ECOLOGIA nel mondo antico Amore e rispetto per la Terra: alle origini di un'etica ambientalista n... more ECOLOGIA nel mondo antico Amore e rispetto per la Terra: alle origini di un'etica ambientalista nel mondo antico Qual era il rapporto con l'ambiente nell'antichità, quando evidentemente non si poneva ancora il problema di valutare l'impatto dell'"impronta ecologica"? 1 Ebbene, una sorta di coscienza ambientalista esisteva anche nel pensiero degli antichi: nelle forme simboliche del mito e della religione, come in quelle dell'indagine scientifica, appare pregnante il rapporto con la Terra Madre. Verso di essa si manifestano la venerazione e, al tempo stesso, il senso di colpa per ogni forma di crudeltà che gli umani esercitano nei confronti della Natura: la terra stessa, ma anche le piante e gli animali. Naturalmente l'argomento dell'impatto dell'uomo, e dei suoi vizi, sull'ambiente non poteva sfuggire alla riflessione morale di Seneca, che in una lettera a Lucilio (89, 20-22) depreca, come di consueto, il vizio dell'avidità. Sen, Ad Luc. LXXXIX, 20. 'Quousque fines possessionum propagabitis? Ager uni domino qui populum cepit angustus est? Quousque arationes vestras porrigetis, ne provinciarum quidem spatio contenti circumscribere praediorum modum? Inlustrium fluminum per privatum decursus est et amnes magni magnarumque gentium termini usque ad ostium a fonte vestri sunt. Hoc quoque parum est nisi latifundiis vestris maria cinxistis, nisi trans Hadriam et Ionium Aegaeumque vester vilicus regnat, nisi insulae, ducum domicilia magnorum, inter vilissima rerum numerantur. Quam vultis late possidete, sit fundus quod aliquando imperium vocabatur, facite vestrum quidquid potestis, dum plus sit alieni.21. 'Nunc vobiscum loquor quorum aeque spatiose luxuria quam illorum avaritia diffunditur. Vobis dico: quousque nullus erit lacus cui non villarum vestrarum fastigia immineant? nullum flumen cuius non ripas aedificia vestra praetexant? Ubicumque scatebunt aquarum calentium venae, ibi nova deversoria luxuriae excitabuntur. Ubicumque in aliquem sinum litus curvabitur, vos protinus fundamenta iacietis, nec contenti solo nisi quod manu feceritis, mare agetis introrsus. Omnibus licet locis tecta vestra resplendeant, aliubi inposita montibus in vastum terrarum marisque prospectum, aliubi ex plano in altitudinem montium educta, cum multa aedificaveritis, cum ingentia, tamen et singula corpora estis et parvola. Quid prosunt multa cubicula? in uno iacetis. Non est vestrum ubicumque non estis. 20.«Fin dove estenderete i vostri poderi? il territorio che era sufficiente a contenere un popolo, è troppo stretto per un solo padrone. Fin dove estenderete il limite dei vostri poderi arando, voi che non vi contentate di fissarlo neppure entro lo spazioe di intere province? famosi corsi d'acqua bagnano terreni privati e grandi fiumi, confini di grandi popoli, vi appartengono dalla sorgente alla foce. Ma anche questo per voi è troppo poco! Occorre che i mari siano cinti dai vostri latifondi, che di là dall'Adriatico e dallo Ionio all'Egeo domini il vostro castaldo, che le isole, dimora di illustri condottieri, siano tenute in nessun conto. Siano estesi i vostri possedimenti quanto volete, sia un podere quello che una volta si chiamava impero, appropriatevi di tutto ciò che potete, finché gli altri posseggono più di voi. 21.Ora mi rivolgo a voi, il cui sfarzo si manifesta non meno grandemente della cupidigia di costoro. A voi dico: fino a quando non vi sarà lago su cui non sovrastino i frontoni delle vostre ville, fiume le cui rive non siano adorne delle vostre case? Ovunque scaturiranno vene di acqua calda, ivi sorgeranno nuovi asili per la dissolutezza. Ovunque la spiaggia s'incurverà in un'insenatura, voi subito getterete delle fondamenta e, solo contenti del terreno ottenuto colle vostre mani, spingerete il mare indietro. Risplendano pure dappertutto i vostri palazzi, in un luogo eretti sui monti con ampia vista verso la terra ed il mare, nell'alto innalzandosi dal piano fino all'altezza dei monti; benché abbiate costruito molti e grandiosi edifici, tuttavia ciascuno di voi è costituito da un solo corpo ed assai piccolo. A che servono molte stanze da letto? dormite in una sola. Non vi appartengono quelle in cui non abitate» (Ep. 89, 20-21) (a cura di di U. Boella UTET). 1 si definisce così la misura che valuta il consumo di risorse naturali che non sono inesauribili.
