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Evelgasparini 2

Part 2 of the anthropology of the slavic peoples covers the kinship system and the structure of relations within agrarian communities

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antoniopesce
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Part 2 of the anthropology of the slavic peoples covers the kinship system and the structure of relations within agrarian communities

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BIBLIOTECA DI STUDI SLAVISTICI

12

COMITATO SCIENTIFICO
Giovanna Brogi Bercoff (Direttore), Stefano Bianchini,
Marcello Garzaniti (Presidente AIS), Persida Lazarevi,
Giovanna Moracci, Monica Perotto
COMITATO DI REDAZIONE
Alberto Alberti, Giovanna Brogi Bercoff, Maria Chiara Ferro,
Marcello Garzaniti, Giovanna Moracci, Marcello Piacentini,
Donatella Possamai, Giovanna Siedina, Andrea Trovesi

Titoli pubblicati
1.
2.
3.
4.

Nicoletta Marcialis, Introduzione alla lingua paleoslava, 2005


Ettore Gherbezza, Dei delitti e delle pene nella traduzione di Michail M. erbatov, 2007
Gabriele Mazzitelli, Slavica biblioteconomica, 2007
Maria Grazia Bartolini, Giovanna Brogi Bercoff (a cura di), Kiev e Leopoli: il testo culturale,
2007
5. Maria Bidovec, Raccontare la Slovenia. Narrativit ed echi della cultura popolare in Die Ehre
Dess Hertzogthums Crain di J.W. Valvasor, 2008
6. Maria Cristina Bragone, Alfavitar radi uenija malych detej. Un abbecedario nella Russia del
Seicento, 2008
7. Alberto Alberti, Stefano Garzonio, Nicoletta Marcialis, Bianca Sulpasso (a cura di), Contributi
italiani al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti (Ohrid, 10-16 settembre 2008), 2008
8. Maria Di Salvo, Giovanna Moracci, Giovanna Siedina (a cura di), Nel mondo degli Slavi. Incontri
e dialoghi tra culture. Studi in onore di Giovanna Brogi Bercoff, 2008
9. Francesca Romoli, Predicatori nelle terre slavo-orientali (XI-XIII sec.). Retorica e strategie comunicative, 2009
10. Maria Zalambani, Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985), 2009
11. Maria Chiara Ferro, Santit e agiografia al femminile. Forme letterarie, tipologie e modelli nel
mondo slavo orientale (X-XVII sec.), 2010

Evel Gasparini

Il matriarcato slavo
Antropologia culturale dei Protoslavi
II

a cura di
Marcello Garzaniti
Donatella Possamai

Firenze University Press


2010

Il matriarcato slavo : Antropologia culturale dei Protoslavi / Evel


Gasparini. - Firenze : Firenze University Press, 2010.
(Biblioteca di Studi slavistici ; 12)
http://digital.casalini.it/9788884539991
ISBN (online): 978-88-8453-999-1
ISBN (print): 978-88-8453-998-4

La collana Biblioteca di Studi Slavistici curata dalla redazione di Studi Slavistici, rivista di propriet
dellAssociazione Italiana degli Slavisti (<http://epress.unifi.it/riviste/ss>).

Riproduzione mediante scansione di E. Gasparini, Il matriarcato slavo (Sansoni, Firenze 1973) e di E.


Gasparini, Finni e Slavi (Annali dellIstituto Orientale. Sezione slava, I, 1958, pp. 77-105).
Graphic design: Fiorella Foglia
La presente pubblicazione viene realizzata grazie ai contributi dellUniversit di Padova, Dipartimento
di Lingue e Letterature Anglo-Germaniche e Slave, dellUniversit Ca Foscari di Venezia e della
Fondazione di Venezia.

2010 Firenze University Press


Universit degli Studi di Firenze
Firenze University Press
Borgo Albizi, 28
50122 Firenze, Italy
http://www.fupress.com/
Printed in Italy

INDICE

TOMO I
Premessa di Marcello Garzaniti, Donatella Possamai
Prefazione di Remo Faccani
Per una bibliografia di Evel Gasparini di Donatella Possamai

VII
XI
XXIX

IL MATRIARCATO SLAVO
Introduzione

1
PARTE PRIMA. LA CULTURA MATERIALE

I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.
XII.

La raccolta
Lagricolura di zappa
La zappa femminile
Il regime dellorto domestico
Conservazione e perdita della propriet femminile
Il miglio e il frumento
Laratro
Lallevamento e il traino dellaratro
I campi instabili
Labitazione
La ruota
Il denaro di tela

17
33
37
45
49
63
73
87
109
115
167
191

TOMO II
PARTE SECONDA. LA CULTURA SOCIALE
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.
XII.

La grande-famiglia
Le nozze matrilocali
Il clan materno
Lavuncolato
Il ritorno della sposa e la struttura del rod
La sebra esogamica
I villaggi binari
La decadenza degli istituti gentilizi
La carriera di sposa
Associazioni femminili e maschili
La vita pubblica
Il patriarcato slavo

217
233
253
277
299
311
335
375
395
435
457
479

E. Gasparini, Il matriarcato slavo. Antropologia culturale dei Protoslavi, II, ISBN 978-88-8453-757-7 (online),
ISBN 978-88-8453-734-8 (print), 2010 Firenze University Press

TOMO III
PARTE TERZA. LA CULTURA SPIRITUALE
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.

Lo spirito della foresta e lo spirito dendrico


Il dio celeste ozioso
La pesca della terra
Bog
Perun
Zcerneboch
Le continae e la bratina
Gli astri
I Mani
Fiabe e danze
Il canto e lornato

Bibliografia
Indice analitico
Indice delle illustrazioni

493
513
519
525
537
545
553
579
597
631
681
709
749
759

APPENDICE
Finni e Slavi

763

PARTE SECONDA

LA CULTURA SOCIALE

Capitolo p r i m o
L A GRANDE-FAMIGLIA

Le ricerche deI Kadlec e del Saturnik sulla grande-famiglia slava, bench fondate pi sulla
storia del diritto che su materiali etnografici giunsero a dimostrare la diffusione e i'antichith
deII'istituto. Non pensabile che una grande-famiglia che dalla Macedonia alIa Grande-Russia
e retta dalle medesime norme per quanto riguarda il regime di propriet, di elezione e di poteri
del capo, di successione e di partizione, non sia slava-comune. L'azione di una chiesa (cattolica,
ortodossa, islamica o protestante) o di un diritto statale (bizantino, germanico o ottomano)
non avrebbero potuto produrre risultati uniformi se I'istituto non fosse stato popolare, tanto
pi che la legislazione statale (russa, serba o ungherese) fu costretta a non prendere in
considerazione le norme incodificabili che lo reggevano. Nel 1890 esistevano in Croazia
430.182 zadxuge, con una popolazione di z.182.410 abitanti, un quarto del totale dell'intera popolazione del paese. '
La grande-famiglia si forma con la convivenza di figli e figlie sposate nella casa dei genitori.
Vivente il padre, & a lui che spetta la direzione della famiglia. Alla sua morte, se i discendenti
coiltinuano a convivere, la famiglia si trasformer in un u consertium a o e swietas bonorum n
presieduta per comune consenso da uno dei membri anziani di essa, delegato ad amministrarla.
I1 governo del padre non dura che una generazione. La vera grande-famiglia, di quaranta,
sessanta fino a cento e duecento componenti, si forma con la conservazione delIa comunit dopo
Ia sua morte.
Deceduto il padre, la grande-famigIia resta priva di capo naturale. Il potere di chi la
presiede sarh limitato e controllato dagli associati (i1 patrimonio, infatti, non appartiene a
lui, ma comune fi rutti gli aventi diritto) e durer finch egli godr della loro fiducia e
del loro consenso.
Indipendentemente dalle esperienze dell'occidente e nel solo ambito del diritto privato,
sorger presso gli slavi un organo rappresentativo, un consiglio di famiglia, formato dai
componenti adulti di essa, talora sole maschi, d o r a dei due sessi, con assoluta parith di
diritti.
Il principio della parit era sentito con tale forza da costituire una condizione della validit
delle deliberazioni: Pelezione del capefamiglia, te variazioni patrimoniali, i'arnmissione di un
membro estraneo, ecc. dovevano ottenere I'appravazione unanime dei soci. L'opposizione del

1 Maym A,, Die banerlichc Ha~skommuaion in dem Kotrigrcich Kroafien and Slmnien, v
v i d e Philolapie P, XXLII, 1912.

Archiv I. sia-

E. Gasparini, ll rnotriorcoto skovo. Antropokogio cdhkroke dei Protoskovi , 11, ISBN 978-88-8453-757-7 (odine),
ISBN 978-88-8453-734-8 (print), O 2010 Firenze Universi0 Press

singolo era sufficiente a invdidare la deIiberazione. Talora si ricorreva all'elczione del capo
solo quando i componenti della famiglia non erano concordi nel riconoscere come capo il
membro piU anziano di essa.
L'eth, infatti, non costituiva titolo di preferenza per la scelta del capo. I suffragi si concentravano sul pi autorevole, il pi esperto e il pi imparziale, senza considerazione n6 degli
anni, n6 deI grado di prossimit col capo defunto. Avveniva cos sia in Croazia che in Russia
che un membro giovane della famiglia si trovasse a impartire ordini agli anziani. Nec raro
evenit ut qui aetate cetersque inferior est, auctoritate superior evadat ; u po razumu, opyrnosti i rastoropnosti ... tak t t o rnladHij letami beret inogda preimufi.estvo nad stariim, bez
obidy d j a poslednjago n, a secondo l'intelligenza, l'esperienza e l'abilit cos che uno pih
giovane di anni prende talvolta il soprawento su uno pi anziano, senza offesa per quest'ultimo S . Nella Paglizza, se vi sono tre fratelli, di cui uno celibe, costume che sia jI celibe a
governare Ia casa perchi ritenuto pi imparzide. In Montenegro anche un uomo molto
giovane (vrlo miad &vjek) pub essere eletto a capo della famiglia dei KuCi. Insieme con la
regola deIItnanimiti, P questo un secondo tratto che separa le assemblee e gli istituti familiari slavi da quelli integralmente patriarcalr. La famiglia slava non conosce il principio della
primogenitura, n possibile che l'abbia perduto perchd privilegiato neile partizioni e nelle
successioni sar in tutto il mondo slavo (come vedremo) l'ultimogenito. Dove vige iI principio
di primogenitura e di anzianit, come nella grande-famiglia mia deI1'India e in quella armena
e albanese, il capo designato ipso iure dall'et, e il suo volere, considerato sacro, non
contrastato e non tollera opposizioni. I1 solo limite della sua volont il rispetto del potere
degli altri capi-famiglia. La grandefamiglia patriarcale, retta monarchicamente dal padre e
assicurata nella legittimit della successione a1 potere, non conosce consiglio di famiglia, o so10
a titolo amichevole e consultiv~.In Albania il potere passa sempre al primogenito, sebbene
egli non sia favorito nella successione dei beni. Presso gli Slavi, invece, il capo eletto non
ha alcuna disposizione sul patrimonio, Per vendere, obbligare, barattare o alterare in qualsiasi
modo la propriet, egli deve chiedere e ottenere il consenso di mtti i membri adulti della
famiglia. I n Bulgaria per comperare qualsiasi cosa tenuto a chiedere l'assenso sia della
padrona di casa che degli altri membri dtI1a famiglia, e sia l'una che gli altri possono
opporsi. lo In V o h i a non pub vendere terra senza il permesso di un istituto tutori0 detto

...

BogiSit E., Zbornik, pp. 34-48>50-52, 396; Kadl~cK., Rodimf nedfl Eili &ruba v ptduu sloeiamkm, Praha,
1898, pp. r r , 19, 54, 75, 76, 8 r ; Muchin V . F., Obytnyj porjadok nasledovanija u krest'jan, SPb, 1888, pp. 31,
nota 2 e 3 ; Briickner A., Encyklopedia stmopolska, Warszawa, 1939~TI, p. 370; Kostrendf M., Zndmga, in Enciklopedrjn, srpsk~-hw11#~k0-~Zove~nfAa,
a cura di Stanoievi6 St.. Zagrcb, 1929.
3 Piller et Mittelpacher, v. Strohal G., Dte Wailskoramunio~efl (zadrup) bei den SEidslawen, MaGH, XII,
1912, P. 407.
Mucfiin V . F., O b y h y j porjadok nadedauanija, loc. cit.; Jakdkin E.,Obyfnoe pravo, Jatoslavi', I, 1875.
pp.

XXL.

Ivanigwit Fr.,Polfica, Zbng, VIII, 1903, pp. 227, 293.


DuZK Sr., Zivob i obitaji pimem K d a , S a , XLVIII, 1931,p. 107. &l nella Metohija: sans mnsidk
mtiw d'i~eleia (Lutovuc M., Ln Metohija, Paris, 1935, p. 38). La grande famigiiliit della Gcorgia poteva avere i capo
un giovane anche vivente il padre (Chradze R. L., Problema $riui~skojsmejnoj obrtiny v Liicrature X I X ~ c b ,
u Sovetn. *, 1954, 1, P. 138).
7 Schrader O., Realfex. der indogermmi~cbe~
Aiteriumskunk, zL, Ekrlin, 1917-1923, p. 289; Kasven O., SP
mejmja ohftina, 61 Sovetn. *, 3 , r948, p. 22 ss.; Starcke C. W., Lei famille primitive, Paris, 1891,p. 95.
8 Giwv P. St., Il Codice di L.ek Dukagiini, Roma, 1941, par. 63, m. Boa.
Kadlec K., op. ci#., pp. zr, 22, 54.
'0 Barbat L,,Gewohaheitnecbdicbes aus Bulgmien, ZhrWR, XXVII, 1912, p. 452.
5

dei <t mirovye posredniki P. 'l In Belorussia per operare mdificazioni di ptoprieth deve
chiedere il parere dei familiari, anche di qudli la cui opinione gii gi nota. L'ultima ad
esprimere il suo avviso la padrona di casa. " I n sostanza, nella grande-famiglia slava il capo
non hai pieni poteri (non un ec polnopravyj rasprjaditef B), ma solo amministrativi. " II
capo soggetto alle medesime limitazioni in Grande-Russia. In Lituania non ha la facolt
n6 di punire, n di limitare la libexth dei familiari. I5 ec Non 8 il capo che fa la casa, ma la
casa il capo n, dicono i Mordvini. '
Dovunque esiste questo tipo democratico di grande-famiglia, il capo pu8 venire deposto
per trascuratezza, prodigaliti Q ingiustizia, e sostituito da un altro componente della famiglia,
eccezionalmente anche da un celibe o da unii donna.
Se si accetta il principio della grande-famiglia come a consortium P di fratelli (nd senso
del diritto romano), queste limitazioni dei poteri del capo non sorprendono, a parte la
frequente presenza presso gli Slavi delle donne, parificate agli uomini nei diritti di controllo.
Cib che invece deve stupire i conoscitori del diritto indoeuropeo e occidentale che presso
gli Slavi alle stesse limitazioni e controlli possa essere soggetto l'operato del padre.
Gi nella grandefamiglia, intesa come a consortium *, con capo elettivo, pu accadere
che un figlio, prescelto a capo, si trovi a impartire ordini al proprio padre, " e i fidi obbediranno in ogni caso al capo-famiglia, e non al loro padre, essendo padri e figli pareggiati
nella sottomissione al capo, Questa situazione sembrata agli etnogmfi cos necessaria e naturaIe da non meritare rilievo, sebbene essa costituisca un capovolgimento inammissibile in una
societ patriarcale. a 11 padre non nulla in casa - osserva il rev. Lovretii - il capo tutto *.
Alla domanda dell'inchiesta del BogiBiC se il padre abbia potere sui figli, sono giunte rg
risposte di cui 9 negative, 4 positive e le restanti incerte, cud vago e precario il potere
paterno presso gli Slavi meridionaIi. Si dice che ndIa zadruga il padre non che un membro
che gode degli stessi diritti degli altri zadrugari. l' La sposa di una zadniga In Slavonia si
lagna: 9 io ho partorito un figlio e un aItro gli comanda ip. In VoIinia l'autorizzazione
all'alienazione di terre necessaria anche se il venditore il padre o i1 nonno. 21 La proprieth
familiare i: distinta in ereditata ed acquisita, a dedovEinaja N e a prikupnaja ,P La parte
avirit, detta in Ucraina u didizna o bat'kivgsna B, non pub essere venduta nemmeno se i
figli mancano di rispetto al padre." Senza <{ un estremo b i s o p o B (brez velike nevole) era
vietato venderla anche secondo Io Statuto deUa Poglizza. a I beni familiari - nota i1 Muchin
non sono propriet del capo, poich il patrimonio & del " rod", "bo imienie est' rodovoe", e il

11

P. 93.

Bobkowski A., Wtofcinnskie zwyczaje spadkme #a W h n i u , u Lud sIowiafiski ip, I, 1gzg-~g3o,-pp. 188-189.
Dovnar-Zmpol'skij M., O E d i semejrtuennaga obyfndgo prdva n kxest'im Minskoj gub., EO, XL, 1899, 32,

Matvcev P. A., Oferki nardnago juridif~ska~o


by## Samrskoj gsrb., ZGO OE, VIII, otd. T , 1878, p. 31.
Jakugkin E., Obytnoc provo, 111, p, 197.
15 Witort Jan, Liiewska wspdbnoio rodzinna, a W i s l ~ .IX,
~ , 1895, p. 4.
16 Majnov Vl., OEerk jmidiEeskugo byta Mordvy, ZGO OE, XIV, vyp. I, 1885, p. 182.
17 Pcrrot G.,Gli Sbtij meridionuli, uad. jtal., Milano, 1875, p. 12; Ddines M., Russie, Patis, 1897, p. 57.
18 e Otac nijc nata u kufi. Gazda je sve B, Lovretie Jo., Otak, ZbNi., 111, 1898, p. 49.
19 BogiBiE B., Fravni obihji, pp. 315-317.
hvretif J., op. cit., ZbNZ, 11, 1897, p. 324, nota 2.
2' Bobkowski A., op. loc. cit.
Samokvasov A. Ja., Semejauja 0b9Eina u K~lrskom uezde, ZGO OE, VIIL, 3, 1878, p. 13.
a Cubinskij P. P., OEerki narodnyck juridifeskich obyEum i ponjatij v Mdms~ii,ZGO OE, 11, I 869, p. 692.
Monumente Ais#.-jsrridicciSlavarum mwidionulium, Pars I , vol. IV,Bgreb, 1890,p. 59.
13

padre non pub alienarIi o impegnadi in dtro modo senza il coosenso di tutti i familiari. Se
Io fxesse ii contratto verrebbe annullato.Una nuora con figli minori pub ricorrere ai tribunali
contro il suocera che vende la proprieth, e la corte vieta tde vendita anche quando i figli
sono adulti, ma assenti o incapaci di giudicare deI vantaggio o del danno deli'operazione . 25
In Polonia, dove da duecento anni e pi non esistono grandi-famiglie, r il. popolo distingue
i beni aviti da quelli acquistati, circondando i p t h i di un certo quale pietismo. La propriet
ereditaria, per la qnaie si intende per lo pih il fondo cosiddetto "si&alnyU, cio iI fondo la
cui propriet risalile ail'affrmcnimento dei servi d d a Kongresdwka, in base al decreta imperiale
del I 864, considerato pmprietil del "d"
(whnobf roda), uc4 propriet che deve, se
possibile, venire trasmessa ai discendenti, e soprattutto ai discendenti di sesso maschile S. "
Nel vojevodato di W a l'intera proprieti cousidmta comune a tutta Ia famiglia, a]. punto
che i figli adolescenti hanno di fatto voto deliberante sulle sorti di essa B. n a I1 nostro contadino considera la sua proprieG non come una proprieth personale, ma come una propriet in
quakhe modo familiare (wiasnoii poniekqd rodzha), destinata a fornire di volta in volta i
mezzi di sussistenza a un'intera serie di generazioni. Per questo sente l'obbligo di cederla a h
generazione successiva appena I'eth avanzata o la diminuzione dde forze lo privano della possibiiid di lavorare D. " Questi medesimi concetti ispirano i sentimenti di proprieth deI contadino grande-russo, beIorusso e ucraino, " come pure di quello serbrN;roato e bulgaro, sia n d a
grande-fami& ( o zadruga) che nella famiglia ristretta (o inokostina). Lo spirito del diritto
familiare slavo risiede nelltnit familiare N, nota lo Strohd. " La frimiglia ristretta non t
che ii ramo separato di una grande-famiglia in via di divenire a sua voIta g u i d e f m & a . E
anche dove questo sviluppo non previsto (come in Polonia), le norme che la reggono non
sono diverse da quelle che reggono la zadmga. un punto sul quale concordano tutti gIi
studiosi del diritto popolare slavo.
Quando si toglie al padre la Iibem disposizione del patrimonio e quando i figE vengono
associati e educati nel dgvere di consemarIo, riconoscendo loro il diritto di intervenire contro
il padre, si priva iI padre del fondamento economico del suo primato, e a& del principio
della sua autorit.
II riconoscimento ai figli di un diritto di custodia del patrimonio li pareggia a i padre.
Una tale parificazione non & SOIOdi fatto, ma anche di diritto, 31 e questo fin da epoca antica:
nel XIII secolo le donazioni fatte da proprietari a chiese e conventi in Russia e in Polonia portano la clausola u CUI consensu omnium ffiornm suorum *.= Lo Statuto di Ragusa d d 1272,
ali'art. 52 vietava al padre di fare d o d o n i sema il consenso dei figli. In Polonia e in
C d a , in documenti deU'XI-XITI secolo, per le dondoni si richiedeva molto spaso anche
il consenso della moglie. 34 3 figli sono comproprietari deI padre, e nelle partizioni al padre

" hMuchin
V. F., Obyriiyj porjadok iiiarledwmijd, pp. 57, nota, 65.
d & i K., Prmw
d r e s i e wyposawia dzieci i dziddczebia
62,

zwymje

W., Kowdski K i Wiisilkowski

wojew.

lrrbebkim, in: G6rski

Jao, Zwjnaje spadkorw W Pdsce, Cz.IV,W q w a , 1929,p. 194.


8 G6rski Jo., S p d k o k m i e gospodmtw wiejskb W wojeut. Wzkim, #p. cit., p. 160.
JatMmnki W.,Sprawa liriedzkenk gospodms~w rukjskicb W woiew. Iuhlskim, OP. d.,
p. go.
a C&, di G&,
Minsk, PodoIia, Voli&, Kiev, Poltava c Bessarebia, v. M&
V. P., op. cir., p. 67.
3 kvhd G.,Die Hausknmwrirnion, p. 4x5.
-it Redle K,o$. d.,
pp. 66, 81.
Vladimirskii-bdanov M.F., Obzw isbatu rrrsskago p t m , KievSPb, 1900, pp. 466-467,
Siaird E., Pmbl8mes fumihwx cbez les S h e r d# ~ u d Fa&,
,
1947,pp. 23, 67.
a K d e c K.,op. ci:., p. 75 nota 3, p. 76 nota 4, 2, 106.

$o., J u s W i

""

spetter una porzione uguale a quda dei figli. " In Russia le priizioni del patrimonio awenivano d a pari, G prinimaja v raget qnovej vmeste i naravne s otcom a, prendendo in
considerazione i figli insieme e a h pari col padre. In Montenegro, n&
partizioni, G il
padre divide tutte le facoiti tra i maschi, nei quaii egli pure si annovera, e in parti uguali W . "
A quindici anni, e anche prima, il ragazzo si considera aih pari dei genitori. L'autorit del
padre, come padre, nulk e inesistente per&& non pu fondarsi s&
propriet, n6 sulia
capacit di mantenere la prole o di educarla.
I1 padte non 8 dunque che un amministratore temporaneo. In BeIorussia la comunit di
viiiaggio pub privarlo anche di questo limitato potere quando sia dissoluto, mettendo ai suo
posto la moglie. 38 I1 ma parere resta privo di vdore se i E d a r i si coalizzano contro di 1d.
Nemmeno la regola deli'unanimitA & rispettata nei suoi riguardi. Infatti, egli non pu, per
esempio, rifiutare ai figIi la partizione a quando tutti sono d'accordo P. M Lo voglia o meno,
a sessant'anni gli Slavi meridionali lo considmo decaduto, In Polonia e in Russia non
esistono limiti prestabiliti per questo ritiro. In Russia egli cede allora la direzione ddla
famiglia al figlio maggiore, al qude si sottomtte, 41 Il figlio gli assegna il lavoro giorndiero
e nelfa Russia settentrionde, dove fa casa t costruita col concorso di tutto il villaggio, l'abitazione passa al figlio minare, senza intervento d d a volanti del padre. Nei governatorito di
Kovno la sorte di questi padri anziani era tutt'dtro che lieta. Si costruiva loro una a &&In
Q

che era di solito una staiia (chlewn) adattata ad abitazione, In tale luogo veniva relegato un
padre che, per un motivo o p& l'altro, p e r b la direzione d d a famiglia. Veniva fatto
a osiadad na kqcie B, abitare nell'angolo, come si usava dire, anche contro la sua volont. Gli
si assegnava un pezzo di terra e qualdie utensile da lavoro. Diveniva un a kqtnik m, costretto
a lavorare alcuni giorni d a settimana per i figli e a vagare qua e l tra la c m e I'om.
Talora i genitori contrattavano coi figli i patti della cessione de1Ia direzione della famiglia,
cercando di assicurarsi una condizione sopp~~abile,
ma era m o che questi contratti fossero
osservati perch le corti distretuali erano piene di querele contro i'inadempimza dei figli.
In forma pi bonaria e appena pi decorosa tale relegazione dei padri aveva luogo anche
presso i Szrbi di Lusszk.
Vi k qui un terzo tratto, forse il pi grave, dello spirito amipatriarcale deUa famiglia slava:
Ia paternith non 6 una condizione inalterabile, per tutta la durata d& vita, m limitata
d'eth valida al lavoro. Non meraviglia che in Montenegro c in Serbia vi siano ve& padri
che, prostrati dalhmiliazione, desidetano solo morire.
Nel 1384 iI governatore di Ragusa Paolo Giustiniani accorgendosi Che b Statuto della
repubblica non permetteva a un padre di testare che su
quarta parte dei suoi beni, trovava

35

Pokmdij F.,Semej~~ye
mdely v Ci1chloniskonr uezde, s: Zivst. i,X I I , 1903, pp. 8-9.
h t j g m siidebnoj pruktiki, ZGO OE, XVIII,

a N. (anm.), N d i ~ y jirri&eskie
a
oBytd p

T. 11,

I-,

P. 330.
37
38

"
P.

73.

Ciiiudina G.,Stwia &l Montenegm, p. 33.


S i d E., OP. Cif., pp. 64, 76,
R w h S. V,. QM
awadnych j d i k ~ k c bobyEmv Smalenskoj gd., ZGO OE, xVm,

Rm vse soglriany s DwmrZapaPakij M.,Oterki ~ e ~ # v e n w pg wua , EO, XXXII, x897,


Muchin V. F., Obytayj porjdok nrrsledavmiju, p. 62, nota.
4

41

Potanin

E. P., E!nografi&skiQ raffietki, u Zivst. , M,I, 1899,pp.

I,

p. zoo.

18-181.

Pmieinit guA kowiwhkiq ZB h t d 18 96.1897, a W& i,XIII, 1899,pp. 296-297.


Haupt: L. und Schmnlq J. 3,Valksliedw dw Sorberr, G r j m ~ 11,
~ , 3843, p. 2x2.
JmifwiC A., Nm. Smt, 8ijeZka Nahija a Crrioj Gori, ZbN5, W ,r 9x0, g. Br ; Pavlwit Jo., Zivob i obihji

4 Gakowski,
44
6

T. 11, npoo,

che una tale disposizione era e contra omnes leges et bonos mores et contra liberurn arbitrium, ac etiam contra honorem patris n, e la sopprimeva per il passato e per l'avvenire,
u ulfo statuto seu statuti capitu10 hinc retro facta in contrarium non obstante a. Se lo
Schrader avesse condiviso anche solo una parte dell'indignazione del nobile veneziano per la
condizione fatta al padre nei paesi slavi, avrebbe riflettuto pi a lungo prima di supporre
Slavi fossero arrivati a tanto attraverso un adattamento della grande-famigfia patriarche
cale indoeuropea ai loro particolari costumi. Per immaginare che un u mnsortium B di fratelli indivisi abbia agito retroattivamente sulIa pi antica cellula della famiglia patriarcale,
distruggendola, bisognerebbe supporre che la grande-famiglia stessa fosse nel mondo slavo
pih recente della famiglia ristretta, e non originaria deIla societ slava, cosa che in ed slava
non pare possibile. DeI resto, l'analisi arriver ad annullare anche questa supposinione.
Accanto, infatti, alla persona del padre o del capo maschile eletto della grande-farniglia
slava, si trova sempre m capa femminile, una r< domafica s o dwmakina s in Serbocroazia
c in Bulgaria (da u dom D, casa), una ec chozjajka o u boPSucha s in Russia (da u chozjain ,
economo, e a M'Zak a, capo). La <domatica
i
r, o B bolgucha m di solito la moglie del capo
della casa e non occupa la sua posizione per elezione. I pochi casi di elezione della domadim n in Serbocroazia4' (in Russia mancano del tutto) sono interessanti perch provano
che la doma& non ripete il suo potere dal domaiin, ma rappresenta un potere femminile
autonomo. L'elezione aweniva infatti ad opera delle donne.
Solo da quattro o cinque localitii esplorate da1 questionario del BogiHif si ha notizia di una
soggezione della domatica al domatin. 48 In questi casi si specifica che quando essa 2 la
moglie del domadin, si trova nei suoi confronti neita dipendenza di moglie a marito, ma se
invece sua madre, aIlora considerata e madre di tutta la zadruga r, e si fa intermediaria
t r a il capo e i familiari che Ia assistono ed eseguono i suoi ordini. 49
Mentre il capo maschile presiede ai lavori maschili e dei campi, ai rapporti esterni della
grande-famiglia con altre grandi-famiglie e col ei rod P, iI capa femminile domina sul lavoro
delle donne e suUa disciplina interna della casa. A Konavli (Ragusa) la doma&coi si regoIa ne1
suo dominio in modo autonomo di fronte a tutti i membri dena famiglia ed esercita pieni
poteri neil'ambito della casa, come fa il doma& in quello dei campi. Nello Zagorje croato il
domaiin governa la famiglia insieme alla moglie. Nella valle del Cetina si dice che, poichi
l'ordine de1Ia casa dipende da lei, essa dispone di un potere pari a quello del capo maschile. m
In Belorussia la si considera come un'aiutante del marito e l a sfera dei lavori domestici le
appartiene per intero. E Ia chozjajka che custodisce il ricavato di tutte le vendite ed eseguisce i pagamenti in quaIit di + rappresentante d d a comunit familiare (predstavitel'nica
obgChy). I tribunali popolari difendono questi suoi priviIegi.= In Ucraina la chozjajka

nur. sc Kragujevatkoj Jirsenici n Sumadiii, Se%, XXII, 1921, p. 116.


* Liber Statutorum civitufi~ Ragissii, VIII, 24, in Stmhal G., op. cit., p. 451.
47 BogiJi6 R., Z b o r ~ i k pp.
, 6r-62,
4 Bogi3iE B., Zbomik, p. 67.
BogiSiC B., Zhrnik, p. 46.
Joj je sve u mci kao i domacinu B , BogiHiE B., op. ci#., p. 63. CosK anche presso i mordvini MokJa dove
non t sottoposta al marithcapo, ma t pari a lui e viene obbdita come viene obbedito il capo (Majnov VE., O2erk
j u d . byld Mavduy, ZGO OE,XIV,vyp. I, 1885,p. 133).
51 Sendrik P). 2. i Dwvnar-Zapollskij M. V., Rnspredelenie naselenijd Verchnago Podneprov'jrr sr Belaruzsii,
at Rossije B, a cura di Semenov V. P
., T. IX, p. 149.
5z Dovnar-Zap~rskiiM. V.,Oferki, EO, I, 1897, XXXIX, pp. roo-101.

"

dispone u di un maggiore numero di prodotti che non il chozjain, come delIa farina di
segala, delle filacce delia canapa, del miele e di quasi tutto n. " Nei canti nuziali ucraini
appartengono alla padrona la n kornora a, le chiavi, la mucca, 1 piselli, la farha; al padre c< i
buoi nei campi f i (voly na obory). La figlia chiama la fattoria e mam6nyj dvor n, fattoria
della mamma. In 15 distretti dell'ucraina, su 360 canti nuziali 217 sono rivafti alla madre,
67 ad ambedue i genitori e 76 al padre. I canti nuziali sono solo femminili. Non esistono in
Ucraina cori misti. "
Anche nella famiglia ristretta dei Kasmbi della Pomerania la donna che a tiene la
borsa W. 5s Un proverbio polacco dice che 4 I'uomo la testa della casa, e Ia donna il collo:
il cono gira la testa secondo il suo volere *. 56 Si pu tmvme lo stesso concetto presso i
Mordvini: a I1 marito parla, la donna pensa; la parola del marito, il pensiero delIa donna D. "
Pi frequente P un altro proverbio polacco: u La padrona tiene tre angoli della casa, il
padrone il quarto B. Si dice che a il contadino non pu destreggiarsi da solo perchd tiene un
angolo deI1a casa, e la donna gli aItri tre n. 59 Il proverbio molto diffuso in Serbocroazia,
per esempio: + Tri katunka (tese) od kuk stoju na ieni, a Zetvrti na bviku s, cr tre angoli
della casa posano sulla moglie, e uno sul marito >>, oppure: a Zena d d i tri ugla, a mugkarac
retvrti s, e( la moglie tiene tre angoli delia casa e il marito il quarto B. Si dice anche senza
donna non cZ casa e che I'uomo sofo un ospitea2o che la casa non fondata sulla terra
ma suila donna. a
Secondo il Perrot n Ia moglie del patriarca, e un'altra doma attempata scelta da lui,
quella che regola i terreni e distribuisce tra le altre cognate e cugine le varie funzioni
domestiche B. " Anche i1 BogiiiC rileva che a le donne hanno accesso e voce nel consiglio
di famiglia per quanto cuncernt i lavori dei campi S . 69
costume che il capo maschile non
si intrometta negli affari delle donne e nella sfera di dominio della domaiica, ma egli non
pu venire a capo del compito di coltivare i campi senza il cohcorso delle braccia femminili
per i1 quale egli si trova non a comandare, ma a dipendere dalle disposizioni della domaiica. ffi
I n Belorussia Ia divisione del lavoro per sessi e la partecipazione femminile alle fatiche generali stabilita dal costume, conferisce alle donne, secondo il Dovnar-Zapol'skij, una sicura indipendenza. # Nella Djevdjelija i1 cc domakijn D non dispensato da1 lavoro, anzi, deve darne

Cubinskij P. P,,OCerki ncirodnych jurid. obyfaev I ponjatij, ZGO OE,11, 1869,pp. 683.684.
Ochrimovit V., ZtPnCenie mdwusskich madebnyck obrjadov i pesca V isforii ewljucii rem'i, EO,XI,4, 1891,
PP. 72, 79, 101.
55 Tetzner R.,Dic Slawcn in Deutschiand, p. 487.
M K. Z,, Pnysfowid, u Wida B,, XVI, 1902, p, 564.
n Majnov VI., OEerk juridZeska~o byta Notdvy, p. 163.
9 Krkk Fr., Pnycqnki di7 drugielo wydonia "Ksiegi przydbw" S Addbergu, u Lud m, VZI, I, 1901; id., in
Swieek Jan, Zwyczajc i pofecia prawne ludu nadrabskiego, PAU, Miter., I, 1896, p. 319.
9 Trawiftska-Kwa$niewskaM.,SyfuQcja spdecrna b b i e t y wiejskiej, PME, X, 2 , 1957, p. 171.
60 IvaniaevK Fr., Poljica, ZbNZ, VIII. 1903,p. 25761 Culinovi6 F., Narodsro prmo, Beogrnd, 1938, p. 427. V. anche: Lang M . , Sarnobor, ZbNZ, XVIII, 1912,
3

p. 132.

Petrovit VI. P,,Zaploiie ;li b i e s b d k o u Srbiji, ZbNE, V, 19,


g. 256.
e Ardali6 VI., ObiteEj u B d o v i c i , B N 2 , XI, 1906, p. 166.
n P m t G.,Gli SLav meridionali, trad. itd., Milano, 1875.
66

66

p.

BogiHit B., Zbornik, p. 76.


Kosven M . O., Semejnoju obJ2ina, a Swetn. n, j, 1948, p. IO.
h n a r - Z a p l ' s k i j M., Ofeski smejstvennrigo o w n a g a pravg krcstjmt Minskoj gab., EO, XXXII,

107,

I,

1897,

l'esempio. La ec domakijna B invece ne t esente e impartisce solo gIi ordiniaWIn Serbia Ia


moglie (Zena) diviene anziana (baba) quando compie sessantbnni, ma le n babe r, sono aarticolamente onorate (se osobito pogtuju), 4 la suocera pi rispettata del marita e le "babe"
pi degli anziani i ~ m. Le ec babe m sono i1 pi6 grande tesoro della zadmga (najveEe blago), le
4 vere coIonne . Ogni a baba D 8 membro di diritto d d a zadruga (punopravan zadnigar)
e spesso il siio parere ha la prevalenza. Nella Kolubara e nella Podgorina le donne entrano a
far parte dei u consigli di famiglia a a diciotto anni, come gli uomini, e sano loro che
introducono nel consiglia ii figlio diciottenne chiedendo che il suo particolare diritto venga
riconosciuto. 'l Nella boPSucha ib o u star8aja >z si manifestano, a parere del Kosven, resti
indubbi di matriarcato. Vi sono infatti, sfere di interessi familiari in cui la domaiica mostra
di disporre dei poteri di una matrona, ai quaIi $i etnografi attribuiscono una grande antichith,
come il potere sui figli e sui matrimoni. I n Belorussia le figlie le sono sottoposte fino
a 74-15 anni. " In Grande-Russia alla madre che spetta la parola decisiva sui matrimoni dei
figli e delle figlie. Il padre non dar la sua approvazione che dopo che la moglie avr
espresse il suo consenso." I canti popolari serbc-croati, ucrsini, beIorussi e polacchi sono
pieni di richieste, di preghiere e di rimproveri di figli e figlie alla madre di dar loro mogli o
marito o di averli sposati contro volonti. Presso i Russi ddla Siberia orientale esiste una
parit di diritti tra donne e uomini che conduce di fatto al predominio delle donne. Le
donne impongono a figli e figlie matrimoni conformi agli interessi della famiglia. I1 figlio
segue la volont della madre, della zia o della sorella maggiore. Talora sono giusto Te figlie
che si ribellano a questo andazzo," e meritatamente perch proprio il diritto matriarcale
riconosce aiia nubile la libera scelta del marito.
In Bulgaria, a Ljeskovac e nei dintorni di Trnovo, t la dornakina che sceglie la fidanzata
ai giovani e d il suo awiso sul matrimonio delle ragazze. Essa stabilisce anche quando
si deve battezzare un bambino e il nome che gli si deve dare (ona daje mnjenie kad i kakvim
imenom da se k~stedjeca). Accompagna Te nuore in chiesa e in visita, accoglie gli ospiti
sedendo a tavola con lom, insegna j canti e le preghiere, distribuisce le elemosine ai poveri
e provvede ai suffragio dei defunti. 76 Sulla parte deUa donna slava nei riti domestici anche
pagani hanno richiamato l'attenzione etnogtafi eminenti. n MoIte di queste funzioni sono
sostanziali e la dornatica le adempie come capo spirituale e religioso della famiglia. I1
costume popolare russo fa obbIigo ai figli di mostrare pi* rispetto aUa madre che al padre.
Anche iI figlio sposato veniva punito dal u mir ip se mancava a questo dovere. "

Tanovit St., Srpski r w o d ~ iobiEuji u Djeeidjelijskoj kaxi, SeZb, XL, 1927,p. 282.
MilosavljeviE G . M., Srpski narodni obitaji is s r e a Omcljskog, SeZb, XiX, 1919, p. 289.
Grbit S. M., SeZb, XIV, 1909, pp. 303, 309.
Pavlovit Je., Kolubara i Podgoriwu, SeZb, V I , 1907,p. 504; Pavlovif Je., Ant~pegcogr~fija
Valjauskc Tamttave,
se%, XVIII, 19x1, p. 632.
n Baumann H.,V.q~wrcchi und Multerrechi in Afriku, ZE, LVIII. 1925, pp. 66. 71, 81, 87, 103.
73 Dovnar-ZapoPskij M., ap. ci#.,pp. 149-151.
74 Smirnw A., OEwki semejnych otrpofenij po obyfvomu pcniu m s ~ k ~ g
~o d a Moskva.
,
r 878.
n Pag., QEerki sibirskoj ?izfii, f e n ~ k o ecrnuo, in: Jakugkin E., O b y b o e pruvo, 11, p. 229.
76 BOgiii6 B., Zborndk, p. 65.
77 Machi1 J., Sititic Mi/hology, Boston, 111, 3918, p. 12; Trojanovif S., Vatra u obitajimri i fzvoiu srpsk.
m?&, SeZb, XLV, 1930, pp. 196, 198; Arnaudoff M., Dic bdg~risckenEertbriwhc, Leipzig, 1917,p. 12; Vinski
Zd., op. c f s , p. 27; Moszyiski K.,Kultilra ludowri, 11, r , p. 672.
78 hbrotvotskij I., Kr~sfianskieobytai v vostdnoj ?asti Vhdimirskoj gub.,
Juriditeskij Yestnik P, 6-7,r888,
67, 1889, in Jakuikin, op. cit., 11, p. 2 1 2 .
68
M

In mancanza del domakin 5 la moglie o la domakina che si mette in Bulgaria a capo della
famiglia. Essa lo rappresenta, e in tale qualita tocca a lei pagare le imposten e impartire
ordini agIi uomini. In Russia questa sostituzione temporanea del capo maschile cot capo
femminile pu divenire duratura se iI capo maschile malato, debole o dissoluto. Pu
accadere che il tribunale respinga una richiesta di pagamento fatta al capo da parte di un
creditore perch la gestione familiare & retta dalla moglie, e non dal marito. In assenza dei
marito, la u bof"bcha>p capo plenipotenziario deIla grandefamiglia anche presso gli Zyrjani,
lo rappresenta al a mir >, ed esegue i pagamenti. m Questa vicenda non affatto rara in BuIgaria. '' Dove la dornakiiia sostituisce il capo per lungo tempo (per dei mesi), compra e
vende nel frattempo ci che crede, senza alterare la propriet e senza contrarre debiti. B5 In
Bulgaria la cassiera della famiglia 1a donna che passa denaro al marito quando egli ne ha
bisogno. Negli affari importanti il marito tenuto a chiederle consiglio e deve tenere verso
di lei un contegno benevolo c decente." A Popovo Polje non raro che la domatica sia
il vero capo della casa e che il d~maiinsia tale solo di nome. " Dalle colonie militari di
Gradi: e di Brod 8 giunta al BogiSiC una definizione deIle funzioni della domaiica che
forse la pi vicina alla sua antica autorita: In assenza del doma& diritto ddla domaiica
dare ordini di lavoro ai membri della famiglia e disporre ci che si deve vendere e comperare,
e quando il domaCin in casa, essa d a lui le indicazioni ed egli le comunica agli altri familiari f i . Presente o assente il domatin, gli ordini partono dalIa domaAca, ma essa non li
impartisce direttamente agli uomini che in caso di necessit. costume slavo molto diffuso che
quando una donna si trovi per qualche evento, o anche per elezione, a capo della gestione
familiare, essa prenda come aiutante il marito, ma lei che impartisce gli ordini. A Bukovica
la dornaCica che rimane vedova prende di soIito come marito un servitore della casa (najrnenik).
Un tale marito non sar mai un vero domadin e la domatica governer praticamente da sola
la famiglie. AUo stesso modo, se aIla morte del marito, la moglie rimane con figli minori,
diriger la famiglia finch uno dei figli sar diventato maggiore, e allora madre e figlio governeranno a insieme m la casa. I n questi casi, il figlio maggiore assistita dalla madre e ha il
dovere di chiedere e di e.mltare i suoi considi. 92 I n Cechia, ce anche alla morte del padre vi
un figlio maggiorenne, la madre vedova conserva pieni poteri di padrona di casa, a finch6 pu

"

'

Barbar L., G e w o h n h e i t e h i c e aus Bulgarien, ZfvWR, XXVIX, r912, p. 454, XXXII, 1915, p. 83.
Gokler J. F., * Wida H, XV, 1931, p. 1x5.
8' Pachman S . V,, Obyhoe grafdmskoe prgvo v Rossii, SPb, 1871,11, in Jakulkin, op. cit., 11, p. roj;
Leninw S . Ja., PoJechon'e, in J h f k i n , ibid., p. 432; Pachman S. V,, OEwk narodnycb jnridiieskich ob#am
Smodenrkoj guk., ZGO OE, XVIII, T. 11, ~ g o o ,p, 67.
a Pokmskij F., 0 semeinom polofe~iikrest'jmiskoj fe~~ECinyv odnoj iz rnestnostej Koscronsskoj gub., po dannym
volostnago suda, a Zivst. *, VI, 1896, pp. 259-260.
a i BoTSakov A. M . , ObRinci H Zyrjan, a Zivst. B, XV, 1906,p. 27.
Majnov Vl., Juriditeskij byt Bol~rw, ZGO OE, XIV, vyp. I, 187r, p. 581.
8s BoaiE6 B.,Zbomik, p. 63.
M Barbar L., Gcuiohnheiisrech~liches
aus Bulgarien, ZfWR, XXXII, 1915, PP. 35-36.
n Miovif Lj., 2ivot i obihji Popovacn, SeZb, XXIX, 1952, p. 124.
u U dsustve domaha ima ona pravo naredjivati, Cto pojdini ?la&
raditi imeju a kad je domaun kcd
ku&, onda to samo njemu ksh, s on dalje Zlanirna ispom?iip (BogiSid B., Zbornik, p. 63).
89 KadIec K.,RO$i#n$ neddl, p. 25.
m Arddif Vl., Obitelj a Rlrbvlci, Dalmaci~a,ZbNZ, XI, 1906~p. 174.
91 Swstikov A,, Provo semejnoj i lirnoj sobsivennosti sredi kre~r'jmrKadn&ovskago uezdsr, q< livst. ip, XVIII, r g q ,
P. 56.
a Gdlec K . , Rodfnnj nedi!, p. 58.
79

80

...

~ . In Russia ii nuovo borgak 2 tenuto ad ascoltare i consigli della madre vedova.


