Books by Donato Santarcangelo
L'Ombra, 2021
Panpsychism has many sides in common with Jung and Pauli's thinking, and analytical psychology is... more Panpsychism has many sides in common with Jung and Pauli's thinking, and analytical psychology is also a form of panpsychism. In this article we want to lay the foundations for a psychophysics that has an adequate onto-epistemology for the complex phenomenology of the relationship between quantum physics and consciousness. This onto-epistemology is a monism in which an informational-spiritual atemporal dimension, completely entangled in itself and teleologically anthropic, precedes and "informs" instantaneously and constantly matter-energy, space-time and consciousness.

Psiche e Realtà - Tirrenia Stampatori , 2004
La sincronicità, è "la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che p... more La sincronicità, è "la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva" (Jung, 1952). C.G.Jung e il fisico quantistico premio Nobel, W. Pauli, ci introducono con tale concettualizzazione in un mondo, nel quale ciò che è interno e ciò che è esterno a noi non è così nettamente definito, mondo nel quale le "coincidenze" non sono più tali, ma rivestono un significato ed un'importanza per la nostra psiche, per la nostra vita. Se un bambino mentre gioca sulla riva di un fiume, vi cade e rischia di venire trascinato dalla corrente, e nello stesso momento sua madre dall'altra parte della città è preda di un'angoscia che l'attanaglia e grida: "il mio bambino!", siamo in presenza di un evento sincronistico, nel senso della definizione di Jung sopracitata. Noi crediamo, sulla scia di Jung e Pauli che la sincronicità possa essere un possibile principio esplicativo della realtà da affiancare alla causalità, per Pauli vi sono nella realtà sia elementi razionali sia irrazionali ed è quindi impossibile per la fisica dire l'ultima parola sulla realtà, visto che quest'ultima è così complessa. L'attuazione dei fenomeni sincronistici è fuori dalla portata di qualsiasi tipo di previsione razionale, l'evento sincronistico non è riproducibile ed è in qualche modo l'emblema dell'aspetto non razionale della realtà, e come detto, insieme alla più consueta logica causalistica, (ad esempio, una mela su un albero quando è matura può anche cadere), danno una visione più completa della realtà. E questa visione più completa era l'intento di Jung nell'approcciare questi fenomeni: "Cercare di aprire una via verso "l'animazione della materia" a partire dall'assunzione che "ciò che esiste sia dotato di senso"…" (Pauli e Jung 1992, lettera n.59 di Jung, p. 100).
Psiche e Realtà - Tirrenia Stampatori, 2004
L'imperioso richiamo ad orientarsi. 2.Le ombre nella luce orientale "Anima naturaliter christiana... more L'imperioso richiamo ad orientarsi. 2.Le ombre nella luce orientale "Anima naturaliter christiana" (Anima naturalmente cristiana) così si esprimeva per Tertulliano, e per Jung questo vale in senso psicologico, per noi occidentali: "Per lui (l'occidentale) l'uomo interiormente è infimo… cerca di propiziarsi quella grande potenza (Dio), mediante il timore, la penitenza, le promesse, la sottomissione, l'autoumiliazione…

Psiche e Realtà - Tirrenia Stampatori, 2004
Il salto epistemologico che il pensiero junghiano ci consente di fare, ci permette di trattare gl... more Il salto epistemologico che il pensiero junghiano ci consente di fare, ci permette di trattare gli argomenti religiosi, metafisici, ecc. in un'ottica che è diversa sia dall'atteggiamento giocoforza riduttivo della scienza, che non può approcciarli per via del suo linguaggio specifico, se non in maniera dell'aut-aut, esiste-non esiste, vero-non vero, senza poterne cogliere l'importante significato simbolico e psicologico, sia dall'atteggiamento intrinsecamente religioso. Occorre anche precisare, che in un contesto analogico-simbolico che affianca la visione causalistica della realtà, potrebbero essere anche possibili fenomeni "limite", non consueti e "paranormali", per via dei confini labili tra lo psichismo e la materia, ma non nel senso di causa ed effetto, e comunque non direttamente ascrivibili ad una visione occultistica-religiosa dell'esistenza. È importante sottolineare come di massima i