Papers by Maurizio Milano

Visione. Un altro sguardo sul mondo, 2025
Il 5 novembre 2024, Donald J. Trump (1946-) è stato eletto per un secondo mandato alla Casa Bianc... more Il 5 novembre 2024, Donald J. Trump (1946-) è stato eletto per un secondo mandato alla Casa Bianca, con un consenso molto ampio non solo a livello di grandi Stati ma anche di voto popolare, che sancisce il tramonto definitivo delle dinastie Clinton e Obama. Un successo di proporzioni inattese che i grandi media, non solo negli Usa, non avevano saputo (voluto?) prevedere, mostrando per l'ennesima volta la propria faziosità. “The Donald” non si è lasciato intimorire da anni di persecuzioni politico-giudiziarie, prima con l'infondata accusa di manipolazione russa nella vittoria elettorale del 2016 - a cui sono seguite ben due iniziative di impeachment - e poi con molteplici tentativi di affossarlo con attacchi giudiziari pretestuosi. Alla fine si è fatto ricorso addirittura a tre tentativi di omicidio, di cui il più grave il 13 luglio mentre Trump teneva un comizio elettorale a Butler, Pennsylvania, non andato a segno per puro miracolo. Il Deep State statunitense ha davvero giocato il tutto per tutto pur di impedire il ritorno dell'odiatissimo Trump alla presidenza. Le reazioni affrante e isteriche del "mondo che conta", non solo negli Usa ma anche in Europa e in Italia, lasciano pochi dubbi sul fatto che il Presidente eletto sia davvero un corpo estraneo alle pseudo-élites liberal, globaliste e tecnocratiche che negli ultimi lustri hanno affondato in profondità le proprie radici nei gangli vitali della cultura, dell'informazione, del potere economico-finanziario, del Pentagono, delle potenti agenzie federali, di Big Pharma, Big Tech e così via. È arrivato il redde-rationem.
La Nuova Bussola Quotidiana , 2025
Trump ha dichiarato una guerra commerciale al resto del mondo. La necessità di riequilibrare la b... more Trump ha dichiarato una guerra commerciale al resto del mondo. La necessità di riequilibrare la bilancia commerciale in disavanzo strutturale e crescente da 50 anni, insieme alla volontà di innescare una rinascita manifatturiera negli Usa, sono gli obiettivi economici dichiarati. Ma la posta in gioco è molto più grande, ed è di natura geopolitica.
La nuova bussola quotidiana , 2025
Dopo il discorso di Milei, che ha scosso Davos dalle fondamenta, al World Economic Forum gennaio ... more Dopo il discorso di Milei, che ha scosso Davos dalle fondamenta, al World Economic Forum gennaio 2025 è intervenuto anche il neo-eletto presidente Usa, Donald Trump, ribaltando il sistema e l'ideologia globalista di Davos.«Questa è stata una settimana davvero storica per gli Stati Uniti…è iniziata l'Età dell'Oro»: così esordisce il neo-Presidente Trump, che non pecca certamente per falsa umiltà. Ha definito la svolta, forte di un amplio consenso popolare e a livello di Stati, come una «rivoluzione del senso comune», un ritorno al buon senso dopo anni di follie ideologiche, promettendo che «l’intero pianeta sarebbe divenuto più pacifico e prospero». Ha poi detto che la sua amministrazione «stava lavorando con una velocità senza precedenti per sistemare i disastri ereditati da un gruppo di persone totalmente inette». Quando si dice la parresia.
La nuova bussola quotidiana , 2025
Il presidente argentino scuote Davos con un discorso contro la rivoluzione woke. Bordate contro l... more Il presidente argentino scuote Davos con un discorso contro la rivoluzione woke. Bordate contro le manie del nuovo secolo, dall'ambientalismo al transgenderismo, passando per l'agenda abortista. Attacco frontale, e brutale, alle pseudo-élites liberal, collettiviste e globaliste, sconfitte negli USA da Trump e, per il momento, ancora arroccate in Europa.

