Papers by lucia giorgi
Ricerche sull'arte a Napoli in età moderna saggi e documenti 2020-21, 2021
Inediti documenti d'archivio hanno contribuito a delineare un quadro più completo dell'attività s... more Inediti documenti d'archivio hanno contribuito a delineare un quadro più completo dell'attività svolta dall'architetto capuano Attendolo per le fortificazioni a Capua e Castel Volturno nel Cinquecento e per il progetto del castello di Calvi, finora ritenuto di epoca aragonese mentre è di epoca vicereale

Rivista di Terra di Lavoro, 2021
La presenza di architetti e artisti romani in Terra di Lavoro nella prima metà del Settecento non... more La presenza di architetti e artisti romani in Terra di Lavoro nella prima metà del Settecento non è una novità. Inedite carte d’archivio hanno consentito di documentare l’attività di artefici romani, sia nel cantiere della cattedrale di Capua che in edifici religiosi di altre città campane, incrementando l’elenco degli interventi realizzati. È di particolare interesse la figura di Francesco Camillo Buonfanti, marmoraro romano, il cui corpus è stato notevolmente arricchito dal ritrovamento di inediti documenti conservati nell’Archivio di Stato di Caserta con opere (non tutte ancora esistenti) realizzate dal 1721 al 1733 in edifici religiosi di alcune città campane. Il saggio aggiunge, inoltre, nuovi preziosi dati utili a ricostruire il profilo professionale di Giovan Battista Landini, che rimane ancora molto lacunoso.
The presence of Roman architects and artists in the Terra di Lavoro in the first half of the 18th century is nothing new. Unpublished archival papers have made it possible to document the activity of Roman architects, both in the construction site of the cathedral of Capua and in the religious buildings of other Campanian cities, increasing the list of the interventions carried out. Of particular interest is the figure of Francesco Camillo Buonfanti, a Roman marble worker, whose corpus has been greatly enriched by the discovery of unpublished documents preserved in the State Archives of Caserta with works (not all of which are still extant) carried out from 1721 to 1733 in religious buildings in some Campanian cities. The essay adds, moreover, new precious data useful to reconstruct Giovan Battista Landini's professional profile, which still remains very lacunose.
Ricerche sull'arte a Napoli in età moderna , 2018
Campania Sacra vol. 49, 2018
Nel 1498 a Capua era presente il famoso organaro attivo nella corte aragonese, Giovanni Donadio d... more Nel 1498 a Capua era presente il famoso organaro attivo nella corte aragonese, Giovanni Donadio detto il Mormando, al quale i governatori dell’Annunziata affidarono la costruzione di un nuovo organo nella loro chiesa. Anche se non esiste più, l’organo mormandeo si aggiunge alla cospicua produzione dell’artista realizzata a partire dalla fine del Quattrocento. Nella bottega del Mormando, inoltre, lavorava un altro organaro originario di Capua, il frate domenicano Tommaso d’Angelo.
Il complesso religioso intitolato a S. Francesco di Paola fu fondato nel casale di Torre 1 , (poi... more Il complesso religioso intitolato a S. Francesco di Paola fu fondato nel casale di Torre 1 , (poi Caserta), da Andrea Matteo Acquaviva d'Aragona, secondo principe di Caserta che governò dal 1594 al 1634. Per la fondazione il principe donò un terreno di sua proprietà ubicato vicino Palazzo al Boschetto 2 e, il 13 maggio 1606, stipulò a Napoli un atto notarile con frate Geronimo Perillo, della Provincia di Terra di Lavoro, per la "Concessio loci pro religione Minimorum S. Francisci de Paola", in cui dichiarò che "gratia divini numinis inspiratu augenda religionis causa et devotionis…habitatores eius Civitatis Caserte…olim desiderasse et desiderare ut construeret in ditta Civitate ecclesia cum conventu…in quo resiedere debeant Patres 12…nec debeant (essere) in dicto loco apotecas, hostarias, nec alia profana aedificia" 3 .
della pastorale integrata, occorre altresì sottolineare come a tutt'oggi i risultati non appaiono... more della pastorale integrata, occorre altresì sottolineare come a tutt'oggi i risultati non appaiono lusinghieri. Nonostante l'assenza di dati statistici sul numero di separazioni o divorzi che interessa la nostra diocesi, non possiamo affermare che questa realtà non ci appartiene. Né va trascurata la parte sommersa del problema, che si esprime attraverso una convivenza, definibile in maniera ottimistica, di non belligeranti.