fenomeni "paranormali" vengano considerati dai loro "sostenitori" come fenomeni possibili, replicabili, legati da cause ed effetti non modificabili e continui nel tempo, una sorta di scienza del non scientifico insomma. Ma è proprio questo il punto, questi fenomeni non possono essere "spiegati" nell'ambito di un modello fisico della realtà consueto come quello evocato dalla maggior parte dei fautori dell'esistenza dei fenomeni parapsicologici, è un altro aut-aut, la stessa incompletezza della fisica classica si ritrova nelle presunte spiegazioni causalistiche di questi fenomeni. La concezione sincronistica di Jung e Pauli ha il merito di complessificare questa eventualità e di darne anche in qualche misura, una comprensione come detto in termini diversi, lo scotto da pagare allora diventa l'inclusione di questi fenomeni in un mondo che è quello della fisica subatomica e del mondo degli archetipi. In tale mondo il fenomeno occulto, alchemico, perde la connotazione di ripetitività e prevedibilità, per assumere valenze di significato analogico, esperienziale, contemplativo-immaginale, per trasformarsi in eccedenze ridondanti nei sogni, nelle intuizioni, negli stati limite, dove peraltro possono fare irruzione con tutta la drammaticità di cui questi fenomeni sono capaci ed essere in qualche modo, nel contesto della multiformità delle immagini archetipiche, anche riconoscibili nel loro aspetto premonitore. Così si esprime R. Hopcke: "Da quel che vedo molti si avvicinano ai metodi di divinazione con l'idea che gli verrà detto cosa fare, come se il disegno delle stelle o dei tarocchi fosse un codice segreto da decifrare poiché racchiude in sé un esplicito suggerimento pratico, quasi che le carte o la carta astrologica funzionassero come antenne in grado di ricevere via radio un messaggio oggettivo che sta da qualche parte là fuori. Comprendendo come si forma il
Psiche e Realtà - Tirrenia Stampatori, 2004
1. Cos'è l'Oriente? Vi è un prepotente orient-amento nella civiltà orientale contemporanea, un im... more 1. Cos'è l'Oriente? Vi è un prepotente orient-amento nella civiltà orientale contemporanea, un imperioso richiamo ad orient-arsi, verso l'est, appunto. Daremo degli esempi di questo moto epocale, che appare sostanzialmente un moto dell'Anima, nel senso Hillman. Ma cos'è l'Oriente? Forse l'Oriente: "Non è una realtà naturale, ma un idea, e più precisamente un'idea occidentale, con una storia e una patologia di miti e di significati nascosti" (Clarke 1996).

Psiche e Realtà, 2004
Ci chiediamo come l'affettività nella società di massa possa venire considerata, come sia vissuta... more Ci chiediamo come l'affettività nella società di massa possa venire considerata, come sia vissuta e con quali possibili valenze e prospettive, da un soggetto che ha visto attenuarsi la sua credenza irriflessivamente adesiva in un esistente fon-dato e fondante e, conseguentemente, ridimensionata la monoliticità della pro-pria identità soggettuale. Noi crediamo che lo sguardo del soggetto "debole" sulI'esistente, che è introverso ma anche politeistico, nel senso di oltrepassare la logica della fonda-zione unidimensionale, monoteistica (Galimberti) della realtà, la quale non può basarsi esclusivamente sulla norma athenia (Hillrnan), possa contribuire ad una "ridefinizione" delle sue modalità affettive, come per altro di tutte le sue moda-lità esperienziali, e questo proprio in virtù del di verso orientamento cognitivo ed esistenziale che abbiamo precedentemente descritto. Il nostro vuole essere uno sguardo politeistico, appunto, perché nella possibile comprensione del rapporto tra l'individuo e la società di massa sul terreno del-l'affettività, non intende affatto privilegiare un'ottica fondazionalistìca, astorica, monoteistica mente oggettivabile dell'identità del soggetto; ma fare riferimento al realizzarsi temporaneo, frammentato, degli stati del Sé. L'individuo impegnato in una relazione affettiva può entrare in contatto con l'al-tro, quindi, con l'angosciosa consapevolezza del divenire continuo della propria identità del proprio non crederci, della propria e altrui simulazione, della cornice dì disincanto che inquadra ogni suo atto, questo è propriamente, il terreno di partenza della nostra analisi sulle relazioni affettive nella società indistintiva. Il nostro discorso si sviluppa fondamentalmente nel senso, come detto, di ipo-tizzare seguendo i1 solco della teorizzazione di G. Girard, la comparsa epocal-mente connotata, di un soggetto depotenziato i cui tratti peculiari sono riscon-trabili a diversi livelli di consapevolezza in ognuno di noi, ed è solo a partire da questa assunzione, riflettendo quindi su probabili modi di essere di questo sog-getto empirico che intravediamo la possibilità di descrivere le modalità di un suo relazionarsi affettivo. Riteniamo, comunque, che l'analisi di un'eventuale influenza diretta
