sione e delle tensioni tangenziali non devono eccedere il F i ⋅ S i3 ⋅ 10 – 6 F
- = ----i = d i ⋅ ω
y i = ----------------------------
valore delle tensioni critiche per i rinforzi e le lamiere cal- 12 ⋅ E i ⋅ I i ri
colati in accordo con C3.7.5 e C3.7.6.
di ascissa, in m, della trave i rispetto a G:
.3 In generale, il fondo del "cross-deck" deve di = xi − a,
essere costituito da lamiere continue in tutta la sua esten-
sione, sia longitudinale, sia trasversale. Soluzioni alternative ω angolo di rotazione, in rad, di uno scafo rispetto
possono comunque essere esaminate dalla Società sulla all'altro, intorno ad un asse trasversale pas-
base di considerazioni relative all'altezza del "cross-deck" sante per G.
Figura C3.7.3
S1
S2 X
Si
G
xi di
Fn Fi+1
0 Fi
F2
F1
C
Y
Fi
Si
Yi
Fi
.2 Considerando il momento torcente trasver- la loro rigidezza deve essere mantenuta costante lungo tutta la
sale Mtt = Fi ⋅ di ⋅ 10-3 (ved.C3.4.2.4) , ω è dato dalla campata all'interno e all'esterno degli scafi.
seguente formula:
M tt C3.7.4 Fatica
ω = --------------------
- ⋅ 10 3
∑ r i ⋅ d i2
C3.7.4.1 Generalità
.3 Poiché Mtt, ri e di sono noti, ω può essere cal-
colato e quindi la forza Fi, in N, il momento flettente Mi, in .1 Quando ritenuto necessario dalla Società,
N.m, e le corrispondenti tensioni normali e tangenziali deve essere verificata la resistenza a fatica dei dettagli strut-
sono ricavabili in ogni trave: turali. In tale caso, devono essere applicati i criteri di
verifica della Società.
Fi = ω ri di
Mi = Fi Si / 2
C3.7.4.2 Effetto dei sistemi di stabilizzazione
Nota: Le travi calcolate col metodo precedente sono supposte
essere incastrate agli scafi in corrispondenza di paratie .1 Ai fini dell'analisi a fatica, può essere consi-
all'interno degli scafi stessi. Per la correttezza di questa ipotesi, derato il benefico effetto indotto dai sistemi di
le travi devono essere estese per l'intera larghezza degli scafi e stabilizzazione.
essendo:
a lato più corto del pannello, in m,
E, l definiti nel precedente punto C3.7.5.3.1,
b lato più lungo del pannello, in m,
4
C⋅l
c coefficiente pari a: - ⋅ 10 6
C K = ---------------------
π 4 ⋅ E ⋅ Iw
• 1,30, quando il pannello è rinforzato da
m numero di semionde di deformazione, dato
travi rinforzate
dalla Tabella C3.7.1,
• 1,21, quando il pannello è rinforzato da
rinforzi ordinari aventi sezione a L o a T Tabella C3.7.1 - Valori di m
• 1,10, quando il pannello è rinforzato da
rinforzi ordinari aventi sezione a bulbo CK m
Ip momento d'inerzia polare, in cm4, della sezione tw, hw definiti nel precedente punto C3.7.5.3.2.
del solo rinforzo rispetto al punto di unione tra
il rinforzo ed il fasciame, dato da: C3.7.5.4 Tensioni critiche di instabilità
• per rinforzi costituiti da ferri piatti:
h w3 ⋅ t w .1 Tensione di compressione
- ⋅ 10 –4
I p = --------------
3
La tensione critica di instabilità a compressione, σc, in
• per rinforzi flangiati:
N/mm2, per i pannelli e per i rinforzi, è data dalla seguente
h w3 ⋅ t w
I p = ⎛⎝ --------------
- + h w2 ⋅ b f ⋅ t f⎞ ⋅ 10 – 4
⎠
formula:
3
σ R eH
Iw momento d'inerzia settoriale, in cm6, della σ c = -------E- se σ E ≤ -------
-
SF 1 2
sezione del solo rinforzo rispetto al punto di
R eH ⎛ R eH ⎞ R eH
unione tra il rinforzo ed il fasciame, dato da: σ c = ------- - se σ E > -------
- ⋅ 1 – ------------ -
SF 1 ⎝ 4 ⋅ σ E⎠ 2
• per rinforzi costituiti da ferri piatti:
essendo:
h w3 ⋅ t w3
- ⋅ 10 –6
I w = ---------------
36 ReH carico minimo di snervamento dell'acciaio uti-
lizzato, in N/mm2,
• per rinforzi flangiati:
t f ⋅ b f3 ⋅ h w2 σE tensione elastica di instabilità, calcolata come
- ⋅ 10 – 6
I w = -----------------------
12 indicato in C3.7.5.2.1 e C3.7.5.3.
• per rinforzi costituiti da ferri a L o da ferri a SF1 coefficiente di sicurezza, definito in C3.7.5.4.3.
bulbo:
.2 Tensione tangenziale
3 2 –6
b f ⋅ h w ⋅ 10
Iw -2 ⋅ ( t f ⋅ ( b 2f + 2b f ⋅ h w + 4 ⋅ h2w ) + 3t w ⋅ b f ⋅ h w )
= ----------------------------------
12 ⋅ ( bf + h w ) La tensione critica di instabilità tangenziale τc, in N/mm2,
essendo: per i pannelli e per i rinforzi, è data dalla seguente formula:
hw altezza dell'anima, in mm, τE τ
τ c = -------
- se τ E ≤ ----F
tw spessore dell'anima, in mm, SF 1 2
τF ⎛ τF ⎞ τ
bf larghezza della flangia, in mm, τ c = ------- - se τ E > ----F
- ⋅ 1 – -----------
SF 1 ⎝ 4 ⋅ τ E⎠ 2
tf spessore della flangia, in mm; per rinforzi con
essendo:
sezioni a bulbo, si può considerare lo spessore
R eH
medi del bulbo, τ F = -------
-
3
C fattore che tiene conto dell'effetto irrigidente
del fasciame, dato dalla seguente formula: ReH carico minimo di snervamento del materiale, in
kp ⋅ E ⋅ t3 N/mm2,
- ⋅ 10 –3
C = -------------------------------------------------------------------
1, 33 ⋅ k p ⋅ h w ⋅ t 3⎞
3s ⋅ ⎛⎝ 1 + ----------------------------------------- τE tensione elastica di instabilità, calcolata come
1000 ⋅ s ⋅ t w3 ⎠ indicato in C3.7.5.2.2.
essendo: SF1 coefficiente di sicurezza, definito in C3.7.5.4.3.
t spessore del fasciame, in mm,
.3 Coefficienti di sicurezza
s interasse dei rinforzi, in m,
kp = 1 − ηp, da non assumere inferiore a 0, I valori del coefficiente di sicurezza SF1 da utilizzare sono i
ηp = σa / σEp seguenti:
.1 Tensione di compressione
C3.7.6.3 Tensione critica di instabilità
La tensione critica di instabilità tangenziale, σE, in N/mm2,
.1 Tensione di compressione
è data dalla seguente formula:
2
σ E = 0, 9 ⋅ m c ⋅ E ⋅ ε ⋅ ⎛⎝ --------------------⎞⎠
t
1000 ⋅ a La tensione critica di instabilità σc, in N/mm2, è data dalla
seguente formula:
essendo:
mc • per compressione uniforme (Ψ = 1): σ R p0, 2
σ c = -------E- se σ E ≤ -----------
SF 1 2
mc = (1 + γ2)2
R p 0, 2 ⎛ R p0, 2 ⎞ R p0, 2
• per tensione di presso-flessione (0 ≤ Ψ ≤ 1): σ c = ----------- - se σ E > -----------
⋅ 1 – ------------
SF 1 ⎝ 4 ⋅ σ E⎠ 2
- se γ < γ1:
dove:
γ
m c = 1 + ---- ⋅ ( m 1 – 1 ) Rp 0,2 minimo carico di snervamento garantito della
γ1
lega di alluminio utilizzata, nelle condizioni di
- se γ ≥ γ1: fornitura, in N/mm2,
2, 1
m c = -------------------- ⋅ ( 1 + γ 2 ) 2 σE tensione elastica di instabilità, calcolata come
1, 1 + ψ
indicato in C3.7.6.2.1.
γ c / d, da non assumere superiore a 1,
SF1 coefficiente di sicurezza, definito in C3.7.5.4.3.
c lato non caricato del pannello, in m,
d lato caricato del pannello, in m, .2 Tensione tangenziale
1, 1 + Ψ – 1
4 – -------------------- La tensione critica di instabilità τc, in N/mm2, è data dalla
γ1 = 0, 7
------------------------------------------- seguente formula:
3
2, 1 τE R p0, 2
2 2
m 1 = -------------------- ⋅ ( 1 + γ 1 ) τ c = -------
- se τ E ≤ ----------
-
1, 1 + Ψ SF 1 2 3
R p0, 2 R p0, 2
Ψ rapporto tra la più piccola e la più grande ten- - ⋅ ⎛ 1 – -----------------------
τ c = -------------------
R p0, 2 ⎞
- se τ E > ----------
-
SF 1 ⋅ 3 ⎝ 4 ⋅ τ E ⋅ 3⎠ 2 3
sione di compressione nel caso di variazione
lineare lungo il pannello (0 ≤ Ψ ≤ 1), dove:
E modulo di Young, in N/mm , pari a 0,7 ⋅ 10 2 5 Rp 0,2 definito in C3.7.6.3.1,
N/mm2 per le strutture in lega di alluminio, τE tensione elastica di instabilità, calcolata come
ε coefficiente pari a: indicato in C3.7.6.2.2.