In Ucraina la vedova conserva una s p i e di tutela sulla famiglia. 95 In BeIorussia la successione nella direzione di un figlio adulto non priva la madre dei suoi poteri sulla famiglia.
Una voIta immessa nelle funzioni di capo femminile deiia famiglia, la boi'iucha o domatica
non ne decade pi. Nel governatorato di Arcangelo alla morte del capo maschile, essa
rimane al suo posto e influisce sul nuovo capo. Anche presso gli Slavi meridionali avviene
di frequente che d a morte del capo maschile la domaiicn conservi la direzione della famiglia." Anche quando in Russia la direzione passa dal padre a un figlio sposato, la madre
conserva a la sorveglianza generde * (glavnyi nadzor) sull'ordine domestico e sulla gestione
familiare. W La vedova del capo, a se lo deddera, conserva fino alla morte la direzione deIla
famiglia i>. " Il Majnov fa sulla grande-famigIia rnordvina un'osservazione che gli etnografi
slavi avrebbero potuto agevolmente fare anche sulla grande-famiglia slava: la boI'Hucha
mordvina noil 2 mai eletta, nt mai deposta. "l Talora il mutamento del capo maschile
comporta una sostituzione anche nella direzione femminile. Ma la tendenza della bol'gucha a
rimanere a1 suo posto evidente, particolarmente in Russia. Mentre, quindi, il capo maschile
decade con l'avanzare dell'eth da1 suo potere anche se, come padre, il capo naturale della
famiglia, il potere della donna stabile, in ogni caso pi stabile di quello maschie, e assicura la
continuit deIla grandefamiglia.
Ma alla morte del capo maschile ci che si verifica nel modo pi frequente e pi regIare
in tutto il mondo slavo, baltico e finnico ia successione della vedova ai poteri del capo
defunto, in modo che essa assume definitivamente anche la direzione della parte maschile
della famiglia rimanendo unico capo di casa. Mai invece avviene che, alIa morte di una
domatica, i1 capo maschile assuma anche la gestione femminile della famiglia o se ne
ingerisca.
La vedova che si mette 9% direzione unica della famiglia chieder, vero, l'assistenza di
un uomo per rappresentarla nelle relazioni esterne, ma non sempre ricorrer a un taIe aiuto
e, in ogni caso, avr cura che il potere non esca dalle sue mani, I1 nuovo bol'fak invece
insedia Ea propria moglie o un'altra donna della casa al posto della boPZucha, o lascer al suo
posto la vedova del capo defunto, lirnitanda sempre la sua direzione alla patte maschile
della famiglia. Solo la donna 2 idonea ad essere capo unico della grande-famiglia, per cui si pu
dire che possono esistere .grandi-famiglie serbo-mate, bulgaret ucraine, beIonisse e g-andi-russe
senza un damadin, ma non esister mai e in nessun luogo una grande-famiglia slava senza
doma8ca. Un proverbio russo dice: u Chozjajkoj dom vedetsja; bez chozjaina dvor plaEet,
a bez chozjajki, izba D, 4 la Chozjajka conduce la casa; senza chozjain piange la fattoria, senza
chozjajka, piange la izba n.

e vuole i

'

* Grabmski Br., Zadruga a Siowilin pduhiowych i u Czecbuch, Wishn,


* Bagawskii P. M.,nel gov. di Vjatka, v. JakGkin E.,o#. cit., 11, p. 231.

111, 1889, p. 56.

Muchin V. F.,Obyznyj porjadok naslcrbovnnija, p. 254, nota.


Sendrik D. Z. i Dovnat-Zapol'skij M. V,,Raspredelesie, pp. 149-151.
fl Kosven O., Semejmja obiEina, p. 11.
98 Bo$iiii B., Zbornik, pp. 58, 60.
Dobmtvorskij I., op. ci/., in JakuSkin E., op. cit., ii, p. 217.
100 Matveev P. A., Oterki mmdnugo jurid. byta Samarskoj gub., ZGO OE,VITI, 1878, otd., I, p. 30,
101 Majnw Vl., OEwk jcrrid. byta Mwdvy, ZGO OE, XIV, vyp. r, 1885, p. 161.
'M KoEpakm N. P.,MePc M Ja. i Sapolova G.G., Izbrannyc poslolovicy i pogouorki russkogo nnroda, Moskva,
1977, PP. 146, 152.
9
%

I n Bulgaria alla morte del capo, la vedova si trova eo ipso aUa direzione della famigha.
Sola se la madre premoxta i poteri passano al figlio pi anziano.l" Nella SIavia meridionale
non rare che, alla Morte del doma&, Ia domatica erediti anche Ia di lui parte di potere e
divenga domadica e doma&.
I n Montenegro, presso i KuEi, la vedova succede a1 capo,
assistita dai fratelli o da un parente, anche se non k stata domatica lui vivente. 'm In Russia,
nella regione di Stavmpoi', il potere passa di diritto dal padre alla di lui vedova, poi al figlio
maggiore e, eventualmente, alIa di Iui moglie. Ne1 governatorato di Nignij-Navgorod alla
morte del capo il potere di dirigere la famiglia (vlast' upravlenija semkj) toccava alla di lui
vedova. In Podolia la vedova aveva colo un potere di ordinamento (rasporjaditernaja vlast'),
ma presse i Cosacchi del Don bisognava che ambedue i genitori fossero deceduti perch il
figlio potesse rnettecsi alla direzione della casa. 'm I1 Belaev rileva che questa successione femminile era prevista dalla Russkaja Pravda quando non vi erano figli maggiori, e la madre
Conservava il suo potete anche alla maggiore e t l dei fi&. laB Nel governatorato di Penza la
vedova succede al marito nd'ecercizio dei pieni poteri. Lo stesso avviene nel governatorato
di Novgord. "O L'anonimo autore di queste r< Zametki D dice che allora la bol'gucha diviene
a naiboI'gaja i> (la piU grande) e i figli cadono sotto la di lei tutela. l"
Questo avvicendamento di poteri, da maschile a femminile, awiene per Io pi nella famiglia
ristretta (non sempre gli etnografi hanno cura di specificare il genere di famiglia in cui esso si
verifica), ma sia in Belorussia che in Grande-Russia e in Serbmroazia tale successione k
frequente e quasi abituale anche nelle grandi-famiglie quando la vedova abbia dimostrato di
possedere le qualit necessarie alla direzione durante l'interregno dalla morte del marito
rJl'eIezione del figlio. Secondo Io Sendrik e il Dovnar-Zapol'skij questa successione ei non 5
considerata resolare i.> (ne SEitaetsja pravilom), ma che essa avvenga, dipende dalle circostanze. "
'
Che si tratti invece di una successione normaIe e prevista da1 diritto consuetudinario risulta dalla raccolta e dal confronto dei materiali. Nel governatorato di Vladimir, per
esempio, il potere del capo pu passare talora al maggiore dei figli, omettendo la madre, ma
solo se la madre sia malata o debole di carattere. In genere i familiari si succedono alla direzione nel segyente ordine: prima ii nonno, poi il padre, poi la madre e infine il figlio
maggiore. Alla morte del padre il potere passa integralmente >, (vsmlo) alla moglie se la
famiglia formata dai genitori e dai figli. Quando col defunto capo si trovano a convivere
pi fratelli, il potere, anzich a l a moglie, passa non di reire ip (ne redko) a uno dei di lui
fratelli.Iu Pib frequente era dunque il trapasso dei poteri aila vedova. Ne1 Pogechon'e la
vedova rimaneva padrona F( assoluta D deIIa casa anche se vi erano figli sposati. "4 4 La

103
1"

l@
1"
'(LJ

Barbar L,, Gemhnhcitsrech~licAes risi3 Bulgmien, ZfvWR, XXVII, 1912,pp. 453, 456.
r< Octaje domadin i domaiica ip, Bagiiii B., Zbornik, p. 60.
DuBf St., Ziuot i obifaji pletnena KuEa, SeZb, XLVIII, 1931,p. 190.
Jakuitkin E., Obyhoe provo, 111, p. 282.
Muchin V. F., Obyfayj porjadok nasledovanijn, p. 31, nota 2.
Muchin V. F., op. cii., p. 246.
N., Naronye jueditexkie oby.hi po iikmnijmw sudebnoj poktiki, ZGO OE,XVITT, T. 11, 1890. pp.

322,

324, 330.

22

'fa D. T., Zunaetki o krest'juisskoj sem'e v Nougorodskoj gub., ZGO OE, XVIII, IV, p. 169.
111 D. I., Zametki, C. S., pp. 267, 270.
"2 Sendrik D. Z. i Dovnw+Zapo'skij M. V., Rarp~ededcnie,p. 151.
113 Ljadov I., Jurld2eskie narodtnye obyfai S~jskago wrdq, q Vladimisskija gubern. Vedomosti i
ottobre, p. 3.
1" b l o v A. V., OCwki PoEeckon'ja, EO, XI, 4, 1897, p. 74.

~ ,

1873, 43,

vecchia madre padrona di casa con pieni poteri

anche nella grande-famiglia slovacca. Ils

Nel XVII secolo questa successione si verificava anche nelle funzioni


certa Maria
Firlejowa, vedova di uno ec starosta B o capo del villaggio, conserv fermamente nelle sue
mani lo 6 starastwo n per tutta la vita. "'
La vicenda della successione della vedova alla direzione della casa aweniva anche in
Lituania: u la vedova tiene saldamente il timone... resta a capo della sua farnigIia fine alla
morte, a meno che non vi rinunci a favore di qualcuno dei figli , "'e presso i Mordvini dove
af capo-famiglia defunto succedeva: la vedova che esercitava ii potere Con la pienezza di un
capo maschile, impartendo ordini di lavoro agli uomini. IlS
I1 potere del capo maschile non ha nella grande-famiglia slava la continuita e Ia stabilit di
quello femminile. In caso di carenza momentanea della direzione maschile non sar un fratello
anziano o un figlio del capo assente a sostituirlo, ma vi subentrer il capo femminile. Questo
capo femminile ricever sovente e in forme regolari l'intero potere alta morte del capo maschile.
La domaeica si presenta come il vero, antico e unico capo della grande-famiglia. Solo
partendo da questa situazione si spiega la presenza di due capi, une maschile e uno femrninile, duplicit che non si verifica mai dove il capo maschile esercita un potere paterno o di
natura paterna. Sebbene, dunque, rappresentata dagli uomini, l'autorit sembra risiedere nelle
donne le quali hanno l'aria di averla delegata temporaneamente agIi uomini, pronte a riprenderla e ad esercitarla da sole non appena gli uomini la lascino vacante. E anche durante
l'esercizio maschile, il capo femminile si riserva un potere moderatore nella famiglia, apparentemente secondaria, in realt essenziale.
Sia presso gli Slavi meridionali che gli Slavi orientali, l a doma, che si mette a capo della
famiglia, per elezione o per successione, si assoda rin uomo neIl'esercizio del potere. Anche
se in tempi recenti il domafin si presenta come il vero capo della famiglia e la domaeica
salo come una sua aiutante, ci si deve chiedere se, in origine, le parti non erano invertite.
Questa ipotesi pare necessaria per spiegare l'idoneit esclusiva de1Ia donna ad assumere,
insieme al proprio, anche il potere maschiIe.
Che in Russia il capo maschile ddla grande-famiglia governasse come delegato della madre
provato dalla voce cc matik >r (da 4 mat' n. come 4 semik B da a scm' i b ) per indicare u ii
pi anziano che dirige la casa D. Per il Dal' N matik * lo F( starSij (ii pi anziano) i1
a konovod >, o capo di un convoglio, Io r< za&:Eik P, o guida. Si dice u byt' na matkach ip
o 9 na rnarnkach >p quando si a capo di un gioco. I n certi distretti del governatorato di
Kostroma e della Polonia cr matka B 5 chi dirige la danza, il corifeo. lS9 La situazione rivelata
dalla voce russa a matik ib doveva essere la medesime presso tutti gh Slavi poichC identica
la figura della domatica e dappertutto si constata l'assenza frequente di un capo maschile e
la presenza immancabile di un capo femminile. La donna, che tiene tre angoli della casa, va ad
occupare anche il quarto se il a matik N la Iascia vacante.
[l5 GaBpiwikovA V., Prirpemk L hisloriografii biidia patriarcbdlnej uel'korodiny no Slouensku, u NMopisnf
Sbornik D, XT. r952, p. 71.
116 W i e q n s k i H.,Prbbki nperai po arcivach, u W i s i a ~ ,V, 1891,p. 11.
117 K i h t t J . , Zwycurje prawme ludu imujdxkiego, 4 Wids s, XI, 1897,p. 548.
118 Majnov VI., OEwk byta Morduy, ZGO OE, XIV, vyp. I, 1885, p. 133.
"9 Dal', Tolkovyi Slovar'; Pustikov A,, Nmodttyjn igry v Kudnikouskam a r d e , u Zivst. *, V, 1893, p. 9 z ; Kantor
Jo., Zwlczaie fwiqt Bozego Naradzeh I Wielkiej Nocy W okolicy Jmodawia, PAU, Mater., XIII, 1914, p. 240.
Nelle isole Tonga lo zia materno si chism 4 tuasina i>, Uo a che sta dietro la madre i, (Reicer S. M.,Traditions
tonguiemier, a Anthropos P, XIV-XV, 1919-1920,p. 135)-

Un capo rnasd.de manto a quello femminile sempre esistito, &e quando la donna
la direzione effettiva della famiglia, ci& che non significa affatto che la direizione della

aveva

grande-famiglia slava fosse maschile o patriarcale.


Nel diritto ario, romano e occidentale h donna gode nell'mbito doaestim di una grande
dignit, ma il suo potere non esce di un palmo fuori della s o g h di casa, e dentro h casa
stessa, la donna soggetta d a tutela del marito che, ali'atto deI matrimonio, si sostituito
al di lei padre neli'eserclzio d d a 4 manus *, prendendo Ia moglie sotto la sua protezione
filiae loro a. Il diritto romano considera la madre non come congiunta, ma some a cognata *
dei propri figli. Unico genitore il padre, non deimenti che se la moglie fosse una concubina.
La donna inabiie a esercitare tutela (tutela vide officium =t). In caso di vedwanza cadrh
lei stessa sotto la tutela del f i i o maggiore o di un congiunto del marito. La donna C sempre
oggetto, non soggetto di diritto.
Chi voIesse derivare la figura della domadica dal diritto indoeuropeo troverebbe tutte le
vie p d u s e dai pi alti ostacoli eretti dall'uomo a difesa della paternit. a un altro
tipo di societh e di famiglia che necessario rivolgersi per comprendere l'autorith e I'invadenza della d o d a nella famiglia slava. In ed prearia questo tipo di societ esistito
mche in Europa. I resti di matriarcato che noi troviamo oggi in lontane regioni di altri continenti sono soprawivenze di uno stato di cose un tempo moIto pi diffuso che ai nostri giorni.
: facile, per esempio, trovare delle domaiice in Mimonesia. Nelle Caroline centrali,
dove esiste grande-famiglia con nozze matriIocali, gli uomini conviventi nelle casa delle donne,
non fanno patte del a lineage >, ddie mogli. Un capo maschile del gruppo uxorio amministra
le terre del lineage B e assegna i lavori agli uomini, mentre un capo femmixrile dirige i
lavori femminili; ma il capo femminile ha una parola importante da dire anche negli daci
generali del a lineage s. Sd'autorith del capo maschile le notizie non sono concordi: aIcuni
ricercatori Ioi ritengono grande, dtri credono che in origine fosse senza significato e si sia
accresciuta negli ultimi tempi. 11 fatto & che, se un a lineage P minacciato di estinzione,
si ammettono nozze patrilocali (come si ammettono nozze matrikmli presso gli SIavi nei aso
che un u rod W incorra nel medesimo pericolo), e in questa sede, if potere del c a p maschile
acquista particolare riIievo. Gli Hopi dd Nuovo Messico hnno nozze matdocali e grandefamigiia materna con un capo maschile e uno femminile. La parte maggiore dei terreni
coltivati sono propriet collettiva m d e , ma gli orti sono esclusivamente femminili e passano
in successione dalle madri aiie fislie. Le nozae patnlocali sono tollerate,
disprezzate. l''
Gli Irwhesi presentano una situazione diversa. Da loro esiste ugualmente grande-famiglia
a discendenza matrilineare, come presso i Micronesiani deli'isola di M o r t l d , ma le n o m sono
dislocali e i mariti non abitano nella casa delle mogli. La duplicith del potere prender di
conseguenza aspetti diversi: n capo della grande-famiglia(obwachira), formata d d e donne,dai
suoi fratelli, sorelle, f i i i e nipoti, si trova una donna la quale sceglie come aiutante iI migliore
guerriero del gruppo. A capo dei clan, cio di pi obwachira *, sari di nuovo una donna
(detta a yo yani P nei dialetto degli Oneida), ma essa avri accanto a sb come capo maschile
il proprio marito (detto ac ho yani a). m Gli Europei che nel XVIII secolo vennero a pii
S a t i e d l., Mwtrerrechtldcbe VerwundscBaft@ge aorf dea Zefitrd-Kmlhtmwtd ihre Ptobeme, ZfE,LXXXI,
r , 1956, p. 95 ss.
121 Hadel Jo,,Mutferrecb; bei den Indimc~~Ltmnien
irrp ~ d i u e s t k bNordmelrka
~
wd seine kivlrsrhimsorficht
S ~ d W l g ,ZfE, LXVIII, 1936, pp. 23&232.
m &hhie~K H., Die Eigentumsrecbe der Irukese~,u Anthropos *, LVI, 1961,pp. 155168.

stretto contatto con gli Irochesi non trattavano che con dei capi maschdi, senza sospettare
l'esistenza d e loro spalle dei capi femminili, Padre Lafitau osserv a Iungo i Ioro costumi
e si accorse dell'intrinseca debolezza dei potere degli uomini: cc I1 semble qu'ils ne soient
l - dice egli dei capi maschiXi - que pour reprdsenter lec fernmes et pour aider les femmes
dans les choses, o la biensgance ne permet pas qu'elles paroissent et qu'elles agissent... Le soin
des affaires n'est entre Ieurs rnainc (degli uomini) que par voye de procuration i ~ la.
Dove le nozze sono matrilocali e il potere 2 femminile, il capo rnaschiIe sarh raramente il.
marito (che in forza della matrilinearit continua ad appartenere al gruppo della propria
madre), ma un prossimo parente della moglie, di solito uno zio materno o un fratello. Questo
capo rnaschiIe p o t d facilmente mutare ed essere sostituito, la mntinuith del potere essendo
assicurata dalla donna. Le nozze matrilocali sono infatti monogame, ma se la donna ha
un solo marito, essa dispone di pi parenti maschili per farsi rappresentare. Questa situazione
spiega la durata temporanea e la revocabilit del potere maschile, Anche dove la donna t di
fatto il capo e< naturale P delIa famiglia, ram che essa ne eserciti direttamente le funzioni,
eccetto che sulie donne, e non lo fa mai per tutte. un membra maschile della sua famiglia
che rappresenta la sua autorit. Talora, nata padre Lafitau, la stmpIice designazione delle
donne basta a costituir10 capo. Ma dove si fa sentire I'influenza dei membri maschili (come
presso gli Irwhesi) si viene a un simulacro di eIezione.
Nessun privilegio distingue i parenti maschili della donna. Tutti sono eguali di fronte a
lei. Se la direzione (o per meglio dire la rappresentanza della direzione) tacca sovente a un
parente anziano (a uno zio materno o a1 maggiore dei fratelli) questo avviene perch l'eth si
accompagna spesso a esperienza e avvedutezza, ma non si tratta gii del genere di anzianit che
separa, per esempio, il padre dal figlio e che forma in altre culture un diritto precostituito
del primo sul secondo. Se pi prudente e pi aweduta si dimostre& un membro pi giovane,
toccher a lui dirigere la famiglia.
La grande-famiglia matriarcale degli Haoshan di Formosa, con grande-casa e celle separate per gli sposi, presieduta dalla donna pi anziana che si vale del proprio fratello pi
anziano per i rapporti esterni. 124 NeIl'isola di Palau, dave regna un matriarcalismo estremo,
tutte le donne sono soggette all'autorit di una ec madre di casa n o a indoea m. Iz5 I n certe isole
dell'arcipelago delle Palau il capo femminile della famiglia e clan materno la 4 m'as n che
si trova alla testa di una parentela a di una parte di essa. h u m'as non pub dimettersi,
n venire deposta dalla sua carica che passa alle s o r d e o alle figlie delle sorelle. Un
uomo rispettato per il suo potere, ma la ec m'as P deve il suo prestigio allo spirito che
incarna. La a m'as s divide col capo del clan la responsabiliti delle sorti del gruppo e sono
rari i capi che oserebbero intraprendere quaIche cosa senza averla consultata. 12' Analoga a
quella degli Haoshan di Fomosa la situazione dei Menangkabau di Sumatra, sebbene presso
di loro le nozze siano dislocali, come presso gli Irochesi: il capo del ec suku W (letteralm.
un quarto) chiamato cc mamak D, ci08 zio materno (v. i1 russo q< matik D), ma ha solo il
compito di mettere a esecuzione le decisioni di un consiglio presieduto da una donna anziana.

Lrifitau P., Mosurr des warvoges amerigwiiss compdr6es aux moeurs des pr~taiers temps, Pans, 11, 1724,
pp. 71-74,pasim.
CtratanovE G. G.,N e k o t q c donnye po etnopafii dmq-Gosan', a Swetn. D, 1958, 5 , pp. I 18-12%.
115 Thurnwald R., Dic menscklicht Gesellsch#t in ibrm efhnolo~schenGmndlagen, Berlin, 1931,I, p. 174,

11' PP. 175, 461.


1% Mcad M.,
Antiche tradizioni e tecniche nuove, Torino, Unem, 1959, pp. 163-164.

Il 4 mamak non che l'aiutante della sorella. In Presso i Mehnesiani dell'arcipelago di


Birmarck, con ciassi matrimoniali, la
matrilineare, ma a capo della faniigIia nan
si trova una donna, ma una donna con un fratello che amministra i beni e tutela gli interessi
deIla sorella. N e isole Trobriand le nozze sono patrilocali e l'uomo i1 padrone della
casa, ma la donna il capo legale della famiglia. E la donna che continua il lignaggio, e
l'uomo la rappresenta. Lo zio materno (vofa)che preside nel Sudan la grandefamiglia degli
Ascianti eletto da un consiglio e investito d d potere da una matrona. Nella pnde-famiglia dei bantu Baule il capo pub essere sia un uomo che una donna, a seconda del rango
della famiglia di provenienza dei coniugi e delta residenza delle nozze. Dove il capo 2
maschile, Ia vedova eredita una autorit pari a quella del defunto marito. 131
Pi difficile giudicare delle situazioni in cui non solo le nozze sona patrilocali, ma
la filiazione divenuta patema. Pu avvenire che nonostante questo secondo mutamento (le
nome patrilocali erano tollerate anche in societ prettamente rnatriarcali) la famiglia conservi
resti notevoli della pi antica struttura matriarcale. I1 potere maschile sar pi forte, e apparentemente anche molto forte, ma sempre elettivo, controllato e associato a un potere femminile piu o meno influente. Un'altra conservazione della precedente grande-famiglia matriarcale
potr essere Ia ceiia separata degli sposi, se questa separazione preesisteva al mutamento
della filiazione il caso della grande-famiglra georgiana dove sussiste gruppo maschile
e gruppo femminiIe, con capi distinti di cui il maschile cura i rapporti esterni e il femminile
l'ordine della casa. Presso i Georgiani ambedue i capi sono elettivi (vengono eletti da tutti i
membri della famiglia, senza distinzione di sesso) e possono venire deposti. Gli sposi alloggiano in celle separate.
La situazione degli Slavi pi chiara di quella dei Georgiani. Gli Slavi conservano le
medesime sopravviveme matriarcali dei Georgiani (comprese Te celle degli sposi), ma presso di
loro, alla duplicit del potere maschile e femminile, si aggiunge la non elettivita e la permanenza del mpo femminile e la concentrazione dei due poteri nelle mani della vedova.
Secondo Heine-Geldern grande-famiglia con celle separate degli sposi si forma soprattutto
(naturlich, ist dies vor allem der Fa11...) dove le figlie coi loro mariti, oppure i mariti con le
loro mogli, abitano nella casa dei genitori. ' certo che teoricamente ambedue le eventualit sono possibili per l'esistenza di una tale grande-famiglia (s~bbeneforse non per le sue
prime origini), sia quella delle nozze matrilocali che quella delle nozze patrilodi. Ma dove
in seno a una tale grande-famiglia esiste un potere femminiIe e dove si producono nello
stesso tempo (ancora ai nostri giorni) nozze matrilocali frequenti, per la prima di queste
eventualit che conviene pronunciarsi.
La grande-famiglia slava non pu essersi formata che in un quadro di matriarcato, con
IFingressodei generi nelle famiglie delle mogli.

in h t z d F., Volkerkunde, Leipzig, 189, 11, p. 214;Renz E.,Das Jogenannte Mutfertecht, Atti del X Condi Geografia, Roma, 1913, pp. 1087-1088;Nevermann H., Famdiengeda~ke utrd Famitienfarm bei
den V 6 l k m der Erde, n Atlmtis s, TV. 1932, p. 756.
la Meier J., Dw Totemirwisrs ini Birtnarck-Archiper, u Anthropos ir XTV-XV, 1919-1920, p. 535.
129 Malinowski Br., Lo uie sexuelle der sauvages du Nord-oue~tde Zu MkdanJsie, Paris, 1930, pp. 40 45.
1
3 Thurnwald R., op. ci;., 11, pp. 204-203.
13' Baumann H., Vuterrecht und Mutfenecbt in Alrib~,ZfE, LVIII, 19x3, p, x ~ .
1" Chachanov A-, Muchi, EO, 111, 3, 1891, pp. 21- 2 2 ; Charadze R. L., Problema g r ~ z i n s b jobJfiny W &era
ture X I X eieka, u Swetn.~,I, 1954,p. 138.
U3 Heine-Geldern R., SiJdostasie~,in Buschan G.,111, V o l k r k ~ n d e1
, 1, pp. 825-826.
gresso intern.

Capitolo secondo
L E NOZZE MATRILOCALI

k unsi Descriptiot~de PUcraitde del XVII secola di Lwasseur de Beauplan, ristampata daI
G a l i h e nel r 861,si racconta che in Ucrha, u contre I'ordinoire et I'usage de toutes les
nations, on y voit les f h fa& I'mur a d jeunes ho-qui lair phisent... S7iles ne
mmquenl: gure leur m p et sont plw asmes d'g k s s i r que ae feroient Ies hommes r.
Infatti, se il p r d t o respinge l'offerta, la ragazza ha modo di imporla a n W u s i ad i n s d k
a casa sua in un momento in cui sia adunata tum la famiglia e dichiarando di non uscime
sema averlo sposato. Col passate dei giorni e d d e settimane, temendo 4 r w t e della
parentela della ragazza e anche la disepprovmbne e la punizione della chiesa se c d o o
l'intrusa, i genitori cominciano a persuadere If figlia a voler considerare H tag#tzza u amme
celle qui doit &treun jour maistresse de ses wImts ia t a spsarh.
A Stara +fa,
in Bulgaria, se un g i n m e compromette una ragazza, il p& la accompagna nell'aia del. seduttore. La ragazza entra in m a , bacia le mani ai presend e si mette
subito a impastare il pane. Se i familiari m
~ quel pane,
u
significa che essi accettano la
d o t t a come nuora. Se non lo fanno, pagano un'ammenda il cui ammontare stabilito
dd pope.
Sarebbe 4 tout fair inexacr N, secondo il C e , intendere il passo del Bemplan m e
ma prova che esistesse in Ucrainsi ne1 XVII secoh un'usanza che permettwa d e r a g e di
chiedere in matrimonio un giovane, come se f o s s a loro che lo scegliessero. La ragoizza che
in Ucraina i m p e le nozze era, come in Sulguia, una sedotta. Tuttavia la lunga opera di
persuasione che i genitori sono costretti a fare sui f@io perch accetti le nozze sembta
escIudere che egli abbia dato con fa sua amdatta dei dititt2 d a ragama, e d'altra parte il
Bo@E e il Voikov devrino che in Bulgaria, anche se dopo la prima notte 2 provato che la
ragaza~non era illihta, non pu essere cacciata. ' Vi sono localita in Dalmazia dove le ragazze
q p o in casa dei giovani anche cinque o sei volte prima di sposarsi. Se ma tde fuggitiva
A I3escription of Ukraiae, containiog r
d Provincs of the K W o m of Paland, Iping h e m m
v y and the Borders of TmqIvania, togedm with tbeirs C,Mof L& rind bow they -age
thdt Wars. Written in French by 5ieur Dc k u p h , printed for H a &tot and J& O s b , nt the G0lde.m
ball io Peiernostw
il1
c m datazione m d t t a d'andqmhto 1732. Testo dei B e e u p i ~in: Vokw Th,,
niaes er us~ganilptiaiur en Ukrd#c, u L'AnthqdoJe *, n, t891; pp. ~ p - 1 7 1 ; Schcper J, B,, -I
de & Petite
Rnssie, W, 1788, r, pp. 96-97;PipPdc fo., SIuuLrche ~ ~ ~ w d r H ra c hn x e&i t ~~~ B~r d c~Wim,
b ~ ~ 1914, pp. z y
q;Cscamsrn l?., Une ririaienne corrtmte de e g e , * Lud
111, r934,, 47-48,
2 B&r
L., G~woAnbeitsrecB~lkbe~
m BirEpriea, ZfvWR, XXIX, 19x3,p. 131 e
1915, pp. 2021.
3 Bogiit B., Zhorfiik, p. r93. Volkov F.,S d b w ob&y
V Wpii, EO, 4, I&,
XKVII, p. 17. Un
rt intnision M
*
n del medesimo genere h praticato M e mibau h t a l nel knp4 v. Qiatto&hyay
K. P.,
S&
M d g e m%$,okl md n e q iV hn&s h m . d &cm
minthiapol. et etbaolagiques, R w d i dcs h
munic., V&,
1952,p. ro.
1

of b

m. -

*,

m,

E. Gasparini, Ik rnotrkorcoto s h v o . Antropakogio cdturcbke dei Protuskovi, II,ISBN 978-88-8453-757-7 (odine),


ISBN 978-88-8453-734-8 (print), O 2010 Firenze University Press

viene gradita, non la si interroga sul suo passato, purch6 sia bella e laboriosa. Seduzione e
rllibatezza non sono dunque motivi determinanti del costume, e nessuna fonte parla di

gravidanza.
L'iniziativa nuziale della nubile non affatto cosa inaudita, ma anzi procedimento normale
di matrimonio nelle societi rnatriarcali. I1 pi antico documento dell'esistenza di un tale
costume presso gli Slavi risale, per la fede che-merita, a Cosma da Praga: Non eas viri, sed
ipsaemet si vims quos et quando voluenint, accipiebant a.
Oltre un secolo fa un etnografo russo, il Teregenko, si sforzava di presentare un quadro
dei costumi nuziali della sua nazione che fosse valido per Ia maggior parte del territorio
grande-russo.Non esistono in Russia nozze senza mediatori(fidanzarsida s sarebbe vergogna,
secondo un proverbio dello Slouor' dei Dal'), ma quando il mediatore di nozze era femminile
la donna pirtiva di solito ( ~ b ~ k n o v e n n odalla
) casa della ragazza e si presentava con un
inchino alla casa del giovane dicendo di venire da lontano, da un luogo che non era il suo luogo
natale (la mediatrice 2 sempre una maritata), da parte dei genitori di una belIa ragazza che,
senza marito, si disseccava come erba al sole, I genitori del giovane conoscevano i1 motivo di
quella visita, ma quando la mediatrice chiedeva all'interessato se era disposto a confortare
la ragazza e a darle la sua parola, il giovane arrossiva e non rispondeva. Allora la madre si
rivolgeva al figlio: Figlio mia, figlio caro - gli diceva, - non per nulla ti sei pettinato i
tuoi riccioli neri davanti allo specchio e lavato con acqua di fonte. Li pettinera un giorno
quella bella ragazza? Sei tu che devi rispondere w. E il figlio rispondeva che, se avesse
avuto la benedizione di Dio e dei genitori, avrebbe sposato la ragazza.
Ma a questo punto prendeva fine la fase di iniziativa nuziale della famiglia della ragazza,
e il resto del procedimento diveniva normale e maschile: i genitori del giovane mandavano
un mediatore di nozze a casa della ragazza (questa voha un uomo, uno u svar a ) per
pren"
dere accordi in vista dello sposalizio. Inversioni di questo genere si produrranno pia volte
nel corso delle nozze, come se due modi, uno antico e matrilocde e l'altro nuovo e patriIocale, si alternassero intrecciandosi. '
L'innesca nuziale femminile descritto dal TereZEenko era una tradizione in Russia, 6 In
passato (v pr&nee vremja) - rileva lo JakuSkin - la proposta di nozze partiva dalla ragazza, e
sdo pi tardi prese corpo l'idea che p r e d i s p ~ r ematrimoni non fosse cosa da ragazze a. '
Nella regione dinarico-adriatica, a Benkovaao Selo,presso Zara (serbi ortodossi), e quando
Ia ragazza cresce, i genitori le scelgono uno sposo per i1 matrimonio. I1 di Iei padre e fratello
si recano allora neI1a casa del giovane prescelto per farne Ia conoscenza, e in capo a otto
giorni partono dalla casa di lui i postulanti alla mana della ragazza D. q Questa a iniziativa
nuziale da parte dei genitori della ragazza ha molti esempi in Croazia, ed tipica, per esempio,
-

Adali4 Yl., Obiteli

a Bnkouici, Ddmaciiu, ZbNZ,XI, 1906,p. 180.


India Posteriore orientale, Rade, Tshrn, Menangkabau, Sarawak, Borneo, isole Eetar deIl'arcipelago malese,
Nuova Irlanda, Selish del Thompon River, Lulroer, sparsamente in tutta I'lndomelanesia, Fueblo, ktowaki e b
roto (Schmidt W-, Dns Msirtemch, Wjen-Mdling, 1955, p. 185 ss.; Keine-Geldern R., Siidortasien, in Buschan G.,
Illurtr Vulkerkunde, Stuttgart, 1923, 11, pp. 894-899; Thurnwald R., Hcirut, in Ebert, RedIcx., V, pp. 237-260,
268; Ploss H. und Bartels M.,
Das Weib in d e ~N~tur-rrndV d k ~ k s i n d e Leipzig,
,
1908, p. 370.
6 Cesmae Pragensis CChronica Boemoram, MGH. SS, EX, Hmover 1851, p. 38.
4
5

TereSEenko A,, Byt russkago aarodo, SW, 1848, pp. 117-119.


Jaku2kin E., ObyCnot. pravo, 11, Jaroslavivt, 1896, p. '33.
9 Gavani M., Prulog jodranskdinmskonr Rdturnam profila zadmskogo podrutja,
nmku u Zadm s, Zadar, 1958, p. 2 1 7 ~nota 23.
7
8

a<

Zbornik InsBrura

za hist.

d d a Podravina e del Pokuplje . 'O Come in Russia, anche in Croazia, awenuta l'apertura
femminile del procedimento nuziaIe, il seguito ha uno sviluppo maschile.
La richiesta femminile di nozze era un caso a non raro >, nel governatorato di NiSrnijNovgord. l* Tra i Bulgari emigrati in Russia una ragazza mandava talora a un giovane un'amim,
una zia, un fratello, per dirgli: la tale dei taii desidera averti per marito. La risposta era
tenuta segreta. Nella stessa BuIgaria, a Lozengrad, la ragazza invia una donna anziana (l'etnografo la chiama una a vicina ) a fare una proposta di matrimonio al giovane preccelto, Se
il giovane accetta, il padre di lui che prende in mano Ie trattative di matrimonio. Lo stesso
procedimento aveva luogo nei dintorni di KazmI-AgaE e di Gjubaer. A S h p l j e e a BurgundZje
normale che le nubili si scelgano lo sposo invitandolo a chiedere Ia loro mano. l3
In Bosnia, a Maglnij, la ragazza innamorata mandava una mela allbggetto &i suoi affetti. t4
Anche presso i Serbi dellqlbania meridionale le nubili usavano gettare mele di invito ai
passanti o invitare i giovani a divenire loro mariti. Nella regione della Rama, in Bosnia,
sono le mgazze che hanno ei la parte sttiva R negli amoreggiamenti, che amtniccano ai giovani
durante Ia danza per esprimere il desiderio di intrattenersi con loro e fanno al prescelto un
dono di ingaggio aiiyinsaputa dei genitori. A Samobor la ragazza la prima ad aprire il
suo animo e ad esprimere i suoi sentimenti." L'ErdeljanoviC si meravigliava che i Montenegrini, da lui reputati spiccatamente patriarcali, dicessero di una sposa non che a era andata a
marito W , ma che a aveva preso a marito s il tal dei tali (uzela je toga i toga), come se Ia
ragazza avesse condotto il marito in casa propria Iuzeti muia >, ducere vimm, Vuk, LRx.).
Gli appariva anche strano che la medesima locuzione fosse usata in Serbia. l8 Si pu ritrovarIa
in canti popolari grandi-russi: r< Vzjala by tebja, vzjala by tebja zamG...B a ti prenderei, ti
prenderei per marito ... B. l9 In Russia i1 verbo u svatat' f i , fidanzarsi, si usa per lo pi nel
senso di chiedere la mano di una ragazza, ma significa nel tempo stesso chiedere in moglie B
(prosit' kogo nibud' v 2;eny) e a proporre un fidamato (predIagat9 Benicha). L'atto conclusivo del contratto di fidanzamento consiste nel bere l'acquavite offerta dai proponente, ma si
dice altrettanto bene * bere il fidanzata >, (propit' knicha}. Per esempio: ci Peri Stepka ha
bevuto la ragazza e VaSi'ka il figlio ( V b a Stepka propil devh, a VaYka syna). Quando
nel governatarata di Mogilev si vuole prendere il genero in casa, cio a fidanzare un marito
per la figlia (vysvatat' d j a d d e n iknicha), si deve a svatat' >> il giovane al20 stesso modo
in cui si fidanza una ragazza (kak svatajut nevestu dIja syna) e talora gli approcci di matrimonio partono dalla famiglia della ragazza. m
Dopo iI ratto non esiste pi forte esempio di iniziativa nuziale maschile di quello dei
cosiddetti mercati di ragazze. Dove vi un'unica stagione nuziale nell'annata e i matrimoni
Lettera del prof. M. Gavazzi deli'11-4-1959.
n TereSEcnko A,, op. d., 11, p. 262.
12 M;VEenko A,, Byb Bolgm-poselmcev Feodosijskago ~ e z d u ,EO, XLIII, 4, r 899, p. jr.
l3 Barbar L,, op. Ci#., ZfvWR, 19.14. pp. 230, 231, 257. 360, 261, 271, 274, 279, a83, 770-373.
14 Lilek E., Vemihlirn~briuchcin Bornim und d a Hmegovina, WUmBH, VII, rgm, pp. 316-3r7.
15 M m n A., Docscmenfs, cantes et chansonr shves de I'Abnnie drr sud, Paris, 1936, pp. 201.209.
Bilten Inst. 7A ptouC. folklora a, Sarajevo, 11, 1933,
16 EilipWif M , S., &zliFiia etnolofka g d j a i z Rame,
P. 143l7 Lang A,, Samobor, ZbNZ, XVIII, 1913, p. ror.
18 ErdeIjanovif Jo.,Kuti pleeme u Crnoj Gotr, SeZb, VIII, 4, 1907, p. 279.
19 Bat~iinA., Casfufki krest'ian S. VasIIeoskugo, Tverxkogo u., a Zivst. n, XV, 1906, p. 14
W Smirnw A,, OCerki ~emejnycb otnoJenij po obylnomv p ~ s rrwskago nmoda, Moskva, x878, pp. 170,
10

sono collettivi, le ragazze si schierano in fila per delle giornate intere esponendosi d a scdta
degli aspiranti alle nozze. 21 Nel timore di vedersi a Poro volta respinti, i giovani si preoccupano di apparire benestanti e si presentano spesso con vesti e equipaggi presi in prestito
per lhcasione. P In Belorusda la ragazza in fila con le compagne getta il fazzoletto al
giovane piacente che le passa davanti, rendendo cosl l'iniziativa della scelta. Se l'atto viene
gradito, il giovane afferra la rocca e, tenendosi per le due estremit del fazzoletto, i due si ritirano in Iuogo appartato. "
Nel gioca degli indwinell di solito la nubile che propone il quesito mettendo in palio
una ricompensa amorosa o addirittura se stessa. un motivo di fiaba diffuso in tutta l'Europa.
Ma in Russia, in Belorussia e in Polonia il gioco si svolge il pi delle volte a parti invertite: il giovane che pone l'indovinello alla ragazza con l'avvertimento che non la sposer;
se non sapr risolverlo. 24
Nelle citt l'uso di inviare una mediatrice di matrimonio (svacha) aveva cominciato ad
andare in disuso fin dal XVI secolo, ma allora era il padre stesso della ragazza che si rivolgeva
a un giovane chiedendogli se era disposto a divenire sua genero." Ancora oggi si trovano
padri che avvicinano i giovani e fanno loro l'elogio deiie figlie per indurli a sposarle. In
Polonia offrono loro da bere, dicendo: fl A te, genero! Sarai mio genero? n. n In Russia
avviene che un mediatore di professione si prenda il gusto di combinare un matrimonio di
propria iniziativa e a scopo di lucro. Egli prender allora le parti di una ragazza andando a
offrirne la mano a un giovane idoneo. " Nelle campagne l'usanza delle mediatrici di mattimonio non tramonterh mai del tutto. Anche quando nei governatorati di Saratov e di Penza
o in Bulgaria la richiesta partiva da un giovane o daila di lui famiglia, era sempre una 4 svacha
che veniva inviata alla casa della ragazza. " In Slavonia di solito una a vicina che prende
il primo contatto per le nozze. A Popovo Polje, in Bosnia, mediatori di nozze sono a di
soIito donne D (obitno ?iene) sebbene poi siano due uomini che vanno a chiedere la mano della
2l Ii costume del mercato deile ragazze era diffuso in SerbiP, in Ucraina, in Belorussia e in Grande-Russia,
ha Iasciato tracce della sua esistenza in Polonia. V. u devojac% wsar in Schneeweis E., Grundriss des Volksglafibens ~ n dVolksbrasrchs drr Serbokoatm, Celie, ~ 9 3 5 , pp, 82-83; u przetarg dziew B, Seweryn 'I'., i! 2yuiym
kairkiem po dynguric, PAU, Prece, W,1928, pp. 10-11; u licytacja dziewmjt B, e Wish v, 11, 1888, pp. 4 4 2 - 4 ~ ;
Smirnov A., Oterki, pp. 207-210211.
FilipviC M, S., Prazriik n d i l o i kremen D , u Zlmrnik Matice srpske A , j, ~ 9 5 2 ,p. 71; stesso, ]orilo A d
Srba rr Banatu, a Zbornik Matice srpske i i , 8, 1953, p. 6.
23 Sendrik D. E, i Dovnar-Zapoi'skij M . V., Raspreddenie, in Semenov V . P., Rossijd, T. IX, 1905, p. 130.
L'atto d e h r a g m belorusxa ricorda quello delie nubile maora che in Nuova Zelanda getta un nodo sciolto al g i ~
VOIIC prescelto. Se questi lo afferra e Io stringe, mostra di acconsentire a un'unione passeggera (Tregear, Tbc
Maori of Ncw Zeeland, u Journ. af mthr. Inst. B, XIX, 1890, p. 102, v. Thurnurald R., Heirat, in Ebert, h x . ,
V, 254; stesso, Die menscbl. Gexellscbaft, Berlin, T, 1931, p. 101).
24 TereStenko, op. cit., IV, p. 12a ; Dihrw M. A., Q carsk~cbzugadkuch, EO,XXXI, XXXI, 4, 1896, pp. IO,
13, r7, 25; Afanas'ev A. N., Namdnyja rtcsrkija &mai, PiirweEnnija, Moskva, 3O, r 863, I, p. 335; Dobrovoi'skij V. N,,
Perni Dmittovskago n. OrEov~kojgub., u Zivst. n, XW, 1903, p. 345; Fedemmki M.,Lub biatomski, T. V,,
Piehni, Warszawa, 1938. pp. 17, 663. 679; Kombka N-, Koljadki i JZedtouki zcpisannyju v Volynskom Poles'i,
r< Zivst. *, X, I g o r ; Karhwia Jan, Sjsictnarika pEeSni lu F
u polskiego, * Wisla ie, ITI, 1889, p. 257; Moszyhski K.,
Ksrt/srru ldowu, 11, 2, p. 1503.
25 Hetberstain S., Comrnenbnvi della Moscoviu, Vene'in, 1350.
TereEenko, op. ci)., 11, p. 96.
Cercha St., Paebiemny, Pau, Mater., IV, r p , p. 153.
u Pridumaiw' mne cchodit' ot nevestv k h i c h rr, Volkov I. V,,Svadebnye prifety, zapisannye k e s f j ~ n i n o m ,
fusto byvuviitri ssiutom, Zivst. n, XN,1905, p. 2 0 3 .
TereI;&nko, op. cib., pp. 283, 288; Barbar L,,op. cit., ZfvWR, XXXI, 1914,pp. 271, 274.
'n F i k o v a c I., Zenidba FI Reikovcima, ZbW, XI, rgo6, pp. 111, 116.

