Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica ... more Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica presentata in questi capitoli illustra il succedersi degli idealtipi di infanzia che si sono affastellati lungo l'immaginario pedagogico moderno e contemporaneo e che hanno dato luogo a pratiche parentali progressivamente sempre più vicine al nostro sentire e al nostro intendere il bambino e le condizioni ideali per la sua educazione. Si tratta quindi di registrare l'eco delle voci che hanno dato forma ai nostri modi moderni di intendere l'infanzia e di indicare quei sentieri di attualità che originano percorsi intellettuali ancora capaci di illuminare i nodi costitutivi dell'attuale pensiero pedagogico: gli elementi nodali, ontologici, che contraddistinguono il ragionare sull'infanzia e sul formarsi dell'età evolutiva. Il rapporto autonomia-dipendenza e la relazione educativa; la questione della materialità, degli spazi e dei tempi pensati per il bambino; il gioco come misteriosa cifra di spontaneità e di differenza, come dispositivo latente; la scuola dell'infanzia, l'asilo nido e l'educazione parentale costituiscono alcuni nuclei centrali di questo ragionamento dipanatosi lungo la storia delle idee in Occidente. Questo percorso interpretativo, che idealmente riconduciamo al pensiero di Comenio, attraversa tutta l'età moderna fino al Novecento, secolo del bambino. Un itinerario culturale che abbraccia più secoli: origina dall'Umanesimo, attraversa il Seicento, percorre l'Illuminismo ed il Romanticismo per poi approdare al Novecento, con la pluralità delle correnti scientifiche e culturali che lo innervano (processo che darà luogo prima alla tradizione della pedagogia, poi alle scienze dell'educazione). Un itinerario che abbraccia mutamenti nel costume educativo di ampia portata trasformativa. Sullo sfondo processi politici e sociali progressivamente sempre più complessi ed intricati: riforma di Lutero, guerre di religione… Sono tutti questi avvenimenti della storia Occidentale a costituire lo sfondo per l'affermarsi di una nuova idea di infanzia elaborata dai pedagogisti della stimmung del loro tempo. Essa, da Rousseau in poi, dettaglia prassi, istituzioni, profili di educabilità sempre più connotati in senso teoretico e riflessivo. Poi si prenderanno in considerazione alcune discipline che affiancano allo studio dell'infanzia un interesse per l'educazione (psicoanalisi, psicologia dell'età evolutiva, sociologia) le cui ricerche offrono suggestioni significative per ripensare l'educazione dei bambini nell'età che va dalla nascita fino ai 6/7 anni. Esse propongono immagini di infanzia peculiari, inedite rispetto al senso comune. Queste nuove visioni sul bambino, sulle tappe e le condizioni del suo sviluppo e sul suo statuto sociale sottendono infatti altrettanto inedite modalità con cui gli adulti nei contesti educativi quali la famiglia e la scuola dovrebbero sostenere e promuovere la crescita infantile. Le prospettive sull'infanzia che provengono da discipline non pedagogiche propongono alla pedagogia questioni nuove e sollecitano gli educatori ed i pedagogisti a promuovere esperienze che offrano possibili risposte a tali questioni. La retrospettiva pedagogica intende delucidare le idee principali che hanno concorso ad esemplificare un'idea di infanzia e a divulgarla tanto nel mondo pedagogico quanto in quello sociale. Verranno presentati quei concetti e quei fondamenti che possono offrire spunti utili a delineare una pedagogia dell'infanzia nei servizi educativi. Capitolo primo: suggestioni pedagogiche a partire dai classici della pedagogia dell'infanzia. di A. Bobbio 1. Jan Amos Komensky 1592-1670 Tra metodo e utopia. L'infanzia rappresenta forse l'idea più avanzata del nostro umanesimo pedagogico. Tale concetto, tuttavia, costituisce più un bisogno dell'adulto che una scoperta: è l'esigenza dell'invenzione dell'infanzia, una sorta di costruzione teorica che funzioni come una norma regolativa di un periodo di vita dell'uomo che è difficilmente individuabile in un referente vicino e in una matrice formativa concreta. Se l'affezione (poi sentimento di infanzia) al bambino emerge nell'età moderna, la riflessione pedagogico-teoretica su questa età della vita avrà già in Comenio il suo più autorevole capostipite. Con