C3.7.6.4 Rinforzi caricati assialmente La tensione critica di instabilità σc, in N/mm2, è data dalle
seguenti formule:
.1 Tensione elastica di instabilità flessionale
globale σ R′ p 0, 2
σ c = -------E- se σ E ≤ ------------
-
SF 1 2
- piattabanda:
t 2 Elemento Spessore minimo
σ E = 11 ⋅ ⎛ ----f ⎞ ⋅ 10 4
⎝ b f⎠ (mm)
essendo: Fasciame dello scafo:
• fasciame del ponte 1,35 ⋅ L1/3 ≥ 2,5
hw altezza dell'anima, in mm,
• fasciame del fianco e del “wet deck” 1,15 ⋅ L1/3 ≥ 2,5
tw spessore dell'anima, in mm,
Fasciame del ponte 2,5
bf larghezza della piattabanda, in mm, Fasciame delle paratie 2,5
tf spessore della piattabanda, in mm. Fasciame del fianco delle tughe 2,5
.2 Il suddetto requisito può non essere soddi- p • pressione idrostatica e d'onda ps ,definita in
sfatto nel caso di particolari sistemazioni per la messa in C3.5.5, per il fasciame del fianco,
bacino di unità con forme non usuali dello scafo, a giudizio • pressione idrostatica e d'onda psf ,definita
della Società. in C3.5.6, per il fasciame delle paratie
frontali,
C3.7.7.3 Fasciame del fondo e del ginocchio σam • per le strutture in acciaio:
σam = 185/K (N/mm2)
.1 Lo spessore minimo richiesto deve soddisfare
i requisiti della formula di cui in C3.7.7.1 nelle due • per le strutture in lega di alluminio:
seguenti condizioni: σam = 85/K (N/mm2).
(a) p : pressione d'impatto psl sul fondo definita in Per paratie frontali sistemate nella zona di prora, la pres-
C3.5.3 (nei casi in cui si abbia "slamming" sione psf (ved. C3.5.6), così come la tensione ammissibile,
sul fondo); saranno considerate nei singoli casi dalla Società.
σam • per le strutture in acciaio:
.2 Lo spessore della cinta non deve essere infe-
σam = 235/K (N/mm2)
riore a quello del fianco o del trincarino.
• per le strutture in lega di alluminio:
σam = 95/K (N/mm2), .3 In corrispondenza delle estremità di tughe,
lo spessore della cinta deve essere adeguatamente
(b) p : pressione idrostatica e d'onda ps definita in incrementato.
C3.5.5;
σam • per le strutture in acciaio: .4 Nel caso in cui sul corso di cinta siano siste-
σam = 185/K (N/mm2) mati portellini o finestrini di murata o altre aperture, lo
spessore deve essere aumentato in modo da compensare le
• per le strutture in lega di alluminio: aperture stesse.
σam = 85/K (N/mm2).
C3.7.7.6 Fasciame del fondo del "cross deck" e
.2 Lo spessore del fasciame del ginocchio non
dei fianchi interni nelle unità a doppio
deve, in ogni caso, essere minore del maggiore tra quelli
scafo
del fondo e del fianco adiacenti.
.3 Le lamiere del fasciame collegate con il .1 Lo spessore minimo richiesto per il fasciame
dritto o con il telaio di poppa, od in corrispondenza dei del fondo del "cross-deck" è dato dalla formula di cui in
bracci di sostegno degli alberi portaelica, devono avere uno C3.7.7.1, assumendo:
spessore pari ad almeno 1,5 volte lo spessore delle lamiere
(a) p : pressione d'impatto psl sul fondo definita in
adiacenti.
C3.5.4
.4 Nelle unità dotate di elica prodiera di mano- σam • per le strutture in acciaio:
vra, lo spessore del fasciame di collegamento con σam = 235/K (N/mm2)
l'alloggiamento della suddetta elica sarà considerato nei
singoli casi dalla Società. • per le strutture in lega di alluminio:
σam = 95/K (N/mm2),
C3.7.7.4 Prese a mare ed altre aperture (b) p : pressione idrostatica e d'onda ps definita in
C3.5.5;
.1 Prese a mare ed altre aperture devono avere σam • per le strutture in acciaio:
angoli arrotondati e devono essere posizionate, per quanto
σam = 185/K (N/mm2)
possibile, distanti dagli spigoli.
• per le strutture in lega di alluminio:
.2 Le strutture interne delle prese a mare σam = 85/K (N/mm2).
devono essere dimensionate come paratie stagne di depositi
(ved. C3.7.11) considerando una pressione di calcolo pt, in .2 Lo spessore dei fianchi interni può essere
kN/m2, pari a: intermedio tra quello del fondo dello scafo e del fondo del
pt = ps + 0,5 ⋅ psl "cross deck". In ogni caso, non può essere inferiore a quello
essendo ps e psl definiti, rispettivamente, in C3.5.5 e C3.5.3. richiesto in C3.7.7.5 per i fianchi esterni.
u/s
b/s v/u
0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0
0,5 0,242 0,174 0,138 0,113 0,094 0,080 0,077 0,060 0,052 0,045
1,0 0,222 0,160 0,122 0,099 0,079 0,066 0,055 0,045 0,037 0,030
1
2,0 0,198 0,134 0,098 0,073 0,053 − − − − −
3,0 0,175 − − − − − − − − −
0,5 0,228 0,189 0,158 0,128 0,111 0,096 0,083 0,073 0,064 0,056
1,0 0,217 0,177 0,143 0,116 0,098 0,082 0,070 0,060 0,051 0,043
1,4
2,0 0,196 0,153 0,119 0,092 0,072 0,058 0,046 − − −
0,5 0,232 0,196 0,163 0,135 0,117 0,100 0,087 0,077 0,067 0,059
1,0 0,219 0,184 0,150 0,123 0,105 0,088 0,076 0,066 0,056 0,048
≥ 2,5
2,0 0,199 0,161 0,129 0,101 0,082 0,067 0,055 0,046 0,037 0,031
3,0 0,185 0,142 0,108 0,083 0,064 0,051 0,038 0,028 0,019 0,012
p pressione d'onda psu definita in C3.5.7; .3 Le precedenti formule sono valide per rin-
forzi la cui anima è disposta perpendicolarmente al
σam • per le strutture in acciaio: fasciame o forma con questa un angolo minore di 15°.
σam = 185/K (N/mm2)
Per rinforzi obliqui la cui anima forma un angolo α > 15°
• per le strutture in lega di alluminio: con la perpendicolare al fasciame, il modulo e l'area a
σam = 85/K (N/mm2). taglio richiesti si ottengono dalle formule precedenti divi-
dendo i valori di Z e di At per cos (α).
.2 Le aperture (porte, finestrini) devono avere
angoli adeguatamente arrotondati. .4 Il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari
deve essere calcolato associando il rinforzo ad una striscia
.3 Quando all'interno di tughe non esistono di lamiera pari all'intervallo dei rinforzi stessi, ma non mag-
aperture di accesso ad interponti sottostanti o quando una giore del 20% della campata.
paratia perimetrale delle stesse è ubicata in posizione parti-
colarmente protetta, possono essere adottati .5 Per rinforzi in acciaio lo spessore dell'anima
dimensionamenti ridotti rispetto a quelli sopra stabiliti, a non deve essere inferiore a:
soddisfazione della Società.
• 1/18 dell'altezza, per i ferri piatti,
.4 Per paratie frontali esposte, sistemate nella
• 1/50 dell'altezza, per gli altri profilati,
zona di prua, la pressione psu, così come le tensioni ammis-
sibili, saranno considerate nei singoli casi dalla Società. e lo spessore della piattabanda non deve essere inferiore a
1/15 della sua larghezza.
.1 Nel presente punto vengono stabiliti i requi- • 1/35 dell'altezza, per gli altri profilati,
siti che devono essere soddisfatti dai rinforzi ordinari del e lo spessore della piattabanda non deve essere inferiore a
fondo, dei fianchi, dei ponti e, per le unità a doppio scafo, 1/20 della sua larghezza.
del "cross-deck" e dei fianchi interni.
.7 Le estremità dei rinforzi ordinari devono, in
.2 Il modulo di resistenza Z, in cm3, e l'area a
generale, essere collegate mediante squadre regolamentari
taglio At, in cm2, richiesti al fine di sopportare la pressione ad efficaci strutture di sostegno. Estremità senza squadre
di progetto trasmessa dai fasciami sono dati dalle seguenti sono ammesse in corrispondenza degli attraversamenti di
formule: travi rinforzate o paratie da parte di rinforzi continui, a con-
l ⋅s⋅p
2
dizione che la sezione resistente di saldatura tra i due
Z = 1000 ⋅ -------------------
m ⋅ σ am elementi sia sufficiente. Qualora questa condizione non sia
l⋅s⋅p verificata, possono essere accettati barrotti al posto delle
A t = 5 ⋅ ----------------- squadre, a giudizio della Società.
τ am
dove m è un coefficiente che dipende dal tipo di rinforzo e
dalla presenza o meno, alle estremità delle singole cam- .8 In generale, la sezione resistente Aw, in cm2,
pate, di squadre regolamentari. I valori di m sono riportati della saldatura di collegamento tra un rinforzo ordinario e
nella Tabella C3.7.4. l'anima di una trave rinforzata, non deve essere inferiore a:
La pressione p, in kN/mm2, e le tensioni ammissibili σam e A w = ϕ ⋅ p ⋅ s ⋅ l ⋅ K ⋅ 10 – 3
τam, in N/mm2, sono definite, nei paragrafi da C3.7.8.2 a
essendo:
C3.7.8.6 seguenti, per le diverse zone dello scafo.
ϕ coefficiente definito in Tabella C3.7.5,
Tabella C3.7.4 - Coefficiente m
p pressione di progetto, in kN/m2, sul rinforzo
Tipo di rinforzo m
ordinario, definita nei paragrafi da C3.7.8.2 a
C3.7.8.6 seguenti, per le diverse zone dello
Rinforzi longitudinali continui, senza squadre regola- 12 scafo,
mentari alle estremità della campata
Rinforzi longitudinali e trasversali, con squadre regola- 19 s intervallo dei rinforzi ordinari, in m,
mentari alle estremità della campata
l campata dei rinforzi ordinari, in m,
Rinforzi longitudinali e trasversali, con squadre regola- 15
mentari ad una estremità della campata
K il maggiore tra i coefficienti del materiale (ved.
Rinforzi longitudinali e trasversali non continui, senza 8 C3.2) del rinforzo ordinario e della trave
squadre regolamentari alle estremità della campata rinforzata.
