Drafts by Rosanna Biscardi
inedito , Jan 18, 2025
Questo studio intende rintracciare i caratteri architettonici del periodo compreso tra XIV e XVI ... more Questo studio intende rintracciare i caratteri architettonici del periodo compreso tra XIV e XVI secolo a Sant’Agata de Goti, in gran parte perduti, attraverso la presenza di quattro finestre.
Il Santuario di Santa Maria di Palmentata, frazione di Sant'Agata de Goti, ha una storia molto in... more Il Santuario di Santa Maria di Palmentata, frazione di Sant'Agata de Goti, ha una storia molto interessante, sia per la dedicazione, sia per gli aspetti costruttivi.
La genesi dell'edificio è la cavità sotterranea, utilizzata per varie funzioni.
Luoghi Alfonsiani e Luoghi Vanvitelliani: costruzioni materiali e spirituali nella valle Caudina, 2023
Nella seconda metà del Settecento nell’ area della valle Caudina si incrociano le attività di Lui... more Nella seconda metà del Settecento nell’ area della valle Caudina si incrociano le attività di Luigi Vanvitelli – progettista e costruttore materiale – e Alfonso Maria de Liguori – progettista e costruttore spirituale. La valle Caudina è a quel tempo un territorio compreso nel perimetro della Diocesi di Sant’ Agata de Goti, fondata nel 970; identificheremo i Luoghi Alfonsiani e i Luoghi Vanvitelliani, intesi come segni culturali oltre che come punti geografici, da tutelare e valorizzare nell'odierna valle Caudina.
Appunti per un progetto di Area Vasta in Valle Caudina presentati ad Airola (BN), 2023
L'Area vasta Valle Caudina è composta da 14 centri urbani appartenenti a diverse province, legati... more L'Area vasta Valle Caudina è composta da 14 centri urbani appartenenti a diverse province, legati da comuni intenti di tipo economico, storico, promozionale, antropologico e culturale.
Il 1 dicembre 2003 il Seminario organizzato dalla pro loco Airola Città presso l'IPM di Airola, ha consentito di proporre la creazione di reti materiali e immateriali in Valle Caudina in ottica di Area vasta, basata sull'esistenza di progetti già in atto, considerati incubatori di sviluppo.
Gli appunti che seguono, frutto di una progettazione dell'architetto Rosanna Biscardi, manager di Area Vasta, illustrano la strada da percorrere per organizzare le reti in ottica sostenibile ed Eco-Logica.

Il saggio "Saticola, città visibile e nascosta" è un'indagine sull’ antica città dei Sanniti, c... more Il saggio "Saticola, città visibile e nascosta" è un'indagine sull’ antica città dei Sanniti, che sfrutta l’archeologia ed i segni del paesaggio per individuarne lo spazio urbano e indicare una tutela sostenibile. La ricerca fa riferimento a discipline come la Sismografia storica, la Poliorcetica e la Toponomastica per definire le forme urbane ed architettoniche di Sant'Agata de Goti, borgo nato nel Medioevo dall’ espansione di Saticola.
Partendo dalla connessione tra la morfologia dei luoghi, le datazioni, le testimonianze storiche e le tracce archeologiche ufficialmente schedate come reperti sannito-romani del IV-I secolo a.C., si cerca di ‘visualizzare’ Saticola nel moderno territorio. Un aiuto importante proviene anche dal confronto con altre città della stessa natura, studiate dagli archeologi negli anni. Ricostruendo la città-tipo dei Sanniti con le sue aree funzionali, si giunge ad un’ipotesi finale sul non-luogo dove sorgeva Saticola nel IV secolo a.C.
Saticola, infatti, diventò vera e propria area urbana solo con la conquista dei Romani, nel 313 a.C., che la trasformarono in Colonia di Diritto Latino. L’ipotesi è che, dopo quella data, gli abitanti sopravvissuti allo scontro ottennero uno spazio abitativo e religioso su un'altura di Tufo protetta da due fiumi, al margine della valle occupata dalle centurie dei soldati Veterani.
