Digital Humanities Projects by andrea gazzoni
Books by andrea gazzoni

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Prefazione (FULVIO PEZZAROSSA)
Introduzione. Cantare nel sisma dell’esilio... more "Table of Contents
Prefazione (FULVIO PEZZAROSSA)
Introduzione. Cantare nel sisma dell’esilio (ANDREA GAZZONI)
I - Variazioni sull’esilio
- Esperienza dell'esilio e poesia in Gëzim Hajdari (SIMONA WRIGHT)
- Poetiche della migrazione nella letteratura italiana contemporanea: il discorso autobiografico (FRANCA SINOPOLI)
- Carnevali e Hajdari. Paradossi di estraneità (UGO FRACASSA)
- L’intentio epica dell’esilio: Gëzim Hajdari (ANDREA GAZZONI)
II – Lingue e patrie per l’ospite dei mondi
- Hajdari e la lingua della poesia (FAUSTO PELLECCHIA)
- La peligorga canta in italiano: la poesia di Gëzim Hajdari e i suoi apporti interculturali (SILVIA VAJNA DE PAVA)
- Lingua, patria, poesia: costruendo i confini di “se stesso” (CONSTANTINA EVANGHELOU)
III - Di alcuni libri
- Gëzim Hajdari e la poetica dell’assenza in "Corpo presente" (SIMONA WRIGHT)
- "Maldiluna". La lingua/corpo di Gëzim Hajdari (LAURA TOPPAN)
- Per «questo Verbo diventato amore e sacrificio». "Peligòrga" di Gëzim Hajdari (MASSIMO FABRIZI)
- Il Ponte di Qabè. Gli scritti di viaggio di Gëzim Hajdari (UGO FRACASSA)
IV- Figure della parola
- La poesia “al femminile” di Gëzim Hajdari (LAAURA TOPPAN)
- Ombre linguistiche ed esistenziali nella poesia di Gëzim Hajdari (VIKTOR BERBERI)
- La notte straniera di Gëzim Hajdari. La luna e la melagrana (LUIGI MANZI)
Backcover:
"Una polifonia creola e migrante ha cominciato a risuonare in Italia (e nella lingua italiana) tra XX e XXI secolo. Una delle voci che in questo coro risuonano più alte, intense e continue, è quella dell'albanese Gëzim Hajdari, esule in Italia dal 1993. Poeta translingue e migrante, poeta in italiano e in albanese, poeta balcanico, mondialista ed europeo, poeta di partenze e di ritorni, autobiografico e tragico, lirico ed epico, viaggiatore che narra: è all'incrocio di tutte queste possibili, parziali definizioni che troviamo Gëzim Hajdari con la sua opera d'esilio, un ciclo che frammento su frammento racconta l'eterna migranza dell'umano.
Con i suoi versi Hajdari invita il lettore ad entrare nell'esilio, a riconoscerlo come una soglia verso una poetica della relazione che sappia resistere alle ingiurie del nostro mondo. Tante sono le maschere e tanti i luoghi (Albania, Italia, America, Africa e altri ancora) di questa verità umana che ci vuole "ospiti dei mondi". Ecco allora in questo libro dodici voci diverse, per paese e disciplina, che disegnano una mappa essenziale per chi voglia entrare nella costellazione dell'opera di Hajdari e in quel crocevia di immaginari, relazioni e culture che chiamiamo letteratura della migrazione e che, qui e ora, con la forza delle parole, sta tracciando le piste del nostro cammino interculturale."
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[backcover]
"Omero ritorna nell’arcipelago dei Caraibi e riprende a cantare. Il saggio di Andrea... more [backcover]
"Omero ritorna nell’arcipelago dei Caraibi e riprende a cantare. Il saggio di Andrea Gazzoni parte da questa immagine per intraprendere un’indagine sull’epica, quell’epica che Ezra Pound ha definito in maniera folgorante come il “racconto della tribù”. Luogo decentrato, plurale, “bastardo”, dove tutti i continenti del mondo si riuniscono in uno straordinario crogiolo, i Caraibi sono l’area dalla quale prende le mosse questo percorso sulle tracce del racconto, della tribù e del nesso che continua a tenerli strettamente legati l’una all’altro.
Tutte le possibilità dell’epica sono raccolte – come una trama di isole – nella struttura ad arcipelago del poema Omeros di Derek Walcott, opera fondamentale del nostro tempo e ancora pressoché mai indagata criticamente in Italia: Omero è un cieco sull’isola St. Lucia, è un griot africano, è un vagabondo a Londra, è Joyce, è uno sciamano a Wounded Knee, è la parola degli elementi.