σam, τam : • nel caso di rinforzi che contribuiscono - per le strutture in lega d'alluminio:
alla robustezza longitudinale dell'unità: σam = 70/K (N/mm2)
τam = 45/K (N/mm2),
- per le strutture in acciaio:
essendo CS e CA i coefficienti definiti nella
σam = 150 CS/K (N/mm2)
Tabella C3.7.6.
τam = 90/K (N/mm2)
.2 Per paratie frontali sistemate nella zona di
- per le strutture in lega d'alluminio:
prua, la pressione psf (ved. C3.5.6), così come le tensioni
σam = 70 CA/K (N/mm2) ammissibili, saranno considerate nei singoli casi dalla
τam = 45/K (N/mm2), Società.
Nota 2 : Il rapporto e deve essere calcolato in corrispondenza della posizione x, sulla base della distribuzione del momento flettente
definita in C3.7.3.1.
Nota 3 : Il rapporto e deve essere calcolato in corrispondenza della sezione compresa tra 0,3 L e 0,7 L nella quale e assume il valore
maggiore.
C3.7.8.4 Rinforzi del fondo del "cross-deck" e dei σam = 150/K (N/mm2)
fianchi interni nelle unità a doppio scafo τam = 90/K (N/mm2)
- per le strutture in lega d'alluminio:
.1 Il modulo di resistenza, l'area a taglio e la
sezione di saldatura richiesti per i rinforzi del fondo del σam = 70/K (N/mm2)
"cross-deck" sono dati dalle formule di cui in C3.7.8.1, τam = 45/K (N/mm2),
assumendo: essendo CS e CA i coefficienti definiti nella
(a) p : pressione d'impatto psl definita in C3.5.4; Tabella C3.7.6.
σam , τam • per le strutture in acciaio: .2 I rinforzi dei fianchi interni possono avere
σam = 180/K (N/mm2) caratteristiche intermedie tra quelli del fondo degli scafi e
τam = 90/K (N/mm2) del fondo del "cross-deck". In ogni caso, tali caratteristiche
non possono essere inferiori a quelle richieste in C3.7.8.3
• per le strutture in lega d'alluminio: per i fianchi esterni.
σam = 85/K (N/mm2)
τam = 45/K (N/mm2), C3.7.8.5 Rinforzi dei ponti
(b) p : pressione idrostatica e d'onda ps definita in
C3.5.5; .1 Il modulo di resistenza l'area a taglio e la
sezione di saldatura richiesti sono dati dalle formule di cui
σam , τam • nel caso di rinforzi dei fianchi esterni
in C3.7.8.1, assumendo:
che contribuiscono alla robustezza lon-
gitudinale dell'unità: p la pressione agente sui ponti pd definita in
- per le strutture in acciaio: C3.5.8,
σam = 150 CS/K (N/mm2) σam , τam • nel caso di rinforzi dei fianchi esterni che
τam = 90/K (N/mm2) contribuiscono alla robustezza longitudi-
nale dell'unità:
- per le strutture in lega d'alluminio:
σam = 70 CA/K (N/mm2) - per le strutture in acciaio:
τam = 45/K (N/mm2), σam = 150 CS/K (N/mm2)
τam = 90/K (N/mm2)
• nel caso di rinforzi dei fianchi esterni
che non contribuiscono alla robu- - per le strutture in lega d'alluminio:
stezza longitudinale dell'unità: σam = 70 CA/K (N/mm2)
- per le strutture in acciaio: τam = 45/K (N/mm2),
• nel caso di rinforzi dei fianchi esterni che .3 Eventuali montanti della paratia frontale e
non contribuiscono alla robustezza longitu- delle pareti laterali di tughe del primo ordine devono essere
dinale dell'unità: collegate, mediante squadre alle estremità, a strutture di rin-
forzo dei ponti o dei fianchi adiacenti.
- per le strutture in acciaio:
σam = 150/K (N/mm2) .4 Irrigidenti longitudinali devono essere posi-
τam = 90/K (N/mm2) zionati al bordo superiore ed inferiore di grandi aperture
- per le strutture in lega d'alluminio: nel fasciame. Le aperture per le porte devono, in generale,
essere irrigidite lungo tutto il contorno.
σam = 70/K (N/mm2)
τam = 45/K (N/mm2), .5 Quando all'interno di tughe o casette non
essendo CS e CA i coefficienti definiti nella esistono aperture di accesso ad interponti sottostanti o
Tabella C3.7.6 . quando una paratia perimetrale delle stesse è ubicata in
posizione particolarmente protetta, possono essere adottati
.2 In presenza di carichi concentrati di rilevante dimensionamenti ridotti rispetto a quelli sopra stabiliti, a
entità, i rinforzi dei ponti devono essere adeguatamente soddisfazione della Società.
irrobustiti. In particolare, i rinforzi dei ponti destinati a sop-
portare autoveicoli devono essere capaci di sostenere i
carichi concentrati trasmessi dalle ruote, comprensivi degli C3.7.9 Travi rinforzate
effetti inerziali. In questo caso, la verifica strutturale deve,
di norma, essere eseguita adottando lo schema statico della C3.7.9.1 Generalità
trave continua su più appoggi (costituiti dalle travi rinfor-
zate) e considerando la disposizione di autoveicoli più
gravosa per i rinforzi del ponte. Le tensioni normali e tan- .1 Nel presente punto C3.7.9 vengono stabiliti i
genziali così calcolate non devono superare i valori requisiti che devono essere soddisfatti dalle travi rinforzate
ammissibili sopra definiti. del fondo, dei fianchi, dei ponti e, per le unità a doppio
scafo, del "cross-deck".
.3 I rinforzi ordinari di ponti o copertini costi-
tuenti cielo o fondo di un deposito devono soddisfare anche .2 Le travi rinforzate (madieri, costole e bagli)
i requisiti di cui in C3.7.11. devono formare anelli trasversali continui. In generale,
l'intervallo tra gli anelli rinforzati, in mm, non deve essere
.4 Quando i correnti longitudinali sono inter- maggiore di:
rotti in corrispondenza delle paratie stagne o delle strutture 1200 + 10 L
rinforzate trasversali, la continuità della struttura deve né di 2 m.
essere realizzata mediante una squadra passante attraverso Travi rinforzate ad intervalli diversi da quello sopra definito
l'elemento trasversale. La Società può consentire la sistema- possono essere richieste in zone particolari dello scafo
zione di doppie squadre saldate all'elemento trasversale, a (apparato motore, sotto puntelli, ecc.), come specificato nel
condizione che vengano adottati particolari accorgimenti seguito.
per l'allineamento dei correnti e delle squadre e vengano
effettuate saldature a piena penetrazione. .3 Il modulo di resistenza Z, in cm3, e l'area a
taglio At, in cm2, richiesti al fine di sopportare la pressione
C3.7.8.6 Rinforzi delle paratie perimetrali delle di progetto trasmessa dai rinforzi ordinari sono dati dalle
tughe seguenti formule:
S2 ⋅ b ⋅ p
Z = 1000 ⋅ --------------------
.1 Il modulo di resistenza, l'area a taglio e la m ⋅ σ am
sezione di saldatura richiesti sono dati dalle formule di cui S⋅b⋅p
A t = 5 ⋅ ------------------
in C3.7.8.1, assumendo: τ am
C3.7.9.3 Costole rinforzate dei fianchi esterni e p pressione del mare pd sul ponte sostenuto
travi rinforzate delle paratie frontali dal "cross deck", definita in C3.5.4
σam , τam • per le strutture in acciaio:
.1 Il modulo di resistenza e l'area a taglio σam = 150/K (N/mm2)
richiesti sono dati dalle formule di cui in C3.7.9.1,
τam = 90/K (N/mm2)
assumendo:
• per le strutture in lega d'alluminio:
p • pressione idrostatica e d'onda ps definita in
σam = 70/K (N/mm2)
C3.5.5, per le costole rinforzate,
τam = 45/K (N/mm2).
• pressione idrostatica e d'onda psf definita in
C3.5.6, per le travi rinforzate delle paratie .4 Qualora la struttura inferiore del "cross-deck"
frontali, sostenga anche un ponte, essa deve essere verificata separa-
σam , τam • per le strutture in acciaio: tamente per le due condizioni (a) e (b) di cui in C3.7.9.4.3.
σam = 150/K − σa (N/mm2) .5 Il modulo di resistenza e l'area a taglio
τam = 90/K (N/mm2), richiesti per le costole rinforzate dei fianchi interni devono
• per le strutture in lega d'alluminio: soddisfare i requisiti delle formule di cui in C3.7.9.1, nella
σam = 70/K − σa (N/mm2) condizione di cui al comma (a) di C3.7.9.4.3.
τam = 45/K (N/mm2),
C3.7.9.5 Travi rinforzate dei ponti
Essendo σa la tensione indotta dalla forza normale sulle
costole rinforzate del fianco, dovuta ai carichi gravanti sui
.1 In assenza di carichi concentrati trasmessi
ponti trasmessa dai bagli.
alla trave da puntelli o da altre travi, il modulo di resistenza
e l'area a taglio richiesti per i bagli e le anguille sopportanti,
.2 Per paratie frontali non protette sistemate
rispettivamente, i correnti longitudinali ed i bagli ordinari è
nella zona di prora, la pressione psf (ved. C3.5.6), così come
dato dalle formule di cui in C3.7.9.1, assumendo:
le tensioni ammissibili, saranno considerate nei singoli casi
dalla Società. p pressione esercitata sul ponte pd ,definita in
C3.5.8,
C3.7.9.4 Travi rinforzate del "cross-deck" e dei σam , τam • nel caso di bagli rinforzati in acciaio:
fianchi interni, nelle unità a doppio scafo σam = 150/K (N/mm2)
τam = 90/K (N/mm2),
.1 Nel caso più comune di strutture del "cross- • nel caso di bagli rinforzati in lega
deck" costituite da diaframmi trasversali racchiusi tra un d'alluminio:
fasciame inferiore ed un ponte, collegate alle estremità alle
σam = 70/K (N/mm2)
strutture rinforzate degli scafi, il dimensionamento è deter-
minato dalle verifiche di robustezza trasversale atte a τam = 45/K (N/mm2),
garantire un sufficiente collegamento tra gli scafi (ved. • nel caso di anguille in acciaio:
C3.7.4). σam = 150 CS/K (N/mm2)
τam = 90/K (N/mm2),
.2 Qualora il "cross-deck" sia costituito da strut-
ture multiple, ciascuna di queste deve essere verificata • nel caso di anguille in lega d'alluminio:
anche sotto l'azione dei carichi locali, secondo quanto σam = 70 CA/K (N/mm2)
indicato nel seguito. τam = 45/K (N/mm2),
essendo CS e CA i coefficienti definiti nella
.3 Il modulo di resistenza e l'area a taglio Tabella C3.7.6.
richiesti per le strutture trasversali del "cross-deck" devono
soddisfare i requisiti delle formule di cui in C3.7.9.1, nelle .2 Elementi rinforzati di ponti costituenti cielo o
due condizioni sotto indicate: fondo di cisterne devono inoltre rispettare i requisiti di cui
(a) per le strutture inferiori del "cross-deck": in C3.7.11.