"

sposa. " I Kuti del Montenegro inviavano solo donne come mediatrici di matrimonio, e
l'usanza dura ancora oggi nella Vis&ka Nahija.=
In origine l'arrivo nella casa di un giovane di una a svacha n, portatrice di una proposta di
nozze, preludeva, naturalmente, all'ingresso del giovane nella casa della sposa in nozze matriIocali, e in molti casi ha questo significato ancora oggi. Presso i B o m del Mato Grosso, se
la ragazza presenta la domanda di matrimonio, le none sono matrilocali, se lo fa il giovane,
saranno invece patrilocali. 33 Si pu presumere che dovunque in passato una e svacha P si
metteva in moto per un apprcxrio matrimoniale, il suo scopo era quello di ingaggiare il
giovane a entrare nella famiglia dei suoceri, e anche se oggi Ia a svacha B si presenta pi
sovente ndla cass della ragazza anzich6 dei giovane, il fatto che tale compito sia devoluto
proprio a lei (si trattava per lo pi di una cognata d e h n a o dell'altra parte, e pih precisamente della parente di una delle parti e cognata delI'altra) sicuro indizio di antica matrilocaIlt. A questa mediatrice parente-affine era devoluto il compito di assistere i giovani sposi
fino d a consumazione deI matrimonio.
LR nozze r n a t r i I d i sono un'usanza slava-comune. L'istituzione fu considerata a rara n o
e molto rara e quindi povera di contenuto giuridico e di significato etnologico. Secondo i1
KadIec le none rnatrilocaIi erano <i molto rare ip (velice Fidke) nella Slavia meridionale, e
a molta lare s (vrlo redke) anche in Montenegro, secondo E'Erhljanovi6, " e rare eccezioni n
(retki inizeci) neIIa M e t ~ h i j a ,4~raro
~ P (vrlo rijetko) nella Rijdka Nahija, 36 raro anche (malo
kada) in Slavonia n e in Bulgaria: a izredka vstretaetsja n. 39 In Serbia 4 le cas est rare ip
scrive il 5icard3" e tali nozix sono a assez rares a anche in Russia a quanto crede di poter
rilevare lo Chasle. " Ma se le si osserva da vicino, ci si accorge che non si tratta di una
deviazione occasionale dal patriarcato, ma di un istituto del tutto diverso, fornito di lineamenti propri, e che non pu essere n casuale, n& raro come sembrato a molti studiosi.
Nozze matilocali erano 4 molto frequenti D in passato in Polonia 'l e sulla Raba lo erano
ancora alla fine deI secolo scorso. " Sono u frequenti 15 o u molto frequenti a in Montenegro, nelle Bocche di Cattaro, in generale in Bosnia, in Erzegovina e in Dalmazia, " 4 fenomeno
frequente B in tutti i villaggi del bacino del Pek, nella Paiarevatka Nahija," ctrnolto
Mitovi6 Lj., Zivot i obiraji Popovaca, SeZb., XXTX, rggr, pp. 179, 18r.
M E St., Ziuot i obitaji pbemsna KuZa, SeZb, XLVITI, 1931, pp. 227-228; UroSeviC A., Gomja Motmri
i Irnotnik, SeZb, LI, 1937, p. 134; FilipoviC M . S., Vimfku Nnhiju, Se%, LXX, 1949~p. r57.
33 Colbacchini A,, I Borotos orimidi r.orarimagudogc~,Torino, S. d., p. 183.
Erdeljanovii Jo., K d i plemc, SeZb, VIII, 4, 1907, p. 299.
33 Nikoiif, PomdGna zadtvga u metohinskim selima, u Zbornik etnog. Instituta D, Beograd, VITI, 1958, p. r I * .
Jovidevit A-, Porodxn, primino pravo u RijeCkoj Nrrhij a Cmoj Gon, ZbNf, XVITI, 1913, p. 172.
Lang M., Sumobor, ZbNZ, XVII, 1912, p. 132.
3s Dedavin N. S., K wprosa o semejno; adwge 81 Bulgm, cc &t. a, XIX,4, 1910, p. 318.
3 Sicard E.,La 2adru.w Idnns la litmisrre $erbe! 1 8 ~ o - r g r 2Patis,
,
1943, p. 1x8 ecc.
Chasle P-,La jamiLLe paysuvne russe, I( Rwue des ttudes shves D, I, r921, p. 240 ss.
41 x Bardzo czpste~nei a Moralia~ di Potocki, v. Bysrrori J., Kultnra ldowa, Warszawa, 1941, p. 57.
42 a
Wste n, Swi~tekJ., Zwyczuje i pojtcia piravac ludu nadrabskiego, PAU, Mater., I , 1896, p. 340.
43 ~cVrlo &te B, Kuliiii S., Trugovi auhaitne porodice u suadbenim obi21Imu Crne Gore i Boke Kororske,
GZMS, XI, 1956, p. 211 ss.; stesso, Arbaiho bratstvo u Cmoi Gori i Hmcegovini, GZMC, 1937; stesso, O
posianku s l o v e ~ ~ kzadruge,
e
Imt. za pmu.8. folklora, Sarajnio, 1955; u testa domszesm ia, N mrrilocal case occur
rather frequently D, Filipwit M. S., Druftuenc i ribif.-prme urtanove si Rami, GZMS, IX,1954,p. 169; s u Rami ... je domazestvo &sto n, r dosts Zestoa, in KuliBii ri., MarriIoAalni bruk i tnaterimka Jilijacria u narodtrim obiCajima Bosa~,Hercegouine i DaImacije, GzMS, XIZI, 19 58, p. 54.
46 s Cesta pojava u naseljima m l q sliva Peka n, Vu jadinovit St., Etnug~dfskdgrndja i* Peka i Zvifdn, n &tnik etnogr. Muzeja u Beogradu *, 1901-1951, p. 262.
31

Jt

frequente a a Jarkovac, nel Banato, " cc costume particalarmente usuale D in Russia nel governatosato di Vologda, Q( fenomeno assai ordinario i> o u costume molto diffuso s, in Russia
in generale, " frequente o molto largamente diffuso B nella Lettonia e Lituania dei nostri
giorni. Nel villaggio di ZeIencova (governatorato di Vologda) nel 1872 iI Potanin trovava
che undici famiglie su trenta vivevano in condizioni matrilocali. " In Polonia, nel distretto
di LubIin, era raro che il nuovo sposo potesse andare ad abitare in una casa propria; di solito
( z m q c z a j ) rimaneva presso i genitori della moglie o i suoi. In molti villaggi del distretto
di Siedce, nella Polonia centrale, era C< abituale >z die il nuovo sposo si stabilisse dai genitori
della rnogIie e Iavorasse con loro. '' Ancora alla fine del secolo scorso dunque esistevano locaEt in Polonia in cui le nozze rnatrilocali erano abituali e generali, Le proporzioni del costume
sono quindi ingenti e iI fenomeno cospicue. Non pub mancare di essere esistita un'epcca in
cui questo tipo di matrimonio aveva presso gli SIavi la stessa frequenza di queIlo patrilocale.
Se nozze matrilocali contraesse solo l'orfana senza fratelli (come ne1 caso previsto dal
Chiudina in Montenego) il fatto potrebbe essere considerato abbastanza raso e qwsi mezionaIe. Ma a nozze del genere si fa ricorso molto spesso senza un'impelfente necessita, per dei
riguardi di convenienza e talora solo di comodit. Non solo la situazione della nubile o
della vedova che le determinano, ma anche ia pressione esterna di agriccltori giovani e poveri
che cercano di entrare come mariti nelle famiglie altrui, come presso i Cosacchi del Caucaso,
i Polacchi e gli Ucraini ddla Galizia." Nella regione di W %
una famiglia con figliuolanza
numerosa tiene due o tre figli in cara e manda gli altri (figli e figlie) cc a servizio in famiglie
pi ricche per la ragazza (cio per accasarsi con una nubile) o per il giovane S. Gli Slovimi
o Kaszubi di Pamerania arnmogIimo il primogenito in casa e inviano i figli cadetti nelle
famiglie delle spose. In Belonissia si prende un genero in casa quando manca un lavoratore
o non ve ne sono abbastanza. Una vedova con figli minori costretta a risposarsi in questa
forma. In Grande-Russia una famiglia ricca di p& marita la figlia in casa per evitare partizioni.%In Serbia un padre con pi figlie p e n d e un genero per la pi giovane.La composizione della prole per sessi non t la soIa causa che consiglia questa misura. Si

"

"

45

FiIipovi M. S., RadiEifa etnolofka gradja iz Jarkovca u Banatu,

a Zbornik

Matice srpske s, Novi Sad, XI,

1955, P. 8.

4 ~r Osobenno obyfnyj slutaj ip, Sejn V. P,,Olerki aa rodno-obyttiuga prova Valogodskaj gab., ZGO OE, XVIII,
T. 11, rgm, p. 120.
47 u DovoTnw obyknovennoe javlenie n, s ves'ma map rostranennyj obyiiaj n, Muchin V. F., Obytnyi porjadok

nadedovanija, pp. 19,


295.
a u Castnye javlenija D, Terent'eva L. N., Opyt iruZc#ija s m ' i i smejnogo b ~ t atatyiskogo Lolcboznogo kre~fjans!va,K Sovetn. B, 3, 1958,p. 58: a CFen' 3iroko rmprostrannem, *; Visnjauskajte A. I., Lilavskajg krestjnnskaja
settt'ja v proiiom i nrpstojaftem, Mater. Ralt. ckspddicii rgjr g. n, r954, p. 73.
Poanui G. P., op. ci!., u Zivst. D, IX, I. 1899, p. 189.
p Smolencowna K,, Wiei Chmielnik tu pow. k b e l ~ k i m a
, Wida a, 111, 1889, p. 241.
51 a Zwykle nowoieniet osisda u rodzidw iony i razem gospodang *, P d k 6 w n a Jud., Chrzest, xafJsrSirs i
pogtz~bwe wsi Czajkowie, parafia Wdodynie, powirir siedecki, Wida m, XVII, ~ 9 0 3 ,p. 309.
Q Maljavkin G., Stanica Cervlennja, Kirljmshgo otdeld* Terskoj ohliisli, ED, Y
III, t, 1891,p. 129: Kowalski
K.,Prawne xwymje W zakresle wypora2mic drltci m pow. IirbeIskiw~,in G r s k i Jo., Cz., IV, Warszawa, 1929,
pp. 195-197;Banvinski A,, Dm Volkdeben der Ruthcnea in Galixien, Die oesterr. Monarchie, Galizien, 1898, p. 402.
53 G6rski Jo., OP. cclr., p. 163.
Tenner Er., Die Shwen in De~tschland,p. 434.
Dwnat-Zapol'skij M., OLIerki semejstv. o b y h . prova krest'jais Miisskoj girb., ED, XXXII, r897, I, p. 126.
Potanin G. P.,Ea'nogafiEeskij<~
zumetki na puti of goroda Nikotxka do gor. Tot'my, 8: Zivst. ip, IX, I, r899,
p. 186.
n DjotdjeviC T.,Naj nmdni fimot, IV, Beograd, 1930, p. 76.

"

&no casi di famiglie ucraine deIIa Slovacchia orientale con tre figli maschi e una figlia che
tuttavia maritano la figlia in casa. 58 A Kotor Varo3 bastava che in una famiglia le figlie
fossero pi numerose dei maschi, perchk si ricorresse a questa forma di nozze." La sprcporzione tra terre da coltivare e braccia disponibili t spesso sufficiente a determinare nozze
matrilocaii. 11 caso inverso (come si detto) viene in soccorso a questi bisogni: in Croazia,
come in PoIonia, un padre con molti figIi e poca tetra invia i figli a servizio raccomandando
loro di entrare come mariti nelle famiglie altrui. m La Polonia il paese dove forse si era pi
indifferenti alla sede nuziale, al punto che talera non era l'insufficienza di terre, ma di alloggi
che rendeva ricercata la matrilocdith.
La residenza matrilocale degli Slavi sempre permanente e nelle tre Russie, in Serbmroazia e in Bulgaria produceva fino al secolo scorso rnatriiinearit della prole. Qua e 1 essa si
accompagna ancora a una intrasmissibilith dei beni in linea maschile. La residenza matrilocale
(o uxorilocale} della sposa slava non & dunque un mero accidente, ceme nei rari casi in cui
questa forma di matrimonio tollerata dal popolo in occidente, ma un'istituzione che risale
a vero matriarcato. solo col tempo che la sempre pi frequente separazione della sposa
dalla sua famiglia in sede patrilocale ha fomentato un sopravvento maschile e, di conseguenza, una graduale prevalenza delle nozze patrilocali su quelle matrilocali.
La maggiore antichit: della residenza matrilocale C provata dallo svolgimento del rito
nuziale. Nd 1929 URa ricercatrice polacca trovava a impossibge stabilire il luogo e il momento in cui i nuovi sposi consumavano il matrimonio. Le sembrava che su questa sceIta
avesse grande influenza l'asptto patrimoniale: se lo sposo era ricco, il primo pernottamento
avveniva in casa sua, e viceversa.
In Polonia, in generale, la sposa non si trnsferisce in casa del marito che ne1 quarto giorno
dopo le nozze, nella stessa Polonia, in Russia e presso i Serbi di Lusazia anche una settimana
o due pi tardi.64 In parecchie localith della Maravia la sposa resta in casa propria dopo il
matrimonio per parecchie settimane. (" I n Russia pub avvenire che lo sposo conduca la sposa
a casa di suo padre dopo la cerimonia nuziale per il banchetto, ma subito dopo il banchetto
la riaccompagna a casa dei suoi genitori dove la lascia una settimana e
Secondo iI
TereiEenko, in questo caso Ia sposa torna intatta dai suoi genitori dai quali lo sposo si
redier a prelevarla dopo qualche giorno. In Russia gli sposi devono trascorrere la prima
notte dove il pane nuziale (de2 korovajcju stati / noten'ku aohivati) e il padre della sposa

"

58

Nahodil O.,Dte Ueberreste der Grossfamilie bei $eri Ukrainen in der Osbstouakei,

Zuchr. f. Slawistik m,

1119 1958, 1, PP. 95, 99.


59

60
61

x,

Kuli9iC S., Matrisokalni brak, GzMS, 1936, p. 54.


Klarie fu.. Kralie r turskol Hrvabskoi. ZbNZ. VI. rrior. D.
~o1ber; O., ~ b d m s k i e I,
, " ~ r a k ~&o,
w , pp. rTo-zTr.
7

270.

a Zawistowicz-KinropfowaK., Zmuarcie malzenStwa prza kupao

poiskich obnfdach weselnlnych, PAU, Mater,

1929, P. 37.
ai Zieliriski St. L., Lud barowiecki, r Wish n, IV, 1890,p. 792; Gaweiek Fr., Tesele rtmoiwieckic W Rndlowie, u Ludw, XIii, 1 9 7 , p. 323; staso, Z Jawrza m Slqskw anstriackim, u Lud*, XV, ~ g a y ,p. ~ m .
W Kolberg O. W. Ks., Pozaaiskie, Krakbw, r 876, pp. 90, 114,236; Cchmalcr 4. E., Volkslieder dw Wendett,
Grirnrna, 11, '$43" pp. 246-247; Reinstein Jan, Pani majstrowd r Podwala, Wisla xi, IV, 1890, p, 834; Minch
A. N,, Nurodnye obyEaiJ obqudy, suwwija i predrursudki krest'jan Smatovskoj gub., ZGO OE, X I X , vyp. 2, 1890,
p. 124; Plesoczyfiski A., Wochy i Kozjmy, a Wisla n, VlI, 1893, p. 731;Cernjl A., S v n i k u Wickich SerbrO, Praha,

1893, h dc Wisfa VII, 1893, p. 614; Ascher A., Lud pdski, p.


Piprek J., Slaw. Brautwerbwng, p. 97.
'6 Jakuikin E., ObyEnoe pruuo, T . I , p g . XII.
67 Lere%nko A,, op. cit., 11, p. 272.
ip,

122.

IO fa portare nella a komora n della sua casa. AIl'indomani ci si reca neUa casa dello sposo.
I n Lituania la u svacha B accompagna gli sposi chr tornano daila chiesa nella a komora P dove
apprestato il letto per loro. Gli invitati festeggiano le nozze per tre giorni, accompagnando
con canti a1 quarto giorno gli sposi in casa dello sposo. M A Poiechon'e, in Russia centrale,
vengono condotti nella a gornica D fredda (senza stufa) o nella klet' subito dopo il banchetto,
mentre i convitati continuano a divertirsi fino a mezzanotte. Anche qui il trasporto delIa sposa
ha luogo nel quarto giorno. "
Direttamente o indirettamente gli etnografi ci informano che il primo pernottamento ha
luogo in casa d d a sposa. Presso gli Humli questo procedimento normale, 'l come Io
nelle regioni orientali del governatorate di Vladimir, a Rjazan' " e in generale in Russia, " in
Mazovia, " in Moravia dove gli sposi vengono ammoniti a rimanere fedeli, a hticut, in

Dalmazia, 76 presso Ragusa, " ecc, I n venti dei trenta esempi presi in esame dal NikoPskij per
la descrizione delle nozze belonisse, l'unione degli sposi ha luogo in casa della sposa. a A
Halisz, in PoIonia, gli invitati vanno all'indomani delle nozze a svegliare gli sposi in casa d e l l ~
sposa cantando: c< WyspdeS $e Jasiu / na moj podusce! * s hai dormito, Giovanni / sul
mio cuscino B, come se per tale fatto egli non potesse piU ritirarsi dal vincolo coniugale. A
C h e h si accompagna scontenti la sposa dopo qualche giorno in casa del marito e si canta:
a Quate non sona pi nozze, Marysia non 5 pi ragazza *.m Presso i a r a l i di Slesia Ia
prima notte degli sposi chiamata u dota noc w, notte d'oro. Solo al principio del giorno successivo si passa per il seguito delle nozze in casa dello sposo. " Presso gli Slovinzi se lo spso
prende la sposa rn casa d! suo padre, I'inizio deiie n m , lo sposalizio e iI talamo (Brautbett)
sono presso i genitori deIIii sposa. a2 Degli ritto giorni di durata delle nome dei Serbi di Lusazia, solo I'ultimo trascorre in casa dello sposa, ma il pih importante i1 primo. La sposa sale
sul talamo in casa propria alla presenza di testimoni. a I1 matrimonio ha esecuzione r< fisica e
giuridica a (physischund rechtlich} in casa della sposa,
La condizione rnatriIocaie pu durare a lungo. In certe localiti della Malopolska gli sposi
rimangono dopo il matrimonio ciascuno a casa propria per un anno e pih, in attesa che si
costruisca per laro una nuova casa. Nel frattempo Io sposo viene ogni notte a visitare la
sposa. 85 In Ucraina nel 1744 un decreto deI Sinoda intervenne a vietare questa dislocalith

a AbramoviZ O., Kresfjunskuja suadbe v sele Kosnjfle, VIaimir-VoEyn~kugouezda, u Zivst. t., VIIL,
p. 136.

m Juszkiewia A., Wesele li!wi>Rdw wielodskich, u Wida B, VLI, 1893, p. 492.


m BBB~OV
A. V., Oterki PoJeckon'ja, EO, XI, 4, r 897,pp. 65, 66.
Schnaider Jo.. Z kraju Hucaldw, (i Ludn, V, 4, 1899, p. 324.
n Jakuskin E., Obytnor pratro, 11, pp. 215, 268.
73 Piprek J., op ci#., p. 31.
Kolberg O.,Mazowsze poltte, Krakow, 1885, p. 264,
75 Saloni A,, Liid Iuhcmki, PAU, Mater., VI, 1903, p. 247.
Piprek J., op cit., pp. 128-129.
n Kuligif S., Tr8govi drhaihe porodice, pp. 211-212.
Nikol'skij N. M., PrafschoZdeaie i istoriia belorurrkoj wadebnoj obrjnrirosri, Misk, 1957, p 75
Kolberg O., Kdiskie, KtaKw, 1890, p. 137.
m a Jui Mnie dzieweczka ia Kolbcrg O.,Chrtmskie, 11, Kr&6w, 1890, p. 2 9 .
Malicki L.,Materidy do k . d i t 4 ~spotecxnei GOraii JlqskHcb, PME, VI, 1947,p. r~o.
Tettner Fr., Die Slawen in Deut~cbEand, p. 434.
Cchmalet J. E., Volkslieder der Wcnden, 11, p. 236.
Schneeweis E.,Feste and Volksbriiatcbe der Sorbes, Berlin, a", rpy,, p. 48.
85 Saloni A., Lud rzes~owski,PAU, Mater, X, rgo8, p. 81.

"

2,

1898,

degli sposi, minacciando di punirli come adulteri, poich6 avveniva che, dopo essersi frequentati, gli sposi si separassero considerando il matrimonio come non avvenuto. Se si mette a
confronto questa usanza polacca e ucraina con quella dei Ceremissi di Ufim, ci si deve domandare se il ritardo nella costruzione delIa casa degli sposi non sia preveduto e xichiesro dal
costume: la sposa cerernissa di Ufim, infatti, diviene sposa di fatto a casa propria, ma passeranno sei mesi o poco meno prima che lo sposo la conduca via. Nel frattempo egli deve trascorrete con lei ogni giovedl notte. 11 costume detto e pomygei-puraz n. m Presso i Lapponi
nel XVI secolo questo periodo di matril~aliddurava un anno. Ora si riduce a pochi giorni.
Anche in Polonia la dislocalit degIi sposi pu durare e interi anni B (lata cale) se il suocero
non consegna alla figlia la dote promessa. La vita separata dei nuovi sposi viene
con motivi diversi: in MalopoIska con la mancata costruzione della casa, presso i Ceremissi
e i Lapponi col pagamento rateale del a kaIym * o p r w o della sposa (finchi tdt pagamento
non ultimato, lo sposo non ha diritto di condurre in casa propria ?a sposa), ndla Polonia
centrale col ritardo della consegna della dote alla sposa. La motivazione 6, probabilmente,
secondaria. Nessuna di queste cause sarebbe sufficiente a tenere separati gli sposi se questa
separazione non risalisse a un'antica costumanza.
La difficolt incontrata dalla Zawistowicz-Kintopfowa di stabilire il Iuogo ddla cunsumazione del matrimonio proviene dalla compIicazione del rito nuziale e dall'oscurit delle descrizioni degli e t n o p f i . pressoch impossibiIe dare una descrizione uniforme delle nozze slave,
anche delIe nozze di un medesimo villaggio. L'etnografo t costretto a riIevare che a un certo
momento i1 rito varia a seconda che lo sposo si prepara a prendere la sposa a casa propria
o a stabilirsi in quella della sposa. I1 Pietkiewicz rileva che, dopo la fine della festa nuziale in
questo a konec s (cio nel lato o fila di case dove si trova l'abitazione della sposa), tutti gli
invitati passano nell'altro N komc , cio nella casa del10 sposo. Ma nel caso che Io sposo resti
in casa propria (pozostajt na dom), le nozze hanno luogo in un solo cc konec s. Dopo le
nozze, racconta il Tatar, t u t t o il corteo si riunisce in casa della sposa e lh I festeggiamenti
prendono fine se la sposo rimane nella casa di lei. Ma se dopo le nozze lo sposo conduce
Ia sposa a casa propria, allora, all'indomani delle nozze ci si riunisce di nuovo in casa dello
sposo per le <{ czepiny P, o cerimonia dell'imposizione a l I ~sposa della cuffia deIIe maritate. "
I casi pi semplici non possono venir presi come regola. Le nozze awengono di solito in
ambedue le casd, della sposa e dello sposo, e il banchetto ha luogo a turno qua e SA. Solo
i poveri e gli orfani fanno i preparativi di nozze in Comune e le celebrano insieme. Quando
avviene che, all'uscita dalla chiesa, gli sposi si rechino direttamente nella casa dello sposo, si i?
tentati di concludere che le nozze sono patrilocali e di omettere il resto della descrizione, Ma
vero il contrario: proprio questa prima residenza degli sposi e dei loro invitati in casa deIlo
sposo si concluderh con una loro residenza matrilocde. Presso i Grali di Slesia, anche se
lo sposo destinato ad abitare in casa della sposa (pnystaje do mlodej), le nozze si svolgono in

F'olnoe Sobranie Zukonov, n, 9032, in JakuSkin E.,T. I, pp. XI-XII.


Mendiarov S., Ceremissy Ufmiskoi gubernii, EO, XXII, 3, 1894,p. 52.
Smitnov I . , Nabroski iz istoni fiaskoj Rurduy, EQ, IX, 2, 1891, p. 67. Un tempo i Lapponi erano rnatrilineari
c nnmra oggi si denominsno dalla madre se il padre t defunto.
~"ask+wrski W,, Sprnwa dziedziczenia, in C4rski Jo., OP. cd., p. 99.
m Pietkiewicz K.,
O b M y weselnc mcd Diwing, PME,VII, 1948-1949,p. 376.
9' Tatar W,,
Wesefe W Bierkowie, c< Wista i ~ ,VII, 1893, p. 366.
92 Skrzyhska K., Wief Krytrice W Tomaszowskiem, (i Wida n, IV, I 890, p. 94,

ambedue le case, solo che dopo il matrimonio la sposa viene condotta in casa dello sposo
anzich6 nella propria, e dopo il trattamento in casa della sposa (hostina), gli sposi rimangono
nella casa di lei. '' I1 medesimo ordine si osserva a Zabno, nel territorio di h b h : 4 quando
lo sposo entra nella famiglia deIIa sposa W (gdy mlody 4 idzie D do mlodej), le u nozze u passano il merroledl dalla casa di lui a quella di lei. Dalla chiesa si pub dunque passare nella
casa della sposa e poi in quella dello sposo, oppure d d a casa dello sposa in quella della
sposa. Ma anche nel secondo caso, si finir per tornare nella casa ddla sposa se la coppia
destinata a risiedervi matrilocalmente. Ecco come il Kolberg descrive a Chdm questi movimenti: << Se lo sposo deve prendere dopo le nozze la sposa in casa propria, le nozze si succedono il sabato, la domenica e la prima meta del lunedi in casa della sposa, e la seconda
n e t h del lunedi, i1 martedl e il mercoledi in casa dello sposo. Se invece la giovane coppia
P destinata ad abitare in casa d d a sposa (cosa che viene decisa prima delle nozze, tenuta
conto deHa comodit e del minore o maggiore numero di familiari presenti in casa), le nozze si
svolgono LI sabato e la domenica in casa d d a sposa, t dopo la cerimonia e il trattamento
degli invitati in osteria, si va il sabato ddlo sposo, per finire di nuovo in casa di lei, badando
che, per I'ordine richiesto dalle cerimonie nuziali, la festa prenda fine nel luogo in mi la
giovane coppia deve risiedere in permanenza ip. "
In sostanza, sia che gli sposi debbano risiedere in sede patrilocale che in sede mamilocale,
le nozze hanno inizio a C h h in casa della sposa, e downque in Polonia gli sposi si coricano
insieme per la prima volta in casa della sposa.
Non esiste una diversit tra i riti che si svolgono nelle case delI'una o dell'altro. Nella
Casa di quello degIi sposi che li accoglie nel secondo tempo si ripetono le cerimonie gi
eseguite nella casa dell'altro nel primo tempo. NelIa sua raccolta dei canti belorussi il NosoviE
da di queste doppie cerimonie una descrizione di ventiquattro pagine che possono essere riassunte cos: di ritorno dalla chiesa gIi sposi si avviano alla casa della sposa per il banchetto di
nozze che, in alcune localit, & servito a un tavolo separato e con un solo cucchiaio. I1
banchetto seguito dalla vestizione della sposa: Ia madrina le divide i capelli in tre parti e la
sorella dello sposo (se P maritata) glieli taglia in crwe. Quando le si mette la cuffia delle
donne coniugate, la sposa si ribella e per due volte la getta lontano accettandola solo alla
terza. % Segue la scena dei doni alla sposa. I1 padre le regala del denaro. Se qualche parente
le fa dono ai bestiame, il C( druiko >> ne imita iI grido: e< rjuch-rjuch u se un maiale,
me-e-e! B se un vitella, ecc. Ultimata questa cerimonia le ragazze e i giovani celibi Iasciano
la casa. a La sposa continua il Nosovi3 - che ha sempre domito mtto gli occhi dei genitori,
deve ora andare a coricarsi col giovane marito. Ne1 momento in cui si inginocchia ai piedi della
madre abbracciandola tra le lacrime, le "svachi" intonano la canzone deiia buona notte:
"Buona notte, mamma,buona notte! / ma questa buona notte non & p r una notte, / ma per
un Intero secoIo, madre mia! / Ora, mamma, non sono pi tua, / ma di questo giovane principe / al quale ho dato la mano" W .

93
g5

Schnaider Jo., Z e c i a Gbxuli nadtomnickicb, u Lud R, XVII, 191I , p. 161.


Kolberg O.,Chebmskie, I, Krakdw, 1890, pp. 270-271,286, nota.
Kolberg O., Chelmskie, I, Krakiiw, rggo, pp. qwz71, 286, nota.

% I1 duplice rifiuto della cuffia 6 anche un'usinzm nuziaIe fimica, m


e quello di teglicrc il velo della sposa
comune ai
con una spada, una freccia o una frusra. Una parte i n s n t e e mstitutiva delle umnze nuziali slave
finno-ugri, e estranea alle tradizioni arie e indowropee. V. Gasparini E.,Finni e Slavi, u Annali dell'lstituto univ.
Orientai: n, Nnpoli, Sezione dava, 1, 1958,pp. 77-105.

Gli sposi (che sf trovano sempre in casa della sposa) vengono condotti nel posto Ioro
assegnato nella a klet' >h. a Genitori e vicini dimenticano allora la loro eth e si dnno a
un'allegria senza ritegno, cantando canzoni di genere diverso da qudlo delle ragazze W.
AU'indomani due spose, una ddla parte deIla sposa e l'altra di quella delle sposo, entrano
nella a klet' D degli sposi e portano loro una camicia bianca, prendono l'usata, la nascondono
e, tornando neUaizba, non proclamano Ia virhi deIIa sposa, ma la lasciano intendere con segni
di gioia e con canti particoIari che lodano la madre di avere allevato una fglia che fa onore
al suo 4 rod . Se l'indumento non reca tracce dell'illibatezza della sposa, i convitati spezzano
le stoviglie, rompono gli utensiIi di cucina e insultano i genitori della sposa.
11 terzo giorno dopo le nozze, 10 sposo si accinge a condurre a casa propria la sposa. La
sposa si congeda dai genitori e si inchina alle icone. Le a svachi D che accompagnano la sposa
hanno cura di prendere con loro u il segreto del letto nuziale b: un fagotto in cui, avvolte
in un l e m o I o pulito, si trovano le due camicie, della sposa e dello sposo.
Accolti con particolari riti n d a nuova casa, gli sposi siedono n un altro banchetta che
seguito da un bagno appositamente preparato. a Entrando nel bagno, Ia sposa deve indossare
la camicia nuziare che stata portata avvolta nel lenzuolo e, dopo i1 bagno, la sorella della
sposa (o un'altra di lei parente, se non ha una s o d a maritata) prende la camicia usata e
gliene fa indossare una pulita *. Rientrando nell'izba, questo indumento viene infine
mostrato come un trofeo e a tutte le donne presenti dnno i n esclamazioni di estasi e danzano agitando la camicia come una bandiera B.
M'indomani Po sposo, con la sposa e un fratello, si reca dai suoceri a prendere il corredo.
Egli presenta allora alla suocera la camicia della sposa nella quale & awolto un pugno di
segala e &une monete, La suocera fa ai convenuti il migliore trattamento e poi, tutti insieme,
si portano aila casa del10 sposo dove si ripete il sito ddla vestizione della sposa con il copricapo delle maritate. 11 padrone di casa appende i1 velo della sposa ad un uncino accanto alle
icone. Due o tre giorni dopo, come atto finale del matrimonio, i suoceri mandano al genero
un'iconla in segno di benedizione. "
I1 matrimonio 2 dunque ceIebrato e consumato, formalmente e di fatto, in casa della
sposa. Esso comprende: la mensa comune degli sposi (confarmatio),la vestizione della sposa,
la di lei consegna al genero da parte deI padre, la distribuzione dei doni, il congedo della sposa
dalla madre, la consumazione del matrimonio, l'ispezione della virt della sposa e la sua prodamazione. Quanto awiene tre giorni dopo nella casa dello sposo non che una ripetizione
a vuoto dei riti gih eseguiti in casa delIa sposa. Viene ripetuto il banchetto c il bagno prenuWale, si simula Ia consumazione del matrimonio, si rinnova (questa volta palesemente e con
solennit) la proclamazione della virt della sposa, si riporta poi alla madre di lei quell'indumento che proprio sotto il tetto materno aveva ricevute il sigillo della verginit. Cos
gli atti compiuti in casa deIla sposa vengono, in quaIche modo, tacciati di invalidit. La
parte del10 sposo esige inconsciamente che essi vengano ripetuti, sia pure senza contenuto e
senza efficacia.

Si ossavi che tocca a una p a m k della sposa togliere la camicia alla nuova maritata. Se l'ispezione dell'indumnto avesse lo smpo di inquisire sulla virt della sposa, taIe compito sarebbe pi saggiamente affidato a una
parente dello sposo. In realt, Ub ck si vuole accertare h che il matrimonio sia stato effettivamente consumato
il contratto divenuto esecutivo, per mi h parte della sposa non pi tenuta a restituite i doni a il prezzo riscosso
per avere ceduto la nubile in matrimonio. Se non l'unica, qusta certo una delle origini daesigenza dell'illibatdelle spse, almeno in cuIture che dnno pa&coIare rilievo alla m i p t 0 ~ i t 3delle prestazioni.
A Nosovi? I. I., Belowsskija pesni, ZGO OE, V, 1873, pp. 13~157.

evidente che aLi'epoca in cui fu elaborata questo cerimoniale nuziale, le nozze erano

rnatrilocali, e matriIocaIe resta ancora Ia consumazione del matrimonio. Ma la sposa si trasferisce ormai in sede patriIocde e i riti sono sd punto di trasportarsi con essa nella nuova sede.
Il Rybskij rileva che a ora B (I895) tutto il rito viene abbreviato per ragioni di economia: in Podolia, la domenica dopo il matrimonio, lo sposo va con la sposa in casa di lei,
dove si svolge la cerimonia della seduta nell'angolo deIle icone ( u posad m o u posag B), la
distribuzione dei doni e la riunione dei padrini (dmiki). Alla sera di quello stesso giorno
la sposa viene condotta in casa del marito. Anche in Volinia l'accompagnamento della sposa
in casa del marito (poprawiny) avviene subito dopo le nozze, per risparmio di spesa. Non t
detto con questo che la consumazione matrilocale del matrimonio debba andare perduta, ma
chiaro che ogni semplificazione porta a una graduale canceIIazione d ~ riti
i compiuti in sede
rnatriIocaIe e a un loro trasferimento in sede patrilocale. La fase doppia e intermedia di questa
passaggio descritta dal NosoviE in Belonrssia, quella dell'obliterazione nelle descrizioni del.
Rybskij e del Kolberg. I n sostanza i fattori che producono questa modificazione erano ancora
attivi durante il. secolo scorso. La loro origine non pu risalire a un'epoca molto remata.
La duplfcazione dei riti nuziali belorussi rilevata anche dal Nikoi'skij secondo il quale si
ripetono in sede patrilocale: lo scioglimento della treccia e la pettinatura della sposa, il
banchetto di none, la posada D e altri non specificati. 'O' Tale ripetizione data da1 Sumcov
come caratteristica generale anche delle nozze grandi-russe: a Nekotorye obrjady, imejuEie
mesto v dorne otca nevesti, povtorjajutsja v dome novobrahogo D, 4 alcuni riti che hanno
Iuogo in casa del padre della sposa, si ripetono nella casa del nuovo sposo W . II Sumcov
aggiunge che la maggior parte di essi si svolge tuttavia in casa della sposa. 'O2 Avviene la stessa
cosa presso i Serbi di Lusazia: dopo la ripetizione del banchetto nuziale in casa dello sposo,
la sposa deve salire nei talamo in presenza di testimoni, come aveva fatto in casa propria. 'O'
I n VoIinia il secondo banchetto in casa dello sposo deve avere la medesima composizione e
la medesima lista delle vivande di quel10 in Casa della sposa.
Vi sono momenti del rito nuziale slavo che riescono inspiegabili senza il precedente della
residenza mattilocale. I n quasi tutte le nozze a sede patrilocale, la sposa 2 tenuta dal decoro
a mostrarsi riluttante ad abbandonare la casa paterna, a fingere di fuggire, a nascondersi e
a piangere al momento della separazione dai genitori. Anche Ia sposa slava fugge o al momento
del fidanzamento o a quello dell'arrivo del corteo dello sposo, si nasconde presso dei vicini,
dietro Ia stufa e, in PoIonia, in chiesa dietro I'altare.
Motto piii raro che a simulare la fuga sia lo sposo. Nel governatofato di Saratov,
invitato da1 u h 8 k e D a entrare nella casa della sposa per presenziare a1 rito ddl'imposizione della cuMa, lo sposo prende la fuga e bisogna dargli fa caccia, a lovitkoiodogo S .
Lo Smirnov attribuisce il costume a degIE immigrati u d n i e il Piprek lo segnala come
ucraino. l" Quando in Ucraina i a bojari o padrini dello sposo arrivano in vista deIla di
Rybskij Th.,Svadtbnye obrjady i pesni v m. Makoue, Kamcneckaga uezda, u 2ivst. *, V, 1895,pp. zz4-a33Kolberg O., Wolyn, Obrxpdy, mctodye, piefni, Ktakdw, 1907,p. 226.
10' Nikoi'skij N. M., op. cit., p. 47.
Sumcov N F., O svdebnycb obrjodacb, preimdlfCesiuenfio rnrrkick, Ch~t'kov,188r, pp. 4-5.
103 Schmaler J. E., VolksEieder der Wenden, 11, pp. 236, 140; Cchneeweis E., Feste u. VoCksbrJarche d . Sorben,
B e r h s'2 19J3, PP- 4 7 9 .
Kolberg O., Wdyli, pp. 32, 46.
1"
M i h A. N,, Narodnye abyf&, ZGO OE, XIX, vyp 1 , rspo, p. 124.
106 S m h o v A,, Oietki, Moskva, 1878, p. 139; Piprek J., Slaw. Brantwerbung, p. 45.
100

lui casa per formare i1 corteo che mdrh a prelevare la sposa, lo sposo fugge per tre volte
e solo alla terza fa in modo di lasciarsi catturare. 'OJ Talora sono i genitori stessi della sposa
che lo inseguono con bastoni e lo costringono a entrare in casa loro. 'OB In Prussia nel
XVII secoIe gli sposi usavano fuggire durante lo svolgimento del rito nuziale. Im h sposo
fugge a Rzeszdw, in Polonia, e le compagne della sposa lo devono catturare perchg senza
la sue presenza non ai pub mettere la cuffia alla nuova maritata. 'lu Secondo lo Smirnov i
genitori della sposa ucraina invitano la figlia a legare il fazzoletto alla cintura del10 sposo t
a tirarlo in casa, "l ma a Dupnica, in Bulgaria, lo sposo si strappa per tre volse questo fazzoletto daila cintura e se lo getta dietro le spalle, 'l2come fa la sposa slava e finnica con fa cuffia
delle maritate. Fughe di sposi sono segnalate dal Piprek anche in Serbia dove, a1 momento
dell'ingresso nella casa maritale della nuova sposa, vanno a nascondersi nel fieniIe. La fuga
dello sposo costume anche dei Mordvini. Il4
Per accertare che la fuga degli sposi risale a epoca di nozze matriIocaIi sarebbe necessaria
una ricerca particolare. E pi probabile che si tratti di un'imitazione da parte dellhomo degli
obbljglii e della condizione della donna, tipica delle societ matriarcali. I n Bulgaria, per
esempio, c' l'uso che lo sposo premi con un dono la castit della nuova sposa, ma se
la sposa t una vedova, tocca a lei ricompensare ii marito deI1a mancata ilIibateaa. 'l5 In GaIiia
cnicidentaIe la sposa viene fatta sedere sulfa madia del pane, ma in Ucraina 2 lo sposo
che deve sedersi sulIa madia, e guai se lo facesse non avendo osservato la castit prematrimoniale! Getterebbe nella disperazione i suoi genitori e attirerebbe su1 suo capo le
pi gravi sciagure. ""
Non solo il luogo, ma anche il momento della mnsumazione del matrimonio che imbarazza gli studiosi delle nozze sIave. Avviene che invece che alla fine del rito, gli sposi
vengano fatti coricare al principio e prima del banchetto, sia in Russia che in Montenegro e
presso i Serbi di Lusazia. Solo la consumazione dell'atto rende esecutivo (come abbiamo
detto) iI contratto matrimoniale e agli occhi del popoIo non si pu festeggiare un matrimonio
che non abbia avuto effettuazione. D'aItra parte gli Slavi conservano tracce vistose di una
frequentazione intima tra fidanzati prima deiie nozze. Nel governatorato di Perm' si dice
che una ragazza a fidanzata lp & come 4 sposata >p, u sosvatannaja Cto obvenhnaja D. "'Nella

"'

Questo episodia ricorda i costumi nuziali di certe regimi della Nuova Guinea dove gli sposi vengono v i r i
dalle famiglie delle nubili. Presso i Garo dell'Assam (Abcng e Matabengs) il giovane pu respingere la ragazza che
ha chiesto la sua mano. Se i genitori 10 muingono alle nome, fugge e si nasconde per du2 volte. Se la fa una
tema voIta, si rinuncia a ricercarlo e il matrimonio non ha luogo. In Nuova Zel~ndai1 giovane si lagna mi genitori
che, i n vista del matrimonio, lo rinchiudono: Che msa ho fatto che volete darmi moglie? (Thurnwald R., Die mnscbl.
GesellschaJt, 11, p. 106 e a Heirat * i n Eberr, Reallex., V, pp. 257-158). Lo sposo fugge anche presso gli Abchazi
del Caucaso.
Te'ereGknko, OP. cd., 11, p p 581-582.
Tetzner Fr., Dic Slawela in Dtut~chland,p. 142, nota r.
110 Saloni A., Lnd ~ Z C S Z O W S ~PAU,
~,
M ~ t e r ,X,zgc8- p. ra3.
11' Smirnov A,, Ozerki, kc. ci#.
111 Barbar L., op. ed., Z f v W , XXXI, 1914,p. dg.
1" Piprek Jo,, op. ci!., pp. 137, 145, 146.
' L W ~ a j n o v Vl., Oterk jur. bytd Mordvy, ZGO OE, XIV, vyp. I, 1885, pp. 88, ror.
"5 Piprek J., op. cit., p. 186.
116 Kosiiiski WL, MaterirPly dnografianc zebrawe W rbtnych okoJicach Galicyj zuchodniej, PAU, Matcr, VII,
1904, p. 61; iwietek, Borowa, PAU, Mater, VII, 1904, p. 1x5.
Il7 Piprek Jo., op. clh, p. 146.
118 Smirnov A., Oferki, p. 251.

regione di Kiw, avvenuto il fidanzamento, gli invitati tornano a casa loro e i due fidanzati
vanno a dormire insieme in un fabbricato ausiliario .cr come vuole Ia legge B (kak zakon
velit). Anche in altre localit. deU'Ucraina il fidanzato va ogni notte a dormire con la fidanzata, senza tuttavia entrare con lei in relazioni coniugali.
Secondo il Piprek, scambiati
i doni di fidanzamento, i fidanzati vengono chiusi nella u komora D per tutta la sera. Nella
regione di Char'kov i1 giovane t invitato dai genitori della ragazza ad andare a letto con la
figlia. lm i3 la madre stessa che prepara il giaciglio, raccomandando loro di conservare I'innocenza. "' Anche in Serbia esistono casi di tolleranza di rapporti intimi tra fidanzati. 12'
Nell'Omolje tutto 2 permesso tra fidanzati dopo la << prosidba P o domanda di nozze. lZ3
Nella Poglizza una ragazza che ha data la paroIa ( a vira a, per u vjera ib) 2 come se fosse
sposata: a je divojka kad je viru dala, sve jednako ka' da je vineana n. Presso certi croati
dell'Erzegovina, dello sposo che pernotta in casa della sposa, si dice: a sjedi uz punicu f i ,
sta dalla suocera m. " I n Slovacchia I'intimit tra fidanzati era ammessa solo col permesso
dei genitori che, ai tempi deI Piprek, la vietavano. Sono poche le localit bulgare che tollerano questa frequentazione In e, in ogni caso, solo dopo il cosiddetto a grande fidanzamento n che pu durare due o tre anni. E sempre il fidanzato che viene a visitare la
fidanzata. Se la fidanzara osasse pernottare prima delle nozze in casa del fidanzato, verrebbe
derisa. 'lS h canclusioiie alla quale era giunto il Piprek, che l'unione sessuale tapptesentasse
presso gli Slavi l'atto principde del fidanzamento, poco sicura perch sia in Belomssia che
in Ucraina i promessi sposi devono astenersi dal compiere atti irreparabili e da nessun luogo
si ha notizia che spose slave si presentino alle nozze in stato di gravidanza. Ma il fatto che
la convivenza fosse ammessa solo dopo una promessa di nozze (la u prosidba n in Serbia,
le cc zapoiny in Uctaina, il a grande fidanzamento >, in Bulgaria), cio dopo un impegno
dal quale non si poteva recedere, fa supporre che, effettivmenee, in passato le relazioni tra
fidanzati fossero complete e che si tratti di un antico costume di matrimonio instabile o
condizionato che diveniva definitivo so10 in caso di riuscita, cio di gravidanza. In origine
i giovani si univano, allynsaputa dei genitori e senza testimoni, in luogo appartato e durante
certe festivit istituite a taIe scopo, annunciando la loro decisione e la loro scelta alle
famiglie a cose compiute. Seguiva un periodo pih o meno 1-0
di frequentszione prematrimonide che si conciudwa con le nozze.

1
'
9

In

Smirnov A., op. cii., p. 255.


Piprek J., op. cit.$ pp. 2 5 , 27.
ZawistowiczKintopfowa K., op. ci#., pp. 16-17;Zelenin D., RWJ. ostslau. Vdk~kunde,p. 307; BogiSiE B.,

Prolini obizaji, p. 88.


