Papers by Vittorio Morelli
La famiglia della Tolfa, 2024
Il feudo di Pianella, facente
parte della Contea di S. Valentino, passò agli
Orsini. Nel 1487 ... more Il feudo di Pianella, facente
parte della Contea di S. Valentino, passò agli
Orsini. Nel 1487 gran parte di Pianella del
Demanio Reale viene ceduta dal re Ferdinando
II a Organtino Orsini, conte di S. Valentino, della
cui contea Pianella faceva parte. Nel 1507 gli
Orsini vendettero Pianella ed altri feudi per
6000 ducati a Carlo della Tolfa.
La famiglia de Frigiis Penatibus (imparentata
con i Frangipane) della Tolfa, di origine laziale,
che ha allungato il cognome aggiungendo
il toponimo etnico Tolfa, era proprietaria di
gran parte di Pianella.

Per la storia del Polittico di Pianella ( post 1487 - ca 1499 )
Per la prima volta si pone l'ac... more Per la storia del Polittico di Pianella ( post 1487 - ca 1499 )
Per la prima volta si pone l'accento sul contesto storico-politico- culturale della cittadina abruzzese che ha ospitato ed accolto l'opera d'arte per diversi secoli.
Attualmente il polittico è visibile e conservato per il MUNDA all'Aquila.
Bernardino (Penne, XV secolo – XVI secolo) probabilmente allievo di Saturnino Gatti, è documentato per lavori eseguiti nel 1504 per la Confraternita della Concezione all'Aquila, mentre Sebastiano di Cola da Casentino firma nel 1486 un affresco nella chiesa di S. Maria ad Cryptas.
Quando è arrivato il Polittico a Pianella? Una domanda alla quale bisogna cercare di dare una risposta.
Certamente dopo la nomina a Conte di Giacomo Probi e di Alessandro Sforza.
La presenza a Pianella di abati parmensi e del nord Italia favorirono detto ingresso; alcuni pensarono di recuperare l’opera presso qualche bottega, ritenendo di dover dotare l’Abbazia di S. Maria detta " La Grande" di un’opera
su legno raffigurante soggetti sacri racchiusi nelle nicchie.
Madonna in trono con Bambino, San Michele Arcangelo, San Bonaventura, San Sebastiano, angeli musicanti, Cristo tra gli Apostoli.
Fotografi di Pianella Alfonso D’Aloisio detto Scilò (1885 -1975) , 2023
La ricerca sul personaggio è partita dopo la scoperta di alcune
cartoline illustrate di Civitaqu... more La ricerca sul personaggio è partita dopo la scoperta di alcune
cartoline illustrate di Civitaquana degli anni Venti con al verso la
scritta: “foto Alfonso D’Aloisio (Pianella)”.
Preso dal vecchio amore per la fotografia, con la sua bicicletta dal
grosso fanale, sulla quale caricava il cavalletto e la macchina
fotografica con il telo, faceva il giro delle campagne, presso famiglie
numerose per scattare foto ai famigliari che l’avrebbero spedite o
semplicemente per il piacere di concedersi un ritratto gioioso.

Le Cento Città d'Abruzzo, 2018
La pubblicazione originaria, per lo più introvabile, rappresenta uno sforzo comune a cui hanno co... more La pubblicazione originaria, per lo più introvabile, rappresenta uno sforzo comune a cui hanno collaborato le autorità del tempo, i parroci, i medici, gli avvocati, i notai, i latifondisti e nobili illuminati, i tabaccai editori di vedute e cartoline illustrate di Pianella, che, nonostante le difficoltà economiche del momento, hanno voluto presentare una immagine di Pianella, come centro vivo e vitale della nuova Provincia nata nel 1927.
La ristampa della "guida turistica", come è stata definita, “Pianella e il suo risveglio” del 1928, faceva parte della Collana Editoriale della SEBAM di Lanciano che aveva lo scopo di pubblicare una serie di monografie su Città e Paesi d’Abruzzo: un progetto editoriale, di ampio respiro per l'epoca, voluto da due famosi giornalisti e scrittori abruzzesi del Novecento Federico Mola e Alfredo Bontempi che sono riusciti a coprire soltanto una piccola parte dei Comuni abruzzesi. Pianella ha avuto la fortuna di essere stata inserita immediatamente nella Collana ed oggi possiamo sfogliare le pagine con un apparato critico curato da Vittorio Morelli, storico.