Facoltà teologica dell’Italia settentrionale Corso specialistico di bioetica avanzata, XVI edizione, 2025
L’ordine mondiale post seconda guerra mondiale ha visto gli Usa come potenza egemone su tutti i p... more L’ordine mondiale post seconda guerra mondiale ha visto gli Usa come potenza egemone su tutti i piani, economico, finanziario, tecnologico, militare, sia a livello di hard power sia a livello di soft power, con l’America way of life che seduceva e attraeva l’intero mondo. La leadership statunitense in Occidente è stata sempre indiscussa, sia nel periodo della cosiddetta “guerra fredda” dal 1945 al 1989-1991, sia e maggior ragione nella fase successiva, dove gli Usa sono rimasti come unica ed incontrastata super- potenza a livello mondiale. Col finire della guerra fredda la storia non è però terminata: l’egemonia statunitense, anzi, è entrata in crisi negli ultimi lustri, in particolare dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 e quindi con la Grande Crisi Finanziaria del 2008-2009. Nei decenni passati, il
ruolo del dollaro e della finanza sono stati centrali nell’assicurare l’egemonia statunitense a livello globale. Gli Usa hanno potuto imporsi sul piano finanziario ed economico grazie alla vittoria nella seconda guerra mondiale e al proprio predominio nel campo tecnologico e militare; è però anche vero
che il controllo delle infrastrutture finanziarie mondiali e il ruolo del dollaro come divisa di riserva globale hanno contribuito a rafforzare tale egemonia. Un lento tramonto del Re-dollaro con la sfida crescente all’egemonia finanziaria statunitense potrebbero quindi comportare anche una perdita di
rilevanza a livello geo-economico e geo-politico. La transizione verso un mondo multipolare, in cui gli Usa rimarranno la più grande super-potenza del mondo ma non più universalmente egemone, è già in corso da alcuni lustri, e sta attraversando una fase di accelerazione. Date le inerzie di tali tendenze, non dobbiamo attenderci improvvisi cambi di quadro, ma sicuramente a livello generazionale i processi in corso sono destinati a produrre conseguenze rilevanti. Anche la “cultura”, nel senso di visione
complessiva dell’uomo e del mondo, insieme alla demografia, giocheranno un ruolo decisivo.

Alleanza Cattolica, 2025
Justin Pierre James Trudeau (Ottawa, 1971), leader del Partito liberale dal 2013 e primo ministro... more Justin Pierre James Trudeau (Ottawa, 1971), leader del Partito liberale dal 2013 e primo ministro del Canada dal 2015, ha comunicato in una conferenza stampa, tenutasi il giorno dell’Epifania, la sua decisione di dimettersi da capo del partito e di volere rassegnare le dimissioni da capo del governo entro fine marzo. Il partito dovrà ora trovare in tempi rapidi una nuova guida in vista delle prossime elezioni politiche, che si sarebbero dovute tenere nel mese di ottobre ma che a questo punto saranno verosimilmente anticipate. Trudeau lascia un’eredità disastrosa, su tutti i fronti, come ben riflesso da un indice di gradimento (delle sue dimissioni) pari al 70%. Il centrodestra guidato da Pierre Poilievre ha un vantaggio di oltre 20 punti percentuali sul partito liberal di Trudeau e si prepara a prendere le redini del Paese.
Le forti reazioni in Canada oggi – come nei mesi scorsi in Germania, negli Stati Uniti, in Francia e probabilmente a breve anche nel Regno Unito – sono una speranza per la libertà, a dimostrazione che non esistono mai esiti obbligati. Le pseudo-élites globaliste e tecnocratiche stanno infatti incontrando reazioni e sconfitte un po’ ovunque. Le idee hanno conseguenze: le idee cattive producono frutti cattivi, e presto o tardi la narrazione non basta più. Il vento sta cambiando in Occidente: l’ipnosi collettiva degli ultimi anni, in cui l’iniziativa del Great Reset sembrava inarrestabile, sta lasciando spazio a un Great Awakening, un grande risveglio. La battaglia non è ancora vinta ma sempre più le ideologie liberal e globaliste si stanno scontrando contro il principio di realtà. E la realtà, presto o tardi, vince sempre.

La Nuova Bussola Quotidiana, 2024
Opposizione da parte della Lega alla scalata di UniCredit a Bpm che manderebbe in fumo il progett... more Opposizione da parte della Lega alla scalata di UniCredit a Bpm che manderebbe in fumo il progetto governativo di un terzo polo bancario. Il ministro Giorgetti difende l'"interesse nazionale", che però non coincide con quello dei clienti.
Il governo italiano sta contestando l’offerta del colosso bancario UniCredit, comunicata lunedì 25 novembre dall’ad Andrea Orcel, volta ad acquisire la totalità delle azioni di Banco BPM, perché si tratta di un’operazione «comunicata ma non concordata col governo», per cui «il governo farà le sue valutazioni, valuterà attentamente quando UniCredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evocato il possibile utilizzo del cosiddetto “Golden Power”, uno strumento normativo che permette al Governo di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che coinvolgano settori strategici e quindi siano considerate di interesse nazionale.