Schneeweis E.,Gmndrif~,p. 86.
1" MilomvljwiC G.M., Srpski nar. abitaji iz s r e a Omdjskog, SeZb,XIX, 19x9,pp. 135, 137;Filipovii M. S.,
Gdipoljski d i , Beopad, 1946, pp. 90-91.
XvaniSevif Fr., Polijca, ZbM, VITI, 1903, p. 298.
lZ5 Kuli%itS., MutrilohIni brak, GzMS, 1936, p. 60.
1% Piprek J., op. cit., p. xm.
In Zawismwia-Kintoptowa K., op. cit., p. 18.
m Barbar L., Gcwobnbehrechtiicbcr aus Barlgariea, ZfvWR, XXXI, 1914,p. 172.
1" Questa usanza era diffusa ncll'antia Cina (Gmnet M., Ln civilisotias chinoise, Paiis, 1948, pp. 192-193)e
ancora oggi tra i Lolo e i Miao, i Longkim di Formosa, Ic trib tanpte del Kansu, gli antichi Sia-pi della Cina
nord-orientde e della Mongolia, nella Cambogia, nel. Laos, presso i Kai di Birmania, neUe regioni deU'Himilaja e
del Tikt e presso i Nega delllIndia posteriore. Lio studio deiie feste che aprivano questa stagione di libert nuziale,
fatto dal Granet, diiio Cchotter e soprattutto dal Vannicelli, fa supporre che si uatti di costumanze matriarcnili con

Trovando questa frequentazione tra fidanzati presso i Tagiki montanari (il costume detto
e kingol'-bozi n), il Kisljakov Io interpreta come una sopravvivenza di nozze rnatriIoca1i.~

La Sucharwa osserv che, dopo un breve soggiarno in casa del marito, la sposa turcomanna
ritorna presso i suoi genitori in attesa che il marito perfezioni il pagamento d d a kalym n
(prezzo della sposa), e non sempre il passaggio definitivo cieliai sposa neIla casa del marito
coincideva con questo pagamento. La sposa era tenuta ad abitare un anno in casa dei genitori e
a partorirvi il primo figlio, Durante questa permanenza riceveva la visita notturna del marito.
Questa usanza & diffusa in tutta l'Asia centrale, specialmente presso gli Ujguri, certi gruppi
Tagiki e alcune nazioni del Caucaso. "l Ne1 XVIII secolo tra i Circassi dell'Ura1 er i futuri
sposi potevano senza conseguenze godere delle liberth che altrove non sono permesse che
dopo la ceIebrazione del matrimonio. Bisognava perii che tutto fosse tenuto in segreto n.
Anche gh Estoni, i Mordvini e gli Ostjaki permettevano ai fidanzati di convivere, ma,
come in Bulgaria, solo dopo il secondo fidanzamento, cio dopo che Ia fidanzata aveva
bevuto l'acquavite offertale dal fidanzato. Da quel momento il giovane aveva diritto di dotmire con la fidanzata e di pendere conoscenza dei suoi vezzi a con perfetta innocenza s e in
ogni case senza dar Iuogo a concepimento. Vi erano localit dell'Estonia in cui il fidanzato
a doveva B venire a coricarsi con la fidanzata ogni sera, anche se aveva da percorrere trenta
verste. Questa frequentazione era m a t r h d e anche presso i Mordvini e gli Ostjaki. 11
ritardo del passaggio della sposa neDa casa del marito, la dislocalitll temporanea (anche pmlungata) dei nuovi sposi e il diritto di frequentazione maritaIe in sede matrilocale, sono
tutti costumi che risalgono, molto probabilmente, ad antiche usanze nuziali che soprawivono
oggi solo in giochi e festivit del sud-est asiatico. l"

significati di feconditii (Koppea W., Die Frage des Msftmechtes ~wnd des Totemis~iush Alteri Chi=, q Anthropos P, XXV, 1930, pp. 983-985; Doutreiigne D,, Contribabbm d I'tude k s popuiutiottx Dioy
Lang Lowg, cc Anthropos n, XXIV, 1929, pp. 168-172;Schotter A,, Notes ethnogrophiques ~ u les
r tribbus du Kouy-tcbeou, (I Anthrcposi^, IV, 1909, p. 344; Vmnicelli L-,La Religione dei Lodo, Milano, 1944, pp. 110, 112, 114. 118; stesso, Les
f 2 t e ~des fian<ailles et I'amour des fianc~ che2 ler pcsrpl e1 de 1'Extr?me-Orient, u Tntern. Archiv of Ethnology n,
XLVIIT, 1955, pp. 178-188).Vedi inoltre: S t d a W., Die Li auf Hainars und ihre Baiebtmgen rum asiatischen
Kontinent, ZfE, XLIII, 1911, pp. 202-203; Huyen van Nguen, Les chants aiter~Psdes gurqonr ct des JilEes e n
Annam, Paris, 1934, pp. 18g-1g0, zm, 214; Furer-Haimeadorf Chr., V o l k e ~uad Kdturgrsrppe im wesdicken HHnterindien, s Anthropos D, XXX, 1935,p. 429; Haberlandt A., Me HimalapGnder, in Buschan G., Illwm. V8lkerkandc, 11, rgzj, p. 454.
1" Kisljakov N,, Sem'ja i brak u Tadfjkov, KSm, WIX, 1952, pp. 77-78.
131 Suchareva O. A., Drennic terty v formach golontzych uborov tparadov Srednej Azii, s Ssedneaziatskij etnogr.
Sbornik ip, I, e Tmdy Jnst. Emogr. m, NS, XXI, 1954, W . 317-321.
PaIlas V. S., Viaggi in diverse parti dell'imperio r m o , tdiino, 1816, I , p. 192.
133 Cchrijder L., Die Hmkxeitsbrauchc der E s f e ~#ad einiger anderers Jinniscb-ugischen IIoIkerscbaften in Vergleic h m g m3 denen der i~dogetnsan~schen
Valker, Miri, 1888, pp. 196, 198, 228.
1"
Majnov VE., OEerk jurid. bytri Morduy, pp. 53, 63, nota 87; Voronov A. G.,Juridirerkie obyta?'Os~jukov,
ZGO OE, XVIII, T. 11, ~ y m p.
, 42.
135 Queste usanze, sebbene pi antiche della fondazione dcll'impem Un-,
sono tuttavia etnologicamente ncenti
paicht risultano sorte in culture matriardi per favorise unioni esogamiche tra villa~gilimitrofi dentm il cui am
bito Ie none enna vietate. B auperfIuo rilevare che culture a forte impronta paniarcale non tollerano questi ccsmmi e li considerano poco meno che sacrileghi. In Albania non avviene mai che una ragazza si mariti in cm- del
proprio padre, n& mai che il marito venga ad abitate da lei (Cozzi E., Ln donna nlbanese, s Anthmpos B, VII, 1912,
pp. 323, nota 2, 326). In Cina quando gli sposi arrivavano in visita in casa dei genitori deUa sposa, lo s p s o dovwa
ripartire prima di notte perch non si ammetteva che e& potesse albcr~~are
in casa della sposa (Massip Jaime P,,Del
matrimonio chino, E( Anthtopm *, 11, 1907, p. 72'). Suno numerosi i popoIi che, ormai intinti di patriarcato, sernb m o pi tollerate che pernetere le visite matri!ocaii del marito, ed csiguno (come i Circassi) che esse avvengano

in segreto.

I1 primo tentativo che i'uomo compie per liberarsi dalla sexviti rnatrilocale consiste
nell'ottenere che i suoceri riconoscano il lavoro da lui prestato in casa loro come un campenso
per la co:once:essionedella mano della figlia. Sona le cosiddette nozze per servizio (Dienstehe,
Bride-service): il celibe aspirante sUc nozze si presta ad entrare nella famrglia dei futuri
suoceri e a rimanervi (comecelibe a come coniugato) un numero pattuito di anni, con l'intesa
che, trascorso questo periodo, egli potr condurre la sposa in casa propria, Padre Schrnidt
interpreta il servizio nuziale come una dissoIuzione del matriarcato. Il periodo di servizio
nuziaIe seguito altrettanto frequentemente da nozze matrilocali che da nozze patrilocali.
Si deve inoltre rilevare che il servizio, se concede al marito i1 diritto di condurre con s& la
moglie, non gli riconosce ancora nessuna potest suila prole che pub rimanere di pertinenza
del gruppo della madre. Le culture patriarcali, che pagano per la sposa il prezzo convenuto
all'atto delia stipulazione d e k nozze, non conoscono il costume dei servizio matrimoniale.
Nel villaggio di Strpci, presso Prnjava (Bosnia) era uso che un cdibe povero prendesse
servizio per il solo sostentamento presso un coniugato pi agiato, con I'accordo che alla fine
del servizio il padrone lo avrebbe ammogliato r?on una donna della sua famiglia o con un'altra
ragazza. l" I1 giovane che presta servizio a queste condizioni rimane per lo pia nella casa del
suocero. J
k notizie che lo Schneeweis, il Kliirii e il Lang dhno del servizio nuziale serbocroato
sono analoghe a quelle del Liiek. 'M Che un giovane garzone che si dimostra a capace e laborioso venga adottato come genero awiene anche nella Banja, nella Skopska Crna Gora
e presso i Drobnjaci dell'Erzegovina. j3' Da Samobor i1 Lang riproduce una fiastrwce
di un giovane che serve i1 prima anno per una gallina, il secondo per un'anitra, il terzo per
un'oca, ecc. e il decimo per una ragazza:
b e t leto s e m sldil ...
Sem dekIe razlu51. "

Abbiamo raccolto dalla Croazia, daila Piccola e GrandePaIonia, dalla Lusazia, dall'ucraina
occidentale e dalla Momssia quindici varianti di questo canto popolare "' che il Tetzner d
come conosciuto a tutti gli Slavi occidentali. I giovani Kasnibi e Lettoni prestano servizio
presso i proprietari di cui progettano di sposare le figlie e nei c! dainos n lituani si racconta

1x1 Schmidt W,, Dar in der "Dienstehe" abgeloste Mutrcrreclir, "Heimar und Hummitat", ~Festschr. f. R.
MeuIi ip, Basel, 195I .
1
3 Lilek E., V m h b c h in Bomien und dm Hercegovina, WMaBH, VII, 1900, p. 399.
1% Schneeweis E., Grundriss, p. 85; Klarit J., Kralle a turskoi Hmrskoj, ZbNt, VI, I ~ X p.
, 250; h n g M..

XVII, 1912, p. 132.


Jovanovif Lju., Banjri, SeZb, XXIX,

Samohr, ZbW,
139

Gori, SeZb, VII,

xgo;r, p. 337; Luburic


Ssnrobor, p. 360.

1924,p. 53; Perrovi6 A., Nurodni

i obifuji

ai

Skopskoj Crnoj

A., Drobnjd plerne u Heregovini, Beograd, 1930, pp. 178, 179, 182.

Lang M.,
AndriC: N.. ZensL-6 pjesme, Zagreb, Il, 1914, p- T I Z ; Schmaler J. E., Volkslieder der Wenden, I, p. 34>;
Potaczek St., W f d Ruduuin, Bib!.,
Widy n, IX, 1892, p. 193; Pawlowicz Br., Kilka rysbsu z f p i a ludu W Znlasowej, PAU, Matet.. I . r896, p. 264; Saloni A., Lud i i n r s k i , PAU,Matcr.. VI, 1 9 3 , p. 272; stesso, Lud rzeszowsk?, PAU, Mater., X, 1908, p. 190; stesso, ZaScianb szbacbta polsh W Dclejowie, PAU, Mater., XIII, 1914,
p. rm; Kolberg O. i Udziela S., T ~ ~ ~ O W R Z ~ PAU,
SZ~W
Mater.,
,
XI, rgIo, p. 224; 2. S., Dolsze pzyczynki do
etnografji wielkopolskiej, PAU, Muter., XII, 1912, pp. I r 8, 131; hwojna-Sylwtstricz M., Teksiy szbch#y imudikiej, t. Wislaa, IT, 1888, p. 317; Moszyiiski K.,K d f # r ( ~ldowu, 11, 2 , pp. 1367, 1929; Dobrovot'skij V. N.,
Snsol~nskijetnogr. Shornik, O. 11, ZGO OE, XXIII, t. 11, 1894, p. zoa; Kaminskij V,,Muteridy dlja chmakieristiki maZori(ssAicA g m o v Podol'skoj gubernii, a Zivst. s, XII, 1 9 2 , p. 87; Nosovi? I. I., Belorurskija pesni, ZGO
OE, V, r 873, p. 272; Bezsonov P., Bclotusskija pesni, Moskvs, I 871, p. 86.
la

14'

che, di ritorno dal servizio miIitare, il giovane prende per dieci anni servizio in casa altrui per
guadagnarsi la mano della sposa.'"
In passato il servizio matrimoniale era in vigore anche neliwbania 3ettentrionaIe per
influsso slavo. Presso i Finni provato da1 Kalevala (Runo XXV). In finnico <{ sulhanen D
(estone N suelane , a sulane >P)significa sposo, ma in livone sulli D il bracciante e il servitore (v. lettone 4 sullsiinis n e slavo 4 sluga n). '"
Praticavano servizio rnatril~alei Sarnojedi europei'" e i Lapponi. 6 matrilocaliti temporanea degli Ostjaki pu essere assimilata a servizio maschile.
Presso gli Slavi si verificano casi di servizio reciproco o di servizio solo femminile. In
Galizia e in Dalmazia (Is. di Gravosa, Dugi Otok) i giovani fidanzati si aiutano reciprwamente
nei lavori delle rispettive famiglie. l" La fidanzata ceca si recava sovente a lavorare nelIa casa
del fidanzata. 14' A Popovo Polje vi erano u zadruge i> bisognose di mano d'apra che prendevano in casa una ragazza come u najmnica >, e poi la maritavano come se fosse una ragazza
della famigIia, ma con una dote solo di beni mobili. 'O Nella Bosanska Krajina e nelia Darmazia settentrionale si davano casi in cui la ragazza passava a risiedere in casa del fturo
sposo subito dopo il fidanzamento. I1 matrimonio avwa luogo pi tardi, per lo pi dopo la
nascita del primo figlio. Se non si giungeva al matrimonio, la ragazza riceveva un compenso
per il nolo D. 15' Anche in Polonia (come abbiamo veduto) una ragazza poteva recarsi a
servizio presso una famiglia forestiera per gueidagnarsi un marito. l" 'In Russia m contadino
fidanz una ragazza con uno dei suoi figli e Ja prese in casa COI corredo prima delle nozze,
trattenendoIa per quattro settimane e facendola lavorare. Poi la conged non essendone
contento, dichiarando di non volerfa maritare a1 figlio. Nella Poglimn uno spalatino tenne
una ragazza cc naprovu D per vedere se partoriva un figlio maschio, u 'O& li rodit mu:ko
dite i>. '"
Questo *E servizio femminile non che la forma patrilocale del prematrimonio tra
fidanzati. Anche qui la nubile 2 sottoposta a una prova di fmonditl, ma l'attesa deI1a gravidanza non piii matdocale e accompagnata da visite periodiche del futuro marito, ma
patriiocale, con l'ingresso provvisorio della nubile nella casa dei funrri suoceri. L'area del
servizio femminile (India posteriore, Assam, Tonchino e Yao d d a Cina meridionale) pih
ristretta, ma contenuta in quella delle preunioni tra fidanzati. Anche presso gli Slavi meri-

Tetzner Fr., ap. cit., pp, 59, 158, 191, 467.


Nopcsa F., Die Herkunft der taorddbaniscben Geri~hnbcbtsrechterdes Kanutz h k Dukwd;Tinit, ZfvWR, XL,
19'3, PP. 372-3733 375.
144 AhIqvist, KuDurworter, p. 70.
145 Kolycwe E. I., Nency evropejskoj Rossii ZI konce XVII - #date XVIIT v e h , r< Sovem. s, 2 , 1958, p. 89.
1" Efimenko A. Ja., JnridiCerkie obyfni Loparti, Ko rdov i Smnoedou Archungerskaj gubetnii, Z W OE,VIII,
1"

143

P. 24.
Patkanov S., Staroddunajo $h'Ostjakou, a ltivst. i>. 111, 1891, p. 93; Karjalajnen K . F., Ostjakisches
Morterbuch, Helsinki, 1948, p. x71, cit. da: Vilkunn A,, Dds Verhalten der Ettimen, PFC, 164,1956,p. 35.
1" Udziia S., Dwory, PAU, Frace, IV, I, 1927; Gavazzi M., P d o g jadraxrkdinarsko>r~ kuliurnam profilo
zadarskogia podrifju, Zadar, 1958, p. 21.
1" Fiprek Jo., op. ci#., p. 89.
l-" Mikvit Lj.,fiuot i obifaji Papovacrr, S
ab,XXIX, 1952, p. 127.
"1 a Najamr, Schneeweis E.,Grundrrss, p. 86,
1" a .., ma siuibie za dziewkq, wzglqdnie za p m b h n, v. G6rski Jo,, op. ci#., p, 163.
1" Summv A,, Oterki semeynych otnofenq, p. 96.
1% Ivaniiwii Fr.,Pdjica, ZbNS, IX, 1go4, p. 249.
2, 1878,
1"

dionali e orientali questo costume (poco diffuso)si presenta come una fase introduttiva e
di noviziato della futura sposa, previsto da2 costume e tolkrato o permesso dalIa di lei famiglia.
Dove esiste, questo a matrimonio a prova n h considerato regolare e approvato dalla comunit. ls5 Per la durata di questo periodo la nubile si trova in istato di ingaggiata, ma non
ancora di sposa, in un a ambigous swid states neither married noe unrnarried n, come si
esprime il Leach deU'analoga situazione della novizia bimana.
Ancora in tempi recenti presso gli Slavi orientali e meridionali la sposa non era considerata tale che dopo la nascita del primo figlio. Nel distretto di Kadniksv (Vologda) durante il
primo anno di matrimonio la sposa non poteva disporre in nessun modo dei beni della
famiglia. Le veniva assegnata una striscia di terreno per la coItivaziorlc del lino, ma doveva
farlo con sementi e utensili propri, portati da casa sua. l" I n altre locdit della Russia i1
sirwero non riconosceva alla sposa qualit di nuora e non le permetteva di lavorare per la
famiglia prima della mietitura. l" Nella Djevdjelija per un anno dalle nozze la a rnIada o
B nevesta B non poteva n6 filare, n6 tessere, n per s, n per il marito, ma prendeva il nececsario da casa propria. lSP A Popovo Polje, in Bosnia, filava la lana portata da casa sua. l"
Marito e moglie non si rivolgevano Ia parola pubblicamente per un anno pressa i Kuti deI
Montenegro. I'' In generale la sposa serbo-croata doveva conservare nei primi tempi un mntegns silenzioso e da schiava. la I n Emgovina in presenza di uomini, doveva baciate loro
la mano e ritirarsi. Presso Ragusa i1 trascorrere di questo periodo t detto 4 nevovanje B, da
er neva n, sposa. IbP I n Slavonia durava cinque mesi o fino al primo parto ed era detto, come
in Dalmazia, a mladovanje m, da mlada m, giovane sposa. Ih5 I n Volinia si dice che Ta giovane
donna u rnolodije D, amoreggia: a Za choroszym czolowikom finka molodije D. In russo
q nevestit'sja D significa per una ragazza divenire n nevesta >z (sposa) e 4 obabit'sja a divenire
cc baba D, cio madre; si dice 4 molodka obabilas' m, la sposa (la "molodka ", la "mlada") ha
partorito P. A Imljani, in Bosnia, si dice a pobabiti n: a iena pobabila , N la moglie ha
partorite *. In certe regioni della Serbia la sposa solo 4 sposa W e diviene moglie (iena)
col passare degli anni: finch6 6 ec mlada * non pu impastare i1 pane. Per poterlo fare deve
Oppure . B odiva n, nome che viene dato dai familiari
attendere di divenire 4 Z m a .
ddla sposa alla figIia data a marito, e diviene a mlada o a nevestn dopo due o tre anni. 'm

1%
19

Drobnjakovif E., Efrologija mroda Jagoslauije, Beograd, 1960, p. 143.


Leach E. R., Political Sysiern~oj Higkland BUI^, Cambridge Mass., 1954,p. 75.
Sustikw A., Prawo semejnol i liCnoj robstuennosti sredi krest'jum Kadwikovskugo uezda,

19099 PP. 57-58.


158 Te&enko

a Zivst. s,

XIII,

A,, op. cit., T. V, p. 109.


Tanovif St., Srpski ndmdni obifaji u Dievdjelii.rkoj k a i , SeZb, XL, 1927, p. 267.
1" M i M f L
j., op. cit., p. 201.
161 ErdeljanovK Jo., KIIEI plemc, SeZb, VITI, 4, 1907, p. 281.
la Kiauss F. S., Volksglaube und religioser V~oEksbrauchder SBidslaven, Mkster i. W,,
1890,p. 8.
163 Palunko T., Zenidba, obiEnji u Popoun u Hercegovini, ZbNZ, XITL, 1908, p. 264.
164 Nevovanje, Status sponsae, Vuk., Lex.
'fi Lovreti; Jo., Otok, ZbN2, IY, 1899, p. 54 e 11, 1897, p. 3x7; Ardali! V., Qbitelj lj B~ukovici,Daitnacija,
ZbN2, XI, 1906, p. 189.
1" Kolberg O., Wdyri, o b v d y , melodye* pidni, Ktakbw, 1go7, p. 226.
167 Balov A,, Nurodnyi govor v Po~echonskom uezde, Jmuslavskoj gnb., a Zivst. P, 111, 1893, p. 311; Dar,
1%

Slovar'.
la

R., Ndmdni obillrji, GzMS, XVII, 1962, p. 149.


Grbi6 S . M., Srpski norodni abitaji iz usza Boljmdkog, SeZb, X W , 1909,pp. 107,303.
Lalevi6 B. i Protit J., Vmojevidi, SeZb, V, 2 , 1 9 3 , p. 558.

KajmanwiC

Le nozze m&ikocdi

251

i{
nevesta a finchd ha partorito. "' In certe zadruge delfa Croazia
la nuova sposa non poteva essere massaia (reda) della casa, ma solo un'ajutante, prima che
fosse trascorso un anno dalle nozze." II Bruckner rileva che l'obbligo del silenzio solo
della sposa slava, C( Le aItre nazioni indoeuropee non conoscono tali divieti D.
La sposa designata slava che convive col marito senza godere della considerazione di
moglie, conserva questo stato per volere proprio e della sua famiglia. Essa si ritiene ancora
appartenente alla propria famiglia, e non a famiglia forestiera. solo col tempo, dopo che
fu costituita in tutto il suo rigore la grande-famidia maschile, che questa sua condione
di libera prese aspetti di inferiorit e di soggezio&. In origine non e h cod. Quella prima
unione era revocabile e i genitori della sposa si riservavano il diritto di richiamare la figlia
se essa non si trovava bene in casa deI marito o se il genero non si comportava a dovere. '"
C< Voz'memo tja nazad s soboju N, B ti riprenderemo indietro con noi a, dicevano i genitori
ucraini alla figlia all'aatto ddla partenza. 'l5
In Slavonia la mlada n non vestiva da sposa, ma portava la gonna con un lembo alzato
e fissato alla cintura per notificare il suo stato.
costume generde di queste spose designate russe e slavo-meridionali di andare a capo scoperto come le nubili o di portare il
copticapo deIle ragazze. In L'uso antico poich ne dava notizia il Melezio nel XVII secolo:
a Cum sponsa ad lectum ducenda est ... mulieres imponunt ei sertum niveo linteolo adornatum, &od mulieres *stare licet donec filium p:perint. Tamdiu enirn uxorec pro virginibus
se gexunt m. l" In Serbia la sposa porta lo u smiljevac m, cioP il copricapo delle nubili, in chiesa
e in visita fino al primo parto, oppure mette la pezzuola delle ragazze o veste addirittura da
ragazza. l" Solo dopo aver partorito depone le penne di pavone che ornano il copricapo. 18'
Troviamo gli stessi costumi presso quelle medesime nazioni che ammettono rapporti prenuziali tra fidanzati: la giovane sposa turcomanna porta un capricapo che non n da sposa, n
da ragazza, l" la donna circassa metteva la pezzuola bianca delle maritate solo dopo la nascita
del primo figIio, "' la sposa Miao della Cina meridionale si pettinava da ragazza finch non
aveva figliato. Questa pettinatura e questo copricapo sono il segno della libert della
nubiIe: in Russia la sposa designata continuava a frequentare i1 q chorovod ip e le c< posidelki P,

In Montenegro la sposa

JoviEwiE A,, N~rodni iivot i obiiaji* Rijetka Nuhija u


171 u Nevjestn... nemie koliko da se je tu rodila n,
Crnoj Gori, ZbN5, XV, 1910,p. 35.
GaVazzi M., Seli~fCke obtteljske zadrugc, Zagreb, 1960, p. 32.
173 Briickner A,, Slownrk etymol., sub u nwesta P.
174 Pavlovit Je. M., 2iuot i obiCuji ~modniu Kragujevdkoi Jasenici a Samadiji, SeZb, XXII, 1921, p. 11;
Kovinskij N., Cmogoriju v eju proilom i riastojdtenz, SI%, T. IL, z, 1901, p. 301.
1"
Sumcov N. F., O svadebnych obrjadach, p. 33.
1" Lovretif Jo., Otok, %N$, 11, 1897~
p. 452.
In Putincw A,, O gavore Y mestnosti Chvorostan', Yorondkoj gsrb., * Zivst. *, XV, 1906, p. rrq; Dobrovoi'skij
V . N,,Smolenskij etnogr. sbornik, =O OE, XXYII, E. IV, 1903, p. 430.
17s Meleti Epistola ad Georgirrm Sabinum de Religione et ~acrificiisveferum Borussorum, Respablicd Moscouid
e! urbes, Lugduni Batavorum, 1630, p. 184.
Pavlovit Jo., op. cit.. W b , XXII, 1921,p. 76; u Smiljwac i, da u Smili p, u Gnaphtlium arenarium ii, v.
b u e A., Irinrnires, 11, p. 130.
Filipovic' M . S., Vtsdku Nuhija, SeZb, XLI, 1949, p. X71; Petrovit VI. P., Zaplursje ili L s k o v a f k o ii Srbiji,
ZbNZ,V, 1900, p. 253; KIBrit J., op. ci#., pp. 78, 262; Ivanibvif Fr., Poljicg, ZbN5, IX, I%, p. 256.
1s' Truhelka C,,Die phrygi~che Miilre in Bosnien, WMaBH, TV, 1896, p. 317.
1s Suchareva O. A., op. &t., p. 317.
la Rittich A. F.,Wie Ethnogruphie Russlan'r, Peterm. Mitt., 54, 1878, p. 7.
Anthropos n, XXIX, 1954, p. 658 ss.
1" Weng-kiang, hrnti:m von einm gtmkhbicben Fabrt in Sidchina,

ci02 le danze e Ie riunioni amorose della giovent, e altrettanto faceva in Serbia e in Slavonia dove Ia sposa che non ha figliato pu partecipare alle danze giovanili (kolo), mentre ne
esclusa la ragazza madre. In Slavonia danza pubblicamente finch i ti& non sono cresciuti
e cessa di partecipare al u koIo solo quando si copre il capo e diviene 9 fenn i9. Al
a kolo R pu prendere parte anche il marito finch la sposa a mladuje n, ma solo in presenza di lei.
Nelle regioni dell'Asia sud-orientale dove, come si - detto, la sposa temporanea non
passava in casa del marito che dopo aver partorito,'" essa godeva di una tale libert di
rapporti sessuali che i mariti Lolo e Tho &sconoscevano la paternitii del primo figlio e
nominavano primogenito il secondo nato. Forse per i1 medesimo motivo che gli Octjaki
non riconoscevano alla sposa stato di moglie che dopo i1 secondo parto. IE finnico chiama
la sposa senza prole 4 nuorikko (votjako n nooriko >>, estonc Q! noorik W , da a noori n, giovane}, nome che corrisponde a quello che si d i aila sposa designata dagli Slavi (molodaja,
mloda, rnlada, ecc.). La sposa mordvina depone il copricapo di ragazza (il e kyst' N) e mette
quello di maritata ( a $lygan>r) dopo il primo parto. Prima di alIora non siede a tavola e deve
servire i convitati. Solo col primo parto la suoi persona comincia a contare in casa; quando
il suo stato di gravidanza si rende evidente, le compagne la respingono dalle loro riunioni di
danza. "I La nuova sposa votjaka frequenta danze e riunioni di nubili, senza riguardi al marito,
fino d a gravidanza. Quando i1 suo nuovo stato diviene palese, le donne maritate cercano di
toglierle di sorpresa il copricapo di ragazza (tatja) e di imporIe quello delle maritate. Ma
se la giovane sposa indovina in tempo le loro intenzioni e riesce a fuggire, prolunga il suo
stata di libert. lgl
Prima di divenire patrilocali, le nozze matxilmli passano per una gamma di costumanze e
di istituzioni di mi Slavi e Finni conservano tracce evidenti. L'iniziativa nuziale femminile,
Ie unioni prematrimoniali tra fidanzati e la condizione di n servizio w della nubile sono
costumi caratteristici di nazioni con divieti esogamici e esaltazione della fecondith muliebre.
La fmndit femminile una condizione cos necessaria e ricercata da permettere alla nubile
libert, anticipazioni, movimenti e iniziative non previste dal le tradizioni indmropee.

'85

'86
1"

Tedknka A., op. cita, T. W ,p. 172.


Lovretif Jo, i Jurif B.,Igr~kolo,ZbN5, IV, 1899, pp. 9293.
Tai, hiiao, Yao, Lolo, Karj, Kacmi, Annamiti, Tibetani deI Kan-su, antichi cinesi e antichi giapponesi, v.

Vannicelli L., FLltes des fiancailles.


VunnicellE L-,Fetes des fiQncadles,p. 188.
' 8 9 VOMDOV
A. G., Jwidi2esk.i~obytai Ostjakor zapadnoj Sibiri, ZGO OE, XVITI, T. 11, 1900.
190 Sachrnatov A. A., Mordouskij etnogr. sbornik, SPb, 1910, p. 76.
191 Majnov Vi., Ohrk juridi?shgo byfa Morciovy, pp. 165, 70.
192 VeteStagin G., htjaki Sosnovsbgo kraja, ZGO OE, XIX, 2, 1886, pp. 217.218.

Capitolo terzo
IL C L A N M A T E R N O

L'esistenza di un clan materno pu oggi essere provata direttamente solo per una ristretta
regione della Slavia sud-occidentaIe, Ma vi sono altre cosnimanze familiari, inconciliabili col
diritto paterno, che sono largamente diffuse in tutto il territorio slavo e che irradiano sicurarnenxe da un centro matrirircale non diverso da qudlo montenegrino,
NeU'antico diritto slavo erano necessarie due condizioni per I'esistenza della famiglja: la
convivenza dei coniugi e la presenza di figli. I matrimoni sterili erano nulli e la morte di uno
dei coniugi interrompeva il potere d d sopravvissuto sui figli e li emancipava. '
Una sospensione del vincolo matrimonide poteva essere prodotta anche dalyassenza prolungata del marito. Se l'uomo si assentava dalla sede familiare per un lungo periodo di tempo,
sia di volont propria (motivi di lavoro) che per forza maggiore (servizio militare, deportazione, ecc.), la moglie cessava di far parte della famiglia. Poicht il marito costituiva il sola
legame della sposa con la famiglia di lui, se egli viveva altrove (per esempio, in CM),
il
vincolo matrimoniale u poteva essere interrotto facilmente e legalmente }i. Nel governatorato
di Kostrorna un padre cacci0 di casa la nuora vedova can un figlio, senza assegnarle la pwte
del marito. Ai suoi occhi aveva cessato di far parte della famiglia. ' Nel governatorato di
Samara il suocero ha il diritto di separare dalla famiglia la nuora vedova con figli in tenera
eth, ma deve assegnarle la parte che le spetta, se non subito, quando i figli crescono e si sposano. Se la vedova moglie di un soldata deceduto in servizio, la famiglia fa di tutto per
cacciada e disfarsene, anche se ha figli, ed essa deve chiedere protezione al << mir m. Non S
in terra slava che avrebbe potuto nascere il mito di Penelope. I fratelli deilbssentte potevano dire alla sposa: <{ Tu, cognata, non sei pi nostra perche non hai pi nostro fratello .
La moglie del sddato (soldatka) torna a casa propria e, in ogni caso, abbandona Ia casa dei
suoceri. ' I n Belomssia il marito che prevedeva di dover assentarsi a lungo, forniva bestiame
e grane per iI mantenimento dei figli, ma non per quello della moglie, come se, intermmpendo la convivenza con lei, cessasse il suo obbligo di mantenerla. * I n Grande-Russia erano
Vladimirskij-Budanov A. F., Obror istorii russkago pravu, Kiw-SPb, ~ g o o ,pp. 406, 457.
...
sViazT
e motet po obyhju narodnomu porvat'sja Iegko i zakonno N, Pokrovskij F., O remejnorn polofeiiii krest'janskoj hnSEiny v o$noj iz mestnosts Kostrotl~skojgabcrnii, u Zivst . s, VI, 1896, p, 468.
3 Pokrovskij F., O E P ~ C ~ R O Rpolofenii,
I
krest'junskoj ZenEisy u o d ~j o iz mestiaos~ejKostromskoj gubernii, po
dannym uolosinago suda, Z i v ~ tD,
. VI, 1896, pp. 466, 468.
Matvew P. A,, Oterki iaarodnago juridifeskogo byfu Smamkoj gub., ZGO OE, VIII, otd. I, 1878, p. 30.
5 Id., op. ci#., p. 34.
6
Ty brama ne nasza, bo w5e brata ne masz P, Kolberg O., Chdmskie, K r a k h , 1891, I, p. 78.
7 Makarenko A., Smes', a Zivst.*, VII, I , 1897, p. 127.
1
1

fi

Dovnar-Zapol'skij

M., Oterki

semejbu. obytnaga prauu Krfst'jrsn Minskoj gnb.,

EO. XXXZI,

I,

1897,

pp. 118, 119.

E. Gasparini, Il motriorcoto skovo. Antropokogio cdhkrcbke dei Protoskovi, 11, ISBN 978-88-8453-757-7 (odine),
ISBN 978-88-8453-734-8(print), O 2010 Firenze Universlty Press

i genitori della sposa che prendevano a loro carico i di lei figli9 e custodivano la dote o ne
chiedevano la restituzione. 'Wei canti popoIari serbi una suticera rimanda la nuora ai di lei
genitori, che P'henno richiesta, perchk il figlio era da lungo tempo lontano, " Chi commetteva
aduiterio con la moglie di un soIdato em lasciato in pace perch u la moglie di un soldato
era considerata separata d d a comunit del viffaggio m (soldatka sttaetsja vyddennoju ot
sel'skogo o b f h t v a ) e percib libera di comportarsi come credeva. l2 Nel Polecie la moglie
di un soldato poteva avere molti amanti senza che il marito, al suo ritorno, gliene facesse rimprovero. l3 I n Polonia si ammetteva che Ia sposa di un marito assente non rimanesse fedele,
e questo col consenso dei di lei genitori, ci zeby gospodaska nie miarnila m, perch la casa
non andasse in rovina, l4 sia che la presenza di braccia maschili fosse considerata necessaria al
buon andamento della fattoria, sia che si temessero per l'avvenire Ie conseguenze di un'insufficienza delfa prole. In Lituania i p a m t i di una vedova cercavano di persuaderla a prendere un secondo marito in casa (nadomnik) e se essa si rifiutava di passare a nuove nozze,
la incitavano a una convivenza u sulla parola m (na wiar~),considerando i figli che nascevano
da questa unione come legittimi e idonei a ereditare aila pari dei figli legittimi, come figli di
una medesima madre, anche se i1 patrimonio apparteneva al primo marito. l5 I n Polinesia la
castit della moglie di un marito assente, magari per viaggio, considerata addirittura sconveniente. l' Della medesima libert gode, naturalmente, la vedova. I n Slavonia la caccia che
le vedove d h n o ai giovani celibi paragonata alle acque della Sava che continuamente battono le onde. l7 Sono soprattutto le ragazze che si lagnano di questa concorrenza.
In dtre parole, il Costume popolare ammette che un taiamo non frequentato renda disponibile la sposa, cosl come un campo non coltivato pub essere occupato da un estraneo. N& la
donna, n6 il campo devono rimanere improduttivi. B il Costume che offre una spiegazione
dello a snochaEestvo i9 degli Slavi orientali e meridionali, ci08 deI diritto che si arroga il
suocero di giacere con la nuora di un figlia irnpubere o assente. Non si tratta n6 di fragilit
deI vincolo matrimoniale, n di dissolutezza di costumi, ma ddla soddisfazione di un debito di
fecondit. Infatti ci osservano n d o stesso tempo episodi eroici di fedelt coniugaIe delIe
spose che, nel governatoxato di Perm', seguivano volontariamente i mariti in esilio. l9 La
letteratura russa presenta esempi dassici di ambedue le componenti del costume: Zev

W u c h i n V . F., Obyittyj porjadok nasiedovanija, pp. 287, 288.


10 Jakuikin E., O b y t ~ o ep v o , 11, p. 205.
Il Culinovif F., Nmdno prmo, Beograd, 1938, p. 4x5.
12 Solov'ev E., Prestirpleaija i nakazmija po ponj~tijam krest'jan Povoli'ja, ZGO OE, XVIII, T. 11, I ~ O ,
P. 291.
l3 Jeletiska E., WieS Komarowicze, u Wida B, V, 1891, p. 330.
'4 Trawifiska-Kwainiewska
M., Syiuacja s p d m a kobiefy wiejskiej W zimi Arukowskij W latach I 88~1914,
PME, X, 2 , 1957.P. 187.
1s Witort Jan, Slady a ~ f r o j ufnstryn~chalnego na fitwie, u Wida D, XII, 1899,p. 310. La a soldatka ip ritorna
temporaneamente dai suai genitori anche presso i Mordvini e i Gremissi (Byhan A,, Die finnYchcn Volhr, in
Buschan G., Idl. V o l k e r h ~ d e111,
,
p. 937; M a j m VI., O?mk jarid. byta Mordvy, GO OE, XIV, vyp. r , 1885,
p. 1511. Presso i Kirghizi un'assenza del marito per dodia mesi, anche per esilio, affrancava la moglie &e poteva
sposare un altro uomo {Izrszrov N,,
Obyhioc pravo, adat, Rirgizov Semiretenskoj obiisti, EO, XXXXV, 3-4, 1897,
P. 79).
16 h i d m n B., Love in South Sees, trad. itd., Milano, 1957, p. 123.
17 Rajkovii Dj., Srpske norodne penne, kaske, u Sdaaoniji, Novi Sad, 1869, p. 162.
18 Goetz L. C., Volkslieder und Valkslebm der Kroafetr irnd Serbm, Heidelberg, 1937, 11, p. 189 S.
' 9 E( ZengCiny dobrovorno sledujut v ssyjku za rnu%'jami
n, u Permskie gub. Vedomati P, 2,1897,in EO, XXXV,
47 1897, P. 171.

ToIstoj racconta nel Dimolo Ia sua relazione a pagamento con una u soldah e Nekrasov
canta nelle Dome russe I'emismo delIe mogh dei Decabristi che hanno accompagnato i mariti

in Siberia.
N d e socied matriarcali la discendenza - detembata dalla madre, seconde l'antico adagio
u fructus sequitur ventrem n; i Vasojeviti del Montenegro dicono: a okle Ena ode i djeca a,
u don& la madre di l il figlio ip, ci& i @i
appartengono alla parte della madre." Non esiste
m principio di legittimitk della prole. Studiando la costituzione f a d a r e dei Melanesiani
deiie isoIe Trobrimd (con nozze patrilodi e avuncolato), B r o d a w Malinowski scriveva:
r Non conosco un solo esempio nella letteratuta tuiologica in cui ai figli illegittimi, ciot ai nati
da ragazze non sposate, spetti lo stesso trattamento e lo stesso stato socide di quelli legittimi
I1 Malinowski era nato a Crmvia e non aveva che da uscire dalle porte della sua
citt per trovare nei vicini villaggi della Gaiizia e della Slesia quello che non & offrivano
i trattati di etnografiii. Quando presso C h h si veniva a sapere che una ragazza era incinta
si andava a gara a orirsi come padrini del nascituro
iI padrinaggio di un figlio
naturale portava fortuna. 22 E vero che in Ucraina, nei Ce in Slesia ci si affrettava a
mettere alla ragazza incinta fa cuffia d& maritate (d'onde il nome di a pokryta e di
e zawitia a che si dava alla nubiIe in tale condizione), ma questo atto ben aveva, in origine,
10 scopo di umiliarla, bensl quello di rendere pubblico il suo stato e di prevenire in taI
modo un infantiddio &e avrebbe richiamato sul viJlaggia le pi gravi s ~ i a g u r e .Tra
~ i
Grandi-russi della Siberia la nascita di figh prima delle nozze non disonorava le tagazze,
specie se erano maschi. Il padre della ragazza li amava come propri e diceva che uno sputo
non insudicia il mare. Le ragazze stesse si mostravano indulgenti vaso le compagne incinte. N
Quando Ia grandefamiglia belorussa si divideva, si coducevano questi figli da un parente,
per esempio da uno zio, pregandolo di accoglierli e dicendo: 9 Ved' krov' naia, po sestry
rodnoj N, a sangue nostro, di nostra sorella g a m m a P. Nella f u a in cui entravano,
i figli illegittimi erano tratmti come i propri. Sulla Raba da una madre che moriva intestata gli aegittimi ereditavano alla pari dei legittimi. n Nel govematorato di Samarsi i Lgli
naturali, particolmente numerosi, erano sempre trattati come gli altri. Legittimi, naturali
o adottivi, i figli sono tutti pareggiati nei diritti " e q ricevono neli'eredit parti u g d a
quel18 dei f i i legali *. "
Questo trattamento davo comune, come si pu vedere dalle ricerche del BogSii e del
Veiovi6 R. V., Plrme yamjeui& h j e v o , 1935, p. 363.
Malinowski Br., Sex rivd Rt?.wessionp uad. ital., p. 2x2.
4 B4 im b$d&
a r i d o * , Piti.aetLala L,,W i m L ludM d W h m ,a Ld*#11,1896, p. 335; b h g O.,
Cbdm$kie, h d w , 11, 1891, p. 164, Id. presso i
(Te- Fr., m e Slaufen ia h t f c h h d , Braunschweig, 1902, p. 46r).
Simirov N. P.,Kirrtwnyjrf p?&ij#,
M j a s t a h a , n, 1899. in *W&*, VIII, 1894, p. 131; Saloni A., L d wiejkki W okolicy Pneworsh, # Widn r, M,1897, p. 741; Wi-ski
M. R.,PmkC o m d y c b ,
a Wish n, VIII, I%, p. x jr; MaikE L., Mafeti& do Mtwy spOtecmei Gdmii S&kicb, PME, VI, 1947, p. 79.
Smiroav A., OEerki semeiffycb o t n o f e ~ i po
j ay!rnttps pravu w s k ~ ~ gnliroA,
o
M a k ~ a ,1878,p. 213.
a J&dhE., O w v o e p o , 11, pp. 1rq.1~5.3 f i 3 Teslenko N., O semtjnych dei&
Belmsou, EO, VIII, I , 1891, p. 121.
3 Jd&h E., Wied K o m m i a e , n W*
R, V, 1 8 9 ~
p.~330,
n S*tek Jan, LarB d r a b s k i , n Wi& a, XIlI, 1899, p. 590.
28 VsmIoZskaja E.,Oterki krest'+k~go
byta Silmmskogo #ed#, EO, XXXV, z, 1895, p. 27.
W Matveev P. A., Otwki d w g o jirridiEeshgo Bykr S m m k o j &-i,
ZGO, OE,VIII, od. I , 1878,p. 35.
4 Poluikjut ravnpe W nasledstva s z h n n y m i , Muchin V. F., O w n y j pjsdok
n~~~lcdovafftfi,
p. 171,
21

&e

nota 154.

Kmidlec." Probabilmente 5 nel vero il Muchin quando esprime l'opinione che la legittimit
d d a nascita sia presso gli Slavi un concetto recente, forse cristiano. " Nella P o g h a Iri
ragazza con figli naturali resta col p d t e e, se i familiari sono benevoli verso di lei, riceve
la sua parte dell'erdtii patema, e i suoi figli la erediteranno da lei. n Nella Bukovica, in Dalmazia, non si fa differenza nel trattamento dei f i i di donne non legalmente sposate. Gli
Albnnesi, i Lituani e i Mordvini si comportano nel medesimo modo: in Albania ereditano
solo i maschi, s u m differenza tra legittimi e illegittimi. 35 Presso i Mordvini i figli naturali
sono tutti affiliati o riconosciuti dal padre della ragazza o dal marito. In Lituania, nel
concetto popolare, i figli nati da un medesima padre sono uniti tra loro da legami meno
stretti di quelli provenienti da una medesima madre. n In base a questo principia puh avvenire
in Ucraina che i figli naturali siano vantadati sui legittimi perdi4 i legittimi ereditnino solo
dal padre e i naturali anche dalla m&. 38 I contadini slavi non si rallegrano pi, come
ai tempi del paganesimo, se le loro bglie partoriscono in casa prima delle nozze, come invece
continuano a fare i Finni del Volga, gli Ugri e gli Uralici. Anzi, le disapprovano e d o r a le
puniscono, ma non dovunque, e in ogni caso sono lontani dal far ricadere fa loro colpa sulla
prole. Nel sentimento popolare un figiio sempre una benediaione, da qudunque parte venga.
L'autorith religiosa e civile non poteva mancare di reprimere i costumi di libztt~prenuziale
delle nubili. Ragazze dissolute venivano talora espulse dalla famiglia e dal villaggio e il c1em
dava ai loro figh nomi ridicoli e spregiativi. I1 popolo stesso mostrava di apprezzare l'aibatezza delle spose, m iicusb sempre di accettare quella discriminazione a danno dei figh
illegittimi che uno dei fondamenti delle civilt patriadi.
Due studiosi cechi dell'mtico diritto slavo, il Kadlec e i1 Sa&,
hanno sostenuto l'inferiorit giuridica delia donna davive nei confronti dell'uomo, fondandosi SII delle analogie
fallaci con gli dtri popoli indoeuropei. Secondo ii K d e c l'antico diritto slavo non conosceva
una pari& giuridica dei sessi. Solo l'uomo era pieno soggetto di diritto, solo lui aveva
un'illimitata capaciti di azione... Il rapporto tra marito e moglie era quello di un padrone,
se non di una m a , di un essere (istota) che si trovava nel di lui potere, e viceversa, la
simione delta donna era quella di unoi persona soggetta al padrone e signore. La moglie
non si distingueva in molto dagli dtri oggetti di proprieti del marito. Solo la moghe aveva
obblighi di fedelt verso il d t o e solo l'adultera era punita B. Secondo il Samnlk la
moglie non aveva nell'antico diritto slavo iniziativa di divorzio." N il Mec,n& ii Saturnfk
portano una qualche documentauone di queste asserzioni che sono tra le piS prevenute e pi
erronee che si possano fare sulla civiIt e la societ degli Slavi. La continuit della dipendenza delle figlie dalle loro famiglie di origine anche d o k~
& urio dei prindpi fondamentali e generali del diritto consuetudinario slavo, sebbene mai riconosciuto dalia legge

"

"

B.,Prauni obitaji, pp.

31

bgXE

93

Muchi V. P., OP. &., p. 178, nota


Ivwdwid R., Poljic~,ZbW, IX,I*,

34
35

36
51

315, 317;&&

p.

K, Rodind nedfl, p.

61.

302.

A d a U VL, Obiselj lj B W i c i , Ddflpacib, ZbW, m,i+, p. ~ p .


E., h donna i d b s e , htbroposm, W, 1912, p. 326 nota.
Nord9, ZGO OE, m, vyp. I , 1883, p. 148.
Majnov VI., OEerk j d d .
Witort fin, Zmyy p r m myaajowego Igds Lewskiego, 4 Luci *, 111, 167, p. 307.
IVBLKW
V. V., ObyllffW p r m kresfjm C W k o u s k ~ jg i r h u , v. &&v
A,, io EO, L,

P. $93.
39 Kadlec K., O prawie p y ~ t ~ Encykl.
m ,
p&. T. IV, Q, 2, PP. 99, IOJ.
Satumlk l'h., O pdvu mukmmCm a ShmrP v dobdcb starfich, N i l e
19343 P. 17.

