Books by Sciltian Gastaldi
The translation into English of the first two chapters of my first novel, "Angeli da un'ala solta... more The translation into English of the first two chapters of my first novel, "Angeli da un'ala soltanto". This excerpt was chosen for publication by The Chicago Quarterly Review, special issue on Contemporary Italian Literature and Poetry.

Lo so f@re! Guida all'apprendimento misto e all'insegnamento (anche) a distanza, 2020
Come coinvolgere e valutare gli studenti in un corso misto, un po’ in aula, un po’ da remoto? Che... more Come coinvolgere e valutare gli studenti in un corso misto, un po’ in aula, un po’ da remoto? Che cosa sono le modalità sincrona e asincrona? È possibile migliorare il proprio stile didattico in un corso online? Ecco come cambiano ruolo e prestigio dell’insegnante durante una pandemia.
La Scuola del 2020 si è trovata ad affrontare un salto di paradigma: passare, in poche ore, dalla didattica in aula, a quella, meno piacevole, a distanza (Dad). Se durante la catastrofe è stato inevitabile improvvisare questo passaggio per continuare a far scuola, dal 2020/2021 si tornerà nelle aule. La Dad non sarà, tuttavia, l’insegnamento del futuro. Il XXI secolo sarà piuttosto quello dell’apprendimento misto, o Blended Learning, ovvero dell’amalgama fra la didattica dal vivo e quella da computer. Perché in ogni circostanza è fondamentale che la Scuola continui. Sempre. A chi insegna sarà dunque richiesto di saper gestire una classe non solo in aula, ma anche da dietro uno schermo. Questo volume non si rivolge agli entusiasti della Dad, quanto a quelle docenti che hanno comprensibili difficoltà. È una guida per affrontare il nuovo, rivoluzionario, modo di essere insegnanti, da parte di un prof che ci è passato. E ce l’ha fatta.

Peter Lang, 2018
Italian political terrorism of the 1970s has produced in its aftermath a rich body of memorial wr... more Italian political terrorism of the 1970s has produced in its aftermath a rich body of memorial writing, created not only by victims or perpetrators but also by the secondary victims of violence, often children of the dead, who many years after their loss ask why their parents or relatives were chosen as targets, what it means for them personally and for the history of the Italian anni di piombo. This volume brings together a body of essays that explore this field of «postmemorial» writing, a field that extends the scope of memory studies, particularly in relation to political violence, and especially when those memories are fragile and indirect. The book analyses the work of victims’ children such as Mario Calabresi, Benedetta Tobagi, Luca Tarantelli and Massimo Coco, exploring how these authors and others have narrated their unique experiences, from their distant memories of their fathers – each assassinated by different Italian terrorist groups – to their more recent struggles to deal with state institutions ill-equipped to respond to, or indifferent to, their plight. It further examines how their «postmemorial» works have contributed to a new relationship between history and personal memory in Italy. All of these writers, impelled by a sense of marginalization, frustration and sometimes anger to become actors and witnesses against their own will, have added their own indispensable tiles to the mosaic of a national and collective memory of the 1970s that is still largely unresolved in Italy today.
Nell’Italia degli anni della Lunga Crisi, tra Roma e Milano, un gruppo di trentacinquenni cerca u... more Nell’Italia degli anni della Lunga Crisi, tra Roma e Milano, un gruppo di trentacinquenni cerca uno spazio e un senso in una società che troppo spesso li sputa fuori come anelli di fumo: belli e curati ma destinati a dissolversi in fretta. I nostri antieroi, sia etero che gay, si raccontano prima individualmente, poi collettivamente, nel cuore della “fumeria”: la casa della festa d’addio di Ivan e Valentina. Qui le storie di tutti si fondono in un racconto generazionale che parla ai cervelli e agli stomaci in fuga da un’Italia sempre più Paese per vecchi. E nel finale il romanzo sociale si tinge di noir: alla festa, un regalo speciale metterà in crisi gli amici e imprimerà una svolta inaspettata...
Quarto romanzo e settimo libro, Anelli di fumo è il mio Zeitroman, ossia una narrazione che descrive il suo tempo, un romanzo sociale.

Anni Ottanta: tra cartoni animati, videoclip, film e telefilm, il protagonista di questo libro si... more Anni Ottanta: tra cartoni animati, videoclip, film e telefilm, il protagonista di questo libro si crea un immaginario confuso e variegato. È ancora piccolo quando sente un irresistibile "calore dietro le orecchie" sia in presenza di Heather Parisi che di Miguel Bosè, caratterizzati entrambi dal travolgente binomio "biondo-occhi chiari". Le naturali e spontanee curiosità sul sesso e sulle inclinazioni di questo bambino "metrosessuale" si scontrano con la consapevolezza di vivere in una famiglia un po' particolare, con un fratello iscritto al Movimento Sociale e una sorella neo catecumenale, un padre militare di carriera e una madre cantante di piano-bar.Il protagonista racconta come si può crescere in una famiglia tanto variegata e riuscire comunque a ridere e sorridere. La televisione commerciale, era grande babysitter dei nati negli anni Settanta, scandisce i gusti e le scelte del personaggio che racconta le prime esperienze sentimentali con compagne di classe ma anche con ragazzi conosciuti per corrispondenza, con conseguenti e prevedibili cotte. Insieme alla scoperta e alla conquista degli ambienti omosessuali c'è il racconto spassoso dei graduali coming out ai famigliari che termineranno con la rivelazione più difficile: quella alla famigerata sorella integralista cattolica. A chiudere, il racconto dello storico World Gay Pride di Roma nel 2000. Già a partire dall'indice, il lettore è invitato ad un vero e proprio "banchetto anni Ottanta" in cui i testi delle canzoni del tempo, le trame dei film e dei libri sono riproposte al lettore con una scrittura umoristica irresistibile.

La versione integrale di questa raccolta di racconti è disponibile solo su formato cartaceo, ordi... more La versione integrale di questa raccolta di racconti è disponibile solo su formato cartaceo, ordinabile su www.sciltiangastaldi.com/acquista.htm
Coppie (Leaf River Publishing, 2009) è la mia prima raccolta di racconti. Sono tredici storie che ci portano in un modo differente di amare o di interagire tra due persone, più uno scherzo di mezza pagina, giusto alla fine. L'idea di fondo è di far vedere come c'avesse azzeccato la cara e vecchia Emily Dickinson, quando scriveva "Che l'amore sia tutto nella vita, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". I titoli delle tredici storie più lo scherzo sono: Il carrello; Amici; Vuoto; Ikea; Provino; Cyberlove; Farewell; L'asso di bastoni; Menzogna; Gigolo; Dobbiamo ancora pulire la stalla, ricordi?; Il codice degli affetti; Per sempre; Anna e Marco. 160 pagine di novelle, nello stile di A Family, per i tipi della Leaf River Publishing.
Coppie, uscito il giorno di San Valentino del 2009, è stato presentato a Roma, Milano, Torino, Cuneo, Padova, Correggio, Grosseto. Prossime presentazioni previste: Roma, Catania, Livorno, Perugia (estate 2010).

La versione integrale di questo pamphlet è disponibile solo su formato cartaceo, ordinabile su ww... more La versione integrale di questo pamphlet è disponibile solo su formato cartaceo, ordinabile su www.sciltiangastaldi.com/acquista.htm
"Devi distruggere le armate arcobaleno". Se fosse tutto una partita a Risiko!, sarebbe senza dubbio questo l'obiettivo in mano alle gerarchie del Vaticano e a moltissimi politicanti italiani sedicenti "moderati" o di destra. In Gay: diritti e pregiudizi, un saggio che si legge come una piéce teatrale, un dialogo a tre voci fra un gay, un bisessuale e una trans (Simplicio, Salviati e... Sagrado) si affrontano 11 grandi luoghi comuni assurti a "tesi" teo-con contro la comunità Glbt (gay, lesbo, bisex e trans), smontandoli in modo rigoroso e scientifico attraverso statistiche, studi, analisi, ricerche, numeri, esegesi, fatti e logica. Un 'dialogo' sui nuovi diritti civili e le famiglie di fatto, ispirato a Galilei, in un'epoca che ricorda davvero troppo da vicino quella del suo processo.
Su Academia.edu potete scaricare un estratto: la "Tesi 6: Dio odia i finocchi" (84-105) in cui gli autori analizzano le fonti bibliche spesso citate ad mentulam contro l'esistenza delle persone omosessuali.