Avanzando tra le terzine del poema, ora seguendone la propulsione narrativa, ora entrando nei tunnel e nei passaggi tracciati da un’eccezionale ricorsività metaforica, Epica dell’arcipelago esplora Omeros come il poema-mondo dove risuonano popoli, memorie e parole, per ricominciare di nuovo, al di là della storia, degli imperi, della letteratura stessa, in nome della vita e della poesia che resistono, rinascono, continuano."
Papers by andrea gazzoni
Renaissance and Reformation
Gianfranco Petrillo, (Editor), tradurre. pratiche, teorie, strumenti. Un’antologia della rivista, 2011–2014PetrilloGianfranco, (Editor), tradurre. pratiche, teorie, strumenti. Un’antologia della rivista, 2011–2014, Zanichelli editore: Bologna, Italy, 2016; 375 pp.: ISBN 9788808620941, €24,00 (PBK) Forum Italicum: A Journal of Italian Studies
Gianfranco Petrillo, (Editor), tradurre. pratiche, teorie, strumenti. Un’antologia della rivista, 2011–2014PetrilloGianfranco, (Editor), tradurre. pratiche, teorie, strumenti. Un’antologia della rivista, 2011–2014, Zanichelli editore: Bologna, Italy, 2016; 375 pp.: ISBN 9788808620941, €24,00 (PBK) Forum Italicum: A Journal of Italian Studies

Bibliotheca Dantesca, 2018
This paper discusses the implications of the wide-ranging use of sound in Osip Mandelstam’s 1933 ... more This paper discusses the implications of the wide-ranging use of sound in Osip Mandelstam’s 1933 essay “Conversation about Dante,” a landmark in the twentieth-century reception of Dante. With a special focus on the sound motives incorporated in Mandelstam’s description of the Commedia, the Conversation is analyzed as a study in the receptiveness of the reader, as it is activated by the poetic speech of Dante in a call-and-response relation. At the same time, the paper explores issues of individuation, as reading through sound brings the reader back to his or her historicity and presentness, and of transformation, as the mutability of sounds brings about an experience of poetry as an ongoing metamorphosis. In this perspective, the vernacularization of poetry in the Commedia is conceived of by Mandelstam as the rediscovery of the aesthetical and ethical potential of our bodily, local, and contingent existence.

Humanist Studies & the Digital Age, 2017
This essay presents Mapping Dante, a project for the study of the geography of the Divine Comedy ... more This essay presents Mapping Dante, a project for the study of the geography of the Divine Comedy through a digital map visualizing all of the place-names mentioned in the text. First, the project background is sketched out by a concise overview of the history of the reception and visualization of Dante’s geography, of the constellation of digital Dante projects, and of GIS literary mapping. Second, specific stages and issues of Mapping Dante are discussed: the making of the dataset and its categories, the heterogeneity of medieval geography, the structure of the map with layers and pop-up cards. Conceived as a repository of Dante’s encyclopedic use of geography in the Commedia, the map is also an experiment in connecting text and cartography through the possibilities offered by GIS technology. By exploring different visualizations of a set of layers based on textual, cultural and rhetorical categories, users can search for patterns in the distribution of Dante’s geographical references, and can retrieve information relevant to each passage in which a place is mentioned.
NEMLA Italian Studies, 2016
NEMLA Italian Studies, XXXVI, special issue: Italy in WWII and the Transition to Democracy: Memory, Fiction, Histories, eds. Franco Baldasso and Simona Wright, pp. 69-99, Dec 2014
M. Gratzke, M.A. Hutton and C.E. Whithead (eds.), Readings in Twenty-First Century Literatures, Oxford: Peter Lang, 2013, pp. 211-236, 2013
La Rivista dell'Arte, 2, pp. 151-166, Mar 2013
Introduction to Kamau Brathwaite's work (and his current cultural lynching): a companion piece to... more Introduction to Kamau Brathwaite's work (and his current cultural lynching): a companion piece to a selection of published and unpublished texts, with Italian translation: "Retamar" (for Roberto Fernández Retamar), "Word.Making-Man" (for Nicolas Guillén), "The New Year Midnight Poems".