Le centurie si trasformarono, entro qualche secolo, in grandi proprietà terriere dei Senatori Romani. Nel 42 a.C però, Ottaviano Augusto, tornato vittorioso da Filippi e Azio, distribuì queste proprietà ai suoi soldati, arruolati in Oriente, costruendo sulla rocca tufacea un castrum militare. Il castrum fu la prima cellula urbana razionalmente organizzata in uno spazio urbano agricolo abitato solo nei vici. Nel Tardo Impero, con Diocleziano, la rocca del castrum fu fortificata secondo le norme militari bizantine, conservando oggi la cinta difensiva intatta.
Tra il VII e il IX secolo, sotto i Longobardi, il nucleo arroccato diventò borgo medievale, col nome di Sant’ Agata. I vici sparsi nel territorio assunsero la fisionomia di masserie fortificate all'interno di Curtis. Oggi si identificano con le contrade all’ interno del perimetro comunale.
La città di Saticola si divise per due secoli tra il potere dei duchi longobardi e quello dei vescovi e dei dux bizantini. In essa si praticò sia il culto cristiano cattolico sia quello cristiano ortodosso. Nel IX secolo la dipendenza economica dal Principato di Salerno e quella politica dal Ducato di Benevento divennero conflittuali. La città aveva una posizione geografica strategica sul territorio, al confine fra Campania e Samnium. Era dotata di una vasta area rurale con pianure e colline, corsi d'acqua e sorgenti, molti edifici ecclesiali sparsi nel territorio, frutto di un sincretismo cultuale senza precedenti, che ha lasciato segni architettonici singolari. Dalla Curia episcopale e dal castello Ducale si esercitavano i due poteri, in piena indipendenza politica rispetto alle Leggi dell’Imperatore. In questa forma, nel X secolo, l'antica Saticola, intitolata a Sant’Agata dopo l’arrivo di reliquie da Costantinopoli, diventò Diocesi ed entrò a far parte del Sacro Romano Impero.
Rosanna Biscardi

Le cavità sotterranee di Sant'Agata de'Goti
di Rosanna Biscardi
architetto Manager di Area Vasta ... more Le cavità sotterranee di Sant'Agata de'Goti
di Rosanna Biscardi
architetto Manager di Area Vasta specializzata in Restauro
Sull'origine e sulla prepotente bellezza della fortezza di Sant'Agata de Goti molto è stato detto e scritto; l'antica Saticola di Tito Livio, identificata oramai ufficialmente in questo territorio attraverso i ritrovamenti delle necropoli sulle pendici del Taburno a nord est del borgo altomedievale, pesa da tempo nella Storia, grazie al ruolo assunto in epoca romana di postazione militare e amministrativa ─ secolare ancorché clericale ─ indispensabile a vigilare i traffici che si svolgevano tra la Regio Samnium e la Regio Latium-Campania, giacché posta esattamente al confine tra le due terre.
È qui che, secondo Francesco Viparelli, nel 42 a.C. Ottaviano Augusto piombò sulla civitas felicemente dedita alla coltivazione delle antiche centurie sparse nella valle del Volturno, scaturite dalla colonizzazione romana dopo la conquista della città sannita a partire dal 305 a.C.; la popolazione era immersa nel buon vivere grazie al favore delle condizioni naturali e ad una innata propensione per l'indipendenza e la vita comoda, che la rendeva affine ai Capuani più che ai Romani, al punto da rifiutarsi di aiutare questi ultimi nella Guerra Sociale.
La punizione di Ottaviano Augusto giunto in questa splendida terra, consistette nell'esproprio, secondo le leggi di Gaio Mario varate nel 107 a.C., delle terre possedute dai ribelli a favore dei soldati veterani; essi a conclusione della loro carriera militare avevano diritto a diventare proprietari terrieri come compenso per il servizio prestato.
La storia del Castrum di Sant'Agata comincia da questo momento e si articolerà seguendo una precisa ma complessa evoluzione urbana e architettonica fino a diventare vera e propria fortezza, agognata dai Drengot e dagli Artus, dai De la Rath e dai Cosso, fino a giungere ai Carafa di Colubrano. Con i Romani del basso Impero una seconda città si svilupperà sotto terra, di pari passo alla prima, di cui oggi restano tracce ancora nascoste ma ben note agli abitanti del borgo; essi accedono, dai cortili delle loro case, dalle stanze dei locali terranei, dalle botteghe o dagli androni degli antichi palazzi nobiliari, attraverso scale ripide e sinuose scavate nel tufo, ad una rete di cavità contigue, rischiarate da piccolissime prese di luce naturale e legate tra loro da cunicoli bui, sfocianti sui versanti est ed ovest del borgo, alla quota che un tempo rappresentava il livello dei due fiumi Riello e Martorano, oggi torrenti...
