Recensione al libro che apre la nuova collana 'Il mondo a tavola' curata da Danilo Gasparini, Ste... more Recensione al libro che apre la nuova collana 'Il mondo a tavola' curata da Danilo Gasparini, Stefania Malavasi, Paolo Scarpi per l'editrice Cierre.
Marostica intende ricordare i 470 anni della nascita di Prospero Alpini (1553-1616), suo Illustre... more Marostica intende ricordare i 470 anni della nascita di Prospero Alpini (1553-1616), suo Illustre Cittadino, che si dichiarò marosticensis nello stemma che ricorda la sua proficua frequentazione dell'Università di Padova. Per il 4 novembre 2023 si è organizzato un Convegno Internazionale, dedicato a questo medico viaggiatore, al suo spirito "ulisside" e al suo desiderio di conoscenza, ben descritto dal Professor Giuseppe Ongaro, suo illustre biografo. Tale convegno coinvolge importanti studiosi di questo protagonista della medicina tardo-rinascimentale e rappresenta la quinta tappa di un significativo percorso iniziato nel 1963, continuato nel 1983 e nel 2003, per giungere al 2016 quando si sono ricordati i 400 anni della sua morte. È pure un'occasione per ricordare l'altro medico viaggiatore marosticense, Cornelio Bianchi. Si desidera esprimere gratitudine oltre alla Fondazione Banca Popolare di Marostica-Volksbank, a quanti hanno collaborato e ancora s'impegnano con il Centro Studi Prospero Alpini, avviato nel 2006, e con l'Accademia del Caffè, presente da quattro anni sul territorio. In questa occasione si vuole, pure ricordare gli studiosi dell'Università di Padova e di altre Università che negli ultimi sessant'anni hanno affiancato gli storici locali. Un sentito ringraziamento, anche alle Città di Marostica, Padova e Vicenza, alle relative Province e alla Regione del Veneto. A quanti partecipano a questo importante appuntamento, un sincero benvenuto.
Un ricordo del dottor Grazioso Fabbiani Studi e Ricerche Il problema della presenza di moneta in ... more Un ricordo del dottor Grazioso Fabbiani Studi e Ricerche Il problema della presenza di moneta in metallo prezioso nel territorio dell'attuale provincia di Belluno tra l'età imperiale e l'alto Medioevo Jacopo Marcer
Con inedite note biografiche, si tratteggiano le figure di Mattia Giegher e Mattio Molinari, “mae... more Con inedite note biografiche, si tratteggiano le figure di Mattia Giegher e Mattio Molinari, “maestri trincianti” a Padova dove si sviluppò, nel Seicento, una vera e propria scuola di scalcheria, indirizzata agli studenti tedeschi che qui frequentavano l’università; questi, una volta rientrati in patria, si faranno portavoce della nuova moda conviviale. Info: [email protected]
Nell'area geografica che caratterizza un’ampia porzione della provincia di Belluno, dal Feltrino ... more Nell'area geografica che caratterizza un’ampia porzione della provincia di Belluno, dal Feltrino all'Alpago, negli ultimi anni si è diffuso un progressivo interessamento viticolo sostenuto da ricerche di settore volte a garantire una concreta opportunità economica. La Val Belluna, pur non essendo mai stata un distretto di rilevante importanza per la produzione di vino, nel passato ha dato uve di una certa rinomanza: a Feltre, borgo circondato da declivi ben esposti, con un microclima caratterizzato da escursioni termiche stagionali e giornaliere, sono documentate fin dal Medioevo vaste aree coltivate a vigneto, delle quali rimane traccia nei cinquecenteschi Statuti delle vigne del monte Aurin.
Timballo e sartù p. Franfois Villon Antoine Beauvilliers e la cucina francese del primo Ottocento... more Timballo e sartù p. Franfois Villon Antoine Beauvilliers e la cucina francese del primo Ottocento p. Bruno Maggi Episodi di vita milanese alla prima metà dell'Ottocento Ferdinando I d 'Asburgo incoronato re del Lombardo-Veneto p. 105
Siamo nel 1816. Pietro Antonio Zorzi, patrizio veneziano, viene incaricato dalla Municipalità di ... more Siamo nel 1816. Pietro Antonio Zorzi, patrizio veneziano, viene incaricato dalla Municipalità di porre a coltura diversi nuovi incroci del tubero provenienti dall’Inghilterra, per saggiare una valida alternativa alla carente produzione di grani. Il terreno messo a disposizione si trova a Venezia, sull’isola della Giudecca, un ampio spazio vacuo già destinato alle esercitazioni militari. Nel libro «Patate in laguna e altrove», che apre una collana su temi legati all’alimentazione, diretta da Paolo Scarpi e Stefania Malavasi, si racconta una singolare esperienza attuata nelle sabbie salmastre della laguna veneta che aprirà la strada a varietà locali recentemente rivalutate.