Lucia Giorgi
La fondazione della cattedrale dedicata a S. Michele Arcangelo e l'istituzione della sede vescovi... more La fondazione della cattedrale dedicata a S. Michele Arcangelo e l'istituzione della sede vescovile a Casertavecchia furono determinate da vicende storico-religiose che le collegano inizialmente alla città di Calatia 1 , ubicata vicino Maddaloni, i cui resti sono stati in parte portati alla luce da campagne di scavo ancora in corso 2 .
Lucia Giorgi
Le fonti archivistiche spesso, fortunatamente, forniscono nomi di committenti di opere d'arte, un... more Le fonti archivistiche spesso, fortunatamente, forniscono nomi di committenti di opere d'arte, unitamente a quelli degli artisti che le hanno realizzate. Nel caso di opere architettoniche l'esecuzione veniva effettuata dalle maestranze, la cui area geografica di provenienza permette di individuare i flussi "migratori" di manodopera in relazione ad importanti cantieri, alla presenza di cave sul territorio, al rapporto diretto progettista-esecutore.
Controriforma incentivò l'adeguamento dei complessi religiosi agli indirizzi teorici sull'arte sc... more Controriforma incentivò l'adeguamento dei complessi religiosi agli indirizzi teorici sull'arte scaturiti dal Concilio di Trento, conclusosi nel 1563. Precise disposizioni erano contenute nel testo Instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae, pubblicato nel 1577 da Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano dal 1560 al 1584.

1. "…una statua de huomo colcata … con le lattuquiglie…" La scultura raffigurante un elegante uom... more 1. "…una statua de huomo colcata … con le lattuquiglie…" La scultura raffigurante un elegante uomo dormiente con un bambino seduto accanto, collocata in un nuovo allestimento espositivo dopo i recenti lavori di ristrutturazione e restyling del Museo Campano di Capua, per molto tempo è rimasta priva di identità e paternità. Se solo nel 2003 il personaggio era stato identificato con il nobile capuano Pompeo dell'Uva, il committente dell'opera ed il suo artefice sono diventati noti con il ritrovamento di un atto notarile nell'Archivio di Stato di Caserta 1 . La pregevole opera rappresenta l'unico elemento sopravvissuto dell'altare marmoreo che Vincenzo dell'Uva Frappiero, dopo la morte dello zio Pompeo 2 , commissionò allo scultore Francesco Cassano per la cappella gentilizia nella chiesa di Santa Caterina ( ). Nel contratto, stipulato a Capua il 17 novembre 1597 alla presenza di Giovan Felice dell'Uva, forse già 'cliente' del Cassano, al quale potrebbero essere attribuite alcune sculture della sua cappella nella cattedrale, di cui si tratterà in seguito, è descritta dettagliatamente la struttura, con le misure e i marmi da utilizzare, e le caratteristiche che avrebbe dovuto avere la statua giacente, "vestita tutta de rilievo […] et serrà il ritratto del quondam Pompeo d'Uva conforme al modello de gesso formato in esso morto, et a' piedi de detta statua ce verrà un puttino assettato simelmente de rilievo de altezza palmi doi, et detta statua se farrà de marmo gentilissimo di Carrara conforme de bontà, qualità et de marmo [che] è la statua de Camillo de Medici in la chiesa di San Severino in Napoli con le lattuquiglie [cioè: lattughe della gorgiera] come sono in detta statua" 3 . Le specifiche richieste fatte dal committente nel contratto forniscono notizie sulla genesi dell'opera, sull'insolita tipologia di altare-sepolcro e sulla raffigurazione del defunto semisdraiato che, invece, rimanda ad un'iconografia già ampiamente utilizzata. Pompeo dell'Uva, prima di morire, aveva lasciato precise disposizioni su come avrebbe dovuto essere realizzato il suo sepolcro. L'esistenza del calco in gesso del suo volto post mortem, utilizzato dallo scultore per riprodurlo fedelmente, e la scelta della statua di Camillo de' Medici, ultimata nel 1596, come modello di riferimento, avvalorano questa ipotesi, confermata anche dal ritrovamento dell'epitaffio, originariamente collocato nel sepolcro, che ha reso possibile l'identificazione del "puttino assettato" con il nipote Giacomo 4 : POMPEIVS DE VVA | VT CINERI IACOBI CARI NEPOTIS | CINIS SVVS IVNGERETVR | EX TAB-VLIS INSTITVIT | A. D. MDXCVII. La tomba del nobile capuano era stata ideata principalmente come un altare, a causa delle anguste dimensioni del vano architettonico. La statua giacente di Pompeo, infatti, posta sopra una larga base (grada), sarebbe stata "incassata" sotto la mensa collocata sulla parete centrale della cappella gentilizia. Nella sacrestia della chiesa di San Biagio a Nola, precedentemente intitolata a San Francesco, l'altare in cui, successivamente, la statua semisdraiata di Fabrizio Albertini ( † 1564) 5 fu appoggiata sul basamento, rende l'idea di un altare-sepolcro. Attribuita a Geronimo d'Auria senza riscontri archivistici, la scultura