La versione integrale di questo romanzo è disponibile solo su formato cartaceo, ordinabile su www... more La versione integrale di questo romanzo è disponibile solo su formato cartaceo, ordinabile su www.sciltiangastaldi.com/acquista.htm
Francesco ed Emanuele sono due ragazzi come tanti. Studiano, vanno al cinema, ascoltano musica, scrivono e-mail. E amano. Si amano. Con un'intensità tale da essere come angeli da un'ala soltanto: possono volare solo abbracciati. I due, adolescenti e omosessuali, maturano insieme la loro romantica crescita sentimentale, fra i timori della rottura delle convenzioni e la passione totalizzante del primo amore. Romanzo di formazione, tratta argomenti d'attualità affrontando esplicitamente temi centrali per gli adolescenti d'ogni epoca e d'ogni identità sessuale: la capacità d'amare e di amarsi, il coraggio delle scelte, il rispetto dei sogni propri e altrui.
Alcune recensioni:
"Spesso i libri non ci sono ma non è questo il caso. Angeli da un'ala soltanto c'è e si sente. Ha una sua forza, una sua prepotenza, una sua giustificazione. Il libro c'è perché la storia che racconta la si può toccare con le mani. Il libro c'è perché la costruzione è convincente, le trovate non mancano, la scrittura è scorrevole e intrigante".
Daniele Scalise
"Un libro inaspettatamente bello. Comprato per caso, letto per curiosità. Consigliato per passione.
(Nicola Lecca, Anobii.com,**** 23 dicembre 2009)
"E' il primo romanzo di formazione pubblicato in Italia dove l'amore omosessuale, tra due coetanei romani, è trattato lealmente e semplicemente: come un amore tra due persone".
(Adele Cambria, L'Unità, 12/01/2005).
"La seconda parte del romanzo, più tesa e drammatica anche sul piano dello stile, racconta con rabbia e determinazione la sofferta elaborazione dell'abbandono e dell'assenza, fino a un finale carico di suggestioni romantiche e per niente affatto scontato. (...) Gastaldi narra con una sua originalità una storia di angeli a tratti ingenua, ma spesso di una struggente tenerezza, percorsa da un piglio che si può definire militante".
(Francesco Gnerre, Pride, febbraio 2005).
"La sottile ironia e la tenerezza mescolata ad un efficace quanto sporadico uso del dialetto da parte dell'autore, ci guidano fra le diverse tappe della storia, nella quale, una virtuale colonna sonora dominata dagli Smiths e Morrissey, svolge la funzione di coro".
(Lancio Ansa, 4 marzo 2005).
"Alternando brani del libro a stralci di canzoni - quelle stesse canzoni che sono la colonna sonora appuntata in fondo al volume, (...) Gastaldi è riuscito a evidenziare anche una vena minore ma ben presente: quella della commedia. In più passaggi infatti Francesco risponde alla pressione degli eventi con il commento ironico del suo pensiero, quasi un contro-canto che permette di sopportare la realtà".
(Gabriele Dadati, Libertà, marzo 2005).
"Sciltian Gastaldi, trentenne scrittore e giornalista romano, affronta in modo diretto il tema dell'omosessualità nel suo romanzo d'esordio Angeli da un'ala soltanto. Francesco, studente nel periodo fra il liceo e l'università, racconta in prima persona la propria difficile storia d'amore con il coetaneo Emanuele, storia di incontri segreti, contrasti familiari, egoismi e incomprensioni. Con un drammatico finale, emotivamente e letterariamente altissimo".
(Riccardo Trani, La Piazza dell'Aurelio, febbraio 2005).
"Le capacità stilistiche di Gastaldi si riflettono, così, anche nell'intenso scambio di posta elettronica cui i due giovani affidano le loro confidenze, emozioni e lacrime. Il linguaggio è informale e immediato, senza filtri, al pari di quello orale: "parlato" quanto un dialogo intimo tra amici. E' un romanzo dalla narrazione veloce e fluida, che parla di un sentimento <<tristemente fuori moda>>, mostrandone, però, più la devastante potenza distruttiva che l'energia positiva".
(Claudia Prescotto, Inchiostro, maggio/luglio 2005).
"Questo romanzo d'esordio d'un giornalista trentenne, attivo nel movimento glbt, si presenta fin dalle prime battute come un sotterraneo omaggio a Les mauvais anges (Gli angeli malvagi) di Eric Jourdan, mentre la copertina è dedicata a Matthew Shepard, lo studente americano massacrato da due giovani omofobi nel 1998".
(Daniele Cenci, Inverses, 5/ 2005).
"Se non avete ancora letto il romanzo d'esordio di Sciltian Gastaldi, fatelo appena possibile. Leggetelo per senso civile, se siete eterosessuali, ma soprattutto per autoeducare l'immaginario. Se siete gay leggetelo per riconoscervi o per prenderne le distanze, divoratelo perché è una favola rosa ma di quelle tristissime, struggenti, forse forse sincere, perché è proprio quel genere di storia che aiuta a sentirsi meno soli quando lo si è indiscutibilmente".
(Viviana Rosi, Corpo 12, gennaio 2006).

Assalto all'informazione è il mio secondo studio sul filone del maccartismo e il mio quarto libro... more Assalto all'informazione è il mio secondo studio sul filone del maccartismo e il mio quarto libro. L'intreccio fra politica e controllo dei mezzi di comunicazione di massa, fra informazione e propaganda è uno dei grandi temi della storia contemporanea. In questo lavoro affronto i meccanismi con cui il senatore Joe McCarthy, uno dei più abili demagoghi della storia, seppe manipolare la stampa americana per il suo tornaconto mediatico. Oltre allo spazio lasciato alla pubblicazione di materiale inedito relativo alle audizioni della Sottocommissione permanente sulle investigazioni, di cui McCarthy si era irritualmente nominato presidente, il saggio si distingue per il doppio piano di analisi del fenomeno: storico e di tecniche del giornalismo, spiegando il fondamentale passaggio tra straight news e interpretative reporting , oggi alla base del giornalismo moderno. Quel che rende particolarmente gustoso il lavoro è che i rapporti tra McCarthy e i giornalisti sono illustrati dal di dentro, dando voce ai testimoni dell'epoca, di cui ho recuperato e tradotto centinaia di interviste. Con una gustosa - e attuale - prefazione di Marco Travaglio.
Dalla prefazione di Marco Travaglio:
[...] Niente paura, questo libro non parla dell'Italia di Silvio Berlusconi. Ma parla all'Italia di Silvio Berlusconi. Perché, pur senza minimamente proporselo, racconta una storia per certi versi molto simile: quella dell'America del senatore Joseph Raymond "Joe" McCarthy, che per almeno sette anni (dal 1947 al 1954) riuscì a sequestrare le prime pagine dei giornali e i titoli dei giornali radio, e dunque i cervelli di milioni di americani, con la sua furibonda e forsennata "guerra ai rossi". I rossi che egli vedeva annidati nella politica e nell'informazione, nella cultura e nella pubblica amministrazione, nelle chiese e a Hollywood, nelle forze armate e alla Casa Bianca. [...]
Scholarly Articles by Sciltian Gastaldi
Avanca Cinema. International Conference 2017, 2017
Within the realm of the trans-cultural debate, Spaghetti Western are rarely associated to what it... more Within the realm of the trans-cultural debate, Spaghetti Western are rarely associated to what it is generally intended as " highbrow culture ". On the contrary, both Sergio Leone's and Tonino Valerii's Westerns are important examples of how some of its best authors were able to enrich a genre eminently aimed at entertaining big masses, with a multi-layered psychoanalytical paratext. This paper will focus, in particular, on Valerii's I giorni dell'ira (Day of Anger, 1967) reading the relationship between the protagonist Scott Mary and the deuteragonist, Frank Talby, through the lenses of the Oedipus complex. My aim is to augment the classical theory of Freud, Jung, and Lacan, with the more recent discoveries on the pathological relationship between a youngster and his paternal figure put forward by Recalcati, Cacciari, and Zoja.

The article investigates the rapport between Literature and impegno, through a focus on the writi... more The article investigates the rapport between Literature and impegno, through a focus on the writings of Umberto Eco and Pier Vittorio Tondelli. During the late Seventies, these two Italian authors lived in the same city, Bologna, and worked in the same academic department — the DAMS — Eco as a professor, and Tondelli as his student. Eco and Tondelli observed the Movimento del Settantasette, acknowledged its relevance and originality, and mediated its cultural meaning to the rest of society through their writings, occasionally published for the same media and republished by the same publishing house, Bompiani. Umberto Eco (1932–2016) was known as one of the most original authors who has added an insightful point of view on the relationship between Literature and impegno. In doing so, Eco has endorsed and represented in Italy the McDonaldian vision on the existence of a highbrow and lowbrow culture, declined according to Leslie Fiedler’s and Marshall McLuhan’s intuitions.
Tondelli’s plural oeuvre and his own idea of impegno was greatly influenced by Eco’s vision and, partially, by the creative wing of the Settantasette. The primary objective of the article is to explain Tondelli’s pattern of impegno through an analysis of his works in light of Eco’s definition of impegno thus making a
contribution to the ongoing debate about Tondelli’s form of commitment.
