Papers by francesca rapisarda

Academia letters, Jan 29, 2021
In addition to works or monumental complexes, Italy's urban heritage is characterised by a minute... more In addition to works or monumental complexes, Italy's urban heritage is characterised by a minute and dense fabric, which includes buildings of varying architectural and historical quality. While those protected by the Soprintendenze (Monuments and Fine Arts Office) require measured restoration and adaptation work, non-protected buildings can be dealt with more freely, while respecting the building regulations established by the various municipalities. And yet these "minor" buildings, even more than the monuments, identify a constant dialogue with the past: the Italian architectural culture of stratification is not only given by the coexistence of old and new works, one next to the other but also of parts built in successive periods in the same factory, according to an accumulation of different qualities, signs and materials, which characterises the final result as never really definitive. The necessity of change has subjected, and continues to subject, what was there: extensions, rebuilding, destruction and incorporation create a super stylistic unity over time, modifying the spatial distribution and adapting the uses to which it is put. It is a metahistorical continuum, often arbitrary, which, by stripping, aggregating and constructing, rectifies the previous elements in an attempt to relate them to the contemporary world: the transformation of the whole guarantees its use and survival over time, even in the frequent deprivation of original features: "The existing-Vittorio Gregotti specified concerning modification-has become heritage: beyond the passivity of the notion of reuse, every architectural operation is increasingly an act of partial transformation." (Gregotti 1984, 4). Intervention on these buildings is, moreover, the most frequent design opportunity for architects working in the national context, mostly catalogued under the uncertain term of "interior renovation," a term which, while easily emblematising what is done or transformed in architectural interiors, both historical and of current construction, lacks any real theorisation.

Progetti del Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni, CdL in Progettazione d... more Progetti del Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni, CdL in Progettazione dell’Architettura, Scuola AUIC, Politecnico di Milano, proff Imma Forino e Francesca Rapisarda (Interior Reuse Lab), , con arch Marcella Camponogara Biagio Cofini Jacopo Leveratto Eleonora Riccioni. Progettata dall’architetto Piero Portaluppi fra il 1924 e il 1926, la Società Ceramica Italiana a Laveno Mombello rappresenta un notevole esempio di architettura industriale italiana, simbolo di una collettività produttiva quanto sensibile all’estetica del manufatto ceramico. Non più in uso da tempo, il complesso rappresentato dalla palazzina uffici e gli edifici di ingresso e servizio si presenta in stato di forte degrado. Necessita non solo di riqualificazione edilizia e di opere di restauro, ma di un nuovo destino: attende di essere riconvertito in un polo culturalmente attrattivo e proficuo per la città e il suo territorio. Tre le ipotesi progettuali proposte: Creative Hub (per startup e coworking per giovani professionisti e fab lab per piccole produzioni ceramiche), Cultural Basin (aperto a eventi culturali, congressuali ed espositivi) e Kid Learning Center (destinato al tempo libero e ad attività formative dei bambini nel doposcuola). A partire da questi spunti e da quelli offerti dalla Municipalità – che da tempo prospetta un Museo del Sanitario che fu prodotto in loco –, quaranta giovani progettisti hanno sviluppato un programma funzionale per l’insieme portaluppiano, riprogettato gli interni degli edifici, gli arredi, i sistemi allestitivi, i servizi al pubblico e, al contempo, riqualificato l’area esterna nell’ottica di valorizzare un importante simbolo della città. Nel rispetto e nella valorizzazione delle strutture e delle decorazioni originari sono emersi nuovi habitat contemporanei, affinché lo straordinario progetto di Piero Portaluppi non sia abbandonato a una sorte fatale, ma ritorni a essere un espressivo landmark per Laveno Mombello. Allestimento di Francesca Rapisarda Evento promosso da: Comune di Laveno Mombello, DASTU Dipartimento di Architettura e Studi Urbani Politecnico di Milano, Interior Reuse Lab, MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico Cerro di Laveno Mombello, Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Politecnico di Milan