By: T. Cantalupi, D. Santarcangelo, Psiche e Realtà - Tecniche Nuove, 2014
We want here to suggest the hypothesis that the finalistic process inherent in the psyche as Jung... more We want here to suggest the hypothesis that the finalistic process inherent in the psyche as Jung describes it, is eminently of spiritual nature and "based" on the quantum-psychoid connection between the instinct of religiosity and the Self archetype. Which in our hypothesis evokes the possibility of a plausible extension of the Self quantum psychoid conception, with a series of consequences such as to believe it possible a development in quantum psychoid dimension of the analytical psychology itself.

By: T. Cantalupi, D. Santarcangelo, Psiche e Realtà - Tecniche Nuove, 2014
What we've considered so far about the epistemology of human sciences comes up again as to the co... more What we've considered so far about the epistemology of human sciences comes up again as to the concept of "destiny''and human free will: who "must" tell us if we are destined or not? Either Neuroscientists or sociologists? Either Philosophers or biochemists? Has psychology anything to say? Do we need a pool to gather them all? Many other questions come up: what determines us and how much? ls there any sense in talking about destiny? We are a complex system and our conscience is an epiphenomenon of a unitary hierarchical system: would this exclude any possibility of choice? And what does "free choice" mean? And what about the consequences on the ethics? Being Jung and Pauli’s thought a reference point, might we outline a comprehensive reading as regards such problems, even thinking of a sort of quantum psychoid free will?

By: T. Cantalupi, D. Santarcangelo, Psiche e Realtà - Tecniche Nuove, 2014, 2014
Jung's interpretative "matrix" seems to offer us the possibility to frame the social phenomenolog... more Jung's interpretative "matrix" seems to offer us the possibility to frame the social phenomenology concerning the loss of sense, with the consequent load of experience of widespread awkwardness, in a context of epoch-making, progressive, "one-dimensional" reduction of the symbolic. This seems to us the fundamental matrix of the disastrous, schizoid conflict of the present day society: on one side a literalism in keeping with the logics of power and control, disheartening any possibility of individual and collective development and wellbeing; on the other side the absolute impossibility to keep together the fragments of this vision of the world, anachronistic as it appears by now, in an epoch-making realizing of what could be defined as the violence of the "monotheism" of the reason. The pervasive social influence we are subjected to and we suffer even in the ephemeral shelter of our privacy speaks the language of literalism, rejects the oxygenating receptiveness to the metaphor, prefers the poor inclusive significance of the meaning to the deeper (and potentially enlivening source of psychic welfare) but embarrassing liberty of the sense.
Jung e La filosofia , 2015
The thesis of the paper maintains it is impossible to disregard a change in the statue of analyti... more The thesis of the paper maintains it is impossible to disregard a change in the statue of analytical psychology involving the notion of psychoid and its correlation to quantum physics, being psyche not separable from matter. This change finds its most accomplished and impressive epicentre in C.G. Jung and W. Pauli's theory of synchronicity, in which the Jungian Self becomes the psyche's quantum psychoid regulatory center, in a Spiritual sense.