Sono presenti numerose pubblicità del tempo delle attività più importanti: pastificio, tessuti, alberghi. Sono citate le opere pubbliche realizzate e le attività sociali che si svolgevano sul territorio ed è presente una carrellata di immagini sui monumenti ed opere d'arte più importanti.
Everino nacque a Pianella il 13 maggio 1880 in Largo Santa Maria, da Raffaele, possidente e Rosar... more Everino nacque a Pianella il 13 maggio 1880 in Largo Santa Maria, da Raffaele, possidente e Rosaria Di Croce. Testimoni del documento che ufficializzava la nascita furono il pastaio Nicola Acciarini (n. 1849) e Ferdinando De Berardinis (n. 1835) di professione pittore.
Don Everino è uno degli estensori delle memorie storiche di Pianella, insieme ad Alterisio Lizza, Vincenzo Verrotti, Camillo de Felici, Vincenzo Tribuzi ed altri. Con Regio Decreto del 6 ottobre 1905 fu nominato parroco per la parrocchia di S. Salvatore in virtù del Regio patronato.
Alcune fonti manoscritte, che riportano la voce "portogallo", possono far luce sugli usi e sul le... more Alcune fonti manoscritte, che riportano la voce "portogallo", possono far luce sugli usi e sul lessico alimentare del Centro Sud.
L'artigianato tessile nella prima metà dell'Ottocento. Il lavoro femminile nell'ombra domestica, 2022
Note sulla lavorazione della lana. Dal conto del foglio manoscritto si desumono molte informazion... more Note sulla lavorazione della lana. Dal conto del foglio manoscritto si desumono molte informazioni sulla strutturazione del lavoro nei piccoli centri, dove la maggior parte del lavoro avveniva in casa o nelle botteghe sottostanti; molte famiglie tenevano in casa un telaio, intorno al quale lavoravano moltissime donne.
Parliamo di una antica cittadina già esistente nel periodo italico e romano; già il toponimo deri... more Parliamo di una antica cittadina già esistente nel periodo italico e romano; già il toponimo deriva da Civitas Aquaria, trasformato in Civitaquana, per l'abbondanza delle acque che sgorgavano in superficie, riempiendo le numerose cisterne o grotte tuttora esistenti. La toponomastica ne è la riprova. Civitaquana ha un legame importante con la Famiglia Ferramosca.
La famiglia Leognani Ferramosca possedeva un mulino ad acqua. Ricco il territorio di grano con una notevole produzione di olio d'oliva attestata da antica data. Con la vicinanza alla zona aquilana questo territorio può essere oggetto d' indagine storica per il collegamento tra la costa ed aeree interne.
Per la storia della Famiglia Anelli di Sulmona poi Anelli baroni La Rocca, 2022
Sulmona e Pianella:
il matrimonio tra Francesco Antonio Anelli, di Giuseppe e Candida Rosa Cipr... more Sulmona e Pianella:
il matrimonio tra Francesco Antonio Anelli, di Giuseppe e Candida Rosa Cipriani, di Giuseppe.
Nel 1890 Saverio Anelli barone La Rocca, avvocato, sposò Maria Anna de Majo.
Notiziario delle Società operaie d'Abruzzo, 2000
Pianella La Societa Operaia di Mutuo Soccorso , 2000

Il Catasto Onciario di Moscufo, anno 1614, 2022
Per la storia di Moscufo: il mulino e la gualchiera sul fiume Tavo.
In Moscufo funzionavano tre ... more Per la storia di Moscufo: il mulino e la gualchiera sul fiume Tavo.
In Moscufo funzionavano tre forni, di cui uno
comunale ed uno marchionale, una taverna,
una gualchiera, un mulino, fosse granarie,
cisterne da acqua e da olio, le vaschie per
pigiare l’uva, una bucciaria, una bottega.
Il trappeto, la taverna, il mulino (ceduto dal Fisco
in enfiteusi prima a Ferdinando e Giovanna
Castriota Carafa, ai Carafa, ai Pinelli signori
anche di Vicoli e poi ai Figliola, duchi di Città
S. Angelo, la bucciaria, non risultano censiti
perché appartenenti, alla Camera Ducale e
quindi al Fisco, che li assegnava in enfiteusi a
famiglie possidenti o dotate di censo.
Il forno, la bucciaria, la taverna, la gualchiera,
che serviva a battere i panni, il mulino per
macinare grano, il trappeto, le fosse granarie,
le cisterne da acqua e da olio, le fontane, le
vaschie, rappresentavano il tessuto connettivo
di una comunità, l’asse portante dell’economia
moscufese, attorno al quale ruotava tutta la
comunità, che si identificava nell’Università.
