Papers by Matteo Antoniel

Si provi a fare il seguente esperimento mentale: è stato creato un museo dove sono conservate le ... more Si provi a fare il seguente esperimento mentale: è stato creato un museo dove sono conservate le più grandi opere d'arte d'ogni tempo. Stando seduti su uno dei divanetti di una delle tante sale, si potrebbe notare un'alacre girovagare di tutti i presenti, intenti a vivere e sperimentare il loro piacere estetico. Ma ad uno sguardo più attento non sfuggirà che alcuni, ammirando in silenziosa contemplazione, si fermano quasi attoniti, senza battere ciglio, davanti a "Vocazione di San Matteo" di Caravaggio; altri gli danno solo uno sguardo rapido e fugace, e non sembrano provare ciò che trattiene i primi dal muoversi. Questi altri si dirigono invece spediti verso la sala dedicata a Marc Chagall, e sembrano perdersi nelle sue linee infantili, nel suo blu, nelle dimensioni da lui evocate. Altri ancora d'altra parte non sembrano provare alcun interesse, alcun piacere smodato nell'ammirare le opere pittoriche lì esposte e chiedono dove si trovi la sala in cui poter ascoltare i capolavori della musica classica, Bach, Beethoven, Schubert. Chi è rimasto ad osservare per tutto quel tempo questo frenetico andirivieni e quelle palesi differenze di gusto, si chiederà le ragioni per cui ciò avvenga. Perché qualcosa suscita stupore, meraviglia, piacere in qualcuno ed in altre persone no? Questa differenza di percezione, di sentire, di coinvolgimento fisico ed emotivo dipende dal soggetto o dall'oggetto? O da entrambi? Se dipendesse solo dall'oggetto, significherebbe che questo si presenta in maniere diverse a persone diverse, ma la sua struttura è sempre la stessa, permane: come può quindi presentarsi in maniera diversa? Se dipendesse solo dal soggetto, si spiegherebbe come in qualcuno una determinata opera suscita piacere estetico ed in altri no, ma non si spiegherebbe come sia possibile che le ragioni dei diversi piaceri possano essere diametralmente opposte: ad esempio, due soggetti distinti possono provare un profondo piacere estetico nella visione del quadro di Friedrich "Il viandante sulla scogliera", ma l'uno è pervaso da un profondo senso di pace e vede nell'opera la capacità umana di ergersi imponente di fronte all'immensità della natura, l'altro prova invece un ineludibile senso di inquietudine e interpreta il quadro in maniera esattamente contraria. Se dipendesse solo dal soggetto, il contenuto dell'oggetto, dell'opera passerebbe in secondo piano, dando più importanza al sentire del soggetto. Ma l'opera d'arte è tale perché si riconosce che in essa c'è un portato maggiore di un qualsiasi oggetto comune e che questo portato influenza la visione del soggetto (di fronte alla teiera sul tavolo di casa vostra, sia voi che i vostri ospiti riconoscereste soltanto una teiera, senza darle ulteriori significati o interpretazioni). Tra le motivazioni che portano al sentimento di piacere (o di mancato piacere) di fronte ad un oggetto artistico quindi, ci deve essere un particolare rapporto che si instaura tra soggetto e oggetto. Appare perciò riduttiva l'idea wittgensteiniana della valutazione artistica basata sulla correttezza dell'opera. Il piacere estetico è una forma di giudizio, perciò fa riferimento ad una valutazione. Ma se questa fosse completamente basata sulla correttezza formale, sul rispetto di regole e canoni, come si potrebbe spiegare il ruolo del soggetto, e quindi la diversità di piaceri estetici esistente? È quindi evidente che nella valutazione estetica entra in gioco la comprensione, da parte del soggetto, dell'oggetto come opera d'arte. Le regole di cui parla Wittgenstein fanno riferimento a modi espressivi e giochi linguistici di una determinata forma di vita. comprensione di un'opera d'arte è ciò che ci permette di vedere un oggetto da una prospettiva diversa e sembra essere un meccanismo che prende avvio solo nel momento in cui l'opera d'arte si pone di fronte a noi, al di là di ogni criterio di valutazione.
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