The conclusion that might be drawn is that it is necessary, today, to revisit the Tondellian oeuvre as an example of Echian, lowbrow impegno.
Una disamina del corpus letterario di Marco Mancassola dagli inizi fino a oggi.
![Research paper thumbnail of Gastaldi, Sciltian. "The Role of Humor in Western Italian Style: the Cinema of Tonino Valerii." Jura Genium Cinema [20 Jun. 2011].](https://attachments.academia-assets.com/34806282/thumbnails/1.jpg)
Oddly enough, there have been few studies on Tonino Valerii’s oeuvre. The Catalogo centrale delle... more Oddly enough, there have been few studies on Tonino Valerii’s oeuvre. The Catalogo centrale delle biblioteche italiane (Central Catalog of Italian Libraries) has only two monographic records dedicated to the Abruzzan film maker, who nevertheless has been one of the most relevant “Spaghetti Western” or “Western Italian Style” genre directors. The intention of this paper is to shed some light on the shadow that Leone and some critics such as Staig and Williams (1975), Cumbow (1987), Simsolo (1987), Mininni (1994), have cast on Valerii. In terms of format, this study will limit its analysis to the first portion of Valerii’s filmic production, focusing on the Westerns I giorni dell’ira (1967) [Day of Anger], Una ragione per vivere, una per morire (1972) [A Reason to Live, A Reason to Die], and the already cited Il mio nome è Nessuno (1973), emphasizing aspects of psychological introspection and ironic commentary. It is opinion expressed in this paper, in fact, that Valerii’s cinema is characterized by a manifest attention to a specific type of character development, and by the Oedipal rapport between the younger generation and that of their fathers, as well as to the passage from one psychological state to the next.
Summary: Pier Vittorio Tondelli’s second novel, Pao Pao (1982), has
often been considered as an ... more Summary: Pier Vittorio Tondelli’s second novel, Pao Pao (1982), has
often been considered as an example of hedonism and lack of structural criticism against the military institution. This study contradicts the vulgate by demonstrating its full readability through the lenses of queer theory via an explicit adoption of a camp point of view. Tondelli used camp as an aesthetics that also includes political intentionality, clearly visible in the novel’s proud—and yet amused—stance against the homophobic and heteronormative core of the army. Pao Pao’s camp, and its framing of military uniforms and plain clothes under the umbrella of just another (deeply queer) drag experiment, aim to the production of a new rainbow-queer-social-visibility-tesserae within and against the larger mosaic of a highly heteronormative society: the Italy of the Eighties.
Scholarly Chapters in Books by Sciltian Gastaldi
Published in: Ugo Perolino, L. Casalino, A. Cedola (eds.) Il caso Moro. Memorie e narrazioni. Mas... more Published in: Ugo Perolino, L. Casalino, A. Cedola (eds.) Il caso Moro. Memorie e narrazioni. Massa: Transeuropa, 2016, pp. 115-40.
La figura della donna brigatista ha colpito, preoccupato e affascinato l'immaginario nazionale sin dai primi tempi. Diversi registi e sceneggiatori si sono così cimentati nel rappresentarla secondo modelli assai differenti che vanno dall'estremo "Erinni" all'estremo "Estia". Il saggio illustra quattro famosi esempi di rappresentazione e spiega perché il contributo più verosimile viene dal personaggio complesso e ibrido di Giulia, a firma di Marco Tullio Giordana.

Pochi autori contemporanei hanno diviso la critica e il pubblico quanto Pier Vittorio Tondelli (C... more Pochi autori contemporanei hanno diviso la critica e il pubblico quanto Pier Vittorio Tondelli (Correggio, 1955 – Reggio Emilia, 1991). Scrittore “blasfemo” per il Procuratore generale de L’Aquila, Donato Massimo Bartolomei, tanto da portare in Tribunale Altri libertini con la seguente accusa: "Per il suo contenuto luridamente blasfemo ed osceno nella triviale presentazione di un esteso repertorio di bestemmie contro le divinità del Cristianesimo, nonché di irriferibili turpiloqui, [...] onde il lettore viene violentemente stimolato verso la depravazione sessuale ed il disprezzo della religione cattolica." (1992, 14).
Autore ricco di spiritualità, grazia divina e vocazione religiosa secondo il critico gesuita Antonio Spadaro (1995; 1999; 2002) e lo scrittore Gilberto Severini (1992), tanto da essere ammesso nel canone cattolico: “[Tondelli è] uno scrittore il cui percorso si configura radicalmente come un'attesa di salvezza teologicamente connotata” (2002, 267). Autore non solo per nulla volgare, ma al contrario dotato di un “animo romantico e delicato” per il critico laico Mario Fortunato (1999, 175).
Il Tribunale de L’Aquila assolse Altri libertini dall’accusa di vilipendio con formula piena, ma se si arrivò al rinvio a giudizio per un reato di questo genere nell’Italia di fine ventesimo secolo, qualche elemento di discussione giudiziaria avrà dovuto sussistere. Del resto, la stessa volontà dell’autore di rivedere alcune espressioni blasfeme dei primi due capitoli del libro pochi mesi prima di morire, volontà trasmessa al suo esecutore testamentario, segna un qualche tipo di disagio morale provato dallo scrittore a distanza di anni dalla sua prima pubblicazione.
Di là dal caso del testo d’esordio, anche il romanzo della maturità, Camere separate, è stato interpretato in modi assai distanti: un romanzo “a dimensione religiosa” (Spadaro, 2002, 223-60), possibile da leggere “senza pensare alla specificità dell’amore omosessuale” (Piersanti, 1992, 98) e al contempo come “a novel of ‘deep and sacred mourning’ that reviews the love affair of the young Leo and Thomas and traces the quest of the intensely self-examining and chronically ‘separate’ Leo to ‘become available’ to experience again after Thomas’s death from AIDS” (Cady, 1995, 17), parte di quella “visione gay della vita e della letteratura che Tondelli rappresenta in modo esplicito e appassionato” (Gnerre, 2005, 425).
Questa ambiguità, o bivalenza, che avvolge la produzione dell’autore di Correggio, si estende anche sull’uomo Tondelli: uomo religioso, cattolico, dalle cui righe sgorga una continua ricerca dell’Eterno e la cui biblioteca contiene “innanzitutto la Bibbia, in diverse edizioni” e “un centinaio di volumi religiosi” (Spadaro, 2002, 269), oppure il “busone da sbarco” (Dall’Orto, 1982), il cantore del libertinaggio, della goliardia gay, del vino, del sesso trasgressivo, del sentimento e dell’amore omosessuale, la cui videoteca conteneva “migliaia di film porno gay” (Rota, 2007) e diverse centinaia di libri a tematica gay? E ancora: Tondelli come “scrittore del disimpegno” (Bettin, 1980; Medici, 1982; Dall’Orto, 1992; Guglielmi, 1995; Buia, 1999 e altri), oppure “militante gay del movimento di liberazione” (Dall’Orto, 1982), “autore gay” (Gnerre, 1986; 2007), il cui “universo letterario includeva una visione gay della vita e della letteratura” (Colombo, 1992, 242), o ancora scrittore socio-politicamente impegnato e vero esponente letterario del Settantasette (Palandri, 2005; Vianello, 2005), il cui libro d’esordio, Altri libertini è, a mio avviso (2010), più politico di Enrico Palandri e del suo romantico Boccalone?
Il mio contributo per L'italia letteraria e cinematografica dal secondo Novecento ai giorni nostri si propone di continuare a scavare sui testi tondelliani per dimostrare il carattere politico dell’impegno dello scrittore emiliano, al contrario di quanto sostenuto dalla gran maggioranza della critica, in particolare italiana.
Per far ciò, il mio studio intende muoversi su due fronti. Da un lato, la mia analisi applicherà all’opera di Tondelli la lezione di Deleuze e Guattari relativa alla identificazione di una cosiddetta “letteratura minore” nella quale “everything is political” (1986, 17). Dall’altro, il mio contributo porrà a verifica critica le motivazioni che spinsero una importante autorità politica come Massimo D’Alema a descrivere Altri libertini come “un romanzo politico” (1980).