lui si delineano alcuni problemi fondamentali della pedagogia: gli elementi di progettualità sociale e culturale che devono guidare il maestro agli aspetti della didattica fino alle strategie educative e relazionali a partire dall'infanzia. La sua opera principale La Scuola Materna denuncia la convinzione che si dovesse cominciare l'educazione umana fin dalla più tenera età usando mezzi appropriati. Comenio la immagina come un principio universale e prefigura un'idea di scuola ispirata da una sua metodica specifica, la didattica, fondata su principi razionali. Tutto ciò poggia sull'idea di una natura umana già predisposta verso l'apprendimento, ed in base a ciò il successo formativo è condizionato dal rispetto dei principi normativi universali. Comenio si mostra interessato anche ad entrare nello specifico dei media dell'insegnamento, immaginando, nella Didactica Magna, un dispositivo insegnativo capace di far germinare la curiosità del bambino, sulla quale innestare poi i primi apprendimenti simbolici alla base degli apprendimenti formali (lettura e scrittura). Su queste basi nasce l'Orbis Sensualium Pictus, un'opera che è una sorta di piccola enciclopedia che ha l'intento di mostrare il sapere elementare, organizzandolo secondo il criterio della consequenzialità tra immagini e parole. È il primo libro illustrato per bambini e costituisce uno strumento didattico moderno. Sia l'Orbis che la Didactica Magna enucleano i principali assunti del pensiero di Comenio, che possiamo riassumere nei concetti di: SINCRETISMO in natura non esistono divisioni o salti, la conoscenza ha una natura unitaria ed organica. Da qui il parallelismo tra l'ordine della natura e quello da realizzare nell'educazione; PANSOFIA (onnisapienza) è possibile porgere il sapere a tutte le età della vita rispettando il criterio della gradualità e dell'unitarietà del sapere; CICLICITà l'educazione deve offrire una progressione graduale e continua degli apprendimenti attraverso il criterio della complessità crescente; PAMPEDIA tale principio è l'educazione universale di tutta l'umana gente. L'utopia pampedica prefigura l'istituzione di Comenio costituisce il vero iniziatore della moderna pedagogia dell'infanzia. Il suo anelito verso l'umanizzazione del bambino attraverso l'attenzione alla didattica costituisce portati universalmente riconosciuti, alla base delle moderne scienze umane. Altrettanto feconde sono le sue intuizioni sul valore dell'educazione permanente e continua, sulla parità tra i generi, sull'importanza della scuola e della formazione dei genitori per l'edificazione di una società nuova. Comenio viene definito il poeta dell'educazione. 2. John Locke 1632-1704 Educazione: la forza delle abitudini. Il pensiero di Locke costituisce, per l'infanzia, un orizzonte culturale assai significativo, soprattutto con il suo scritto Pensieri sull'educazione che prefigura un bambino recettivo all'ambiente, il cui conseguimento delle buone abitudini attraverso l'esercizio costituisce il tratto più qualificante di un'educazione adeguatamente impostata. La valorizzazione dell'esercizio si connette alla concezione originariamente attivistica della natura umana. Tutti i contenuti attuali della mente umana sono frutto dell'attività del soggetto e quindi non possono essere stati acquisiti, se non attraverso l'attivazione e l'impiego degli autonomi poteri dello spirito. Il bambino piccolo è come un foglio di carta bianca da poter forgiare e plasmare a piacimento. La mente dei bambini può venire facilmente avviata in qualsiasi direzione. Da qui la responsabilità dell'educatore: essa consta nella capacità di mobilitare la percezione dell'alunno e la sua attenzione sull'oggetto di studio, consentendo a quest'ultimo di imprimersi nella mente del fanciullo in modo duraturo e permanente. Motivi di sicuro interesse erano la capacità di suscitare interesse, motivare all'apprendimento, focalizzare l'attenzione, rinforzare la fatica nell'esercizio e stabilizzare gli elementi distrattori dell'ambiente, proprio come descritto anche nella didattica montessoriana. Importante ruolo è ricoperto dall'habitus, il quale consente il disciplinamento della mente. Un altro elemento di modernità del pensiero di Locke è il principio della gradevolezza dell'apprendimento e della didattica ludomorfa. A