
flavia novelli
Laureata all'Università La Sapienza di Roma in Sociologia, con specializzazione in comunicazione, mi sono dedicata per diversi anni all'attività didattica e di ricerca e alla scrittura saggistica. Ma la mia vera passione è la poesia. Nel 2018 sono stata selezionata per il progetto “REFEST – Images and Words on Refugees Routes” (Immagini e Parole sui Percorsi dei Rifugiati), co-finanziato dal programma comunitario “Europa Creativa, per raccontare, attraverso la poesia, le storie di migranti e richiedenti asilo. Le poesie realizzate sono state esposte nella mostra dedicata. durante la VII edizione del Passaggi Festival di Fano partner italiano del progetto.Collaboro con il blog Librinews, libri da leggere, cultura e notizie, per il quale curo la rubrica dedicata alla Poesia.
A maggio 2017 ho pubblicato la mia prima silloge, “Vennero i giorni”, Edizioni Progetto Cultura. Un diario poetico che racconta otto mesi di giorni diversi.Il mio secondo libro, “Universi femminili”, Herald editore, raccoglie poesie che parlano della vita, dei problemi e della forza delle donne, di stereotipi di genere, di amori malati, di violenza e femminicidio, di donne migranti. E’ stato presentato a dicembre 2018 presso la Casa internazionale delle donne di Roma. Il 30 aprile 2019 è uscito “Parole nude”, edizioni Montag. Poesie nate da un fluire libero di pensieri ed emozioni, da una fretta di trovare forma ed evidenza prima di svanire nell'oblio. A giugno 2020 ho pubblicato nuovamente con Edizioni Progetto Cultura la silloge "Versi umani"
Alla violenza del linguaggio che pervade il dibattito pubblico e l’agorà virtuale dei social, con forme espressive a volte così primitive e istintive da ricordare i versi animali, la poesia può (e deve) contrapporre versi umani, richiamando all’uso della riflessione, del sentimento e dell’empatia.
A ottobre 2022 ho pubblicato non di poesia, ma sulla poesia:
"Amori diVersi. Le grandi storie d’amore tra poeti raccontate attraverso scambi epistolari, diari e poesie", che racconta queste grandi storie d’amore attraverso le parole degli stessi protagonisti: le parole degli scambi epistolari, dei diari e delle poesie che si sono dedicati. Ad arricchire la narrazione, la società, gli avvenimenti e i personaggi che ne fanno da sfondo. Sito web: Più o meno poesia https://flavianovelli7.wixsite.com/website
A maggio 2017 ho pubblicato la mia prima silloge, “Vennero i giorni”, Edizioni Progetto Cultura. Un diario poetico che racconta otto mesi di giorni diversi.Il mio secondo libro, “Universi femminili”, Herald editore, raccoglie poesie che parlano della vita, dei problemi e della forza delle donne, di stereotipi di genere, di amori malati, di violenza e femminicidio, di donne migranti. E’ stato presentato a dicembre 2018 presso la Casa internazionale delle donne di Roma. Il 30 aprile 2019 è uscito “Parole nude”, edizioni Montag. Poesie nate da un fluire libero di pensieri ed emozioni, da una fretta di trovare forma ed evidenza prima di svanire nell'oblio. A giugno 2020 ho pubblicato nuovamente con Edizioni Progetto Cultura la silloge "Versi umani"
Alla violenza del linguaggio che pervade il dibattito pubblico e l’agorà virtuale dei social, con forme espressive a volte così primitive e istintive da ricordare i versi animali, la poesia può (e deve) contrapporre versi umani, richiamando all’uso della riflessione, del sentimento e dell’empatia.
A ottobre 2022 ho pubblicato non di poesia, ma sulla poesia:
"Amori diVersi. Le grandi storie d’amore tra poeti raccontate attraverso scambi epistolari, diari e poesie", che racconta queste grandi storie d’amore attraverso le parole degli stessi protagonisti: le parole degli scambi epistolari, dei diari e delle poesie che si sono dedicati. Ad arricchire la narrazione, la società, gli avvenimenti e i personaggi che ne fanno da sfondo. Sito web: Più o meno poesia https://flavianovelli7.wixsite.com/website
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Books by flavia novelli
Da questo capitolo del libro è stato tratto il Reading teatrale "ITALO CALVINO E ELSA DE GIORGI - Il calabrone e la farfalla" presentato il 20 settembre 2023 a Roma come evento di chiusura del Cibaldone Culture Festival e di apertura della rassegna dedicata al centenario della nascita di Calvino.
