Books by Mauro Boarelli

La fabbrica del passato. Autobiografie di militanti comunisti (1945-1956), Quodlibet, 2021
Nel primo decennio del secondo dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militan... more Nel primo decennio del secondo dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militanti a narrare pubblicamente e a scrivere un’autobiografia. Questa pratica era importata dall’Unione Sovietica, ma le sue radici erano ancora più antiche della rivoluzione d’Ottobre. Perché il partito rivolgeva alla propria base una simile richiesta? Perché i militanti aderivano senza riserve (almeno in apparenza) a una pratica che provocava anche sofferenza? Qual era l’intreccio tra la costrizione e il desiderio di scrivere? Il libro intende rispondere a queste domande sulla base del più vasto fondo documentario esistente in Italia, che raccoglie oltre milleduecento autobiografie. La ricerca intreccia molteplici punti di osservazione: il rapporto tra la pratica autobiografica e la religione, l’uso della scrittura per la costruzione di rapporti gerarchici all’interno dell’organizzazione politica, i libri letti dai militanti nel loro percorso di formazione, gli scarti tra la narrazione e la norma che pretendeva di regolarla.
A cento anni dalla fondazione del Pci, torna in una nuova edizione un libro che ha esplorato nuove strade per ricostruire e raccontare la storia politica del dopoguerra. «Chi legge La fabbrica del passato – ha scritto Carlo Ginzburg nella prefazione – avrà a tratti l’impressione di immergersi in un libro di fantascienza: un’esperienza che l’aiuterà a guardare con occhi nuovi l’enigmatico presente in cui viviamo».
Laterza, 2019
Cosa significa esattamente merito? Questa parola seducente mantiene ciò che promette? Oppure è un... more Cosa significa esattamente merito? Questa parola seducente mantiene ciò che promette? Oppure è una parola ambigua? Grattando la superficie, il merito mostra la sua vera natura: quella di una ideologia che sta trasformando la scuola, l’università, il sistema sanitario, la pubblica amministrazione, il mondo del lavoro nel nome della concorrenza e del mercato. Il concetto di cittadinanza è messo a rischio, e con esso il principio dell’uguaglianza sociale. Dietro al merito si nascondono questioni cruciali per comprendere il nostro tempo.

Biblioteca de L'Archiginnasio, 2019
Come finisce la storia di un partito politico? Secondo una ricostruzione ricorrente, la scomparsa... more Come finisce la storia di un partito politico? Secondo una ricostruzione ricorrente, la scomparsa del Pci è legata in modo esclusivo a fattori esterni: il crollo del muro di Berlino, l’implosione del sistema di potere dell'Unione Sovietica e dei paesi dell’Europa dell’Est, la fine delle ideologie. Questa visione riduttiva elimina dalla scena i fattori interni che furono invece cruciali - quali, ad esempio, i rapporti tra il partito e la società civile - la cui analisi mostrerebbe un quadro più movimentato e una diversa stratificazione temporale.
Se allarghiamo lo sguardo in questa direzione, il ’77 può essere interpretato come il sintomo di un processo già in atto. Gli eventi che lo caratterizzarono misero in luce in particolare due aspetti che contribuirono a ridurre lo spazio di azione del Pci: la distanza del partito rispetto alla cultura dei diritti civili e la sua incapacità di comprendere le nuove culture giovanili e i nuovi movimenti sociali. Lo scopo degli interventi qui raccolti è quello di tracciare ipotesi di ricerca, porre domande a lungo rimosse e proporre alcune risposte a partire da questi nodi cruciali.

