Papers by Raffaele Iannuzzi
Manila is not a city. It is something of radically different from any other city in the world, As... more Manila is not a city. It is something of radically different from any other city in the world, Asia including. This metrpolitan space full of people, overwhelmed by the traffic and with so liquid and shifting borders is the capital of the philippines, namely of the next Tiger of Asia. In ten years, the Philippines will be the original Tiger of Asia, capable to stand up in front of China and, at the same time, to head, with its low profile, the economic crack-down due to the collapse of the economic system of China. this is something like a miracle, but actually all is shaped by the strong set of faith, beliefs and meanings widespread in this resilient and friendly Country. in order to read the last breakthroughs occurred throughout the world is necessary to cultivate a keen and peripherical view, a new pattern of catching the history and the present, both.
Mad Max is an epic postmodern movie and its focus is on the redemption, due to the coming back to... more Mad Max is an epic postmodern movie and its focus is on the redemption, due to the coming back to the sources of the civilization. This is the road to serfdom for the Western civilization.
Escrivà de Balaguer, the Founder of Opus Dei, has built an idea of leadership helpful to the comm... more Escrivà de Balaguer, the Founder of Opus Dei, has built an idea of leadership helpful to the communities and corporations, as well. His idea of leading himself and, therefore, the community is based upon the concrete process of convertion of soul and brain, just as in the growth-mindset system. A great clue for the reshaping of the culture of capitalism, today.
The Communication is in itself a driving force of generativity, namely a way to translate the mea... more The Communication is in itself a driving force of generativity, namely a way to translate the meanings widespread in human living into material stuff. At the same time, the new mark of this age is the growth-mindset committing to create immaterial infrastructure. So, the connection between these two assets has been gathering at most the current age and the promises of future landed in its ground. The complex reality - social, cultural and political ones - are entirely shaped by this new pattern.
The Postmodern Age is not standing as a radical breakdown of the Christian culture and language o... more The Postmodern Age is not standing as a radical breakdown of the Christian culture and language of faith, but, at the same time, just within this controversial frame, it can represent an harsh, but inevitable, moment of facing the ongoing beliefs and desires of men and women, so far from the classical roots of Christianism. The fruits of this not comfortable confrontation can be helpful to the chirstian experience as current age, both.
The Christianity is the finest and deepest building of the Western Civilization, so that if we de... more The Christianity is the finest and deepest building of the Western Civilization, so that if we deny this fundament, even the result of culture and civilization defined as "western", at the same time, falls down.
The mystical dimension of reality is deep and effective to face human, political and social chall... more The mystical dimension of reality is deep and effective to face human, political and social challegnes, as Charles Péguy stated, recognising that every mistake concerning the mystique is finally bouncing on the reality in itself.

ti scrivo con l' affetto e, ad un tempo, la necessaria intransigenza intellettuale che da sempre ... more ti scrivo con l' affetto e, ad un tempo, la necessaria intransigenza intellettuale che da sempre ha segnato il mio rapporto con te. Scrivo all' amico fraterno, al sacerdote mistico ed al responsabile della formazione di Forza Italia. Prendo le mosse dal tuo ultimo articolo pubblicato su "Il Giornale", martedì 27 gennaio 2004. In quest' articolo, tu osservi: "Che mancanza di intelligenza paragonare Berlusconi a Mussolini. Mussolini comandava, creava una identità collettiva nella logica dell' amiconemico, Berlusconi invita tutti a scegliere la libertà, ne fa un credo laico recitato da giovani a mostrare ancora una volta la nuova contaminazione religiosa politica che egli esprime. Forza Italia è perciò, come giustamente Bondi sostiene, un movimento più che un partito, non organizza con l' organizzazione, organizza con l' immagine, usa non il possesso di televisione ma la libertà della televisione". Vengo subito al punto, Gianni. Berlusconi, dunque, usa la forza espressiva e coesiva dell' immagine, a