Conference Presentations by Rosanna Biscardi

Con la seconda edizione del seminario formativo promosso da Federarchitetti nazionale e organizza... more Con la seconda edizione del seminario formativo promosso da Federarchitetti nazionale e organizzato da Federarchitetti Benevento, – grazie alla dedizione del Presidente arch. Maria Rosaria Guarino, al patrocinio morale del Comune di Sant'Agata de Goti rappresentato dalla prof.ssa Giannetta Fusco, consigliere delegata alla Cultura, alla valorizzazione del Centro Storico e alla Protezione Civile, e del Centro di Ricerche STORIOSS dell'Università ECAMPUS di Novedrate –, si è inteso dare il benvenuto agli Ingegneri all’ interno della grande famiglia di iscritti al sindacato nazionale. È parso naturale dunque dedicare il convegno al tema dell'incontro fra Ingegneria e Architettura.
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’ Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!

Con la seconda edizione del seminario formativo promosso da Federarchitetti nazionale e organizza... more Con la seconda edizione del seminario formativo promosso da Federarchitetti nazionale e organizzato da Federarchitetti Benevento, – grazie alla dedizione del Presidente arch. Maria Rosaria Guarino, al patrocinio morale del Comune di Sant'Agata de Goti rappresentato dalla prof.ssa Giannetta Fusco, consigliere delegata alla Cultura, alla valorizzazione del Centro Storico e alla Protezione Civile, e del Centro di Ricerche STORIOSS dell'Università ECAMPUS di Novedrate –, si è inteso dare il benvenuto agli Ingegneri all’interno della grande famiglia di iscritti al sindacato nazionale. È parso naturale dunque dedicare il convegno al tema dell'incontro fra Ingegneria e Architettura.
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!
Books by Rosanna Biscardi

Ilmiolibro.it, 2015
L'idea di scrivere questa storia asseconda un desiderio personale maturato tempo fa nel corso di ... more L'idea di scrivere questa storia asseconda un desiderio personale maturato tempo fa nel corso di una passeggiata rivelatasi fonte di innumerevoli interrogativi. L'osservazione del paesaggio ha innescato il bisogno di ricercare e ricostruire una trama ancora nascosta, affascinante, imprevedibilmente attuale, che parte da un maestoso arco di pietra legato ad un elemento naturale, l'acqua. Intorno all'esistenza mai spiegata di tale opera architettonica, oggi allo stato di rudere, la vicenda si dipana lungo due millenni, collocando Sant'Agata dei Goti in una posizione privilegiata nella storia italiana ed europea.
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", e rivalutare l'eredità che questa nostra terra ci ha lasciato pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili, cioè il coraggio dei suoi abitanti, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.

L'Arco in fondo alla valle - il mistero architettonico di Sant'Agata de Goti
E' un'indagine storico-architettonica sulla nascita e lo sviluppo del borgo di Sant'Agata dei Got... more E' un'indagine storico-architettonica sulla nascita e lo sviluppo del borgo di Sant'Agata dei Goti, che prende in considerazione le fonti storiche esistenti osservando con attenzione le strutture architettoniche il disegno urbano e il territorio.
L'idea di riflettere ed analizzare questa vicenda affascinante e misteriosa è nata nel corso di una passeggiata nell'area di Reullo, lungo il fiume Isclero; l'osservazione del paesaggio ha innescato il bisogno di ricercare e ricostruire una trama ancora nascosta, imprevedibilmente attuale, che parte da un maestoso arco di tufo legato ad un elemento naturale, l'acqua: intorno all'esistenza mai spiegata di tale opera architettonica, oggi allo stato di rudere, situata nella vallata percorsa dal fiume, la storia si dipana lungo due millenni, collocando la città in una posizione privilegiata nella storia italiana ed europea.
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", rivalutando l'eredità che questa terra ci ha lasciato, pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili: il culto per la bellezza, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.