Feltrinelli, 2007
Nel primo decennio del dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militanti a nar... more Nel primo decennio del dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militanti a narrare pubblicamente e a scrivere la propria autobiografia. Questa pratica era importata dall'Unione Sovietica, ma le sue radici erano ancora più antiche della rivoluzione d'Ottobre. Perché il partito rivolgeva alla propria base una simile richiesta? Perché i militanti aderivano senza riserve (almeno in apparenza) a una pratica che provocava anche sofferenza? Qual era l'intreccio tra la coazione e il desiderio di scrivere? Il libro intende rispondere a queste domande sulla base del più vasto fondo documentario esistente in Italia, che raccoglie oltre milleduecento autobiografie scritte da comunisti bolognesi. La ricerca intreccia molteplici punti di osservazione: il rapporto tra la pratica autobiografica e la religione, la riproduzione degli squilibri nei processi di alfabetizzazione come fondamento dei rapporti di potere all'interno dell'organizzazione politica, l'importanza delle letture dei militanti nella costruzione dei racconti, e infine gli scarti tra la narrazione e la norma che pretendeva di regolarla.
Edizioni dell'asino, 2010
Le origini della crisi istituzionale e politica di Bologna vanno rintracciate indietro nel tempo ... more Le origini della crisi istituzionale e politica di Bologna vanno rintracciate indietro nel tempo e vanno analizzate evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista. Il volume raccoglie voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte non accomodanti. Tra gli interventi: Nadia Urbinati, Federico Stame, Francesco Cossentino, Rudi Fallaci, Giuseppe Campos Venuti.
Papers by Mauro Boarelli
in "La memoria della politica. Esperienze e autorappresentazione nel racconto di uomini e donne", a cura di Fiamma Lussana e Lucia Motti, Roma, Ediesse, 2007
Una riflessione sul romanzo di Elsa Morante "La Storia" (1974)
in "Partecipazione ed empowerment. La realtà bolognese come caso studio", a cura di Alessandro Tolomelli, Margherita Garzya, Chiara Giustini, Ilaria Pitti, Stella Volturo, Milano, Angeli, 2014
in "Il '77, da vicino e da lontano. Per una riflessione sul Pci nel dopoguerra", a cura di Mauro Boarelli, Carlo Ginzburg, Nadia Urbinati, Biblioteca de L'Archiginnasio, 2019
I fatti del '77 a Bologna misero in luce quattro principali linee di frattura intorno alle quali ... more I fatti del '77 a Bologna misero in luce quattro principali linee di frattura intorno alle quali prese forma la metamorfosi del Partito comunista italiano: la legalità, il conflitto, il dissenso e la rappresentanza. Il saggio indaga questi mutamenti, a partire dai fatti di Bologna.
Articles by Mauro Boarelli

Gli asini n. 112, 2024
In ogni epoca bisogna tentare di strappare nuovamente la trasmissione del passato al conformismo ... more In ogni epoca bisogna tentare di strappare nuovamente la trasmissione del passato al conformismo che è sul punto di soggiogarla", scriveva Walter Benjamin (Tesi "sul concetto di storia", VI, Einaudi, 1997, p. 27). Il modo in cui il passato viene interpretato, trasmesso e utilizzato è sempre e dovunque oggetto di una disputa densa di conseguenze sociali. I conflitti in corso lo dimostrano e, al tempo stesso, agiscono da acceleratori di dinamiche in atto da molto tempo. L'azione terroristica di Hamas e la sanguinosa reazione militare israeliana nella striscia di Gaza, e prima ancora la guerra tra Russia e Ucraina, hanno insediato nel discorso pubblico una modalità di ragionamento collettivo impoverita e distorta. La sua componente principale è la riduzione degli avvenimenti ad una sola dimensione: esiste un solo livello temporale (ciò che accade ora, e che funge da detonatore) e un solo responsabile (chi ha azionato il detonatore in questo preciso istante). Tutto il resto non conta, il passato non esiste, la storia non serve. Al limite, se ne possono strappare alcuni brandelli, da utilizzare in modo strumentale per supportare le tesi di chi è "dalla parte giusta". Da qui discende il modo autoritario in cui questo modello di ragionamento viene amministrato nella società da autorità politiche, istituzioni pubbliche, organi di informazione mainstream: chiunque si rifiuti di aderire a questo schema semplificatorio, chiunque cerchi di affrontare le complessità connaturate a qualsiasi analisi, deve essere immediatamente annoverato tra i complici degli aggressori ed esposto al pubblico ludibrio. Ricordare, ad esempio, che nel conflitto russo-ucraino gioca un ruolo anche la politica espansionista della Nato porta immediatamente all'iscrizione nell'albo dei "putiniani"; collocare quanto avvenuto il 7 ottobre nel contesto storico dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi e definire un crimine l'uccisione di migliaia di civili palestinesi decisa come ritorsione dal governo israeliano comporta l'attribuzione dell'epiteto di fiancheggiatore di Hamas, accompagnato dall'infamante accusa di antisemitismo. Dentro questo modo di ragionare azzoppato cade la distinzione tra comprendere e giustificare, ridotti a sinonimi e quindi privati