Ombra V.11, 2019
Pochi temi come quello relativo all'autenticità sono in grado di essere così, in un certo senso, ... more Pochi temi come quello relativo all'autenticità sono in grado di essere così, in un certo senso, metaxi tra gnoseologia ed esperienza soggettiva , tra episteme e divina follia, tra Razionalità e Spirito, Psiche e Realtà, Cogito e Wille zum Leben (Macht). Affrescheremo la prospettiva per cui il pensiero di C.G.Jung, rappresenta a nostro parere un'importante traccia da seguire. Entrando quindi nel vivo della nostra breve trattazione, possiamo dire che siamo d'accordo ad esempio con la disamina di C. Sini a cui rimandiamo per un'importante introduzione al tema, e che usiamo in questo contesto, perché ci pare essere esemplare nell' articolazione del tema e lucidissima nel tratteggiarne i contorni e le conseguenze sul piano etico-psichico e sociale. Da parte nostra, ci pare comunque di rilevare come la matrice interpretativa junghiana, con particolare riferimento alla sua peculiare epistemologia, possa integrare in senso archetipico-teleologico-spirituale tale disamina.
By: T. Cantalupi, D. Santarcangelo, Psiche e Realtà - Tecniche Nuove., 2014
A Symbol doesn't explain, says Jung. In fact it is beyond the dichotomy of the binary logic, that... more A Symbol doesn't explain, says Jung. In fact it is beyond the dichotomy of the binary logic, that wants the limiting and restrictive diktat of the tertium non datur to be perpetuated so as to be obliged to choose between two possibilities being anyway on the same nomological axis.

Sincronicità, 2016
The thesis we’re going to present gets to maintain it impossible to disregard a quantum – psychoi... more The thesis we’re going to present gets to maintain it impossible to disregard a quantum – psychoid change of the analytical psychology statute – being the psyche not separable from the matter – that finds its most accomplished and impressive epicentre in C.G.Jung and W.Pauli’s theory of the synchronicity.
Since we intended to go ahead with this research line – in our opinion still ‘in becoming’ - we’ve just formalized the thesis of a quantum psychoid turning point of analytical psychology together with quantum physicist T.Cantalupi ( Cantalupi T. , Santarcangelo D. , “Psiche e realtà”, Tecniche Nuove , Milano 2014 ).
In our opinion this operation is justified on one hand by the imperative of looking into the inner nature of psychic processes, that appear at quantum matrix, on the other hand by the necessity of facing the fundamental effects of such approach in epistemological, clinical and ethical – social sense, as we ‘re going to make clear.
Let’s note right away that the a – causal foundation of the theory of synchronicity seems to suggest between the lines the revolution of the conception of a physical universe that is in itself substantially a - causal and governed by laws fundamentally filled with an interpenetrated union between cause and effect, case and synchronical “necessities” unexpectedly governed by analogical – finalistic (spiritual ) laws .
Elogio dell'incertezza a cura di Giuseppe craparo, 2016
We consider essential the need to integrate the causalistic nomothetic scientific approach with a... more We consider essential the need to integrate the causalistic nomothetic scientific approach with an unavoidable acausal finalistic approach. We come to consider too that it is precisely the psychoanalytic sphere that contributes decisively to this redefinition within the epistemology of science.
Drafts by Donato Santarcangelo

Il libro di Giobbe
La citazione di Rilke pare ben delineare gli ambiti “abissali” del rapporto di... more Il libro di Giobbe
La citazione di Rilke pare ben delineare gli ambiti “abissali” del rapporto di noi tutti con “Dio”, di “Dio” con l'abisso di se stesso, come Jung (ma non solo) ritiene, e in definitiva di noi stessi con noi stessi (Jung: ”L'uomo moderno deve perciò trovare altrove, nel suo profondo, le sorgenti della propria vita spirituale, e per trovarle deve individualmente lottare contro il male, confrontarsi con l'Ombra, integrare il demonio”).