E. Bond - D. Comberiati (eds.), Il confine liquido: rapporti interculturali e letterari tra Italia e Albania. Nardò, Besa, 2013, pp. 137-148 , 2013
Fulvio Pezzarossa e Ilaria Rossini (a cura di), Leggere il testo e il mondo. Vent’anni di letteratura della migrazione in Italia, Bologna: CLUEB, 2012, pp. 199-218, 2012
Gian Mario Anselmi e Gino Ruozzi (a cura di), Banchetti letterari. Cibi, pietanze e ricette nella letteratura italiana da Dante a Camilleri, Roma: Carocci, 2011, pp. 61-67, 2011
Nigrizia, Feb 2, 2011
An introduction to migrant writings in Italy since the early 90s
C. Carotenuto - Michela Meschini (eds.), Scritture, migrazione e identità in Italia. Macerata: EUM, 2010, pp. 123-138., 2010
Uploads
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Prefazione (FULVIO PEZZAROSSA)
Introduzione. Cantare nel sisma dell’esilio (ANDREA GAZZONI)
I - Variazioni sull’esilio
- Esperienza dell'esilio e poesia in Gëzim Hajdari (SIMONA WRIGHT)
- Poetiche della migrazione nella letteratura italiana contemporanea: il discorso autobiografico (FRANCA SINOPOLI)
- Carnevali e Hajdari. Paradossi di estraneità (UGO FRACASSA)
- L’intentio epica dell’esilio: Gëzim Hajdari (ANDREA GAZZONI)
II – Lingue e patrie per l’ospite dei mondi
- Hajdari e la lingua della poesia (FAUSTO PELLECCHIA)
- La peligorga canta in italiano: la poesia di Gëzim Hajdari e i suoi apporti interculturali (SILVIA VAJNA DE PAVA)
- Lingua, patria, poesia: costruendo i confini di “se stesso” (CONSTANTINA EVANGHELOU)
III - Di alcuni libri
- Gëzim Hajdari e la poetica dell’assenza in "Corpo presente" (SIMONA WRIGHT)
- "Maldiluna". La lingua/corpo di Gëzim Hajdari (LAURA TOPPAN)
- Per «questo Verbo diventato amore e sacrificio». "Peligòrga" di Gëzim Hajdari (MASSIMO FABRIZI)
- Il Ponte di Qabè. Gli scritti di viaggio di Gëzim Hajdari (UGO FRACASSA)
IV- Figure della parola
- La poesia “al femminile” di Gëzim Hajdari (LAAURA TOPPAN)
- Ombre linguistiche ed esistenziali nella poesia di Gëzim Hajdari (VIKTOR BERBERI)
- La notte straniera di Gëzim Hajdari. La luna e la melagrana (LUIGI MANZI)
Backcover:
"Una polifonia creola e migrante ha cominciato a risuonare in Italia (e nella lingua italiana) tra XX e XXI secolo. Una delle voci che in questo coro risuonano più alte, intense e continue, è quella dell'albanese Gëzim Hajdari, esule in Italia dal 1993. Poeta translingue e migrante, poeta in italiano e in albanese, poeta balcanico, mondialista ed europeo, poeta di partenze e di ritorni, autobiografico e tragico, lirico ed epico, viaggiatore che narra: è all'incrocio di tutte queste possibili, parziali definizioni che troviamo Gëzim Hajdari con la sua opera d'esilio, un ciclo che frammento su frammento racconta l'eterna migranza dell'umano.
Con i suoi versi Hajdari invita il lettore ad entrare nell'esilio, a riconoscerlo come una soglia verso una poetica della relazione che sappia resistere alle ingiurie del nostro mondo. Tante sono le maschere e tanti i luoghi (Albania, Italia, America, Africa e altri ancora) di questa verità umana che ci vuole "ospiti dei mondi". Ecco allora in questo libro dodici voci diverse, per paese e disciplina, che disegnano una mappa essenziale per chi voglia entrare nella costellazione dell'opera di Hajdari e in quel crocevia di immaginari, relazioni e culture che chiamiamo letteratura della migrazione e che, qui e ora, con la forza delle parole, sta tracciando le piste del nostro cammino interculturale."
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"Omero ritorna nell’arcipelago dei Caraibi e riprende a cantare. Il saggio di Andrea Gazzoni parte da questa immagine per intraprendere un’indagine sull’epica, quell’epica che Ezra Pound ha definito in maniera folgorante come il “racconto della tribù”. Luogo decentrato, plurale, “bastardo”, dove tutti i continenti del mondo si riuniscono in uno straordinario crogiolo, i Caraibi sono l’area dalla quale prende le mosse questo percorso sulle tracce del racconto, della tribù e del nesso che continua a tenerli strettamente legati l’una all’altro.
Tutte le possibilità dell’epica sono raccolte – come una trama di isole – nella struttura ad arcipelago del poema Omeros di Derek Walcott, opera fondamentale del nostro tempo e ancora pressoché mai indagata criticamente in Italia: Omero è un cieco sull’isola St. Lucia, è un griot africano, è un vagabondo a Londra, è Joyce, è uno sciamano a Wounded Knee, è la parola degli elementi.
Avanzando tra le terzine del poema, ora seguendone la propulsione narrativa, ora entrando nei tunnel e nei passaggi tracciati da un’eccezionale ricorsività metaforica, Epica dell’arcipelago esplora Omeros come il poema-mondo dove risuonano popoli, memorie e parole, per ricominciare di nuovo, al di là della storia, degli imperi, della letteratura stessa, in nome della vita e della poesia che resistono, rinascono, continuano."