.4 A discrezione della Società, possono essere QC carico concentrato, in kN, trasmesso da puntelli
accettati calcoli basati su modelli statici differenti, in base sovrastanti, se esistono, o qualunque altro
alla tipologia strutturale adottata. carico incombente.
.3 Per paratie frontali esposte sistemate nella .5 Nei depositi per carichi liquidi e nelle
zona di prora, la pressione psu, così come le tensioni cisterne, devono, di regola, essere sistemati puntelli mas-
ammissibili, saranno considerate nei singoli casi dalla sicci o comunque a sezione aperta; tale prescrizione è
Società. obbligatoria per i puntelli sistemati in locali destinati a con-
tenere prodotti che possono generare gas esplosivi.
C3.7.10 Puntelli .6 I collegamenti di estremità dei puntelli
devono essere realizzati mediante saldatura continua. I col-
C3.7.10.1 Puntelli in acciaio legamenti saldati delle strutture direttamente interessate
dalla sistemazione dei puntelli, se necessario, devono
essere opportunamente rinforzati.
.1 L'area minima della sezione di un puntello
deve essere non inferiore al valore A, in cm2, calcolato con .7 Lo spessore dei puntelli tubolari o a sezione
la seguente formula: chiusa non deve, in generale, essere inferiore ad 1/35 del
• per 0 ≤ λ ≤ 1,5 diametro nominale o del lato maggiore della sezione; in
2 nessun caso tale spessore deve essere inferiore a 3 mm.
Q ⋅ ( 1 + 0, 75 ⋅ λ )
A = -----------------------------------------------
12
.8 Le piattabande dei puntelli composti devono
• per λ > 1,5 avere spessore non inferiore ad 1/18 della larghezza libera
Q⋅λ
2 della piattabanda stessa.
A = --------------
10
essendo: C3.7.10.2 Puntelli in lega di alluminio
• 1,0, per il puntello considerato, C coefficiente (ved. anche Figura C3.7.5) uguale
a:
• 0,9, per il puntello immediatamente al di sopra (primo
puntello della linea), • per leghe senza trattamento termico:
2 1
• 0,81 = 0,9 , per il puntello seguente (secondo puntello ---------------------------------------------------------------------------
della linea), 1 + λ + ( 1 + λ ) 2 – ( 0, 68 ⋅ λ )
• 0,729 = 0,93, per il terzo puntello della linea, • per leghe con trattamento termico:
1
• di regola, 0,9n, per l'ennesimo puntello della linea; in ------------------------------------------------------------------------
1 + λ + ( 1 + λ ) 2 – ( 3, 2 ⋅ λ )
nessun caso deve tuttavia essere inferiore a 0,97 =
0,478. R′ p0, 2
λ = ------------
-
σE
.2 Tensione critica di instabilità globale dei
69, 1
puntelli σ E = ---------------2-
⋅ l-⎞
⎛ f-------
⎝ r ⎠
Ai fini della verifica dell'instabilità globale dei puntelli in
lega di alluminio, la tensione ammissibile, σc, in N/mm2, è l lunghezza del puntello, in m,
data da: r minimo raggio di girazione, in cm, della
R′ p 0, 2 sezione trasversale del puntello:
-⋅C
σ c = --------------------------------------------------
f⋅l
0, 85 + 0, 25 ⋅ ⎛ --------⎞ r =
I
----
⎝ r ⎠ A
essendo: I momento d'inerzia minimo, in cm4, della
R’p 0,2 minimo carico di snervamento garantito, in sezione trasversale del puntello,
N/mm2, della lega di alluminio utilizzata nelle A area, in cm2, della sezione trasversale del
condizioni di saldatura, puntello,
Re minimo carico di snervamento garantito, in f coefficiente fornito in Tabella C3.7.7, in fun-
N/mm2, della lega di alluminio utilizzata nelle zione del tipo di condizione di vincolo del
condizioni di fornitura, puntello.
Condizione di vincolo
.45 .45
.40 .40
.35 .35
.30 .30
.25 .25
.20 .20
Leghe con trattamento termico
.15 .15
.10 .10
.05 .05
Leghe senza trattamento termico
1 2 3 4 5 6 7 8 9
λ
(a) Ai fini della verifica dell'instabilità locale dei puntelli in R’p 0,2 minimo carico di snervamento garantito, in
lega di alluminio, la tensione ammissibile σcl, in N/mm2, della lega di alluminio utilizzata
N/mm2, è data dalla seguente formula: nelle condizioni di saldatura,
2 C3.7.11.2 Fasciami
σ El = 252000 ⋅ ⎛ ---⎞
t
⎝ b⎠
essendo: .1 Lo spessore richiesto, in mm, è dato dalla
seguente formula:
b dimensione maggiore della sezione trasver-
sale, in mm, p
t = 22, 4 ⋅ f m ⋅ µ ⋅ s ⋅ -------t-
σ am
t spessore del puntello, in mm.
dove:
(c) Per i puntelli tubolari con sezione circolare, la tensione
σEI, in N/mm2, è data dalla seguente formula: fm coefficiente dipendente dal materiale, pari a:
2 • fm = 0,80, per le strutture in acciaio
σ El = 43000 ⋅ ⎛ ----⎞
t
⎝ D⎠
• fm = 0,75, per le strutture in lega di
D diametro esterno, in mm, alluminio,
t spessore della lamiera, in mm. pt pressione di progetto, in kN/m2, definita in
C3.5.9,
(d) Per i puntelli con sezione a doppio T, σEI, in N/mm2, è
data dal minore tra i seguenti due valori: σam • per le strutture in acciaio:
tw ⎞ 2 σam = 185/K (N/mm2)
σ El = 252000 ⋅ ⎛ -----
-
⎝ h w⎠
• per le strutture in lega di alluminio:
2
σ El
t
= 105000 ⋅ ⎛⎝ ----f ⎞⎠ σam = 85/K (N/mm2).
bf
essendo:
C3.7.11.3 Rinforzi ordinari
tw spessore dell'anima, in mm,
hw altezza dell'anima, in mm, .1 Il modulo di resistenza, l'area a taglio e la
sezione di saldatura richiesti per i rinforzi ordinari sono dati
tf spessore della piattabanda, in mm,
dalle formule di cui in C3.7.8.1, assumendo:
hf larghezza della piattabanda, in mm.
p pressione di progetto pt definita in C3.5.9,
.4 Dimensionamento dei puntelli m coefficiente che dipende dal tipo di rinforzo e
dal grado di incastro alle estremità delle cam-
(a) Il dimensionamento dei puntelli deve soddisfare le pate dei rinforzi, da assumere come specificato
seguenti relazioni: nella Tabella C3.7.4,
σ ≤ σc
σam , τam • per le strutture in acciaio:
σ ≤ σcl
σam = 150/K (N/mm2)
essendo:
τam = 90/K (N/mm2),
σ tensione di compressione, in N/mm2, sul
puntello, dovuta al carico Q, essendo A • per le strutture in lega di alluminio:
l'area, in cm2, della sezione trasversale del σam = 70/K (N/mm2)
puntello, τam = 45/K (N/mm2).
σ = 10 Q/A,
σc tensione critica di instabilità globale, defi- C3.7.11.4 Travi rinforzate
nita in C3.7.10.2.2,
σcl tensione critica di instabilità locale, definita .1 Il modulo di resistenza e l'area a taglio
in C3.7.10.2.3. richiesti per le traverse ed i montanti sono dati dalle formule
di cui in C3.7.9.1, assumendo:
(b) Il massimo carico assiale ammissibile, in kN, è il minore
tra i due seguenti valori: p pressione di progetto pt definita in C3.5.9,
Pc = σc ⋅ A ⋅ 10 − 1
m coefficiente che dipende dal tipo di incastro alle
Pcl = σcl ⋅ A ⋅ 10 − 1
estremità delle campate delle travi, da assu-
mere, in generale, pari a 10,
C3.7.11 Paratie di depositi σam , τam • per le strutture in acciaio:
σam = 150/K (N/mm2)
C3.7.11.1 Generalità τam = 90/K (N/mm2),
• per le strutture in lega di alluminio:
.1 Profili cavi non possono essere utilizzati né
all'interno, né sul contorno di depositi adibiti al trasporto di σam = 70/K (N/mm2)
liquidi infiammabili. τam = 45/K (N/mm2).
.2 I montanti devono avere modulo di resi- .4 I collegamenti dei serbatoi indipendenti alle
stenza (calcolato con striscia di fasciame associata di strutture rinforzate dello scafo devono essere in grado di
larghezza pari all'intervallo dei montanti, ma non maggiore sostenere i carichi dinamici indotti dal peso dei serbatoi
di 750 mm) non inferiore al valore, in cm3, dato dalla stessi e dall'accelerazione av dell'unità (ved. C3.3).
seguente formula:
Z = 2 s S2 .5 È raccomandata la sistemazione di dia-
frammi che ostacolino i movimenti del liquido.
.3 Le paratie non stagne aventi funzione di pun-
tellatura devono avere il fasciame di spessore non inferiore
C3.7.15 Portelloni laterali e poppieri
a 2 mm, se in acciaio, e a 3 mm, se in lega di alluminio, ed
i montanti sistemati a distanza non superiore a 750 mm.