Papers by Rosanna Biscardi
Questo studio propone l'analisi degli affreschi commissionati da Ettore Diotallevi all'inizio del... more Questo studio propone l'analisi degli affreschi commissionati da Ettore Diotallevi all'inizio del suo episcopato nella Diocesi di Sant'Agata de Goti, realizzati all'interno dell'ala cinquecentesca dell'episcopio, oggi all'interno del percorso museale MILA
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Drafts by Rosanna Biscardi
La genesi dell'edificio è la cavità sotterranea, utilizzata per varie funzioni.
Il 1 dicembre 2003 il Seminario organizzato dalla pro loco Airola Città presso l'IPM di Airola, ha consentito di proporre la creazione di reti materiali e immateriali in Valle Caudina in ottica di Area vasta, basata sull'esistenza di progetti già in atto, considerati incubatori di sviluppo.
Gli appunti che seguono, frutto di una progettazione dell'architetto Rosanna Biscardi, manager di Area Vasta, illustrano la strada da percorrere per organizzare le reti in ottica sostenibile ed Eco-Logica.
Partendo dalla connessione tra la morfologia dei luoghi, le datazioni, le testimonianze storiche e le tracce archeologiche ufficialmente schedate come reperti sannito-romani del IV-I secolo a.C., si cerca di ‘visualizzare’ Saticola nel moderno territorio. Un aiuto importante proviene anche dal confronto con altre città della stessa natura, studiate dagli archeologi negli anni. Ricostruendo la città-tipo dei Sanniti con le sue aree funzionali, si giunge ad un’ipotesi finale sul non-luogo dove sorgeva Saticola nel IV secolo a.C.
Saticola, infatti, diventò vera e propria area urbana solo con la conquista dei Romani, nel 313 a.C., che la trasformarono in Colonia di Diritto Latino. L’ipotesi è che, dopo quella data, gli abitanti sopravvissuti allo scontro ottennero uno spazio abitativo e religioso su un'altura di Tufo protetta da due fiumi, al margine della valle occupata dalle centurie dei soldati Veterani.
Le centurie si trasformarono, entro qualche secolo, in grandi proprietà terriere dei Senatori Romani. Nel 42 a.C però, Ottaviano Augusto, tornato vittorioso da Filippi e Azio, distribuì queste proprietà ai suoi soldati, arruolati in Oriente, costruendo sulla rocca tufacea un castrum militare. Il castrum fu la prima cellula urbana razionalmente organizzata in uno spazio urbano agricolo abitato solo nei vici. Nel Tardo Impero, con Diocleziano, la rocca del castrum fu fortificata secondo le norme militari bizantine, conservando oggi la cinta difensiva intatta.
Tra il VII e il IX secolo, sotto i Longobardi, il nucleo arroccato diventò borgo medievale, col nome di Sant’ Agata. I vici sparsi nel territorio assunsero la fisionomia di masserie fortificate all'interno di Curtis. Oggi si identificano con le contrade all’ interno del perimetro comunale.
La città di Saticola si divise per due secoli tra il potere dei duchi longobardi e quello dei vescovi e dei dux bizantini. In essa si praticò sia il culto cristiano cattolico sia quello cristiano ortodosso. Nel IX secolo la dipendenza economica dal Principato di Salerno e quella politica dal Ducato di Benevento divennero conflittuali. La città aveva una posizione geografica strategica sul territorio, al confine fra Campania e Samnium. Era dotata di una vasta area rurale con pianure e colline, corsi d'acqua e sorgenti, molti edifici ecclesiali sparsi nel territorio, frutto di un sincretismo cultuale senza precedenti, che ha lasciato segni architettonici singolari. Dalla Curia episcopale e dal castello Ducale si esercitavano i due poteri, in piena indipendenza politica rispetto alle Leggi dell’Imperatore. In questa forma, nel X secolo, l'antica Saticola, intitolata a Sant’Agata dopo l’arrivo di reliquie da Costantinopoli, diventò Diocesi ed entrò a far parte del Sacro Romano Impero.