AA.VV. ROSONE D'ORO PREMIO INTERNAZIONALE LETTERE ARTE SCIENZE, 1996
Il Catasto Onciario di Pianella, degli anni 1746-1747, conservato presso l'archivio della Regia C... more Il Catasto Onciario di Pianella, degli anni 1746-1747, conservato presso l'archivio della Regia Camera della Summaria, oggi Archivio di Stato di Napoli, consta di n. 2 volumi cartacei di cui uno in pessimo stato di conservazione.
Emergono gli aspetti sociali ed economici.
Lo studio di questa fonte storica porta alla conoscenza di aspetti demografici, della vita quotidiana, dei mestieri e professioni, dell'importanza dell'agricoltura e della pastorizia, di aspetti religiosi e di organizzazione della vita amministrativa degli abitanti di Pianella.

I toponimi di Pianella Pescara, 2021
Prima di addentarsi nel campo minato della toponomastica, occorre armarsi di pazienza e di buona ... more Prima di addentarsi nel campo minato della toponomastica, occorre armarsi di pazienza e di buona volontà, perché è facile inciampare sul campo. La toponomastica diventa scienza della linguistica quando si incrocia con documenti, con la filologia, con l'etimologia, con la comparazione tra le lingue, quando si confronta con l'etnografia, con la storia, con l'archeologia antropologica e la tradizione orale del popolo. I toponimi possono nascondere sostrati linguistici che ci possono aprire vaste praterie nel campo della conoscenza. Alcune questioni di carattere igienico ed edilizio sono sorte fin dalla costruzione del borgo fortificato di Pianella. Il 29 aprile 1618, il camerlengo Nard'Antonio Miozzi comunica al Consiglio che molti cittadini hanno occupato strade e che quindi bisogna farle riconoscere e terminarle. Il 16 e 23 settembre 1618, si dà ordine rispettivamente di nettare la fontana di Fontegallo e di Fontanoli. Il 28 maggio 1620 si nettano le fontane e le cisterne di S. Domenico e della Piazzetta (16 settembre 1622). Il 31 luglio 1622 si dà disposizione a che si prelevino 100 salme di acqua dalla cisterna di S. Domenico per servizio dei cittadini. Il 9 settembre 1623, il camerlengo, col bracciio del capitano, ordina che si facciano i condotti alle ruguelle che causano immondizie. Il 4 aprile 1624, a seguito delle discrepanze del muro della sua casa, che Federico de Caro vuole rompere la lambia dell'Università contro la Porta della Terra, quale le due di S. Maria e possa anco coprirla; l'Università autorizza, purché non si creino danni all'Univesrità e all'osteria data in affitto a Pietro di Leone1. Astignano; trattasi di una vastissima contrada che parte dal territorio di Pianella, entra nel territorio di Cerratina e poi in quello di Castellana con una estensione di oltre 400 ha di terreno. Il toponimo antico Lasteniano deriverebbe dal germanico-longobardo wast, terreno messo a fuoco, il debbio, per poi detenerlo a coltura; si usava disboscare intere boscaglie e poi bruciare le sterpaglie e la legna. Il terreno ricco di cenere e di sali minerali era molto produttivo. Il toponimo è presente in Moscufo e diffuso in altre regioni d'Italia, partendo da Asti. La contrada Vicenne; di incerta etimologia.
Dal 900 al 1000 d. C., si iniziò la costruzione del Castello di Pianella, il cui nucleo principale era sito nell’area oggi occupata dal Comune di Pianella e dalla Chiesa di S. Domenico; le propaggini del Castello arrivavano fino alla Piazzetta, dove c’erano di stanza dei militi, le stalle per cavalli, la ferreria, la selleria, le cantine e i granai.
Il popolo ha chiamato il luogo della Piazzetta, che declina verso la fine di Via Gesualdo de Felici, lu Ca’ da Pite, il Colle o il Calle da Piedi (in basso) in contrapposizione a lu Ca’ da Cape, luogo occupato nel Medioevo dall’ex Castello e dal Chiostro di S. Domenico a fine ‘400 inizio ‘500, ed oggi dall’attuale Comune e Chiesa.