C3.7.15.1 Fasciame
.4 I montanti devono avere modulo di resi-
stenza (calcolato con striscia di fasciame associata di .1 Lo spessore richiesto t, in mm, è dato dalla
larghezza pari all'intervallo dei montanti, ma non maggiore seguente formula:
di 750 mm) non inferiore al valore, in cm3, dato dalla
p
seguente formula: t = 22, 4 ⋅ µ ⋅ s ⋅ -------s-
σ am
Z = 2,65 s S2
dove:
.5 Inoltre ciascun montante, con striscia di ps pressione di progetto, in kN/mm2, definita in
fasciame associata di larghezza pari a 50 volte lo spessore, C3.5.5.2.1,
deve risultare idoneo a sopportare il carico gravante su di
σam • per le strutture in acciaio:
esso come se si trattasse di un puntello, in accordo con
σam = 185/K (N/mm2)
quanto stabilito in C3.7.10; il carico sopportato deve essere
determinato in accordo con le stesse indicazioni. • per le strutture in lega d'alluminio:
σam = 85/K (N/mm2).
.6 Nel caso di depositi che si estendano da
murata a murata, deve, in generale, essere sistemata in
C3.7.15.2 Rinforzi ordinari
mezzeria una paratia di sbattimento, avente il fasciame di
spessore non inferiore a 2 mm, per paratie in acciaio, e a 3
mm, per paratie in lega di alluminio, irrigidita da montanti .1 Il modulo di resistenza, l'area a taglio e la
verticali. sezione di saldatura richiesti per i rinforzi ordinari sono dati
dalle formule di cui in C3.7.8.1, assumendo:
p pressione di progetto pS, definita in C3.5.5.2.1,
C3.7.14 Serbatoi indipendenti di forma
prismatica m coefficiente che dipende dal tipo di rinforzo e
dal grado di incastro alle estremità delle cam-
.1 Lo spessore, in mm, richiesto per il fasciame pate dei rinforzi, da assumere come specificato
dei serbatoi indipendenti di forma prismatica è dato dalla nella Tabella C3.7.4,
seguente formula: σam , τam • per le strutture in acciaio:
t = 1, 25 ⋅ f m ⋅ s ⋅ µ ⋅ ( p t ⋅ K ) 0, 5 σam = 150/K (N/mm2)
essendo: τam = 90/K (N/mm2),
fm coefficiente dipendente dal materiale, pari a: • per le strutture in lega d'alluminio:
σam = 70/K (N/mm2)
• fm = 1,0, per paratie in acciaio
τam = 45/K (N/mm2).
• fm = 1,45, per paratie in lega di alluminio,
pt pressione di progetto, in kN/mm2, definita in C3.7.15.3 Travi rinforzate
C3.5.9.
.1 I dimensionamenti di travi rinforzare, di
.2 In nessun caso lo spessore deve essere
dispositivi di fissaggio e di supporto di portelloni laterali e
assunto inferiore a 2,5 mm, per paratie in acciaio, e a 3,5
poppieri devono essere determinati in modo da sopportare i
mm, per paratie in lega di alluminio.
carichi di progetto specificati in C3.5.5.2.2 e in C3.5.5.2.3,
utilizzando le seguenti tensioni ammissibili, dove k è il
.3 Il modulo di resistenza richiesto per i rin-
coefficiente dipendente dal materiale, definito in C2.2.3,
forzi, in cm3, è dato dalla seguente formula:
per gli acciai (da assumere non minore di 0,72), o in
Z = 0, 4 ⋅ f' m ⋅ s ⋅ l 2 ⋅ p t ⋅ K C3.2.35, per le leghe di alluminio:
essendo:
σam tensione di flessione
f’m coefficiente dipendente dal materiale, pari a: • per le strutture in acciaio:
• f’m = 1,0, per paratie in acciaio σam = 120/K (N/mm2)
• f’m = 2,15, per paratie in lega di alluminio. • per le strutture in lega d'alluminio:
σcam σ cam =
2 2
σ am + 3 ⋅ τ am • L/D ≤ r2,
• non siano sistemati elementi longitudinali a più di 0,04
• per le strutture in acciaio:
D al di sopra del ponte di resistenza in corrispondenza
σcam = 150/K (N/mm2) del fianco,
• per le strutture in lega d'alluminio: • in qualsiasi sezione trasversale del ponte di resistenza,
σcam = 70/K (N/mm2). la somma delle larghezze delle aperture sia inferiore a:
65 – L
b = --------------- ⋅ B
40
I valori del coefficiente r2 sono riportati nella Tabella
C3.8 Unità in plastica rinforzata
C3.8.1, in funzione del tipo di servizio dell'unità.
Tabella C3.8.2 L
α = --------- da non assumere inferiore a1
r2 D
Ponte Fasciame Fondo L
F = ( 118 – 0, 36 ⋅ L ) -------------
del fianco 1000
Spessore medio, in mm tp tm tf r2 coefficiente il cui valore è indicato nella
Modulo di Young, in N/mm 2 Ep Em Ef Tabella C3.8.1.
Figura C3.8.1
Tabella C3.8.3
B/2
Ponte Fasciame Fondo
del fianco
Piatta- Spessore, in mm tps tms tfs
banda
Modulo di Young, in Eps Ems Efs
N/mm2
Larghezza, in mm lps lms lfs
lm
C'
Anima Spessore equivalente
tpa tma tfa
alla Sezione I, in mm
Modulo di Young Epa Ema Efa
(N/mm2) B/4 M
Altezza (m) Hpa Hma Hfa
Numero di np nm nf
longitudinali D
A
.2 Dove esista un elemento a sandwich, ai fini
della robustezza longitudinale si deve tener conto solo
delle due stratificazioni con le loro caratteristiche. Si può
tener conto del materiale dell'anima solo se questo presenta
continuità longitudinale ed apprezzabile resistenza alla ten- Tabella C3.8.4 - Coefficiente r1
sione assiale di trazione e compressione.
C3.8.3.3 Modulo di resistenza regolamentare dove Mbl è il momento flettente totale, definito in C3.4.1, e
W, in m3, è il modulo di resistenza effettivo della sezione
maestra, al ponte o al fondo.
.1 Il modulo di resistenza della sezione maestra
al ponte di resistenza, al fondo, ed eventualmente al di
sopra del ponte di resistenza, Wm,in m3, non deve essere C3.8.4 Dimensionamento strutturale -
inferiore a: Generalità
W m = 11 ⋅ α ⋅ r 1 ⋅ F ⋅ L 2 ⋅ B ⋅ ( C B + 0, 7 ) ⋅ 10 –6
C3.8.4.1 Principi fondamentali
essendo:
r1 coefficiente il cui valore è indicato nella Tabella .1 I dimensionamenti sono forniti per la zona in
C3.8.4, prossimità della sezione maestra e per le zone di estremità.
In generale 6,0
• velocità molto alta,
Elementi soggetti a pressione d'impatto 4,5
• disuniforme distribuzione del suo peso, ad esempio per
carichi concentrati, Paratie stagne trasversali 5,0
• sviluppo delle tecniche applicative, esperienze pratiche .4 Per unità di costruzione inusuale e/o con
del costruttore e strumenti da lui utilizzati per assicurare speciali condizioni di servizio, può essere definito un altro
un adeguato livello di qualità ed una conseguente ade- valore del coefficiente di sicurezza, in accordo con il can-
guatezza di costruzione, tiere, che deve presentare apposita giustificazione.
.2 Nel caso di fasciame a grande curvatura con V distanza massima dell'asse neutro dello stratifi-
rinforzi, il coefficiente α è ottenuto dalla seguente formula: cato dai lembi, in mm, come definita in
C3.2.6.3.3,
α = 1 – 3 ⋅ --- ⋅ ⎛ 1 – ---⎞
a a
s ⎝ s⎠ [I] inerzia dello stratificato per millimetro di lar-
ghezza, in mm4/mm, come definita in
dove α deve essere assunto non minore di 0,4 e dove a e s
C3.2.6.3.3.
sono definiti nella Figura C3.8.2
. .6 La tensione di flessione σd dovuta alla pres-
sione di progetto p è data dalla seguente formula:
Figura C3.8.2
σ br
- – σ bl
σ d < ------
I SF
= essendo:
Figura C3.8.3
B B
I I
.2 Lo spessore minimo di ogni strato dei .5 La tensione di flessione σde, in N/mm2, calco-
fasciami in stratificato a sandwich non deve essere, in gene- lata per la pressione di prova pe deve essere tale che:
rale, inferiore ai valori forniti dalle seguenti relazioni:
σ br
σ d e < ------
-
• per il fasciame del fondo e del ginocchio: SF
t = 0, 6 ⋅ L + 10
.6 La tensione di taglio, in N/mm2, dovuta alla
• per il fasciame del fianco: pressione di progetto p, è data dalla seguente formula:
t = 0, 5 ⋅ L + 10 p⋅s
τ d = -----------
2 ⋅ ta
• per gli altri fasciami:
essendo ta lo spessore dell'anima, in mm.
t = 0, 4 ⋅ L + 10
Possono essere considerati valori inferiori purché siano giu- .7 La tensione di taglio dovuta alla pressione di
stificati da un apposito studio da sottoporre alla Società. progetto p deve essere tale che:
τ br
.3 La tensione di flessione, in N/mm2, dovuta τ d < -----
-
SF
alla pressione p (definita in C3.5) è data dalla seguente
essendo:
formula:
V p ⋅ s2 τbr resistenza a rottura a taglio dell'anima, in
σ d = k s ⋅ ------ ⋅ ------------ ⋅ 10 3 N/mm2,
( I ) 12
essendo: SF coefficiente di sicurezza, come definito in
C3.8.4.1.