quanto dici, cioè usa la libertà della televisione. Bene, parto da questo punto specifico. La forza dell' immagine implica alcuni fattori imprescindibili secondo la scienza della comunicazione, che Berlusconi, oggi, sta dimostrando di non tenere affatto in considerazione. Primo fattore: la comunicazione non è l' intenzione, ma il risultato. Questo è un principio della Programmazione Neuro Linguistica che funziona sempre. Berlusconi oggi, ma invero non da oggi soltanto, parla, si esprime, comunica come sa e può, ne esce fuori un putiferio e lui, dopo, ri-esordisce dicendo: "Ma io non volevo affatto dir questo!". Allora esprimiti come si deve, direi in termini puramente tecnici, e cioè all' altezza della sua visione di comunicazione legata all' immagine. Tutte queste "distorsioni comunicative" giungono infine a rendere l' immagine di Berlusconi e, con lui, Forza Italia, "targata" inesorabilmente come quella forza politica che... Secondo fattore: l' altro principio della corretta comunicazione è sintetizzabile nel motto scolastico: est modus in rebus. Cosa significa, in questo caso? Semplice: se tu ti trovi a Roma, di fronte a migliaia di elettori di Forza Italia e simpatizzanti, sarebbe il caso -se desideri costruirti l' immagine del vero Capo di Governo e di autentico Leader -di lasciar perdere le reattività di basso profilo, come quelle pronunciate contro i giudici ( e te lo dice uno, caro Gianni, che certamente non è mai stato tenero con la casta politicante dei giudici) e ciò non -come sostengono i capataz lecchini del Capo -per "farsi belli" di fronte alla sinistra, bensì per rilanciare un profilo alto di politica e di governo, il che implica -SEMPRE! -affermare le cose IN POSITIVO e MAI IN NEGATIVO! Mitterrand, che se ne intendeva, era famoso per la sua nobile indifferenza, tanto che fu

Caro cardo salutis -14 maggio 2014 "Caro cardo salutis". Una verità richiamata da Tertulliano, sc... more Caro cardo salutis -14 maggio 2014 "Caro cardo salutis". Una verità richiamata da Tertulliano, scrittore e apologeta cristiano del II° sec. d.C.: stiamo al dato, dunque. La carne è il cardine della salvezza. Non lo spirito. Non l'anima. Non la bontà di chissà cosa e chi. Non astratti principi generali e naturalmente non sottoponibili ad evidenza umana. No, la carne. La realtà più fragile e, insieme, la più degna di redenzione, la più redimibile nella sua paradossale fragranza di legno da ardere e fango da salvare. La carne. L'Incarnazione di Cristo è questo: Dio accetta e sceglie la strada della caducità, rendendo quest'ultima, la carne, una ferita sanabile attraverso la quale passa la feritoia della grazia. Questo il dato, il fatto, l'evento, come recita anche il Vangelo di San Luca. Un paradosso senza il quale l'equilibrio -che è sempre un'unità -umano sarebbe soltanto frutto di psicologismi tanto precari quanto codificabili, dunque privi di grande speranza ultima, tecnicamente perfetti e divinamente sterili. La sterilità non è accettata da Dio, così, senza fare storie e perfino la carne grida tutto il suo dolore quando in essa incorre. Dannata la carne sterile ma anch'essa, in mano al Dio della vita, sempre redenta.

Sguardo cattolico e realtà sociale di Raffaele Iannuzzi (1º settembre 2003) Osservare la realtà è... more Sguardo cattolico e realtà sociale di Raffaele Iannuzzi (1º settembre 2003) Osservare la realtà è il gesto originario, destato dallo stupore; la realtà percuote lo spettro visivo dell'osservatore e lo scuote dal torpore, lo ricolloca nel cuore della vita: stupito dalla presenza insieme tangibile e misteriosa del reale, l'uomo ne scruta la forma penetrando fin dentro i suoi interstizi. È il movimento originario, la dinamica empatica necessaria alla conoscenza, l'immedesimazione nella realtà data. Non esistono, in questo contesto dilatato fin oltre la misura dell'immaginazione, dati puri da registrare e semplicemente catalogare, la realtà parla la lingua del possibile, sconfinando dal perimetro del mero fatto, per caricarsi di simboli ed aprire registri imprevisti, come la tonalità di una sinfonia di Mozart, costantemente tesa al trascendimento del dato registrabile, impareggiabile fusione di suoni e significati forse anche retorici, però sempre leggeri come la verità che consola.
La laicità è attiva in quanto attraversa la "terra desolata" dell'insensatezza, accogliendo in sé... more La laicità è attiva in quanto attraversa la "terra desolata" dell'insensatezza, accogliendo in sé le ragioni che ad essa conducono. Accogliendole e superandole in una sintesi superiore, capace di aprire l'esperienza della libertà personale al Trascendente. E', questo, il percorso della ragion vitale.