Il libro di Giobbe appare configurarsi come lo sforzo ultimo di Jung di legare vertiginosamente ma molto plausibilmente appunto, riflessioni complesse sulla natura del male, sul rapporto (sempre al limite del comprensibile e del dicibile) tra monismo e dualità, che “dall'Alto dei Cieli” tombe nell'inconscio, su eventi simbolici come la assumptio Mariae, sui simboli dell'imago dei..
Lo scopo del presente lavoro è il breve e non completo affresco della possibile correlazione tra il Libro di Giobbe e alcuni antecedenti mesopotamici, nel senso di riflettere su alcuni possibili differenti simbolismi sottesi a questa correlazione, che sembrano avvallare la lettura junghiana, ma anche di mostrare una plausibile convergenza dell'interpretazione junghiana del testo con altre formulazioni teoriche.

Dans le Liber Novus, la résonance des champs archétypiques, qui se manifeste dans dans le primat ... more Dans le Liber Novus, la résonance des champs archétypiques, qui se manifeste dans dans le primat de l'imago et de l'imaginal, explose dans toute sa « pathique » évidence. L'archétype jungien semble contenir en soi l'écho du telos omniprésent qui parcourt la coincidentia oppositorum. On est alors amené à penser à la conception de Nicola Cusano. Dans sa conception, l'entité divine est au-delà du principe d'identité et de non-contradiction; Dieu est l'unité des opposés, en Lui lumière et ténèbres, substance et non substance ainsi que tous les dualismes sont compénétrés. Ainsi en est-il également dans le telos incessant du principe d'individuation, où la fonction transcendante, que l'archétype de la totalité-le Soi-paraît attirer, guider et coordonner, oeuvre ineffablement en vue d' « alchimiser » les tensions psychiques duelles de l'être humain, et semble, de ce fait, reconnecter ce dernier à son ancestralité première et non duelle. En effet, cette tension "compénétrative", dotée d'une nécessité intrinsèque, unit la raison au fond primordial du mythe, du délire et du rêve, la cohérence solaire superficielle de la persona au monde nocturne de l'ombre fécondatrice. Ceci évoque, semble-t-il, un epistrophê reconstitutif de nature spirituelle. Pour l'essentiel, Le Livre Rouge confirme la révolution copernicienne réalisée par Jung en privilégiant le monde imaginal pour communiquer avec la psyché.

La cruciale questione epistemologica della limitatezza dell'impostazione dualista, trova nel rapp... more La cruciale questione epistemologica della limitatezza dell'impostazione dualista, trova nel rapporto tra simbolo, imago e imaginale il suo punto gnoseologico più alto. La lezione della psicoanalisi di Jung ipotizza che sia il Sé il centro regolatore della psiche in senso quanto-psicoide, in quanto sembra "organizzare" in senso quantistico appunto, l'energia disponibile nello spazio archetipico-psicoide, attraverso l'utilizzo dell'energetica insita nel simbolo, pensando alle dinamiche oniriche, evolutive, prospettiche, psicosomatiche e soprattutto sincronistiche in senso ampio. L'energetica del simbolo appare così, teleologicamente tesa alla ricomposizione di tensioni a polarità opposta, (probabilmente a tutti i livelli di realtà) e con una tendenza finalistica, acusale e "compenetrativa" quindi, (pensando alla funzione trascendente) a carattere probabilmente evolutivo-spirituale. Il simbolico, non solo in senso junghiano, appare produttore e "indicatore" di un possibile senso inconscio ulteriore ed "eccedente" rispetto alle più consuete "decodificazioni" dell'esistente nelle sue multiformi necessità fenomeniche. Evidenziamo anche la funzione di "baluardo" che il simbolo tende ad assumere , rispetto all'insensatezza e alla violenza della razionalità nella contemporanea età della tecnica, in accordo con la visione di M. Heidegger (1976) e di U. Galimberti (1987). Noi consideriamo infatti: "Jung e Heidegger, come portatori di una domanda essenzialmente rivolta verso il mistero esiziale della condizione umana o meglio dell'essenzialità del domandarsi, senza che l'enfasi sia sul soggetto portatore della domanda. Ci sembra di poter affermare che l'energetica del simbolo con le sue determinanti quanto-psicoidi sia una sorta di "dimensione" ineffabilmente imprescindibile per la psiche e per la realtà tutta. La dimensione simbolica, infatti, ci appare il modo precipuo di "manifestarsi", potremmo dire, della compenetrazione materia-energia-psiche, così come sembra indicato proprio dalla fenomenologia sincronistica.