Book Reviews in Peer-reviewed Journals by Sciltian Gastaldi
Renaissance and Reformation, 2012
The three editors have established a definition of “racism” as “an attempt to justify prejudice a... more The three editors have established a definition of “racism” as “an attempt to justify prejudice and discrimination through an apparently rational analysis of presumed empirical facts” (4). As such, the three scholars claim that the origins of racism are to be sought in the West, and trace a pattern of such forms of rationalized prejudice in various periods before 1700. Interestingly, the papers collected do not assume that prejudice and bigotry were invented in the West; they rather claim the specific form of rationalizing these prejudices was developed in ancient Greece and later developed in early Modern Europe. The collection is organized chronologically, covering a wide period from ancient Greece to the XVIII century
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Books by Sciltian Gastaldi
La Scuola del 2020 si è trovata ad affrontare un salto di paradigma: passare, in poche ore, dalla didattica in aula, a quella, meno piacevole, a distanza (Dad). Se durante la catastrofe è stato inevitabile improvvisare questo passaggio per continuare a far scuola, dal 2020/2021 si tornerà nelle aule. La Dad non sarà, tuttavia, l’insegnamento del futuro. Il XXI secolo sarà piuttosto quello dell’apprendimento misto, o Blended Learning, ovvero dell’amalgama fra la didattica dal vivo e quella da computer. Perché in ogni circostanza è fondamentale che la Scuola continui. Sempre. A chi insegna sarà dunque richiesto di saper gestire una classe non solo in aula, ma anche da dietro uno schermo. Questo volume non si rivolge agli entusiasti della Dad, quanto a quelle docenti che hanno comprensibili difficoltà. È una guida per affrontare il nuovo, rivoluzionario, modo di essere insegnanti, da parte di un prof che ci è passato. E ce l’ha fatta.
Quarto romanzo e settimo libro, Anelli di fumo è il mio Zeitroman, ossia una narrazione che descrive il suo tempo, un romanzo sociale.
Coppie (Leaf River Publishing, 2009) è la mia prima raccolta di racconti. Sono tredici storie che ci portano in un modo differente di amare o di interagire tra due persone, più uno scherzo di mezza pagina, giusto alla fine. L'idea di fondo è di far vedere come c'avesse azzeccato la cara e vecchia Emily Dickinson, quando scriveva "Che l'amore sia tutto nella vita, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". I titoli delle tredici storie più lo scherzo sono: Il carrello; Amici; Vuoto; Ikea; Provino; Cyberlove; Farewell; L'asso di bastoni; Menzogna; Gigolo; Dobbiamo ancora pulire la stalla, ricordi?; Il codice degli affetti; Per sempre; Anna e Marco. 160 pagine di novelle, nello stile di A Family, per i tipi della Leaf River Publishing.
Coppie, uscito il giorno di San Valentino del 2009, è stato presentato a Roma, Milano, Torino, Cuneo, Padova, Correggio, Grosseto. Prossime presentazioni previste: Roma, Catania, Livorno, Perugia (estate 2010).
"Devi distruggere le armate arcobaleno". Se fosse tutto una partita a Risiko!, sarebbe senza dubbio questo l'obiettivo in mano alle gerarchie del Vaticano e a moltissimi politicanti italiani sedicenti "moderati" o di destra. In Gay: diritti e pregiudizi, un saggio che si legge come una piéce teatrale, un dialogo a tre voci fra un gay, un bisessuale e una trans (Simplicio, Salviati e... Sagrado) si affrontano 11 grandi luoghi comuni assurti a "tesi" teo-con contro la comunità Glbt (gay, lesbo, bisex e trans), smontandoli in modo rigoroso e scientifico attraverso statistiche, studi, analisi, ricerche, numeri, esegesi, fatti e logica. Un 'dialogo' sui nuovi diritti civili e le famiglie di fatto, ispirato a Galilei, in un'epoca che ricorda davvero troppo da vicino quella del suo processo.
Su Academia.edu potete scaricare un estratto: la "Tesi 6: Dio odia i finocchi" (84-105) in cui gli autori analizzano le fonti bibliche spesso citate ad mentulam contro l'esistenza delle persone omosessuali.
Francesco ed Emanuele sono due ragazzi come tanti. Studiano, vanno al cinema, ascoltano musica, scrivono e-mail. E amano. Si amano. Con un'intensità tale da essere come angeli da un'ala soltanto: possono volare solo abbracciati. I due, adolescenti e omosessuali, maturano insieme la loro romantica crescita sentimentale, fra i timori della rottura delle convenzioni e la passione totalizzante del primo amore. Romanzo di formazione, tratta argomenti d'attualità affrontando esplicitamente temi centrali per gli adolescenti d'ogni epoca e d'ogni identità sessuale: la capacità d'amare e di amarsi, il coraggio delle scelte, il rispetto dei sogni propri e altrui.
Alcune recensioni:
"Spesso i libri non ci sono ma non è questo il caso. Angeli da un'ala soltanto c'è e si sente. Ha una sua forza, una sua prepotenza, una sua giustificazione. Il libro c'è perché la storia che racconta la si può toccare con le mani. Il libro c'è perché la costruzione è convincente, le trovate non mancano, la scrittura è scorrevole e intrigante".
Daniele Scalise
"Un libro inaspettatamente bello. Comprato per caso, letto per curiosità. Consigliato per passione.
(Nicola Lecca, Anobii.com,**** 23 dicembre 2009)
"E' il primo romanzo di formazione pubblicato in Italia dove l'amore omosessuale, tra due coetanei romani, è trattato lealmente e semplicemente: come un amore tra due persone".
(Adele Cambria, L'Unità, 12/01/2005).
"La seconda parte del romanzo, più tesa e drammatica anche sul piano dello stile, racconta con rabbia e determinazione la sofferta elaborazione dell'abbandono e dell'assenza, fino a un finale carico di suggestioni romantiche e per niente affatto scontato. (...) Gastaldi narra con una sua originalità una storia di angeli a tratti ingenua, ma spesso di una struggente tenerezza, percorsa da un piglio che si può definire militante".
(Francesco Gnerre, Pride, febbraio 2005).
"La sottile ironia e la tenerezza mescolata ad un efficace quanto sporadico uso del dialetto da parte dell'autore, ci guidano fra le diverse tappe della storia, nella quale, una virtuale colonna sonora dominata dagli Smiths e Morrissey, svolge la funzione di coro".
(Lancio Ansa, 4 marzo 2005).
"Alternando brani del libro a stralci di canzoni - quelle stesse canzoni che sono la colonna sonora appuntata in fondo al volume, (...) Gastaldi è riuscito a evidenziare anche una vena minore ma ben presente: quella della commedia. In più passaggi infatti Francesco risponde alla pressione degli eventi con il commento ironico del suo pensiero, quasi un contro-canto che permette di sopportare la realtà".
(Gabriele Dadati, Libertà, marzo 2005).
"Sciltian Gastaldi, trentenne scrittore e giornalista romano, affronta in modo diretto il tema dell'omosessualità nel suo romanzo d'esordio Angeli da un'ala soltanto. Francesco, studente nel periodo fra il liceo e l'università, racconta in prima persona la propria difficile storia d'amore con il coetaneo Emanuele, storia di incontri segreti, contrasti familiari, egoismi e incomprensioni. Con un drammatico finale, emotivamente e letterariamente altissimo".
(Riccardo Trani, La Piazza dell'Aurelio, febbraio 2005).
"Le capacità stilistiche di Gastaldi si riflettono, così, anche nell'intenso scambio di posta elettronica cui i due giovani affidano le loro confidenze, emozioni e lacrime. Il linguaggio è informale e immediato, senza filtri, al pari di quello orale: "parlato" quanto un dialogo intimo tra amici. E' un romanzo dalla narrazione veloce e fluida, che parla di un sentimento <<tristemente fuori moda>>, mostrandone, però, più la devastante potenza distruttiva che l'energia positiva".
(Claudia Prescotto, Inchiostro, maggio/luglio 2005).
"Questo romanzo d'esordio d'un giornalista trentenne, attivo nel movimento glbt, si presenta fin dalle prime battute come un sotterraneo omaggio a Les mauvais anges (Gli angeli malvagi) di Eric Jourdan, mentre la copertina è dedicata a Matthew Shepard, lo studente americano massacrato da due giovani omofobi nel 1998".
(Daniele Cenci, Inverses, 5/ 2005).
"Se non avete ancora letto il romanzo d'esordio di Sciltian Gastaldi, fatelo appena possibile. Leggetelo per senso civile, se siete eterosessuali, ma soprattutto per autoeducare l'immaginario. Se siete gay leggetelo per riconoscervi o per prenderne le distanze, divoratelo perché è una favola rosa ma di quelle tristissime, struggenti, forse forse sincere, perché è proprio quel genere di storia che aiuta a sentirsi meno soli quando lo si è indiscutibilmente".
(Viviana Rosi, Corpo 12, gennaio 2006).
Dalla prefazione di Marco Travaglio:
[...] Niente paura, questo libro non parla dell'Italia di Silvio Berlusconi. Ma parla all'Italia di Silvio Berlusconi. Perché, pur senza minimamente proporselo, racconta una storia per certi versi molto simile: quella dell'America del senatore Joseph Raymond "Joe" McCarthy, che per almeno sette anni (dal 1947 al 1954) riuscì a sequestrare le prime pagine dei giornali e i titoli dei giornali radio, e dunque i cervelli di milioni di americani, con la sua furibonda e forsennata "guerra ai rossi". I rossi che egli vedeva annidati nella politica e nell'informazione, nella cultura e nella pubblica amministrazione, nelle chiese e a Hollywood, nelle forze armate e alla Casa Bianca. [...]