è stata datata agli anni successivi al 1590 6 , periodo in cui l'artista lavorava a Nola insieme a Francesco Cassano, autore della statua dell'Immacolata per la cappella Barone nella cattedrale 7 . Anche la cappella di Camillo de' Medici fu realizzata da Geronimo d'Auria con la collaborazione di Fabrizio di Guido e Cristoforo Monterosso 8 , oltre che di Francesco Cassano, al quale fu riconosciuto il "maggior magisterio nell'opera di detto Camillo" in una polizza di pagamento del 1596 9 , forse riferibile alla statua giacente del defunto ( ). L'altare-sepolcro di Pompeo dell'Uva, di cui Cassano fornì un disegno, sarebbe stato realizzato in un arco Francesco Cassano, scultore per la famiglia dell'Uva a Capua. L'altare-sepolcro di Pompeo e la decorazione delle cappelle gentilizie
Conference Presentations by lucia giorgi
La committente feudale in Terra di Lavoro dal Cinquecento al Settecento, pp. 45-63, 2018
Talks by lucia giorgi
Books by lucia giorgi

Il Giardino Inglese nella Reggia di Caserta. Tòpoi letterari miti e simboli dagli Acquaviva alla massoneria, 2020
Il Giardino Inglese può essere considerato un intruso nell'iniziale progetto vanvitelliano del pa... more Il Giardino Inglese può essere considerato un intruso nell'iniziale progetto vanvitelliano del parco retrostante la reggia borbonica. Quando nel 1785 si comincia a delineare l'idea di inserirlo, committenti e artefici non lo concepiscono solo come luogo di svago. È soprattutto un teatro della memoria che spazia dall'antico Egitto alle finte rovine greco-romane, dai miti ai temi letterari dell'Arcadia, dall'esoterismo degli Acquaviva e dei Rosacroce al simbolismo massonico. All'interno di una natura apparentemente selvaggia e incontrastata viene realizzato un percorso stazionale che solo ladepto/iniziato massone può seguire nel modo giusto, interpretando il reale ma celato significato di ogni statua, finta rovina, edificio. Sono massoni il giardiniere John Andrew Graefer il quale, prima di arrivare a Caserta, ha frequentato nobili e giardinieri tedeschi e inglesi regolarmente iscritti alle logge massoniche, l'architetto Carlo Vanvitelli e, molto probabilmente, anche il famoso padre. Nei ritratti di Luigi Vanvitelli sono infatti celati diversi simboli massonici, finora mai esaminati. Un lungo filo conduttore si dipana tra passato e presente nel Giardino Inglese, ramificandosi ed intrecciandosi in situazioni apparentemente casuali, come rivela lo studio sulla rosa canina scolpita sul cappello della statua del pastore appartenuta agli Acquaviva.
Nel libro vengono affrontati argomenti e tematiche finora mai indagati come quello del simbolismo... more Nel libro vengono affrontati argomenti e tematiche finora mai indagati come quello del simbolismo nella cattedrale di Caserta Vecchia, una delle più belle ed interessanti del romanico campano. Sia nella struttura architettonica che nell'apparato decorativo sono infatti confluiti influssi di provenienza diversa attraverso canali diversi.
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The presence of Roman architects and artists in the Terra di Lavoro in the first half of the 18th century is nothing new. Unpublished archival papers have made it possible to document the activity of Roman architects, both in the construction site of the cathedral of Capua and in the religious buildings of other Campanian cities, increasing the list of the interventions carried out. Of particular interest is the figure of Francesco Camillo Buonfanti, a Roman marble worker, whose corpus has been greatly enriched by the discovery of unpublished documents preserved in the State Archives of Caserta with works (not all of which are still extant) carried out from 1721 to 1733 in religious buildings in some Campanian cities. The essay adds, moreover, new precious data useful to reconstruct Giovan Battista Landini's professional profile, which still remains very lacunose.
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The presence of Roman architects and artists in the Terra di Lavoro in the first half of the 18th century is nothing new. Unpublished archival papers have made it possible to document the activity of Roman architects, both in the construction site of the cathedral of Capua and in the religious buildings of other Campanian cities, increasing the list of the interventions carried out. Of particular interest is the figure of Francesco Camillo Buonfanti, a Roman marble worker, whose corpus has been greatly enriched by the discovery of unpublished documents preserved in the State Archives of Caserta with works (not all of which are still extant) carried out from 1721 to 1733 in religious buildings in some Campanian cities. The essay adds, moreover, new precious data useful to reconstruct Giovan Battista Landini's professional profile, which still remains very lacunose.