La Nuova Provincia di Pescara periodico bimestrale dell'Amministrazione provinciale a. III, N. 4 luglio-agosto 1993, 1993
La ricerca toponomastica applicata alla ricerca storico-urbanistica rappresenta un valido strumen... more La ricerca toponomastica applicata alla ricerca storico-urbanistica rappresenta un valido strumento per diverse branche del sapere.
I nomi propri dei singoli luoghi conservano una traccia della propria origine.
Numerosi i nomi di contrade e frazioni abruzzesi che sono dei gioielli toponomastici. Abbateggio, Cappelle sul Tavo, Elice, Lettomanoppello, Moscufo, Pescara, Penne, Pianella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Spoltore e tante altre località trattate nell'articolo.
I glottologi devono possedere competenze molto vaste per scandagliare il passato.
Le trascrizioni arbitrarie sono pesanti inesattezze e costituiscono veri e propri falsi storici.
La contrada Marchegiani o Marcheggiani viene chiamata dal popolo 'a le Marchesciane', famiglia stanziata a Pianella tra il XVIII ed il XIX secolo che ha dato il nome, toponimo alla Fontana e ad una contrada di Pianella.
La microstoria militare e sociale pianellese, 2012
Pianella nell'era fascista
Si continua col "patriottismo" iniziato dopo il 1860, con l'apposizio... more Pianella nell'era fascista
Si continua col "patriottismo" iniziato dopo il 1860, con l'apposizione di lapidi dedicate a patrioti e caduti risorgimentali, a caduti della I Guerra mondiale; si procede ad assegnare ad interi quartieri toponimi attinenti alla Grande Guerra (Via Monte Grappa; via Isonzo; via Oslavia, Piazza Diaz, ecc.) viene inaugurata, dopo polemiche, in Pianella la lapide ai caduti della Prima Guerra mondiale e delle prime guerre d'Africa, per sfociare piano piano, a livello nazionale, nel militarismo e con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania.
Filandro de Collibus partecipò alla Prima Guerra mondiale, tornò al suo paese e costituì, seguito da numerosi amici e compagni d'arme, la Sezione combattenti di Pianella nell'ottobre del 1919; una delle prime fondate nella provincia teramana.
Premio Giuseppe Porto - Pianella- Pescara, 2011
Verbum caro factum est...
Prima del tempo
quando l'universo fu creato
dall'oscurità
il Verbo era... more Verbum caro factum est...
Prima del tempo
quando l'universo fu creato
dall'oscurità
il Verbo era presso Dio.
Venne nel mondo
nella sua misericordia
Dio ha mandato il Figlio suo
tutto se stesso come pane.
Si parla degli ultimi cantori pianellesi che giravano per le campagne cantando il Verbum caro e La Passione "La passejone de Jasù Creste".
Trascrizione musicale del Verbum caro dell'area dell'Alto Sangro ad opera del Maestro Pincelli.
X EDIZIONE PREMIO POESIA DIALETTALE GIUSEPPE PORTO LUGLIO, 2007
Il 12 e 13 maggio 2007 si svolse a Caramanico il Convegno sul personaggio risorgimentale abruzzes... more Il 12 e 13 maggio 2007 si svolse a Caramanico il Convegno sul personaggio risorgimentale abruzzese Silvino Olivieri che ebbe rapporti epistolari con Mazzini.
Numerosi i partecipanti.
Il convegno ha voluto sottolineare l'importanza del personaggio abruzzese che fu protagonista in Argentina nella lotta per l'indipendenza di Buenos Aires (nel 1854 si costituì in Stato autonomo fino al 23 ottobre 1859).
Importanti lo studio ed i legami parentali con una importante famiglia abruzzese e con l'antica famiglia Cambaceres.
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Papers by Vittorio Morelli
parte della Contea di S. Valentino, passò agli
Orsini. Nel 1487 gran parte di Pianella del
Demanio Reale viene ceduta dal re Ferdinando
II a Organtino Orsini, conte di S. Valentino, della
cui contea Pianella faceva parte. Nel 1507 gli
Orsini vendettero Pianella ed altri feudi per
6000 ducati a Carlo della Tolfa.
La famiglia de Frigiis Penatibus (imparentata
con i Frangipane) della Tolfa, di origine laziale,
che ha allungato il cognome aggiungendo
il toponimo etnico Tolfa, era proprietaria di
gran parte di Pianella.
Per la prima volta si pone l'accento sul contesto storico-politico- culturale della cittadina abruzzese che ha ospitato ed accolto l'opera d'arte per diversi secoli.
Attualmente il polittico è visibile e conservato per il MUNDA all'Aquila.