L,, Slou.

m,1897,

Sraroi?itiinosti, 11,

z,

scritta, e se ne pu scorgere anche in tempi moderni la prova ne1 regime dotale, nel pagamento dei debiti e deIla vendetta del sangue. Contrariamente alle affermazioni del Kadlec e
del Saturnik, e in conseguenza della presenza di un clan materno, proprio la donna slava, a
differenza deIia consorella romana o germanica, era sottratta alla podest maritale. E vero che
i1 rifiuto di iiiiziativa di divorzio alla donna & una delle norme del. diritto popolare europeo. 'l
Ma se vi una cosa in cui gli Slavi si dimostrano scrupoIosi nel riconoscimento dei diritti
femminili e nel loro pareggiamento a quelli maschili, specialmente nel matrimonio. In Bulgaria
la donna poteva divorziare se il marito era impotente o sdlomita, se Ia concedeva a un altro
uomo4' o se la maltrattava. I1 marito potwa a sua volta divorziare se la rnogIie era sterile,
vecchia o malata, ma questi tre motivi erano validi anche per una richiesta di divorzio da
parte della moglie." Nella Leskovacka Morava iI marito riconduceva la moglie da lungo tempo
malata dai suoceri perchd gliela restituissero guarita o la seppelIissero se moriva " Questa
facolti del marito di disfarsi di una moglie invalida moIto antica poich il Precetto ecclesiastico del principe JarosIstv (prima met deUX secolo)si preoccupa di combattere il costume e
vieta ai mariti di separarsi da mogli che soffrano di ac brutte malattie W O di cecita B (Iichii
nedug bolit' ili slepota). Ma iI costume concedeva in questo frangente i1 medesimo diritto alle

mogli. Infatti il Precetto ecclesiastico di Jaroslav fa loro il medesimo divieto: nemmeno la


moglie dovr lasciare il marita, c< takok i Zene neI'ze pustiti muh m. " Nella VisoCka Nahija
Ia sposa maltrattata si rifugia nel suo u md i~ e se ne Iagna (utek u rod i rodu ppoiiali);
l'iniziativa di divorzio pu partire dalle due parti e le parti divorziate sono Iibere di risposarsi. Se il marito pecca con un'altra donna, la moglie pu separarsene. * Nel divorzio i diritti
sono reciproci.
Perch la moglie possa fuggire dal marito, occorre, naturalmente, che abbia un ec rod o
dei parenti disposti ad accogiierla. Di solito si concilia col marito e torna da lui, raro che
si arrivi al divorzio definitivo. Ma che le mogli si separino dai mariti cosa pi frequente
che l'inverso, se la moglie ha ancora vivi i genitori o la madre. 48 In Montenegm, nella RijeZka
Nahija, dove si riconosce al marito i1 diritto di ripudiare la moglie sterile, il costume popolare
pone un freno all'impazienza del marito costringendolo a cedere alla ripudiata la met dei beni
domestici (polovina domaCinova irnanja) che essa prender con sd se passera a nuove nozze. 49 L'infedelt motivo di divoizio da ambedue le parti. La parte colpevole paga una penalith di trenta talleri. Per la sposa p g a il padre. In caso di adulterio flagrante della moglie, il
marito pu cacciarla, ma in questo caso la moglie non paga nessuna penalit. Secondo il
BogiGiC norme affini si osservano nei costumi popolari russi. In Slavonia la moglie che di-

Berntitfi F., Zur Gescbicbte k s mrapaiscben Fmi!ienreck#er, ZfvWR, VTIT, 1889, p. 423.
Nel diritto indwuropco il marito potwa valersi di un a adiutor marrimonii m per ottenere prole dalla moglie
(ancora ndl'antica Grecia) o cederla temporaneamente a un ospite per fargli onore (Schrader O., R e d e x , f, I,
41

42

p . 286).
43

M
45

Baldzev V. T.,Sborf~tkm nlillmdtli #t#~!trbr~#ijd,VYII, 1892, v. Radif, h ZbN5, 11, ~ 8 9 7 p.


, 480.
Djordjwii M.,Ztuoiot i obiznji narodni u LeskovaEkoj Morasii, SeSb, LXX, 1958, p. 154.
Cerkovnyj Usjov v. kn. Jamrlava, Istorija russkoj cerkvp Makmija Mitropolito Moskovskago, SPb, 1889; 11,

P. 360-

6 u Mo& se kma od njega raspustati ia JovibiE A., hlatodni 2ivot, R i j e B Nahija, ZbN%,XV, 1910, pp. 46,
47, 76.
JovikviC A,, Porodica, privatno pravo w Rijetkoj Nahiji a< G n o i Gori, ZbNi, XViII, 1913, p. 175.
Lang M., S m o b o r , Z b N i , XVII, 1912, p. Irg.
Jovikvif A., op. cit., ZbN.5, XV, 1910, p. 47.
3 BogiHK B., Prauni obgaji, pp. 135, 137, 283-285-

vorzia dal marito torna dai suoi genitori. Non frequente che vada a convivere con un altro
uomo. 2 per la pi a causa di mdtrattamenti che Ie mogli promuovono separazioni, ed la
loro stessa famigha che le richiama sia in Montenegro, che in Serbia, in Belomssia e in Grande-Russia. In Montenegro i genitori vanno a riprendere la figlia nella casa del genera pzr
darla a un altro marito. Se invece la figlia torna per proprio conto, non si rimarita pi,"
probabilmente perchd perde la dote. In Serbia, nella Jasenica, i genitori richiamano le figlie se
il genero ha cessato loro di piacere, ed esigono anche la rwtituzione del corredo. Ritorni di
spose rnaItrattate avvenivano in Belorussia e Grande-Russia. "
La facolt riconosciuta ai suoceri di richiamare le figlie sposate distrugge il potere maritaIe e conduce ad un divorzio # invito viro D. I n Pomerania una sposa maltrattata si lagna deI
marito coi fratelli cl~evogliono ucciderlo. h sorella si opponc: a Chi sar alIura il padre
dei miei figli? n domanda. i{ Io sar il padre dei tuoi figli n le risponde il fratello. 5s La
risposta etnologicamente esatta perchg il ritorno delle vedove uno dei meccanismi che
ripristinano I'avuncolato.
I divorzi nel popoIo non avvengono, del resto, su istanza giudiziaria. I1 matrimonio
cosa che riguarda le famiglie. La comunit non interviene che in caso di ricorso delle parti,
per lo pi per motivi economici. I coniugi che non vanno d'accordo, si separano senza intromissione dei poteri religiosi e civili. Un tempo in Serbia si riteneva che il divorzio non fosse
cosa che concerneva la chiesa. 5b Non avviene certo nella Slavia che solo l'infedelt del marito sia considerata adulterio, come in Birmania," o che l'infedelt deI marito sia punita
pi severamente di quella della moglie, come in Polinesia, '' ma non mancano casi in cui
l'infedelt del marito considerata pi grave di quella della moglie per&& comporta una
perdita di beni familiari in doni o denarog e si conoscono esempi di mariti adulteri puniti
pubblicamente insieme alle amanti.
Se contrariamente alle asserzioni del Kadlec e del SaturnEk le m e stavano msl ancora
ne1 secolo scorso nei villaggi pi remoti delIa Slav!a e in una deIle materie piii conservative
delIa societh umana, difficile attribuire un miglioramento della situazione della donna al
moderno progredire del diritto patrimcale. Si deve anzi ritenere che a maggior ragione le
cose dovessero stare cod anche in passato. Ricostruendo la situazione della donna russa
in et prernongolica dalle cronache, I'agiografia e le memorie giuridiche e eccIesiastiche, il
Dobrjakov era arrivato a dimostrare fin da] 1864 la situazione libera e indipendente della
donna russa, l'instabilit dei matrimoni e la loro dissoluzione per volere delle mogli." A
Pskov e a Novgorod l a donna godeva di diritti superiori a quelli riconosciutile dalla Russkaja
Pravda: i suoi diritti di proprieta erano equiparati a queIli del marito, parteripava a tutte le

"

51

Lovretif Jo., Otok,

ZbNL, 11, 1897, p.

337,

" Rovinskij N., Cernogorija u e]& proJlom i noslojaI?e.m, SPb, 1,

2, 1931, pp. 301, 303,


Pavlovit J. M., Zivot i obitaji ttarodni u Kragujm.z?koj Jasenici tl Sumudiji, SeZb, XXII, 1921, p. 113.
DwnaGaporskij M., op. cit., E.,XXXII, I, 1897,p. 107; Sumcov N. F.,O suadcbnych obrjadacb, preimuJ?s$tvmmo russkich, Chw'kov, 1881, p. 33.
a Tetzner Fr., Dze Slaweri in Dcmrch!md, p. 268.
3 DjordjeviC T. R., N& n a r o d ~ ifivot, Beograd, 1930, TV, p. 47.
k a c h E. R., Politicnl Systernr of Highland B C L Y ~Cembtidge
U,
Mass., 1954,p. 85.
9 DanieIsson B., Loue in the Sorrth 5ms, md. id., M a n o , 1937,p. 126.
9 PetrOYiC P. 2., 2ivot i nwodni obizaji s< Gru%, SeZb, LVIII, 1948, p. 177.
Kdmian Wl., Drobiazgi ludoz~awcze, Wi4a a*, 1903, p. 253.
61 Dobrjakov A., Rnsskaja Benftinn v dornoagol'skij period, SPb, 1864, in Kosven M. O., Matrimchat, Moskva,
1948, PP. 76-77.

53

"

fasi del procedimento giudiziario, poteva testimoniare, sostenere giudizi di Dio in duelli
giudiziari e disporre dei propri beni senza il consenso del marito. Diritto di testimonianza
aveva Ia donna anche nello Statuto di Tersatto. 63 Durante tutto il medioevo nelle dinastie
serbe e nelle famiglie nobili bosniache la u kuknica * (domaBca) prestava giuramento, riceveva pagamenti e partecipava al consiglio dei dignitari, facolt di cui non godeva la donna
slava del litorale, influenzata dalla Iegislaziane &dentale. M difficile immaginare che in
queste condizioni Ia donna fosse priva di uno dei diritti che dovevano starle pi a cuore,
come quello di separarsi dal marito. Se la documentazione storica e etnografica confermano
l'esercizio di questo dirirto femminile, sicuro trattarsi di tradizione antica e non di conquista recente.
Vi un altro frangente in cui l'autorit della donna si mostra in rutta la sua estensione,
ed quello della vedovanza.
Secondo il Kadlec, in Polonia vi era l'uso che I'associazione familiare si sciogliesse alla
morte della madre. Se vi erano figli, il padre spartiva con loro la met dei beni, e con l'altra met passava a seconde nozze. Re Casimiro modific questa consuetudine concedenda
ai figli la facolt di chiedere la separazione dal padre sole se il padre passava di fatto a seconde nozze. "
Ma la medesima vicenda non si produceva nella eventualit della morte del padre. In
questa caso, Ia madre esercitava in Cechia Imi tutela sui figli e in Polonia amministrava i loro
beni. W I n Macedonia, alla morte del padre, i fidi non si separano dalla madre N per nessun
motivo (po nikakiv naCin), sebbene la costumanza sia spesso trasgredita. Altrove in BUIgaria potevano separarsi, ma col consenso della madre. '' Anche in Russia avveniva che a dopo
la morte del padre la famiglia rimanesse unita, nel qual caso la podest paterna passava alla
vedova D che esercitava sui figli pieni diritti, u anche di condurli con s in servit
In
Belorussia i figlt indivisi convivevano con la madre vedova. m AlIa morte del padre i figli
rimanevano cotto la tutela della madre anche nel governatorato di Novgorod. Secondo il
Belaev, in Russia i figli non potevano dividersi da1Ia madre senza il suo consenso " e Ia vedova c< che lo desiderava n (pri ielanii) conservava fino alla morte la direzione deI1a Famiglia. Era usanza di non uscire dalla dipendenza delIa madre. E solo con la sua morte che
la famiglia si disperdeva. n In Montenegro avveniva di rara che i figli si dividessero dalla
madre, mentre la divisione awmiva pi frequente dal padre. " Difficilmente in Serbia e

isrorii russkago pr#Q, KiwSPb. ~ g o o , p. 367; Pokrovskij M. N,,


p. 53.
63 u Svakoj &ni od dobreg glasa je m v a n o A, Siatulo di Tersatio, art. 11, p. 220, Monurn, hist.-jirridica
Slavorum meridionali~~wz,
P a r ~I, vol. IV, Zagreb, 1890.
JiraErk C.,La civiliratfon serbe au Moyen 6gc, Paris, 1920, p. 81.
fi Kadlec K., Rodinnf nedfl., p. 1x7.
stesso, OP. cit., pp. 118, 123.
67 BoMev S. S., Sbornik na bagmiskite: juriditeski abitai, Sofija, r g o t , 11, p. 129.
a Vladimirskij-Budanw A. F., Obzar, pp. 458, 469, 486-487.
69 Dovnar-ZapoPskij M.,Oterki, EO, XXXII, I, 1897, p- 101.
s Pmle smetti otca, deti ostajutsja na papdenii matcri y>, D. I., Zometki o best'janskoj s e d e v Nougomdskoj gnbernii, ZGO OE, XVIII, IWO, p. 27a.
71 Muchin V. F., Obytnyj porjadok nusIedovanija, p. 246 ss.
n Matveev P,,Oferki nar. juriditeskao bytn Sarnarskoj gub., ZGO OE,VIII, otd. I, 1878, p. 30.
73 JakuIkin E., Obytnoe pravo, 111, p. 351.
T4 JovitevK A-, OP. cit., ZbN5, XV, 1910, p. 42.
62

Vladimirskij-Budanov M. F., Obzor

Rrcrskuja istorip, Moskva, s. d.,

"

I,

in Bulgaria i fratelli arrivavano a separarsi finch era viva la madre, specialmente se vi


erano in casa sorelle e fratelli non ancora sposati."
In Russia un vedovo non t pih m padre per i propri figli, ma Iui stesso un povero
orfano: a vdovec detjam ne otec, a sam krugloj sirota D. La paternid una funzione sociale e non semplicemente individuale. Morta la madre, il padre non 2 pi un padre, cos2
come, vedovo, non pib un marito. u Non t padre chi ti ha generato, ma chi ti ha nutrito,
dissetato e educato , questo concetto c o m t e della saggezza popolare russa. In assensa
della madre, non esiste pi famiglia. La di Id presenza invece sufficiente ad assicurarla,
e a garantirla. a Gdzie chatka, tam pani rnatka n, dice il proverbio polacco, a dove vi
la casa vi 2 la signora madre 8 . 78
Sappiamo che in tutti i paesi slavi il marito non poteva ereditare dalla iiroglie, in Poloriia
solo c m testamentoPme in Russia con testamento e COIConsenso del di lei padre. I beni
uxori passavano in successione alle figlie o ai figli se non vi erano figlie, o ritornavano alla
famiglia della moglie se non vi era prole. Nella grande-famiglia russa e nella zadruga degIi
Slavi meridionali la propriet era collettiva e perpetua nella famiglia. Non vi enno n successioni n testamenti. La vedova senza fidi aveva diritto di rimanere nella famiglia, ma
senza alcun diritto dIa pmprieti. La sua situazione diveniva simile a queIIa di una serva
(robotnika) ed era cosi precaria che spesso preferiva tornare presso i genitori o da un fra-

tello. I f
Generalmente nelle societ patriarcali, con nozze per acquisto, Ia donna : inidonea a ereditare da1 marito. Nel diritto romana invece percepisce una porzione ereditaria pari a quella
dei figli attraverso la finzione giuridica della manus N che, avendola costituita in potere del
marito a filiae loco D, la pareggia ai figli. Questa norma regoIava la successiane delle vedove
durante il secolo scorso nella Polonia del Congresso dove vigeva iI codice napoleonico. Ma
gli osservatori del diritto consuetudinario polacco ntamnt, che vi era nel popolo la tendenza
a trasformare l'usufrutto della vedova in piena propriet e di estendere questa propriet alla
met e addirittura allktero patrimonio. 82 Vi sono localit dd'Ucraina dove i cognati asse75 Bogi3iC B., Pravtrf obi.F& pp. 6, 164; Majnov VI., Jsatidir'eskij byt Bolgar, ZGO OE, IV, 1871,p. 593. La
stessa rostumanm esisteva presso i Mordvini, i Careliani e i Lapponi della regione di Arcangelo (Majnov VI., OEerk
jurid b$,a Mordvy, ZGO OE, vyp. I , XIV, 1883,p. 188; Efimenko A. Ju., JuridiEeskie obytai Loparej, Korolov i
Samoedov Archange'skoi gub., ZGO OE, VIII, otd. 2 , 1878, pp. 29, xio, 119.
76 U j m ~ v i i ? - P o n ~ P.,
m ~Zem1edcri:eskoc
~~
brarsivo kak oby?no-pravovoj I P P S I ~sektantou,
~UI!
u Severnyj Vesrnik m,
1886, 9, p. 37 noia.
u Ne tot otec kto d
i
,
a tot kto ispil, v s k d da v Ijudi vyvel ib, hbtvcev P. A., op. ci)., p. 34; Smirnov A,. OterAi o semejnych delehcb, p. 189; Kolpakova N. P., Mel'c M. Ja. i Sapolova G. G., Izbronnye poslwky
i pogovorki rurskogo rida, Moskvn, 1937, p. q48 Vi sono caiili iiuziali lussi dove la sposa cliiama a penitorc m
(roditel') il proprio fratello (...prinoSu blagodarnost' bramrodite!ju, v. Pmtopov M., Stwdtb~yjgpcsni, rapisannye V
Archasgei'skoj i Vologod~kojgubmijoch, u Zivst* *, XIII, 1903, p. 502). A meno che qui &iter B non stia per
ri mdimyj n (germano), cosa che non pare possibile. Probabilmente si tratta di un'orfana. c Chraniteli kao i roditeli n
si dice anche in Bulgaria (Kosven M. O., Auunkulat, (i Swem. >i, 1948, I, p. 34).
Vitort Jan, Prrydowia, ii W i h B, XVLII, 1904, p. 122.
Cwictek Jaii, Lwd nadrabski, si Wi& N, XIII, 1899,p. 590.
Muchin V . F., Obytnyj porjadok nasledovanija, p. r 18, nota j.
81 Kadlec K., Rodinnj nedil, pp, 34-35, 134; BogiSit B., Pravni obiCaji, p. 364; Sendrik D.Z. i Dovnar-ZapoTskij
M. V-,Raspredeletrie, in Cemenov P . P., Rosrija, IX, rgog; Maksimov S. V., Krylaiye velova, Moskva, rist., ~ 9 5 9 ,
p. 171; Sustikov A., Pram senaejnoj i lizrtoj sobsbuennosti, r Zivst. r, XVIII, 1909, p. 38; Bravina M. V,,Opyt stati5tii:e~kagoixsleduvanija Scl'cu Bannihva, * Niiegurodskoj Cbornik , VI, 1867, p. r 83; Dobrovoi'ski j V. N.,Smcbettskbj etnogr. Sbornik, ZGO OE, XXIII, C. 11, 1894, p. 351; Nakonieuny I., Pajecic prawne ludu, u W i s h n,
XVIII, 1904, p. 218; B a t b ~L-, Op. cit., ZfvWR, =I,
19x5, p. 84.
\XTasiikowski Jan, J a s b s k i W.,in G6rski Jo., Zwycz11jc spadkowe, pp. 77, 194-195.

gnano alla vedova la met o un quarto di tutto l'avere, oppure da un figlio sposato e separato da1 ad re, eredita il padre o un fratello e la vedova rimane con l'erede. In Belorussia
se il marito lascia un fratello, o se la vedova ha un figlio adulto, a quel fratello o a quel
figlio che spetta la direzione della famiglia. " Nel governatorato di Vladimir la parceIla del
padre passava a l figlio sposato, se vi era, con un diritto di sorveglianza da parte ddIa madre. % Nella Slavia meridionale moglie e marito non ereditavano reciprocamente dove vi era
zadruga, oppure la moglie eredita dal marito se ha fili, o solo I'usufnitto ce non ne ha. In
Erwgovina, in Bosnia e nelle Bocche di Cattaro la vedova senza figli, d'accordo coi cognati,
eredita la met o un terzo del patrimonio. In altre localith riceve i beni mobili e non gli
immobili a condizione che non si risposi. TaIora in Russia conserva l'eredita anche passando a seconde nozze, purch rimanga nella casa del primo marito. Vedove e figlie sposate possono succedere all'intero patrimonio del marito o del padre purchg Ia loro residenza
sia matrilocale. " In Belorussia, secondo il Teslenko, Ia vedova senza figli otteneva I'usufrutto di tutti i beni del marito i quali, alla di lei morte, passavano ai parenti del marito.
Ci siamo fatti scrupolo di citare tutte le informazioni etnografiche che abbiamo potuto
raccogliere su una esclusione o limitazione dei diritti successori delle vedove. Di gran lunga
pi frequenti sono perb i casi in cui la vedova subentra senza restrizioni aiia propriet del
marito, In Russia la vedova di un figlio separato dal padre riceve il patrimonio del marita
anche vivente iI suocero. Nel governatorato di Sarnara, in quello di Tomsk e presso i Cosacchi
del Don la vedova succedeva all'intera proprieth dei marito, anche se era senza figli, ' o
solo a una parte, ma questa parte, alla di lei morte, passava addirittura al rod del di lei
padre (perechodir V rod eja otca), sottraendosi alla parentela del marito.% In Malopolska,
sulla Raba, la vedova eredita tutto il patrimonio del marito intestato, mentre il vedove non
puii ereditare dalla moglie che con testamento."
Anche in Bosnia-Erzegovina e neile Bocche di Cattaro la vedova tornava a1 suo 4 xod W
portando con s la met o un terzo dei beni del marito. Quando in Russia la vedova riceveva I'usufnitto deII'intero patrimonio del marito, poteva testare su una parte di esso,
assegnandola ai suoi parenti. '' Ancora in Russia se alla morte del suocero non vi erano eredi, la nuora entrava in propriet di tutto i1 patrimonio perch si diceva che a la nuora
pi del mir vicina al suocero o." Il Pokrovskij d e v a che in certe localitd del governatorato
di Samara la vedova privilegiata nelle successioni perch6 ha diritto ai beni del marito, sia a
quelli posteriori che anteriori al matrimonio, anche se maritata in una grande-famiglia e

"

83 ri

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84

87

91

"
9'
95

Vsego imuikstva B, Ivanov V.


1897, 3, P-195.

V., ObyEnoe prauo

krest'jnn Chdkovskago gub., I ,

Mudiin V. F., Obytnyi poxjadok narledouafia, p. 206.


TesIenko N.. O semejnych delefich, EO, VIII, I, 1891. p. ror.
JakuSkiri E., ObyE~aoeprovo, 11, p. 297.
b$iE B., Pravni obi'niji, pp. 364-365.
FkuSkin E., 0byEnoe pravo, 11, p. x92.
Stesso, OP. cit., 11, p. 19.
Teslenko N-,O remejnych dcIe&b, EO, VIII, I, 1891,p. 98.
Muchin V. F.,Obytnyj porjodok nusledoounija, pp. zd-209.
Ivanw V. V., op. cit. da Gselm, EO, m, I, 1897, p. 115.
Cwi~tekJ., Lttd ngdrabski, u Wi& B, XIII, 1899, p. ggo.
BogDiC B., Praeini abitaj, p. 265,
Teslenko N., op. cit., p. 98.
I h o c h a svekru blik mira i>, Muchin V. P,,
Obyhyj porjadok naslerdavmiju, p. 278.

in A. Kiselw., EO,

il suocero si oppone a concederglieli. Se ha figlie, diviene padrona assoIuta del patrimonio


e alia sua morte lo assegna in propriet a uno dei generi preso in casa." Nei governatofati
di Kursk e di Rostov la vedova senza figli riceveva tutto il patrimonio del marito e in
quello di Rjazan' lo Conservava anche passando si seconde nozze in un altro villaggio: si diceva
che a la terra era andata a marito in un altro villaggio ib. 99 Nel governatorato di Penza, dIa
morte del marito, Ia moglie dispone di pieni poteri sulla propriera. '" Emografi e giuristi
confermano invece il divieto dei mariti a ereditare dalle mogli. un principio di osservanza
generale. 'O'
In sostanza, alla morte del marito gli averi cadono per lo pih integralmente in propriet
della moglie, cosl che, in mancanza di figli, essa pu trasmetterli ai suoi parenti.
Col .passaggio dei beni marita11 alla moglie si verifica un mutamento profondo nei regime
d disponibilit del patrimonio. Mentre il padre era legato alla sua conservazione e non poteva manometterlo, ma doveva trasmetterlo integralmente e in parti uguali agli eredi, la madre
non tenuta a rispettare queste norme e lo assegna a chi vuole e quando vuole. Pu rifiutarsi di partirlo tra i figli e, se lo fa, ciascuno deve accontentarsi della parte assegnata.
Essa pu privare anche chi crede delIa parte che gli spetta. Esige di essere rispettata anche
dai figli sposati e separati e ottiene che siano puniti se mancano a questo dovere. I1 suo potere cosl grande che pu modificare le assegnazioni gih avvenute e anche revocarfe. I figli
tiranneggiati e danneggiati dai capricci della madre possono ricorrere in giudizio, ma le sentenze sona per lo pi favorevoli ai privilegi materni, '02
I figli possono separarsi dalla madre solo con la sua benedizione, cio col suo consenso.
Nel governatorato di Arcangelo si separavano anche contro la sua volonth, ma altrove iI timore della rnaIedizione materna bastava a tenere unita la famiglia. '" Se la madre acconsentiva alla partizione, tratteneva tutti i beni mobili e l'usufnitto della meth degli immobili,
riservandosi di revocare le assegnazioni se i figli si dimostravano ingrati. lW
In Russia la libertai della vedova di disporre- e volont dei suoi &ni codificata dalla
Russkaja Pravda. I n Montenegro Ia madre favoriva Ie figlie o un figlio pi dell'altro. 'O5 In
Serbia e in BuIgaria si ponevano dei Iimiti all'arbitrio della madre concedendole di vendere o
di far dono nelIe propomioni che credeva e a chi voleva dei suoi beni, ma solo a figIi o
nipoti.
Allq morte del marito, la prciprieth cnllettiva del padre puh divenire una propriet personale della madre. Cadendo nelle mani della donna, la propriet, anche se di origine maritale e paterna, modifica il suo regime e non pi vincolata da nessuna Iimitazione, non ahrimenti che se fosse una propriet uxoria e materna in nozze matrilocali. I figli non sono pi

Pokrovskij F., O semejnom poio?evii, .a 2ivst. n, VI, 1896, p. 165.


Sustikov A,, Provo semejnoj i lifmj sobsivennos~i,ai Zivst. P, XVIIT, 1909, p. 57.
99 i< Uchod zcmli i z d a zamuirip, Jakuikin E., ObyEnoe p v a , 11, pp. 157, 53, 57.
1" u Ona potnyj rasporjiditer v chozjajstve w, N., Narodnye jsirid. oby2ai po ukazdnijdm sudebnaj prakliki,
ZGO OE, XVIII, 1903, p. 322.
101 JakGkin E., op. Cit., IE, p. 138; M u c h i V . F., Obyinyj porjadok irarledovdnija, p. 293.
Tcslenko
N.., ob.
nusleda. .
. cit.., a. 101:. "lakugkin E.., UV. ci!... 11. -D. 268: Muchin V. F... Ob?K'nvj
* . vorindok
- .
vanijn, p. 312; D. I., Zamdki O krest'janshj scn'e, p. 272; BogiSiC B., Pravni obihji, p. 164.
103 Muchin V. F., Obytisyj potjucok isosledotianija, la,. ci?.
lo* N.,Norodnye jund. obytai, p. 322.
Jovikvif A., OP. cit., p. 5 5
'm Rogi%ifB., Pravni obifuji, Loc. cit.
98

considerati comproprietari del patrimonio. Ogni loro partecipazione di diritto cessa ed essi
si trovano a dipendere in tutto dalla volont della madre.
Questa vicenda dimostra che esistono presso gli Slavi due tipi di famiglia: uno paterno,
a proprie maschile e coIlettiva, privo di a patria potestas r>, sia nella grande-famigIia che
nella famiglia ristretta, e uno materno, a proptieta femminile o promiscua, sempre personale,
e dominato interamente da una potata materna. Solo questa seconda famiglia (Ia materna)
una famidia naturale nel senso che si d a questo termine alla famiglia paterna dell'occidente. Nel primo tipo di famiglia (maschile) la funzione naturale sopraffatta dalla socialir
(corrsortium, societas bonorum). Solo la madre poteva essere a capo della famiglia per diritto
naturaIe perche sob da lei discende il principio della generazione. L'intera cultura sociale degli
Slavi impregnata di questo concetto. II marito della donna non puii essere un e pater familias m, ma un capo per elezione sul quale prevalgono i figli poich non lui, ma i figli discendono
dalla madre. Questa recente famiglia maschile e sociale tende irresistibilmente a regredire
verso la pi antica e piU forte famiglia naturde e materna in caso di scomparsa del padre (vedovanza della madre). 11 regime materno che si instaura alla morte del padre non un matriarcato in senso proprio, ma un matroaato temporaneo che ripete, per In durata delIa vita
della madre, il modello della pi antica famiglia a diritto materno.
Vi un contrassegno che distingue questa antica famiglia materna e che gli Slavi hanno
mirabilmente conservato, ed Ia regola di successione.
Nel diritto ario e patriarcale i figli succedono alla pari al patrimonio paterna o privilegiato il primogenito che riceve tutta a la parte maggiore dell'eredit. I1 diritto di primogenitura, molto diffuso neIle civilt patriarcali, si conserva nell'antica India, in Armenia e in

Aibania. Alla morte del padre spetta al primogenito la direzione d d a famiglia ed egli la
esercita coi pieni poteri de1Ia a patria potestas D. Dove 5 in vigore, questo diritto non mai
contestata, anche se il primogenito non & il pi forte o il pi capace.
Nella famiglia materna invece il figlio minore che favorito nelle successioni. a lui
che spetta, in ogni caso, la propriet della casa patema e dei terreni adiacenti. Dove esiste

grande-famiglia, e quindi propriet perpetua degli immobili, questo diritto si manifesta neIle
partizioni. La corrispondenza su questo punto tra la Russkaja Pravda (XI secolo) e lo Statuto
della Poglizza (XV secolo) sufficiente a dimostrare l'antichit e la vitalit del co3tume: a A
dvor bez dela, vsjako rn'ngmou snvi m; a a ima biti mlaemu staro ugniSte n. 'O8 Nello Statuto di Castua del 1490 il cr senozet n (fieniIe) passava alla morte del padre a l figlio minore, e
se non vi erano figli, alla vedova.
L'osservanza del minorasco generale in Bdgaria: la casa
paterna passa in propriet a1 piii giovane dei figli a dei fratelli: a na mjuzjula, naj-rnalkija
sin, malkomu bratu D, ecc. Passava al figlio pih giovane anche di un gruppo di fratelli ancora
indivisi. I n tal caso i fratelli piC anziani erano obbligati a uscire di casa per lasciarla al fratello
minore, il quale aveva il dovere di aiutarli a fabbricarsi una casa propria. ""e1
XVI secolo
in Russia il primogenito di un nobile (porneitik) che raggiungeva fa maggiore et riceveva
un proprio feudo (pomest'e), mentre quelle paterno passava al figlio minare. ""e1
secolo

...

Rsrskij E . F., Russkaja PrmHa, Leningrad, 1930, 1097-rmo, p. 58.


SLU~UIO
della Poglizm, Moa. &t.-jurid. Sldv. mcrid., Pats I, vol. IV, Zagreb, 1890, art. 33, p. 44.
1" Mon. bis#.-jurid. Slav. pnend,, C . S., cap. 45, p. 189.
bJlgmisMt8 jnridikski obicai, Sofija, 1902, 11, pp. 110-1r x.
B o E v S. S., S b m i k
11' Millcr A., Essai sur Pbisfoire des institaliorrs agrsires de H Ridssie Centrale drc XVle au Xl'IIIc srcle.
Patis, 1926, pp. 54-59.

successivo una proprieth che fosse ereditaria da venticinque anni andava al figlio pi giovane. "'
Nel XVIII secolo il: minorasco era pwo sviluppato in Polonia, ma prima era molto ditfuso.
Si trovano disposizioni che assegnano l'intera propriet al figlio minore.II3 Il rnaggiorasco fu
introdotto in Russia da Pietro iI Grande nel 1714,ma in una forma particolare: il padre
era lasciato libero di scegliere tra i figli l'erede, ma se decedeva prima di questa designazione,
la proprieth passava al primogenito. "4 In Cechia il minorasco, anche femminile (dell'ultimo
figlio o dell'ultima figlia) fu abolito con decreto imperiale del 3 aprile 1787 e sostituito con
un diritta di primogenitura. 'l5 LO Scepkin rileva che la primogenitura si afferma di pari passo
con Ia dissoluzione del a rod . l'' Ancora nel secolo scorso nel diritto popolare belorusso il
fratello pi giovane restava N per Iegge r> Ipo zakonu) nella casa paterna, o a na kornju B,
suiia radice, e con lui i vecchi genitori. 'l7 1L"art. 38 del Poldenie del 19 febbraio 1861
permetteva di lasciare nelle successioni e partizioni la casa al figUo minore, dove la consuetudine era in vigore. 'l8 I1 Muchin offre del costurne in Russia un'ampia documentazione
con notizie attinte a opere di Kostrov, Borisovskij, Seleznev, Efimenko, Cubinskij, Iznoskov,
Ljadov e Magnitskij: i figli pi adulti venivano separati solo con beni rnobiii e spesso la terra
rimaneva comune."9 In Ucraina la casa e Ia fattoria (dvir i usad'ba) andavano aHa morse
del padre all'ultim~~enito. Mentre in Ucraina e in Belorussia vigeva minorasco, in Grande-Russia invece avrebbe prevalso, secondo il Matveev, primogenitura, 121 ma ne1 governarerato di Vologda, in caso di partizioni, il figlio minore restava nella casa paterna anche se era
celibe ln e ne1 nord-est della Russia la casa passava in propriet al figlio minore senza intervento delIa volont del padre. l"
Lo JaMkin segna1a il minorasco ne1 governatofato di Nihij-Novgorod, nelle regioni del
Volga, di Ekaterinoslav, di KrernenEug e di Cherson. IZ4 Tra le due guerre mondiali non vi
erano ui Polonia tegole ptecise di successiofie, mai perb i figli erano trattati alla pari. Preoccupati di mantenere intatta Ia propriet, i genitori la lasciavano ail'ultimopito o al primogenito a magari a un genero sposato in casa. Tuttavia, se vi erano due fattorie, si lasciava
la pi grande al figlio minore. I1 patrimonio andava al figlio minore anche se il maggiore
aveva terra della moglie. Se anche il minore ne era provvisto, la si assegnava a una figlia
sposata con un marito senza terra. Iz5 Talora al primogenito toccava una parte doppia di queIColiin's S., Moskowilischc Denkwurdigkeiten, Leipzig, 1929, p. 36.
DobrowoIski K., Wfoiciattskie rorporrqdrenia ostatniej woli n4 Podhailr W X T I S i X V I I I w., PAU, Prace,
XV, 1933, pp. 62-63;Bystroh Jan St., Etnogrdjra Polski, Pmnafi, 1947,p. 208.
1" MiIles A., op. loc. ci#.
115 Gtabowski Br., Zmdrarga u Sfowiatr pdudniowych i M Czecbacb, rc Widn ip, 111, 1889, pp. j7-38.
SCepkin E., Dar ErbJolgrecht bei den altslavfrchen FGrs~cnh2irsern, si Archiv f . slav. PhiloI. n, XXIV, 1912,
P. 194.
111 P a h n S. V., OZerk nmodnych jtrrid. o b y h Smolenskoj gub., ZGO OE, XVIII, T. 11, 1900, p. 73. In
belorusso u koren' ip significa u md n o s sem'ja >, IfamigIia) e korenjami * sono i componenti dclia grande-amiglia
(IhbmvoTskij V. N., Smolenskij etnogr. Sbornik, ZGO OE, XXIII, C. Il, 1894, p. 338). Nel govcrnamrato di
112

Il3

Rjazan' na kornju sidet' E=, risiedere sulla radice, significa essere padrone della propriet ereditaria (vladet' dedovsklm
imuEatvom, Dittel, Sbornik Rjazumsick oblnstnycb slou, Zivst. >i, VLII, 2, I 898, p. 2 14).
Muchin V. F,, QbyZnyj porjadok nasledalidnija, pp. 75 nota; 305-306, 309.
119 Muchin V. F., op. cit., pp. 164-166.
Cubinskij P. P., OEerki nar. jnrid. obyEacv i ponjatij u MuIomssii, ZGO OE, 11, 1869, p. 693.
'21 Ma-w
P.M.,dto sdelano u nas po obyEnomu pravu, ZGO OE, I, 1867, p. 64" nota 3.
1" Sustikov A,, Pravo semcjnoe, a irivst. P , XVIII, 1909, p. 48.
l a Potanin G. P-,Etnogrnfiteskij~ xametki,
Zivst. , XVIII, rgog, p. 181.
'24 Jakuikin E., Obytnoe praeio, I, pp. 16, 182, 186;TI, pp. 117, 173.
l=

Kowafski, in Grcki, op. cit., pp.

223, 226.

la degli aItri fratelli, ma questa primogenitura era cosi lontana daII'avere origini patriarcali che
se la primogenita era una figlia, era a lei che andava fa parte privilegiata, 'l6 I casi gi citati
h cui la propried materna passava in Polonia alle figlie (Parte prima, cap. V) sono tipici di
cm minorasco femminile allo stato puro. " In Galizia era il figlio pi giovane che rimaneva
nella casa dei genitori. m Presso gli Slovinzi di Pomerania la casa paterna toccava in passato
al primogenito o aIi'uItimogenitoo.Solo piu tardi la propriet venne attribuita in parti uguali
a tutti i figli.
Presso i Serbi Ia casa andava al pi giovane neil'OmoIje, nel Montenegro, "l in Enegovina, nel Primorje croato, nella Katunska Nahija. Le eccezioni erano molto rare. l" In Bosnia
il minorasco si accompagna a privilegi religiosi: chi eredita la vecchia casa eredita la icona della
q slava e la catena del focolare.
A un figlio minore (mezinec) si riservava fa molte IocaIith
della Serbia un ruob particolare nell'accensione deI cosiddetto ac fuoco vivo per la salvaguardia del bestiame. 'M
In Russia un magistrato di lunga esperienza giudiziaria notava che a tutti i contadini erano osservanti del minorasco '= e alla fine dellksplorazione dcll'istituto il Kadlec constatava
che il minorasco era cc diffuso quasi dovunque D.
In Russia con la casa, anche l'inventario andava tutto o in gran parte al figlio minore.
Al secondogenito spettava solo r< una parte insignificante n. In Nel governatorata di Orel, dove
le terre coltivabili erano assegnate dal mir *, la parcella paterna passava al figlio minore. I
maggiori si separavano daIla famiglia all'atto delle nozze, ottenendo un posta nella fattoria.
I genitori li aiutavano a costruirsi un'abitazione, possibilmente con l'aiuto reciproco del
villaggio (pomdi, toloka), se il a mir W lo permetteva. Ottenevano anche I'usufrutto di una
parcella di terra, ma questo beneficio poteva venire ad ogni momento revocato sia dai genitori che dal fratello minore.
Questa sfortunata situazione dei figli pi adulti della famiglia di Orel ricorda quella dei
figli maschi della famiglia polacca di Jedlna, espulsi dalle sorde, uniche eredi deI patrimonio (Parte prima, cap. V). La somiglianza non & affatto fortuita. QueI figlio pi giovane che
espelle i fratelli da casa e concede o toglie loro il godimento deIla terra non che il. successore
e il rappresentante di una sorella, perch 2 a una figlia (come si vede ancora a Jedlna) che
spettava in origine il privilegio dell'intera eredit. Ancora nel secolo scorso in Russia, se non

126

JasHmki W., in Gorski, op. ci!., pp. 1344 105.

In Jasklowski W-,
ibid., pp. 93, 94, roj.
'2s Burszta JQ., Zagadnimie "nnwsi~"W osadnictwie wiejskitn, u Lud n, XLT, 1954,p. 446.
* Tetzner Fr., Die Slasucn in Dcutscbland, p. 408.
Milosavljevi~S. M . , Srp. nar. obifuii iz s r m Ornoljskog, CeZb, XIX, 1919,p. 286.
131 DuCiC St., Zivot i obitaii picievo Kuh, %Zb, 1931, p. 122.
1%

Bagisif B., Zbrrmik sadafniib prnvnih obikja a jujnih Sloveni~,Zagreb, 1874, pp.

365, 366.

10,

163-164, 338-341,

PavkwiC N. F., D m ~ i v e ni~ obizajno-pravnc ~ s t ~ n o vGZMS,


e,
1962, p. 135.
Trajanovif S., Vatra u obitajiwro i 4iwoiu sroskog m d a , SeZb, XLY, 1930, p. 91. La voce a mezinec W ,
cc mljezifinic P (russo u mizinec I>), mignoio, per figlio minore, P forse un antico termine di parentela (Trub&v O.
N.,Es~orijuslaiiansbch ternsinou rodstva, Moskva, ~ 9 5 9 ,p. 46).
135 M., Namduye ~ I I .o&ui
po uhmnilam srrdebnoj praktiki, ZEO OE,XWII, T. 11, 19,
p. 317.
1% u Skoro povbhne rozgim r, Kadlec K., Rodinn9 mdil, p. 67, nota i.
137 Nunaiiitel'naja East', Ljadw I., Jurid. n e . obytai Sujskugo ueda, Vladimirskiji gub. Vedomosti, 1873,N. 41,
2 2 ottobre, p. 3.
13 Sbomik staristikskich vedenij po Orlovskoj gub., IT, 1886, in JaLdkin E., OGytnoe praw, IV, p. 34.
'33
l*

vi erano discendenti maschili, l'abitazione e la terra andavano alla figlia minore (k rnladgej
dokri) presso la quale rimanevano mche i genitori. In Serbia un padre che aveva pi
figIie maritava di solito la figlia piii giovane in casa. Altrettanto avveniva nelia PogIizza:
se vi erano so10 figlie, era di solito la pi giovane (obiho najrntadja} che ereditava la casa
paterna. 14' In Dalrnazia, se i genitori senza figli maschi muoiono dopo che le figlie sono sposate, l'ultima delle figlie maritate (ci& la pi giovane) che viene ad abitare col marito
nei beni patemi. '41
E questa la forma arcaica e originaria del minorasco. Dove i1 matriarcato piih puro, nelI'Assam e nell'India posteriore, eredita, di solito, la figlia pi giovane, sebbene iI potere
politico, ereditabile in Iinea materna, sia esercitato dai mariti. Rego!ano le successioni con
rninorasco femminile particolarmente i Naga Angami e Sema dell'Assarn e i Kaceni di Birmania ."' Nella casta tamil dei Kottai-Vellalas la casa della famiglia passa dla figlia pi giovane. Se la sorella maggiore sposata, esca continua ad abitarvi finch Ia minore sia a sua
volta maritata, '" analogamente a quanto avviene in Ucraina coi figli maschi: si costruisce
una chata D al figlio maggiore e lo si separa nel momento in cui il figlio minore si sposa e
ci appresta a rimanere nelIa casa coi genitori. '" Presso i Khasi deIl'Assam con successione a minorasco femminile, il potere maschile e passa al figlio maggiore della sorda pi giovane, '&
ma le terre vanno sempre d a figlia pi giovane in casa della quale si celebrano anche i riti
del clan.14'
I1 meccanismo che produce minoracca femminile & trasparente neli'Assam, presso i Garo:
l'eredita si trasmette in Ihea femminile perch i maschi passano nel clan delle spose e i loro
figli appartengono a1 clan delle madri. l" I1 passaggio delle terre materne alle sorelle non
lascia i fratelli privi di mezzi perch essi coltivano i cmpi delle mogli. Abbiamo veduto che
in Polonia vi erano genitori che Iasciavano il patrimonio al figlio minore perch il maggiore
aveva terre di parte uxoria. '" In Belorussia un fratello passato a nozze matrilocali, chiede, alla
morte del padre, che gli venga assegnata la sua parte nell'eredit paterna, ma i fratelli si
oppongono obiettando che << imeet on v semk eeny zemlju N, ha terra nella famiglia della
moglie. "O
L'erede minore pu essere- una figlia o un f i g h a seconda del tipo di nozze e della natura
delI'eredith. Presso i Mru,i Kuki di Chittagong e i Cin di Birmania il minorasco ha le medesime forme che presso gli Slavi; la casa ereditata dal figlio minore che vi rimane col padre
op. cif., 11, p. 126.
Djordjevil T., Noi narodai iiyol, Beogrmd, 1930, p. 76.
IvanikviC Fr., Poljic~,ZbN2, 1X, 1904, p. 307. In Russia se ni un padrone di casa nasceva da una mucca
per prima una vitella, ne faceva dono alh pia giovane deire nuore (TmnOV A. N.,Pon~utiiakrest'ja~Orlovskoj gnb.
o prirode fiziteskoj i duchounoj, ZG0 OE, 11, 1869, p. 32).
142 Ardaliif Vl,, Obitelj ir Bukouici, Daliwaci, ZbN2, XI, 1906, p. 198.
143 Heine-Geldern R., Siidostasim, in Buschan G., Ill. Volkerkvnde, 11, pp. 894-899, passim; h c h E. R.,
Polifiraf Srstemr of Highland Bumu, pp. 109, rjo, 261.
14 Huttou J. H., Les cmtes k I'lnde, Paris, 1949,p. 26.
G~anenkoM.,JakuSkin E.,op. cit., 11, p. 197.
139 Stesso,
140

14 Wutton

Gurdon
pp. 287-289.
14-1
1"

J.

H.,OP.

ci!., p, 4 3 .

P. R. T., T k e Khusi, in Frazer J . G., A y s

Playfeir A,, Tbc Garor, London, 1929, p.

71

ss.,

V.

el OsiriF, Paris, 1934, pp.

Frazer J. G.,Totemism md

207-108

Exognmy,

e nota 666,

London,

1910,

T. N,p. 297.
1"

150

Kowakki K., in GOrski, o#. ci#., p. 2a3.


