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Stefano Brachetti

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Stefano Brachetti, architetto.
Si laurea a Roma, all'Università degli Studi "La Sapienza", con una tesi d'indagine storica su un intervento architettonico ed urbanistico del Cinquecento, a Tuscania. Master di I livello in Comunicazione per i Beni Culturali.
Lavora al Mibact, dapprima come Assistente Tecnico Museale, quindi come AFAV. Ha collaborato all'organizzazione di mostre ed eventi, ha assistito a diversi cantieri di restauro, si è occupato di gestione del personale. Ha svolto lungamento il ruolo di Registrar e Coordinatore del personale al Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. In seguito membro dello staff del Direttore del Polo Museale del Lazio. Oggi è Funzionario per la Promozione e la Comunicazione presso la Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino con responsabilità dell'Ufficio Eventi, Comunicazione e Marketing e Direttore della Rocca Demaniale di Gradara

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L'Immagine romantica di CSA

Castel Sant'Angelo tra '800 e '900, 2016

Vedute di Castel Sant'Angelo da Piranesi a Caffi.

TUSCANIA: BREVE PROFILO DELLO SVILUPPO DELLA CITTÀ

Inedito, 2010

Alla caduta dell'Impero Romano la perdita delle strutture am-ministrative territoriali venne colm... more Alla caduta dell'Impero Romano la perdita delle strutture am-ministrative territoriali venne colmata dal consolidarsi delle istituzioni ecclesiastiche 1. I vescovi, in particolare, divennero i rappresentanti lo-cali della massima autorità sia religiosa che giuridico-amministrativa. Essi avevano competenza su una vasta area sub-regionale che inclu-deva diversi centri abitati con i rispettivi territori sui quali la città sede della cattedra vescovile estendeva la sua influenza: la diocesi. Nel VI secolo, Tuscania, divenuta sede di diocesi, estendeva la sua giurisdizione su un vastissimo territorio compreso tra i fiumi Fiora e Mignone ed il laghi di Bolsena e Vico includendo-tra gli altri-Vi-terbo e Corneto (Tarquinia) ridotti a castelli 2. Tale autorità venne di-minuita dall'avvento dei Longobardi (574) per riprendere vigore quando, con la caduta del loro regno (774), il territorio passò al con-trollo pontifico. Furono questi anni fiorenti per Tuscania ed il rinno-varsi del potere vescovile venne celebrato con il trasferimento della cattedra dalla antica chiesa di S. Maria Maggiore alla nuova di S. Pietro. Dopo un ulteriore periodo di crisi, coincidente con i disordini del X secolo, per l'intraprendenza del vescovo Riccardo, la diocesi venne nuovamente ampliata su concessione dell'antipapa Clemente III con l'inclusione delle diocesi di Blera e Centocelle (Civitavecchia) 3. Frat-tanto, oltre all'acquisizione dell'autorità politico-amministrativa, gli enti ecclesiastici-anticipando quanto avverrà con i feudatari-anda-vano accumulando proprietà fondiarie: larga parte del territorio della diocesi tuscanese includeva vasti possedimenti dell'Abbazia di S.

CHIARE, FRESCHE ET DOLCI ACQUE. TUSCANIA: LA STORIA DI PIETRA SCRITTA CON L'ACQUA

L'Opinione, 2011

Il legame tra lo sviluppo della città e le fonti idriche.

TOSCANELLA, 7 GIUGNO 1495: IL SACCO DI CARLO VIII. LA FINE DEL MEDIOEVO

Analisi storiografica del rilevante fatto di armi che ebbe teatro a Toscanella (oggi Tuscania) su... more

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