La Nuova Bussola Quotidiana , 2024
Quale ruolo giocherà il “super-genio” Elon Musk nell'America targata Trump? Sicuramente si prende... more Quale ruolo giocherà il “super-genio” Elon Musk nell'America targata Trump? Sicuramente si prenderà delle rivincite contro chi l’aveva ostracizzato, come tutto il mondo di Davos. Ma ne approfitterà per accelerare i suoi progetti più estremi. Non possiamo pensare a lui come al “cavaliere bianco”, ma un ragionevole ottimismo non è fuori luogo perché sta contrastando nei fatti la narrazione del Grande Reset.

Bollettino DSC Osservatorio internazionale Card. Van Thuân , 2024
Sull’iniziativa del Great Reset si trovano i giudizi più contrastanti: si tratterebbe, secondo al... more Sull’iniziativa del Great Reset si trovano i giudizi più contrastanti: si tratterebbe, secondo alcuni, di una trama oscura dietro le quinte per decimare la popolazione mondiale, controllarla in modo totalitario e ridurla in uno stato di servitù; all’estremo opposto, forse per reazione nei confronti delle interpretazioni complottistiche, molti ne negano persino l’esistenza. I più non ne sanno nulla. Da parte sua, il World Economic Forum (WEF) di Davos dichiara ufficialmente che tale progetto non solo esiste, ma lo presenta come necessario e urgente per uscire dall’impasse di un modello sociale, economico e politico giudicato non più sostenibile. “COVID-19: The Great Reset” è il libro pubblicato nel luglio del 2020 dal prof. Klaus Schwab (1938-) – fondatore e direttore esecutivo del WEF – e “The Great Reset” è il titolo della copertina internazionale del TIME – settimanale di informazione americano, uscito giovedì 22 ottobre 2020 in collaborazione col WEF – in cui viene presentata al grande pubblico l’iniziativa di Davos. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare lo stato del mondo, addirittura costruire un mondo migliore.
La Nuova Bussola Quotidiana , 2024
Il Piano Draghi per l’Europa entra nel vivo: come se le elezioni non fossero mai avvenute. Dirada... more Il Piano Draghi per l’Europa entra nel vivo: come se le elezioni non fossero mai avvenute. Diradatosi il fumo della retorica ci troveremo tra alcuni anni con un governo tecnocratico ancora più forte a livello europeo e sempre più “protetto dai capricci” delle varie tornate elettorali, sia a livello regionale-nazionale sia a livello dell’Unione. Sia la democrazia sia il mercato, in questa prospettiva dirigistica e tecnocratica, saranno ridotti sempre più a parole vuote, senza sostanza. Un ulteriore rischio, così facendo, è quello di andare verso una crescente polarizzazione e un aumento delle tensioni sociali a cui si farà fronte, prevedibilmente, con la lotta alla misinformation e disinformation, cioè con la censura e il controllo, come evocato dalla von der Leyen nel Meeting di Davos di gennaio 2024.

Visione, un altro sguardo sul mondo, 2024
Nel luglio del 2020, pochi mesi dopo lo scoppio dell'epidemia CoViD-19, il professor Klaus Schwab... more Nel luglio del 2020, pochi mesi dopo lo scoppio dell'epidemia CoViD-19, il professor Klaus Schwab (1938-), fondatore e leader del World Economic Forum (WEF) di Davos, pubblica un libro dal titolo "Covid 19. The Great Reset" . Egli afferma che l'epidemia «rappresenta una rara ma stretta finestra di opportunità per ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo». E se non fosse sufficientemente chiaro, precisa: «molti di noi si stanno domandando quando le cose torneranno alla normalità. La risposta, in breve, è: mai». Il virus SARS-CoV-2 viene indicato come il nuovo punto di cesura nella storia dell'umanità: le sigle "b.C." (before Christ, prima di Cristo) e "a.C." (after Christ, dopo Cristo) significheranno d'ora in poi «before Coronavirus» e «after Coronavirus». Passeremo, cioè, dall'«èra pre-pandemica» all'«èra post-pandemica»: non perché l'epidemia sia particolarmente grave, ma perché il mondo è sempre più interconnesso e la convergenza tra crisi sanitaria e rischi economici, sociali, geo-poli ci, ecologici e tecnologici rompe il paradigma di crescita, giudicato da Schwab insostenibile già prima del virus. Nulla sarà più come prima: il futuro che ci attende è una «nuova normalità», in cui gli Stati e la cooperazione tra il potere politico e quello dei grandi colossi economici-finanziari avrà un ruolo chiave. Le risorse e le decisioni saranno accentrate in cabine di regia sempre più alte, al di sopra degli stessi Stati nazionali, per ricostruire un mondo migliore, come recita lo slogan dell'amministrazione Biden-Harris ripreso dai Paesi del G7: "B3W", ovvero «Build Back a Better World».