Scholarly Articles by Sciltian Gastaldi
Tondelli’s plural oeuvre and his own idea of impegno was greatly influenced by Eco’s vision and, partially, by the creative wing of the Settantasette. The primary objective of the article is to explain Tondelli’s pattern of impegno through an analysis of his works in light of Eco’s definition of impegno thus making a
contribution to the ongoing debate about Tondelli’s form of commitment.
The conclusion that might be drawn is that it is necessary, today, to revisit the Tondellian oeuvre as an example of Echian, lowbrow impegno.
often been considered as an example of hedonism and lack of structural criticism against the military institution. This study contradicts the vulgate by demonstrating its full readability through the lenses of queer theory via an explicit adoption of a camp point of view. Tondelli used camp as an aesthetics that also includes political intentionality, clearly visible in the novel’s proud—and yet amused—stance against the homophobic and heteronormative core of the army. Pao Pao’s camp, and its framing of military uniforms and plain clothes under the umbrella of just another (deeply queer) drag experiment, aim to the production of a new rainbow-queer-social-visibility-tesserae within and against the larger mosaic of a highly heteronormative society: the Italy of the Eighties.
Scholarly Chapters in Books by Sciltian Gastaldi
La figura della donna brigatista ha colpito, preoccupato e affascinato l'immaginario nazionale sin dai primi tempi. Diversi registi e sceneggiatori si sono così cimentati nel rappresentarla secondo modelli assai differenti che vanno dall'estremo "Erinni" all'estremo "Estia". Il saggio illustra quattro famosi esempi di rappresentazione e spiega perché il contributo più verosimile viene dal personaggio complesso e ibrido di Giulia, a firma di Marco Tullio Giordana.
Autore ricco di spiritualità, grazia divina e vocazione religiosa secondo il critico gesuita Antonio Spadaro (1995; 1999; 2002) e lo scrittore Gilberto Severini (1992), tanto da essere ammesso nel canone cattolico: “[Tondelli è] uno scrittore il cui percorso si configura radicalmente come un'attesa di salvezza teologicamente connotata” (2002, 267). Autore non solo per nulla volgare, ma al contrario dotato di un “animo romantico e delicato” per il critico laico Mario Fortunato (1999, 175).
Il Tribunale de L’Aquila assolse Altri libertini dall’accusa di vilipendio con formula piena, ma se si arrivò al rinvio a giudizio per un reato di questo genere nell’Italia di fine ventesimo secolo, qualche elemento di discussione giudiziaria avrà dovuto sussistere. Del resto, la stessa volontà dell’autore di rivedere alcune espressioni blasfeme dei primi due capitoli del libro pochi mesi prima di morire, volontà trasmessa al suo esecutore testamentario, segna un qualche tipo di disagio morale provato dallo scrittore a distanza di anni dalla sua prima pubblicazione.
Di là dal caso del testo d’esordio, anche il romanzo della maturità, Camere separate, è stato interpretato in modi assai distanti: un romanzo “a dimensione religiosa” (Spadaro, 2002, 223-60), possibile da leggere “senza pensare alla specificità dell’amore omosessuale” (Piersanti, 1992, 98) e al contempo come “a novel of ‘deep and sacred mourning’ that reviews the love affair of the young Leo and Thomas and traces the quest of the intensely self-examining and chronically ‘separate’ Leo to ‘become available’ to experience again after Thomas’s death from AIDS” (Cady, 1995, 17), parte di quella “visione gay della vita e della letteratura che Tondelli rappresenta in modo esplicito e appassionato” (Gnerre, 2005, 425).
Questa ambiguità, o bivalenza, che avvolge la produzione dell’autore di Correggio, si estende anche sull’uomo Tondelli: uomo religioso, cattolico, dalle cui righe sgorga una continua ricerca dell’Eterno e la cui biblioteca contiene “innanzitutto la Bibbia, in diverse edizioni” e “un centinaio di volumi religiosi” (Spadaro, 2002, 269), oppure il “busone da sbarco” (Dall’Orto, 1982), il cantore del libertinaggio, della goliardia gay, del vino, del sesso trasgressivo, del sentimento e dell’amore omosessuale, la cui videoteca conteneva “migliaia di film porno gay” (Rota, 2007) e diverse centinaia di libri a tematica gay? E ancora: Tondelli come “scrittore del disimpegno” (Bettin, 1980; Medici, 1982; Dall’Orto, 1992; Guglielmi, 1995; Buia, 1999 e altri), oppure “militante gay del movimento di liberazione” (Dall’Orto, 1982), “autore gay” (Gnerre, 1986; 2007), il cui “universo letterario includeva una visione gay della vita e della letteratura” (Colombo, 1992, 242), o ancora scrittore socio-politicamente impegnato e vero esponente letterario del Settantasette (Palandri, 2005; Vianello, 2005), il cui libro d’esordio, Altri libertini è, a mio avviso (2010), più politico di Enrico Palandri e del suo romantico Boccalone?
Il mio contributo per L'italia letteraria e cinematografica dal secondo Novecento ai giorni nostri si propone di continuare a scavare sui testi tondelliani per dimostrare il carattere politico dell’impegno dello scrittore emiliano, al contrario di quanto sostenuto dalla gran maggioranza della critica, in particolare italiana.
Per far ciò, il mio studio intende muoversi su due fronti. Da un lato, la mia analisi applicherà all’opera di Tondelli la lezione di Deleuze e Guattari relativa alla identificazione di una cosiddetta “letteratura minore” nella quale “everything is political” (1986, 17). Dall’altro, il mio contributo porrà a verifica critica le motivazioni che spinsero una importante autorità politica come Massimo D’Alema a descrivere Altri libertini come “un romanzo politico” (1980).
Book Reviews in Peer-reviewed Journals by Sciltian Gastaldi
La Scuola del 2020 si è trovata ad affrontare un salto di paradigma: passare, in poche ore, dalla didattica in aula, a quella, meno piacevole, a distanza (Dad). Se durante la catastrofe è stato inevitabile improvvisare questo passaggio per continuare a far scuola, dal 2020/2021 si tornerà nelle aule. La Dad non sarà, tuttavia, l’insegnamento del futuro. Il XXI secolo sarà piuttosto quello dell’apprendimento misto, o Blended Learning, ovvero dell’amalgama fra la didattica dal vivo e quella da computer. Perché in ogni circostanza è fondamentale che la Scuola continui. Sempre. A chi insegna sarà dunque richiesto di saper gestire una classe non solo in aula, ma anche da dietro uno schermo. Questo volume non si rivolge agli entusiasti della Dad, quanto a quelle docenti che hanno comprensibili difficoltà. È una guida per affrontare il nuovo, rivoluzionario, modo di essere insegnanti, da parte di un prof che ci è passato. E ce l’ha fatta.
Quarto romanzo e settimo libro, Anelli di fumo è il mio Zeitroman, ossia una narrazione che descrive il suo tempo, un romanzo sociale.
Coppie (Leaf River Publishing, 2009) è la mia prima raccolta di racconti. Sono tredici storie che ci portano in un modo differente di amare o di interagire tra due persone, più uno scherzo di mezza pagina, giusto alla fine. L'idea di fondo è di far vedere come c'avesse azzeccato la cara e vecchia Emily Dickinson, quando scriveva "Che l'amore sia tutto nella vita, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". I titoli delle tredici storie più lo scherzo sono: Il carrello; Amici; Vuoto; Ikea; Provino; Cyberlove; Farewell; L'asso di bastoni; Menzogna; Gigolo; Dobbiamo ancora pulire la stalla, ricordi?; Il codice degli affetti; Per sempre; Anna e Marco. 160 pagine di novelle, nello stile di A Family, per i tipi della Leaf River Publishing.
Coppie, uscito il giorno di San Valentino del 2009, è stato presentato a Roma, Milano, Torino, Cuneo, Padova, Correggio, Grosseto. Prossime presentazioni previste: Roma, Catania, Livorno, Perugia (estate 2010).
"Devi distruggere le armate arcobaleno". Se fosse tutto una partita a Risiko!, sarebbe senza dubbio questo l'obiettivo in mano alle gerarchie del Vaticano e a moltissimi politicanti italiani sedicenti "moderati" o di destra. In Gay: diritti e pregiudizi, un saggio che si legge come una piéce teatrale, un dialogo a tre voci fra un gay, un bisessuale e una trans (Simplicio, Salviati e... Sagrado) si affrontano 11 grandi luoghi comuni assurti a "tesi" teo-con contro la comunità Glbt (gay, lesbo, bisex e trans), smontandoli in modo rigoroso e scientifico attraverso statistiche, studi, analisi, ricerche, numeri, esegesi, fatti e logica. Un 'dialogo' sui nuovi diritti civili e le famiglie di fatto, ispirato a Galilei, in un'epoca che ricorda davvero troppo da vicino quella del suo processo.
