Videos by Maurizio Grattarola
Una discussione sullo sviluppo dello stemma di Vignanello, che ripercorre la storia della comunit... more Una discussione sullo sviluppo dello stemma di Vignanello, che ripercorre la storia della comunità, fra patroni e padroni 2 views
Il video presenta le ipotesi sull'origine del nome di Vignanello
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Papers by Maurizio Grattarola
La Loggetta, 2024
La giovinezza di Santa Giacinta Marescotti è stata finora poco analizzata, e molti degli autori c... more La giovinezza di Santa Giacinta Marescotti è stata finora poco analizzata, e molti degli autori che hanno scritto di questa santa hanno affermato che le notizie erano scarsissime. In realtà, attraverso una approfondita ricerca di archivio, è stato possibile approfondire in maniera fondamentale tale parte della sua vita.
La Loggetta, 2023
Grazie ad una approfondita ricerca di archivio, èstato possibile identificare gli autori della m... more Grazie ad una approfondita ricerca di archivio, èstato possibile identificare gli autori della mostra lignea del bellissimo organo della Chiesa della Madonna Santissima del Ruscello, finora attribuita ad artisti inesistenti

finale; è un sistema di accoppiamenti perfetti, alcuni dei quali realizzati con elementi di conne... more finale; è un sistema di accoppiamenti perfetti, alcuni dei quali realizzati con elementi di connessione trapezoidali, che garantivano la massima tenuta e in pratica quasi senza uso di elementi saldati. È' insomma una grande 117 N el settembre del 1720 un birroccio tirato da due buoi entra in Vignanello per la Porta Grande o Porta Flaminia per arrestarsi poco dopo sulla piazza antistante il massiccio castello cinquecentesco, già ingombra dei materiali necessari per la costruzione della nuova chiesa di Santa Maria della Presentazione, voluta dal principe di Cerveteri Francesco Maria Marescotti, poi Capizucchi e infine Ruspoli. La chiesa è in costruzione e serviranno ancora quattro anni per completarla. Sul carro, chiusi in casse di legno preparate da un famoso falegname romano, Crispino Pavone, fornitore della Casa Marescotti e Ruspoli, ci sono una serie di strani materiali in ferro, ordinatamente disposti e protetti con paglia. Quegli oggetti (supporti, ruote dentate, rinvii) sarebbero diventati di lì a poco un capolavoro dell'arte orologiaia del primo settecento. Infatti il 5 ottobre 1720 arriva a Vignanello Giuseppe de Santis con un assistente per eseguire il montaggio e la regolazione dell'orologio. Giuseppe de Santis il 4 giugno di quello stesso anno aveva firmato, anche per nome e per conto del suo socio, Dionisio Gargiulo, "che disse di non saper leggere e scrivere", il patto d'obbligo per la realizzazione di "un orologio da torre di tutta perfezione in tutto ad uso d'arte, che soni hore, e quarti sopra tre campane, colla sola replica delle hore solamente" che "debba con doppia sfera mostrar pubblicam.te l'hore, cioè nel Campanile, o dove, e nella facciata della Chiesa verso il Palazzo". Dionisio Gargiulo, nativo di Piana di Sorrento, era arrivato a Roma probabilmente un anno prima, per realizzare l'orologio della chiesa di S. Apollinare, oggi scomparso. Aveva allora 61 o 62 anni, mentre il suo socio ne contava 37. Gargiulo, probabilmente allievo di un famoso orologiaio gesuita, Johann Jakob Sciober o Schober, aveva al momento al suo attivo almeno altri tre orologi: quello di S. Gregorio Armeno a Napoli, quello della chiesa di S. Croce a Sorrento e quello della chiesa di S. Apollinare a Roma. Fu quest'ultimo che colpì il principe Ruspoli, che chiese a Gargiulo di fare l'orologio di Vignanello "in tutto e per tutto uniforme all'orologio del Ven. Collegio Germanico da lui già fatto, in modo tale che non debba essere inferiore; ma più tosto di miglior qualità, e che tutto il movimento debba esser più lungo di quello del d.o orologio del Collegio Germanico". In poco più di tre mesi dalla firma dell'obbligo i componenti dell'orologio sono fabbricati nella casa officina a piazza S. Lorenzo in Lucina. L'attività di preparazione al montaggio finale viene effettuata nell'officina del "ferraro Roccho Bracci" a Vignanello, che costruirà anche il supporto su cui montare l'orologio. I documenti disponibili non ci dicono quali furono le varie fasi del montaggio, ma Giuseppe de Santis lavorò al montaggio e alla regolazione almeno fino agli inizi di novembre. Quello che è certo, e che getta una vivida luce sull'abilità degli orologiai, è che l'orologio fu montato direttamente nella posizione
equilibrato, dando l'impressione di una mano esperta nella progettazione. Cerchiamo di raccontarn... more equilibrato, dando l'impressione di una mano esperta nella progettazione. Cerchiamo di raccontarne la storia, attraverso le notizie finora reperite.