La Nuova Bussola Quotidiana, 2024
La considerazione che credo si debba fare è che a fronte di mercati che salgono sempre – come è a... more La considerazione che credo si debba fare è che a fronte di mercati che salgono sempre – come è accaduto negli ultimi anni, anche in presenza di cicli economici molto deboli – non vi siano stati sufficienti approfondimenti sui motivi dei rialzi. Sembra che quando i mercati salgono non ci sia nulla da spiegare; invece, quando scendono dobbiamo per forza individuare delle cause. Approfondire le motivazioni dei rialzi dei
mercati ci aiuta invece a capire meglio anche le cause delle loro discese. Prendendola un po' alla lontana, possiamo dire che da circa 25 anni assistiamo a uno scollamento crescente tra le dinamiche dell'economia reale e le dinamiche finanziarie, in quel processo che possiamo definire di “finanziarizzazione dell'economia”. Anche in momenti economici molto negativi, pensiamo ad esempio al forte calo dell'attività economica
durante i lockdown post-CoViD, dopo poche settimane di sofferenza i mercati hanno non solo recuperato le perdite ma addirittura messo a segno significativi apprezzamenti, senza correzioni degne di nota. Tant’è vero che le borse, anche considerando le forti discese delle ultime sedute, rimangono molto al di sopra dei valori pre-CoViD.

Alleanza Cattolica, 2024
La finanza è una disciplina scientifica che riguarda risparmi e investimenti di denaro. Risparmia... more La finanza è una disciplina scientifica che riguarda risparmi e investimenti di denaro. Risparmiando, sottraendo cioè del reddito al consumo immediato, si possono ricavare le risorse necessarie per gli investimenti, accrescendo così la disponibilità di capitale (impianti, macchinari, ecc.): ciò consente di rendere il lavoro umano più produttivo e conseguentemente
di accrescere la «torta della ricchezza». Grazie agli intermediari finanziari e alla ricca gamma di strumenti creati nel tempo dall’industria del risparmio, i fabbisogni vengono finanziati e, specularmente, i risparmi investiti. Famiglie, imprese, Stati e realtà sovranazionali ricorrono al mercato dei capitali, frutto del risparmio e dei risultati degli investimenti, per finanziare le spese: sia quelle correnti, relative ai consumi, sia le spese in conto capitale, relative a investimenti di lungo periodo. I risparmiatori, per contro, trovano una remunerazione per il proprio denaro.
La finanza, come anche l’economia, ha regole proprie e gode di un’autonomia relativa. Essa è sia struttura portante, sia riflesso del sistema economico, di cui riveste un ruolo ancillare. Essendo uno strumento a supporto dell’economia reale— che, a sua volta, è al servizio
dell’uomo — anche la finanza è per l’uomo. L’industria finanziaria è quella cresciuta di più nel corso degli ultimi trent’anni — in termini di mercati, di prodotti, di istituzioni e di normative — a riflesso dell’importanza crescente della finanza nelle attività umane. Un’accurata gestione degli equilibri fra entrate e uscite e fra debiti e mezzi propri è essenziale per famiglie, imprese, aziende e amministrazioni pubbliche. Nessuno può illudersi di sfuggire alla legge economica della scarsità, perché è un principio di realtà ineludibile: da ciò consegue la necessità dell’uso ottimale delle risorse a disposizione, evitando sprechi e cattivi investimenti. Una legge che vale
non solo nel piccolo, nella cosiddetta «microeconomia», delle famiglie e delle imprese private, ma anche nella cosiddetta «macroeconomia», compreso il settore pubblico. Il punto critico è che senza risparmi non possono esserci investimenti, senza investimenti non aumenta il capitale e la produttività del lavoro umano non cresce: non si riesce, cioè, a fare di più in minor tempo e con minori risorse. La conseguenza è che stipendi e salari in termini reali non possono aumentare, ed è quanto è accaduto in Italia negli ultimi trent’anni. La finanza non deve divenire autoreferenziale e «vampirizzare» l’economia reale: la finanziarizzazione dell’economia e lo
stampare denaro non creano ricchezza dal nulla, la spostano soltanto, nel tempo e nello spazio...