Tecniche e miti. Le trappole dell'intelligenza artificiale, e-book a cura della rivista "Gli asini", 2023
del 12 dicembre 1969 a Milano, in cui morirono 17 persone e ne rimasero ferite altre 88, è stata ... more del 12 dicembre 1969 a Milano, in cui morirono 17 persone e ne rimasero ferite altre 88, è stata attribuita all'estrema destra italiana. Nel corso degli anni ci sono state diverse teorie e indagini sull'autore o gli autori dell'attentato, ma non c'è ancora una verità ufficialmente accertata. Nel 1972 venne condannato all'ergastolo un anarchico italiano, Giuseppe Pinelli, ma poi la sentenza è stata ribaltata. Successivamente, le indagini si sono spostate su un gruppo di neofascisti, tra cui il terrorista nero italiano Giuseppe Valpreda, che furono processati e condannati per l'attentato. Valpreda è stato poi assolto in appello e prosciolto in Cassazione. Nel 1999, un ex membro del gruppo neofascista Ordine Nuovo, Valerio Fioravanti, e un suo complice, Francesca Mambro, sono stati condannati per l'attentato.
Gli asini, nn. 82-83, 2021
L'articolo è una delle voci del Dizionario sul "Diritto alla città" pubblicato nello stesso numer... more L'articolo è una delle voci del Dizionario sul "Diritto alla città" pubblicato nello stesso numero della rivista
Letteraria, n. 1, May 2009
Una lettura del romanzo di Carlo Levi "L'Orologio" (1950)
Letteraria, n. 2, Nov 2009
Intorno al romanzo di Giovanni Arpino "Una nuvola d'ira" (1962)
Un intervento nella discussione sul film di Aleksandr Sokurov
Lo straniero n. 109, Jul 2009
Gli asini n. 18, Oct 2013
Lo straniero n. 118, Apr 2010
Gli asini, n. 26, 2015
da "Gli asini ", n. 26, marzo-aprile 2015] Soltanto la scuola offriva a Jacques e a Pierre queste... more da "Gli asini ", n. 26, marzo-aprile 2015] Soltanto la scuola offriva a Jacques e a Pierre queste gioie. E, probabilmente, amavano in essa con passione ciò che non trovavano a casa loro, dove povertà e ignoranza rendevano la vita più dura, più tetra, come chiusa in se stessa; la miseria è una fortezza senza ponte levatoio.
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Books by Mauro Boarelli
A cento anni dalla fondazione del Pci, torna in una nuova edizione un libro che ha esplorato nuove strade per ricostruire e raccontare la storia politica del dopoguerra. «Chi legge La fabbrica del passato – ha scritto Carlo Ginzburg nella prefazione – avrà a tratti l’impressione di immergersi in un libro di fantascienza: un’esperienza che l’aiuterà a guardare con occhi nuovi l’enigmatico presente in cui viviamo».
Se allarghiamo lo sguardo in questa direzione, il ’77 può essere interpretato come il sintomo di un processo già in atto. Gli eventi che lo caratterizzarono misero in luce in particolare due aspetti che contribuirono a ridurre lo spazio di azione del Pci: la distanza del partito rispetto alla cultura dei diritti civili e la sua incapacità di comprendere le nuove culture giovanili e i nuovi movimenti sociali. Lo scopo degli interventi qui raccolti è quello di tracciare ipotesi di ricerca, porre domande a lungo rimosse e proporre alcune risposte a partire da questi nodi cruciali.
Papers by Mauro Boarelli
Articles by Mauro Boarelli
A cento anni dalla fondazione del Pci, torna in una nuova edizione un libro che ha esplorato nuove strade per ricostruire e raccontare la storia politica del dopoguerra. «Chi legge La fabbrica del passato – ha scritto Carlo Ginzburg nella prefazione – avrà a tratti l’impressione di immergersi in un libro di fantascienza: un’esperienza che l’aiuterà a guardare con occhi nuovi l’enigmatico presente in cui viviamo».
Se allarghiamo lo sguardo in questa direzione, il ’77 può essere interpretato come il sintomo di un processo già in atto. Gli eventi che lo caratterizzarono misero in luce in particolare due aspetti che contribuirono a ridurre lo spazio di azione del Pci: la distanza del partito rispetto alla cultura dei diritti civili e la sua incapacità di comprendere le nuove culture giovanili e i nuovi movimenti sociali. Lo scopo degli interventi qui raccolti è quello di tracciare ipotesi di ricerca, porre domande a lungo rimosse e proporre alcune risposte a partire da questi nodi cruciali.
Si può ascoltare qui / It can be listened to here: https://www.raiplaysound.it/audio/2024/05/Wikiradio-Le-voci-della-storia-del-01052024-8deb11c9-fb2e-4587-8758-0610b328c410.html
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/06/Wikiradio-del-21062022-e998c99a-988a-49a4-8718-41d79cbd20a0.html