Cos' è oggi la modernità? Certo non è più il modello storico, culturale, etico ed antropologico c... more Cos' è oggi la modernità? Certo non è più il modello storico, culturale, etico ed antropologico che dagli inizi del XV° secolo fino al tardo XX° secolo ha dominato. Si percepisce piuttosto il senso della fine del Moderno. Si tratta di una tesi già documentata negli anni cinquanta. Ma ciò non significa molto, dal momento che il Moderno ha vissuto molte fasi di erosione interna. Il Moderno, auto-concependosi come l'unica Tradizione intellettuale in grado di sostituire la Cristianità e, anzi, puntando i piedi risentita proprio contro il Cristianesimo nella sua espressione culturale e morale, non poteva che avere in sé la chiave per registrare le sue permanenti crisi. Forse la modernità è costitutivamente crisi, scissione. Questo continuo lavorìo sostanziato di contraddizioni è stato sempre la modernità e non è casuale che, in essa, abbia fatto fortuna Hegel e la sua dialettica di superamento e conflitto permanente, l' "inquietudine del negativo". E oggi come stanno le cose? Non v'è dubbio che la realtà sia sensibilmente diversa, nel senso che, oggi, il Moderno è letteralmente imploso, senza neanche più avere un'eredità da distribuire o da dividere. Il Moderno dunque, per essere più precisi, si è rovesciato su se stesso. Se approfondiamo lo snodo della crisi, nella sua genesi storica, non possiamo non osservare che, fin dagli anni ottanta, anni fecondi nella valutazione critica della modernità, la filosofia e le scienze umane si interrogavano radicalmente sul "destino" della modernità, indicando con il termine-concetto "destino" più una sorte votata al compimento, quasi una necessità deterministica, che un termine finale. In altre parole: non si percepiva già allora la finalità e la vitalità del Moderno che sembrava destinato ad esaurirsi stancamente, senza più infamia, né lode. E mentre Koselleck annodava il legame tra la crisi politica dello Stato e la filosofia della storia (cfr. Critica illuminista e crisi della società borghese, Il Mulino, Bologna, 1972), il filosofo e sociologo francese Baudrillard registrava con acume un altro fatto: "L'evento prodigioso, quello che non si misura né dalle cause né dalle conseguenze, quello che crea la propria scena e la propria drammaturgia, non esiste più" (L' illusione della fine o lo sciopero degli eventi, Anabasi, Milano, 1993, p. 35). E, con questo "sciopero degli eventi", la modernità esauriva il suo compito di colonna secolare della Provvidenza, di araldo secolarizzato della Storia. Una storia senza più eventi è soltanto una storia con la "s" minuscola, o forse non è neanche più "la" storia e si trasforma semplicemente in una gloria umana in sedicesimo. Dunque, la modernità, in più fasi e con molteplici linguaggi culturali (diversi eppure speculari: abbiamo visto la Germania e la Francia, ad esempio), è stata non soltanto messa in 1
Alla memoria di don Andrea Santoro e Fabrizio Quattrocchi, martiri necessari in terra nemica e st... more Alla memoria di don Andrea Santoro e Fabrizio Quattrocchi, martiri necessari in terra nemica e straniera Il martirio necessario. Saggio di apologetica cristiana "Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo" (Eb 12,3).