Alleanza Cattolica, 2024
Il termine «economia» deriva dal greco οἰκονομία — da «οἶκος», «dimora» e «νομία», «legge» — e si... more Il termine «economia» deriva dal greco οἰκονομία — da «οἶκος», «dimora» e «νομία», «legge» — e significa «amministrazione della casa». Con la voce «economia politica», dal greco «πόλις», «città», ci si riferisce allo studio delle interazioni materiali fra gli individui in quanto membri di una società. Le risorse sono sempre limitate, a fronte di bisogni, e ancor più di desideri,
virtualmente infiniti: da qui la necessità di un loro utilizzo accorto, economico», sia a livello privato, domestico o di impresa, sia a livello di conti pubblici.
L’economia è connotata da proprie leggi intrinseche e gode di un’autonomia relativa: essa deve però contribuire allo sviluppo completo della persona, «autore, centro e fine di tutta la vita economica» . L’ambito economico è strettamente interconnesso con quello sociale e politico:
occorre evitare la confusione tra la sfera politica e quella economica e l’indebita interferenza dell’una con l’altra. L’economia è un processo culturale e, come tale, è parte ed espressione della più ampia visione dell’uomo e del mondo della comunità politica di riferimento, la cui
Weltanschauung (visione del mondo) condiziona lo svolgersi della vita economica. Specularmente, le modalità di organizzazione dell’attività economica influiscono sulla cultura della comunità e, quindi, sullo stesso contesto sociale e politico. Perciò, pur occupandosi direttamente di bisogni materiali, l’attività economica ha una valenza molto più ampia che la porta a interagire con le idee e i valori delle persone e delle collettività...
La Nuova Bussola Quotidiana, 2024
Una breve riflessione sulla “proposta” presente in un recente studio di Banca d’Italia di subordi... more Una breve riflessione sulla “proposta” presente in un recente studio di Banca d’Italia di subordinare la possibilità di dare in locazione il proprio immobile se non raggiunge un determinato livello di efficienza energetica. Uno sgarbo istituzionale visto che il governo italiano, insieme a quello ungherese, aveva votato contro la direttiva europea ”case green”. Lo statalismo climatico prosegue, indipendentemente dalle volontà dei popoli, e dei governi.
Alleanza Cattolica , 2023
Nella recente COP28, la “Conferenza delle Parti” svoltasi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal... more Nella recente COP28, la “Conferenza delle Parti” svoltasi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, i principali leader politici mondiali hanno riconfermato la presunta necessità e l’urgenza di proseguire nella “transizione dai combustibili fossili” verso le energie rinnovabili. Un’illusione pericolosa, e costosissima.
La Nuova Bussola Quotidiana , 2023
Riflettori puntati sul Mes: l’Italia, infatti, è l’unico Paese dell’area euro a non averlo ancora... more Riflettori puntati sul Mes: l’Italia, infatti, è l’unico Paese dell’area euro a non averlo ancora ratificato. Al di là degli scambi di critiche e accuse tra maggioranza e opposizione, la verità è che l’Italia non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza: la sovranità l’abbiamo perduta divenendo un Paese fortemente indebitato, e quindi a rischio di tenuta finanziaria, per di più in un contesto di grave crisi demografica e di collasso della produttività. Al di là degli aspetti tecnici, su cui è legittimo avere opinioni differenti, il cuore del problema rimane il debito pubblico e la sua sostenibilità, a cui si collega la sicurezza dei risparmi delle famiglie e delle Banche italiane.

La Nuova Bussola Quotidiana , 2023
Come si può pretendere di amare davvero la “natura” – dai minerali ai funghi, dalle piante agli a... more Come si può pretendere di amare davvero la “natura” – dai minerali ai funghi, dalle piante agli animali – e poi, contemporaneamente, operare per la manipolazione della “natura dell’uomo”, come accade con la dissoluzione gnostica dell’identità sessuale promossa dall’ideologia LGBTQIA+, con l’imposizione dei famigerati diritti sessuali e riproduttivi dell’ONU (contraccezione, sterilizzazione e aborto), con la diffusione di programmi per promuovere (e imporre) l’eutanasia e con le derive transumane che si stagliano all’orizzonte? Come si può pretendere di amare i poveri e affermare che la giustizia sociale e la giustizia ambientale sono due facce della stessa medaglia – come argomenta in un suo libro il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein –, quando l’attuazione delle politiche green si sta ritorcendo contro la classe media e le fasce più deboli della popolazione, aumentando allo stesso tempo la concentrazione della ricchezza? E noi dovremmo inginocchiarci con riverenza di fronte alla dea Gaia, una pseudo-natura che assume sempre più le fattezze di un beffardo idolo neopagano?