partire dall'osservazione dei fatti educativi, l'attenzione nell'apprendimento può essere meglio sostenuta da uno sfondo ludico. Si tratta di realizzare, sul piano della didattica, un condizionamento positivo tale da trasformare le esperienze di apprendimento diretto in un'alternativa attraente rispetto alla monotonia delle situazioni di gioco spontaneo. Quest'ultima considerazione rimanda al valore di una relazione insegnativa impostata in modo tale che sia l'alunno a richiedere l'aiuto dell'adulto: un'assistenza proporzionale ai suoi bisogni. Altro motivo di interesse alla pedagogia di Locke è la sua attenzione agli aspetti fisici che concorrono alla formazione dell'uomo: salute, forza, vigore, che possono essere promossi attraverso una serie di regole. Un'educazione che si fa indurimento, che esclude l'eccessiva tenerezza, valida sia per i ragazzi che per le fanciulle. In Locke, la salute è un presupposto funzionale per il disciplinamento etico dell'intera personalità. L'uomo è incline a contrarre abitudini: il vero problema è incentivare l'acquisizione di abitudini positive rimarcando il valore associativo tra ciò che è fisico e ciò che diviene psichico ed infine morale. Accanto al gioco educativo e all'attività ludo-matetica Locke riconosce la valenza etimologica e autoelica dello svago e del tempo libero, estendendone il valore anche all'infanzia. Altro...
Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica ... more Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica presentata in questi capitoli illustra il succedersi degli idealtipi di infanzia che si sono affastellati lungo l'immaginario pedagogico moderno e contemporaneo e che hanno dato luogo a pratiche parentali progressivamente sempre più vicine al nostro sentire e al nostro intendere il bambino e le condizioni ideali per la sua educazione. Si tratta quindi di registrare l'eco delle voci che hanno dato forma ai nostri modi moderni di intendere l'infanzia e di indicare quei sentieri di attualità che originano percorsi intellettuali ancora capaci di illuminare i nodi costitutivi dell'attuale pensiero pedagogico: gli elementi nodali, ontologici, che contraddistinguono il ragionare sull'infanzia e sul formarsi dell'età evolutiva. Il rapporto autonomia-dipendenza e la relazione educativa; la questione della materialità, degli spazi e dei tempi pensati per il bambino; il gioco come misteriosa cifra di spontaneità e di differenza, come dispositivo latente; la scuola dell'infanzia, l'asilo nido e l'educazione parentale costituiscono alcuni nuclei centrali di questo ragionamento dipanatosi lungo la storia delle idee in Occidente. Questo percorso interpretativo, che idealmente riconduciamo al pensiero di Comenio, attraversa tutta l'età moderna fino al Novecento, secolo del bambino. Un itinerario culturale che abbraccia più secoli: origina dall'Umanesimo, attraversa il Seicento, percorre l'Illuminismo ed il Romanticismo per poi approdare al Novecento, con la pluralità delle correnti scientifiche e culturali che lo innervano (processo che darà luogo prima alla tradizione della pedagogia, poi alle scienze dell'educazione). Un itinerario che abbraccia mutamenti nel costume educativo di ampia portata trasformativa. Sullo sfondo processi politici e sociali progressivamente sempre più complessi ed intricati: riforma di Lutero, guerre di religione… Sono tutti questi avvenimenti della storia Occidentale a costituire lo sfondo per l'affermarsi di una nuova idea di infanzia elaborata dai pedagogisti della stimmung del loro tempo. Essa, da Rousseau in poi, dettaglia prassi, istituzioni, profili di educabilità sempre più connotati in senso teoretico e riflessivo. Poi si prenderanno in considerazione alcune discipline che affiancano allo studio dell'infanzia un interesse per l'educazione (psicoanalisi, psicologia dell'età evolutiva, sociologia) le cui ricerche offrono suggestioni significative per ripensare l'educazione dei bambini nell'età che va dalla nascita fino ai 6/7 anni. Esse propongono immagini di infanzia peculiari, inedite rispetto al senso comune. Queste nuove visioni sul bambino, sulle tappe e le condizioni del suo sviluppo e sul suo statuto sociale sottendono infatti altrettanto inedite modalità con cui gli adulti nei contesti educativi quali la famiglia e la scuola dovrebbero