Su Academia.edu potete scaricare un estratto: la "Tesi 6: Dio odia i finocchi" (84-105) in cui gli autori analizzano le fonti bibliche spesso citate ad mentulam contro l'esistenza delle persone omosessuali.
Francesco ed Emanuele sono due ragazzi come tanti. Studiano, vanno al cinema, ascoltano musica, scrivono e-mail. E amano. Si amano. Con un'intensità tale da essere come angeli da un'ala soltanto: possono volare solo abbracciati. I due, adolescenti e omosessuali, maturano insieme la loro romantica crescita sentimentale, fra i timori della rottura delle convenzioni e la passione totalizzante del primo amore. Romanzo di formazione, tratta argomenti d'attualità affrontando esplicitamente temi centrali per gli adolescenti d'ogni epoca e d'ogni identità sessuale: la capacità d'amare e di amarsi, il coraggio delle scelte, il rispetto dei sogni propri e altrui.
Alcune recensioni:
"Spesso i libri non ci sono ma non è questo il caso. Angeli da un'ala soltanto c'è e si sente. Ha una sua forza, una sua prepotenza, una sua giustificazione. Il libro c'è perché la storia che racconta la si può toccare con le mani. Il libro c'è perché la costruzione è convincente, le trovate non mancano, la scrittura è scorrevole e intrigante".
Daniele Scalise
"Un libro inaspettatamente bello. Comprato per caso, letto per curiosità. Consigliato per passione.
(Nicola Lecca, Anobii.com,**** 23 dicembre 2009)
"E' il primo romanzo di formazione pubblicato in Italia dove l'amore omosessuale, tra due coetanei romani, è trattato lealmente e semplicemente: come un amore tra due persone".
(Adele Cambria, L'Unità, 12/01/2005).
"La seconda parte del romanzo, più tesa e drammatica anche sul piano dello stile, racconta con rabbia e determinazione la sofferta elaborazione dell'abbandono e dell'assenza, fino a un finale carico di suggestioni romantiche e per niente affatto scontato. (...) Gastaldi narra con una sua originalità una storia di angeli a tratti ingenua, ma spesso di una struggente tenerezza, percorsa da un piglio che si può definire militante".
(Francesco Gnerre, Pride, febbraio 2005).
"La sottile ironia e la tenerezza mescolata ad un efficace quanto sporadico uso del dialetto da parte dell'autore, ci guidano fra le diverse tappe della storia, nella quale, una virtuale colonna sonora dominata dagli Smiths e Morrissey, svolge la funzione di coro".
(Lancio Ansa, 4 marzo 2005).
"Alternando brani del libro a stralci di canzoni - quelle stesse canzoni che sono la colonna sonora appuntata in fondo al volume, (...) Gastaldi è riuscito a evidenziare anche una vena minore ma ben presente: quella della commedia. In più passaggi infatti Francesco risponde alla pressione degli eventi con il commento ironico del suo pensiero, quasi un contro-canto che permette di sopportare la realtà".
(Gabriele Dadati, Libertà, marzo 2005).
"Sciltian Gastaldi, trentenne scrittore e giornalista romano, affronta in modo diretto il tema dell'omosessualità nel suo romanzo d'esordio Angeli da un'ala soltanto. Francesco, studente nel periodo fra il liceo e l'università, racconta in prima persona la propria difficile storia d'amore con il coetaneo Emanuele, storia di incontri segreti, contrasti familiari, egoismi e incomprensioni. Con un drammatico finale, emotivamente e letterariamente altissimo".
(Riccardo Trani, La Piazza dell'Aurelio, febbraio 2005).
"Le capacità stilistiche di Gastaldi si riflettono, così, anche nell'intenso scambio di posta elettronica cui i due giovani affidano le loro confidenze, emozioni e lacrime. Il linguaggio è informale e immediato, senza filtri, al pari di quello orale: "parlato" quanto un dialogo intimo tra amici. E' un romanzo dalla narrazione veloce e fluida, che parla di un sentimento <<tristemente fuori moda>>, mostrandone, però, più la devastante potenza distruttiva che l'energia positiva".
(Claudia Prescotto, Inchiostro, maggio/luglio 2005).
"Questo romanzo d'esordio d'un giornalista trentenne, attivo nel movimento glbt, si presenta fin dalle prime battute come un sotterraneo omaggio a Les mauvais anges (Gli angeli malvagi) di Eric Jourdan, mentre la copertina è dedicata a Matthew Shepard, lo studente americano massacrato da due giovani omofobi nel 1998".
(Daniele Cenci, Inverses, 5/ 2005).
"Se non avete ancora letto il romanzo d'esordio di Sciltian Gastaldi, fatelo appena possibile. Leggetelo per senso civile, se siete eterosessuali, ma soprattutto per autoeducare l'immaginario. Se siete gay leggetelo per riconoscervi o per prenderne le distanze, divoratelo perché è una favola rosa ma di quelle tristissime, struggenti, forse forse sincere, perché è proprio quel genere di storia che aiuta a sentirsi meno soli quando lo si è indiscutibilmente".
(Viviana Rosi, Corpo 12, gennaio 2006).
Dalla prefazione di Marco Travaglio:
[...] Niente paura, questo libro non parla dell'Italia di Silvio Berlusconi. Ma parla all'Italia di Silvio Berlusconi. Perché, pur senza minimamente proporselo, racconta una storia per certi versi molto simile: quella dell'America del senatore Joseph Raymond "Joe" McCarthy, che per almeno sette anni (dal 1947 al 1954) riuscì a sequestrare le prime pagine dei giornali e i titoli dei giornali radio, e dunque i cervelli di milioni di americani, con la sua furibonda e forsennata "guerra ai rossi". I rossi che egli vedeva annidati nella politica e nell'informazione, nella cultura e nella pubblica amministrazione, nelle chiese e a Hollywood, nelle forze armate e alla Casa Bianca. [...]
Tondelli’s plural oeuvre and his own idea of impegno was greatly influenced by Eco’s vision and, partially, by the creative wing of the Settantasette. The primary objective of the article is to explain Tondelli’s pattern of impegno through an analysis of his works in light of Eco’s definition of impegno thus making a
contribution to the ongoing debate about Tondelli’s form of commitment.
The conclusion that might be drawn is that it is necessary, today, to revisit the Tondellian oeuvre as an example of Echian, lowbrow impegno.
often been considered as an example of hedonism and lack of structural criticism against the military institution. This study contradicts the vulgate by demonstrating its full readability through the lenses of queer theory via an explicit adoption of a camp point of view. Tondelli used camp as an aesthetics that also includes political intentionality, clearly visible in the novel’s proud—and yet amused—stance against the homophobic and heteronormative core of the army. Pao Pao’s camp, and its framing of military uniforms and plain clothes under the umbrella of just another (deeply queer) drag experiment, aim to the production of a new rainbow-queer-social-visibility-tesserae within and against the larger mosaic of a highly heteronormative society: the Italy of the Eighties.
La figura della donna brigatista ha colpito, preoccupato e affascinato l'immaginario nazionale sin dai primi tempi. Diversi registi e sceneggiatori si sono così cimentati nel rappresentarla secondo modelli assai differenti che vanno dall'estremo "Erinni" all'estremo "Estia". Il saggio illustra quattro famosi esempi di rappresentazione e spiega perché il contributo più verosimile viene dal personaggio complesso e ibrido di Giulia, a firma di Marco Tullio Giordana.
Autore ricco di spiritualità, grazia divina e vocazione religiosa secondo il critico gesuita Antonio Spadaro (1995; 1999; 2002) e lo scrittore Gilberto Severini (1992), tanto da essere ammesso nel canone cattolico: “[Tondelli è] uno scrittore il cui percorso si configura radicalmente come un'attesa di salvezza teologicamente connotata” (2002, 267). Autore non solo per nulla volgare, ma al contrario dotato di un “animo romantico e delicato” per il critico laico Mario Fortunato (1999, 175).
Il Tribunale de L’Aquila assolse Altri libertini dall’accusa di vilipendio con formula piena, ma se si arrivò al rinvio a giudizio per un reato di questo genere nell’Italia di fine ventesimo secolo, qualche elemento di discussione giudiziaria avrà dovuto sussistere. Del resto, la stessa volontà dell’autore di rivedere alcune espressioni blasfeme dei primi due capitoli del libro pochi mesi prima di morire, volontà trasmessa al suo esecutore testamentario, segna un qualche tipo di disagio morale provato dallo scrittore a distanza di anni dalla sua prima pubblicazione.