Academia Letters, 2021
In addition to works or monumental complexes, Italy's urban heritage is characterised by a minute... more In addition to works or monumental complexes, Italy's urban heritage is characterised by a minute and dense fabric, which includes buildings of varying architectural and historical quality. While those protected by the Soprintendenze (Monuments and Fine Arts Office) require measured restoration and adaptation work, non-protected buildings can be dealt with more freely, while respecting the building regulations established by the various municipalities. And yet these "minor" buildings, even more than the monuments, identify a constant dialogue with the past: the Italian architectural culture of stratification is not only given by the coexistence of old and new works, one next to the other but also of parts built in successive periods in the same factory, according to an accumulation of different qualities, signs and materials, which characterises the final result as never really definitive. The necessity of change has subjected, and continues to subject, what was there: extensions, rebuilding, destruction and incorporation create a super stylistic unity over time, modifying the spatial distribution and adapting the uses to which it is put. It is a metahistorical continuum, often arbitrary, which, by stripping, aggregating and constructing, rectifies the previous elements in an attempt to relate them to the contemporary world: the transformation of the whole guarantees its use and survival over time, even in the frequent deprivation of original features: "The existing -Vittorio Gregotti specified concerning modification-has become heritage: beyond the passivity of the notion of reuse, every architectural operation is increasingly an act of partial transformation." (Gregotti 1984, 4). Intervention on these buildings is, moreover, the most frequent design opportunity for architects working in the national context, mostly catalogued under the uncertain term of "interior renovation," a term which, while easily emblematising what is done or transformed in architectural interiors, both historical and of current construction, lacks any real theorisation.

Dal 18 al 25 Ottobre DESIGN FACTORY Spazi per il lavoro creativo al Blitz_Milano Bovisa Riprogett... more Dal 18 al 25 Ottobre DESIGN FACTORY Spazi per il lavoro creativo al Blitz_Milano Bovisa Riprogettare l'esistente a partire dall'interno architettonico è il tema sviluppato da un gruppo di allievi, docenti e tutor della Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano. L'invaso da cui partire per elaborare la propria idea di architettura degli interni è quello del Blitz, edificio sito in Milano Bovisa. La sua nuova destinazione d'uso è una Design Factory, ovvero un «insieme di luoghi» destinati al lavoro creativo: uffici, laboratori, studi fotografici. L'edificio appartiene a un'area urbana in via di modificazione e definitivamente proiettata verso sviluppi creativi (la presenza del Politecnico, la Triennale Bovisa e diversi manufatti destinati all' entertainment e all'esposizione). La costruzione presenta singolari caratteristiche architettoniche: una scatola dall'apparenza semplice e compatta ma la cui lunghezza, la variabilità e la dimensione delle altezze interne consente di sperimentare intensamente il suo spazio. I progetti ne valorizzano, allora, le sue qualità "interiori" di contenitore, attraverso modalità che definiamo come plenum, vacuum o interior scape. Da un lato, cioè, l'elaborazione della preesistenza come completamento (plenum ha radice comune al lat. compleo, cioè riempire, colmare), dall'altro come restituzione al suo nucleo fondativo, il vuoto, dall'altro ancora come panorama (scape) dell'erranza. Il nuovo ambiente di lavoro è inteso come grande sistema dell'organizzazione sociale contemporanea, un ambito atto a produrre idee più che operatività. Vi corrisponde qui un "progetto integrato" in cui le divisioni disciplinari fra architettura, interni e arredamento confluiscono in una nuova figurazione, mobile e complessa dove spazi, ambiti, arredi e strumenti formano un insieme organicamente interrelato. I progetti pongono l'accento sull' "idea", intesa come produzione creativa ad ampio spettro (arte, grafica, pubblicità, design, architettura, fotografia, ecc.), ovvero su un modo di produrre in cui l'interazione del team è proficua quanto l'apporto del singolo. Rendere semplice e piacevole la vita di chi lavora con strutture idonee (nursery, buvette, mensa, palestra, serre e giardini) è, infine, l'assunto complementare ma necessario. Le interpretazioni fotografiche del Blitz arricchiscono la ricerca espressiva sul costruito e il suo interno.
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