Papers by andrea gazzoni
Prefazione (FULVIO PEZZAROSSA)
Introduzione. Cantare nel sisma dell’esilio (ANDREA GAZZONI)
I - Variazioni sull’esilio
- Esperienza dell'esilio e poesia in Gëzim Hajdari (SIMONA WRIGHT)
- Poetiche della migrazione nella letteratura italiana contemporanea: il discorso autobiografico (FRANCA SINOPOLI)
- Carnevali e Hajdari. Paradossi di estraneità (UGO FRACASSA)
- L’intentio epica dell’esilio: Gëzim Hajdari (ANDREA GAZZONI)
II – Lingue e patrie per l’ospite dei mondi
- Hajdari e la lingua della poesia (FAUSTO PELLECCHIA)
- La peligorga canta in italiano: la poesia di Gëzim Hajdari e i suoi apporti interculturali (SILVIA VAJNA DE PAVA)
- Lingua, patria, poesia: costruendo i confini di “se stesso” (CONSTANTINA EVANGHELOU)
III - Di alcuni libri
- Gëzim Hajdari e la poetica dell’assenza in "Corpo presente" (SIMONA WRIGHT)
- "Maldiluna". La lingua/corpo di Gëzim Hajdari (LAURA TOPPAN)
- Per «questo Verbo diventato amore e sacrificio». "Peligòrga" di Gëzim Hajdari (MASSIMO FABRIZI)
- Il Ponte di Qabè. Gli scritti di viaggio di Gëzim Hajdari (UGO FRACASSA)
IV- Figure della parola
- La poesia “al femminile” di Gëzim Hajdari (LAAURA TOPPAN)
- Ombre linguistiche ed esistenziali nella poesia di Gëzim Hajdari (VIKTOR BERBERI)
- La notte straniera di Gëzim Hajdari. La luna e la melagrana (LUIGI MANZI)
Backcover:
"Una polifonia creola e migrante ha cominciato a risuonare in Italia (e nella lingua italiana) tra XX e XXI secolo. Una delle voci che in questo coro risuonano più alte, intense e continue, è quella dell'albanese Gëzim Hajdari, esule in Italia dal 1993. Poeta translingue e migrante, poeta in italiano e in albanese, poeta balcanico, mondialista ed europeo, poeta di partenze e di ritorni, autobiografico e tragico, lirico ed epico, viaggiatore che narra: è all'incrocio di tutte queste possibili, parziali definizioni che troviamo Gëzim Hajdari con la sua opera d'esilio, un ciclo che frammento su frammento racconta l'eterna migranza dell'umano.
Con i suoi versi Hajdari invita il lettore ad entrare nell'esilio, a riconoscerlo come una soglia verso una poetica della relazione che sappia resistere alle ingiurie del nostro mondo. Tante sono le maschere e tanti i luoghi (Albania, Italia, America, Africa e altri ancora) di questa verità umana che ci vuole "ospiti dei mondi". Ecco allora in questo libro dodici voci diverse, per paese e disciplina, che disegnano una mappa essenziale per chi voglia entrare nella costellazione dell'opera di Hajdari e in quel crocevia di immaginari, relazioni e culture che chiamiamo letteratura della migrazione e che, qui e ora, con la forza delle parole, sta tracciando le piste del nostro cammino interculturale."
"
"Omero ritorna nell’arcipelago dei Caraibi e riprende a cantare. Il saggio di Andrea Gazzoni parte da questa immagine per intraprendere un’indagine sull’epica, quell’epica che Ezra Pound ha definito in maniera folgorante come il “racconto della tribù”. Luogo decentrato, plurale, “bastardo”, dove tutti i continenti del mondo si riuniscono in uno straordinario crogiolo, i Caraibi sono l’area dalla quale prende le mosse questo percorso sulle tracce del racconto, della tribù e del nesso che continua a tenerli strettamente legati l’una all’altro.
Tutte le possibilità dell’epica sono raccolte – come una trama di isole – nella struttura ad arcipelago del poema Omeros di Derek Walcott, opera fondamentale del nostro tempo e ancora pressoché mai indagata criticamente in Italia: Omero è un cieco sull’isola St. Lucia, è un griot africano, è un vagabondo a Londra, è Joyce, è uno sciamano a Wounded Knee, è la parola degli elementi.
Avanzando tra le terzine del poema, ora seguendone la propulsione narrativa, ora entrando nei tunnel e nei passaggi tracciati da un’eccezionale ricorsività metaforica, Epica dell’arcipelago esplora Omeros come il poema-mondo dove risuonano popoli, memorie e parole, per ricominciare di nuovo, al di là della storia, degli imperi, della letteratura stessa, in nome della vita e della poesia che resistono, rinascono, continuano."