sostenere e promuovere la crescita infantile. Le prospettive sull'infanzia che provengono da discipline non pedagogiche propongono alla pedagogia questioni nuove e sollecitano gli educatori ed i pedagogisti a promuovere esperienze che offrano possibili risposte a tali questioni. La retrospettiva pedagogica intende delucidare le idee principali che hanno concorso ad esemplificare un'idea di infanzia e a divulgarla tanto nel mondo pedagogico quanto in quello sociale. Verranno presentati quei concetti e quei fondamenti che possono offrire spunti utili a delineare una pedagogia dell'infanzia nei servizi educativi. Capitolo primo: suggestioni pedagogiche a partire dai classici della pedagogia dell'infanzia. di A. Bobbio 1. Jan Amos Komensky 1592-1670 Tra metodo e utopia. L'infanzia rappresenta forse l'idea più avanzata del nostro umanesimo pedagogico. Tale concetto, tuttavia, costituisce più un bisogno dell'adulto che una scoperta: è l'esigenza dell'invenzione dell'infanzia, una sorta di costruzione teorica che funzioni come una norma regolativa di un periodo di vita dell'uomo che è difficilmente individuabile in un referente vicino e in una matrice formativa concreta. Se l'affezione (poi sentimento di infanzia) al bambino emerge nell'età moderna, la riflessione pedagogico-teoretica su questa età della vita avrà già in Comenio il suo più autorevole capostipite. Con lui si delineano alcuni problemi fondamentali della pedagogia: gli elementi di progettualità sociale e culturale che devono guidare il maestro agli aspetti della didattica fino alle strategie educative e relazionali a partire dall'infanzia. La sua opera principale La Scuola Materna denuncia la convinzione che si dovesse cominciare l'educazione umana fin dalla più tenera età usando mezzi appropriati. Comenio la immagina come un principio universale e prefigura un'idea di scuola ispirata da una sua metodica specifica, la didattica, fondata su principi razionali. Tutto ciò poggia sull'idea di una natura umana già predisposta verso l'apprendimento, ed in base a ciò il successo formativo è condizionato dal rispetto dei principi normativi universali. Comenio si mostra interessato anche ad entrare nello specifico dei media dell'insegnamento, immaginando, nella Didactica Magna, un dispositivo insegnativo capace di far germinare la curiosità del bambino, sulla quale innestare poi i primi apprendimenti simbolici alla base degli apprendimenti formali (lettura e scrittura). Su queste basi nasce l'Orbis Sensualium Pictus, un'opera che è una sorta di piccola enciclopedia che ha l'intento di mostrare il sapere elementare, organizzandolo secondo il criterio della consequenzialità tra immagini e parole. È il primo libro illustrato per bambini e costituisce uno strumento didattico moderno. Sia l'Orbis che la Didactica Magna enucleano i principali assunti del pensiero di Comenio, che possiamo riassumere nei concetti di: SINCRETISMO in natura non esistono divisioni o salti, la conoscenza ha una natura unitaria ed organica. Da qui il parallelismo tra l'ordine della natura e quello da realizzare nell'educazione; PANSOFIA (onnisapienza) è possibile porgere il sapere a tutte le età della vita rispettando il criterio della gradualità e dell'unitarietà del sapere; CICLICITà l'educazione deve offrire una progressione graduale e continua degli apprendimenti attraverso il criterio della complessità crescente; PAMPEDIA tale principio è l'educazione universale di tutta l'umana gente. L'utopia pampedica prefigura l'istituzione di Comenio costituisce il vero iniziatore della moderna pedagogia dell'infanzia. Il suo anelito verso l'umanizzazione del bambino attraverso l'attenzione alla didattica costituisce portati universalmente riconosciuti, alla base delle moderne scienze umane. Altrettanto feconde sono le sue intuizioni sul valore dell'educazione permanente e continua, sulla parità tra i generi, sull'importanza della scuola e della formazione dei genitori per l'edificazione di una società nuova. Comenio viene definito il poeta dell'educazione. 