Papers by Maria Alessia Glielmi
Matthew Paris and John of Oxnead, two English Benedictines of the thirteenth century, demonstrate... more Matthew Paris and John of Oxnead, two English Benedictines of the thirteenth century, demonstrated in their chronicles a wide interest for natural phenomena, especially for the one they called “tonitrus hyemalis” (winter thunder). Their approach followed a coherent point of view, based on elements taken both from scientific knowledge and from the divinatory arts in fashion in that century. This shows how different kinds of knowledge could be linked together in the medieval mind, leading to a synthetic and original thought about a natural phenomenon. Modern historians must take into account this composite dimension of medieval culture in order to reach a better understanding of thirteenth-century worldviews.

L'indAginE intEnsiVA suL tErrEno (R. Zanini) Dietro all'acronimo E.CH.I. si cela un progetto-Etno... more L'indAginE intEnsiVA suL tErrEno (R. Zanini) Dietro all'acronimo E.CH.I. si cela un progetto-Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale-che sin dal titolo presenta come prima parola chiave il metodo di ricerca antropologica per eccellenza, l'etnografia, declinata tuttavia al plurale. Parlare di etnografia, infatti, non significa esprimersi in termini univoci, né tantomeno fare riferimento a pratiche rigidamente codificate e universalmente condivise. Nelle primissime fasi di progettazione dell'attività di ricerca, dunque, il compito principale del gruppo di lavoro piemontese è stato quello di riflettere su cosa si intenda per etnografia e su come si potessero integrare le differenti modalità del "fare etnografia" in un unico progetto di ricerca. Questo capitolo si propone di delineare i quattro diversi approcci attraverso cui si è deciso di declinare lo strumento metodologico dell'etnografia a partire dalla sua accezione classica, ovvero l'indagine intensiva sul terreno. Un'indagine etnografica di tipo intensivo si realizza mediante la presenza dell'antropologo sul terreno di ricerca per un periodo di tempo continuativo e sufficientemente lungo, tale da permettergli di integrarsi quanto più possibile nella realtà locale, di comprendere la complessità e le articolazioni delle dinamiche sociali e culturali della comunità che intende studiare e di restituirne, di conseguenza, una lettura approfondita e una «descrizione densa» (Geertz 1973). Dalle prime e paradigmatiche esperienze di Bronislaw Malinowski in area oceaniana, a cavallo del primo conflitto mondiale, l'indagine di tipo intensivo, condotta prevalentemente all'interno di una singola comunità, ha fino ad oggi costituito lo strumento prioritario a cui gli antropologi hanno fatto ricorso nella realizzazione delle proprie ricerche sul terreno. Questo orientamento ha prevalso anche in area alpina, soprattutto a partire dagli anni '50 del Novecento. Ma un illustre, e a lungo trascurato, precursore può essere individuato già nello studio del francese Robert Hertz sulla festa di San Besso, che unisce (e divide) la località di Cogne in Val d'Aosta e la piemontese Val Soana. La ricerca, condotta nel 1912 e tradottasi l'anno successivo in un oggi celebre articolo (Hertz 1913), anticipava seppur di pochissimo le indagini malinowskiane e di
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