Papers by Stefania De Nardis

Proceedings of the Conference on Information Technology for Social Good, 2021
Managing and sharing cultural heritages also in supranational and multi-literate contexts is a ve... more Managing and sharing cultural heritages also in supranational and multi-literate contexts is a very hot research topic. In this paper we discuss the research we are conducting in the DigitalMaktaba project, presenting the first steps for designing an innovative workflow and tool for the automatic extraction of knowledge from documents written in multiple non-Latin languages (Arabic, Persian and Azerbaijani languages). The tool leverages different OCR, text processing techniques and linguistic corpora in order to provide both a highly accurate extracted text and a rich metadata content, overcoming typical limitations of current state-of-the-art systems; this will enable in the near future the development of an automatic cataloguer which we hope will ultimately help in better preserving and conserving culture in such a demanding scenario. CCS CONCEPTS • Applied computing → Document management and text processing; Digital libraries and archives.

Qui ci sono 15 mila italiani. Dove sono?» 1 si chiedeva Alarico Buonaiuti 2 in una lettera inviat... more Qui ci sono 15 mila italiani. Dove sono?» 1 si chiedeva Alarico Buonaiuti 2 in una lettera inviata da Costantinopoli il 18 febbraio 1908 a Giuseppe 1 Archivio Storico Dante Alighieri (da qui, ASDA), fasc. Costantinopoli , 167A. La cifra indicata da Buonaiuti non corrisponde probabilmente con esattezza alla realtà, e lo stesso « Diacronie Studi di Storia Contemporanea www.diacronie.it N. 20 | 4|2014 Il diritto militante 14/ La Società Dante Alighieri da Costantinopoli a Istanbul. 1895-1922: diffusione della lingua e pedagogia nazionale Stefania DE NARDIS * La Società Dante Alighieri fu fondata a Roma nel 1889. La sede di Costantinopoli fu inaugurata nel 1895; da allora è stata un centro di aggregazione sociale e culturale per la comunità italiana di Istanbul operando attraverso iniziative quali l'istituzione di scuole, la biblioteca, l'organizzazione di pubbliche conferenze, la promozione della lingua italiana. Ma la Società è stata anche il riflesso dei cambiamenti sociali e politici che da Roma si imponevano alle comunità italiane all'estero. Attraverso le fonti conservate presso l'Archivio della Società, questo articolo intende analizzare da una parte il modo in cui la direzione centrale della Società ha affrontato il passaggio cruciale fra XIV e XX secolo, quando visse il passaggio da un'impostazione basata su ideali risorgimentali a una più marcatamente nazionalista, che sfocerà nella fascistizzazione della Società stessa, dall'altra il modo in cui questa nuova concezione si scontra con il nascente nazionalismo turco alla vigilia del crollo dell'impero. La Società Dante Alighieri da Costantinopoli a Istanbul 1895-1922: diffusione della lingua e pedagogia nazionale Diacronie. Studi di Storia Contemporanea 2 Zaccagnini, già presidente del comitato locale della Società Dante Alighieri, divenuto poi segretario generale della società presso la sede centrale di Roma. Nella storia del comitato di Istanbul della Società Dante Alighieri lo sforzo dei dirigenti locali per implementare l'adesione dei connazionali fu un tratto costante fin dall'atto di fondazione, il 20 settembre 1895 3 , un'esigenza ovviamente insita nei fini della Società, ma rafforzata anche dalle direttive societarie centrali, che vedevano da tempo nella comunità italiana della città una delle piazze dalle maggiori potenzialità per gli scopi della Dante. Già durante i lavori del IV° Congresso generale di Firenze del novembre 1893, infatti, i territori del Levante erano stati confermati di prioritario interesse, in linea con una tendenza inaugurata proprio a partire da fine Ottocento, con lo sviluppo dei comitati esteri, e concorde con la visione espansionistica crispina. L'idea di creare un comitato a Istanbul trovò in questo clima un terreno fertilissimo. Nella capitale ottomana meglio che altrove poteva attecchire il Leitmotiv del ritornare ad antiche grandezze. La decisione fu presa in una giornata dell'Agosto del 1895, fra una schiera di giovani riuniti a banchetto nell'incantevole altura di Giamligià [Çamlıca]. La mole altera della torre di Galata, e laggiù, nello sfondo cupo del mar Nero, i ruderi del Castello dei Genovesi, parlavano loro dell'antica grandezza d'Italia, mentre nell'azzurro denso del Bosforo, dallo Stazionario delle navi mercantili sventolava al sole il tricolore della patria risorta, anelante a nuovi destini 4 . Zaccagnini in una sua pubblicazione del 1909 indica una cifra di circa 8.000 italiani regolarmente registrati in città, cfr. ZACCAGNINI, Giuseppe, La vita a Costantinopoli, Torino, F.lli Bocca, 1909, p. 71. Angiolo Mori -cui si deve uno dei primi e più completi studi sulla comunità italiana di Istanbul, nel 1906 -premettendo che non era possibile risalire al numero esatto poiché non tutti i residenti italiani a Istanbul si iscrissero ai registri consolari, afferma che «mentre i nuovi registri consolari, aperti il 1° gennaio 1881, danno al 31 dicembre 1905 un numero di iscritti di 8922 nazionali, i calcoli più recenti farebbero ammontare la nostra colonia a 12.500 per alcuni, a 14.000 nazionali per gli altri», MORI, Angiolo, Gli italiani a Costantinopoli. Monografia coloniale presentata alla Camera di Commercio italiana di Costantinopoli alla mostra degli italiani all'estero, Modena, Società tipografica modenese, 1906, p. 210. 2 Fratello di Ernesto, storico e sacerdote esponente del modernismo. 3 Secondo quanto si può dedurre dalle relazioni inviate alla sede centrale e, dal 1920 al 1925, dal Bollettino ufficiale della Dante di Istanbul, il numero di soci iscritti per anno fu: 22 al momento della fondazione, nel ; meno di 900 nel 1931, circa 1000 nel 1938. 4 MORI, Angiolo, Gli italiani a Costantinopoli, cit., p. 269. STEFANIA DE NARDIS Diacronie. Studi di Storia Contemporanea 3
Nell'insieme delle espressioni utilizzate correntemente per esprimere il concetto dell'incomprens... more Nell'insieme delle espressioni utilizzate correntemente per esprimere il concetto dell'incomprensibilità comunicativa, parlar turco e parlare arabo sono interscambiabili nell'immaginario linguistico collettivo. La facilità con la quale si tende ad accostare due lingue in realtà diverse, deriva indubbiamente da una conoscenza ancora superficiale della storia e della cultura turche. Solo recentemente, con il crescente interesse per i destini della Repubblica di Turchia, specie in relazione alla sua collocazione sullo scacchiere geopolitico mondiale, si è riaccesa la curiosità su un paese fino a qualche anno fa percepito, anche a livello culturale, in modo piuttosto astratto e confuso oltre il perimetro della cerchia degli studiosi addetti ai lavori.
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