Dwnar-Zapol'skii M., Oterki semejstvemrigo oby?. prava kresfim Mirt~kujgub., EO,XXXII, 1897,I, p. 128.

ed 2 vantaggiato n d a successione. lS1Presso i Suk dell'Africa del nordest, il primogenito eredita la maggior parte dei beni paterni, i'ultimogenito la parte maggiore di quelli materni. "?
In altre regioni del sud-est asiatico e dell'Indonesia minoracco e maggiornsco si applicano in
forme facol~ative,come in Polonia. l" I1 minorasco meno diffusa in Africa dove il Baumann
ha rilevato che dove vige primogenitura non si riscontrano tracce di rnatriarcato. lSq Hanno
minorasco maschile in Asia centrale i Tummanni e i Kirghisi presso i quali il figlio pi
giovane, detto a kesendje B, eredita le terre del padre e, in Siberia, i Korjaki t i Jukagiri,
presso questi ultimi sia in forma mlisdde cht: femminile. ' n
La successione per minorasco lontana dall'essere in Europa una caratteristica esclusiva
degli SIavi. I1 costume largamente conosciuto da almeno tre nazioni delI'Occidente. I1 Borough-English, come l'usanza chiamata in Inghilterra, diffuso in tutto il Rivage Saxon,
da1 WasR aIte vicinanze del Solent, e in tutte le contee del sud-est (Kent, Sussex e Surrey),
in molte localit dei dintorni di Londra, in gran parte dell'Essex e nel regno dell'Est-Anglia. Nel Sussex era normale, nel cantone di Lewes dominava incontrastato. Esso si presenta
anche in forma femminile e in misura molto piU pura e piii frequente che presso gli Slavi.
Vi sono in Inghilterra centinaia di localith in cui k alla figlia pi giovane o alla piii giovane
delle nipoti che passa l'eredit. Nel continente il costume vigeva in Bretagna, Picardia, Artois,
Hainaut, qua e l in Frisia, in molte localit della Vestfalia t. della Renania soggette alla legge
sassone, in SIesia e parzialmente nel Wurttemberg .l9 Si tratta, probabilmente, di un resto di
quel matriarcato cassone all'influenza del quale, a torto o a ragione, il Mauss attribuiva l'equiparazione della linea femminile a queIla maschile nel diritto delle nazioni europee.
Nonostante l'eccellente documentazione, sia del minorasco slavo che di quello sassone, n
il Kadlec, n& il Frazer acconsentono trattarsi di vero minorasco, Il Kadlec spiega il favore
per il figiio minore nelIe successioni con la circostanza che ii figlio pi giovane mena mature e meno idoneo a procurarsi un'esistenza fuori di casa, per cui lo si faceva rimanere pi
a lungo coi genitori. Un anonima magistrato russo forniva del costume una spiegazione analoga: la casa paterna andava al pi giovane perchd i figli anziani ne erano
provvisti o
avevano a loro volta figii che potevano aiutarli a costruirla, l" La spiegazione proposta dal Frazer non diversa: l'usanza dei f i d i di separassi dal ceppo familiare con le nozze per fondare un proprio fmolare, lasciava nella casa paterna il figlio minore. Ma queste interpretazioni raziondi Iasciano inspiegato il minorasco femminile e non si accordano Con la presenza
della grande-farnigIia. Se d ' a t t a delle norre i figli iisano separarsi, non piih sorgere grande-

Kohler J . , Ueber die GewohnbeibsrecA;e von BengaLen, ZfvWR, IX, 1891,p. 336.
Schmidt W. und Koppers W,, Yulkw und Kullturen, Regensburg, 1924, p. 264.
HeineGeldern R., S u d o s t a h , in Buschan G., Ill. Volkerkundc, loc. cit.; Foran W. R., La vie en Mde~ic,
Paris, 1936, p. 192.
1% Baumann I-I., Vaterrecht und Muttewechi in Afrika, Zffi, LVIII, 1926, pp. 68, 78, 92-96,124, r41,
155 Abtamzon I. M., Forasy mdoplcmmettoj organizncii rr kofeeuttikov Srednej Azii, "Rdovoe ObSEestvo", 4i Trudy
Inst. Etnogmfii i ~ ,NS, XIV, 1951, p. 155.
1% Ibpaaimw I. I., Zornerki o kirgizrkom rude, ZGO OE, VIII, otd. 2, 1878, p. 253.
In Konig H., Dar Rechr der Po[arvolker, u Anthmpos a, XXIV, 1929, pp. 649451.
Inter Iegi1 9 Frazer J . G., Le Folkjwe d a ~ sI'Ancien Testament, Paris, 1924, pp. 155-157 A Valenciennes:
timos mheredcs junior principlem domum hcrcditaris possidebit n (Leg. feud. Tectewb., art. 18, v. Pertile A., Slriria del diritta italiano, Torino, 1924,IV,p. 154,nota 14).
1 9 Mauss M., Manuel d'eiihnographie, Paris, 1947, pp. 125-127.
1M K a d k K., Rodina$ nedila p. 67.
161 N,,
Narodnyc jurid. obyCai, ZGO OE, XVIII, T. 11, 1900, p. 317.
151

152
153

Iamigha. Per accordare il minorasco con Ia grande-famiglia bisogna che (contrariamente


all'ipotesi del Frazer) i figli si sposino in casa, o che lo facciano le figlie. Solo questa seconda
eventualit spiega iI minomsco femminile. La frequenza d d e nozze matrilocali presso gli
SIavi in perfetto accordo con le successioni per minorasco. Non sappiamo come stessero le
cose presso gli Anglo-sassoni, ma nell'antico Galles esisteva grande-famiglia con grandecasa,
i fratelli ereditavano alla pari e il figlio minore rimaneva nella casa paterna. l" I1 minorasco
femminile diventa maschile col passaggio alle nozze patrilocali: la figlia entra in una famiglia forestiera ed il fratello che rimane nella casa patema.
La larga diffusione della successione per minorasco nel mondo slavo indica trattarsi di
costume antichissimo, probabilmente, matriarale. impossibile accordare questa tipa di successione col diritto patriarcale. Si pu immaginare che la grandefarnigIia slava fosse originariamente una famiglia patriarcale di tipo ario, armeno a albanece, che ha perduto il
principio della primogenitura, ma questa perdita non pu spiegare l'insorgere del minorasco.
Per armonizzare Ia grande-famiglia m1 minorasco necessario ricorrere all'ipotesi di una
grande-famiglia matriarcale.
Tutte le condizioni per l'esistenza di una tale famiglia presso gli Slavi sono presenti e
documentate. E se esistita una grandafamiglia matriarcale, deve inevitabilmente essere esistito anche un clan materno. La prova di una tale esistenza fornirh indirettamente una prova
della saldezza della ricostnizione,
Daremo prowisoriamente i1 nome di clan a un gruppo di famighe, sorto dalla scissione in
rami diversi di una medesima famiglia, che si considerano imparentate e discendenti da un
capostipite comune. Le famiglie partecipi di un medesimo clan hanno per lo pi in Serba
il medesimo patronimico (o matronimico) e festeggiano in comune la cosiddetta 9 slava o
celebrazione del santo patrono del clan, in origine, del capostipite. Comuni hanno anche
spesso le terre non arative e i cimiteri. Fino alla meth del secolo scorso il cIan serbo era
rigorosamente esogamico: non ci si sposava dentro il clan, per quanto lontano fosse il grado di parentela, e non si contraevano matrimoni tra persone che celebravano la medesima
a dava n.
11 nome slavo-comune che designa questo gruppo cc rod n, ma in Montcnegro e in Serbia
lo si chiama a bratstvo (fratria) e anche a pleme (russo a plemja *) sebbene u pleme n
indichi per lo pi la trib, c i d l'unione territoriale di pi clan,
I n Bosnia, in Erzegovina, nel Montenegro e nelle B m h e di Cattaro la parola q rod + 2
usata solo dalle spose che chiamano a dom n (casa) la famiglia del marito e ac rod a la propria. lmI n Bosnia il ec rod * solo della madre e della moglie. So10 la maritata che va dal padre, dal fratello o da altri parenti, dice: a idem u rod s, a vado al rod S . L'uomo non usera
mai questa espressione, nemmeno per i parenti piU prossimi. 11 popolo spiega questo concetto
dicendo: a Solo le donne vanno al rod 8 . Si dice che la sposa (mlada) inclina pi verso il
dom B, ci& la famiglia del marito. lb5
K rod n, ci02 verso la propria famiglia, che verso il
Nei canti popolari croati si racconta che il a rod ia disposto a cedere una ragazza in isposa a
un tale, ma Ea ragazza non vuole ( R d je dade, al-djevojka nete), oppure: K Un giovane mi

'eHaberIindt A,, Die wolks#~nalicbeKdtur Et<ropas, in Buschsn G., Ill. V8lkerkwndc, 111, p. 63.
163 KuligiE S., Trugovi mhaibec prodice, p. 27.
Pavkovii N. F., Imlijatri, Drgitvene i obitnjnepmvne urtanove, GzMS, XVII, 1962, p. 121.
lb5 a
i vile je ponesena za rodorn no za domom W , JoviCevif M.,h f d k ~ i i SeZb,
~,
XXVII, 1923, p. 131.

...

domanda in ispoca, il "rod" mi da a un vecchio P ; la nubile aspira a vivere lontano da1


rod ",vicino aU7amatoP .
La sposa chiama rod >, la propria famiglia anche in Polonia '" e soprattutto in B d o n i s ~ i a ' ~
dove Ia nubile che si sposa si separa dal a rod P, come in Slavonia, lm o dopo sposata vi
ritorna come in Serbia.
Questo uso del temine 4 rod 9 come famiglia delle spose usuale anche in Russia ln e
comunissimo in testamenti femminiIi del XV III secoIo: & plat'e otdat' mdu mojemu P,
a restituire i vestiti al mio %da * * l n
In Montenegre se dopo le nozze di una figlia i fratelli si sono divisi, la sposa ritorna
in certe ricorrenze annuali dal fratello presso il qude vive Ia madre perch M tuna joj je
pravi rod, doklena je majka Ziva m, e qui il suo vero *mdn finch la madre viva P .
Etimologicamente a rod B ha il significato di rigoglioso, fecondo, ferace (Vasmer, ReIV)
ed da ec rod che si formano le voci u rodit' >, partorire (mettere felicemente alla luce),
cc rofdenie W, parto, ecc. Queste formazioni e Ie locuzioni eccIusive di spose e di madri per
indicare la propria famiglia inclinano la semmtica della parola verso significati femminili e
materni. 11 TrubaZev rileva che, poiche u rozdit'fi t tipico termine femminile, in aIcuni
dialetti slavi ec xod P ha il significato di q rod Zeny *. " In tealt cc rod ha anche questo
significato in tutte le parlate slave, e non per i motivi supposti dal TrubaZev. Un canto popolare sIavone dice che a non c' sod finch6 non partorisce la mamma n. Vi sono tradizioni ucrauie di u rod P formati dai discendenti di una proto-madre comune, 4 wspGna pramatka n. '-"A Radom, in Polonia, si crede che ogni madre sieda in cielo con le gambe divaricate tra le quali si trovano in fila tutti i fidi che ha avuto sulla terra. Questi figli ebbero
a loro volta dei figli, e cosi si crea un triangolo gigantesca, mai finito alla base, o solo alla fine
del mondo, il cui vertice tenuto dalla madre del genere umano. ln
Presso i KuZi del Montenegro il clan o 4 bratstvo P chiamato anche a trbu P (trbuh),
ventre. Dei Cejoviii si dice: a trbu Cejov n, ventre dei CejoviCi, dei Miiovidi, N trbu Mijov P,
dei Vujosevici, a trbu Vujov *, dei Drekaloviti, a trbu Drekalov W. " Quando il a bratstvo a
indicato con e trbu P 2 piccolo, si usa il diminutivo a trbEiE n. 'm

"'

166

Ibe
l@

P.

h d n d N., Zenske pjesmc, Zagreb, 11, 1914,pp. 114,63, z j , 7677, 18a, 228.
Kolbcrg O., Clrelmskic, 11, Kxakdw, 1891, p. 3".
Sejn P. V., Beforusskija pesmi, ZGO OE, V, 1873,p. 507.
u ... ot rodu otlc%ah
i ~ , BbmoPskij V . N,,Smolenskij etnogr. Sbarnik, ZGO OE, XXVZI, C N,1903,

412 a ...jer vidi, da je MiZa &s,

a r dB
"1

da se s rodom dili n, perch6 vede che si awicina il momento di separarai dal


(Lovrttit J., Otok, %N%, 11, 1897, p. 447).
u ... do rnijoho mdu a, Fedcruwski M., Lud bidoruski, V , Pef#i, Wsrszawa, 1938, pp. 363, 372, 394,

336, 554, 630, 65, 646.

i* Teranko A,, Byt russkago nmada, SBb, 1848, 11, p. 41. Per ii u md * delle spose v. anche RadZenko Z.,
ComePskija mr. pesni, ZGO OE, XIII, vyp. 2, 1888.
173 Efimenb P. S., Pedanoe po obytnomu prawsr ktest'jan ArchangePskoj gub., ZGO OE,111, 1873,pp, 31-32.
t" JwiieviE h., God13Lnji obitaji, I5jeE.k~NaiSija sr Gnoj Gori, SeZb, XXVI, 1928,p. 35.
175 TrubaZev O . N,,
Isiorijn sl~ujaaskichberminov mdstva, Moskva, x959, p. 164.
176 6 Nema roda, dok ne rodi mama D, LovretK J., Otok, ZbNZ,
1889, p. 107.
Ochrimwi? V,, Znncrenie mdorus~&ichobrz&w weselnych, a Wisfa P, IX, 1895, p, 836.
1" Jastqbowsk S z n . , Prxycznek do w i e r z d o zyciu pomgrobowem, W i A p, V, 1891, p, 865.
Duc'iC St., %
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CvijK Jo., La pni~sube balcenique, Paris, 1918,pp. 284-285; Rwinskij N-,Cernogoriga, SPb, 11, 1901,

m,

PP. 143-144.

In Bosnia per indicare il c< bratctvo * si ricorre a una voce dellbanatomia femminile
ancora pi specifica: u srce D, viscere, utero. Si dice: 9 Od rnog srca pet kuta D, il mio
utero ha Mnque case. ''l I SodoliviCi di ImIjani dicono: Plemt je sve sto je od moga srca D,
s pleme >> (bratstvo) tutto ci6 che del mio 4 srce D, probabilmente non del mio cuore, ma del mio utero. la
I clan denominati con appellativi femminiIi, o di un'antenata materna, sono, ancora oggi
molto frequenti nella Slavia sud-occidentale. La tribtt dei Drobnjaci dell'Erzegovina ne conta da sola venticinque: KovjaniCi, V e d , Zi%i, ecc. la3
Anticamente queste matronimie erano probabilmente pi frequenti. Lo Stojkovid ne desume nove da documenti dal XVII secolo: AniC, AnusiC, KIariE, Luci<, Margaritit, MliEif, Petrovi(, RosandiE. 'M Altri ne elencano il JovanoviC, il Miladinovi<, il IDuEit, iI PetroviC e
i1 Fdipovii. Iss Talora basta che una donna si trovi a capo di una grande-famiglia perch la
famiglia prenda nome da lei.jWPi spesso si sente raccontare che un certo ~rbratstvo discende da una c przibaba n (ma) Jovka,ecc.
NelIa Visock Nahija tutti i consanguinei formano un rod r>, una 9 rodbina n o una
N familija r>, I1 a rod D formato in pdmo luogo ( v prvu redu) da coloro che hanno tratto
origine da un medesimo antenato maschile e che sono perci parenti per sangue maschile
(po mugkoj krvi). Ma anche dei parenti di s a n s e femminile si dice che sono un a rod u o
una a rodbina n, ma la parentela di linea femminile meno apprezzata di quella di linea
macchite. Tuttavia i Musulmani non sposano mai parenti di lato materno perch6 N ienski
rod se smatra t d i m W , la parentela materna considerata pi gravosa.ls8
Nella Gm2a ii u rod N ca1co:olato ac per sangue s, cio secondo il padre, o per latte n,
secondo la madre. I1 e rod largo (giri rod) quello deI padre, mentre quello della madre
comprende solo i parenti pi vicini, come i figli e i nipoti. Nella Skopska Crna Gora
invece il rod materno pih tispettato e apprezzato di quello paterno P, lm e in Bosnia si
dice che il a sangue grosso D, cio d d padre, superiore, ma quello a sottile A, della madre,
& pi caro o pi amato.
11 nome di ventre s di utero (trbuh, srce) per indicare il clan materno P diffuso in molte
regioni del mondo. L'antico egiziano <-t *, l'arabo 4 b a p n e l'ebraico a rahim ave-

"'

M. S., Druftvenc i obihjtaa-pmne ustanove u Mi, GzMS, IX, 195.1,p. 171.


Pavkovii N. F., op. ci#., GZMS, XVIX, 1962, p. 121.
l" hburif A., Drobnjmi pknte u Hercegouini, kograd, 1930, pp. 57, 90, 2x7.
Stojkovif M.,Podgora u XVTI stabeeu, ZbN5, XXIX, 1913,pp. 128-129.
18s Mari&, JagiikuEi, XrurniCi, GmBdin<i, ZlatniCi, MagE (Jovanovif, Batzjd, S d b , XXEX, 1924, p. >8);Djukiti
(Miladinovi6 M. J., Pobrev&ka Morava, SeZb, XLIIL, 1928, p. 161);Mari& Milaiifi, Stanuili, PrentiCi, Bariti, ecc.
(Duiiie St., ZaYot i obitoji, SeZb, XLVIII, 1931, p. 110); Cvetii, BojmiCi (PetroviC P. Z., Sivot i obiaji u G r u 5
SeZb, LVIII, 1948, p. 195). Vedi inoltre: Mmdiii { S h j i f P., Bielop~uloviLXi,SeZb, X X V I I , 1923, p. 194); Stojsa
vljeviti, VejnoviCi, Korndiii, Mari&, Qumiti, DjukKi, Mikivifi, Damjaniti, PagkoviCi, SrnjiniEi, Rokvifi. Milieviti,
JelitiCi (KaranwiC M., Ponnje u Bosanskoj krujini, SeZb. XXXV, 1925, pp. 384, 390). 11 Kwven ha suggerito in
Russia di sostituire il termine Javo di r rod i> con quello di patronimia. Etnografi sovietici e di altri paesi slavi hnno
accolto questa novita che & stata proposta con Iemtezza e senza uno studio pib approfondito del mondo slavo.
1s KuliSit! S., MatriarkraIni brak i muterinska Jilijacija, p. 7.
In Filipovif M, S., VisoCka Nuhija, S a , X L I I I , 1926, p. 377.
ISB FilipoviC M. S., op. cit., pp. 98, 99.
1" Petrovif P. Z.,
op. cit., SeZb, LVIII, 1948,p. 192.
'90
&a
n, Petmvit A., Idaradni %voi i obiEaji sc Skoprkuj Crntij
Materina se robina viie poimie i ceni
Cori, Sdb, VII, xp7, p. 372.
191 a Debela krv visa, anka rniliji ... T a h je kru M
a od debelc D, Zovko I ., Rodbinrkii zazivi u HercegBosnl, ZbNZ, VII, 1902, p. 371.
Filjpovif

vano il significato sia di utero ( o di ventre) che di dan. In arabo il cIan era chiamato anche a omma u (ant. ebr. a em g), madre. '" I Volof del Sudan, tra iI Niger e iI Congo,
chiamano la famiglia femminile ec men D, utero, o etbir-ut-ndei , ventre materno, e la famiglia maschile a gheno *, due tipi di famiglia che vengono fatti risalire a due culture
diverse.'93I1 clan dei Ndongas dell'AngoEa porta il nome di r< ornazima , utero. Significata
di utero e di clan hanno i termini di a hapu dei Maori ddla Nuova Zelanda, di 4 battang N
della penisola di Macassar, e di hati >, del Madagascat. In ahd. Ihtar y> ha iI valore di
uterus m, matrix P, Sippe m, n FamiIie P. '% NelI'Asia centrale i turcomanni Nochurli dnno
il nome di u garindaf s, letteralmente ec di un medesimo ventre P, a una frazione del clan, l'
Nelle vicinanze immediate dei Serbi, neII1A2baniasettentrionaIe o ghega, la voce a bark D,
ventre, viene usata come u trbu o e srce D in Montenegro e in Bosnia per indicare il clan.
Padre Cozzi definisce il a bark A albanese con le seguenti parole: B I membri di una stessa
stirpe, ("bark*, ventre) sono sempre consanguinei, parenti; nulla importa se sia molto Iontana la parentela; essi sono rami del10 stesso albero; una l'origine, sono tutti fratelli e
sorelle; e niuno pu autorizzarli o dispensare a contrarre matrimonio n. l"
Secondo Padre Valentini u bark n indica un gruppo di famiglie discendenti da un unico
antenato. Un raggruppamento di 4 barqe forma una fratellanza (veIlazni). La gerarchia dei
gruppi sociali va nel seguente ordine B a minore ad maioxem a; bark, fratellanza, trib. Ma lo
L"Ts1jami pi
stesso padre Valenrini ammette di usare talora ec bark i> per fratellanza,
esplicito: in Albania si dice indifferentemente (< ata jane vIlazni D, essi sono una fratelIanza,
oppure a ata jane uje barku n, sono di un solo ventre, oppure anche a a t a jane gin],
sono della medesima linea materna. I n luogo di << vllazni D ( fratria) o di a bark n (ventre)
si sente anche F( fis Ed)
,gjak r> (sangue) e nell'Albania meridionale 4 far n (grano, semente). Il temine u gjak (sangue) ha il significato di discendenza patema. Quello di * VIl a z n l ~e di u bark sano pi ristretti e non si estendono mai a tutta la a gens o trib.
I due termini per si equivalgono e con essi rc si comprende di solito Ia medesima cosa .
La constatazione valida soprattutto per i territori di Skrapar e di Kmja. m
Oltre a u bark si pu &e anche gjin >z per indicare il gruppo dei parenti materni, e
il Valentini segue per r< gjinil P l'etimologia popolare che deriva la parola da gji N , mammella. m'

1%

P. 387.

Mat'e M. E., Iz istorii sem'i i m& v drevnem Egipte, <( Vestnik Drevnej istorii s, 3, 1954, pp. 55-56.
Baumann H . , Votewfcbs und Mubterrechr in AJrib, ZfE, LVIIT, 1925, p. 89.
Esterrnann P. A., Clan et aliiances entre clans dms Le sud-est de l'Angola, a Anthropos *, X X X I I , 1937,

195 Grosse F., DFc Formen der Familie uad die Formen der Wirtschuft, v. C i m k i St., Ptace etnologiczne,
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1% Cozzi E., La donm albanese, con particolare riguardo al dirillo conmetndiPmio delle montngne di S c u i h ,
a! Anthropos B, V I I , t912, p. 316.
1" Valmtini G., I b diritto delle mtnunitli nelio ~radizioneginridica n l h e s e . Firenze, 1956, pp. 88, 93-94.
200 Xsljami S., Semejnajd obClna Albancw a period t e rtrspaka, a h v e t n . s, 3, 1951, p. 127,V. anche; Coai
E., Lo vendetta del sqnguc nelle montagne defl'Alfa Albania, a Anthropos n, V, 1910; e Mmrlekmy P. S., Aspetti di
ospitditd indoeuropeo presso gli Albanesi, a< Annali Lateranensi n, XV, 1951, pp. 21-22 e note 70, 71.
201 I1 Tagliavini rileva che la forma pi antica di <r gjini ip a gieni n, conforme all'itdiano e gnit B (Tegliavini C.,Contribato alin ~iruiificnrionedel lesrico albmese, a Atti dell'Ist. venera di sc. lett. e arti i>, Scienze
generalr, CVI, 1948, pp. 19g-;aoo),ma Imt~rnologia
popolare resta significativa.

La terminologia albanese ghega per indicare il clan sovrabbonda: bark, gjinl, gjak, fis, senza che si possa in nessun modo dire che qualcuno di questi termini indichi un sottocilan o
una sezione separata del clan. Cib che gli Albanesi riescono a specificare che i primi due di
questi termini indicano qualche cosa di pi ristretto degli altri, come il rod serbo della
GmZa 2 largo (giri) per la parentda del padre e stretto (limitato ai fidi e ai nipoti) per quella
della madre, o mrne il n garindaH >, dei m m a n n i Nochurli che era u n a frazione del clan. m
In sostanza, dentro un clan largo e paterno si distingue vagamente un gruppo meno numtroso e materno, e talora si usa il nome di questa gruppo (bark) per indicare tutto il clan,
La grande-famiglia albanese u in grossen und ganken >p identica alla grande-famiglia slava, e anche le organizzazioni del clan e della tribii sono le r n e d e ~ i m e .Le
~ voci albanesi di
provenienza serba o butgara per indicare i familiari sono indicative di un'inftuenza slava sulte
strutture parentali albanesi: mome (madre), babe (zia), tziitse (figlia, fanciulIa), did (nonno),
baba (moglie dello zio materno), dwer (fratello del marito), dom'akin (capo della famiglia},
starisfat (primo padrino di nozze). Gli Slavi avevano wcupato l'Albania fino all'Adriatico
al piU tardi nell'VII1 cecoIo, come dimostrano i toponimi slavi diffusi da Belgrado a Valona.
Scutari era nell'XI secolo sede dei re di Serbia, e lo ridivenne ne1 XIV secolo. Valona era considerata serba ancora nel 1368.% Nel vilajet di Scutari si ricordano i F( vakt kaurit *, i tempi
degli Slavi; i Klementi, gli Shkuli, i Kastrati e una parte dei Gruda vengono da regioni oggi
di Iingua slava. Davanti aIlYinvasioneslava, gli Albanesi si ritirarono nelle montagne e ne1
litorale. Cresciuti di numero, uscirono dalla zona di rifugio albanizzando i Serbi o costringendoli ad emigrare. Gli Slavi assimilarono un grande numero di Illirici, ma in Albania furono essi stessi albatimati. 2 difficile credere che il termine montenegrino di trbu >.r e quello albanese di 4 bark siano sorti in modo indipendente. Un passo oscuro del Palaj pare
alludere a stratificazioni etniche che potrebbero spiegarne l'origine: cc Secondo il Ranun, "bajrak" (bandiera) si chiama tutta una rribu (fis) con gli "anh" indigeni e coi nipoti in linea
femminile che portano lo stesso cognome e abitano una stessa regione montagnosa... I1 "bajrak" & dunque il 'fis" stato, composto dalle varie *vellaznim (fratellanze) che derivano da
un solo padre, o che vennero trovare wl posto e si chiamano *ansn;gli "ans" si aggiungono
sempre al "bajrak" insieme con qualhe "vellaznl" derivato da nipoti per via di madre P. m
I nipoti in linea femminile sarebbero, secondo il Cozzi, figli di vedove tornate alIa casa paterna. m
I toponimi in M -i3fi (-itjo), sopr~ttuttoserbi, ma anche poIacchi e russi, indicativi (forse)

V. Petrovie P. 2., wta 170 t VasiPwa G. P,,nota 177.


m Haberlandt A,, Kul#uruiisr. BcitrZge asrr det Volkrhnde Montenegros, Albaniens und Serbiens, a Ztscht. f.
oesterr. Volkskunde~,XXIII, &g.-Bd., XTI, 1917, p. 131; Nopsa F., Die Herku~jt des isorrddbanisccken Gewohnbeibsrecbtes des Kattun Lek Dukadfinit, ZfvWI, XL, 1923, pp. 372-373, 375; Vinski Zd.,Die s~dslauiscbe
Grossjamilie in ihret Beziehrang rum nsaatirchen Gm~xranm,Zagreb, 1928, p. 95; Lutvvac M., La Metohija, p. 77;
Bou& A., L Tar4uie d'E~ftrope,Il, pp. 16, 1r2; Bourrrart J., Z ' A l h ~ kd Ies AAlbanais, Paris, 1918,p. 169; Baldacci
G.,L'Ahznia, Roma, 1929, pp. 244,

2.47, 2 5 5 .

MiklosIch F., Dte shvovirchen Elemcnre im albanircbc~, Albanischc Fomhungcn P , I, r879, p. 34.
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m Palaj 8. P,,Sd Xanatn delle mc#tag#e, q Srudime e Tekste B, Roma, xg+q, p. 109.
Cozzi E.. Le bribh debl'Alta Albnnia, a Studime e Tekste i , Roma, 1944.
'W

di patronimie, 2'0 non sono molto antichi, non anteriori al X secolo secondo il Kadlec e il Niederle, 211 poich mancano dei tutto neUa Grecia in cui sono emigrati gIi Slavi. 212 Per Io meno
fino allVIII secolo gli Slavi meridionali erano dunque organizzati in clan matrilineari. Gli
attuali termini anatomici femminili usati per indicare il clan, congiuntamente alla mancanza
di toponimi patronimici antichi ne sono la prova. Il nome del clan materno sopravvisse al mutamento deila filiazione e servi a indicare il dan paterno. a Una societ matrilineare nota
il Mutdock - sottoposta a una forte pressione da parte di una cultura patriarcale, si adatta ad
adottare la residenza patrilocale, senza perdere i suoi "lineagesn matrilineari, "sib" o "moietiec". Il clan materno e la grande-famiglia materna spariscono quasi subito, ma il gruppo
matrilineare ... pub soprawivere a lungo se le sue funzioni non sono state distrutte dal carnbiamento della residenza a. Il Murdock cita 14casi di queste soprawivenze, di cui 5 in Africa,
4 nel1'America settentrionale e 5 in Oceania. 'l3 La conservazione dei termini di M trbu r) e di
<< s m >) t un indice di questa lunga s o p r a w i v m presso gli SIavi. indubbio che gli Slavi

hanno mutato filiazione (ne abbiamo prova sicura neua regolare filiazione maternn in caso
di nozze matrilocali ancora ne1 XIX secolo, e nella rnatronimie di dan) e che nell'VIII-IX

secolo hanno attraversato quella fase di transizione descritta nelle 14 societ portate come
esempio daI Murdock.
I termini di ventre e di utero per cIan sonu, del resto, cos trasparenti che senza essere un
etnologa, il Mat'e ne ricostruisce facilmente la storia: a E indubbio - scrive il Mat'e - che
un temine come l'egiziano "ht" per indicare il "rod" deve essere sorto in condizioni di
"rod" materno. Gli antichi termini continuarono a vivere in fasi successive gili alterate e
furono applicati ai nuovi rapporti parentali, come l'ebraico "rahim" che si usa per designare
il "rod" paterno P. Sl'
Mutamenti di filiazione e di nomi di gruppi parentali sono avvenuti in Europa orientaIe,
si pu dire, sotto i nostri occhi. 1 Ceremissi orientali chiamano il gruppo di parenti materni
4 t.iip-do W, parenteIa di ceppo, e in certi distretti a bumbel W, da a Cum D cuore e a bel
lato, cio lato del cuore, vicino al cuore, come in Busnia la parentela materna detta e milija o r< d d a , pi amata o pi cara,'I6 come in Russia a rnilaja storona >> o ac rodimyj *
(da ~i
rod b) col significato di caro, amato, desiderato ( m i l ~ j ,serdeCnyj, Zelannyj, ladobnyj,
v. Dal', Lex.). Nel concetto mremisso, secondo lo Eruslanov, 11 legame vicino o lontano di
parentela ac era determinato dalla comune discendenza da una medesima madre. Si dice: il
rnUskiiruIt6 kijie vlak koklagte ipZyng yke: tra quelli che sono giaciuti nel medesimo ven-

Trubatev O. N., lsforija slaujanskicicb terminov rodsfvd, Moskva, 1959, p. 192.


Kadlec K.,O prawie p r y w a t n m zacbodnich Sfowian, Encykl. polska, IV, 2, Kmkbw,
derfe C., Mmuel, 11, pp. 173-174.
2'0

211

1912, pp. 97-98;

Nie-

213 Vasmer M., Beitr2g.e XUP hist. VGlkerkunde Osfeuropas, 11, Di? ~ h e m a l i ~Auskeihng
e
der Wertfninen iff
den heutigen slaeiirchen Undesn, Sitzungsber. d. preuss. Ak. d. Wiss. B, Phl-hist. Klasse, 1934,p. 356.

P,,Social Strutture, New York, 79, 1961,p.

213 Murdodr G.
2 l V i 1 mutamento

211.

della filiazione pub essere molto rapido. Il Nevermann ha rilevato che nelle isole dell'Ammiragliato un quarto di molo & bastato perche il a totem >i, ereditato in linea materna nel 1907 (constatazione del
Thurnwald), fosse ereditato in linea patema nel r 934 (NevermannH.,Admiralitiits-InseIn, Hamburg, 1934,in: F h r Haimendorf, u Anthropos n, XXX, 1935, p. 320). Staso mutamento neii'isola di Pentecoste (Thumwald R., Die
memrchl. Gesellschuft, 11, p. ZII) e presso gli indigeni dcll'America del Nord in eth europea (Schmidr W., 13ds
Maike~eckt,Wien-Modling, 1955,p. 142). Esempi di tale rapidi mutamenti in Murdock P. M.,op. cit., pp. 212-213.
2'5 Mat'e M. E., op. cit., p. 56.
216 Zwko I., Rodbinski zazivi, loc. cit.

tre non vi generazione (mso 'pokolen're"), - cio madre e figli sono legati dal medesimo
sangue. Ma questo concetto di legame materno in radicale contraddizione con l'odierna struttura parentale paterna dei Ceremisi. Un tempo non era cos'l. Ancora oggi gli zii e le zie

materne sono "tuprodo" o "Surnbel". Ma "tuprodon ha conservato il significato di parentela materna solo nella bocca dei vecchi; i giovani inclinano a collegare questo termine
con la parentela paterna, in modo che il termine ha perduto i1 suo significato originario e
viene appIicato inconsciamente ai parenti dei due lati, sia paterno che materno D. 'l7
I n Montenegro e in Bosnia non si usa pi ntrbu D o a srce D per la parentela dei due
lati, ma solo per il lato paterno, come a bark in Albania, e non sopravvive nessun vecchio
che ne ricordi l'antico uso. La filiazione mutata in Serbia pi anticamente che presso i Ceremissi, ma n srce n ha significato di utero solo in serbo-croato (nelle altre lingue slave, oltre
al valore generale e indoeuropeo di a cuore n, significa genericamente viscere B). L'appdlativo dj a srce n dato al clan S dunque posteriore alla dislacazione dell'unid slava e reIativamente recente.
Tenteremo ora di riassumere i risultati a i quali siamo pervenuti nell'analisi degli istituti
familiari slavi.
E noto che per g1i indoeuropeisti (Otto Schrader, Sigmund Feist, Antciine MeilIet, Wilhelm Schmidt ecc.) la grandefamiglia slava appartiene al tipo di grande-famiglia patriarcale
indoeuropea quale si presenta nell'antica India, in Armenia e in Albania. Ma gIi studiosi del
diritto slavo non potevano mancare di notare Ie differenze che separavano Ia famiglia slava
da quel modello.
Redigendo nel 1844 l'art. 118 del codice civile serbo e trovandosi nella necessit di dare
una definizione della grandefamiglia serba, lo HdiC-Sveti4 era costretto a constatare che la
u zadmga W era s un'associazione di parenti, non importa se consanguinei o affini, se in
linea paterna o materna S. 'l8 A differenza, quindi, della pnde-farnigIia atria arca le, la famiglia
slava non era una famiglia agnatizia.
11 Kostrentit rileva a sua volta che nella ei zadruga n i beni immobili sono propriet comunitaria della famiglia, anche de!la famiglia ristretta, e non, come nel diritto romano, proprieth personale del padre, 2'9
Lo stesso rilievo & fatto dal Grabowski: la grande-famiglia slava proviene da 4 antichissimi concetti popolari P (od prastarych pcj@ ludowych) che si differenziano a fondamentalmente (zasadnicm} dalle forme moderne della propriet, nella quale il capo-famiglia il
padrone assduto d d patrimonio. m
I1 Bogiiid, che fu il redattore del primo codice rnontenegrino, ancora pi chiaro: a la
famiglia romana si fonda su prindpi del tutto diversi da quella slava 8 , se rirnska famlija
osniva na naEeIima sacvijem razlEnijim nego li slavenska *. "l
Per il Saturnik i fondamenti della famiglia slava sono non solo diversi, ma opposti a quelli

217 Eruslanov P . , Radstwnnyj sojuz po ponjotijani vartotnycb Cerema, EO, XXV, 2, 1895, pp. 38-41. Per un
analogo significate del votjako a Z d y D, pcnniano u Cuiny P v. Srnirnw I., Nabroski iz finskoj kugtiq, EO, IX, 2,
1891,p. 72.
2'8 Perif Z., ZudmZno pravo, in: Stanojmif St ., EnciW. srpsku-hmatsko-slovendka, Zagreb, I929.
219 K o s t r d f M., u Zadruga D, in: Stanojevit St., Enciklopedija C. 5.
m Grabowski Br., Zadruga u Stowinn, a Wisla i,111, 1889, p. 4 ~ .
BogiSit B., Pravni obitaji, p. 48.

della famiglia romana: a RodinnY nedi1 slovanskej a fimska familia jsou tu&

tvary zcela

protichbdne, spozivajici na pinckach zcela rozdilnycb a.


Infine lo stesso Kadlec non esita a constatare a! un'opposizione tra la comunit familiare
slava e quella patriarcale W . "
Non esiste una famiglia patiarcale che possa fondarsi su principi opposti D a quelli
deiia famiglia di diritto romano. Una tale famidia, A causa di tale opposizioae, non k patriarcale.
nota delle
Ridurremo qui le variet della famiglia slava a tre tipi fondamentali,
loro diversit dalla famiglia patriarcale indoeuropea:
I. La grande-famiglia slava si awicina soprattutto al consorzio romano di coeredi, con direzione elettiva e indivisibilit del patrimonio, ma se ne distingue: I ) per la sottomissione
dei figli a1 capo-famidia, e non ai loro padri; a ) per la capacit di accogliere nel suo seno
affini come membri legali (mariti delle figlie) e di affiIiarne la prole; 3 ) per la doppia direzione familiare, maschile e femminile; 4) per l'idoneit del capo femminile a sostituire il
capo maschile e a succedergli n d a direzione della famiglia; 5 ) per il diritto del figlio o
fratello minore a rimanere come proprietario nella casa paterna in caso di partizioni,
11. La famiglia ristretta slava, a direzione paterna, si distingue da queI1a patriarcale: I ) per
i1 mancato dominio del padre su1 patrimonio; 2 ) per la limitazione della durata del diritto
paterno d a direzione della famiglia: 3 ) per la separazione dei beni tra coniugi e la loro
separata gestione; q ) per il doppio ordine di successione, dei figli dal padre e delle figlie
dalla madre.
111. Esiste infine un tipo di famiglia slava, costituita in sede matrilocale, in cui la direzione materna, con rappresentanza maschile, la filiazione 2 matrilineare e solo le figlie
hanno diritto di succedere per minotasca ai patrimonio familiare,
Lr differenze tra lo statuto familiare slavo di questi tre tipi di famiglia e quello patriarcale indoeuropeo sona di ptincipio e di sostanza. Nei punti elencati la famiglia slava non
solo si distingue da quella patriarcale, ma vi si oppone con norme consuetudinarie incompatibili COI patriarcato.
Solo partendo daU5potesi che Ia famiglia costituita in sede nutrilocale (111) abbia cronoIogicamente preceduto le altre due, si possono spiegare i punti di opposizione della famiglia slava con quella patriarcale: tali contrasti sono evidenti suprawivtnze nelle famiglie
I e 11 della famiglia materna.

Saturnlk Th., O priva ~oukommu Slovend


1934,

P. 73q

ni

d o b k h sdurslck; Niederle

L-,Slov. stamEiinostb, 11,

2,

Praha,

Gewnsatz dcr buskommunionen nir ~atriarchaiishenFamilie D. rec.Maver A,. Dia baudichm Ha~skom-

Capitolo quarto
L'AVUNCOLATO

Nei capitoli precedenti abbiamo accertato la presenza nella societh slava di un'antica grande-famiglia materna, a none uxorilocali e discendenza rnatrilinea. Le sopravvivenze di questa
struttura sono cos numerose e palesi da non lasciare dubbi sulla sua esistenza e durata. La
a zadruga N del secolo scorso ne era ancora una larvata continuazione.
Non sappiamo sotto quali impuIsi questa struttura si sia modificata. Gli Slavi, che non
sano mai stati pastori e che dell'allevarnento avevano appena i rudimenti e le nozioni necessarie, e quasi insufficienti, per mandare avanti una povera agricoltura, nutrivano per il
bue una venerazione pastorale vicina a quella degli ailevatori del1'Africa orientde e dd'India.
E impossibile dire se l'intervento del bovino t deIIFaratro si trovi nella loro storia in
rdazione con Iksproprio delle terre femminili e con Ia co~ettivizzazionedelle culture (altri
popoli zappatori hanno impresso alla loro societh la medesima dterazione senza avere conosciuto il bue), ma appare probabile, per non dire sicuro, che i1 passaggio delle nozze alla
sede virilocale non abbia potuto awenire che dopo 19usurpazionemaschile della propriet dei
terreni. Naturalmente, I'agrimltura di zappa e la propriet; dei seminati dur molto s lungo
attraversa fasi miste di cui le odierne none bilocali sono una palese sopravvivenza. Il mutamento fu poco sensibile perch i1 passaggio della sposa in sede virilocale non alter, da
principio, nessuno dei suoi diritti, almeno sostanzialmente. Nella forma, per, la rappresentanza maschile di questi diritti, che aveva luogo di sovente gi nelIa pi antica famiglia
materna, si erige nella nuova famiglia in vera istituzione. Eccetto il caso di vedovanza, la
sposa in sede virilocale non pia in grado di farli valere personalmente, ma deve ricorrere alla mediazione del suo pi prossimo congiunto: il fratello.
P1 primo istituto che siamo chiamati a esaminare in questa nuova fase deli'evoluzione
della famiglia slava q u d a deli'awncdato.
Nei riti nuziali slavi il fratello della sposa rappresenta una parte importante. molte volte i1 fratello che accorda la sorelIa in isposa, ne contratta il prezzo di vendita o ne riscuote una
parte, sia vendendone simbolicamente la treccia, sia cedendo allo sposa il suo posto al banchetto accanto a l a sorda, o rubando il cavallo delIo sposo e restituendolo Contro riscatto.
I1 contratto di nozze t stipulato da1 fratello della sposa in Subcarpazia, in Slovenia e in Serbia. ' Vende la trescia deIla sorella in Polonia e in Russia, cede il posto al banchetto di
Bogstyrev P.,Actes magiques, ribes e# croyances en Rmssie SSvcnrpatiqac, Paris, 1929,p. rog; Lilek E.,Horbbei detl steMschm Slovenen, WMaBR, VII, rgoo, pp. 301, 308, 324; NikoliC Vl., Efnol. gradju i rarprnvc ie Liinice i Niime, SZb, XVI, rgro, p. 208; Selenin D.,
R m . ostsiuv. VoEkskwde, Bedin, 1927, p. 309.
2 Fischer A., Lud polski, L W ~ W1926,
,
pp. 116-117;Bystwfi Jan, Etnogtafia PoCski, Panaii, 1947, p. 167.
3 Pejzen G.,EfnagrafiEeskie oc'erki Minasinshgo i Knneskago okmga Enissejskof gubemdi, <i Zivst. ip, XIII,
1

ztitsbrauche

E. Gasparini, Il motriorcoto skovo. Antropokogio cdhkrcbke dei Protoskovi, 11, ISBN 978-88-8453-757-7 (odine),
ISBN 978-88-8453-734-8(print), O 2010 Firenze Universlty Press

nozze in Grande-Russia e in Ucraina, ruba L1 cavallo del cognato in Russia e in Serbia.


Tra gli Ucraini della Bucovina iI fratello baratta la sorella in isposa per un coltelio da
tasca.

In Grande-Russia necessario il consensn del fratello al matrimonio della sorella ' ed

il banchetto di n o z z e agli invitati.' In Slavonia il fratello che va a cercare


la sorella dietro la stufa e la conduce al fidanzata In Serbia Ia presenta agli invitati lo o la
consegna al padrino di nozze. l' A Konavli 2 il fratello (o il domatin) che accompagna la
sposa in chiesa, non il padre. l' In Russia la sposa prega cantando i1 padre di toglierle dal
lui che offre

capo la benda delle nubili, ma sar un fratello a farlo, l3 come in Montenegra dove sarh un
fratello che le togliera il berretto da ragazza. l4
I primi rilievi su questa partecipazione del fratello alle nozze della sorella sono stati fatti
in Russia dal TereSEenko e SU di essi e sulla parte inesplicabibilmente secondaria che rappresentava il padre hanno richiamato I'attenzione il Kavelin16 e pi tardi I'Ochrirn~vi~,'~
i1 Volkov, il Rprek l9 e ultimamente il NikoI'skij. m
In Russia e in Belorussia, qua e l in Polonia, in Lusaziti e in Serbia il padre non assiste
a1 rito religioso delle nozze della figlia. Talora sono assenti ambedue i genitori della sposa.

I n WielkopoIska la presenza della madre al rito religioso porterebbe sfortuna alla figlia. Tafora il padre assente anche dal banchetto di nozze. In Bosnia l'uso lo esdude dal f e s t i n o e

1903,

P. 347.

Olearius A., Relation du voyage cn Moscovie, Tartarie ct Turquie, Paris, 1966,T. I., p. 170; Zabylin M . ,
Russkij narod, ego obytai, suwerja 1 pezija, Moskva, 1880, T . I, p. 344; Zdenin D., op. cic., p. 309; Merkovskij P. N.,Svadebnye obytai i prigouor)i,zapisannye v Rybimkuj oblasli, Tuerskoj gub. v 1903 g., Zivst. *, XIII, 1903,
p. 436; Osipov N. D.,7ibsrol sihirskoi niadby, u Zivsi. N, 111, r, 1893, p. 105.
5 Zabylin M., op. cit., I , p. 165; Jakovlev G., Krest'janskaja s v a J h v Slobode Sagrcnach, u Zivst. a, XV, I*,
p. 179; NikoliE VI.,op. cit., p. 221. La cessione del posto al banchetto o ii furto dei cavdo sono episodi che si
verificaho anche nelIe nozze dei Careliani (Maslova G. S., Medyaskie r Korey *, KSIE, 2 , 1947, p. 57).
4

Wmastynki A,. Dir Rnthenen, Die mterr. Monarchie, Bukowini, Wien, 1899, p. a4J
7 Jakuikin E., Obyfnoe p t a w , 11, Jamslavr, 1896, p. 434.
8 Semenwa TjanSanska O. P.,
Zizn' Ivana, derki i? byta kreri'jan odnoj iz ?ernozemnycb gsrberl~iij,ZGO OE,
T.W I X , 1914, p. 631.
9 Lovreti; Jo., Otok, ZbN5, 11, 1897, p. 434.
10 Diordievi6 T. R., Gradjo, SeZb, XTV, I W ,
pp. 173-174.
11 Schneeweis E., Gr~ndrissdes Volksglauberis und Volksbr;iucbe der Scrbokroaten, CeIje, 1935, p. 92.
12 Balarin N,, Konavii, ienidbu na Grudi, ZbNS, 111, 1898, pp. 279-280.
13 Sokolov Ju., Rwsskij fol'klor, Moskva, 1939, p. 167.
14 E i 6 SL.,2iuot i oblfuji piemena KnCu, Se%, XLVII, 1931,p. 229; Pavlkvi M . M., Kaiunska Nabija u
Cmoj Gori, ZbN2, XXIX, 1933, pp. 166-167.
15 TeteEenko A., Byt rwsk~agonaroda, SPb, 1848.
16 Kavelin K. D. Soti~enija,T . IV, Moskva, 1859, v. Kosven M. O., Matriarcht, Moskva, 1948,p. 75, nota t 4 2 .
17 Ochrimwi? V,,Z n d e n z ~Pnnlormskich suadebtagick ohjudov i pesen v istorii wo.ljncii s e d i , EO, 111, 4,
1891, e w Archiv f. slav PhiIol. n, XV, 1893, p. 447.
18 Volkov Th., Rifes e! usages nuplidux eti Ucraine, L'AnthrowIogie w, 11, ~ 8 g r .
19 Piprek I., Slavische Brmrwerbu~ags- u ~ Wackzeifrbriuche,
d
Wien, 1914,p. 192.
m NikoTskij N. M . , Proiscbufdenie i istorija Belorirsskoj svadcbnoj obrjadnorti, Minsk, 1957, p. 52.
21 Jakugki E.,Obyhoe pravo, T. 11, Jamlavl', 1896, p. 264; DobrovoTskij V . N., Smolenskij etnogr. Sbomik,
ZGO OE, XXTTT, E. 11, 1894, p. 47; W k a A. P., SvtaGba n# Ugorskoj R h , ZGO OE, I, 1867, p. 698; Vil'et
de-Lil-Adam, Dwevnja Knjofnaja Goro i ce okrestnosti, ZGO OE, IV, 1871,p. 300; Piprek J., op. cit., pp. r2, 16,
144; Lilek E., Varmihlungsbriiucbeitt Bmaien und der He~ccgovinu,WMaBH, VIT, 1900, p. 330; MiIosavljevii G. M.,
Srpski nurodni obifaji iz wezu Omljskog, SeZb, X I X , rgrg, p. 181; Filipovit M. S., bivot i abiicji raarodni a Visotkoj Nahiji, S Z b , XXVI, 1949~p. 172; Scmirjaga M. I., h?iEnnc, Moskva, 1955.
2 Z. S., Dulsze pnyczynki do efnogrujji Wielkopolski, PAU, Mater., XII, 19~2,
pp. 70, 79.

lo sostituisce con un figlio o un altro parente maschile. Tra i russi di Siberia i genitori non
siedono a tavola, ma su delle sedie a parte e assistono al banchetto senza far nulla. "
anche abbastanza frequente la prescrizione che il fratello che presiede o presenzia alle
nozze delIa sorella debba essere i1 pi giovane. Cosi, secondo il Soknlov, il fratello che toglie
alla sorella sposa Ia benda da nubile il fratello minore. I n Ucraina il fratello che le scioglie la treccia dwe assolutamente essere celi&+ Se tutti i fratelli sana sposati, l'atto sarh compiuto da un cugino o da un nipote di una s o r d a . a Nel governatorato di Kaliaga era un
ec malcik n, un fanciullo, che vendeva la sorella in isposa, " in Ucraina un fratello minore,
nel Padlasie anche un fratellino di cinque anni . un fanciuIlo anche in Slavonia" e
in Dalrnazia. ' I n Bosnia di solito un bambino, u o b i h o d&ak 3." Secondo la successione
per minorasco, di osservanza quasi generale pressa tutti gli Slavi, toccher al fratello minore
ereditare la casa paterna e rimanervi in caso di divisioni. S a d dunque presso di Irii che trover rifugio la sorella sposa se sarh costretta a lasciare la casa maritale per maltrattamenti o
per vedovanza.
B chiaro che un fratello non pu presiedere alre nozze della sorella e consegnarla a1 marito che in una famiglia da lui stesso diretta a destinata a esserlo in un prossimo awenire.
La strana comparsa di questo congiunto nei momenti decisivi del matrimonio dimostra che
k su di lui, piir che sul padre, che ricade I'obblip della protezione della nuova sposa e della
di lei famiglia.
Nei canti popolari serbi l'affezione tra fratello e sorella occupa il primo posto tra gli
affetti familiari. 33 a E un mmio di vedere delle donne slave, e anche albanesi m, nota il Bou, 31
In Serbia ciascuno giura su cib che ha di pib sacro, la madre sul figlio, i genitori sui figli,
i figli sui genitori, ma la sorella giura sul fraallo: a Ziv mi brat! Tako mi Ziv brat! P. 35
I n Serbia, rileva il Chiudina, l'amore fraterno la vince suila tenerezza delIa sposa. '' Secondo
il NakiEenovid nelle Bocche di Cattaro u il primo affetto per la madre, il secondo per la
sorella. I1 nome della sorella sacro e occupa un posto tra quello della madre e quello della mogIie. Se t pi adulta t come una madre, se piii giovane carne una figlia . Il NakjCenoviC non fa parola del padre, In Montenegro la sorella per il fratello e la cognata per il
cognato si tagliano i capelli in segno di lutto." In Serbia una madre per i1 figlio e una
sorella per il fratello portano il lutto per un anno. In ogni caso, il Iutto di una sorella per

Filipovif M . S., op. loc. cib.