#calvino100
Per artisti e letterati l’amore è da sempre fonte di ispirazione, combustibile per alimentare la fiamma della creatività, ragione di tormenti ed estasi che, riversati su una tela, uno spartito, una pagina scritta, diventano universali e immortali.
In letteratura, in modo particolare, non mancano gli esempi di capolavori costruiti intorno a grandi storie d’amore ed è plausibile che non esista scrittore che, almeno una volta, non si sia cimentato nell’ardua impresa di “parlar d’amore”. Ma se attraverso la forma saggistica si può tentare di spiegare l’amore e con la prosa narrativa di raccontarlo, è la poesia, forse, la sola che possa ambire a esprimerlo ed è il poeta il solo che, arrendendosi all’indicibilità dell’amore, può farsene portavoce e non interprete.
Ma cos’è l’amore per un poeta? Quali peculiarità porta con sé una storia d’amore fra poeti, nella quale da entrambe le parti si affida al linguaggio lirico e alla parola scritta l’esternazione dei sentimenti e della propria interiorità?
Quelli fra poeti sono “amori diversi”, amori in cui il sentimento e la
scrittura si influenzano a vicenda, in cui amore e parole si rincorrono e rifrangono all’infinito in un labirinto di specchi dove il vero si confonde con il verosimile, la sincerità con la simulazione, la vita con la letteratura.
Tra due poeti l’amore si nutre di versi, divorandoli e facendosene divorare. La parola scritta diventa il centro gravitazionale della relazione d’amore, intorno a essa ruotano e vi precipitano i sentimenti.
Scambi culturali fondati su affinità intellettuali, dichiarazioni d’amore,
litigi, gelosie, proposte ardite e tenere effusioni si dipanano sulle pagine
di lettere, diari, poesie. Ed è grazie a queste scritture dense di vissuto che è possibile ricostruire e immergersi nelle grandi storie d’amore che hanno unito alcuni tra i più importanti poeti degli ultimi secoli.
Amori platonici, passionali, fugaci, eterni, dirompenti, edificanti o devastanti; storie diverse e distanti l’una dall’altra, ma tutte indissolubilmente legate dal collante della poesia, che in alcuni casi è essa stessa scintilla generatrice d’amore – Sibilla Aleramo si innamora di Campana ancor prima di conoscerlo, leggendo le sue poesie –, in altri è dell’amore figlia, come nel caso di Ezra Pound e Hilda Doolittle che, dopo un breve amore adolescenziale, continueranno per tutta la vita a dedicarsi
poesie e influenzarsi intellettualmente l’un l’altra. La grande poetessa
russa Marina Cvetaeva affermava che la sua era una “poesia di nomi
propri” perché scriveva versi quando voleva rivolgersi a qualcuno e che
aveva pubblicato la sua prima raccolta al posto di una lettera a un uomo
con il quale non aveva altro modo di comunicare.
Di questi amori diversi rimangono i preziosi carteggi che ci mostrano quanto potessero essere profonde e intense le relazioni intessute attraverso la comunicazione epistolare e quanto questa fosse palpitante
di vita. Una vita che in questi scritti gli autori rielaborano, più o meno
consapevolmente e intenzionalmente, in una narrazione di sé letteraria, consentendoci di cogliere, attraverso il confronto tra l’immagine privata restituita dalle carte e la loro immagine pubblica, elementi utili a comprenderne meglio le personalità, nonché le opere e il contesto
sociale e culturale in cui furono scritte.
Per secoli, le lettere sono state il principale mezzo di comunicazione, assolvendo a bisogni privati ed esigenze pubbliche, commerciali e politiche, e già a partire dal Cinquecento, grazie alla stampa a caratteri
mobili, si prese a pubblicare alcuni epistolari, trasformandoli in opere
letterarie. Quella di Pietro Aretino è la prima raccolta epistolare edita
della letteratura italiana in volgare mentre, fra le epistole di contenuto amoroso, la prima pubblicazione a stampa si ha nel 1616, con la diffusione delle lettere di Abelardo ed Eloisa, che tramandavano i canoni dell’amor cortese e della poesia trobadorica, in seguito volgarizzati mediante la diffusione dei cosiddetti “segretari galanti”, genere editoriale
costituito da raccolte di modelli utili a redigere lettere d’amore a carattere popolare, affermatosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. È infatti in questi due secoli che, grazie alla maggior disponibilità di carta, all’invenzione della busta e del francobollo e soprattutto al progresso sociale, gli scambi epistolari diventano una consuetudine in tutte le fasce della popolazione.