La convivialità quattrocentesca padovana riflette il clima umanistico del momento. Un assunto che... more La convivialità quattrocentesca padovana riflette il clima umanistico del momento. Un assunto che rimarrebbe tale se un anonimo manoscritto non ne documentasse con precisione alcuni momenti. Il corposo ricettario R3550, conservato presso la Ruskin Gallery di Sheffield in Inghilterra, ci consegna infatti nuove testimonianze di una cucina, quella padovana, finora non sufficientemente indagata, o assimilata talora impropriamente a quella di Venezia. Gli appunti del copista, cronologicamente puntuali, ci proiettano nel clima urbano di Padova sullo scorcio del XV secolo. Al centro della scena, lo Studio patavino con le numerose cerimonie conviviali a carattere pubblico prescritte dagli Statuti e le lussuose cene di professori e rettori. Sullo sfondo, Andrea Mantegna, Platina, il cardinale Ludovico Trevisan e un cuoco, Maestro Martino: personalità che si muovono, con espressioni diverse, nello stesso ambiente culturale, ne assimilano le istanze, ne divulgano gli ideali. L’esposizione accurata di alcuni suntuosi conviti offerti da medici dello Studio e l’indicazione delle corrispondenti ricette sottolineano come la nuova cucina italiana sia ormai approdata anche in questa vivace città, resa particolarmente animata e aperta alle nuove tendenze dal flusso costante e rinnovato degli studenti. Una città che mostra in più occasioni, soprattutto nel periodo storico considerato, una pervicace volontà di autonomia, se non politica, almeno culturale nei confronti della potenza veneziana, sottolineando la sua peculiare attitudine di apertura alle innovazioni in una dimensione tradizionale che sembra manifestarsi anche in campo gastronomico.
La veneziana famiglia Grimani di Santa Maria Formosa vanta sullo scorcio del XV secolo e nella pr... more La veneziana famiglia Grimani di Santa Maria Formosa vanta sullo scorcio del XV secolo e nella prima metà di quello successivo una potenza politica ed economica in grado di influenzare in più occasioni i successi e le ambi zioni espansionistiche della Repubblica Veneta. Il prestigio e la ricchezza raggiunti da Antonio, figura emblematica di mercante veneziano che deve la sua fortuna al commercio di pepe e di spezie, gli permettono di assicurare al figlio Domenico una brillante carriera universitaria e importanti amicizie che gli favoriscono l 'acquisizione della porpora cardinalizia.
Direttore responsabile Claudio Benporat Autorizzazione del Tribunale di M ilano nr. 876 del 6.12.... more Direttore responsabile Claudio Benporat Autorizzazione del Tribunale di M ilano nr. 876 del 6.12.1989 Pubblicazione quadrimestrale -N u m e ro 61 -Febbraio 2010 Tutti i diritti di riproduzione anche parziali riservati Gli indici degli articoli e degli argomenti vengono costantemente aggiornati nel nostro sito internet ISSN 1593-2 6 3 X
Recensione al libro che apre la nuova collana 'Il mondo a tavola' curata da Danilo Gasparini, Ste... more Recensione al libro che apre la nuova collana 'Il mondo a tavola' curata da Danilo Gasparini, Stefania Malavasi, Paolo Scarpi per l'editrice Cierre.
Marostica intende ricordare i 470 anni della nascita di Prospero Alpini (1553-1616), suo Illustre... more Marostica intende ricordare i 470 anni della nascita di Prospero Alpini (1553-1616), suo Illustre Cittadino, che si dichiarò marosticensis nello stemma che ricorda la sua proficua frequentazione dell'Università di Padova. Per il 4 novembre 2023 si è organizzato un Convegno Internazionale, dedicato a questo medico viaggiatore, al suo spirito "ulisside" e al suo desiderio di conoscenza, ben descritto dal Professor Giuseppe Ongaro, suo illustre biografo. Tale convegno coinvolge importanti studiosi di questo protagonista della medicina tardo-rinascimentale e rappresenta la quinta tappa di un significativo percorso iniziato nel 1963, continuato nel 1983 e nel 2003, per giungere al 2016 quando si sono ricordati i 400 anni della sua morte. È pure un'occasione per ricordare l'altro medico viaggiatore marosticense, Cornelio Bianchi. Si desidera esprimere gratitudine oltre alla Fondazione Banca Popolare di Marostica-Volksbank, a quanti hanno collaborato e ancora s'impegnano con il Centro Studi Prospero Alpini, avviato nel 2006, e con l'Accademia del Caffè, presente da quattro anni sul territorio. In questa occasione si vuole, pure ricordare gli studiosi dell'Università di Padova e di altre Università che negli ultimi sessant'anni hanno affiancato gli storici locali. Un sentito ringraziamento, anche alle Città di Marostica, Padova e Vicenza, alle relative Province e alla Regione del Veneto. A quanti partecipano a questo importante appuntamento, un sincero benvenuto.