2. John Locke 1632-1704 Educazione: la forza delle abitudini. Il pensiero di Locke costituisce, per l'infanzia, un orizzonte culturale assai significativo, soprattutto con il suo scritto Pensieri sull'educazione che prefigura un bambino recettivo all'ambiente, il cui conseguimento delle buone abitudini attraverso l'esercizio costituisce il tratto più qualificante di un'educazione adeguatamente impostata. La valorizzazione dell'esercizio si connette alla concezione originariamente attivistica della natura umana. Tutti i contenuti attuali della mente umana sono frutto dell'attività del soggetto e quindi non possono essere stati acquisiti, se non attraverso l'attivazione e l'impiego degli autonomi poteri dello spirito. Il bambino piccolo è come un foglio di carta bianca da poter forgiare e plasmare a piacimento. La mente dei bambini può venire facilmente avviata in qualsiasi direzione. Da qui la responsabilità dell'educatore: essa consta nella capacità di mobilitare la percezione dell'alunno e la sua attenzione sull'oggetto di studio, consentendo a quest'ultimo di imprimersi nella mente del fanciullo in modo duraturo e permanente. Motivi di sicuro interesse erano la capacità di suscitare interesse, motivare all'apprendimento, focalizzare l'attenzione, rinforzare la fatica nell'esercizio e stabilizzare gli elementi distrattori dell'ambiente, proprio come descritto anche nella didattica montessoriana. Importante ruolo è ricoperto dall'habitus, il quale consente il disciplinamento della mente. Un altro elemento di modernità del pensiero di Locke è il principio della gradevolezza dell'apprendimento e della didattica ludomorfa. A partire dall'osservazione dei fatti educativi, l'attenzione nell'apprendimento può essere meglio sostenuta da uno sfondo ludico. Si tratta di realizzare, sul piano della didattica, un condizionamento positivo tale da trasformare le esperienze di apprendimento diretto in un'alternativa attraente rispetto alla monotonia delle situazioni di gioco spontaneo. Quest'ultima considerazione rimanda al valore di una relazione insegnativa impostata in modo tale che sia l'alunno a richiedere l'aiuto dell'adulto: un'assistenza proporzionale ai suoi bisogni. Altro motivo di interesse alla pedagogia di Locke è la sua attenzione agli aspetti fisici che concorrono alla formazione dell'uomo: salute, forza, vigore, che possono essere promossi attraverso una serie di regole. Un'educazione che si fa indurimento, che esclude l'eccessiva tenerezza, valida sia per i ragazzi che per le fanciulle. In Locke, la salute è un presupposto funzionale per il disciplinamento etico dell'intera personalità. L'uomo è incline a contrarre abitudini: il vero problema è incentivare l'acquisizione di abitudini positive rimarcando il valore associativo tra ciò che è fisico e ciò che diviene psichico ed infine morale. Accanto al gioco educativo e all'attività ludo-matetica Locke riconosce la valenza etimologica e autoelica dello svago e del tempo libero, estendendone il valore anche all'infanzia. Altro...
Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica ... more Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica presentata in questi capitoli illustra il succedersi degli idealtipi di infanzia che si sono affastellati lungo l'immaginario pedagogico moderno e contemporaneo e che hanno dato luogo a pratiche parentali progressivamente sempre più vicine al nostro sentire e al nostro intendere il bambino e le condizioni ideali per la sua educazione. Si tratta quindi di registrare l'eco delle voci che hanno dato forma ai nostri modi moderni di intendere l'infanzia e di indicare quei sentieri di attualità che originano percorsi intellettuali ancora capaci di illuminare i nodi costitutivi dell'attuale pensiero pedagogico: gli elementi nodali, ontologici, che contraddistinguono il ragionare sull'infanzia e sul formarsi dell'età evolutiva. Il rapporto autonomia-dipendenza e la relazione educativa; la questione della materialità, degli spazi e dei tempi pensati per il bambino; il gioco come misteriosa cifra di spontaneità e di differenza, come dispositivo latente; la scuola dell'infanzia, l'asilo nido e l'educazione parentale costituiscono alcuni nuclei centrali di questo ragionamento dipanatosi lungo la storia delle idee in Occidente. Questo percorso interpretativo, che idealmente riconduciamo al pensiero di Comenio, attraversa tutta l'età moderna fino al Novecento, secolo del bambino. Un itinerario culturale che abbraccia più secoli: origina dall'Umanesimo, attraversa il Seicento, percorre l'Illuminismo ed il Romanticismo