Bernardino (Penne, XV secolo – XVI secolo) probabilmente allievo di Saturnino Gatti, è documentato per lavori eseguiti nel 1504 per la Confraternita della Concezione all'Aquila, mentre Sebastiano di Cola da Casentino firma nel 1486 un affresco nella chiesa di S. Maria ad Cryptas.
Quando è arrivato il Polittico a Pianella? Una domanda alla quale bisogna cercare di dare una risposta.
Certamente dopo la nomina a Conte di Giacomo Probi e di Alessandro Sforza.
La presenza a Pianella di abati parmensi e del nord Italia favorirono detto ingresso; alcuni pensarono di recuperare l’opera presso qualche bottega, ritenendo di dover dotare l’Abbazia di S. Maria detta " La Grande" di un’opera
su legno raffigurante soggetti sacri racchiusi nelle nicchie.
Madonna in trono con Bambino, San Michele Arcangelo, San Bonaventura, San Sebastiano, angeli musicanti, Cristo tra gli Apostoli.
cartoline illustrate di Civitaquana degli anni Venti con al verso la
scritta: “foto Alfonso D’Aloisio (Pianella)”.
Preso dal vecchio amore per la fotografia, con la sua bicicletta dal
grosso fanale, sulla quale caricava il cavalletto e la macchina
fotografica con il telo, faceva il giro delle campagne, presso famiglie
numerose per scattare foto ai famigliari che l’avrebbero spedite o
semplicemente per il piacere di concedersi un ritratto gioioso.
La ristampa della "guida turistica", come è stata definita, “Pianella e il suo risveglio” del 1928, faceva parte della Collana Editoriale della SEBAM di Lanciano che aveva lo scopo di pubblicare una serie di monografie su Città e Paesi d’Abruzzo: un progetto editoriale, di ampio respiro per l'epoca, voluto da due famosi giornalisti e scrittori abruzzesi del Novecento Federico Mola e Alfredo Bontempi che sono riusciti a coprire soltanto una piccola parte dei Comuni abruzzesi. Pianella ha avuto la fortuna di essere stata inserita immediatamente nella Collana ed oggi possiamo sfogliare le pagine con un apparato critico curato da Vittorio Morelli, storico.
Sono presenti numerose pubblicità del tempo delle attività più importanti: pastificio, tessuti, alberghi. Sono citate le opere pubbliche realizzate e le attività sociali che si svolgevano sul territorio ed è presente una carrellata di immagini sui monumenti ed opere d'arte più importanti.
Don Everino è uno degli estensori delle memorie storiche di Pianella, insieme ad Alterisio Lizza, Vincenzo Verrotti, Camillo de Felici, Vincenzo Tribuzi ed altri. Con Regio Decreto del 6 ottobre 1905 fu nominato parroco per la parrocchia di S. Salvatore in virtù del Regio patronato.
La famiglia Leognani Ferramosca possedeva un mulino ad acqua. Ricco il territorio di grano con una notevole produzione di olio d'oliva attestata da antica data. Con la vicinanza alla zona aquilana questo territorio può essere oggetto d' indagine storica per il collegamento tra la costa ed aeree interne.
il matrimonio tra Francesco Antonio Anelli, di Giuseppe e Candida Rosa Cipriani, di Giuseppe.
Nel 1890 Saverio Anelli barone La Rocca, avvocato, sposò Maria Anna de Majo.
In Moscufo funzionavano tre forni, di cui uno
comunale ed uno marchionale, una taverna,
una gualchiera, un mulino, fosse granarie,
cisterne da acqua e da olio, le vaschie per
pigiare l’uva, una bucciaria, una bottega.
Il trappeto, la taverna, il mulino (ceduto dal Fisco
in enfiteusi prima a Ferdinando e Giovanna
Castriota Carafa, ai Carafa, ai Pinelli signori
anche di Vicoli e poi ai Figliola, duchi di Città
S. Angelo, la bucciaria, non risultano censiti
perché appartenenti, alla Camera Ducale e
quindi al Fisco, che li assegnava in enfiteusi a
famiglie possidenti o dotate di censo.
Il forno, la bucciaria, la taverna, la gualchiera,
che serviva a battere i panni, il mulino per
macinare grano, il trappeto, le fosse granarie,
le cisterne da acqua e da olio, le fontane, le
vaschie, rappresentavano il tessuto connettivo
di una comunità, l’asse portante dell’economia
moscufese, attorno al quale ruotava tutta la
comunità, che si identificava nell’Università.
