Papers by Luciana PETRACCA
In copertina: Miniatura della Scuola veneto-bolognese rappresentante la professione bancaria (XV ... more In copertina: Miniatura della Scuola veneto-bolognese rappresentante la professione bancaria (XV secolo). Venezia, Seminario patriarcale.

Mélanges de l'École française de Rome. Moyen Age, Jun 1, 2021
L’articolo prende in esame una signoria minore di Terra d’Otranto, la baronia di Segine (oggi Aca... more L’articolo prende in esame una signoria minore di Terra d’Otranto, la baronia di Segine (oggi Acaya), comprendente, oltre all’omonimo casale, i centri di Vanze, Struda, Vernole, Galugnano e parte di San Cesario, infeudata nel XV secolo ai Dell’Acaya, col fine di ricostruire il significato economico e sociale del possesso feudale di piccole comunita rurali. Fino al 1463, anno di morte del principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, la baronia di Segine fu un suffeudo della contea di Lecce, per poi essere elevata, come tutti gli ex domini orsiniani che non rientrarono nel regio demanio, a feudo in capite a rege. I registri dell’amministrazione principesca e i dati forniti da due inventari «de omnibus et singulis iuribus, redditibus, rationibus et proventibus», redatti nel 1502 per volere di Alfonso Dell’Acaya (uno relativo al casale di Segine, l’altro a Struda), consentiranno, rispettivamente, di precisare i termini della relazione vassallatica di secondo livello, che legava i suffeudatari al principe di Taranto, e di conoscere, nel dettaglio, le forme della dipendenza personale dei vassalli (servizi obbligatori gratuiti e retribuiti) e le differenti tipologie del prelievo signorile (diritti gravanti sulle risorse agricole e sui commerci, erbatica e carnatica sulla produzione zootecnica, diritti giurisdizionali e fiscali, monopoli bannali sugli impianti produttivi ecc.). Alla luce delle fonti indagate, si cerchera inoltre di cogliere l’eventuale nesso tra mutamento degli assetti feudali della provincia idruntina, intervenuto a seguito della scomparsa del principe Orsini e della disgregazione del suo “Stato” in piu complessi signorili di media, piccola e piccolissima estensione, e progressivo aggravio delle condizioni di dipendenza delle comunita sottoposte al dominio feudale.
Itinerari di ricerca storica, Dec 23, 2020
Itinerari di ricerca storica, Oct 3, 2016
Dykinson eBooks, Dec 20, 2022

Itinerari di ricerca storica, Mar 23, 2020
Nell'ultimo decennio la produzione storiografica relativa al Mezzogiorno bassomedievale ha raggiu... more Nell'ultimo decennio la produzione storiografica relativa al Mezzogiorno bassomedievale ha raggiunto importati risultati, esplorando con nuovi approcci temi di notevole impatto e grande complessità, come la monarchia, la feudalità e il mondo urbano 1. Particolare interesse hanno suscitato, e continuano a farlo, soprattutto i rapporti di forza intercorsi tra questi tre protagonisti della storia regnicola, indagati sul piano delle reciproche relazioni politiche, sociali e culturali 2. Se il potere regio e l'ideologia monarchica, scandagliati da varie angolazioni e prospettive, sembrano, al momento, sollecitare maggiormente l'attenzione degli studiosi 3 , il panorama della medievistica meridionale si è arricchito, di recente, anche dell'importante contributo offerto da raffinate e stimolanti ricerche incentrate sul ruolo delle città regnicole (le cosiddette "altre città") e sulle strutture feudali 4. Riguardo a quest'ultimo tema, in passato, per certi versi, trascurato o poco approfondito, nonostante la signoria abbia conosciuto nel Mezzogiorno ampio e duraturo sviluppo fino all'eversione della feudalità, si deve soprattutto a Sandro Carocci e al suo poderoso volume sulle Signorie di Mezzogiorno, pubblicato nel 2014, il merito di aver restituito un quadro organico del potere feudale in età normanno-sveva e primoangioina, rispondendo, così, al duplice proposito di «colmare una clamorosa lacuna» e di offrire, contestualmente, nuovi percorsi interpretativi sulla componente * Le cartografie pubblicate a corredo del testo sono a cura di Antonio Magurano-Università del Salento. Si precisa che l'uso del corsivo indica i toponimi scomparsi. 1 Sulla monarchia in età aragonese, si limita il rinvio ai recenti lavori di F. STORTI, El buen marinero.