L’epoca in cui gli innamorati, i poeti, gli scrittori, gli intellettuali,
intrattenevano relazioni epistolari e scrivevano lettere costantemente,
per tutta la vita, è finita da tempo. Sono venuti meno anche tutti quegli aspetti formali e ritualistici legati alla scrittura di una missiva: la scelta accurata della carta e dell’inchiostro, la cura della grafia, il gesto di sigillare la busta portandola alle labbra e infine la penosa attesa della risposta.
È scomparsa quell’attenzione e cura estrema per la parola scritta di
quando essa rappresentava l’unico mezzo di comunicazione possibile
all’interno di una relazione d’amore a distanza e doveva dunque assolvere al difficile compito di tradurre sentimenti, desideri, sogni e ideali, in modo non ingannevole o fraintendibile.
L’epistolografia amorosa esprime qui una vera e propria poetica
della lontananza, che si nutre di distanza nel tempo e nello spazio, di
privazione, attesa, desiderio e nostalgia. Ungaretti non avrebbe scritto
quelle lettere struggenti a Bruna Bianco se non l’avesse sentita così
lontana da lui, irraggiungibile per distanza geografica e anagrafica; le
poesie e le lettere di Verlaine e Rimbaud non sarebbero così potenti ed
estreme se la loro passione non fosse stata contrastata e socialmente
esecrata. C’è sempre un limite invalicabile che accomuna tutti gli amori
diversi, un limite che li rende immortali e universali; un limite che i poeti
riescono a oltrepassare con le parole. Parole che sentirete riecheggiare
in queste pagine.
Papers by flavia novelli
Perché tante persone mi avevano risposto? Cosa li spingeva a scrivere ad una sconosciuta? Erano spinti dal bisogno di comunicare? Cosa li accomunava e in che cosa si distinguevano?
La curiosità e il desiderio di tentare di dare delle risposte a queste ed altre domande sono all'origine di questa tesina di fine corso di Metodologia Dell’Informazione dell’Istituto di Pubblicismo “Francesco Fattorello” (Roma) che, tra il serio e il faceto, affronta il tema della comunicazione interpersonale al tempo di internet e azzarda una operazione tassonomica delle varie tipologie di individui che usano la rete per comunicare.
Un viaggio al centro della poesia. A guidarci è il poeta, scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio con il suo ultimo libro Inchiesta sulla poesia, che raccoglie saggi e approfondimenti dedicati alla poesia e alle sue varie sfaccettature, a completamento di un'iniziativa da lui promossa nel dicembre 2019 quando decise-come richiama il titolo-di lanciare un'inchiesta sulla poesia. Una serie di domande, rivolte potenzialmente a tutti ma dirette prioritariamente ai poeti, per raccogliere opinioni e considerazioni su una serie di aspetti significativi della poesia odierna e non solo. L'adesione è stata importante: circa duecento poeti hanno risposto alle ventisei domande del questionario, esprimendo le proprie opinioni su una corposa serie di temi, riguardanti il significato, la funzione e il destinatario della poesia, il ruolo dei critici e dei premi letterari, le nuovi voci del panorama poetico contemporaneo, le contaminazioni artistiche, e molto altro.
Non si conoscevano Virginia Woolf, Karin Boye e Marina Cvetaeva, eppure maturarono la stessa decisione di porre fine alle loro vite, nello stesso anno, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.
È tragicamente lungo l’elenco dei suicidi che ha caratterizzato la letteratura femminile del secolo scorso: Sylvia Plath, Anne Sexton, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Nadia Campana, Alfonsina Storni, per citare alcuni nomi. Un elenco che testimonia il nesso fra scrittura e morte e fra malattia mentale e malattia sociale.