V distanza massima dell'asse neutro dello stratifi-
cato dai lembi, in mm, come definita in
C3.2.6.3.3, .8 Inoltre, la somma delle deformazioni a fles-
sione e a taglio, dovute alla pressione di progetto p (definita
(I) inerzia dello stratificato per millimetro di lar- in C3.5), per gli stratificati a sandwich, non deve essere
ghezza, in mm4/mm, come definita in superiore all'1% dell'intervallo tra i rinforzi. La deforma-
C3.2.6.3.3. zione totale, in mm, di uno stratificato a sandwich,
nell'ipotesi di pannello incastrato in corrispondenza dei
.4 La tensione di flessione σd dovuta alla pres- suoi lati, è data da:
sione di progetto p è data dalla seguente formula: µ2 p ⋅ s4 µ p ⋅ s2
- ⋅ ------------ ⋅ 10 9 + -----3 ⋅ ------------ ⋅ 10 3
f = ---------
σ br 384 ( EI ) 8 ta ⋅ G
- – σ bl
σ d < ------
SF essendo:
essendo:
(EI) rigidezza dello stratificato a sandwich, per milli-
σbr resistenza a rottura a flessione dello stratificato metro di larghezza, in N.mm2/mm, come
a sandwich, come definita in C3.2.6.3.4, definita in C3.2.6.3.3,
.3 I fori per il passaggio dei rinforzi ordinari, .8 La tensione di flessione σde, in N/mm2, calco-
devono essere i più piccoli possibile. Di regola l'altezza del
lata per la pressione di prova pe deve essere tale che:
foro non deve essere maggiore di metà altezza dell'anima
della trave rinforzata. σ br
σ d e < ------
-
SF
.4 La tensione di flessione, in N/mm2, dovuta
alla pressione p (definita in C3.5) è data dalla seguente .9 Per i rinforzi primari, la tensione di taglio
formula: τde, in N/mm2, calcolata per la pressione di prova pe , deve
p ⋅ s ⋅ l2 V essere tale che:
σ d = ε ⋅ ------------------- ⋅ ------ ⋅ 10 6
12 (I) τ br
τ de < -----
-
essendo: SF
C3.8.5.2 Disposizioni generali • tra il fasciame dei fianchi, se il fondo è piatto e non esi-
stono paramezzali portanti o paratie longitudinali,
.1 In generale, deve essere previsto un para- • tra il fasciame dei fianchi e la chiglia, nei casi di sezioni
mezzale centrale continuo per l'intera lunghezza dell'unità a V accentuate, e se non esistono paramezzali portanti
o paratie longitudinali,
.2 NeI locale apparato motore devono essere
• tra il fasciame del fianco e il paramezzale o la paratia,
previsti paramezzali aggiuntivi, al fine di assicurare una
oppure tra paratia e paratia, se esistono paramezzali o
resistenza sufficiente della struttura. Qualora non sia diver-
paratie longitudinali, il dimensionamento e la campata
samente specificato, il cantiere deve concordare col
dei quali sono calcolati in modo che questi possano ser-
costruttore il piano degli elementi di supporto del sistema di
vire da supporto per il madiere.
propulsione.
.4 Per le unità con una stellatura dei madieri, la
.3 I madieri devono essere continui tra il para-
campata dei madieri deve essere misurata dalla linea di
mezzale centrale e il ginocchio.
costruzione, quando l'angolo di stellatura del madiere è
.4 Un madiere o un paramezzale devono essere maggiore di:
sistemati in corrispondenza di ogni linea di puntellatura • 20°, nel caso di madieri incastrati al fianco,
• 10°, nel caso di madieri appoggiati al fianco.
.5 I macchinari principali e i cuscinetti reggi-
In questo modo, la tensione a flessione del madiere deve
spinta devono essere collegati alla struttura dello scafo
essere calcolata in accordo con C3.8.4.5, assumendo ε =
tramite basamenti, di resistenza adeguata, capaci di resi-
1,1.
stere alle forze trasmesse dall’apparato motore.
.5 Quando la struttura rinforzata è costituita da
.6 Quando è prevista zavorra solida, essa deve
elementi di rinforzo longitudinali e trasversali, con dimen-
essere adeguatamente posizionata. Se necessario, devono
sionamento equivalente, deve essere eseguito un calcolo
essere sistemati allo scopo dei madieri intermedi.
globale della struttura (grigliato) tenendo conto delle effet-
tive rigidezze.
.7 Per l'anima di madieri e paramezzali, il rap-
porto altezza spessore non deve essere superiore a 25.
C3.8.5.5 Struttura del fondo semplice
.8 Devono essere presi adeguati provvedimenti
per il libero passaggio dell’acqua da tutte le parti del fondo .1 Devono essere previsti paramezzali laterali.
verso le prese a mare, tenendo conto della portata richiesta Di regola, il loro intervallo non deve superare 2,5 m.
delle pompe.
.2 Il paramezzale centrale e quelli laterali
C3.8.5.3 Dimensionamento dei fasciami devono avere la maggior estensione longitudinale possibile.
C3.8.6 Struttura del fianco .4 Lo spessore della cinta deve essere aumen-
tato del 40%, in corrispondenza delle estremità di lunghe
sovrastrutture situate all'interno dello 0,5 L al mezzo, per
C3.8.6.1 Applicazione una lunghezza di circa 1/6 della larghezza dell'unità ad
ogni lato delle estremità delle sovrastrutture.
.1 Le norme del presente sotto-articolo si appli-
cano alle strutture del fianco rinforzate longitudinalmente o .5 Lo spessore della cinta deve essere aumen-
trasversalmente. tato del 30%, in corrispondenza delle estremità di lunghe
sovrastrutture situate all'esterno dello 0,5 L al mezzo, per
.2 Esse si applicano per il dimensionamento una lunghezza di circa 1/6 della larghezza dell'unità ad
degli elementi strutturali principali, situati tra lo spigolo, ogni lato delle estremità delle sovrastrutture.
come definito in C3.1.4, e il più alto ponte continuo.
.6 Lo spessore della cinta deve essere aumen-
.3 Dette norme si applicano anche agli ele- tato del 15%, in corrispondenza delle estremità di corte
menti strutturali dei fianchi interni delle unità a doppio sovrastrutture situate all'interno di 0,6 L al mezzo, per una
scafo (ved. C3.8.4.1.6). lunghezza di circa 1/6 della larghezza nave ad ogni lato
delle estremità delle sovrastrutture.
.4 In generale, sono previsti correnti rinforzati • tra i ponti o tra il ponte e il fondo, se non esistono cor-
se la campata dei rinforzi è maggiore di 4 m. renti o se il corrente è intercostale,
• tra il ponte e il corrente, il fondo e il corrente o tra i cor-
.5 Devono essere previste costole rinforzate in renti, se questi possono essere considerati portanti tra le
corrispondenza dei bagli rinforzati, alle estremità delle paratie trasversali.
boccaporte.
.4 Quando la struttura rinforzata è costituita da
.6 Le piattabande dei correnti rinforzati devono elementi di rinforzo longitudinali e trasversali con dimen-
essere collegate, se necessario, a quelle delle costole sionamento equivalente, deve essere eseguito un calcolo
rinforzate. globale della struttura, tenendo conto delle effettive
rigidezze.
C3.8.6.3 Dimensionamento del fasciame
C3.8.7 Strutture dei ponti
.1 Il dimensionamento del fasciame deve essere
calcolato in accordo con C3.8.4.3 e C3.8.4.4. C3.8.7.1 Applicazione
C3.8.7.2 Disposizioni generali corte sovrastrutture situate all'interno di 0,6 L al mezzo, per
una lunghezza di circa 1/6 della larghezza nave, ad ogni
.1 Nel caso di struttura longitudinale, i bagli lato delle estremità delle sovrastrutture.
rinforzati devono essere sistemati in corrispondenza delle
costole rinforzate del fianco. C3.8.7.4 Dimensionamento dei rinforzi
.5 Lo spessore del trincarino deve essere .2 Il dimensionamento dei rinforzi delle coper-
aumentato del 30%, in corrispondenza delle estremità di ture deve essere calcolato in accordo con C3.8.4.5,
lunghe sovrastrutture situate all'esterno dello 0,5 L al essendo la loro campata I misurata nel seguente modo:
mezzo, per una lunghezza di circa 1/6 della larghezza
• tra le estremità della copertura, se il rinforzo può essere
dell'unità, ad ogni lato delle estremità delle sovrastrutture.
considerato portante per tutta la sua lunghezza,
.6 Lo spessore del trincarino deve essere • tra i rinforzi ad esso perpendicolari, se il rinforzo è con-
aumentato del 15%, in corrispondenza delle estremità di siderato intercostale.
.2 Le estremità dei ponti delle sovrastrutture e .3 Lo spessore del fasciame dei fianchi di lun-
delle tughe devono essere efficacemente sopportate da ghe sovrastrutture deve essere aumentato del 25% per una
paratie, puntelli o altri sistemazioni equivalenti. lunghezza di circa 1/6 della larghezza dell'unità, alle estre-
Qualora siano sistemate boccaporte in prossimità delle mità delle sovrastrutture.
estremità di sovrastrutture, possono essere richiesti ulteriori
rinforzi. C3.8.9.4 Dimensionamento dei rinforzi
• nelle zone di variazione dell'intervallo tra i rinforzi, .8 I collegamenti tra le varie parti dello scafo
così come i collegamenti degli elementi rinforzati allo scafo
• nelle zone con notevoli variazioni di rigidezza,
possono essere realizzati con sostanze adesive, soggette a
• nei collegamenti tra strutture ordinarie e rinforzate. particolare esame da parte della Società.
.4 Devono essere evitate discontinuità struttu- (a) I bordi dei rinforzi di uno stesso strato non devono
rali e zone troppo rigide. Quando la rigidezza di un essere affiancati, ma devono essere sovrapposti per
elemento strutturale si riduce a causa della presenza di un almeno 50 mm; tra gli strati successivi, questa sovrap-
collegamento o di un'apertura, devono essere previste posizione non deve essere affiancata tra uno strato ed
opportune compensazioni. un altro.
.5 Nelle zone altamente sollecitate devono (b) Il posizionamento di stratificati prefabbricati è realiz-
essere evitate aperture, in particolare alle estremità delle zata mediante la sovrapposizione di strati con
travi rinforzate, e nell'anima di queste strutture in corri- smussature in corrispondenza dei lati da collegare.
spondenza dei puntelli. Lo spessore richiesto in corrispondenza delle giunzioni
Se necessario, la forma delle aperture deve essere proget- deve essere almeno del 15% superiore allo spessore
tata in modo da ridurre le concentrazioni di tensione. normale.