Nel Liber Novus la risonanza dei campi archetipici, che si esplica nel primato dell'imago e dell'... more Nel Liber Novus la risonanza dei campi archetipici, che si esplica nel primato dell'imago e dell'immaginale, esplode in tutta la sua "patica" evidenza. L'archetipo junghiano sembra contenere in sé il riverbero dell'onnipresente telos che percorre la coincidentia oppositorum, e qui il pensiero va alla concezione di Nicola Cusano. Nella sua concezione, l'entità divina è al di là del principio di identità e di non contraddizione, Dio è l'unità degli opposti, in Lui luce e tenebre, sostanza e non sostanza e tutti i dualismi, vengono compenetrati. E così, parimenti, nel telos incessante del principio di individuazione, la funzione trascendente, che l'archetipo della totalità, il Sé, sembra attrarre, guidare e coordinare, ineffabilmente opera nel senso di "alchemizzare" le tensioni psichiche duali dell'essere umano e sembra riconnetterlo alla sua primigenia e non duale ancestralità. E tale tensione compenetrativa,dotata di una sua intrinseca necessità, in effetti, unisce la ragione con l'alveo primordiale del mito, del delirio e del sogno; la superficiale coerenza solare della persona con il mondo notturno dell'ombra fecondatrice, e pare alludere ad una epistrophè ricompositiva a matrice spirituale. Il Libro Rosso, sostanzialmente, conferma la rivoluzione copernicana operata da Jung nel privilegiare un modo immaginale di contattare la psiche, secondo un approccio ripreso e sviluppato da James Hillman, con ricadute sulla clinica e la gnoseologia della psiche. Il ruolo, la definizione, i confini e le relazioni implicite (ad esempio quella Io-Sè) nel concetto di immagine mentale-richiamando anche il confronto con le "immagini" mistiche, tra gli altri, di Eckart, Svedemborg o Boehme-diventano primari e la psicopatologia è chiamata a tenerne conto. Nel Libro Rosso pare sia avvalorato l'asse portante che connette l'istintualità evolutivo-finalistico-spirituale al "compenetrato" e ineludibile campo archetipico di cui l'imago è l'impensato referente, probabilmente a tutti i livelli del reale.
Book Reviews by Donato Santarcangelo
Psychomedia Telematic Review
Nel quadro di una teorizzazione, derivante da più ambiti, indebolente, non fondazionalistica, del... more Nel quadro di una teorizzazione, derivante da più ambiti, indebolente, non fondazionalistica, dell'approccio alla realtà fenomenica, la nostra attenzione si è soffermata sull'ambito psicologico, nel quale contestiamo una visione statica, atemporale e oggettivistica dell'identità soggettuale, e sosteniamo, tra l'altro, l'imprescindibilità, per la psicoterapia, del rimando alla sintomatologia dei significati esperiti dall'individuo. Inoltre, consideriamo l'attuale società delle comunicazioni di massa, come l'insolito alveo nel quale, grazie alla peculiare "accelerazione prismatica" delle immagini dell'esistente, è possibile intravedere in filigrana livelli plurimi e senza fondazione ultima, d'interpretazione della realtà, con conseguenze ammorbidenti sulla monoliticità dell'identità personale.
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Books by Donato Santarcangelo
Since we intended to go ahead with this research line – in our opinion still ‘in becoming’ - we’ve just formalized the thesis of a quantum psychoid turning point of analytical psychology together with quantum physicist T.Cantalupi ( Cantalupi T. , Santarcangelo D. , “Psiche e realtà”, Tecniche Nuove , Milano 2014 ).
In our opinion this operation is justified on one hand by the imperative of looking into the inner nature of psychic processes, that appear at quantum matrix, on the other hand by the necessity of facing the fundamental effects of such approach in epistemological, clinical and ethical – social sense, as we ‘re going to make clear.