Studia Historica. Historia Medieval
L’articolo indaga il ruolo rivestito dal notariato nella Puglia centro-meridionale del XV secolo,... more L’articolo indaga il ruolo rivestito dal notariato nella Puglia centro-meridionale del XV secolo, con particolare riguardo per l’area compresa nei confini dell’antica provincia di Terra d’Otranto. L’attenzione sarà rivolta alla formazione, agli sbocchi professionali e alla fisionomia sociale dell’uomo di legge, col fine di cogliere le modalità di reclutamento e la parte avuta dal ceto notarile nell’apparato burocratico-amministrativo del principato di Taranto al tempo di Giovanni Antonio Orsini del Balzo (1420-1463). Grazie, soprattutto, alle fonti contabili si ricostruiranno alcune carriere notarili e le possibilità d’impiego che il titolo consentiva in vari ambiti e settori per i quali le competenze tecniche dei notai risultavano essere imprescindibili (attività cancelleresche, amministrazione dei diritti signorili, controllo del territorio, amministrazione della giustizia e altro ancora).

La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI)
In recent years, historiographical reflection has devoted more and more attention to the rela- ti... more In recent years, historiographical reflection has devoted more and more attention to the rela- tionship between the exercise of power and the processes of production/management of doc- uments, understood as real instruments of government, capable of guaranteeing the correct functioning of the administrative apparatus of kingdoms, principalities, republics and lord- ships, more or less extensive. The essay investigates one of the most important noble archives of the fifteenth-century Southern Italy, the archive of the Prince of Taranto, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, which over time has been invested by a vast process of dispersion. The fundamental objective is to take stock of the most consistent core of documents, coming from the principality of Taranto, and merged into the fond of the Regia Camera della Sommaria of the Archivio di Stato of Naples.
![Research paper thumbnail of Petracca, L. 2020. "La vita quotidiana nelle corti del Mezzogiorno tardomedievale [Daily life in the courts of late medieval Southern Italy]". Open Journal of Humanities, 5: 321-349](https://a.academia-assets.com/images/blank-paper.jpg)
Angilberto del Balzo, Count of Ugento and Duke of Nardò, was the lastborn child of Francesco del ... more Angilberto del Balzo, Count of Ugento and Duke of Nardò, was the lastborn child of Francesco del Balzo, Duke of Andria, and Sancia Chiaromonte, sister of Queen Isabella, the wife of Ferrante (king of Naples from 1458 to 1494). His inventories provide evidence of the economic wealth, munificentia and splendor enjoyed by one of the most important families of the fifteenth century feudal aristocracy in southern Italy. The account analyses an undoubtedly valuable source (preserved in the Paris National Library) which, in addition to clarifying various aspects of the count of Ugento's feudal dominion, also permits the recreation of features of the everyday life, habits and customs of an aristocratic society in thrall to current fashions, attracted by exquisite detail and fond of luxury and ostentation. Some of the items listed in particular constitute a tangible indication of the Balzo family's status and political power, its economic wellbeing and its place in an echelon which c...

Mélanges de l'École française de Rome. Moyen Âge, 2021
L’articolo prende in esame una signoria minore di Terra d’Otranto, la baronia di Segine (oggi Aca... more L’articolo prende in esame una signoria minore di Terra d’Otranto, la baronia di Segine (oggi Acaya), comprendente, oltre all’omonimo casale, i centri di Vanze, Struda, Vernole, Galugnano e parte di San Cesario, infeudata nel XV secolo ai Dell’Acaya, col fine di ricostruire il significato economico e sociale del possesso feudale di piccole comunita rurali. Fino al 1463, anno di morte del principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, la baronia di Segine fu un suffeudo della contea di Lecce, per poi essere elevata, come tutti gli ex domini orsiniani che non rientrarono nel regio demanio, a feudo in capite a rege. I registri dell’amministrazione principesca e i dati forniti da due inventari «de omnibus et singulis iuribus, redditibus, rationibus et proventibus», redatti nel 1502 per volere di Alfonso Dell’Acaya (uno relativo al casale di Segine, l’altro a Struda), consentiranno, rispettivamente, di precisare i termini della relazione vassallatica di secondo livello, che legava i suffeudatari al principe di Taranto, e di conoscere, nel dettaglio, le forme della dipendenza personale dei vassalli (servizi obbligatori gratuiti e retribuiti) e le differenti tipologie del prelievo signorile (diritti gravanti sulle risorse agricole e sui commerci, erbatica e carnatica sulla produzione zootecnica, diritti giurisdizionali e fiscali, monopoli bannali sugli impianti produttivi ecc.). Alla luce delle fonti indagate, si cerchera inoltre di cogliere l’eventuale nesso tra mutamento degli assetti feudali della provincia idruntina, intervenuto a seguito della scomparsa del principe Orsini e della disgregazione del suo “Stato” in piu complessi signorili di media, piccola e piccolissima estensione, e progressivo aggravio delle condizioni di dipendenza delle comunita sottoposte al dominio feudale.