Talks by flavia novelli
Trascrizione dell'intervento tenuto il 17 ottobre 2024 al Seminario Equilibri di Architetture Visibili e Invisibili presso lo Spazio Europa gestito dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Da questo capitolo del libro è stato tratto il Reading teatrale "ITALO CALVINO E ELSA DE GIORGI - Il calabrone e la farfalla" presentato il 20 settembre 2023 a Roma come evento di chiusura del Cibaldone Culture Festival e di apertura della rassegna dedicata al centenario della nascita di Calvino.
#calvino100
Per artisti e letterati l’amore è da sempre fonte di ispirazione, combustibile per alimentare la fiamma della creatività, ragione di tormenti ed estasi che, riversati su una tela, uno spartito, una pagina scritta, diventano universali e immortali.
In letteratura, in modo particolare, non mancano gli esempi di capolavori costruiti intorno a grandi storie d’amore ed è plausibile che non esista scrittore che, almeno una volta, non si sia cimentato nell’ardua impresa di “parlar d’amore”. Ma se attraverso la forma saggistica si può tentare di spiegare l’amore e con la prosa narrativa di raccontarlo, è la poesia, forse, la sola che possa ambire a esprimerlo ed è il poeta il solo che, arrendendosi all’indicibilità dell’amore, può farsene portavoce e non interprete.
Ma cos’è l’amore per un poeta? Quali peculiarità porta con sé una storia d’amore fra poeti, nella quale da entrambe le parti si affida al linguaggio lirico e alla parola scritta l’esternazione dei sentimenti e della propria interiorità?
Quelli fra poeti sono “amori diversi”, amori in cui il sentimento e la
scrittura si influenzano a vicenda, in cui amore e parole si rincorrono e rifrangono all’infinito in un labirinto di specchi dove il vero si confonde con il verosimile, la sincerità con la simulazione, la vita con la letteratura.
Tra due poeti l’amore si nutre di versi, divorandoli e facendosene divorare. La parola scritta diventa il centro gravitazionale della relazione d’amore, intorno a essa ruotano e vi precipitano i sentimenti.
Scambi culturali fondati su affinità intellettuali, dichiarazioni d’amore,
litigi, gelosie, proposte ardite e tenere effusioni si dipanano sulle pagine
di lettere, diari, poesie. Ed è grazie a queste scritture dense di vissuto che è possibile ricostruire e immergersi nelle grandi storie d’amore che hanno unito alcuni tra i più importanti poeti degli ultimi secoli.
Amori platonici, passionali, fugaci, eterni, dirompenti, edificanti o devastanti; storie diverse e distanti l’una dall’altra, ma tutte indissolubilmente legate dal collante della poesia, che in alcuni casi è essa stessa scintilla generatrice d’amore – Sibilla Aleramo si innamora di Campana ancor prima di conoscerlo, leggendo le sue poesie –, in altri è dell’amore figlia, come nel caso di Ezra Pound e Hilda Doolittle che, dopo un breve amore adolescenziale, continueranno per tutta la vita a dedicarsi
poesie e influenzarsi intellettualmente l’un l’altra. La grande poetessa
russa Marina Cvetaeva affermava che la sua era una “poesia di nomi
propri” perché scriveva versi quando voleva rivolgersi a qualcuno e che
aveva pubblicato la sua prima raccolta al posto di una lettera a un uomo
con il quale non aveva altro modo di comunicare.
Di questi amori diversi rimangono i preziosi carteggi che ci mostrano quanto potessero essere profonde e intense le relazioni intessute attraverso la comunicazione epistolare e quanto questa fosse palpitante
di vita. Una vita che in questi scritti gli autori rielaborano, più o meno
consapevolmente e intenzionalmente, in una narrazione di sé letteraria, consentendoci di cogliere, attraverso il confronto tra l’immagine privata restituita dalle carte e la loro immagine pubblica, elementi utili a comprenderne meglio le personalità, nonché le opere e il contesto
sociale e culturale in cui furono scritte.
Per secoli, le lettere sono state il principale mezzo di comunicazione, assolvendo a bisogni privati ed esigenze pubbliche, commerciali e politiche, e già a partire dal Cinquecento, grazie alla stampa a caratteri
mobili, si prese a pubblicare alcuni epistolari, trasformandoli in opere
letterarie. Quella di Pietro Aretino è la prima raccolta epistolare edita
della letteratura italiana in volgare mentre, fra le epistole di contenuto amoroso, la prima pubblicazione a stampa si ha nel 1616, con la diffusione delle lettere di Abelardo ed Eloisa, che tramandavano i canoni dell’amor cortese e della poesia trobadorica, in seguito volgarizzati mediante la diffusione dei cosiddetti “segretari galanti”, genere editoriale
costituito da raccolte di modelli utili a redigere lettere d’amore a carattere popolare, affermatosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. È infatti in questi due secoli che, grazie alla maggior disponibilità di carta, all’invenzione della busta e del francobollo e soprattutto al progresso sociale, gli scambi epistolari diventano una consuetudine in tutte le fasce della popolazione.