In ogni caso, gli angoli delle aperture devono essere (c) Il cambiamento di spessore per uno stratificato semplice
arrotondati. deve essere realizzato il più gradualmente possibile e su
una larghezza che è, di regola, non inferiore a 30 volte
.6 I collegamenti tra le varie parti dello scafo, la variazione dello spessore, come indicato nella Figura
così come i collegamenti tra parti rinforzate o accessori di C3.8.5.
scafo, possono essere costruite mediante laminazione sul
posto, o collegamento di parti laminate separatamente, o
collegamento meccanico. Figura C3.8.5
∆t
.7 Paratie ed altri elementi di rinforzo fonda-
mentali devono essere collegati alle strutture adiacenti
mediante giunti d'angolo in stratificato a sovrapposizione
(Figura C3.8.4) su entrambi i lati delle strutture.
d > 30 ∆ t
La massa per m2 di detti giunti non deve essere né inferiore
al 50% della massa dell'elemento più sottile da collegare
né inferiore a 900 g/m2 di stuoia o suo equivalente. (d) Il collegamento tra uno stratificato semplice e uno strati-
In aggiunta, la larghezza degli strati di detti giunti deve ficato a sandwich deve essere realizzato il più
essere lavorata in accordo con i criteri indicati nella Figura gradualmente possibile e su una larghezza che è, di
regola, non inferiore a tre volte lo spessore del materiale
C3.8.4.
di riempimento del sandwich, come indicato nella
Figura C3.8.6.
Figura C3.8.4
Figura C3.8.6
ta
d > 3 ta
Carichi locali
Ponte
Carichi
locali
Ponte
Scafo
Ponte
Parabordo
Fianco
Figura C3.8.14
Paratia
Scafo
Figura C3.8.15
.4 Passaggi a scafo
condizione che i carichi siano modesti. In questo caso i rin- C3.9 Appendici di scafo
forzi devono considerarsi appoggiati alle loro estremità.
C3.8.10.6 Basamento dei macchinari .4 La lunghezza del cuscinetto nel mozzo del
braccio portaelica, in mm, non deve essere inferiore a 3 dS.
.1 Il basamento dei macchinari deve essere .5 Lo spessore, in mm, del mozzo del braccio
installato su paramezzali adeguatamente posizionati tra portaelica, dopo l'operazione di barenatura, non deve
madieri, che localmente assicurano sufficiente robustezza essere inferiore a:
in relazione alle pressioni ed ai pesi. tb = 0,2 ⋅ dS ⋅ (k1 + 0,25)
dove:
.2 La Figura C3.8.18 fornisce un esempio di k1 = Rms / Rmb
possibile basamento.
Rms tensione minima di rottura a trazione, in
N/mm2, del materiale del braccio portaelica,
Figura C3.8.18
Rmb tensione minima di rottura a trazione, in
Basamento del macchinario
N/mm2, del materiale del mozzo del braccio
portaelica, con il grado appropriato di tempra
metallurgica.
Rinforzo .6 Ogni braccio dei sostegni a V deve avere una
sezione trasversale, in mm2, non inferiore a:
1600 + R ma⎞
S = 87, 5 ⋅ 10 –3 ⋅ d so
2
⋅ ⎛⎝ ---------------------------
-
Anima R ma ⎠
essendo:
Paramezzale
dso diametro regolamentare, in mm, dell'albero
portaelica, per un acciaio al carbonio,
Rma tensione minima di rottura a trazione, in LDC 3 forza orizzontale trasversale Fy e momento ad
N/mm2, del materiale dei bracci, con il grado essa associato Mz durante le operazioni di
appropriato di tempra metallurgica. manovra
LDC 4 forza orizzontale longitudinale Fx2, forza verti-
.7 I bracci semplici devono avere un modulo di
resistenza, in corrispondenza dell'attacco al fasciame dello cale Fz e momento ribaltante My in situazione
scafo, in cm3, non inferiore a: di "crash stop".
30
W = -------- ⋅ 10 – 3 ⋅ l ⋅ d so
2
⋅ n ⋅ d so .3 L'effettiva posizione del cuscinetto reggi-
R ma
spinta deve essere adeguatamente considerata (a poppavia
dove: del telaio di poppa nell'alloggiamento dello statore, oppure
all'interno dell'alloggiamento dell'idrogetto).
l lunghezza del braccio, in m, misurata dal
fasciame dello scafo all'asse del mozzo,
.4 I dimensionamenti devono essere verificati
n giri al minuto dell'elica. mediante calcoli diretti.
Inoltre, la sezione del braccio, in corrispondenza del
.5 Le condizioni di carico che devono essere
mozzo, non deve essere inferiore al 60% della sezione in
considerate per i vari componenti del sistema idrogetto
corrispondenza dell'attacco al fasciame dello scafo.
sono specificate nella Tabella C3.9.1. Altre condizioni di
carico possono essere considerate per sistemi particolari o
C3.9.1.3 Linea d'assi racchiusa in una carenatura di nuova concezione.
Tabella C3.9.1
.1 Quando l'asse portaelica è racchiuso
all'interno di una carenatura, l'estremità poppiera del
mozzo deve essere adeguatamente supportata. Componente LDC 1 LDC 2 LDC 3 LDC 4
Ugello composito:
.2 Il dimensionamento dei supporti di estremità
- fasciame X (1) X (2)
sarà oggetto di particolare considerazione. I supporti
devono essere adeguatamente progettati al fine di trasmet- - comportamento a flessione X (3)
tere i carichi alle strutture principali.
Poppa X (2) X X (4)
.3 I supporti di estremità devono essere colle- Imbullonatura sulla poppa X (5) X (5)
gati ad almeno due madieri di spessore incrementato o
(1) : da verificare a pressione laterale e nel comportamento a
collegati tra di loro all'interno dello scafo. fatica
(2) : il collasso deve essere verificato (100% di Fx trasferita
.4 L'irrigidimento della carenatura è oggetto di
dall'ugello composito, nel caso di cuscinetto reggispinta
particolare considerazione. All'estremità poppiera, devono sistemato a poppavia del telaio di poppa)
essere sistemati diaframmi trasversali ad ogni ossatura, con-
(3) : il rapporto di My direttamente sostenuto dall'ugello
nessi a madieri di spessore maggiorato. All'estremità
composito deve essere stimato in base alla rigidezza relativa
prodiera, l'intervallo tra le ossature rinforzate non deve
(4) : il rapporto di My direttamente sostenuto dallo specchio
essere maggiore di 4 intervalli di ossatura ordinaria.
di poppa deve essere stimato in base alla rigidezza relativa
(5) : il calcolo dell'imbullonatura deve essere eseguito
C3.9.2 Idrogetti tenendo conto della effettiva pre-tensione dei bulloni.
f’m coefficiente dipendente dal tipo di materiale, .2 Esse si applicano a timoni aventi pala con
pari a: contorno rettangolare o trapezoidale senza rientranze, dei
tipi mostrati nelle Figure C3.10.1 e C3.10.2. Timoni di tipo
• 1,00, per strutture in acciaio
diverso saranno considerati nei singoli casi dalla Società.
• 2,15, per strutture in lega di alluminio
.3 Timoni in grado di operare al massimo
.7 Le tensioni ammissibili per analisi a fatica
angolo di barra durante la navigazione ad alta velocità
devono essere specificate dal Progettista.
devono essere progettati sulla base di calcoli diretti eseguiti
dal Progettista. L'accettabilità dei risultati sarà considerata
.8 Lo spessore del fasciame in corrispondenza
nei singoli casi dalla Società.
degli ugelli sarà considerato nei singoli casi, così come lo
spessore del fasciame del tunnel. In generale, tali spessori
non devono essere inferiori a 1,5 volte lo spessore regola- Figura C3.10.1
mentare dei corsi di fasciame del fondo adiacenti.
0?
.9 I principi generali che devono essere seguiti
per tali strutture soggette a carichi ciclici sono quelli qui di
seguito indicati:
• saldatura continua
• collegamenti a taglio tra rinforzi ordinari e travi rinfor-
zate trasversali
• squadre raccordate al piede (con "soft toe")
• estremità non smentate 0
)
• incroci tra fasciami adeguatamente contrastati
• nessuno "scallop" in zone critiche
• nessun inizio od arresto di saldatura in corrispondenza
di spigoli o di estremità di rinforzi e squadre
• eventuale molatura al piede di saldature critiche
.1 Le norme del presente Articolo si applicano A tarea totale della pala del timone, in m2, delimi-
solo a quei timoni operanti al massimo angolo di barra solo tata dal contorno esterno di essa, incluso il
durante la navigazione a velocità ridotte. fusto e l'eventuale parte compensante,
x2 + x3 – x1
b = ---------------------------
2
z3 + z4 – z2
h = ---------------------------
2
k3 coefficiente uguale a:
Profili a fianchi piatti 1,10 0,90
• k3 = 0,8, per timoni situati fuori dal flusso
dell'elica
N/mm2, non superi il valore calcolato con la seguente Tabella C3.10.2 - Coefficienti a1 e u
formula:
σe ALL = 118 / K1 c u a1 c u a1
1,00 0,2490 1,000 0,74 0,2694 1,266
.2 σe è data dalla seguente formula:
0,98 0,2370 1,000 0,72 0,2784 1,302
σe = (σB2 + 3 ⋅ τT2)1/2
0,96 0,2294 1,000 0,70 0,2881 1,336
essendo:
0,94 0,2256 1,000 0,68 0,2984 1,370
σB componente della sollecitazione dovuta alla 0,92 0,2242 1,000 0,66 0,3094 1,403
flessione, in N/mm2, data dalla seguente 0,90 0,2248 1,000 0,64 0,3212 1,435
formula: 0,88 0,2270 1,000 0,62 0,3336 1,467
10, 2 ⋅ M 0,86 0,2303 1,017 0,60 0,3468 1,499
σ B = ----------------------
3
⋅ 10 3 0,84 0,2348 1,064 0,58 0,3608 1,531
d TF
0,82 0,2402 1,109 0,56 0,3757 1,563
τT componente della sollecitazione dovuta alla 0,80 0,2464 1,151 0,54 0,3915 1,596
torsione, in N/mm2, data dalla seguente 0,78 0,2534 1,191 0,52 0,4084 1,629
formula: 0,76 0,2610 1,229 0,50 0,4264 1,662
5, 1 ⋅ Q R
τ T = --------------------
3
- ⋅ 10 3
d TF
.4 La Società potrà accettare la valutazione del
.3 Il diametro dell'asta del timone, in mm, non momento flettente, del taglio e delle forze sui supporti
deve quindi essere inferiore al valore dTF, in mm, calcolato basata su calcolo diretto da svilupparsi con riferimento agli
schemi statici ed alle condizioni di carico indicate nelle
con la seguente relazione:
Figure C3.10.4 e C3.10.5.