Emergono gli aspetti sociali ed economici.
Lo studio di questa fonte storica porta alla conoscenza di aspetti demografici, della vita quotidiana, dei mestieri e professioni, dell'importanza dell'agricoltura e della pastorizia, di aspetti religiosi e di organizzazione della vita amministrativa degli abitanti di Pianella.
Dal 900 al 1000 d. C., si iniziò la costruzione del Castello di Pianella, il cui nucleo principale era sito nell’area oggi occupata dal Comune di Pianella e dalla Chiesa di S. Domenico; le propaggini del Castello arrivavano fino alla Piazzetta, dove c’erano di stanza dei militi, le stalle per cavalli, la ferreria, la selleria, le cantine e i granai.
Il popolo ha chiamato il luogo della Piazzetta, che declina verso la fine di Via Gesualdo de Felici, lu Ca’ da Pite, il Colle o il Calle da Piedi (in basso) in contrapposizione a lu Ca’ da Cape, luogo occupato nel Medioevo dall’ex Castello e dal Chiostro di S. Domenico a fine ‘400 inizio ‘500, ed oggi dall’attuale Comune e Chiesa.
I nomi propri dei singoli luoghi conservano una traccia della propria origine.
Numerosi i nomi di contrade e frazioni abruzzesi che sono dei gioielli toponomastici. Abbateggio, Cappelle sul Tavo, Elice, Lettomanoppello, Moscufo, Pescara, Penne, Pianella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Spoltore e tante altre località trattate nell'articolo.
I glottologi devono possedere competenze molto vaste per scandagliare il passato.
Le trascrizioni arbitrarie sono pesanti inesattezze e costituiscono veri e propri falsi storici.
La contrada Marchegiani o Marcheggiani viene chiamata dal popolo 'a le Marchesciane', famiglia stanziata a Pianella tra il XVIII ed il XIX secolo che ha dato il nome, toponimo alla Fontana e ad una contrada di Pianella.
Si continua col "patriottismo" iniziato dopo il 1860, con l'apposizione di lapidi dedicate a patrioti e caduti risorgimentali, a caduti della I Guerra mondiale; si procede ad assegnare ad interi quartieri toponimi attinenti alla Grande Guerra (Via Monte Grappa; via Isonzo; via Oslavia, Piazza Diaz, ecc.) viene inaugurata, dopo polemiche, in Pianella la lapide ai caduti della Prima Guerra mondiale e delle prime guerre d'Africa, per sfociare piano piano, a livello nazionale, nel militarismo e con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania.
Filandro de Collibus partecipò alla Prima Guerra mondiale, tornò al suo paese e costituì, seguito da numerosi amici e compagni d'arme, la Sezione combattenti di Pianella nell'ottobre del 1919; una delle prime fondate nella provincia teramana.
Prima del tempo
quando l'universo fu creato
dall'oscurità
il Verbo era presso Dio.
Venne nel mondo
nella sua misericordia
Dio ha mandato il Figlio suo
tutto se stesso come pane.
Si parla degli ultimi cantori pianellesi che giravano per le campagne cantando il Verbum caro e La Passione "La passejone de Jasù Creste".
Trascrizione musicale del Verbum caro dell'area dell'Alto Sangro ad opera del Maestro Pincelli.
Numerosi i partecipanti.
Il convegno ha voluto sottolineare l'importanza del personaggio abruzzese che fu protagonista in Argentina nella lotta per l'indipendenza di Buenos Aires (nel 1854 si costituì in Stato autonomo fino al 23 ottobre 1859).
Importanti lo studio ed i legami parentali con una importante famiglia abruzzese e con l'antica famiglia Cambaceres.
parte della Contea di S. Valentino, passò agli
Orsini. Nel 1487 gran parte di Pianella del
Demanio Reale viene ceduta dal re Ferdinando
II a Organtino Orsini, conte di S. Valentino, della
cui contea Pianella faceva parte. Nel 1507 gli
Orsini vendettero Pianella ed altri feudi per
6000 ducati a Carlo della Tolfa.
La famiglia de Frigiis Penatibus (imparentata
con i Frangipane) della Tolfa, di origine laziale,
che ha allungato il cognome aggiungendo
il toponimo etnico Tolfa, era proprietaria di
gran parte di Pianella.
Per la prima volta si pone l'accento sul contesto storico-politico- culturale della cittadina abruzzese che ha ospitato ed accolto l'opera d'arte per diversi secoli.