Di là dal caso del testo d’esordio, anche il romanzo della maturità, Camere separate, è stato interpretato in modi assai distanti: un romanzo “a dimensione religiosa” (Spadaro, 2002, 223-60), possibile da leggere “senza pensare alla specificità dell’amore omosessuale” (Piersanti, 1992, 98) e al contempo come “a novel of ‘deep and sacred mourning’ that reviews the love affair of the young Leo and Thomas and traces the quest of the intensely self-examining and chronically ‘separate’ Leo to ‘become available’ to experience again after Thomas’s death from AIDS” (Cady, 1995, 17), parte di quella “visione gay della vita e della letteratura che Tondelli rappresenta in modo esplicito e appassionato” (Gnerre, 2005, 425).
Questa ambiguità, o bivalenza, che avvolge la produzione dell’autore di Correggio, si estende anche sull’uomo Tondelli: uomo religioso, cattolico, dalle cui righe sgorga una continua ricerca dell’Eterno e la cui biblioteca contiene “innanzitutto la Bibbia, in diverse edizioni” e “un centinaio di volumi religiosi” (Spadaro, 2002, 269), oppure il “busone da sbarco” (Dall’Orto, 1982), il cantore del libertinaggio, della goliardia gay, del vino, del sesso trasgressivo, del sentimento e dell’amore omosessuale, la cui videoteca conteneva “migliaia di film porno gay” (Rota, 2007) e diverse centinaia di libri a tematica gay? E ancora: Tondelli come “scrittore del disimpegno” (Bettin, 1980; Medici, 1982; Dall’Orto, 1992; Guglielmi, 1995; Buia, 1999 e altri), oppure “militante gay del movimento di liberazione” (Dall’Orto, 1982), “autore gay” (Gnerre, 1986; 2007), il cui “universo letterario includeva una visione gay della vita e della letteratura” (Colombo, 1992, 242), o ancora scrittore socio-politicamente impegnato e vero esponente letterario del Settantasette (Palandri, 2005; Vianello, 2005), il cui libro d’esordio, Altri libertini è, a mio avviso (2010), più politico di Enrico Palandri e del suo romantico Boccalone?
Il mio contributo per L'italia letteraria e cinematografica dal secondo Novecento ai giorni nostri si propone di continuare a scavare sui testi tondelliani per dimostrare il carattere politico dell’impegno dello scrittore emiliano, al contrario di quanto sostenuto dalla gran maggioranza della critica, in particolare italiana.
Per far ciò, il mio studio intende muoversi su due fronti. Da un lato, la mia analisi applicherà all’opera di Tondelli la lezione di Deleuze e Guattari relativa alla identificazione di una cosiddetta “letteratura minore” nella quale “everything is political” (1986, 17). Dall’altro, il mio contributo porrà a verifica critica le motivazioni che spinsero una importante autorità politica come Massimo D’Alema a descrivere Altri libertini come “un romanzo politico” (1980).
e nella letteratura di Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Interi libri e vari
articoli si sono dedicati ad analizzare l'importanza androgina di "teta-veleta" o
hanno disquisito sulla centralità e il significato fisiognomico dei capelli corti sulla
nuca ovvero la presenza del ciufìx) che caratterizza, nell'opera pasoliniana, l'intera
tipologia dei giovani delle borgate e del Meridione. Tutta questa attenzione sul
maschio nelle opere dell'intellettuale friulano ha lasciato relativamente in disparte
l'importanza dell'immagine femminile.il saggio della professoressa della University
of Notre Dame, Colleen Ryan-Scheutz, Sex, the Selfand the Sacred. Women in the
Cinema ofPier Paolo Pasolini, si propone di colmare questa lacuna attraverso una
puntuale analisi del significato e del ruolo che i personaggi femminili hanno avuto
nel cinema dell'autore di Accattone. La studiosa offre un approccio femminista e
psicoanalitico, partendo naturalmente dal fondamentale ruolo che Pasolini ebbe,
per tutta la vita, con sua madre Susanna.
da diversi testi di critica. Fra questi, merita una nota per compendiosità Gli ‘anni
di piombo’ nella letteratura italiana, di Ermanno Conti, che privilegia la forma
romanzo, ma include anche alcune opere teatrali e lavori ibridi. La tesi di Conti
è che sin dagli anni Settanta “gli autori italiani hanno mostrato attenzione verso
il fenomeno della violenza politica e hanno prodotto non poche opere letterarie
sul tema” (8). Lo studio segue un ordine cronologico, con una suddivisione per
decenni, e questo è il suo limite principale. Il rischio che si corre quando si tratta
un corpus così vasto, è infatti che la trattazione si avvicini più alla raccolta di
recensioni, anche dotte e intelligenti, più che al manuale di critica letteraria.
e all’antropologia storica di Piero Camporesi, questo saggio di Chiara Fabbian si propone
di analizzare il ruolo dell’odorato nella cultura e nella storia letteraria italiana. Come
spiega l’autrice, “gli odori hanno un’importanza fondamentale nei rapporti sociali […]
Gli scrittori possono farne uso in funzione narrativa, per presentare i personaggi e farli
incontrare, attribuendo all’olfatto un ruolo specifico nello sviluppo dell’azione” (6).
Nell’ambito dell’italianistica, ricorda l’autrice, “esistono ottimi studi monografici ma
manca uno studio complessivo che copra diversi aspetti e funzioni dell’odorato e degli
odori nella letteratura” (6). Fabbian si propone dunque di colmare questo genere di
lacuna.
Le città invisibili di Calvino è stato oggetto privilegiato della critica sin dalla sua pubblicazione nel 1972. L’immaginifica creatività che permea le impossibili città che Marco Polo descrive a Kan, la commistione fra topos letterari classici e visioni contemporanee, tutto ciò ha reso questo libro una palestra per la critica postmoderna. Tuttavia il senso dell’operazione calviniana non si esaurisce certo sulla superficie del testo: far emergere la profondità etica oltre la patina estetica è l’obiettivo del saggio di Letizia Modena Italo Calvino’s Architecture of Lightness – The Utopian Imagination in an Age of Urban Crisis.
L’approccio seguito dai due curatori è dunque quello militante, e la tesi da cui la raccolta trae origine è duale: da un lato il voler combattere la marginalizzazione che la letteratura italo-americana soffrirebbe nell’ambito delle facoltà di Inglese negli Stati Uniti; dall’altro la presenza di una forte contraddizione negli stereotipi riguardanti la comunità italoamericana e la comunità LGBT.
have a direct control over the conditions in which life can be sustained. With
that logic, the French philosopher individuates a biopower that reflects “the right of
the sword,” e.g. the state’s right to “make live and to let die,” a peculiarity that tracks
back to the second half of the Eighteenth Century. However, as Andrea Righi’s
insightful and extremely cultured volume shows, in the last two decades several
Italian philosophers (Giorgio Agamben, Leopoldina Fortunati, Roberto Esposito,
Mariarosa Dalla Costa, Toni Negri and Paolo Virno, amongst others) have contributed
to the complex exploration of the concept of biopolitics. Righi claims that
this new Renaissance of Italian political philosophy may be also read as an intellectual
reaction to the policies of criminalization of immigration put in place by
Berlusconi’s governments. Amongst other legislative measures, these executives
instituted temporary detention centers where paperless immigrants are contained in
a juridical limbo “without having committed any real crime” (4), as Righi writes.
In reality, though, one may be locked in these often shameful centers only if s/he
has committed the newly introduced crime of “clandestine immigration.”
metaletteratura in Volponi, Calvino e Sanguineti (autocoscienza letteraria)” e di “analizzare le possibili connotazione etiche e sociali delle loro opere (coscienza politica)” (24). Dunque, il testo prende in esame tre grandissimi nomi del Novecento isolandone la produzione degli anni Sessanta, che Chirumbolo mette giustamente in fi ligrana con gli eventi storico-economici del boom. L’autore richiama proprio in apertura (9–10) una breve ma effi cace citazione dello storico inglese Paul Ginsborg che ricorda come gli anni del ‘miracolo’ furono anni di stravolgimento economico, sociale e anche linguistico-culturale, con l’introduzione dell’istruzione obbligatoria, la nascita dei primi best-seller e la fondazione di case editrici o di collane fondamentali ancora ai giorni nostri, come gli Oscar Mondadori. Pertanto Chirumbolo cerca e trova una sottile linea rossa che renda amalgamabili alcuni dei testi dei tre intellettuali.