4 M 2 1/6
d TF = d T ⋅ ⎛ 1 + --- ⋅ ⎛ -------⎞ ⎞ Per il timone di cui alla Figura C3.10.4, il carico per unità di
⎝ 3 ⎝ Q R⎠ ⎠
lunghezza PR, in kN/m, è dato da:
essendo: –3
10
M momento flettente, in N.m, che può essere P R = C R ⋅ ----------
l 10
espresso come:
Per il timone di cui alla Figura C3.10.5, il massimo
M = 0,866 ⋅ (CR / A) ⋅ H
momento flettente MB, in N ⋅ m, e le forze sui supporti B3 e
H • per timoni sospesi (ved. Figura C3.10.1): B2, in N, possono essere determinati dalle formule seguenti:
H = A2 ⋅ (HC + H2 / 2) l 10 ⋅ ( 2C 1 + C 2 )⎞
M B = C R ⋅ ⎛⎝ l 20 + -------------------------------------
-
• per timoni a due supporti (ved. Figura 3 ⋅ ( C1 + C2 ) ⎠
3.10.2): B3 = MB / l30
H = A1 ⋅ a1 ⋅ u ⋅ H1
B2 = CR + B3
A1, A2, HC, H1 e H2 sono indicati nelle Figure C3.10.1 e
C3.10.2. .5 In generale il diametro dell'asta del timone
I valori dei coefficienti a1 e u sono indicati nella Tabella soggetta a torsione e a flessione può essere gradualmente
C3.10.2 in funzione del rapporto c, essendo: ridotto al di sopra del supporto superiore, fino a raggiungere
c = H1 / (HC + H1) il valore dT in corrispondenza della barra o traversa.
Figura C3.10.4
FA2
MB FA3
40 J40
30 J30
10 J10 PR MR
20 J20
J50 Zc FA1
50 Load M Q
Figura C3.10.5
FA2
MB
FA3
30 J30
20 J20
C2
J10 PR
10
C1
Load M Q
.4 Non sono ammessi diaframmi verticali a L'altezza dell'alloggiamento non deve essere inferiore al
distanza superiore a due volte l'intervallo tra i diaframmi diametro dell'agugliotto dA.
orizzontali.
.4 Il valore massimo della pressione agente
.5 I diaframmi devono avere uno spessore sulla femminella, in N/mm2, calcolata con la seguente
almeno pari al 70% di quello richiesto per il fasciame del relazione:
timone e comunque non inferiore a 8 mm, salvo i due dia- FA
frammi estremi superiore ed inferiore. Lo spessore di p F = ---------------
-
dA ⋅ hA
ciascuno di questi diaframmi deve essere uniforme e non
non deve superare i valori indicati nella Tabella C3.10.3,
inferiore a quello del pannello di ogni diaframma, per cui,
essendo hA l'altezza della zona di contatto tra agugliotto ed
tra tutti i pannelli del diaframma stesso, lo spessore tF calco-
alloggiamento, da non assumere maggiore di 1,2 dA.
lato con la formula precedente risulta massimo.
Valori maggiori di quelli indicati nella Tabella C3.10.3
In ogni caso non è richiesto un aumento dello spessore
potranno essere accettati dalla Società sulla base di prove
superiore al 20% rispetto a quello dei diaframmi ordinari.
specifiche.
.6 Nei timoni che non hanno il fusto incorpo-
Tabella C3.10.3
rato, devono essere sistemati, in luogo del fusto stesso, due
diaframmi verticali ravvicinati, di spessore non inferiore, in
generale a 1,5 volte quello dei diaframmi ordinari. Materiale dei supporti qa (N/mm2)
Nei timoni aventi area A inferiore a 5 m2, può essere siste- Legno santo 2,5
mato un solo diaframma verticale, di spessore non inferiore,
Metallo bianco lubrificato ad olio 4,5
in generale, a 2 volte lo spessore dei diaframmi ordinari. Di
regola non è richiesto che lo spessore sia superiore a 30 Materiale sintetico con durezza com- 5,5
mm, salvo casi particolari che verranno considerati di volta presa tra 60 e 70 Shore D (1)
in volta dalla Società.
Acciaio, bronzo e materiali ottenuti 7,0
con pressatura a caldo (2)
.7 I collegamenti saldati dei diaframmi orizzon-
tali e verticali al fasciame della pala devono essere (1) La prova di durezza al graffio a 23 °C e con il 50% di
realizzati in conformità alle norme contenute in C3.2. umidità deve essere eseguita in conformità a standard rico-
Nel caso di inaccessibilità all'interno del timone, essi nosciuti. I supporti in materiali sintetici devono essere
devono essere realizzati con asole su piatto di appoggio sal- approvati dalla Società.
dato ai diaframmi, da praticare su un solo lato del timone, (2) Acciai inossidabili e resistenti al consumo devono essere
in conformità alle norme contenute in C3.2. usati in combinazione con rivestimenti dell'asta del timone
approvati dalla Società.
.8 Lo spessore del fasciame della parte ante-
riore del timone non deve essere inferiore a 1,25 tF. In
.5 Lo spessore dell'alloggiamento dell'agu-
generale non è richiesto che tale spessore sia superiore a 22
gliotto in corrispondenza della femminella non deve essere
mm, salvo casi particolari che verranno considerati di volta
inferiore a 0,25 dA.
in volta dalla Società.
.6 Le tolleranze di costruzione, in mm, sul dia-
C3.10.8 Agugliotti metro dei supporti metallici non devono essere inferiori a:
dA / 1000 + 1,0
.1 Gli agugliotti devono avere un diametro non Nel caso di supporti non metallici, tali tolleranze devono
inferiore al valore dA, in mm, calcolato con la formula essere attentamente valutate sulla base delle proprietà ter-
seguente: miche e di deformabilità dei materiali impiegati; la
dA = 0,35 ⋅ (FA ⋅ K1)1/2 tolleranza sul diametro del supporto non deve essere
comunque inferiore a 1,5 mm.
essendo:
FA forza, in N, agente sull'agugliotto calcolata .7 Nel caso in cui le caratteristiche di sollecita-
come indicato in C3.10.8.7. zione nell'asta siano state ottenute mediante calcoli diretti,
anche il valore FA dovrà essere ricavato dal suddetto
.2 Deve essere previsto un idoneo sistema di calcolo.
bloccaggio che eviti lo sfilamento accidentale degli Altrimenti il valore FA dovrà essere calcolato con la
agugliotti. seguente formula:
C
.3 In generale gli agugliotti devono essere allog- F A = -----R- ⋅ A G
A
giati nei rispettivi mozzi porta-agugliotti con giunto conico
avente rastremazione sul diametro: essendo:
• da 1:12 a 1:8, per agugliotti con sistemi di montaggio e CR forza, in N, agente sulla pala del timone, calco-
smontaggio non idraulici, lata secondo quanto specificato in C3.10.5,
• · da 1:20 a 1:12, per agugliotti con sistemi di montaggio AG porzione dell'area A del timone, in m2, geome-
e smontaggio idraulici. tricamente insistente sull'agugliotto. AG non
.1 Gli accoppiatoi orizzontali devono essere .2 Il momento statico dell'area della sezione
collegati mediante bulloni calibrati, in numero nB non infe- dei bulloni rispetto all'asse verticale passante per il centro
riore a 6, ed aventi diametro non inferiore al valore dB, in dell'accoppiatoio non deve essere inferiore al valore Ms, in
mm, dato dalla seguente formula: cm3, calcolato con la formula seguente:
Ms = 0,43 d13 10−6
K 1B d 13
d B = 0, 62 ⋅ -------
- ⋅ ---------------
-
K 1A nB ⋅ eM
.3 Lo spessore della patta di collegamento non
deve, in generale, essere inferiore al valore dB.
.2 Lo spessore della patta di collegamento non
deve essere inferiore al valore tP, in mm, calcolato con la
.4 La distanza degli assi dei bulloni dal con-
seguente formula:
torno della patta non deve, in generale, essere inferiore a
K 1P 1,2 dB.
t p = d B ⋅ -------
-
K 1B
.5 Deve essere previsto un idoneo sistema di
In ogni caso deve essere tp ≥ 0,9 dB, bloccaggio dei dadi che ne eviti lo svitamento accidentale.
essendo dB calcolato per un numero di bulloni non supe-
riore a 8.
C3.10.9.3 Accoppiatoi conici
I simboli usati nelle precedenti formule hanno il seguente
significato:
.1 Gli accoppiatoi conici aventi la forma indi-
d1 diametro regolamentare dT o dTF, in mm, cata nella Figura C3.10.6 (con significato dei simboli usati
in (a) e (b) riportati di seguito) deve avere le seguenti
dell'asta del timone, in accordo a quanto pre-
dimensioni:
scritto in C3.10.6,
(a) Accoppiatoi conici con sistema di montaggio e smon-
K1B, K1A, K1P coefficienti per il dimensionamento di ele- taggio idraulico:
menti strutturali in acciaio ad elevata
resistenza, relativi rispettivamente ai bulloni, Conicità: 1/20 ≤ (d1 − d0) / tS ≤ 1/12
all'asta e alla patta, i cui valori devono essere tS ≥ 1,5 ⋅ d1
assunti come stabilito in C3.10.3 ,
dG ≥ 0,65 ⋅ d1
eM distanza media, in mm, dell'asse dei