Attualmente il polittico è visibile e conservato per il MUNDA all'Aquila.
Bernardino (Penne, XV secolo – XVI secolo) probabilmente allievo di Saturnino Gatti, è documentato per lavori eseguiti nel 1504 per la Confraternita della Concezione all'Aquila, mentre Sebastiano di Cola da Casentino firma nel 1486 un affresco nella chiesa di S. Maria ad Cryptas.
Quando è arrivato il Polittico a Pianella? Una domanda alla quale bisogna cercare di dare una risposta.
Certamente dopo la nomina a Conte di Giacomo Probi e di Alessandro Sforza.
La presenza a Pianella di abati parmensi e del nord Italia favorirono detto ingresso; alcuni pensarono di recuperare l’opera presso qualche bottega, ritenendo di dover dotare l’Abbazia di S. Maria detta " La Grande" di un’opera
su legno raffigurante soggetti sacri racchiusi nelle nicchie.
Madonna in trono con Bambino, San Michele Arcangelo, San Bonaventura, San Sebastiano, angeli musicanti, Cristo tra gli Apostoli.
cartoline illustrate di Civitaquana degli anni Venti con al verso la
scritta: “foto Alfonso D’Aloisio (Pianella)”.
Preso dal vecchio amore per la fotografia, con la sua bicicletta dal
grosso fanale, sulla quale caricava il cavalletto e la macchina
fotografica con il telo, faceva il giro delle campagne, presso famiglie
numerose per scattare foto ai famigliari che l’avrebbero spedite o
semplicemente per il piacere di concedersi un ritratto gioioso.
La ristampa della "guida turistica", come è stata definita, “Pianella e il suo risveglio” del 1928, faceva parte della Collana Editoriale della SEBAM di Lanciano che aveva lo scopo di pubblicare una serie di monografie su Città e Paesi d’Abruzzo: un progetto editoriale, di ampio respiro per l'epoca, voluto da due famosi giornalisti e scrittori abruzzesi del Novecento Federico Mola e Alfredo Bontempi che sono riusciti a coprire soltanto una piccola parte dei Comuni abruzzesi. Pianella ha avuto la fortuna di essere stata inserita immediatamente nella Collana ed oggi possiamo sfogliare le pagine con un apparato critico curato da Vittorio Morelli, storico.
Sono presenti numerose pubblicità del tempo delle attività più importanti: pastificio, tessuti, alberghi. Sono citate le opere pubbliche realizzate e le attività sociali che si svolgevano sul territorio ed è presente una carrellata di immagini sui monumenti ed opere d'arte più importanti.
Don Everino è uno degli estensori delle memorie storiche di Pianella, insieme ad Alterisio Lizza, Vincenzo Verrotti, Camillo de Felici, Vincenzo Tribuzi ed altri. Con Regio Decreto del 6 ottobre 1905 fu nominato parroco per la parrocchia di S. Salvatore in virtù del Regio patronato.
La famiglia Leognani Ferramosca possedeva un mulino ad acqua. Ricco il territorio di grano con una notevole produzione di olio d'oliva attestata da antica data. Con la vicinanza alla zona aquilana questo territorio può essere oggetto d' indagine storica per il collegamento tra la costa ed aeree interne.
il matrimonio tra Francesco Antonio Anelli, di Giuseppe e Candida Rosa Cipriani, di Giuseppe.
Nel 1890 Saverio Anelli barone La Rocca, avvocato, sposò Maria Anna de Majo.
In Moscufo funzionavano tre forni, di cui uno
comunale ed uno marchionale, una taverna,
una gualchiera, un mulino, fosse granarie,
cisterne da acqua e da olio, le vaschie per
pigiare l’uva, una bucciaria, una bottega.
Il trappeto, la taverna, il mulino (ceduto dal Fisco
in enfiteusi prima a Ferdinando e Giovanna
Castriota Carafa, ai Carafa, ai Pinelli signori
anche di Vicoli e poi ai Figliola, duchi di Città
S. Angelo, la bucciaria, non risultano censiti
perché appartenenti, alla Camera Ducale e
quindi al Fisco, che li assegnava in enfiteusi a
famiglie possidenti o dotate di censo.
Il forno, la bucciaria, la taverna, la gualchiera,
che serviva a battere i panni, il mulino per
macinare grano, il trappeto, le fosse granarie,
le cisterne da acqua e da olio, le fontane, le
vaschie, rappresentavano il tessuto connettivo
di una comunità, l’asse portante dell’economia
moscufese, attorno al quale ruotava tutta la
comunità, che si identificava nell’Università.
