Papers by Antonio Ricciardi

Kaiak. A Philosophical Journey, 7 (2020): Parassitismi, 2020
The aim of this article is to 're-read' the main concepts about the music crafted by Deleuze and ... more The aim of this article is to 're-read' the main concepts about the music crafted by Deleuze and Guattari within the context of A thousand plateaus, and make them communicate with the work of one of the most important indie-rock bands of the last years, that means, The National. On one side, we want to rethink the ontology of music that Deleuze and Guattari thought (which is generally taken into consideration only in relation to electronic or avantgarde music) and assemble it with sound materials that come from the indie-rock scene; on the other, this research aim is to reveal the undiscovered revolutionary potentialies hidden within a certain kind of music, in a way that can allow us to look from a different perspective the relation between music and politics. Le riflessioni che Deleuze e Guattari hanno condotto dentro e sulla musica, in particolare quanto è contenuto nel piano «1837. Sul Ritornello» (Deleuze & Guattari 2003), sono da subito state adottate e sviluppate dagli ambienti più legati alla musica elettronica (cfr. Paci Dalò & Quinz 2008)-di certo in ottemperanza alla celebre profezia per cui il «sintetizzatore sostituirà il giudizio sintetico a priori» (Deleuze & Guattari 2003, 152)-e dai contesti e i compositori più vicini ad un certo tipo di avanguardia, con esplicito riferimento alle produzioni, sia musicali che teoriche, di Pascal Criton e Jean-Marc Chouvel (Criton & Chouvel 2015). Quello che si proverà a fare in questa sede, nel tentativo di operare uno scarto rispetto a questa tradizione, consisterà, allora, nel far lavorare la macchina concettuale deleuzo-guattariana sul piano della musica popolare, con particolare attenzione alla forma che più frequentemente articola la sua espressione: la canzone. Nel seguire questo tracciato, vorremmo provare ad utilizzare un brano della band dei The National-nello specifico si tratta di Don't swallow the cap 1-sia per scavare più a fondo nel testo dei filosofi della schizoanalisi, sia per cercare di capire se (e in che modo) la musica popolare custodisca al suo interno dei potenziali rivoluzionari che, a nostro avviso, restano tutti da svelare 2. Del resto «non è detto che le molecole sonore della pop music non 1 http://tiny.cc/szx7kz 2 Greg Hainge nel suo Is pop Music?, contenuto in Buchanan & Swiboda 2004-forse il contributo che, per sensibilità e scopi, più si avvicina alle intenzioni del presente saggio-fa ruotare la propria analisi attorno la distinzione tra piano di organizzazione e piano di consistenza contenuta in Millepiani, allo scopo di individuare due poli attraverso cui pensare e concepire la pop music. Se il pop, infatti, è abitualmente considerato un territorio schiavo di logiche commerciali che fungono, per l'appunto, da piano di organizzazione occulto che ordina i materiali sonori allo scopo di
Attraverso la ricostruzione del percorso di pensiero deleuziano circa le possibilità e le modalit... more Attraverso la ricostruzione del percorso di pensiero deleuziano circa le possibilità e le modalità di produzione d'immagini propria del meccanismo cinematografico, possiamo trarre immediatamente una conclusione: la verità non è un dato da scoprire, non costituisce un segreto da s-velare, essa è piuttosto creazione, produzione, differenza. Il cinema possiede, come suo presupposto, questa possibilità di farsi creatore di mondo, produttore di realtà: l'immagine cinematografica (ma il discorso è estendibile ad ogni tipo di immagine) crea il reale, e proprio per questo è essa stessa "realtà". La realtà è immagine (Bergson) e proprio per questo l'immagine è reale (Deleuze): impossibile allora non chiedersi in che misura l'immagine video (e la sua variante più "potente": l'immagine televisiva) influenzi il processo di produzione di realtà.
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