per poi approdare al Novecento, con la pluralità delle correnti scientifiche e culturali che lo innervano (processo che darà luogo prima alla tradizione della pedagogia, poi alle scienze dell'educazione). Un itinerario che abbraccia mutamenti nel costume educativo di ampia portata trasformativa. Sullo sfondo processi politici e sociali progressivamente sempre più complessi ed intricati: riforma di Lutero, guerre di religione… Sono tutti questi avvenimenti della storia Occidentale a costituire lo sfondo per l'affermarsi di una nuova idea di infanzia elaborata dai pedagogisti della stimmung del loro tempo. Essa, da Rousseau in poi, dettaglia prassi, istituzioni, profili di educabilità sempre più connotati in senso teoretico e riflessivo. Poi si prenderanno in considerazione alcune discipline che affiancano allo studio dell'infanzia un interesse per l'educazione (psicoanalisi, psicologia dell'età evolutiva, sociologia) le cui ricerche offrono suggestioni significative per ripensare l'educazione dei bambini nell'età che va dalla nascita fino ai 6/7 anni. Esse propongono immagini di infanzia peculiari, inedite rispetto al senso comune. Queste nuove visioni sul bambino, sulle tappe e le condizioni del suo sviluppo e sul suo statuto sociale sottendono infatti altrettanto inedite modalità con cui gli adulti nei contesti educativi quali la famiglia e la scuola dovrebbero sostenere e promuovere la crescita infantile. Le prospettive sull'infanzia che provengono da discipline non pedagogiche propongono alla pedagogia questioni nuove e sollecitano gli educatori ed i pedagogisti a promuovere esperienze che offrano possibili risposte a tali questioni. La retrospettiva pedagogica intende delucidare le idee principali che hanno concorso ad esemplificare un'idea di infanzia e a divulgarla tanto nel mondo pedagogico quanto in quello sociale. Verranno presentati quei concetti e quei fondamenti che possono offrire spunti utili a delineare una pedagogia dell'infanzia nei servizi educativi. Capitolo primo: suggestioni pedagogiche a partire dai classici della pedagogia dell'infanzia. di A. Bobbio 1. Jan Amos Komensky 1592-1670 Tra metodo e utopia. L'infanzia rappresenta forse l'idea più avanzata del nostro umanesimo pedagogico. Tale concetto, tuttavia, costituisce più un bisogno dell'adulto che una scoperta: è l'esigenza dell'invenzione dell'infanzia, una sorta di costruzione teorica che funzioni come una norma regolativa di un periodo di vita dell'uomo che è difficilmente individuabile in un referente vicino e in una matrice formativa concreta. Se l'affezione (poi sentimento di infanzia) al bambino emerge nell'età moderna, la riflessione pedagogico-teoretica su questa età della vita avrà già in Comenio il suo più autorevole capostipite. Con lui si delineano alcuni problemi fondamentali della pedagogia: gli elementi di progettualità sociale e culturale che devono guidare il maestro agli aspetti della didattica fino alle strategie educative e relazionali a partire dall'infanzia. La sua opera principale La Scuola Materna denuncia la convinzione che si dovesse cominciare l'educazione umana fin dalla più tenera età usando mezzi appropriati. Comenio la immagina come un principio universale e prefigura un'idea di scuola ispirata da una sua metodica specifica, la didattica, fondata su principi razionali. Tutto ciò poggia sull'idea di una natura umana già predisposta verso l'apprendimento, ed in base a ciò il successo formativo è condizionato dal rispetto dei principi normativi universali. Comenio si mostra interessato anche ad entrare nello specifico dei media dell'insegnamento, immaginando, nella Didactica Magna, un dispositivo insegnativo capace di far germinare la curiosità del bambino, sulla quale innestare poi i primi apprendimenti simbolici alla base degli apprendimenti formali (lettura e scrittura). Su queste basi nasce l'Orbis Sensualium Pictus, un'opera che è una sorta di piccola enciclopedia che ha l'intento di mostrare il sapere elementare, organizzandolo secondo il criterio della consequenzialità tra immagini e parole. È il primo libro illustrato per bambini e costituisce uno strumento didattico moderno. Sia l'Orbis che la Didactica Magna enucleano i principali assunti del pensiero di Comenio, che possiamo riassumere nei concetti di: SINCRETISMO in