Osipov N . O., op. cit., p. 108.
3 Cokdov Ju., op. Ioc, cit.
26 VoIkov Th., w E'Antbropologie s, 11, 1891, p. 427.
n TereHEenko A,, op. cit., 11, p. 601.
u Mjazenyj brat *, KosiC M . N., Lituiny-Beiomy brnigouskoi gub., a Zint. P, IX, 2 , 1901,p. 241.
29 Zawistowin-Kintopfawa K., Zuwarcie mdietistwa pmez kapno W po!~kichabrz~dachwe~elrprch,PAU. Pmce.
23

X,

1929, P. 42.
iuvretif Jo., Otok, ZbNz, 11, 1897, p. 434.
31 Bogdan-BijelK P., Zcvidba, Konovli u Ddmxiji, ZbNZ, XXVEI, 1929, pp. 124, 127.
~2 FilipoviE M. S., VisoEh Nnhrja, p. 172.
33 Cvijit Jo.,La pninsrrle balcanigue, Paris, 1918,p. 287.
M Bou6 A., La Turquic d%uropc, Paris, 1840, 11, pp. 80, 41,
>O~-JO~.
3 Trojanovif S., Valru, SeZb, XLV, 1930, p. 209, 210.
Chiudina G.,Canti del popolo slavo, Firenae, 1888, I , p. 80.
37 Nakitenovif S., Boka, StZb, XX,1913,pp. 302-303.
38 DuEit St., OP. Cit., p. 267.
3 Grbit S. M., Srpski narodni obifuji iz sww Boljwdkog, W, 1 ~ 9 ,
p, 241.

1,

-W

il fratello dura pih a Iungo. I n Slavonia per Io zio materno si porta ii lutto pi a Iungo che
per un altro parente, o cosi a lungo come Io prescrive la madre, mentre il lutto per i parend
di parte patema pi6 breve4' I1 lutto di solito regolato da norme di grande stabilit.
L'intervento del giovane fratello alle nome delIa sposa in relazione con la di Iui parentela coi futuri nipoti. Egli destinato infatti a divenire zio materno dei figli della sorella.
Ma in attesa di esserlo di fatto, le funzioni di capo ddle nozze sono adempiute dall'autentico
zio materno della sposa, il cosiddetto a s t a i svat n, o svat u detto anziano petch6 rappresenta quella generazione di zii materni che sta per trasmettere le funzioni avuncolari alla
generazione successiva, Nel Montenegro sono presenti ambedue le generazioni: lo <r stari
cvat a zio materno attuale della sposa riscuote il prezzo d d a mano della nipote e lo consegna al di lei fratello, ci& allo zio materno virtuale della futura prole. " A Konavli lo
soat n appartiene sempre alla famiglia della madre dello sposo e lo a stari svat a quella
della nonna. " Nella Leskovatka Morava si p ~ n d eper a staraoca n pi spesso 1'u ujak (zio
materno) ddlo a stric (zio paterno) perchi I'rc ujak n ha pi cura del figlio delIa sorella
che non lo stric a. Anche in Russia tra gli svaoi * o padrini principali di nozze si distingue un a men'loj o a mladiij svat , oppure dei F( bor8ie bojara dei a men'gie bojara ., 45 Nel Prigorje croato uno a svat stranski o esterno si incontra nella casa della sposa
con una q svat dimati B O domestico. 46 In Montenegro allo stari svat od puta (della strada o esterno) corrisponde uno a s t a i svat od doma r i , della casa o interno. 4T Una distinzione
analoga si fa in Russia dove lo a starosta bojarskij N i. il padrino dello sposo e Io a starosta
domovyj quello delta sposa." In sostanza, si d l'appellativo di 4~ sta&ij svat n al primo
padrino ddlo sposo perche 5 il suo no materno, e di u mladIij svat m al primo padrino
della sposa perch il di lei fratello. In Russia lo a< star5ij svat P o ec bol'goj barin n primo
padrino dello sposo e il I< mladzij svat della sposa nei governatorati di Olonec, Pskov, Smolensk, Orel e in Ucraina. 49 In Slesia Io a starszy starosta ip dello sposo e il u mlodszy n
della sposa. Allo a svat B dello sposo si d il medesimo titolo di << stari in Bulgaria, e
si specifica che 11 pagamento per la mano deUa sposa eseguito da un a< iiIterer Vater m dello
sposo, che un suo cognato. '' La differenza tra padrino anziano (zio) e padrino giovane
(Bratello) si presenta altrettanto Chiara in India, presso i Munda, dove solo se la sposa non ha
un fratello entra in scena il di lei zio materno.
Come si vede, anche la parentela dello sposo rappresentata da uno zio materno c il
matrimonio tra i due nipoti viene negoziato e celebrato dalIe rispettive parti materne, ci6
cc

M i l i k i E M. G., Zivot Srba seljaka, Se%, I, 1894, p. 349.


Lovcetit! Jo., Otok, ZbNi, 111, 1898, p. 49.
Rovinskij N., Cemogo~iuW eju proHom i nustojuftetw, SPb, 1901, 11, 1, p. 281.
BaIarin N., op. ci#., p. 17s.
Djordjevit M., Zivot i obitajf wrodni u ~skovaEkoiMoruui, SeZb. LXX, 1958, p. 154.
Osipov N. O., op. ci!., 4 Zivst. S. 111, I , ~ 8 9 3 p.
, 102.
a R056 V.,Prigorjc, %N%,XIII, 1908,p. 48.
0 Vuk, Cma Gora i Boka Kotorsku, Beograd, rkt. 1922, p. 94.
4@ Piprek J., op. ci#., p. g. In Polonia: <r w a t starszy * (Kolberg O.,Lwbelskie, Krakbw, I 883,p. 183);a starsq

41

D (steso, Rodomskie, Krakbw, 1887, pp. 166, 177).


m TereEenko A., Byt russkago noroda, SPb, 1848, 11, pp. 163, 194, 197, 219, 489; Smirnev A,, Oterki seme+
nych otnofenj po obytnomv prava: mskago narodn, Moskva, 1878, p. 41.
9 C i s ~ m k iSt., W sprawie pafciny nuukowej po J. Lotapie, u Lud t-, XVII, rgIr, p. 129.
5' Barbar L., G~wehnbeitsrechthcbe~
aus Bdgmietn, ZfvWR, XXXI, 1914,p. 4r9; =I,
1915, p. 17.
9 Koppers W,, Die Bhil in Zmiralindien, Wien, rp@, p. 136.

swat

che spiega l'assenza del padre dalle nozze: il padre non & ammesso tra $i e svati D, Vi
sono ammessi i fratelli e gli zii dello sposo, ma non il padre, a brat'ja i djadi ienicha, no
ne otec m. 53 La benedizione dei genitori necessaria al matrimonio, ma in Lituania, se Ia
sposa t un'orfana, tocca ai cognati irnpartirIa. ]La stari svat W uno zio materno della parte
dela sposa o dello sposo ne1 Primorje, in quattro villaggi del Pdunavlje belgradese, in Montenegro, nelliAlta PEinja e a Popovo Polje, a Duboka, nella Bosanska Posmina, nella Gruia, ecc. % Nella G d a , se vi sono piii zii materni o pi nipoti, il pi anziano degli zii sarh
ac stari svat >, del pi anziano dei nipoti.
Se lo zio materno non stari svat u, egli sari
a prvjenac ip cio capo del corteo nuziale, o c< barjaktar f i , portabandiera. " In passato, nelZ'Erzegovina, lo sposo si avviava alla casa della sposa accompagnato da uno zio materno (dai&)
e da un cognato, * zet od kuie D. " In Slovenia un e uj& n t uno star5ha s, COI quale fa
coppia una a teta m (zia o suocera), agiscono nella ceIebrazione delle nozze."
Se una delle parti manca deI tipo di parente previsto per l'esecuzione del rito, l'assente
viene sostituito da un parente d d a medesima linea: in Dalmazia a stari svat delle nozze
deve essere un 4 protocognato >, (praprijateIj) dello sposo o del di lui padre. In sua assenza
Ie funzioni saranno compiute da un 4 ndak , cio da un nipote di parte materna, o da un cognato. "
I1 grande-russo e il belorusso hanno perduto l'antico nome slavo dello zio materno (uj,
vuj, ujec) e l'hanno sostituito con un generico a djadja che in&ca sia Io zio materno che
paterno. Nel pvernatorato di Tver a capo delle nozze si trova un ec boi'bj barin n o uno
c< stariij svat P, come nella SIavia meridionale." A Kadnikov (Valogda) il a bol'goj barin ip
(grande signore, capo delle nozze) un djadja i, dello sposo. 11 NikoPskij non dubita che
il medesima e djadja N che presiede obbligatoriamente fi (objazatel'no) le nozze in Belorussia sia uno zio materno. Vi sono descrizioni di nozze trascritte dalla viva voce del popolo in cui questa qualita dello zio specificata: u da djadja, mamin brat hraj B, lo zio,
fratello maggiore della madre. W In rnoIte localit delle regioni di Kaluga e di Ore1 il capo
delle nozze viene chiamato q djad'ka ib e 4 djad'ko W , ma in Ucraina questo medesimo personaggio porta il nome di a vujka ip, cio di zio materno.
Talora presso gIi Slavi meridionali il posta dello zio materno nella celebrazione delle noz-

"

"

" Edernskij A,, Soaflbiz

C(

W Kosea'ge Totemskago uerda, a Zivst. e, XIX, 2, 1310, p. 201.


59Witort Jan, Zwysy prawa swyczajowego Eudu litcwskiego, u Lud, 111, 3, 1897,p. 201.
55 JovwiE M . M . , Iz Bam i bmske okolice u Primorskoj Nnhiji, Se%, 11, 1896, p. 89; q Qadja knicha po materi *, Rovinskij P . A,, op. ci#., 11, 2 , pp. 276, 284; Petrovit P. Z., Svudebni obiiaji, beogradsko Podnnavlje, ZbN2,
XXVIII, I, 1931,p. 99; Filipovif M. S. i Tornic' P,, Gornju Ptinja, SeZb, UVIII, 1955, p. 78; WMovii Li., Ziuoi i
obifuji Pepouaca, SeZb,W ,1952,p. 184; Petrovif P. Z . , 2ivoi i obitaji varodn! rr Gruti, SeZb, LVIII, 1948,p. 273.
Boreli R., Tragoui avunkulata kod Srh, a Glasnik etnografskog Institutn a, Beograd, VII, 1g5,8, p. 79.
j 7 W. M.,Hochzeit~branche in hastva, WMaBH, VIIT, 1902, p. 289; Cajkanwit V-,Rasprdve i gradja, SeZb,
L, r934i P- 7Q.
C1106H . , Jedun anotiimni apis nmodnih obitaja u Hercegoviwi, G&S, XIII, 1958, p. 2x5.
9 Ore1 B., Slovenskij 1judsM obiiaji, Narcrdopisje Slovencm, LiubIiana, 1944-I, pp. 28~-281.
Bogdan-Bijelii P,,Zentdha, Korrnvli u Dalmociji, ZbNZ, XXVII, 1929, p. r18.
4' Mallkmskij P. N,,Suudebnye obyfui .
iprrga*my xapisannye v Rybinskoj obkusti, Tuerskoj gub. v 1903 g.,
(I Zivst. >i,
XIII, 1go3, p. 435.
62 Sajrnanov, Osobennosdi gouora Kadnikouskago uezda, u Zivst. a, V, 1895, p. 387.
Nikoi'skij N. M., Praircho?denie, p. 230.
M DobrovoPskij V. N,,Raxskazy iir 5zni Paleck Zizdrinskago Poles'ja, Zivst. ii, TX, r, 1899, p. 12.
65 Kosven M . O., Kto rakoj hestnyj ofec, a Sovem. a, 3, 1963, p. xo2.

"

ze 2 preso da1 << kum ip, cio dal cornpate, padrino di battesimo dello sposo, In Montenegro pub avvenire che il primo posto al banchetto di nozze sia occupato dal u kum n anzich
dallo zio materno, m oppure l dove vi l'uso che il kum n sia 4 prvjenac n (capo del. corteo), il suo posto sia presa dallo zio materno, se iI c< kurn r> assente. In certe lacalith della
Serbia vi l'usanza che gli sposi dopo le nozze facciano visita aiio zio materno," ma in Bul-

garia questa visita resa invece al padrino al quale si consegnano i segni della virt della
sposa e dal quale gli sposi ricevono in dono una a due pecore."
Ma se si osservano da vicino le cose, si possono ravvisare nel padrino i Lineamenti dd'antic0 zio materno. In Serbia la tonsura (Siganje} 2 eseguita dallo zio materno" ed seduto
sulle ginocchia dello zio materno che il nipote viene cisconciso. " Lo zio materno far dono a1
nipotino del primo berretto" o della prima cintura. 74 Awiene la stessa cosa presso i Turcornanni dove Ia tonsura t eseguita dallo zio materno," e presso i Miao della Cina meridionale dove lo zio materno, dopo avere tonsurato il nipote, gli far dono deIle prime vesti
infantili.
Poich la chiesa definicce il padrino come un parente spirituale che ha un dovere di tuteIsi
religiosa SUI
figlioccio, gli Slavi lo assimilarono a uno zio materno che il primo degli affini
e che da tempi immmorabiii aveva ii compito di assistere il nipote in tutte le circostanze diificili della vita. 11 comparaggio S inlatii considerato da tutti gli SIavi come il primo e il
pi importante grado di affinith. I1 prijateljstvo b, ci& la reIazione di affinit, si consegue, secondo il Bo5ikevif, col comparaggio e col matrimonio, M kroz kumstvo i imidbu n.
I compari sono considerati come membri del cc rod P, alla pari degli altri affini, cosa che
non pare possibile se non fossero gik stati degli affini prima di divenire compari: a kumovi,
tetke, ujci, tetini, - to je veliki rod P. " << Kumstvo da svojstvo, vse svoe rodstvo li, r< comparaggi0 o cognazione, tutta una parentela D, dice un proverbio del Dal' (Skovur'). I n Polonia i1 comparaggio o w kumostwo n & il fondamento dello I( pnyjacielsrwa u. Se poi un
compare tiene a sua volta ai battesimo un figlio del compare, sorge il pi gande pnyjacietstwo n, di gran Iunga pi importante di quelio che nasce da un matrimonio. " In Serbia, neHa
Gruisi, di un bambino che cresce assomigliando al padre si dice che tende a1 babbo i> (rnetnuo
se na babo), ma se assomiglia alIa madre, si dice che tende alla parte dello zio materno

Strausz A., Die Bulgmen, etnographiscbe S t d i e n , Leipzig, 1898, pp. 321, 325.
Rovinskij M., op. cit., 11, 2, p. 276.
Bordi R., op. tit., p. 80.
FilipouiE M. S., a Awnlrula t i), Enciklopediju Jugoslauije.
m Barbar L., Gewobvbeltsrecbtliches aur Btslgdnea, ZfvWR, X Z I , 1914,pp. 2 3 1 , 236, 258, 268, 273.
71 FilipoviE M.S., Auunkulat.
72 Jovifwi4 A., Cmogorsko Primor~ei ikrajina, SeZb, XXIII, 1922, p. 141.
73 Firi~ipovidM. S., Avunkuhr.
Stojkovif M., Pojar, ZbN*, XXIX, 2, 1933, p. 4.
75 Vasii'wa G. P.,Tgtknoeni Nochudi, a Srdnesziatskij &no@. Sbomik ia, cc Tmdy Xnst. Etnogr. ,
,NS, XXT,

ffi
fl

1954,

P.

192.

1st R. P., Miao, i ~ t o r i k ~ t n o g oterk,


r.
a Vwt&wnUatiski j Sbomik r a Tmdy Inst. Etnogr. m, NS, LX, 1960,
p. IQO. I Votjaki scelgono sempre il compare nella prentela della moglie (Pemchin N., Eskizy predanij i bytq inorodccv Glazovskago u c d n , EO, Bibl. 11, 1899, p. 201).Con un compromesso tra matriarcato e patriarcato, gli Hopi e
gli Zufii del Nuuvo Mrssicu cerciiriu i1 padriiio iieIla parm~rla instcrna del padre (IIaekd S., Dar Mutierreclir Bci
des ItndidnerstatPPme~im ~iidwestlicheaNord~~fnerika~
ZfE, LXVIII, 1936, p. 233).
n Bo2ihvit Ju., Narodfii Ziniot u Safnjeva selu rr b k o v c u , ZbN?, XL, IM,
p. 96.
Fettovif Vi. R., Zaplanje rli Leskovdko VI Srbiji, ZbNZ, V, I goo, p. 119.
79 Kolberg O. i Udziela S., Tmtw'wRxeszsrdw, PAU, Mater., XX, 1910, pp. 155-156.
76

(metnuo se na ujtevinu)." Questo assomigliare del nipote allo zio materno ha in Serbia un
significato molto particolare, come vedremo tra poco. Ma che in Polonia a regni la convinzione che i bambini assomiglino pi ai padrini di battesimo che ai genitori >p, 6 credenza inspiegabile se non si suppone che questi padrini fossero in passato degli zii materni, come lo
erano e forse lo sano ancora qua e 1h ai nostri giorni.
Poichb il compare 2 un affine, naturale che il comparaggio divenga stabile nella medesima persona per tutti gli atti familiari in cui h necessaria la sua presenza. In Serbocroazia, in
Polonia e in Russia i padrini di battesimo sono anche i padrini di nozze. In Polonia, a
Istebna, il comparaggio 5 rec!proco tra due famiglie per tutti i figli e le figlie. 'l In Serbia ereditario in I h e a maschile per pi generazioni. M Occorrono motivi molto gravi per
mutare il titolare del comparaggio. 85
Solo con I'identit tra padrino di battesimo e zio materno (come ha intravvisto il Kosven)
si spiega come in Russia le nozze siano per lo pi presiedute da un u tysjackij s (ipexbolicamente, chiliarca, comandante di milIe uomini) che il padrino di battesimo dello sposo
e che occuper neI banchetto nuziale que1 primo posto che in Serbia riservato d o zio
materno,& ma che gi in Montenegro pub anche essere preso, come abbiamo veduto, dal

"

kum i9."
Ne1 momento in cui Ia sposa esce di casa e se ne allontana per sempre insieme al marito,
qua e l in Serbia, dalla Sumadija, alla Bosnia e al Montenegro, e piii raramente in Croazia,
qualuno dei familiari (la madre, il padre, un fratello) la chiama e la invita a voltarsi:
a

Okreni se, iipa Maro,


Mijka te zove!
(Voltati, bella Mara,

/ la madre ti chiama!3

P e t ~ v i CP. Z., Zivot i obilaji nmodni u Grscii, SeZb, LVIII, 1948, p. 489.
M Panuje pnekonanie i e dzieci cqkiej sie wdajq W rodzi&w dirzesrnych, nii W rodzonych B (Nakonieczny Jo.,
P o j v i u prdwve ludal, u Wida R, XVII, 1903, p. 731).
Per la Russia v . Kozyrev N.,Svadebnyc obrjady i oB$m v Ostrovskom aezde, a Zivst. B , XXI, I, 1912,p. 73;
Uspeiiskij D. I., Rcdfny i krestiny, achod xa rdil'nicej i noworo?denny, EO, XXVII, 4 , 1895,p. 75, nota.
83 Szubertowa M., Obrrpdy i xwycroje zwiqzanc x narodzitm dziecku, PME,VIII-IX, 1 9 5 ~ 5 1 pp.
, 608.609.
84 Hlpcrn J . M., Serbian Vilhge, New York, ~ggS,
p. 161.
ffi Drobnjakovjd B., Etnologjd firprodo Jugasbmije, Brograd, 1960, p. 138,
86 Edemskij M ., SvnBba v Kofen'ge, Todenskago aezjd, a Zivst. ia, XIX, 2, 1910, p. 61.
f l I1 tysjackij corrisponde in Russia d vojvoda delle nozze serbe ed 2 sempre il padrino di battesimo (TmgCenko A., ap. cit., 11, pp. 41, 216, 224; Cesnokov A., Suadebnye obrjady i peswi a kedukov ip, u Zivst. v, XX, I, 1911,
p. 61 : Vsevoldskaja E., OEcrki krest'jamkago b y k Smarskugo aezda, EO, XXIV, I, r 895, p. 8; Eij V,,Opismie
rerskoj svad'by v Sengileeuskom uezda, Simbir~koj girb., EO, XI, 42, 3, 1899, p. 183). n tysjackij accompagna la
sposa teggendone l'icona (Majkw L. N.,Velikomsskijija zakliaanija, 7X;O OE,11, 1869, p. 442}.
La partecipazione del fratello della sposa o della zio materno alle nozze dei nipoti uno dei tratti pi diffusi
delle socied e famiglie a statuto materno. Presso gli Ind di Baroda (Liunda) the materna1 uncle takes an important part in the rnamisge of both a b y and a girl D (Pandit Karikishen Kaul, in: Koppers W., Dic Bkd zn
Zentrdindien, Wicn, 1948,pp. 135-136).Presso i Bukavac della Nuova Guinca lo zia materno esercita mt& sui nipoti e decide della scelta dello sposo e del prezzo della sposa (Lehner S., Sitien utrd Rechrc des McI~tfeslerstammes
der Bukmac, Deutsrh-Neugrcin~u,s Archiv f . Anthropologie n, NF,XXIII, 1935). Presso gii Osnige (Sioux) t necessario per le nome il consenso dello zio materno IHaekeI J., Totemismass ursd Zweiklarsemystena bei den Siow-India
nem, a Anthropos it, XXXII, 1937,p. 805). La siscossione del prezzo della sposa da parte del di lei fratello aniene
presso tutti i bantu a discendenza rnatrilincare (Ankermann B., L'ethnopruphic actuell~de I'Aftique rntridionde, (i Anthropos i>, I, r p 6 , p. 930). La medesima funzione 2 adempiuta dal fratdo neile isole dell'Amrniragliato, nell'arcipelago delle Figi, pmso i Thonga i Bergdama, ecc. (Thurmald R., Die Menschl. Gcsellschaft, Berlin, 11, 1932,pp. 66,
198-199).Per i'intemento ddIo zio maternn nel Caucaw v. Byhan A,, L;r ciuilisatiotz caucarietine, Paris, 1936, p. 226,

le si dice in Slavonia. " E nel belgradese:

Vrati se, ltpa Smiljo,


na vranorn konju,
majka te zove.
(Voltati, bella SmiIjana,

sul nero cavallo,

la madre ti chiama).

Oppure:
Oglej se, Marek sestrica, o k k te zove...

(Volta lo sguardo, o sorella di Marco, i1 padre ti chiama,..).

O anche a majka te zove D,

la madre

ti

chiama

P.

In Busnia, a Popovo Polje:

Obrni se nevjestica,
majka te zove!
(Voltati sposa,

/ la madre

ti chiama).

Ne1 Sirmio le ragazze dicono alla sposa: non voltarti verso tuo fratello, voltati verso il u djever i ~ !(fratello dello speso), e la sposa, per non far torto a nessuno dei due si voIta tre
volte all'uno e tre volte all'dtro.92
Nella GniZa, in Bosnia e nel Montenegro il richiamo delIa sposa ha Io scopo di ottenere
che i di lei figli assomiglino al md del fratello, a na d ujake ip, al rod e allo zio materno,
come dicono i Vasojevifi," o pi aiio zio materno che al padre. A Berani e a Popovo Polje
i djeveri cercano di impedire alla sposa di voltarsi e in Montenegro si sforzano di tenerle ferma la testa. 95 Si crede infatti che, pet loro natura, i figli di una sposa tendano ad assomigliare soprattutto allo zio materno: a Djeca bacaju najvige na ujaka... dijete mora u bilo da
potde na ujake n. % 1 fratelli del10 sposo ( i djeveri) non desiderano che la ragazza inclini piU
al a md che ai *! dorn P, cio pi dla propria famiglia che a quella del marito: 4 ... da devojka ne misli virle na rod nego na dom n," Questa inclinazione della sposa e I'assomigfiare dei suoi figli a1 proprio fratello sono il segno che questi figli, usciti dall'et dell'infanpresso $li Altaici (stesso, in Buschan G.,WoEkerkunde,11, 1926,p. 417)e nel Bengala (Kohler J., Ueber die Gewohnheitsrechte voti Bengalen, ZfvWR, IX, 1891, pp. 328, 336). Vedi inoltre: Heine-Gelka R., Sudostaien, in: Buschin,
op. ci#., 111, pp. 894-897 e Thurnwald R., Ebat, ReaIIex.
88 Lovretif Jo., Oiok, ZbNf, 11, 1897,p. 449#
Petrovii P. Z., Suadebni obihji, beogrdsko Podanadje, ZbNZ, XXVIII, 1, 1931, p. 102.
Pavlovif Je. M., op. crl., SeZb., XXII, 1921,p. 115.
'1 Bordi R., Trngovi avuvkulaia, p, 73.
92 BogiHiC B., P r a o ~ iobiiaji, p. 139.
93 Vesovif R. V., Plemc Vasojeuiti, Sarajevo, 1935, p. 373.
Bareli R., op. doc. cit.
95 ErdcljanwiC Jo., Kgii plemc, CeZb, VII, 4, 1907,p. 276; P a v i M f M . M., Narodni obihji, fitunska Nohijcl
u Crnoj Gori, ZbN2, m I X , 1933, p. 171.
96 M&ovit
V. M. G., Ziniot I obihji Crnogoroca, Novi Sd,1860, p. 49; Bogiiid B., Zbornik, p . 250; RQvinskij N. Z., op. cit., 11, 2 , p. 288; Schneeweis E.,Gnrndrisr, p. 94; Vesovif R. V-,up. cir., p. 373; MitoviC Li.,
Zivob i obitaji Papovaco, SeZb, XXIX, 1957, p. 123; SkaljiC Abd., O obitaiitna i vjerovatljima u srezu JajaEkom,
a Bilten Tnst. za ~rouLL.folklora P, brajevo, 11, 1953, p. 204.
41 Vesovie R: V.,op. loc. cit..

zia, potevano passare nel a rod a del loro zio materno, ed era al momento di lasciare la casa
paterna che la sposa faceva la sua scelta. In Montenegro quando la sposa saliva sul carro,
si gareggiava a scaricare per primi le armi per ottenere la prevalenza s d a futura prole. ca
NelIa GradiHka e nella Bdsket Pukovnija il padre e il frate110 dicevano d a sposa che si
allontanava: u Va' con Dio! D, e allora bisognava che fa sposa si voltasse (treba da se abrne)
affinch i suoi bambini appartenessero allo z i materno,
~
da bi njezina djeca uvrgla na ujaka *. u I1 fatto - rileva il Rovinskij - che se la sposa si volta, i figli saranno del suo rod,
altrimenti saranno del rod del marito, e la cosa viene decisa dall'inclinazione della sposa stecsa *. I W
I1 passaggio dei nipoti nel gruppo familiare dello zio materno costituisce autentico avuncoIato. In Serbocmazia questo passaggio continua ad avvenire in regime di nozze patrilocali,
ma 2 facoltativo e dipende dalla volont della sposa, la quale deve fare la sua scelta pubblicamente, all'atto di lasciare la casa paterna. Probabilmente ci che determinava la sua preferenza non era il grado di affetto che essa portava a1 marito, ma la maggiore o minore
misura di prestigio, di benessere e di sicurezza delle due famiglie. Anche quando essa
acconsentiva ad affidare la prole alla tutela della famiglia del marito, poteva accadere che la
sorte deludesse le sue aspettative e che i suoi figli si trovassero in difficoIth. In questo caso
il fratello di ki prowedeva ad assistere i nipoti anche se non era stato scelto come tutore all'atto delle nozze. Presenziava, come abbiamo veduto, al battesimo del nipote "' e curava jl
suo mantenimento se rimaneva privo di mezzi. " Nei dintorni di Leskovac, in Serbia propria, in Bosnia e in Dafmazia non si decideva la scelta della sposa e dello sposo senza consuItarlo. 'O3 In Dalmazia egli doveva approvare iI matrimonio deI nipote.
Se i genitori si
opponevano alle none, si ricorreva alla sua intercessione ed era con lui che si andava a chiedere Ia mano della sposa. m Se i1 tlipote non sapeva trovarsi moglie, era lo zio materno che
gliela Cercava. 'W Aiutava la nipote a farsi un corredo o la dote ed era per suo mezzo che,
pentita del fidanzamento, essa restituiva la moneta dd'ingaggio. l" Lo zio materno presieder
presso tutti gli Slavi alle nozze dei nipoti,
In caso di cpartizioni, i nipoti ricorsevano al suo arbitrato 'W ed era rato che si discutessero le sue decisioni. Fargli torto sarebbe stata colpa pi grave che mancare verso i propri
genitori. Se egli abitava in un aItro vilIaggio, iI nipote aveva l'obbligo di fargli visita nelle
grandi feste. Si disprezzava chi mancava a questo dovere perchk la zio materno il n majEin
rod D, che era vergogna trascurare. Nelle credenze popolari era peccato (grehotki) il fado. "O
Lo zio materno & considerato il pi prossimo parente del nipote. In Dalrnazia, dopo il
fratello e la s o r d a , il congiunta pi vicino il figlio o la figlia della sorella, poi i figli della

"

Erdeljanovit Jo., KwEi plems u Crnoj Gori, SZb, VIII, 4, 1907, P. 276
BogiBi6 E., Zbornik, p. 250.
Rovinskij N. A,, loc. d.
"1 Borell R., op. Cit., p. 75.
Filipovif M.S., A v ~ n k u h r .
Bordi R., ap. ci#., pp. 74, 76,78; Filipovii M.S., Avrrakdaf.
Atdalit VI., op. cit., ZbNZ,WI,rgo2, p. 248.
105 IvaniSeviC Fr., Poljica, ZbN2, X, 1905, p. 64.
Filakwac J., Zenidb~u Re#kovcim, ZbNi!, XI, 1906, p. 63
ArdaliE,Vl, op. rit., ZbN5, XI, 1y6,
p. 177.
'm Boreli R., op. cit., p. 76; Filipovjf M. S., Avunkullit.
'm TvaniSwiE R., op. cit., p, 62.
110 Boreli R., op. cit., pp. 8081.

9B

sorella del padre e infine i figli dei fratello del padre.l ' ' I figli della sorella del padre precedono quelli del fratello per attrazione avuncoIare.
Lo zio materne accoglie a casa propria i figli della sorella orfani e li fa eredi di una
parte o di tutto il patrimonio, nel qual caso nella Djevdjelija e in Dalmazia i nipoti perdono
i diritti sd%redit paterna o vi rinunciano. "'I1 Luburid cita numerosi esempi storici di adozioni di figli di s o r d e presso i Drobnjaci deI1'Erzegovina. 11 KuliiiC rileva che i nipoti
adottati festeggiano la 4 slava degli zii materni e ne prendono il nome. "'Adozioni del genere non sono rare nella Poglizza e in Dalmazia. Secondo il Piprek l'orfano passa presso
tutti gli Slavi sotto Ia tutela dello zio materno 'l7 e il BogiBE osserva che soprattutto dei
figli maschi che si prendono cura i parenti delIa madre, IlR
11 Luburit, I'ArdaliC e l'Ivani8evii citano casi in cui si adottano figli di sorelle non perdi6
essi siano rimasti orfani, ma perchci gli zii materni stessi sono privi di discendenti e con tali
adozioni vogliono impedire (come si dice) che si spenga la candela deIla u slava *. L'avuncolato rivela in questa circostanza la sua vera natura: solo il figlio della sorella 2 considerata
idoneo a continuare la stirpe dello zio, non il figlio del fratello, perch solo il sangue femminile 2 conduttore di discendenza.
La Boreli dubita dell'antichiti dell'avuncolato serbo perch non esiste traccia nella legislazione scritta di una successione da fratello della madre a figlio della sorella. Ma nella
famiglia slava il patrimonio & proprieth perpetua e inalienabile della famiglia. Non esistono
n6 testamenti n4 legati. 11 fulcro dell"avunco1ato sta ndl'ingresco dei nipoti nella famiglia
dello zio materno, cosa che presso tutti gli SIavi si verificava interamente nell'ambito del
diritto familiare e privato, senza intementa dello stato. La successione avverr come conseguenza e pacserh da zii-padri adottivi a nipoti-adottati che portano il nome degli adottanti.
Nel XIII secolo in Croazia erano successori di un patrimonio ereditario (baSbna) coloro che
avevano una propriet e< ab avunculis et atavis ac ab antecessoribus suis eis devoluta I>. "9
Gli avuncoli si trovavano al primo posto tra i fondatari di propried ed era prima di tutto
da loro che veniva tramandata ai successori, figIi di sorelIe.
I n Serbocroazia si pub ereditare da1 padre, e l'eredit si chiamer a otevina a, o dJIa
madre, e sar la a r n a j h i n a o cc materevina n, dal suocero, padre della moglie (tast), e
si chiarnerh a tazbina ,>,o dallo zio materno, e sar la u ujzevina W. Nella GmBa la 4 ujtevina 1~ il C< rod ujaka 8 , 'm nello Zbomik del BogiSii la parentela materna in generale,
a rodbina po materinoj, tankoj kwi *, 12' nel Lessico del Vuk la F( terra a v u n d i m, in quello sloveno del PleterZnik, l'erediti dello zio materno, ec der Nachlass des Ohehs . Non esiste

Ardalirc VI., op. &t., p;, 183.


J o v i M f A,,Nmodni ztvot, Rije2Lh Nabija, ZbNZ, W , 1910, p. 99; FilipoviC M. S., Avurikulof
Tanovii St., Stpski narodni obifaji M Djeudlelijskoj kazi, SeZb, XL, 1927, p. 212; Ardalif VI., op. ci#., p. 188.
114 Luburii A., Drobnjaci plem n Hercegovini, ~ograd,~ 9 3 0 ,pp. 58, 113, r61, 167, 277-178, 198.
115 KuliSit S., Matrilohlni brak i rnaierinsh jidijacija u nmdnim obitaiima Bome, Hertegovine i Ddmacije,
GzMS, XIII, r958, p. 55.
116 Ivanifievif Fr., OP. cil,, p. 301; A&liC
VI.,op. cit., ppp.x83, 188.
117 Piptek J., op. ci#., p. 172.
118 &@,i& B., Zborrtik, p. 358.
119 Codex Diplomcriicus regni Dulrnotke, Crmtiae et Slawiniae, Jupslw. Aksd., in: BBsendotfer J., &miai
odnosi a SluvonIji, Zigreb, rg60, p. 11.
mi PetmviC P. 2.,op. cit., S a , LVIII, 1948, p. 193.
BogiSiC B., Zboxnik, pp. 376, 378.
111
1x2
113

invece nessuna N stritevina m ( e stric )P, zio paterno), sebbene l'eredit dal fratello del padre
avrebbe dovuto essere non meno frequente di quella dal fratello della madre.
I n Serbocroazia l'osservanza delle regole deIl'avuncolato si presenta moIto Iacunosa, ma
puntuale e sicura in tutti gli episodi in cui si conserva.
11 canto di richiamo della sposa nell'atto in cui essa abbandona la casa e I'invito a POItarsi per assegnare la futura prole a1 ec rod >, del fratello, non 2 solo degli Slavi meridionali.
Il canto risuona ndla medesima circostanza anche in Volinia dove si invita la sposa a voltarsi
verso il padre:

Oj ohIaA sia HanuseAko nazad sebe


ny ne stojit' bateriko kolo tebe

(Oh guarda Hanusia dietro a

te

se

il padre non ti accanto).

Anche in Malopolska, a h n c u t , si invita la sposa a voltarsi:


W r g si?, Kasiu, dziecie moje...
(VoItati, Kasia, figlia mia. ..l.

sposa chiede al marito se dwe voltarsi o no:

Powiedi mi Jasiu, cy sie ma wtkid, cy


(Dimmi, Jasio, se devo voltarmi o non voltarmi)

- e il

nie

wr6ci6

marito la consiglia a voltarsi. l"

Nella regione mistilingue di C h h ii canto eseguito sia dai polacchi che dagli ucmid:
Poi& ze mna, c6rko mila ... - Zostaw mnie ojne, ja iC nie mogq
(Vieni con me, cara figlia...

/ Lasciami

padre, non posso venire);

oppure:

Da ne sama idu, da vedut mene

(Non sono io che vado, sono gli altri che mi conducono).


In una forma piU vicha a quella serbocroata:

Oj ohlyfi Marysiu,
oj ohlyri sia molodaja,
oj twoj bateriko u worot stojit

(Oh guarda Marysia, / guardati intorno o sposa / mo padre sta presso la porta), Iz7

" Uolberg O.,W d y k , KrakOw,

1907, p. 60.

Saloni A., Lird laticurki, PAU, Mater., VI, 1903, p. 238.


m Saloni A., op. cil., p. 2.47.
122 Kolkrg O.,Cbdm~kic,I, KtakOw, 1890, p. 208, noti.
Stessa, op. &., p. 209, nota
in Staso, op. cit., p. 284, variante a p. 324.
12'

In Belomssia si

avverte la sposa che il padre la chiama:

Ustin'ka maladaja,
Tjabe batjugka klifit!
(Agostina, giovane sposa,

tuo padre ti chiama!).

Presso Minsk 2 il fratello che tenta di fermarla:

Postoj sjastrica,
pogovoiim s toboj
(Fermati sorella,

parliamo un po' con te). '21

In Ucraina Ia si richiama col pretesto che ha portato via le chiavi del terem n dove
solwa abitare da ragazza e conservare il suo corredo, Simbolicamente smarrire le chiavi del
a terem
significa, secondo il TereZenko, perdere IYllibatezza o andare a marito:
Postoj, sestra, kljuti svizIa.
Ja tebe, bratec, ni kljuznica.
(Fermati sorella, hai perso le chiavi.

/ Io, fratello, non sono pih la custode deIle chiavi), '50

In Grande-Russia si avverte la sposa che la madre la chiama:


NataPjugka Semenovna,
Tebe matugka zavet!
(Natalina Sernenovna,

la madre ti chiama). 13' Oppure la si rimprovera di fare la sorda:

Ui ty, slyiig li?


krasnaja devica

...

Tebja batju3ka HEet


(Non senti dunque,

/ bella

ragazza...

/ I1 padre

ti chiama).

E la sposa risponde:
Ja pravo ne slychala

(Davvero non ho sentito).


Esistono ventun esempi di questo motivo di richiamo delia sposa fuori deil'area slavo-mesidionale, e sarebbe facile accrescerne il numero.
Non raro che gli Slavi occidentali e orientali assegnino allo zio materno funzioni ana-

12% Dobimi'skij V. N., Smolensktj etnagr. Sbornik, ZGO OE, XXIII, E. 1894, p. 77.
U9 Sejn P.L,,Bedorwskiia p a n i , ZGO OE, V, 1873, p. 730.
m Maemickij N+, Narodayj tean'r i pc~nb V g. Stmodebe, Cemigovskoj gub., 4 frvst. W , XIX, I, 1910, p.
Tereenko A-,
By.t russk~gonmoda, IV, r 848, p. 255.
'31 DobmwTskij V. N., Perni Dnsibrovskago uezdu, OrLovskoj gubernii, u Zivst. D, XIV, 1905, p. 388.
'32 TereBCenko A,, op. cit., PV, p. 245.

101;

loghe a quelle da lui rappresentate presso gli Slavi meridionali. Lo zio materno farA in Polonia opera di persuasione perch il seduttore sposi la nipote sedotta, '" e la nipote ricorrer
a lui per non essere molestata da un innamorato importuna. 'M In Belomssia, in caso di
partizioni, iI figlio naturale di una sorella condotte dai fratelli in casa di uno zio che viene
pregato di accoglierIo perch, dicono, 9 sangue nostro, figlio di nostra sorella germana a.
In Slesia e in Malopolska si manda a chiedere la mano della sposa il padre del postulante, un
cognato anziano, un fratello ammogliaro o uno zio materno oppure u il parente pi prossimo:
lo zio materno, Io zio paterno o il tutore n. Lo zio materno & mediatore di nozze anche in
Ucraina. I" In certe localit della Polonia al10 sposo che torna dalla chiesa si fa incontro la
coppia degli zii materni (wuj z ciotkq) oppure un frateiio con la sorella. Tra i Serbi di Lusazia sono gli zii materni e i padrini (wujaszkowie i kumowie) che siedono in casa della sposa
e aprono fa porta al Corteo dello sposo, '39 come in Russia dove chi apre la porta della casa della
sposa all'ingresso dello sposo un fratello della sposa stessa o un suo zio materno. 'q In Pornerania una sposa maltrattata dal marito se ne lagna coi fratelli che vogliano ucciderlo. La
sposa si oppone: 4 Chi sar il padre dei miei figli? >z domanda. u Io sard il padre dei tuoi
figli! , le risponde il fratello. E Ia risposta classica dell'avuncolato. 14'
Il Muchin rileva dalle sentenze delle corti distretruali (volostnye sudy) che esiste ne1 p
polo un diritto dei nipoti a ereditare da uno zio deceduto, anche se questo zio ha figli propri,
e alla pari con loro. 11 Muchin non specifica se questi nipoti siano figli di frateIIi o di sorelle
e nessun altro etnografo russo ha cura di distinguere zii materni da zii paterni. T contadini
spiegano l'usanza di questo diritto successodo con la circostanza che si trattava N per lo pi ip
di assegnare a questi nipoti la porzione ereditaria del Ioro defunto padre. Gli eredi sarebbero
stati, cio, degli orfani di fratelli del padre. Ma questa spiegazione valeva per la maggioranza
dei casi, tioh p r tutti. Ne1 governatorato di Kazan', n quando in una certa famiglia non vi
sono nC figli, n figlie, eredita come figlio un nipote di parte della moglie (s Zeninoj storony) n.
Non si vede come un nipote di parte uxoria dovrebbe avere la precedenza sul nipote di parte
maritale in un regime in discendenza patrilinea senza un antefatto avuncolare: la parte materna ha ceduto il suo diritto di successione, ma l'attrazione dell'antico costume assegna
l'eredit a una parte femminile. Anche nel governatorrito di Vologda aweniva che un marito
senza prole adottasse come figlio un nipote della moglie, 9 plemjannik s 2enoj S. '" E probabile che nei casi di successione da zio a nipote riferiti dal Muchin sia in giuoco una tradizione
avuncolare di cui l'etnografo ignorava l'esistenza. I n altre parole, dove in Russia vediamo un
generico zio (djadja) favorire nelle successioni un generico nipote (plemjannik), anche a danno
dei propri figli, o i1 fatto privo di significato anologico (cosa molto improbabiIe) o si tratta
di antico avuncolato, per&& in etnologia esiste un amncolato e non un patruelato. L'usanza
Swietek Jan, Lud mdridrakki, PAU, Mater., I, 1896, p. 332.
KoIberg O., Kieleckie, Krakbw, 1886, p. 5r.
13s TesIenko N., O sernejnych delehcb po obyhPo>nu prmu Bcloruso~,EO, 11, xagr, p rzr.
1% MaIicki L,,Materinly do krrltury spdecznej Gdrali ilaskich., PME, VI, 1947, p. 93; Cercha J . , Borowa,
PAU, Mater., VII, 1 9 4 , p. 113; Tatar W., Wcsek W Bierkowie, Wish r, VII, 1893, p. 362.
137 Bugie1 m., e W S a P, VIII, 1894, p. 367. V. anche u wj8nki ip in: QchrimoviC V., Zn&enic nsalorusskich
svadebnycb obqadov, EO, L, r891, p. 60.
'3Q Gaikowa O., Kuhubura spdenm okollc Hor i Potylicui, QE,
VII, 19481349, p. 53.
139 Biegeleisen H., Ze sfudidw nad piejniami i obrzfdami weselnemi, (i Wisla B, VXI, 1893, p. 504.
140 Zabylin M., Russkij narod, Mackva, 1880, p. 145.
141 Tetmer Fr., Die Slawen in Delrtscbland, Braunschweig, 1902, p. 268.
1" Sejn P. V,,Olerki narodtroobytnago praua Vologodskoj gsb., ZGO OE, XVIZI, T. 11, IW,
p. 122.
133

russa potrebbe essere analoga a quelIa degli Ulladan deli'India meridionale c dei Tuareg
che lasciano la propriet parte ai figli e parte ai nipoti di sorelle. In Belorussia un marito
senza prole prende in casa il figlio della soreIla. Passato a seconde nozze, Ia nuova moglie caccia i1 nipote. Vedovo per la seconda volta, lo zio tiprende ii nipote, lo amoglia in casa e gli
assegna la met dei cuoi averi, con un tipo di adozione in tutto uguale a quello degli Slavi

meridionali.
Uno degli obblighi pi gravosi che lega i! nipote allo zio materno quello della vendetta
deI sangue. Indirettamente questo obbIigo conferma una successione da zio a nipote perche
il dovere deUa vendetta ricade sull'erde. 11 Luburi6 e il KuliCit portano numerosi esempi
storici di questo tipo di vendetta dei quali ricca l'epica popolare serba. Pressa i Drobnjaci
deliTrzegovina certo Ago Tokatlid si arrende al vojvoda Arsenio Lomo. In un tentativo di
fuga i1 prigioniero viene ucciso da un Martinovit. Lo stesso giorno un figlio della sorella del
Tokatlic' vendica lo zio materno uccidendo h m o . 14'
L'esempio pi terribiIe di vendetta di nipote materno quello narrato su Marko, l'eroe
deu'epica serba, in un canto rnontenegrino. Marko 2 figIio di Vukagin che ha sposato Efrosina, sorella del vojvda MomEilo. VukaSin uccide MomEiio, e la madre contemplando Marko
dice:

Boie mili, ale tebi hvaIa,


Hvala tebi, na tvom lepem daru!
Je-P se jogte tako dogodilo
Da s' nametne netak na ujaka

(Dio benedetto, ti siano rese grazie, /


siano rese grazie per il tuo bel dono! / Poich
non era ancora mai accaduto / che un nipote assomigliasse tanto d o zio materno).
Vukabin, sentite queste parole (CuvH te rjeCi), ne comprende il terribile significato. Si
rivolge al figlio e b maledice:

Sine Marko, ne grijalo te sunce,


Nit' ti umro, nit' ti s' groba znaio,
Sto se d
imeni na osvetu,

Ti Ce3 svoga osvetiti ujaka.


