Papers by Paolo Morandini

Cities of dead and cities of living, different types of burial and different types of monument tr... more Cities of dead and cities of living, different types of burial and different types of monument trough the time, religion and death from paganism to christianity.
1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.
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1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.
1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.