Rosanna Biscardi
di Rosanna Biscardi
architetto Manager di Area Vasta specializzata in Restauro
Sull'origine e sulla prepotente bellezza della fortezza di Sant'Agata de Goti molto è stato detto e scritto; l'antica Saticola di Tito Livio, identificata oramai ufficialmente in questo territorio attraverso i ritrovamenti delle necropoli sulle pendici del Taburno a nord est del borgo altomedievale, pesa da tempo nella Storia, grazie al ruolo assunto in epoca romana di postazione militare e amministrativa ─ secolare ancorché clericale ─ indispensabile a vigilare i traffici che si svolgevano tra la Regio Samnium e la Regio Latium-Campania, giacché posta esattamente al confine tra le due terre.
È qui che, secondo Francesco Viparelli, nel 42 a.C. Ottaviano Augusto piombò sulla civitas felicemente dedita alla coltivazione delle antiche centurie sparse nella valle del Volturno, scaturite dalla colonizzazione romana dopo la conquista della città sannita a partire dal 305 a.C.; la popolazione era immersa nel buon vivere grazie al favore delle condizioni naturali e ad una innata propensione per l'indipendenza e la vita comoda, che la rendeva affine ai Capuani più che ai Romani, al punto da rifiutarsi di aiutare questi ultimi nella Guerra Sociale.
La punizione di Ottaviano Augusto giunto in questa splendida terra, consistette nell'esproprio, secondo le leggi di Gaio Mario varate nel 107 a.C., delle terre possedute dai ribelli a favore dei soldati veterani; essi a conclusione della loro carriera militare avevano diritto a diventare proprietari terrieri come compenso per il servizio prestato.
La storia del Castrum di Sant'Agata comincia da questo momento e si articolerà seguendo una precisa ma complessa evoluzione urbana e architettonica fino a diventare vera e propria fortezza, agognata dai Drengot e dagli Artus, dai De la Rath e dai Cosso, fino a giungere ai Carafa di Colubrano. Con i Romani del basso Impero una seconda città si svilupperà sotto terra, di pari passo alla prima, di cui oggi restano tracce ancora nascoste ma ben note agli abitanti del borgo; essi accedono, dai cortili delle loro case, dalle stanze dei locali terranei, dalle botteghe o dagli androni degli antichi palazzi nobiliari, attraverso scale ripide e sinuose scavate nel tufo, ad una rete di cavità contigue, rischiarate da piccolissime prese di luce naturale e legate tra loro da cunicoli bui, sfocianti sui versanti est ed ovest del borgo, alla quota che un tempo rappresentava il livello dei due fiumi Riello e Martorano, oggi torrenti...
Conference Presentations by Rosanna Biscardi
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’ Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!
Books by Rosanna Biscardi
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", e rivalutare l'eredità che questa nostra terra ci ha lasciato pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili, cioè il coraggio dei suoi abitanti, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.
L'idea di riflettere ed analizzare questa vicenda affascinante e misteriosa è nata nel corso di una passeggiata nell'area di Reullo, lungo il fiume Isclero; l'osservazione del paesaggio ha innescato il bisogno di ricercare e ricostruire una trama ancora nascosta, imprevedibilmente attuale, che parte da un maestoso arco di tufo legato ad un elemento naturale, l'acqua: intorno all'esistenza mai spiegata di tale opera architettonica, oggi allo stato di rudere, situata nella vallata percorsa dal fiume, la storia si dipana lungo due millenni, collocando la città in una posizione privilegiata nella storia italiana ed europea.
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", rivalutando l'eredità che questa terra ci ha lasciato, pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili: il culto per la bellezza, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.
Papers by Rosanna Biscardi
La genesi dell'edificio è la cavità sotterranea, utilizzata per varie funzioni.
Il 1 dicembre 2003 il Seminario organizzato dalla pro loco Airola Città presso l'IPM di Airola, ha consentito di proporre la creazione di reti materiali e immateriali in Valle Caudina in ottica di Area vasta, basata sull'esistenza di progetti già in atto, considerati incubatori di sviluppo.
Gli appunti che seguono, frutto di una progettazione dell'architetto Rosanna Biscardi, manager di Area Vasta, illustrano la strada da percorrere per organizzare le reti in ottica sostenibile ed Eco-Logica.
Partendo dalla connessione tra la morfologia dei luoghi, le datazioni, le testimonianze storiche e le tracce archeologiche ufficialmente schedate come reperti sannito-romani del IV-I secolo a.C., si cerca di ‘visualizzare’ Saticola nel moderno territorio. Un aiuto importante proviene anche dal confronto con altre città della stessa natura, studiate dagli archeologi negli anni. Ricostruendo la città-tipo dei Sanniti con le sue aree funzionali, si giunge ad un’ipotesi finale sul non-luogo dove sorgeva Saticola nel IV secolo a.C.