La Caritas in veritate di Benedetto XVI come definizione del primato della verità e della ratio c... more La Caritas in veritate di Benedetto XVI come definizione del primato della verità e della ratio cattolica Intervento alla chiusura della Settimana Sociale Diocesi di Grosseto -aprile 2010
Drafts by Raffaele Iannuzzi
La comunicazione "generativa" come infrastruttura immateriale: metodi, pratiche e modelli Raffael... more La comunicazione "generativa" come infrastruttura immateriale: metodi, pratiche e modelli Raffaele Iannuzzi Indice tematico • Premessa analitica: sulle categorie di "Comunità sostenibile" e "Governance dell'ambiente" • Per un empirismo progettuale: un'ipotesi di lavoro • "Se vuoi vedere, impara ad agire": l'imperativo estetico di Heinz von Foerster • La selezione/individuazione degli stakeholder: la governance applicata (I) • La selezione/individuazione degli stakeholder: una mappa mentale (II) • Fare cose con le parole: una proposta metodologica • Un inventario di strumenti e una cassetta degli attrezzi per comunicare creativamente • Allegato I: L'idea di "modello" • Allegato II: Il modello-twitter per la comunità: spunti e paradossi Premessa analitica: sulle categorie di "Comunità sostenibile" e "Governance dell'ambiente" 1

Lezione (rielaborata) per il Network Scuola-Impresa-Centro Elis-Roma-11 febbraio 2013 L'avventura... more Lezione (rielaborata) per il Network Scuola-Impresa-Centro Elis-Roma-11 febbraio 2013 L'avventura educativa fra tradizione e innovazione Raffaele Iannuzzi "Non c'è nulla di tanto lento quanto la nascita di un uomo" (Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano) 0.1-Premessa metodologica e scelta di campo L'educazione è quella realtà di cui tutti credono di sapere abbastanza. E' qualcosa di "noto", anzi di "conosciuto". Invece-per citare il filosofo Hegel-, "il noto, proprio perché tale, non è conosciuto" 1. La scontatezza è la prima pietra d'inciampo: evitiamola subito. L'educazione non è affatto qualcosa di noto e/o scontato, al contrario, essa attraversa la sfera più preziosa dell'umano e della vita, chiedendo ad ogni piè sospinto nuove delucidazioni e ulteriori intrattenimenti col pensiero e la ragione. Occorre, dunque, allargare la ragione e prendere il toro per le corna: di che si tratta? L'oggetto-"educazione" deve essere problematizzato e, per far ciò, dobbiamo porci in un ambito dichiaratamente filosofico. Il che non significa affatto complicato, astruso o, peggio, disinvoltamente astratto. L'atteggiamento filosofico è quella posizione umana, dell'io di fronte alla realtà che intende espressamente dare ragione delle cose e andare verso le cose stesse, entrare nella realtà, fornendo le ragioni adeguate dei processi e delle situazioni esistenziali indagate. L'atteggiamento filosofico problematizza tutto, senza elucubrare su niente: indaga a ragion veduta, ossia con lo strumento della ragione che mira a vedere bene "di che si tratta". E' la posizione umana adeguata di fronte alla vita e di fronte, dunque, a tutto ciò di cui si crede di "saper già tutto". "Gli uomini raramente apprendono ciò che credono di sapere già" (Evelyn Arthur John Waugh). E' sempre così. Quando si dice: "Ah sì! "Educazione": ho già capito! Volevi dire…"-e segue lo schema, il modello, la fabbricazione del pre-giudizio intorno alla "cosa" (res) da indagare 1 "Ciò che è noto, proprio perché considerato tale, non è conosciuto" (Hegel). Qui c'è il gioco semantico tra be-kannt ed er-kannt, con la particella intensiva "er", come nel denso sostantivo Er-fahrung, traducibile con "esperienza", e volto a richiamare il "fahren", il viaggiare attraverso le realtà storiche e umane: ecco allora che, in sintesi, "fare esperienza", come "er-fahren", coincide con il voltarsi indietro, con lucidità e consapevolezza, e accorgersi di essere cresciuto. Esperienza è accorgersi di crescere. Analogamente, er-kannt è il "conosciuto" all'ennesima potenza, il trans-conosciuto, ciò che, divenuto traslucido alla visione intellettuale, è divenuto condizione strutturale dell'essere e del pensare.
The crisis is the opportunity to develop new pattern of thought and, among these, the capability ... more The crisis is the opportunity to develop new pattern of thought and, among these, the capability to process in a not ordinary way the reality and the market needs.
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Papers by Raffaele Iannuzzi
Drafts by Raffaele Iannuzzi
di Raffaele Iannuzzi
PRIMA SEZIONE: PRINCIPI
Ecco, in nuce, il fattore attenzione e l’atteggiamento
fondamentale nei confronti della realtà: se la guardi, la osservi,
scopri che in essa ci sono occasioni e possibilità inedite e
sorprendenti.
La Filosofia di Praticamente pensando, stimolando l’uomo alla riflessione ed al pensiero critico, libera l’uomo da quegli schemi e stereotopi disfunzionali che tendono imprigionarlo nella gabbia dell’azione senza consapevolezza ed apre nuove vie al dialogo filosofico, all’incontro di culture, all’approfondimentico semantico, al risveglio dal nichilismo moderno.