Uploads
Papers by Maurizio Milano
ruolo del dollaro e della finanza sono stati centrali nell’assicurare l’egemonia statunitense a livello globale. Gli Usa hanno potuto imporsi sul piano finanziario ed economico grazie alla vittoria nella seconda guerra mondiale e al proprio predominio nel campo tecnologico e militare; è però anche vero
che il controllo delle infrastrutture finanziarie mondiali e il ruolo del dollaro come divisa di riserva globale hanno contribuito a rafforzare tale egemonia. Un lento tramonto del Re-dollaro con la sfida crescente all’egemonia finanziaria statunitense potrebbero quindi comportare anche una perdita di
rilevanza a livello geo-economico e geo-politico. La transizione verso un mondo multipolare, in cui gli Usa rimarranno la più grande super-potenza del mondo ma non più universalmente egemone, è già in corso da alcuni lustri, e sta attraversando una fase di accelerazione. Date le inerzie di tali tendenze, non dobbiamo attenderci improvvisi cambi di quadro, ma sicuramente a livello generazionale i processi in corso sono destinati a produrre conseguenze rilevanti. Anche la “cultura”, nel senso di visione
complessiva dell’uomo e del mondo, insieme alla demografia, giocheranno un ruolo decisivo.
Le forti reazioni in Canada oggi – come nei mesi scorsi in Germania, negli Stati Uniti, in Francia e probabilmente a breve anche nel Regno Unito – sono una speranza per la libertà, a dimostrazione che non esistono mai esiti obbligati. Le pseudo-élites globaliste e tecnocratiche stanno infatti incontrando reazioni e sconfitte un po’ ovunque. Le idee hanno conseguenze: le idee cattive producono frutti cattivi, e presto o tardi la narrazione non basta più. Il vento sta cambiando in Occidente: l’ipnosi collettiva degli ultimi anni, in cui l’iniziativa del Great Reset sembrava inarrestabile, sta lasciando spazio a un Great Awakening, un grande risveglio. La battaglia non è ancora vinta ma sempre più le ideologie liberal e globaliste si stanno scontrando contro il principio di realtà. E la realtà, presto o tardi, vince sempre.
Il governo italiano sta contestando l’offerta del colosso bancario UniCredit, comunicata lunedì 25 novembre dall’ad Andrea Orcel, volta ad acquisire la totalità delle azioni di Banco BPM, perché si tratta di un’operazione «comunicata ma non concordata col governo», per cui «il governo farà le sue valutazioni, valuterà attentamente quando UniCredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evocato il possibile utilizzo del cosiddetto “Golden Power”, uno strumento normativo che permette al Governo di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che coinvolgano settori strategici e quindi siano considerate di interesse nazionale.
mercati ci aiuta invece a capire meglio anche le cause delle loro discese. Prendendola un po' alla lontana, possiamo dire che da circa 25 anni assistiamo a uno scollamento crescente tra le dinamiche dell'economia reale e le dinamiche finanziarie, in quel processo che possiamo definire di “finanziarizzazione dell'economia”. Anche in momenti economici molto negativi, pensiamo ad esempio al forte calo dell'attività economica
durante i lockdown post-CoViD, dopo poche settimane di sofferenza i mercati hanno non solo recuperato le perdite ma addirittura messo a segno significativi apprezzamenti, senza correzioni degne di nota. Tant’è vero che le borse, anche considerando le forti discese delle ultime sedute, rimangono molto al di sopra dei valori pre-CoViD.
di accrescere la «torta della ricchezza». Grazie agli intermediari finanziari e alla ricca gamma di strumenti creati nel tempo dall’industria del risparmio, i fabbisogni vengono finanziati e, specularmente, i risparmi investiti. Famiglie, imprese, Stati e realtà sovranazionali ricorrono al mercato dei capitali, frutto del risparmio e dei risultati degli investimenti, per finanziare le spese: sia quelle correnti, relative ai consumi, sia le spese in conto capitale, relative a investimenti di lungo periodo. I risparmiatori, per contro, trovano una remunerazione per il proprio denaro.