(Figlio Marko, che il sole non ti riscaIdi, / che tu non muoia [di morte naturale] e non
abbia sepoltura; / poich sei nato per trar vendetta su di me, / tu vendicherai il tuo zio materno). '&

L'obbligo delIa vendetta conduce Marko a conflitto di sangue col padre e il f i i o calpesta
il diritto paterno per dare emuzione all'imperativo del diritto matriarcaIe. La sua stirpe
quella della madre. Il padre un forestiero.
j43 Muchin V. F.,Owisyj prjudok nasledovmija u kresfjav, SPb, I 888, pp. 236241; Hutton J. H., L e s cta~fes
I'lnde, Paris, 1949, p. 22; Kronmbxg A,, Zlcr kulturhistorischen Stellung des Muttewcchrm des T w c g h , a Actes du IV-e Congrs intem. d. sc. anthmpo1. et ethnolog. n, .:Ethnologica p, 111, 2, Wien, 1956,p. 2 5 .
'44 har+Z8pol'skij M., OEmki, EO, XXXII, I, 1897, p. 138.
1" Luburit A., op. ci#., pp. 1 1 4 - ~ r j .
1" Rwinskij N,,
op. cit., 11, 2, p. 378.

de

La vendetta deI sangue da hngo tempo scomparsa presso gfi Slavi occidentali e orientali, ma il pi antico monumento giuridico russo, la Russkaja Pravda (1018-1054)attesta
ancora la legalit della vendetta da nipote a zio materno: cc ubiet' muZ' muZa, to rn'stet'
brahi, ljubo synovi otca, a ljubo otcju syna, ljubo bratufada, ljubo sestrinju cynovi.., D. In
Nella traduzione del Miklozich i1 testo suona: a Si intergecerit vir v h m , ufciscatur fra-

ter fratrem ve1 Giius, ve1 pater, ve1 fratris filiuc ve1 sororis filius *. la
IL 3301th trovava delle analogie sorprendenti tra il dispositivo della Russkaja Fravda
e la vendetta germanica, 149 Ma nella legislazione germanica non esiste nessun esempio di
ammissione dei parenti materni alla vendetta del sangue e la legge Salica chiamava bensi i
parenti materni a beneficiare del prezzo della composizione del sangue, ma non li nomina tra
i congiunti ammessi a esercitare la vendetta, l" Pi pertinente era l'osservazione del CebySevDmitriev che non scorgeva ne1 testo msso la pi piccola traccia di 4 rodovoe bytie e (di
gruppo gentilizio) tutti i vendicatori appartenendo alla cerchia familiare. 15' Ma il Vladimirskij-Budanov obiettava giustamente che il figlio della sorella non p t w a essere membro
delIa famiglia dell'ucciso, ma solo del rod, in rapporto con lo zio ib. In occasione di una
vendetta tornava dunque a rivivere un antico rod avuncolare del quale allora nessuno degli
storici era in grado di dire qualche cosa.
I1 nome stesso dello zio materno era destinato a divenire un appellativo di affetto e di
rispetto rivolto a persone e forze venerate o temibili, per esempio al diavolo. In Galizia
si dice: P( Ded babe vujko D , a il diavo10 [ "dedn un nome tabuato dal diavolo] zio matemo della donna n, cio protegge i suoi intrighi. 's Nei Carpazi gli Huculi chiamano u vujko r> I'orso per ingraziarselo. " 54 zio matemo era nel tempo stesso la pi alta autorit8
parentde. Ancora oggi tra gli Ucraini della Slovacchia orientale si d il nome di N vujko
al parente pi rispettato, a fiir den geehrtesten Verwandten i>. 'E- In Bosnia e in Enegovina il
frate francescano verrh chiamato non 4 padre D, ma e( ujak m, zio materno. Se si fosse
lasciato agli Slavi recitare i1 Pater noster secondo il loro spirito, non avrebbero invocato un
Padre nostro, ma uno zio nostro che nei cieli.
Le societh a discendenza mattilineare usano distinguere con nomi diversi sia Io zio materno
dal paterno che il figlio della sorella dagli altri nipoti. Presso i paleoasiatici Jukagiri solo il
fratello ddIa madre zio; il fratello del padre sar un grande-padre o un piccoIo-padre a se-

'" Pmvda Rusrkajo, I , Ttkstp, p 4 red. Grekwa B. D.,Moskva,

1940,p. 79.
Miklogich F., Rie Bblrnche bei den Slnven, Wlen, 1887, pp. 36-37.
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Frauenstsdt P,,Die Todtschlageasidbne des katscken Miftehlfcrs, Betlin, 1886, p. 11,jn: Miklckich F., op.
cit., p. 38; Thonissen J. J., h Io ~ f l i q t l e ,Bmxeiim, 1882, pp. 175, 226.
" V r a u d a Ras~kaja,red. Grekoe B. D., TI, p. zr.
"2 4 K djnideip, Pravda Rwskaia, d.
Grekw B. D.,11, p. 19.
1" 1l'kevi;-kvicki, Poslovicy i pogovorki Gnlkkoj i Ugorskoj Rnsi, ZGO OE,11, ~ 8 6 9p.
, 290. c< Didlo: Corr,
d'javol, ciornovoi ib, v. hilansikka V . J., Zsrm altslaaiischett Ahnenkuit, u Ann. Soc. K. Fennicae D, B, XXVII, 1932,
p. 140; Moszgiiski K., Obrztdy, wima i powieSi3i z okolic Brrezan, PAU, Mater., XIII, 1914, pp. 161, 170; Barwinski A,, Dns VoIk~lebender Rlrthenen in Gdizicn, Die oestea. Monarchie, Wien, 1898, p. 437; Manastyrski d.,
Bukowina, c.s., Wien, 1899, p. 262.
1" J u s u ~ b w s k iSza., Poglgdy Iudu nn pt*yrodf, si Wish D, VIII, 1894, p. 360; Ebindl R. F., Dic Huririen,
a Wida *, XI, 1897, p. 578.
' 5 Nahodil O., Die Ueberreste der Grossfarnilie bei den Ukraiizern in dcr Osislowakei, Sonderab. aus u Ztschr,
fiir Slavistikip, 111, I, 19j8, p. 91.
1% Zovko T., Rodbinski zuzivi u Herceg-Bosni, ZbNZ. VII, 1 9 2 , p. 380; Klasit I., Porod, fenidba, smrt, Krolfe

conda che pi o meno anziano del padre. '" Presso certi indigeni australiani i fi& di mio
fratello sono per me come dei figli e non c't un nome che li distingua dai miei propri figli,
mentre i figh di mia sorella sono dei nipoti, e solo lore vengono designati col nome di
nipoti. 15'
I due zii, paterno e materno, erano gi distinti nella lingua indoeuropea, e gli Slavi
hanno conservato questa distinzione: russo stryj n (patruus) e u uj D (avunc1111us).Per
il nipote la corrispondente v w e indoeuropea (lat. a nepos n, q neptis n) era promiscua per
ii figlio del frateIlo, della sorelIa e del figlio. Gli Slavi presero il partito di limitare il significato di questo termine al solo figlio della sorella: l'antico russo e l'antico buigara a netii i.>,
l'odierno serbocroato r< nedak W solo il figlio della sorella. Tutti gli altri nipoti saranno
indicati con termini descrittivi, come il polacco G bratanek , figlio di mio fratello, e ancor
meglio, all'australiana, col medesimo significato, il serbo e sinovac >i (da sin n, figlio),
o il russo, il serbo e il poIacco a< sestriC p, cc sestrie D, F( siostrzeniec D, figlio di sorella, a.
Conservando la distinzione indoeuropea dei due zii e col singolare adattamento del nome
generico del nipote a I figlio della sorella, gli Slavi hanno potuto conciliare la loro osservanza dell'avuncolato col sistema parentale indoeuropeo.
I nipoti entrati neIla famiglia dello zio materno, vi prendevano moglie.Non t sicuro che
essi ne sposassero una figlia o potessero farlo, ma pare che h passato la possibilit di un
taIe tipo di matrimonio a cugini incrociati sia realmente esistita. Rigorosamente esogamici
nella linea paterna, gli Slavi sono stati sempre poco osservanti degli impedimenti di affinit, anzi, hanno sempre dimostrato di preferire le none tra affini a quelle tra contraenti
estranei.
Presso Velebit la sorella considerata al secondo grado di consanguineit, e il di lei marito al secondo grado di affinita. Ci si pu sposare ne1 terzo grado di affinit. Tra i cattolici dellTrzegovina pub accadere che un vedovo sposi una vedova con una figlia, e il di lui
figlio sposi la figlia della vedova. Anticamente (in old days) i figli di sorelle non erano
considerati a as near rdation A. e tra i rnusulrnani dei Balcani non esiste alcun divieto di nozze
tra cugini materni. " La chiesa ortdossa vieta matrimoni nel quarto e quinto grado, ma il
sinodo di Bar del 1199 deplorava che <{inpartibus Dalmatie et Dioclie P si celebrassero matrimoni 4 in quarto et quinto gradu ve1 infra *, gadi nei quali si trovano i primi cugini.
Ancora recentemente a Samobor <4 vi erano molti esempi di matrimoni tra figli di fratelli e
di sorelle W. lo4
Occorre non perdere di vista una circostanza: come esiste ne110 slavo un solo nipote, il
figlio della sorella, deve necessariamente essere esistito uti solo zio, Io zio materno. I1 nome
di questa zia non pub essere quello di 4 uj perch <E uj un termine polare in relazione
con e stM , zio paterno. T1 nome dello zio unico o 2 andato perduto e ci mascherato
dietro lkffigie di un altro parente.

"'

1"
19

I o d i h m., Brodi& rody tundy mZdu rekami Indigirskoj i Kolymoj,


Elkin A. P,,The A~strabionAborigines, trad. ital., Torino, 1956, p. 56.

di

Zivst. .,
X, I-z, ~ p o ,p. 175.

Durham M. E., Some tribd Origins, Lnws and Customs af tbe Bdkans, London, 1928,p. 147.
BDgiBiC B., Zbornik, p. 2x6.
"1 Mitovi6 Lj., Ziuor i obitaji Popovaca, ZbNZ, XXIX, 1952, p. 132. I matrimoni tra affini, frequenti anche in
Russia, creavano tali intrecci che un marito poteva divenire nonno di se stesso (Dal', Sfovar', sub i( ded B).
1" Durham M. E.,op. cil., pp. 216, 148.
'a JireEek K.,Jstarija Srba, 111, 53, com. da lettera di S. KuliJiC del 27-1-1956.
1" a Ima v& primjera da su se uzela djeca jzmedju br&
ili Testara N, h n g M.,Samobor, ZbNZ, XVI, 19x1,p. 3 .
19

'60

11 Rivers rileva che nel c m di rnatrlmoni a cugini incrociati i nomi di certi affini sono
gIi stessi di q& di certi congiunti, e precisamente hanno il modesho nome, tra l'altro:
il padre della moglie, il fratello d& madre e il marito deila sorella del padre.
La vicenda semantica della voce slava ac ded B appare in rapporto con questa equazione.
Il Meriggi ha giustamente sostenuto che lo slavo a dd B deve essere un antico nome di
zio materno. I1 4 dediE n infatti l'erede e Ia u d&a W la propriet ereditata. Ma h successione passa normalmentt da padre a figlio, eventualmente da zio materno a nipote, e non
da nonno a figlia dei f i o . Poiche B( ded B non - voce che abbia mai indicato il padre, deve
avere avuto il significato di zio materno. L'intervento di uj * ha poi respinto u ded al
significato di nonno.
faciIe rilevare che tra gli Ucraini delia Slovacchia orientale 4 dido P, 4 dzido ip non
un nonno, ma uno zio, murito delh sorella del padre o deiia madre. '" Anche in granderusso * &a
ip, * ddka D non & una nonna, ma uea zia, moglie di un a djadja #, ciot di
un fratelJo della madre o del padre, e il polacco, che distingue m$ bene il a wuj B e lo
~1 su-yj a, conosce un uso dialettale di n dxiadko B col significato di frateilo della madre o
del padre. A Jedlna, presso Radom la ptopriet pub essere paterna, cio u ojnyma a oppure
materna, e allora viene cbiamata a babizna P o s dziadowizna a. la J3 sicuro che il r dziad ip
di questa a dziadowizna ip P un parente materno. Nelle regioni di Kaluga e di Ore1 il padrino
di nozze & chiamato N djad'ko B o a djad'h m, ma in Ucraina lo stamta deile nozze porta il
nome sia di u djad'ko che di 4 vujko P, zio materno. L'ucraino 4 d'ad'a * o a d'adko B h,
come a vujko D, il fratello delh madre. O' Se gli Ucraini che chiamano l'orso a vujko ip,
cotithuiitio aticora oggi a rivolgersi al diavolo col Hame di ac ded B (v. note 153, 154)) & p*di * ded * aveva anticamente il sigpifiato di a vujko D. L'appellativo onorifico e apotropalco qudo di zio materno, non di nonno. La sostituzione t trasparente. Se c ded s non avesse il significato di u vujko ip (di protettore), ma di nonno, iI proverbio a ded babe vujko a
direbbe assurdamente che s il padre della madre ( o del padpe) - iI fratello della madre della
doma *. Questa sostituzione & avvenuta, si pu dire, sotto i nostri m h i in Bosnia: i
Bosnirtci, che chiamano oggi 4 ujak n il frate francescano, chiamavano a ded m il vescovo bo

Rivent W. H. R., Kinsbip md Social Orgmisstlotr, hndon, x p 4 , pp. 44-45, in Murock G.P.,SmuI Structwe, f , New Ynrk, 1961,p. Iaa, I Mordvioi Pollcsavam relazioni intime tra p h i cugini e a atjmij era il h t e b
d d a madre e u atjam B il padre della moglie (Majnorr VI., Okrk jrrridiLXedago byfu Moordvy, ZGO OE,XTV, vyp. I,
1885, pp. ~ b l g ) NeIT'antica
.
Cina f r a d o delh mdre e padre ddIa maglie eraw la medtsima persona e portavano
iimededimo nome (Grmet M.,La ciYZJlltio~chinoise, P h s , 1948, p. 167). Lo stesso nome ai due purenti viene dato
dd Konpk Nqa ddi'hpam ( F i H & e d d Cht., Get9re~scbuftrkbender Kony&Naga mo
in A s m , MaGW,
WIXI, 1941,p.69). Preso i Tagiki, poidia lo zio materno & molto spespo ii padre deUa moglie, il temine u tup a,
zio materno, viene uaato per indicare genemlmente il padre dcUa
(Kisljakw N. P,, Perefitki mtriarchaia si
brafnych obrjdacb nmodov Srdmej &i, ISIE, XXVIII,rg>7, p. 26). in Nuoun Caledonia gli zii materni divenivano
s u ~ c e r idei nipoti (Leenhardt M,,Genr L h Grande Terre, P h , 1937, p. 156). Ea.
Mcrigpi B.,111&uni termini di parentela srkrv, Smdi in wore di E.Lo Gatto e G Maver *, F k u e , 1962,
PP. 477-490167 N a h d O., Die Ueberreste dw Grossfmiiic Bei d& Ukrainem in der Ost~lawakei,Sondernib. a Ztschr. f. SLwis t i k i ~ ,111, 1958, p. 90.
Kolberg O.,Radom~kic,&&&v,
1887, p. yj.
l@ Kosvcn M. C)., Kfo *
t
krestnyj otuc, w Soveui. W, 3 , 1963, p. 102.
SkrbakivsBryi S. V,,&ly ~kraiiusnS&f
wder as reIfecfed in Uknrinim wedding Cgstms, a The !&vonic
ind Eapt E m p n Rewiew e, 1932, p. 346, cfr. iJahhZcher f. GeschiEhte O s t m m n, NF, Bd. 9 , Mt, 4,
1961, P. 494.

gomilo. "l Questo 4 ded n non pu essere certo un predicato di rispetto per Ia vecchiaia perch4
sappiamo che i vecchi decadevano con l'et dalla direzione della famiglia. Si dava loto da
mangiare in vecchie stoviglie e venivano sepolti u tra due terre *, ci& senza feretro, 'l2 Non
si portava a lungo il lutto per loro. Si diceva che avevano fatto il Ioro tempo. I n Polonia
erano considerati degli insopportabili ingombri >r (nieznoine zawalidrogi).
Quando apprendiamo che nella Djevdjielija si da correntemente a Dio il nome di cc dedo Gospod ,
difficile intendere questo 6~ dedo ip come il nome di un vecchio debilitato, esautorato, inabile e inoperoso. Non si lusingherebbero con un tale appellativo esseri potenti e pericolosi
come l'orso, il diavolo o Dio. a Dedo n piuttosto in questo caso un nomignolo (prozvi:Ce) come N djad'ko W in antico russo l" o djadja m nel russo moderno.
Un passo della Cronaca di Pskov racconta che nelI'anno I 138 (6567) a Izjasfav e Svjatoslav e Vsevolod trassero dal carcere il loro zio paterno Sudislav +: cc Izjaslav, i Svjatoslav, i
Vsevolod vyjaga djadju stryja svoego Sudislav iz poruba a.
Sudislav un a djadja stryj >p. In Esistevano quindi un cc djadja srryj n e un a djadja uj P,
uno zio paterno e uno zio materno. Ma e stryj e a uj ia sono voci attributive o denominaIi
per specificare un djadja D e distinguere uno zio dall'altm. u djadja H la voce preecistente
ed antica per dire zio. I1 bulgaro cc djado (dial. <i dad ) pu avere il valore del russo
i<
ded n, nonno, pih particolarmente (specificazione notevole) * deda * il nonno materno,
padre della madre, "l8 ma secondo il TrubaCev il suo primo significato quel10 deI russo
a test' #, cioP il padre della moglie. '" I1 N ded >p in bulgaro lo c< 5enin baSEa P, il padre
della moglie, il e thsth m, testh .
Si usa C< did * per tast a, padre della moglie, in
Serbia orientale (Luinica, NiSava e Leskovazka Morava), didak i~ (pare) per suocero in S1avonia. "l I1 KuliCi6 segnala 6~ did D e a baba D per a punac e e punica n, genitori della moglie, a Nem-Klek, nell'Erzegovina d d a costa (Iettera del 17 febbraio 1964). In albanese
dove << baba n 8 un prestito slavo, a baba I* ha il significato di moglie dello zio materno.
Le nuore albaneci dei KuZi chiamano u babe P le suocere. Naturalmente dall'usanza di
privare il padre a il capo-famiglia del suo potere nell'atto in cui dava moglie a un figlio
che proviene in Serbia, in Croazia e in Bulgaria il vezzo dei generi di chiamare c< didi >, i
sumeri. Nello stesso modo diveniva a baba >iogni cc iena r> che maritava una figIia. Si tratta
di un ripristino di antichi appellativi di rispetto, col valore di ac ujak r> e di teta *. Questi
significati o gli altri che abbiamo sottoIineato sono confarmi all'equazione del Rivers. Prima

Mki, in Riefnik Jugoslau. Akad.


Tanovie St., Srpski trar. obitaji t~ Djmdjeliiskoj kuzi, SeZb, XL, 1 9 ~ 7p.
, 259.
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, 602
175 Sreznevakii. Mater., I - h .
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1'1

In

stesso, ibid.

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183 DuNC St., ZPvot i obikaji plemcno Kvfa, SeZb, KVIII, 1931,p. lro.
1"

di distinguere i due zii, gli Slavi avevano quindi un'unica voce per dire zio: cc ded P (bdorusso a djad a ) , raddoppiata o assimilata a balbettio (LalIwoxt}nel msso ac djadja m. Alla resa
dei conti, la situazione del russo djadja B e del palacco u dziadko r, sono allo scoperto:
cc djadja D e 4 dziadko ip sono uno zio e non un nonno, e uno zio per antonomasia che ha
soverchiato e annullato l'* uj >P e IO stryj W .
La seconda equazione del Rivers k pi chiara. Dove le nozze avvengono a cugini incrociati,
hanno il medesimo nome: la madre ddla moglie, la sorella del. padre e la moglie del fratello
della madre.
Del nome slavo dei genitori della moglie, cio dei suoceri di parte uxoria mssq u test' n
e u te& , l'etimologia pi attendibile e generalmente accolta quella che lo fa provenire da
un'altra voce infantile: a tetja
teta R, zia. I1 polacco ciotka >p pu avere significati moltc
estesi e indicare tutte le zie possibili: sorella deDa madre, sorefla del padre, moglie del fratello della d r e o del padre. '" In ceco e in serbo a teta #, cc tetka >, la sorella del padre
o della madre, ma nelle favde popolari serbe la volpe (lisica) chiama il lupo 9 uj n, e il
lupo la volpe e teta n. Questa * teta W dunque la moglie deli's uj n, cio la rnogiie dello
ma materno perch i Serbi chiamano I'orso e teta rr per evitare di nominarlo, l" come gli
Ucraini lo chiamano a vujko n. lS7
A Ksnavli, in Dalmazia, ii fidanzaio chiama dundo P e 4 tetka ip i genitori della fidanzata. Nel Rjetnik del Parti6 dundo ip lo zio paterno e materna. La e te& u cos la
moglie del f xatelllo della mradre o del padre e nel tempo stesso la madre della moglie (futura). In
sloveno 4 teta P la sorella del padre o deila madre e la madrina della sposa (Brautrnutter), '89
cioP la pronuba, la a jenga n dei Serhroati e Ia a svacha m dei Russi. g< Gde tetka, tam i
svacha +>, dice un proverbio del Dal', u dove c' una zia c' anche una "svacha" a. La
moglie deilo zio materno prende l'iniziativa deile nozze del nipote con una delle sue figlie,
e ne diviene la suocera.
1 significati sottolineati sono conformi sia d'etimohgia di q test' P-* te% D che alla
seconda equazione del Rivers. L'avunmlato ha impresso orme durature nella lingua degli Slavi.
Raccogliendo i dati cos esposti, la situazione de1l'avuncolato presso glr Slavi si presenta
nei seguenti termini: una particolare partecipazione d d fratello alle nozze ddla sorella ha
luogo presso tutti gli Slavi. Altrettanto si dica della preminenza degli zii materni deIle due
parti nella celebrazione deI rnattirnonio dei nipoti, talora mascherati sotto Ia veste di padrini.
Un invito a voltarsi viene rivolto aIla sposa da tutti gli Slavi nel momento in cui la sposa lascia
la casa paterna. Se si tiene conto delia singoIare credenza poIacca, condivisa dai Serbi, che
i bambini assomigIino pi ai padrini di battesimo (zii mawrni) che ai genitori, non pare possibile che un tale richiamo rivolto alla sposa nella medesima circostanza e spesso con le medesime paroIe abbia avuto in Ucraina, Polonia, Belorussia e Grande-Russia significato diverso
da quello che ha in Serbia: i figli deIla sorella passavano a1 gruppo deI fratello deh madre.

Z q b a A,, Slownictwo Niepolotnic, PME, X, I, 1972-1953,p. ZIO.


Vuk, Lex., sub ar ujo .
86 Teta-meEh i ~ , v. DjotdjevK T. R., Priroda u vjwovanju i predanja nafegrl tra~oda,Se%, LXXI, 1958,
p. 259; Schneeweis E.,Gruradriss der Vodksgdaatbens und Vo~ksbruucbeder Serbokmaten, Celje, 1935, p. 47.
1" Vujko: zio, o m , v. Onatakyj E., Diz. 8ccr.-italinno.
l@ Bogdan-Bij& P-, Benidba, Konwli u Dolmnci$, ZbNL, XXVII, 1929, P. 125.
149 PIetertnik M.,Slovar.
184
185

Esistono t r a m diffuse in tutta l'area slava di una particolare protezione accordata dallo
zio materno ai figli della s o d a e di una sua p r e f e r a a a sceglierli come eredi.
Il nipote vendica lo zio materno nelle usanze serbe, bulgare e nella Russkaja Pravda.
11 nome di 9 nipote D (netii, netjak, nekak) riservato in modo esclusivo al figlio della
sorella in antico bulgaro, antica russo e in serbocroato,
I nomi di u ded allo zio materno, al marito ddea sorella del padre e al padre della
moglie, e quello di ct teta n alla soreI1a deI padre, alla moglie del fratello della madre e alla
madre della mogIie sono attestati dalle etimologie e dagli usi ucraini, polacchi, serbmoati,
sloveni e bulgari.
E patente che l'avuncolato un istituto slstvocomune e antichissimo.
11 millenario precedente deIl'avuncolata offre la spiegazione piu semplice e pih diretta della
particoIare struttura associativa della pi recente famiglia paterna slava, sia della grande-famiglia che della famiglia ristretta.
Un sistema come quello avuncolare non pub funzionare che in una societ a integrata >z (per
usare il termine della Benedict e di Herskowits), fondata sulla scrup01osa osservanza della
reciprocit. L'awncolo si sente perentoriamente tenuto a conservare la terra e i beni per i
figli della sorelIa perche dall'adempirnento di questo obbligo che dipendano le sorti dei
suoi stessi figli passati sotto la tutela dello ec Sura B, loro zia materno, La reciprocita la
condizione stessa della sopravvivenza del gruppo. Un'autorit esterna, un'amministiazione
feudale o statale, pu venire facilmente ingannata senza che il danno ricada sull'ingannatore.
Ma in un gruppo umano integrato un tale inganno impossibile. La sua possibili& non viene
nemmeno concepita.
L'antichiti de1I'istituto avuncolare presso di SIavi e la sua enorme durata sono la causa
della debolezza d d a u patria potestas W nella piu recente famiglia paterna siava. Questa
famiglia, pur essendo costituita in sede patrilocale, continuer a regoIarsi come quella vidotale dell'avuncolato (non c'era esperienza di altra famiglia) e il padre si far5 un dovere imprescindibile di conservare il patrimonio per i figli come quando, da zio materna, lo conservava
per i nipoti, ne render i figli comproprietari e Ii chiamer al pi presto a testimoni e controIlori della sua gestione, esercitando su di essi una funzione tutelare di avuncolo pib che un
potere di padre. I diritti di proprieth sd patrimonio e di imperi0 sui figli continueranno a
rimanere estranei al suo animo, e estranei anche al diritto privato e familiare degli Slavi.
Tra gli impacci di questi abbIighi che legavano il capo-famiglia e ne diminuivano gravemente l'autorit trova occasione di insinuarsi e di affermarsi l'autorit della antica teta ,
divenuta capo femminile della nuova famiglia, la << dornaiica ip o domakina P la bdgucha ip
o a chozjajka D che usurpa i poteri del capo maschile quando egli si assenti, si disonori, si
ammali a deceda.
Che in Serbia uno zio materno senza discendenti adottasse come figlio un figlio della
sorella prova l'enorme durata della filiazione avuncolare uterina in una societh divenuta
patrilineare. Sappiamo infatti che i nipoti che entravano nella famiglia dei fratelli della madre
ne prendevano il nome.

290 Esiste in tutte le lingue slave una polarid dei nomi di due tipi di cognato: ii marito della s o d a e il
fratello della maglie. I1 primo per il secondo non un semplice cognato (svojak), ma addirittura un genero (zjat',
ai*, zet) e il secondo per il primo uno a 8ura P (brin,ciurjak, ecc.), nome privo di un'etimologh sicura. Lo M Bura n, in t a p p t o mn lo u zjat' a, potrebbe essere un antico nome di suocero, ma i due cognati potrebbero trovami in
una particolare relazione in forza dell'awncolato (lo a Sura* zio materno dei figli della u zjat' n).

L'avuncolato un istituto di compromesso in cui k nozze sono viriIocaIi, ma non patrilo( O matrilocali, ma con I'ingresso pienuziale del nipote in casa degli zii) e la discendenza
resta matrilineare, sebbene trasmessa da parenti maschili.
La sortita del figiio della sorella dalla famiglia della madre e il suo ingresso in quella dello
zio materno non pu prodursi che a partire da una situazione matrifocale: ai The evidence
is ovenivhdming that it cm never devdop out of neoloml, bilocal, or patriloal residence; it
is only possible as a replmment for rnatrilwl residence. The ideatical factors which lead to
patrilml residence in a previousIy rnatrilwl swiety cm also produce avuncuIoca1 residence,
Under these circumstances the patrilocd and avunculocal mles are completely alternative to
each other B. j9' Per giungere a questa condusione il Murdo~kha preso in esame duecentocinquanta societ umane, un decimo di quelle che esistono su tutta la terra. Indipendentemente quindi dalla prova interna che ci siamo sforzati di dare di una precedenza delIe nozze
rnatdocali slave su quelle patrilocali, l'avuncoIato basterebbe da solo a dimostrarla. L'avuncolate sorge per la vicinanza e I'esernpio di una societ patriarcale e rappresenta il primo
risoluto tentativo del gruppo maschile di sottrarsi d'imperi0 del matriarcato.
La sede mattilocale e la filiazione uterina si trovano cos alle origini di tutta I'evoIuzi~ne
s o d e degli Slavi. Non si pu quindi parlare di un u avvento del matriarcato r> in ambiente
slavo, come fa il Devoto, L93 quasi che gli Slavi, patriarcali perchg indoeuropci, avessero subito
successivamente influssi matriarceli da culture forestiere o da substrati, n& spiegare i loro
istituti matriarcali con culture prearie di ambiente mediterraneo o altro, come tentano di
fare il KuliSiC jq4 e lo stesso Devoto. Accettando un tale ordine di successione, bisognerebbe
suppone che gli Slavi-indoeuropei, originariamente patriarcali, siano in seguito divenuti matriarcali, per tornare pi tardi a evolvere verso il patriarcato, avventura senza precedenti e poco
credibile. Non vi sono esempi di un'evoluzione diretta dal patriarcato al mamarcato, mentre 8
provata I'woluzione inversa. Dal patriarcato si potrebbe giungere, eventualmente, al rnatriarcato solo prucedendo per forme bilaterali (Murdock) e in queste forme, le rnatriarcali si rivelano presso gli Slavi tutte pi antiche delle patriarcali.
Se fondata la laboriosa ricostruzione patriarcale deUa societ indoeuropea compiuta dai
glottologi e se ci teniamo al piano etaologico della situazione, dobbiamo concIudere che non
vi t stata azione di substrato rnatriarcale sugli Slavi, ma che gli Slavi stessi, come rnatriarcaJi,
sono questo substrato.
C&

Muid0Ck G. P.,Op. ci!., p. 207.


* Ricerche Slavistiche , V, 1957 dove a pp. 8 9 si trova il primo tentativo di provare la diffusione slava-cmmune de2 canto di tichiamo deUa cm.
193 Dwoto G., Origini indeuropee, Firenze, 1962,p. 357.
194 Kulibie C,, Trugaui arhaitm rodouske aorganiraciie i pitanje bdkansko-slavenske sfrwbioze, Beograd, r 963,
PP. 50-63, 8-4-94.
"l
1"

I n SIovamhia era in masione del primo ritorno che si toglieva alla sposa la parta B,
cio il copricapo da ragazza e le si intrecciavano i capelli carne le maritate, sopravvivenza
di unkpoca in cui le nubili cessavano di essere tali in casa della loro madre. NelI'Ucraina
occidentale sono gli invitati che il mercoled dopo il matrimonio vanno a richiamada con
dei canti (detti a perezwiany P, richiami) che parlano di un suo riscatto dalla servi& maritale. ' Le spose ucraine di Chelm attendono Con impazienza la domenica per poter andare
al loro r d :
Dajk BoZe nedili doidati
to ja pojdu do rodu hulati

(Fa' o Dio che arrivi la domenica / d o r a andrb al md a divertirmi). l3

Nel governatorato di Cernigov le spose devono tornare

obbligatoriamente

r,

(objazatel'no)

nella domenica di carnevale e in queIIa della sagra del vaaggia (chrarnovSEina): Ie spose vcngono considerate le ospiti pi gradite e quel giorno per Ioro il pi lieto e desiderato
deli'anno. "Nel governatorato di Pema le spose ritornano per la quaresima per una o due setti-

mane, o per la Pasqua, e allora sono i mariti che Ie conducono. '' Nel governatoraro di Vologda
gli sposi giungono in visita al quarto giorno dalle nozze e vi si trattengono per quatrminque giorni. Preso un bagno, ripartono. Tornano di nuovo dopo una settimana a na syr , per il
formaggio, come si dice. I1 terzo ritorno, che pare I'dtime, almeno come ritorno cerimoniale,
chiamato e na konec B, per la fine.i"'
diceva: ec Teifa pro zetja da pirog spckla B, ei la
suocera ha cotto le friteiie per il genero 8. " Nel governatorato di Arcangelo il ritorno 4 na
d e h y B, per il pan dolce, durava due giorni. la
Il ritorno obbligatorio: la sposa dei Ku8 non pu trascorrere la u mesna poklada >, e la
a bijda poklada , l'ultima domenica e l'ultimo giorno di carnevde, nella medesima casa, e
deve recarsi per la prima o per la seconda in casa dei genitori o di parenti. " I1 q rodovanje o,
come si chiamava questo soggiorno presso i Kuti, dura nove giorni secondo il Dufif, da
dieci a quindici secondo il Rovinskij, in Russia da una a due settimane, presso i Vasojeviti
del Montenegro fino a quattro mesi. " In Enegovina si sono dati casi di spose che hanno partorito nella casa paterna figli che, divenuti adulti, fondarono nuovi ei brarstva matroniaici, Forse il ritorno obbligatorio della sposa aveva proprio lo scopo di farla partorire in casa
deiia madre, come nelle isole Trobriand dove, ai primi segni di gravidanza, la gestante deve
abbandonare la casa del marito e recarsi in casa del padre o dello zio materno, O come
1'

Piprek J., Siawische Brani werbungs- arnd Hochzeibsgebrr7uche, Wien, 19rq, p.

12 2howska H., Wesde W Rsrdxka, PAU, Marer., I, 1896,p.


13 Kolkrg O.,C h d m s i e , 11, Krakbw, 18gr, p. 32.

- Belomsy Cemigoeiskoj gubemii,

14

Kosit M. N,,
Litviny

15

h t m N.,
~ Krest'ji~tlshjusvad'h

108.

46.

a Zivst. D, XT, 2, ~ g o r p.
, 241 e I1 otdd, p. 24.
XZV, 195, p. 458.

Zdgoskiwe, Pe~ireask~go
arezda, 4 ervst. n,
krest'jmin, n Z i v ~ tB,
. VIII, r, 1898, p. 68 e nota
V S.

Ivanickii N-, Sotvy2egodskij


r.
Ordin N. G., S v d b a v pogorodnych uolostjach SoPvytegodskago ~cezda, Zivst. n , W, 1, 1896, p. I IO.
m Bogolepov K . I . , Svadebnye &$ai kres1'jnn KarrgomJr~kngoPruvlenija, Archatrgdsko~gubemP, e Zivst. B, E,
'6

17

3, 1899, P. 388.
19 DuB6 Sr., Z W O i~ obiEaji plemena KuEn, Se=,
XLVIII, 1931,pp. 233, 325.
Dueif, op. Iec. cit.; Rovinskij N,,Cernogorijn v eja proflom i nastoiaSCm, SPb, 11, 2, 1901, pp. 298-299.
21 Asrrov N,. op. h.
cii.
12 LaIevjt B. i Protic J., Vmjwih', SeZb, V, 2, 1903, p. 577.
23 KuliBif S., O posrunkn i k m d r m m!eg brats~ua,E< Pregled m, 11-1, Samjwo, 1937,p. 136.
M Malinmski Br., Sex and Repression i~ Savagt. Sohety, trad. ital., Torino, 1930, p. 218.

pressa gli Ahu dwe la s p a compie blvola un lungo viaggio p


r andare a partorite in casa

dei e d t o r i .
Si pub rilevare, infatti, &e h s p a mmtenegrha, anche se maritata nel medesimo villaggio,
deve a Natale t t a s c o m h
o una n m in rasa dei genitori, senz4i ii marito (a meao che

Fig. 1x7. Etortro al r rod n\ di una spasa mo#c negti*a,

mtr uv

fgli0 di otto

{da Josititevzf).

non sia ihviuto) e, giwane o ami-,


sempre con un bmbho," Questa condipone cos
importante che, oe non ha un bambino p@,
prende con sd un bambino del e djever isn
(v.fig, 1x7).
LP prescrizione di questo ritorno della sposa, molto diffuse in Russia, " continu s essere
w a v a t a a d e dopo Ia rivoluzione d'ottobre: una ko1Wma anziana, certa C i h a , trattata
dutammte dai marito e dai cognati, raccontava d SokoIov di wer potuto tmme da mia madre

a Pilsodaki BP.,Sekwmgm~Lfl~
Eetbitidmg I I Feblgdirrf
~
bei &t BewAnem d# Imel SrftMifl, G i l i 1 e ~
Aiw, a An-ua,
111, 1908, p, 763, Lo zio matuno t apeawi pressa gli Abu il membra pifi imporraate
della f&&
{ M o n ~ d i mG., L ci~afpatiosAiboic &i
les cdrirrds m*,
Paria, 1937, p. 136). Gli Ainu a s a e p m ~
U
pih giovane d Jm dJla m d z (St&g
L., Tbc h u PtobEem, s A n w =Vr 1929, g. 789).
a P a v i b i f M. M., N d w i obiEsgi, Krhcnskrr Nebib, %N,: m,1933, pp, x33, rgb, q 5 .
n 1A., Go&fi ob%z$, RijeEkdt Nabijrl a Crmj Gwi, m, W I , 1928, p. 304; PehU M i
F ~ n k oZ
, ~ YDomhhrurc,
Y ~
ZbNZ, XXVII, rgzp,p. zog* Nevesta po rodw +a donmi priddit v e h m W , OnKikov N.,Brjdkrl, savst.R, XVII, 198, p. 12r.
yrid

per tre settimane dopo la nascita del primo figlio, e col bambino. 24 Non si ha notizia invece
che figli adulti accompagnino la madre in questo ritorno.
La sposa ritorna da una cede patrilocale e il suo ritorno senza dubbio in relazione con
una rnatrilinearit della prole che pu verificarsi in diverse strutture sociali, e particolarmente in quella avuncolare. I n Bulgaria il ritorno (i cosiddetti * povratki u) aveva luogo in
casa del padrino, antico zio materno, e non dei genitori. " Vi sono in Serbia ritorni di spose
che si collegano non con la madre o coi genitori, ma coi fratelli, ed il ritorno per Ia celebrazione della u slava a, cio del santo patrono della famiglia o deI a< bratstvo 9. La sposa
prende parte alla celebrazione della cr slava D rnantale, ma celebra come a preslava >, o u slava
secondaria anche quella del. proprio padre. In molte regioni della Serbia la sposa 2 tenuta
per l'occasione ad abbandonare Ia casa maritale e a tornare in quella dei genitori o di un fratello.
In Bosnia la u d i v a n comincia a tornare per la a slava s non ne1 primo a m o di matrimonio,
ma nel secondo o nel t e m , e prima di celebrare la festa, si commemorano in sua presenza i
defunti deIla famiglia. 11 legame della sposa coi Mani della propria famiglia non meno
importante di quello della prole. 3z In Montenegro essa ha I'obbIigo di presenziare alla a slava
del fratello e deve farla a coi figli e senza il marito D. 33 Nella Serbia meridionale se non
pu andare aUa a slava del fratello, si sente Come malata, u ne bi mogla obiki brata na
slavu, tada je bila kao bolesna B. " Le odive erano presenti alla a slava nelle lore famiglie
anche nelle Bocche di Cattaro. 35 Se i fratelli erano divisi, la sposa si recava da quello
presso il quale viveva la madre q peschk 11 era il suo vero rod finch la madre era viva D. Non
si fa parola del padre. Gli altri fratelli andavano a gara nell'invitare la sposa. 38
Questo ritorno devozionde W delle spose, praticato anche dai PastroviCi (... iz kute u
rod na pobofnts tast, sottolin. da Vuk, Lex.), era considerato cosl importante che la legge
3 Sokolov Ju. M., h s s k i j ijforklor, Moskva. 1938, p. 509. Presso i Votjaki il ritorno della sposa t detta a beren
pulsen i> ritorno al punto di prima. le sposa rimane in casa dei genitori fino a carnevale comportandosi da ragazza,
con una mndolta non sempre senza macchia (Bagin S., Stradehye obrjady i obytai Votjakou Koranskago uezdn, EO,
X m I I , 2, 1897, pp. 86-87). Oltre che alle isole Trobriand, le spose tornano per partorire in casa dei genitori
Haussa, i Nureb, i Beni Arner (Haeckel J., Zum Propresso i dravidici Parayan, i Miao Hoa, in Africa presso
blem d e ~M~iierrechtcs,t< Paideuma i>, V, 1954,p. 465; Schotter A,, Notes eibnogr. sur les fnbsrs da Kouy-tcheou,
6 Anthmpos b, IV, 19a9,p. 348; Baurnann H., Vaferrechb uwd Muttrechb in Afrih, Zffi, LVIIX, 1925, pp. 1x4,
125). Se i'cvmto si verifica nel Sibet, [a spsa tenuta a tornare subito in casa del marita (Puini C,, Reltuione
di P. IppoLifo De~ideri,Roma, 1904, p. 130). La sposa Konyak (Naga, Assam) passa in casa del marito solo dopo
il primo parte che ha luogo in casa dei genitori (FurerRaimendorf Cht., Dar Gemeinschaftsleben der Konyak-Naga
uon Assarn, MaGW, LXXI, 1941, p. 38). In Cina la sposa ritornava al quarte giorno dopo le nozze per due
settimane e ripetevi il ritorno due volte all'anno (Dols P. J., La vie chinoise dms b provtnce du Knnsow, ci A n t h m
pos B, X-XL, rgx5-rgi4, pp. 482, 489) e vi erano province in cui il suo soggiorno in casa dei genitori poteva durare tre anni (Haberlandt M . , Die Volkw Chixas; Buschan G., ILlnsfx. VMkerkundt, Stuttgan, 11, 1923, p. 605).
Anticamente i nipoti adolescenti crescevano p m i parenti materni di cui prendevano in moglie le figlie (Granet M.,
La civiliraiion cbrnoise, Baris, 1948, p. 383). In cinque anni di matrimonio Gandhi ne trascorse solo tre con la
moglie, Per il resto del tempo la moglie era in casa dei suoi genitori (Mandelbaum D. G., The Family in India,
h u t h w e s a r n Joum. of RntbropoIogy *, IV, 2, 2948, p. 132).
30 Barbar L., Gewahnbt.irsrecbtlrches uur Bulgarien, Z f v m , XXXI, 1914, p. 378.
31 Pec'o Lju., Obiraji i verovurtja tz Bosnt, S e B , XXXII, 1925, p. 363
32 I n ocmsione della N slava B in certe localiti4 del Montenegro si va a inforare le tombe nei cimiteri. Le famiglie si fmnno visita recipmamente indipendentemente dalla diversi& di wnfessione. L'uso del p e deiia a slava B, della candda, il giro della casa da sinistra e destra, ecc, sono riti manistici collegati con Ia necessita del ritornn
alla casa paterna.
Roviaskij N-, op. cif., TI, 2 , p. 327; EdeljanoviC Jo., KuN pleme, SeZb, VIII, 4, 1907, p. 296
9 Pavlovif Jo., Str~ri 3 u o t i obituli nar. u Ju?woj Srbfi po nrirodnim pesmnmn, Bmgrad, 1926, p. 71.
35 Nakitenovit S., Boka, SeZb, XX, 19x3,p. 326.
3 Jovikvif A,, Godiinjz obfaji, Rijeta N a k i j ~u Crnoj Cori, W b , XXVI, p. 30%

Ik ritorno dekka sposa e ka struaura dei ro d

303

scritta faceva obbligo ai fratelli di accogliere e di festeggiare in questa occasione le sorelle:


a Svaki brat dufan je ddekivati sestru ili odivu na knna imena ili na poboZnu Cast R. 37
La ec dava w si trasmette in linea maschile. L5nterruzione della sua successione (I'estinzione
della candeIa della slava P) era considerata con tale orrore che si ricorreva all'adozione per
impedirla, Ma dove mancavano discendenti maschili, la B< slava * passava aUe figlie. In Bosnia la
sposa celebrava come a preslava v la slava B del proprio padre senza prole maschiIe. La figiia
che eredita terre dai padre defunto u deve ip celebrare la cc slava n paterna. Se ci sono pih
figIie e pi parceI'le, la << slava ceZebrata dalla figlia pi anziana, e pi tardi sar celebrata dai di lei figli, anche se sona femmine, se. questi figli o figlie avranno ereditato le terre
della madre.
Nel caso di una a predava )i paterna, celebrata ddla sposa distintamente da quella maritale, si verifica tra i coniugi una parziale separazione dei *< sacra n che diviene totale nel
seconda caso, quando madre, figIi e figlie pascano alla obbedienza dei riti del padre e nonno
materno.
Una tale separazione &, deI resto, evidente neii'obbligo fatto alle spose di tornare dai fratelli per la 4 slava , coi figli e senza il marito. Come le a odive tornano per la * slava ia alla
casa paterna senza i mariti poichd i mariti appartengono a un altro << rod A , cosi i figli, separati per nozze, si radunano per la a slava P in casa del padre senza Ie mogIi. " La 4 slava P
una festa di clan, ma mariti e mogli, sebbene coniugati, continuano ad appartenere a clan
differenti. E chiaro che la sposa, pur essendo entrata a far parte della famiglia del marito,
non cessa, per certi riguardi, di appartenere al suo gruppo di origine.
Nel diritto tornano il matrimonio era, secofido la celebte definizione d Modestino, una
c< comunicatio juris humani et divini P. I1 matrimonio slavo non adempie a questa condizione.
Con la a junctio dexterarum >P degli sposi aveva luogo una r< transiti0 in familiam mariti n. "
Una tde transiti0 n non esisteva e non poteva esistere ne