IT Nel quadro della feudalita meridionale quattrocentesca, la signoria del principe di Taranto Gi... more IT Nel quadro della feudalita meridionale quattrocentesca, la signoria del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo (1420-1463) si connota per una particolare “eccezionalita”, da ricondurre, innanzitutto, alla consistenza territoriale dello stesso feudo tarantino. Per comprendere come si configurasse il rapporto tra il principe e le diverse comunita infeudate, sulle quali lo stesso esercitava prerogative giurisdizionali e dalle quali traeva le proprie risorse, utilissimo si rivela l’esempio offerto dalla terra di Francavilla (oggi in provincia di Brindisi). Il centro, suffeudo dei principi di Taranto dagli inizi del XIV secolo, fu incluso nella compagine amministrativa orsiniana a partire dal 1455. Il saggio, incentrato sulla documentazione relativa agli otto anni di diretto governo del principe Orsini (1455-1463) su Francavilla, prende in esame i diritti signorili e giurisdizionali riscossi dai funzionari principeschi, e analizza, a grandi linee, l’apparato amministrat...

Quarant'anni fa Mario Del Treppo nel noto saggio Medioevo e Mezzogiorno sottolineava come la medi... more Quarant'anni fa Mario Del Treppo nel noto saggio Medioevo e Mezzogiorno sottolineava come la medievistica meridionale fosse rimasta sorprendentemente estranea agli studi sulla signoria rurale. «Non finirà mai di meravigliarmi»scriveva lo storico-«il fatto che le nozioni di "signoria fondiaria" e di "signoria di banno" non siano state elaborate da studiosi meridionali, i quali pur avevano davanti agli occhi le condizioni storiche e culturali più favorevoli alla loro incubazione, ma ci siano venute d'oltralpe, per i tramiti di un Tabacco e di un Violante» 1. Contemporaneamente, però, lo storico si mostrava convinto che il contributo di Giovanni Tabacco, apparso l'anno precedente nel secondo volume della Storia d'Italia 2 , nel quale si definiva a chiare lettere che nel regnum Italiae la dissoluzione medievale dell'ordinamento pubblico e lo sviluppo delle signorie andavano dissociati dal feudalesimo, avrebbe avuto ripercussioni feconde nella storiografia meridionale, sino ad allora prevalentemente impegnata nello studio della monarchia e delle origini della questione meridionale. Nello stesso saggio Mario Del Treppo, a proposito del tema della signoria, salutava molto positivamente il lavoro di Bruno Ruggiero 3 , il quale nell'analizzare il rapporto tra Chiesa e aristocrazia si era soffermato sulla privatizzazione e sull'allodialità del potere: un esempio di analisi che, dopo la prematura scomparsa dello studioso,-egli auspicava-toccava ad altri continuare 4 .

The essay describes the feudal geography of late medieval Salento and examines the main forms of ... more The essay describes the feudal geography of late medieval Salento and examines the main forms of exercise of feudal power over men, the territory and the communities subjected to it. During the XV century the noble domains underwent continuous transformations, caused by dynastic conflicts and the system of transmission of feudal property, which produced a widespread fragmentation. In this province, as elsewhere in the kingdoom of Naples, there were basically two types of lordship, coexisting and interacting. There were the "territorial" lordships, more or less extensive, controlled by powerful dynasties and born from the amalgamation of various feudal complexes, divided into suffeudi; and there were the "personal" lordships (secular or ecclesiastical), exercised by custom on groups of peasant families subject to performance and obligations, even hereditary, more or less burdensome.
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