Emergono gli aspetti sociali ed economici.
Lo studio di questa fonte storica porta alla conoscenza di aspetti demografici, della vita quotidiana, dei mestieri e professioni, dell'importanza dell'agricoltura e della pastorizia, di aspetti religiosi e di organizzazione della vita amministrativa degli abitanti di Pianella.
Dal 900 al 1000 d. C., si iniziò la costruzione del Castello di Pianella, il cui nucleo principale era sito nell’area oggi occupata dal Comune di Pianella e dalla Chiesa di S. Domenico; le propaggini del Castello arrivavano fino alla Piazzetta, dove c’erano di stanza dei militi, le stalle per cavalli, la ferreria, la selleria, le cantine e i granai.
Il popolo ha chiamato il luogo della Piazzetta, che declina verso la fine di Via Gesualdo de Felici, lu Ca’ da Pite, il Colle o il Calle da Piedi (in basso) in contrapposizione a lu Ca’ da Cape, luogo occupato nel Medioevo dall’ex Castello e dal Chiostro di S. Domenico a fine ‘400 inizio ‘500, ed oggi dall’attuale Comune e Chiesa.
I nomi propri dei singoli luoghi conservano una traccia della propria origine.
Numerosi i nomi di contrade e frazioni abruzzesi che sono dei gioielli toponomastici. Abbateggio, Cappelle sul Tavo, Elice, Lettomanoppello, Moscufo, Pescara, Penne, Pianella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Spoltore e tante altre località trattate nell'articolo.
I glottologi devono possedere competenze molto vaste per scandagliare il passato.
Le trascrizioni arbitrarie sono pesanti inesattezze e costituiscono veri e propri falsi storici.
La contrada Marchegiani o Marcheggiani viene chiamata dal popolo 'a le Marchesciane', famiglia stanziata a Pianella tra il XVIII ed il XIX secolo che ha dato il nome, toponimo alla Fontana e ad una contrada di Pianella.
Si continua col "patriottismo" iniziato dopo il 1860, con l'apposizione di lapidi dedicate a patrioti e caduti risorgimentali, a caduti della I Guerra mondiale; si procede ad assegnare ad interi quartieri toponimi attinenti alla Grande Guerra (Via Monte Grappa; via Isonzo; via Oslavia, Piazza Diaz, ecc.) viene inaugurata, dopo polemiche, in Pianella la lapide ai caduti della Prima Guerra mondiale e delle prime guerre d'Africa, per sfociare piano piano, a livello nazionale, nel militarismo e con l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania.
Filandro de Collibus partecipò alla Prima Guerra mondiale, tornò al suo paese e costituì, seguito da numerosi amici e compagni d'arme, la Sezione combattenti di Pianella nell'ottobre del 1919; una delle prime fondate nella provincia teramana.
Prima del tempo
quando l'universo fu creato
dall'oscurità
il Verbo era presso Dio.
Venne nel mondo
nella sua misericordia
Dio ha mandato il Figlio suo
tutto se stesso come pane.
Si parla degli ultimi cantori pianellesi che giravano per le campagne cantando il Verbum caro e La Passione "La passejone de Jasù Creste".
Trascrizione musicale del Verbum caro dell'area dell'Alto Sangro ad opera del Maestro Pincelli.
Numerosi i partecipanti.
Il convegno ha voluto sottolineare l'importanza del personaggio abruzzese che fu protagonista in Argentina nella lotta per l'indipendenza di Buenos Aires (nel 1854 si costituì in Stato autonomo fino al 23 ottobre 1859).
Importanti lo studio ed i legami parentali con una importante famiglia abruzzese e con l'antica famiglia Cambaceres.
Le chiese, intitolate al Ss. Salvatore, sono molto antiche e quasi tutte di origine longobarda.
I Longobardi, pur essendo stati sconfitti dai Franchi di Carlo Magno nel 777, sono rimasti in Italia, dichiarandosi vassalli del Papa e contando sull'appoggio degli abati di Montecassino.
Sono stati registrati vocaboli , verbi che risentono dell'influenza greca, latina, veneziana, turca e napoletana.
Il patrimonio linguistico di un popolo vale per tutto ciò che esprime; non si può parlare del significato delle parole senza avere studiato il contesto antropologico e storico, gli usi e costumi.