Loggetta, 2021
Il culto di S. Biagio medico e vescovo è stato da sempre al centro della vita di Vignanello. Ques... more Il culto di S. Biagio medico e vescovo è stato da sempre al centro della vita di Vignanello. Questo lavoro ne ricostruisce le vicende.
Loggetta, 2021
Nel 1730, Francesco Maria Ruspoli fece aprire una grande piazza sulla sommità del colle del Moles... more Nel 1730, Francesco Maria Ruspoli fece aprire una grande piazza sulla sommità del colle del Molesino. Di questo monumento non rimangono che pochissime tracce. Ne viene ricostruita la storia.
Loggetta, 2021
Il documento ripercorre le vicende dell'antica Chiesa Matrice di Vignanello
Loggetta, 2021
I luoghi della Tuscia descritti nella pianta della Cassia del XVII secolo
Loggetta, 2021
I cabrei dei Cavalieri di Malta sono una fonte preziosissima di notizie. La viabilità locale di V... more I cabrei dei Cavalieri di Malta sono una fonte preziosissima di notizie. La viabilità locale di Vignanello può essere in parte ricostruita proprio attraverso alcuni di essi
Loggetta, 2021
II parte dell'articolo su uno dei più bei giardini all'italiana
La Loggetta, 2021
Q ueste note vogliono fornire un quadro delle principali vicende storiche che hanno come protagon... more Q ueste note vogliono fornire un quadro delle principali vicende storiche che hanno come protagonista il giar-dino del castello Ruspoli a Vignanello, uno dei più bei giardini all'italiana del mondo.

123 dalla Tuscia inverno 2020-21 q.ta qualità, e se vi saranno di tal qualità con pochi giulij s'... more 123 dalla Tuscia inverno 2020-21 q.ta qualità, e se vi saranno di tal qualità con pochi giulij s'haveranno"[ lettera di Franco Corallo del 5 dicem-bre 1704]. Il lavoro andò avanti alacremente, e già agli inizi di gennaio 1705 era ter-minato, tantoché Pietro Paolo Gras-selli, Ministro di Francesco Maria Ru-spoli a Vignanello, poteva scrivere al Marchese di avere affidato la cura del giardino ad Antonio Danese, che fissò i termini del contratto con Franco Al-tilia, depositario, cioè esattore e teso-riere del Marchese: "S'è stipulato l'obli-Cenni storici-parte II Il giardiniere del papa a Vignanello Il papa a cui Francesco Maria fa rife-rimento era Clemente XI Albani, che di lì a qualche anno [1709] avrebbe elevato il Marchesato di Cerveteri a Principato, e il giardiniere del Papa Giovanni Domenico Fabrizi, realizza-tore dei giardini del Quirinale [Cola, pagg. 316-322]. Il giardiniere incaricato di piantare i bossi, forse un omonimo o forse lo stesso Fabrizi [il cognome non è mai citato], arrivò a Vignanello fra il 3 e il 4 dicembre 1704, e Franco Corallo il 6 dicembre, dopo aver spianato il ter-reno cominciava a tracciarvi i contorni delle aiuole di bosso, lungo i quali ve-nivano piantate gli arbusti considerati in alcuni casi troppo piccoli, ma adatti per i disegni più complicati: "Le piante poi benché vi siano alquanto piccole, con tutto ciò erano necessarie poiché per formare le lettere, e corone si ri-chiedevano piante piccole" [AAV, ARM, fald. 279, lettera di Franco Corallo del 6 dicembre 1704]. Erano state conse-gnate a Vignanello 21.000 piante di bosso, acquistate nel Lazio, che tut-tavia non furono sufficienti, tanto da costringere Corallo ad acquistarne al-tre 15.000 a Orte. Corallo, sempre molto preciso, parla di aver spianato il terreno, senza altre azioni: sembra potersi dedurre che il giardino in quello specifico momento non avesse piante, che avrebbero ri-chiesto un'azione di rimozione, oppure che si stesse procedendo alla modifica di quadri già esistenti almeno in parte. E' certo inoltre che furono abbattuti molti cipressi che erano piantati lungo le spalliere: "Venuto il giardiniere l'ho condotto al giardino, dove di già questa mattina havevo fatto principiare a spianare ma se non si tagliano li cipressi attorno alle spalliere non si vedranno li requa-dri, se non che dalle fenestre. Io doma-tina cominciarò a disegnare li sparti-menti dell'arme, e si darà principio a piantare li bussi. E perché non credo che possino bastare, manderò un huomo alla macchia d'Orte acciò vi coglino di go con Antonio Danese Giardiniere per scudi quindici et un sacco di grano l'anno, per il mantenimento del giardi-no, Barchetto e Cocchio della Mare-scotta." [lettera di Franco Altilia del 9 gennaio 1705]. Va evidenziato un fatto che sottolinea sia l'importanza che al giardino dava Francesco Maria, sia forse una realtà del giardino precedente che non fosse particolarmente bisognoso di cure: negli elenchi degli stipendiati dai Ma-rescotti per la gestione del feudo an-tecedenti al 1704, la figura del giardi
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Pubblicazione a cura dell'associazione I CONNUTTI