Un ricordo del dottor Grazioso Fabbiani Studi e Ricerche Il problema della presenza di moneta in ... more Un ricordo del dottor Grazioso Fabbiani Studi e Ricerche Il problema della presenza di moneta in metallo prezioso nel territorio dell'attuale provincia di Belluno tra l'età imperiale e l'alto Medioevo Jacopo Marcer
Con inedite note biografiche, si tratteggiano le figure di Mattia Giegher e Mattio Molinari, “mae... more Con inedite note biografiche, si tratteggiano le figure di Mattia Giegher e Mattio Molinari, “maestri trincianti” a Padova dove si sviluppò, nel Seicento, una vera e propria scuola di scalcheria, indirizzata agli studenti tedeschi che qui frequentavano l’università; questi, una volta rientrati in patria, si faranno portavoce della nuova moda conviviale. Info: [email protected]
Nell'area geografica che caratterizza un’ampia porzione della provincia di Belluno, dal Feltrino ... more Nell'area geografica che caratterizza un’ampia porzione della provincia di Belluno, dal Feltrino all'Alpago, negli ultimi anni si è diffuso un progressivo interessamento viticolo sostenuto da ricerche di settore volte a garantire una concreta opportunità economica. La Val Belluna, pur non essendo mai stata un distretto di rilevante importanza per la produzione di vino, nel passato ha dato uve di una certa rinomanza: a Feltre, borgo circondato da declivi ben esposti, con un microclima caratterizzato da escursioni termiche stagionali e giornaliere, sono documentate fin dal Medioevo vaste aree coltivate a vigneto, delle quali rimane traccia nei cinquecenteschi Statuti delle vigne del monte Aurin.
Timballo e sartù p. Franfois Villon Antoine Beauvilliers e la cucina francese del primo Ottocento... more Timballo e sartù p. Franfois Villon Antoine Beauvilliers e la cucina francese del primo Ottocento p. Bruno Maggi Episodi di vita milanese alla prima metà dell'Ottocento Ferdinando I d 'Asburgo incoronato re del Lombardo-Veneto p. 105
Siamo nel 1816. Pietro Antonio Zorzi, patrizio veneziano, viene incaricato dalla Municipalità di ... more Siamo nel 1816. Pietro Antonio Zorzi, patrizio veneziano, viene incaricato dalla Municipalità di porre a coltura diversi nuovi incroci del tubero provenienti dall’Inghilterra, per saggiare una valida alternativa alla carente produzione di grani. Il terreno messo a disposizione si trova a Venezia, sull’isola della Giudecca, un ampio spazio vacuo già destinato alle esercitazioni militari. Nel libro «Patate in laguna e altrove», che apre una collana su temi legati all’alimentazione, diretta da Paolo Scarpi e Stefania Malavasi, si racconta una singolare esperienza attuata nelle sabbie salmastre della laguna veneta che aprirà la strada a varietà locali recentemente rivalutate.
La convivialità quattrocentesca padovana riflette il clima umanistico del momento. Un assunto che... more La convivialità quattrocentesca padovana riflette il clima umanistico del momento. Un assunto che rimarrebbe tale se un anonimo manoscritto non ne documentasse con precisione alcuni momenti. Il corposo ricettario R3550, conservato presso la Ruskin Gallery di Sheffield in Inghilterra, ci consegna infatti nuove testimonianze di una cucina, quella padovana, finora non sufficientemente indagata, o assimilata talora impropriamente a quella di Venezia. Gli appunti del copista, cronologicamente puntuali, ci proiettano nel clima urbano di Padova sullo scorcio del XV secolo. Al centro della scena, lo Studio patavino con le numerose cerimonie conviviali a carattere pubblico prescritte dagli Statuti e le lussuose cene di professori e rettori. Sullo sfondo, Andrea Mantegna, Platina, il cardinale Ludovico Trevisan e un cuoco, Maestro Martino: personalità che si muovono, con espressioni diverse, nello stesso ambiente culturale, ne assimilano le istanze, ne divulgano gli ideali. L’esposizione accurata di alcuni suntuosi conviti offerti da medici dello Studio e l’indicazione delle corrispondenti ricette sottolineano come la nuova cucina italiana sia ormai approdata anche in questa vivace città, resa particolarmente animata e aperta alle nuove tendenze dal flusso costante e rinnovato degli studenti. Una città che mostra in più occasioni, soprattutto nel periodo storico considerato, una pervicace volontà di autonomia, se non politica, almeno culturale nei confronti della potenza veneziana, sottolineando la sua peculiare attitudine di apertura alle innovazioni in una dimensione tradizionale che sembra manifestarsi anche in campo gastronomico.