Saticola, infatti, diventò vera e propria area urbana solo con la conquista dei Romani, nel 313 a.C., che la trasformarono in Colonia di Diritto Latino. L’ipotesi è che, dopo quella data, gli abitanti sopravvissuti allo scontro ottennero uno spazio abitativo e religioso su un'altura di Tufo protetta da due fiumi, al margine della valle occupata dalle centurie dei soldati Veterani.
Le centurie si trasformarono, entro qualche secolo, in grandi proprietà terriere dei Senatori Romani. Nel 42 a.C però, Ottaviano Augusto, tornato vittorioso da Filippi e Azio, distribuì queste proprietà ai suoi soldati, arruolati in Oriente, costruendo sulla rocca tufacea un castrum militare. Il castrum fu la prima cellula urbana razionalmente organizzata in uno spazio urbano agricolo abitato solo nei vici. Nel Tardo Impero, con Diocleziano, la rocca del castrum fu fortificata secondo le norme militari bizantine, conservando oggi la cinta difensiva intatta.
Tra il VII e il IX secolo, sotto i Longobardi, il nucleo arroccato diventò borgo medievale, col nome di Sant’ Agata. I vici sparsi nel territorio assunsero la fisionomia di masserie fortificate all'interno di Curtis. Oggi si identificano con le contrade all’ interno del perimetro comunale.
La città di Saticola si divise per due secoli tra il potere dei duchi longobardi e quello dei vescovi e dei dux bizantini. In essa si praticò sia il culto cristiano cattolico sia quello cristiano ortodosso. Nel IX secolo la dipendenza economica dal Principato di Salerno e quella politica dal Ducato di Benevento divennero conflittuali. La città aveva una posizione geografica strategica sul territorio, al confine fra Campania e Samnium. Era dotata di una vasta area rurale con pianure e colline, corsi d'acqua e sorgenti, molti edifici ecclesiali sparsi nel territorio, frutto di un sincretismo cultuale senza precedenti, che ha lasciato segni architettonici singolari. Dalla Curia episcopale e dal castello Ducale si esercitavano i due poteri, in piena indipendenza politica rispetto alle Leggi dell’Imperatore. In questa forma, nel X secolo, l'antica Saticola, intitolata a Sant’Agata dopo l’arrivo di reliquie da Costantinopoli, diventò Diocesi ed entrò a far parte del Sacro Romano Impero.
Rosanna Biscardi
di Rosanna Biscardi
architetto Manager di Area Vasta specializzata in Restauro
Sull'origine e sulla prepotente bellezza della fortezza di Sant'Agata de Goti molto è stato detto e scritto; l'antica Saticola di Tito Livio, identificata oramai ufficialmente in questo territorio attraverso i ritrovamenti delle necropoli sulle pendici del Taburno a nord est del borgo altomedievale, pesa da tempo nella Storia, grazie al ruolo assunto in epoca romana di postazione militare e amministrativa ─ secolare ancorché clericale ─ indispensabile a vigilare i traffici che si svolgevano tra la Regio Samnium e la Regio Latium-Campania, giacché posta esattamente al confine tra le due terre.
È qui che, secondo Francesco Viparelli, nel 42 a.C. Ottaviano Augusto piombò sulla civitas felicemente dedita alla coltivazione delle antiche centurie sparse nella valle del Volturno, scaturite dalla colonizzazione romana dopo la conquista della città sannita a partire dal 305 a.C.; la popolazione era immersa nel buon vivere grazie al favore delle condizioni naturali e ad una innata propensione per l'indipendenza e la vita comoda, che la rendeva affine ai Capuani più che ai Romani, al punto da rifiutarsi di aiutare questi ultimi nella Guerra Sociale.
La punizione di Ottaviano Augusto giunto in questa splendida terra, consistette nell'esproprio, secondo le leggi di Gaio Mario varate nel 107 a.C., delle terre possedute dai ribelli a favore dei soldati veterani; essi a conclusione della loro carriera militare avevano diritto a diventare proprietari terrieri come compenso per il servizio prestato.