Let’s note right away that the a – causal foundation of the theory of synchronicity seems to suggest between the lines the revolution of the conception of a physical universe that is in itself substantially a - causal and governed by laws fundamentally filled with an interpenetrated union between cause and effect, case and synchronical “necessities” unexpectedly governed by analogical – finalistic (spiritual ) laws .
Drafts by Donato Santarcangelo
La citazione di Rilke pare ben delineare gli ambiti “abissali” del rapporto di noi tutti con “Dio”, di “Dio” con l'abisso di se stesso, come Jung (ma non solo) ritiene, e in definitiva di noi stessi con noi stessi (Jung: ”L'uomo moderno deve perciò trovare altrove, nel suo profondo, le sorgenti della propria vita spirituale, e per trovarle deve individualmente lottare contro il male, confrontarsi con l'Ombra, integrare il demonio”).
Il libro di Giobbe appare configurarsi come lo sforzo ultimo di Jung di legare vertiginosamente ma molto plausibilmente appunto, riflessioni complesse sulla natura del male, sul rapporto (sempre al limite del comprensibile e del dicibile) tra monismo e dualità, che “dall'Alto dei Cieli” tombe nell'inconscio, su eventi simbolici come la assumptio Mariae, sui simboli dell'imago dei..
Lo scopo del presente lavoro è il breve e non completo affresco della possibile correlazione tra il Libro di Giobbe e alcuni antecedenti mesopotamici, nel senso di riflettere su alcuni possibili differenti simbolismi sottesi a questa correlazione, che sembrano avvallare la lettura junghiana, ma anche di mostrare una plausibile convergenza dell'interpretazione junghiana del testo con altre formulazioni teoriche.
Book Reviews by Donato Santarcangelo
Since we intended to go ahead with this research line – in our opinion still ‘in becoming’ - we’ve just formalized the thesis of a quantum psychoid turning point of analytical psychology together with quantum physicist T.Cantalupi ( Cantalupi T. , Santarcangelo D. , “Psiche e realtà”, Tecniche Nuove , Milano 2014 ).
In our opinion this operation is justified on one hand by the imperative of looking into the inner nature of psychic processes, that appear at quantum matrix, on the other hand by the necessity of facing the fundamental effects of such approach in epistemological, clinical and ethical – social sense, as we ‘re going to make clear.
Let’s note right away that the a – causal foundation of the theory of synchronicity seems to suggest between the lines the revolution of the conception of a physical universe that is in itself substantially a - causal and governed by laws fundamentally filled with an interpenetrated union between cause and effect, case and synchronical “necessities” unexpectedly governed by analogical – finalistic (spiritual ) laws .
La citazione di Rilke pare ben delineare gli ambiti “abissali” del rapporto di noi tutti con “Dio”, di “Dio” con l'abisso di se stesso, come Jung (ma non solo) ritiene, e in definitiva di noi stessi con noi stessi (Jung: ”L'uomo moderno deve perciò trovare altrove, nel suo profondo, le sorgenti della propria vita spirituale, e per trovarle deve individualmente lottare contro il male, confrontarsi con l'Ombra, integrare il demonio”).
Il libro di Giobbe appare configurarsi come lo sforzo ultimo di Jung di legare vertiginosamente ma molto plausibilmente appunto, riflessioni complesse sulla natura del male, sul rapporto (sempre al limite del comprensibile e del dicibile) tra monismo e dualità, che “dall'Alto dei Cieli” tombe nell'inconscio, su eventi simbolici come la assumptio Mariae, sui simboli dell'imago dei..
Lo scopo del presente lavoro è il breve e non completo affresco della possibile correlazione tra il Libro di Giobbe e alcuni antecedenti mesopotamici, nel senso di riflettere su alcuni possibili differenti simbolismi sottesi a questa correlazione, che sembrano avvallare la lettura junghiana, ma anche di mostrare una plausibile convergenza dell'interpretazione junghiana del testo con altre formulazioni teoriche.