ECOLOGIA nel mondo antico Amore e rispetto per la Terra: alle origini di un'etica ambientalista n... more ECOLOGIA nel mondo antico Amore e rispetto per la Terra: alle origini di un'etica ambientalista nel mondo antico Qual era il rapporto con l'ambiente nell'antichità, quando evidentemente non si poneva ancora il problema di valutare l'impatto dell'"impronta ecologica"? 1 Ebbene, una sorta di coscienza ambientalista esisteva anche nel pensiero degli antichi: nelle forme simboliche del mito e della religione, come in quelle dell'indagine scientifica, appare pregnante il rapporto con la Terra Madre. Verso di essa si manifestano la venerazione e, al tempo stesso, il senso di colpa per ogni forma di crudeltà che gli umani esercitano nei confronti della Natura: la terra stessa, ma anche le piante e gli animali. Naturalmente l'argomento dell'impatto dell'uomo, e dei suoi vizi, sull'ambiente non poteva sfuggire alla riflessione morale di Seneca, che in una lettera a Lucilio (89, 20-22) depreca, come di consueto, il vizio dell'avidità. Sen, Ad Luc. LXXXIX, 20. 'Quousque fines possessionum propagabitis? Ager uni domino qui populum cepit angustus est? Quousque arationes vestras porrigetis, ne provinciarum quidem spatio contenti circumscribere praediorum modum? Inlustrium fluminum per privatum decursus est et amnes magni magnarumque gentium termini usque ad ostium a fonte vestri sunt. Hoc quoque parum est nisi latifundiis vestris maria cinxistis, nisi trans Hadriam et Ionium Aegaeumque vester vilicus regnat, nisi insulae, ducum domicilia magnorum, inter vilissima rerum numerantur. Quam vultis late possidete, sit fundus quod aliquando imperium vocabatur, facite vestrum quidquid potestis, dum plus sit alieni.21. 'Nunc vobiscum loquor quorum aeque spatiose luxuria quam illorum avaritia diffunditur. Vobis dico: quousque nullus erit lacus cui non villarum vestrarum fastigia immineant? nullum flumen cuius non ripas aedificia vestra praetexant? Ubicumque scatebunt aquarum calentium venae, ibi nova deversoria luxuriae excitabuntur. Ubicumque in aliquem sinum litus curvabitur, vos protinus fundamenta iacietis, nec contenti solo nisi quod manu feceritis, mare agetis introrsus. Omnibus licet locis tecta vestra resplendeant, aliubi inposita montibus in vastum terrarum marisque prospectum, aliubi ex plano in altitudinem montium educta, cum multa aedificaveritis, cum ingentia, tamen et singula corpora estis et parvola. Quid prosunt multa cubicula? in uno iacetis. Non est vestrum ubicumque non estis. 20.«Fin dove estenderete i vostri poderi? il territorio che era sufficiente a contenere un popolo, è troppo stretto per un solo padrone. Fin dove estenderete il limite dei vostri poderi arando, voi che non vi contentate di fissarlo neppure entro lo spazioe di intere province? famosi corsi d'acqua bagnano terreni privati e grandi fiumi, confini di grandi popoli, vi appartengono dalla sorgente alla foce. Ma anche questo per voi è troppo poco! Occorre che i mari siano cinti dai vostri latifondi, che di là dall'Adriatico e dallo Ionio all'Egeo domini il vostro castaldo, che le isole, dimora di illustri condottieri, siano tenute in nessun conto. Siano estesi i vostri possedimenti quanto volete, sia un podere quello che una volta si chiamava impero, appropriatevi di tutto ciò che potete, finché gli altri posseggono più di voi. 21.Ora mi rivolgo a voi, il cui sfarzo si manifesta non meno grandemente della cupidigia di costoro. A voi dico: fino a quando non vi sarà lago su cui non sovrastino i frontoni delle vostre ville, fiume le cui rive non siano adorne delle vostre case? Ovunque scaturiranno vene di acqua calda, ivi sorgeranno nuovi asili per la dissolutezza. Ovunque la spiaggia s'incurverà in un'insenatura, voi subito getterete delle fondamenta e, solo contenti del terreno ottenuto colle vostre mani, spingerete il mare indietro. Risplendano pure dappertutto i vostri palazzi, in un luogo eretti sui monti con ampia vista verso la terra ed il mare, nell'alto innalzandosi dal piano fino all'altezza dei monti; benché abbiate costruito molti e grandiosi edifici, tuttavia ciascuno di voi è costituito da un solo corpo ed assai piccolo. A che servono molte stanze da letto? dormite in una sola. Non vi appartengono quelle in cui non abitate» (Ep. 89, 20-21) (a cura di di U. Boella UTET). 1 si definisce così la misura che valuta il consumo di risorse naturali che non sono inesauribili.
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Drafts by luciana Preti