La veneziana famiglia Grimani di Santa Maria Formosa vanta sullo scorcio del XV secolo e nella pr... more La veneziana famiglia Grimani di Santa Maria Formosa vanta sullo scorcio del XV secolo e nella prima metà di quello successivo una potenza politica ed economica in grado di influenzare in più occasioni i successi e le ambi zioni espansionistiche della Repubblica Veneta. Il prestigio e la ricchezza raggiunti da Antonio, figura emblematica di mercante veneziano che deve la sua fortuna al commercio di pepe e di spezie, gli permettono di assicurare al figlio Domenico una brillante carriera universitaria e importanti amicizie che gli favoriscono l 'acquisizione della porpora cardinalizia.
Direttore responsabile Claudio Benporat Autorizzazione del Tribunale di M ilano nr. 876 del 6.12.... more Direttore responsabile Claudio Benporat Autorizzazione del Tribunale di M ilano nr. 876 del 6.12.1989 Pubblicazione quadrimestrale -N u m e ro 61 -Febbraio 2010 Tutti i diritti di riproduzione anche parziali riservati Gli indici degli articoli e degli argomenti vengono costantemente aggiornati nel nostro sito internet ISSN 1593-2 6 3 X
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Papers by Marina Scopel
Il corposo ricettario R3550, conservato presso la Ruskin Gallery di Sheffield in Inghilterra, ci consegna infatti nuove testimonianze di una cucina, quella padovana, finora non sufficientemente indagata, o assimilata talora impropriamente a quella di Venezia.
Gli appunti del copista, cronologicamente puntuali, ci proiettano nel clima urbano di Padova sullo scorcio del XV secolo. Al centro della scena, lo Studio patavino con le numerose cerimonie conviviali a carattere pubblico prescritte dagli Statuti e le lussuose cene di professori e rettori. Sullo sfondo, Andrea Mantegna, Platina, il cardinale Ludovico Trevisan e un cuoco, Maestro Martino: personalità che si muovono, con espressioni diverse, nello stesso ambiente culturale, ne assimilano le istanze, ne divulgano gli ideali.
L’esposizione accurata di alcuni suntuosi conviti offerti da medici dello Studio e l’indicazione delle corrispondenti ricette sottolineano come la nuova cucina italiana sia ormai approdata anche in questa vivace città, resa particolarmente animata e aperta alle nuove tendenze dal flusso costante e rinnovato degli studenti.
Una città che mostra in più occasioni, soprattutto nel periodo storico considerato, una pervicace volontà di autonomia, se non politica, almeno culturale nei confronti della potenza veneziana, sottolineando la sua peculiare attitudine di apertura alle innovazioni in una dimensione tradizionale che sembra manifestarsi anche in campo gastronomico.
Il corposo ricettario R3550, conservato presso la Ruskin Gallery di Sheffield in Inghilterra, ci consegna infatti nuove testimonianze di una cucina, quella padovana, finora non sufficientemente indagata, o assimilata talora impropriamente a quella di Venezia.
Gli appunti del copista, cronologicamente puntuali, ci proiettano nel clima urbano di Padova sullo scorcio del XV secolo. Al centro della scena, lo Studio patavino con le numerose cerimonie conviviali a carattere pubblico prescritte dagli Statuti e le lussuose cene di professori e rettori. Sullo sfondo, Andrea Mantegna, Platina, il cardinale Ludovico Trevisan e un cuoco, Maestro Martino: personalità che si muovono, con espressioni diverse, nello stesso ambiente culturale, ne assimilano le istanze, ne divulgano gli ideali.
L’esposizione accurata di alcuni suntuosi conviti offerti da medici dello Studio e l’indicazione delle corrispondenti ricette sottolineano come la nuova cucina italiana sia ormai approdata anche in questa vivace città, resa particolarmente animata e aperta alle nuove tendenze dal flusso costante e rinnovato degli studenti.
Una città che mostra in più occasioni, soprattutto nel periodo storico considerato, una pervicace volontà di autonomia, se non politica, almeno culturale nei confronti della potenza veneziana, sottolineando la sua peculiare attitudine di apertura alle innovazioni in una dimensione tradizionale che sembra manifestarsi anche in campo gastronomico.