Luciano Luciani

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Luciano Luciani è nato a Teora il 17 febbraio 1957.
Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci” di Salerno ha frequentato l’Università nella stessa città laureandosi in “Economia e Commercio”.
Al contempo si è dedicato sia alla pittura esponendo a livelli nazionale con qualche apparizione anche internazionale, ricevendo riconoscimenti ed apprezzamenti da vari critici d’arte, sia alla storia di Teora, soprattutto degli avvenimenti che si sono susseguiti nella Teora dell’800 e del ‘900.
In passato hanno accolto alcuni suoi articoli a carattere storico “Voci da Teora”, il “Corriere dell’Irpinia”, “Il Quotidiano del Sud” e “Il Corsivo”.
Ha pubblicato “CORRADINO LUCIANI - storia e documenti di un pubblicista socialista ed anarco-sindacalista di Teora in America”, “FIGLI DI TEORA” e “STORIA DI TEORA – dalle origini ai giorni nostri”.

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Teora (AV) - Marco Aurelio Bello, Dottore in Leggi, scrittore e poeta irpino

Marco Aurelio Bello (Belli) di Teora, 2023

Marco Aurelio Bello (Belli) nacque a Teora (AV) nella seconda metà del 1500, la famiglia di origi... more Marco Aurelio Bello (Belli) nacque a Teora (AV) nella seconda metà del 1500, la famiglia di origini Toscane, precisamente di Pistoia, si trasferì in Irpinia, dove il padre, dottore in Leggi, esercitava la professione legale. Può essere, senza dubbio, considerato una figura tipica del Parnaso Letterario Irpino. L'opera, in prosa e poesia, dedicata alla sua donna morta, che lo rende degno di meritare tale posizione è "L'Alcinoe overo Dell'Armonia poetica", stampata nel 1615 in Napoli, Tipografia Gio. Iacomo Carlino (lo stesso che ha stampato nel Castello di Gesualdo i libri 5° e 6° dei madrigali del principe dei musici Carlo Gesualdo). In quest'opera troviamo anche alcune notizie sullo stesso autore, sino ad ora sconosciute. Era ancora fanciullo quando il padre morì, la madre volle che seguisse le orme paterne e lo avviò agli studi civili: "I nostri avi, che dalla nobil famiglia de' Galli di Pistoia nobilmente discesi, la nostra patria habitarono, ò che'l sangue in contraria terra fin'à quellhora con amica temperanza il peregrino cielo non havesse, ò che'l Rè del Mondo così stabilisse, morirono in fresca estate: il padre mio così morì. Coronato io poi nelle Leggi, e con ornamento d'alcune Filosofie alla patria condutto, nuovo Speusippo apparui; io che i lieti, e fertili campi, e l'auro accolto non trovai, ciò che retaggio era paterno". Si innamorò e sposò una nobile fanciulla i cui capelli erano biondi e crespi, il volto vermiglio con occhi azzurro chiaro, le linee del corpo armoniche e proporzionate, "… e l'ombre e i lumi concordi, e aiutati da splendida luce. Alle fresche, purpuree rose entro à candidi gigli una musica lingua infuse Venere

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