Questa linea rossa è la necessità di sperimentare un linguaggio nuovo, di opporsi sia al naturalismo che al neorealismo e di scandagliare il terreno della metanarrativa, dell’autocoscienza letteraria, della frantumazione del testo e del metadiscorso.
lingua inglese, affrontando il tema del fumetto per adulti, anche noto in Italia come
fumetto d’autore, nei due decenni Settanta – Ottanta. Lo studio, che comprende 40
illustrazioni, è organizzato su tre capitoli: “Italian Adult Comics Before ‘77”, “The
emergence of the Second Generation of Adult Comics in Its Political Context” e infine
“The Authors”, che ripercorre le carriere artistiche di alcuni dei maggiori nomi del
fumetto italiano. Il breve volume è completato da un’interessante introduzione, in cui
l’autore contestualizza il momento storico del 1977 bolognese e italiano visto attraverso
l’analisi di alcune tavole delle riviste Alter e Linus (in particolare risulterà preziosa la
nota sul racconto di Scòzzari “Un buon impiego” per quegli studiosi alla ricerca di
esempi di integrazione dell’omosessualità nella diegesi del Novecento letterario italiano),
e da delle frammentarie conclusioni che non convincono nella spiegazione del crollo di
popolarità del fumetto lungo gli anni Ottanta.
(2004), i tipi della University of Toronto Press tornano a porre la lente sul movimento
della neoavanguardia italiana, tema che, in lingua inglese, è rimasto negletto
fino almeno alla pubblicazione – con ventidue anni di ritardo – della traduzione
dell’antologia I Novissimi: Poems for the Sixties (1995). Questa volta l’editore
canadese propone un’antologia di saggi accademici suddivisa in tre sezioni: “The
Cultural Debate”, “Revisiting Literature” e “Beyond Literature”, include un’introduzione
a firma dei curatori Paolo Chirumbolo e Mario Moroni, ma non presenta
conclusioni generali.
Edited by:
Sciltian Gastaldi & David Ward (Wellesley College, USA)
Deadlines
Abstracts by June 30th, 2015
Accepted essays by Nov 30th, 2015
Publication date: anticipated end 2016/2017
Nella galleria d’arte, in cui Olga metteva in vendita i suoi quadri, le due amiche incontrano il commissario Camilleri, un bell’uomo che affascina Ramona. Sembra un incontro casuale ma forse non lo è. Ramona si innamora di Lucio e ci va a letto.
Una sera Meme riceve una telefonata: un uomo dice di essere il fidanzato di Olga e di volerla vedere con urgenza. Le dà un indirizzo ma Meme da sola non si fida e chiama Ramona che lascia Lucio e corre da lei. Quando arrivano sul posto trovano lo sconosciuto sgozzato, col sangue che ancora sgocciola attraverso il soppalco.
Ramona si spaventa e vorrebbe tornare a casa, ma Meme la convince a restare, insinuando che la sparizione di Olga potrebbe avere a che fare con la morte di Walter, di cui erano innamorate un po’ tutte e tre.
Ma sulle tracce di Olga si mette anche una banda di criminali, che sospetta che la donna sia scappata con una valigia di loro soldi: una storia di droga e pedofilia in cui è implicata la direttrice della galleria d’arte e un collezionista, certo Berta, sposato a una tipa dal carattere autoritario: uno di loro due potrebbe essere l’assassino di Olga e il ladro della borsata di dollari.
Una notte di terrore, un’ombra tremenda appare nella stanza da letto di Meme e Ramona: un’ombra umana armata di scure! Meme si rifugia in bagno ma le viene spaccata la testa con un colpo d’ascia. Ramona, in stato di shock viene trovata dal commissario Camilleri, nascosta sotto il letto.
Al dito della mano insanguinata della povera Meme c’è un anello con la scritta “Cu2O”. Ramona è l’unica ad aver intravisto l’assassino e Lucio le fa incontrare Franco Berta, il critico d’arte che ha acquistato tutti i quadri di Olga. Berta nega di essere mai stato a casa di Olga ma si contraddice perché ammette di conoscere il macabro quadro col feto: il quadro non è mai stato esposto in galleria, è stato sempre e soltanto in casa di Olga.
Nel giardino della villa di Berta, Camilleri rinviene il cadavere putrefatto di Olga e al dito della poverina c’è l’anello con la scritta: “Cu2O”. Franco Berta viene arrestato. Il caso sembra risolto, ma Lucio ha ancora dei dubbi...nel quadro da lei dipinto, Olga ha rivelato qualcosa... e la chiave di tutto sta proprio in quel misterioso “Cu2O”…
ambienti riservati della nobiltà nera e del Vaticano. E’ una donna cinica, pragmatica, pronta a tutto pur di avere successo e denaro.
Matè viene sequestrata dalla ‘Ndrangheta calabrese e chiusa in una buca sulla Sila. Sa che nessuno pagherà i venti miliardi chiesti per il suo riscatto: a troppa gente dà sollievo l’idea che lei scompaia e i comuni ignobili segreti con lei. Matè, incatenata nel buio di una buca di tre metri per due, rivede parte del suo passato ma non ne trae motivi di rimorso e affronta la situazione con il consueto spirito cinico sfruttando al massimo quel poco che le circostanze offrono: tenta un accordo separato con l’avvocato della ‘Ndrangheta che le viene a chiedere un biglietto per convincere il marito a pagare il riscatto, pronta a vendere, per salvare la pelle, tutti i suoi complici, politici compresi; provoca uno dei guardiani, un pecoraio, offrendosi a lui come una puttana e promettendogli un miliardi in cambio di una telefonata anonima ai carabinieri che permetta loro di venirla a salvare; circuisce Rocco, il più giovane dei guardiani, recitando la parte della vittima, della faccendiera pentita.
Rocco è un uomo sposato con due figli reduce da una fallita emigrazione in Germania, che ha ucciso un uomo a pagamento per conto della ‘Ndrangheta e ne porta dentro il rimorso.
Non è difficile per l’esperta Matè guadagnarne la fiducia e guidare il loro rapporto verso l’amore.
Rocco non è uno sciocco, intuisce il gioco della donna ma non riesce a starne fuori e si innamora di lei. Decide di aiutarla e fa pervenire al marito un messaggio di Matè in cui si avverte che la sua morte coinciderà con la pubblicazione di un memoriale depositato presso un notaio proprio come assicurazione sulla vita.
Tutti i poteri occulti si mobilitano per trovare e distruggere il
memoriale senza badare a quante persone devono morire. Politici, industriali, cardinali, affaristi si uniscono a questo scopo affidandosi ad un Grande Vecchio che tira gli infiniti fili dei misteri italiani, Si scatena una guerra sanguinosa senza esclusioni di colpi, ma tanto movimento attira l’attenzione dei capi della ‘Ndrangheta che decidono di torturare Matè per mettere loro le mani sul memoriale.
Rocco non può sopportare l’idea che Matè venga straziata e libera la donna incitandola a fuggire durante la sua assenza. Matè esce dalla buca e si lascia avvolgere dal sole, dal profumo dell’erba, accarezzare dal vento. Non riesce a tenere gli occhi aperti per la troppa luce dopo tanto buio. Si avvia verso valle, poi un pensiero cresce in lei diventando angoscioso: ammazzeranno Rocco per colpa sua.
Quando i sequestratori tornano nella baita con Rocco e con l’acido per la tortura, Matè è di nuovo in fondo alla buca. Rocco la fissa disperato e felice: disperato per quello che sta per accadere alla donna che ama e felice perché restando là Matè gli ha detto di amarlo. Matè sa che cedere vuol dire morire, deve scegliere tra una morte rapida ma da sconfitta e una morte tremenda ma orgogliosa. Decide per quest’ultima. Le stanno per fondere la faccia in una bacinella d’acido
quando Rocco la salva sparando sui suoi complici. Anche Rocco viene ucciso nella sparatoria e Matè riesce a fuggire.
Quando torna nei suoi uffici a Milano viene accolta con falso calore.
Matè guarda quelle facce e le odia: volevano farla morire e al suo posto è morto l’uomo migliore che ha incontrato nella vita: pubblicherà il memoriale. I suoi referenti milanesi sorridono: il memoriale è stato trovato e distrutto. Si sentono sicuri e superiori. Matè va alla sua scrivania e pesca una busta gialla in un portacarte, una busta bene in vista: peccato che nessuno di loro abbia letto Poe. Quella è una copia del memoriale.
Mate varca l’ingresso della Procura di Milano. Lo scandalo travolgerà partiti e grandi industrie.
Riescono a trovare Paola ma lei non vuole tornare: sta con uno zingaro, fa la puttana e rifiuta ogni aiuto compassionevole. In una rissa tra il padre di Paolo e uno zingaro prende fuoco la roulotte dove si trovano e Giorgio è costretto a una scelta drammatica: o salva la moglie, o salva la figlia. Sceglie la moglie, e la roulotte poco dopo esplode. Paola è morta , ma Giorgio mente alla moglie quando rinviene: le dice che Paola ha messo la testa a posto e che tornerà con loro in Italia. Porta la moglie in macchina sul bordo di un lago, un luogo romantico per brindare alla soluzione "felice" della storia.
Mette del Roipnol nello champagne e quando la moglie si addormenta collega il tubo di scappamento dell'auto all'abitacolo chiudendo bene i finestrini. Il finale è un urlo, un vaffanculo al mondo.