La finanza, come anche l’economia, ha regole proprie e gode di un’autonomia relativa. Essa è sia struttura portante, sia riflesso del sistema economico, di cui riveste un ruolo ancillare. Essendo uno strumento a supporto dell’economia reale— che, a sua volta, è al servizio
dell’uomo — anche la finanza è per l’uomo. L’industria finanziaria è quella cresciuta di più nel corso degli ultimi trent’anni — in termini di mercati, di prodotti, di istituzioni e di normative — a riflesso dell’importanza crescente della finanza nelle attività umane. Un’accurata gestione degli equilibri fra entrate e uscite e fra debiti e mezzi propri è essenziale per famiglie, imprese, aziende e amministrazioni pubbliche. Nessuno può illudersi di sfuggire alla legge economica della scarsità, perché è un principio di realtà ineludibile: da ciò consegue la necessità dell’uso ottimale delle risorse a disposizione, evitando sprechi e cattivi investimenti. Una legge che vale
non solo nel piccolo, nella cosiddetta «microeconomia», delle famiglie e delle imprese private, ma anche nella cosiddetta «macroeconomia», compreso il settore pubblico. Il punto critico è che senza risparmi non possono esserci investimenti, senza investimenti non aumenta il capitale e la produttività del lavoro umano non cresce: non si riesce, cioè, a fare di più in minor tempo e con minori risorse. La conseguenza è che stipendi e salari in termini reali non possono aumentare, ed è quanto è accaduto in Italia negli ultimi trent’anni. La finanza non deve divenire autoreferenziale e «vampirizzare» l’economia reale: la finanziarizzazione dell’economia e lo
stampare denaro non creano ricchezza dal nulla, la spostano soltanto, nel tempo e nello spazio...
virtualmente infiniti: da qui la necessità di un loro utilizzo accorto, economico», sia a livello privato, domestico o di impresa, sia a livello di conti pubblici.
L’economia è connotata da proprie leggi intrinseche e gode di un’autonomia relativa: essa deve però contribuire allo sviluppo completo della persona, «autore, centro e fine di tutta la vita economica» . L’ambito economico è strettamente interconnesso con quello sociale e politico:
occorre evitare la confusione tra la sfera politica e quella economica e l’indebita interferenza dell’una con l’altra. L’economia è un processo culturale e, come tale, è parte ed espressione della più ampia visione dell’uomo e del mondo della comunità politica di riferimento, la cui
Weltanschauung (visione del mondo) condiziona lo svolgersi della vita economica. Specularmente, le modalità di organizzazione dell’attività economica influiscono sulla cultura della comunità e, quindi, sullo stesso contesto sociale e politico. Perciò, pur occupandosi direttamente di bisogni materiali, l’attività economica ha una valenza molto più ampia che la porta a interagire con le idee e i valori delle persone e delle collettività...
ruolo del dollaro e della finanza sono stati centrali nell’assicurare l’egemonia statunitense a livello globale. Gli Usa hanno potuto imporsi sul piano finanziario ed economico grazie alla vittoria nella seconda guerra mondiale e al proprio predominio nel campo tecnologico e militare; è però anche vero
che il controllo delle infrastrutture finanziarie mondiali e il ruolo del dollaro come divisa di riserva globale hanno contribuito a rafforzare tale egemonia. Un lento tramonto del Re-dollaro con la sfida crescente all’egemonia finanziaria statunitense potrebbero quindi comportare anche una perdita di
rilevanza a livello geo-economico e geo-politico. La transizione verso un mondo multipolare, in cui gli Usa rimarranno la più grande super-potenza del mondo ma non più universalmente egemone, è già in corso da alcuni lustri, e sta attraversando una fase di accelerazione. Date le inerzie di tali tendenze, non dobbiamo attenderci improvvisi cambi di quadro, ma sicuramente a livello generazionale i processi in corso sono destinati a produrre conseguenze rilevanti. Anche la “cultura”, nel senso di visione
complessiva dell’uomo e del mondo, insieme alla demografia, giocheranno un ruolo decisivo.
Le forti reazioni in Canada oggi – come nei mesi scorsi in Germania, negli Stati Uniti, in Francia e probabilmente a breve anche nel Regno Unito – sono una speranza per la libertà, a dimostrazione che non esistono mai esiti obbligati. Le pseudo-élites globaliste e tecnocratiche stanno infatti incontrando reazioni e sconfitte un po’ ovunque. Le idee hanno conseguenze: le idee cattive producono frutti cattivi, e presto o tardi la narrazione non basta più. Il vento sta cambiando in Occidente: l’ipnosi collettiva degli ultimi anni, in cui l’iniziativa del Great Reset sembrava inarrestabile, sta lasciando spazio a un Great Awakening, un grande risveglio. La battaglia non è ancora vinta ma sempre più le ideologie liberal e globaliste si stanno scontrando contro il principio di realtà. E la realtà, presto o tardi, vince sempre.