La storia del Castrum di Sant'Agata comincia da questo momento e si articolerà seguendo una precisa ma complessa evoluzione urbana e architettonica fino a diventare vera e propria fortezza, agognata dai Drengot e dagli Artus, dai De la Rath e dai Cosso, fino a giungere ai Carafa di Colubrano. Con i Romani del basso Impero una seconda città si svilupperà sotto terra, di pari passo alla prima, di cui oggi restano tracce ancora nascoste ma ben note agli abitanti del borgo; essi accedono, dai cortili delle loro case, dalle stanze dei locali terranei, dalle botteghe o dagli androni degli antichi palazzi nobiliari, attraverso scale ripide e sinuose scavate nel tufo, ad una rete di cavità contigue, rischiarate da piccolissime prese di luce naturale e legate tra loro da cunicoli bui, sfocianti sui versanti est ed ovest del borgo, alla quota che un tempo rappresentava il livello dei due fiumi Riello e Martorano, oggi torrenti...
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’ Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!
Svoltosi il 4 ottobre in una sempre splendida Sant’Agata de Goti, l’argomento è stato affrontato nei suoi aspetti più salienti, primo fra tutti quello dell’associazionismo tra professionisti della progettazione di diversa formazione (non solo architetti e ingegneri ma anche geologi, avvocati, economisti, umanisti), come strumento di superamento delle difficoltà relative alla giusta corresponsione delle parcelle e ai tempi di riscossione da parte degli Enti Pubblici, tema caro al Presidente arch. Nazzareno Iarrusso e affrontato con decisione e competenza dal dott. avv. Otello Emanuele.
Ma l’incontro si consuma anche e soprattutto sul campo creativo e fattivo, come ha egregiamente dimostrato il prof. Enzo Siviero, raccontando del suo impegno internazionale nella costruzione mentale e fisica dei ponti, umani ancorché materiali: uno stimolo che Federarchitetti ha accolto con entusiasmo, patrocinando il concorso internazionale TUNeIT per la progettazione di un Ponte di collegamento tra Italia e Tunisia, ideato dal professor Siviero e presentato con successo al Senato della Repubblica il 5 ottobre.
Spazio doverosamente concesso agli esempi locali di eccellenza nella complessa applicazione dell’incontro tra progettualità diverse è stato quello dedicato alla messa in sicurezza del costone tufaceo sul versante est della rocca santagatese, che ha comportato la costruzione di un contrafforte-ponte, realizzato con fondi FESR 2007-2013 dall’Amministrazione del Comune di Sant’Agata de Goti, grazie a un team di ingegneri, architetti, geometri, geologi ed esperti di tutela dei Beni Ambientali, rappresentato in sede seminariale dall’Ing. Daniele Lombardi, il quale ha illustrato tutte le procedure del progetto. L’intervento si colloca in perfetta continuità con la cultura antisismica locale analizzata dal punto di vista della sismografia storica, riguardante un periodo collocato tra il 346 d.C. e il XII secolo e che ha caratterizzato fortemente la struttura urbana del borgo, facendone un esempio mirabile di architettura sostenibile: perché l’incontro avvenga anche tra generazioni passate e quelle future!
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", e rivalutare l'eredità che questa nostra terra ci ha lasciato pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili, cioè il coraggio dei suoi abitanti, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.
L'idea di riflettere ed analizzare questa vicenda affascinante e misteriosa è nata nel corso di una passeggiata nell'area di Reullo, lungo il fiume Isclero; l'osservazione del paesaggio ha innescato il bisogno di ricercare e ricostruire una trama ancora nascosta, imprevedibilmente attuale, che parte da un maestoso arco di tufo legato ad un elemento naturale, l'acqua: intorno all'esistenza mai spiegata di tale opera architettonica, oggi allo stato di rudere, situata nella vallata percorsa dal fiume, la storia si dipana lungo due millenni, collocando la città in una posizione privilegiata nella storia italiana ed europea.
L'intenzione è quella di coinvolgere il lettore nella ricerca del Genius loci, lo "spirito del luogo", rivalutando l'eredità che questa terra ci ha lasciato, pur nelle perdite e nelle trasformazioni inevitabili: il culto per la bellezza, l'operosità, la pazienza, il rispetto per la natura e la cultura.