L’epoca in cui gli innamorati, i poeti, gli scrittori, gli intellettuali,
intrattenevano relazioni epistolari e scrivevano lettere costantemente,
per tutta la vita, è finita da tempo. Sono venuti meno anche tutti quegli aspetti formali e ritualistici legati alla scrittura di una missiva: la scelta accurata della carta e dell’inchiostro, la cura della grafia, il gesto di sigillare la busta portandola alle labbra e infine la penosa attesa della risposta.
È scomparsa quell’attenzione e cura estrema per la parola scritta di
quando essa rappresentava l’unico mezzo di comunicazione possibile
all’interno di una relazione d’amore a distanza e doveva dunque assolvere al difficile compito di tradurre sentimenti, desideri, sogni e ideali, in modo non ingannevole o fraintendibile.
L’epistolografia amorosa esprime qui una vera e propria poetica
della lontananza, che si nutre di distanza nel tempo e nello spazio, di
privazione, attesa, desiderio e nostalgia. Ungaretti non avrebbe scritto
quelle lettere struggenti a Bruna Bianco se non l’avesse sentita così
lontana da lui, irraggiungibile per distanza geografica e anagrafica; le
poesie e le lettere di Verlaine e Rimbaud non sarebbero così potenti ed
estreme se la loro passione non fosse stata contrastata e socialmente
esecrata. C’è sempre un limite invalicabile che accomuna tutti gli amori
diversi, un limite che li rende immortali e universali; un limite che i poeti
riescono a oltrepassare con le parole. Parole che sentirete riecheggiare
in queste pagine.
Perché tante persone mi avevano risposto? Cosa li spingeva a scrivere ad una sconosciuta? Erano spinti dal bisogno di comunicare? Cosa li accomunava e in che cosa si distinguevano?
La curiosità e il desiderio di tentare di dare delle risposte a queste ed altre domande sono all'origine di questa tesina di fine corso di Metodologia Dell’Informazione dell’Istituto di Pubblicismo “Francesco Fattorello” (Roma) che, tra il serio e il faceto, affronta il tema della comunicazione interpersonale al tempo di internet e azzarda una operazione tassonomica delle varie tipologie di individui che usano la rete per comunicare.
Un viaggio al centro della poesia. A guidarci è il poeta, scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio con il suo ultimo libro Inchiesta sulla poesia, che raccoglie saggi e approfondimenti dedicati alla poesia e alle sue varie sfaccettature, a completamento di un'iniziativa da lui promossa nel dicembre 2019 quando decise-come richiama il titolo-di lanciare un'inchiesta sulla poesia. Una serie di domande, rivolte potenzialmente a tutti ma dirette prioritariamente ai poeti, per raccogliere opinioni e considerazioni su una serie di aspetti significativi della poesia odierna e non solo. L'adesione è stata importante: circa duecento poeti hanno risposto alle ventisei domande del questionario, esprimendo le proprie opinioni su una corposa serie di temi, riguardanti il significato, la funzione e il destinatario della poesia, il ruolo dei critici e dei premi letterari, le nuovi voci del panorama poetico contemporaneo, le contaminazioni artistiche, e molto altro.
Non si conoscevano Virginia Woolf, Karin Boye e Marina Cvetaeva, eppure maturarono la stessa decisione di porre fine alle loro vite, nello stesso anno, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.
È tragicamente lungo l’elenco dei suicidi che ha caratterizzato la letteratura femminile del secolo scorso: Sylvia Plath, Anne Sexton, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Nadia Campana, Alfonsina Storni, per citare alcuni nomi. Un elenco che testimonia il nesso fra scrittura e morte e fra malattia mentale e malattia sociale.
Trascrizione dell'intervento tenuto il 17 ottobre 2024 al Seminario Equilibri di Architetture Visibili e Invisibili presso lo Spazio Europa gestito dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.