Il governo italiano sta contestando l’offerta del colosso bancario UniCredit, comunicata lunedì 25 novembre dall’ad Andrea Orcel, volta ad acquisire la totalità delle azioni di Banco BPM, perché si tratta di un’operazione «comunicata ma non concordata col governo», per cui «il governo farà le sue valutazioni, valuterà attentamente quando UniCredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha evocato il possibile utilizzo del cosiddetto “Golden Power”, uno strumento normativo che permette al Governo di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che coinvolgano settori strategici e quindi siano considerate di interesse nazionale.
mercati ci aiuta invece a capire meglio anche le cause delle loro discese. Prendendola un po' alla lontana, possiamo dire che da circa 25 anni assistiamo a uno scollamento crescente tra le dinamiche dell'economia reale e le dinamiche finanziarie, in quel processo che possiamo definire di “finanziarizzazione dell'economia”. Anche in momenti economici molto negativi, pensiamo ad esempio al forte calo dell'attività economica
durante i lockdown post-CoViD, dopo poche settimane di sofferenza i mercati hanno non solo recuperato le perdite ma addirittura messo a segno significativi apprezzamenti, senza correzioni degne di nota. Tant’è vero che le borse, anche considerando le forti discese delle ultime sedute, rimangono molto al di sopra dei valori pre-CoViD.
di accrescere la «torta della ricchezza». Grazie agli intermediari finanziari e alla ricca gamma di strumenti creati nel tempo dall’industria del risparmio, i fabbisogni vengono finanziati e, specularmente, i risparmi investiti. Famiglie, imprese, Stati e realtà sovranazionali ricorrono al mercato dei capitali, frutto del risparmio e dei risultati degli investimenti, per finanziare le spese: sia quelle correnti, relative ai consumi, sia le spese in conto capitale, relative a investimenti di lungo periodo. I risparmiatori, per contro, trovano una remunerazione per il proprio denaro.
La finanza, come anche l’economia, ha regole proprie e gode di un’autonomia relativa. Essa è sia struttura portante, sia riflesso del sistema economico, di cui riveste un ruolo ancillare. Essendo uno strumento a supporto dell’economia reale— che, a sua volta, è al servizio
dell’uomo — anche la finanza è per l’uomo. L’industria finanziaria è quella cresciuta di più nel corso degli ultimi trent’anni — in termini di mercati, di prodotti, di istituzioni e di normative — a riflesso dell’importanza crescente della finanza nelle attività umane. Un’accurata gestione degli equilibri fra entrate e uscite e fra debiti e mezzi propri è essenziale per famiglie, imprese, aziende e amministrazioni pubbliche. Nessuno può illudersi di sfuggire alla legge economica della scarsità, perché è un principio di realtà ineludibile: da ciò consegue la necessità dell’uso ottimale delle risorse a disposizione, evitando sprechi e cattivi investimenti. Una legge che vale
non solo nel piccolo, nella cosiddetta «microeconomia», delle famiglie e delle imprese private, ma anche nella cosiddetta «macroeconomia», compreso il settore pubblico. Il punto critico è che senza risparmi non possono esserci investimenti, senza investimenti non aumenta il capitale e la produttività del lavoro umano non cresce: non si riesce, cioè, a fare di più in minor tempo e con minori risorse. La conseguenza è che stipendi e salari in termini reali non possono aumentare, ed è quanto è accaduto in Italia negli ultimi trent’anni. La finanza non deve divenire autoreferenziale e «vampirizzare» l’economia reale: la finanziarizzazione dell’economia e lo
stampare denaro non creano ricchezza dal nulla, la spostano soltanto, nel tempo e nello spazio...
virtualmente infiniti: da qui la necessità di un loro utilizzo accorto, economico», sia a livello privato, domestico o di impresa, sia a livello di conti pubblici.
L’economia è connotata da proprie leggi intrinseche e gode di un’autonomia relativa: essa deve però contribuire allo sviluppo completo della persona, «autore, centro e fine di tutta la vita economica» . L’ambito economico è strettamente interconnesso con quello sociale e politico:
occorre evitare la confusione tra la sfera politica e quella economica e l’indebita interferenza dell’una con l’altra. L’economia è un processo culturale e, come tale, è parte ed espressione della più ampia visione dell’uomo e del mondo della comunità politica di riferimento, la cui
Weltanschauung (visione del mondo) condiziona lo svolgersi della vita economica. Specularmente, le modalità di organizzazione dell’attività economica influiscono sulla cultura della comunità e, quindi, sullo stesso contesto sociale e politico. Perciò, pur occupandosi direttamente di bisogni materiali, l’attività economica ha una valenza molto più ampia che la porta a interagire con le idee e i valori delle persone e delle collettività...
Così ha esordito il neopresidente dell'Argentina, Javier Milei, nel suo discorso al World Economic Forum di Davos lo scorso 18.01.2024.
Milei ha parlato "a Davos", ma non ha parlato "con Davos": anzi, ha parlato apertamente "contro Davos", denunciando la deriva collettivista intrapresa negli ultimi decenni dall'establishment politico-economico occidentale.