natura non esistono divisioni o salti, la conoscenza ha una natura unitaria ed organica. Da qui il parallelismo tra l'ordine della natura e quello da realizzare nell'educazione; PANSOFIA (onnisapienza) è possibile porgere il sapere a tutte le età della vita rispettando il criterio della gradualità e dell'unitarietà del sapere; CICLICITà l'educazione deve offrire una progressione graduale e continua degli apprendimenti attraverso il criterio della complessità crescente; PAMPEDIA tale principio è l'educazione universale di tutta l'umana gente. L'utopia pampedica prefigura l'istituzione di Comenio costituisce il vero iniziatore della moderna pedagogia dell'infanzia. Il suo anelito verso l'umanizzazione del bambino attraverso l'attenzione alla didattica costituisce portati universalmente riconosciuti, alla base delle moderne scienze umane. Altrettanto feconde sono le sue intuizioni sul valore dell'educazione permanente e continua, sulla parità tra i generi, sull'importanza della scuola e della formazione dei genitori per l'edificazione di una società nuova. Comenio viene definito il poeta dell'educazione. 2. John Locke 1632-1704 Educazione: la forza delle abitudini. Il pensiero di Locke costituisce, per l'infanzia, un orizzonte culturale assai significativo, soprattutto con il suo scritto Pensieri sull'educazione che prefigura un bambino recettivo all'ambiente, il cui conseguimento delle buone abitudini attraverso l'esercizio costituisce il tratto più qualificante di un'educazione adeguatamente impostata. La valorizzazione dell'esercizio si connette alla concezione originariamente attivistica della natura umana. Tutti i contenuti attuali della mente umana sono frutto dell'attività del soggetto e quindi non possono essere stati acquisiti, se non attraverso l'attivazione e l'impiego degli autonomi poteri dello spirito. Il bambino piccolo è come un foglio di carta bianca da poter forgiare e plasmare a piacimento. La mente dei bambini può venire facilmente avviata in qualsiasi direzione. Da qui la responsabilità dell'educatore: essa consta nella capacità di mobilitare la percezione dell'alunno e la sua attenzione sull'oggetto di studio, consentendo a quest'ultimo di imprimersi nella mente del fanciullo in modo duraturo e permanente. Motivi di sicuro interesse erano la capacità di suscitare interesse, motivare all'apprendimento, focalizzare l'attenzione, rinforzare la fatica nell'esercizio e stabilizzare gli elementi distrattori dell'ambiente, proprio come descritto anche nella didattica montessoriana. Importante ruolo è ricoperto dall'habitus, il quale consente il disciplinamento della mente. Un altro elemento di modernità del pensiero di Locke è il principio della gradevolezza dell'apprendimento e della didattica ludomorfa. A partire dall'osservazione dei fatti educativi, l'attenzione nell'apprendimento può essere meglio sostenuta da uno sfondo ludico. Si tratta di realizzare, sul piano della didattica, un condizionamento positivo tale da trasformare le esperienze di apprendimento diretto in un'alternativa attraente rispetto alla monotonia delle situazioni di gioco spontaneo. Quest'ultima considerazione rimanda al valore di una relazione insegnativa impostata in modo tale che sia l'alunno a richiedere l'aiuto dell'adulto: un'assistenza proporzionale ai suoi bisogni. Altro motivo di interesse alla pedagogia di Locke è la sua attenzione agli aspetti fisici che concorrono alla formazione dell'uomo: salute, forza, vigore, che possono essere promossi attraverso una serie di regole. Un'educazione che si fa indurimento, che esclude l'eccessiva tenerezza, valida sia per i ragazzi che per le fanciulle. In Locke, la salute è un presupposto funzionale per il disciplinamento etico dell'intera personalità. L'uomo è incline a contrarre abitudini: il vero problema è incentivare l'acquisizione di abitudini positive rimarcando il valore associativo tra ciò che è fisico e ciò che diviene psichico ed infine morale. Accanto al gioco educativo e all'attività ludo-matetica Locke riconosce la valenza etimologica e autoelica dello svago e del tempo libero, estendendone il valore anche all'infanzia. Altro...
Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica ... more Uno sguardo storico critico sulla pedagogia dell'infanzia. Introduzione La retrospettiva storica presentata in questi capitoli illustra il succedersi degli idealtipi di infanzia che si sono affastellati lungo l'immaginario pedagogico moderno e contemporaneo e che hanno dato luogo a pratiche parentali progressivamente sempre più vicine al nostro sentire e al nostro intendere il bambino e le condizioni ideali per la sua educazione. Si tratta quindi di registrare l'eco delle voci che hanno dato forma ai nostri modi moderni di intendere l'infanzia e di indicare quei sentieri di attualità che originano percorsi intellettuali ancora capaci di illuminare i nodi costitutivi dell'attuale pensiero pedagogico: gli elementi nodali, ontologici, che contraddistinguono il ragionare sull'infanzia e sul formarsi dell'età evolutiva. Il rapporto autonomia-dipendenza e la relazione educativa; la questione della materialità, degli spazi e dei tempi pensati per il bambino; il gioco come misteriosa cifra di spontaneità e di differenza, come dispositivo latente; la scuola dell'infanzia, l'asilo nido e l'educazione parentale costituiscono alcuni nuclei centrali di questo ragionamento dipanatosi lungo la storia delle idee in Occidente. Questo percorso interpretativo, che idealmente riconduciamo al pensiero di Comenio, attraversa tutta l'età moderna fino al Novecento, secolo del bambino. Un itinerario culturale che abbraccia più secoli: origina dall'Umanesimo, attraversa il Seicento, percorre l'Illuminismo ed il Romanticismo per poi approdare al Novecento, con la pluralità delle correnti scientifiche e culturali che lo innervano (processo che darà luogo prima alla tradizione della pedagogia, poi alle scienze dell'educazione). Un itinerario che abbraccia mutamenti nel costume educativo di ampia portata trasformativa. Sullo sfondo processi politici e sociali progressivamente sempre più complessi ed intricati: riforma di Lutero, guerre di religione… Sono tutti questi avvenimenti della storia Occidentale a costituire lo sfondo per l'affermarsi di una nuova idea di infanzia elaborata dai pedagogisti della stimmung del loro tempo. Essa, da Rousseau in poi, dettaglia prassi, istituzioni, profili di educabilità sempre più connotati in senso teoretico e riflessivo. Poi si prenderanno in considerazione alcune discipline che affiancano allo studio dell'infanzia un interesse per l'educazione (psicoanalisi, psicologia dell'età evolutiva, sociologia) le cui ricerche offrono suggestioni significative per ripensare l'educazione dei bambini nell'età che va dalla nascita fino ai 6/7 anni. Esse propongono immagini di infanzia peculiari, inedite rispetto al senso comune. Queste nuove visioni sul bambino, sulle tappe e le condizioni del suo sviluppo e sul suo statuto sociale sottendono infatti altrettanto inedite modalità con cui gli adulti nei contesti educativi quali la famiglia e la scuola dovrebbero sostenere e promuovere la crescita infantile. Le prospettive sull'infanzia che provengono da discipline non pedagogiche propongono alla pedagogia questioni nuove e sollecitano gli educatori ed i pedagogisti a promuovere esperienze che offrano possibili risposte a tali questioni. La retrospettiva pedagogica intende delucidare le idee principali che hanno concorso ad esemplificare un'idea di infanzia e a divulgarla tanto nel mondo pedagogico quanto in quello sociale. Verranno presentati quei concetti e quei fondamenti che possono offrire spunti utili a delineare una pedagogia dell'infanzia nei servizi educativi. Capitolo primo: suggestioni pedagogiche a partire dai classici della pedagogia dell'infanzia. di A. Bobbio 1. Jan Amos Komensky 1592-1670 Tra metodo e utopia. L'infanzia rappresenta forse l'idea più avanzata del nostro umanesimo pedagogico. Tale concetto, tuttavia, costituisce più un bisogno dell'adulto che una scoperta: è l'esigenza dell'invenzione dell'infanzia, una sorta di costruzione teorica che funzioni come una norma regolativa di un periodo di vita dell'uomo che è difficilmente individuabile in un referente vicino e in una matrice formativa concreta. Se l'affezione (poi sentimento di infanzia) al bambino emerge nell'età moderna, la riflessione pedagogico-teoretica su questa età della vita avrà già in Comenio il suo più autorevole capostipite. Con lui si delineano alcuni problemi fondamentali della pedagogia: gli elementi di progettualità sociale e culturale che devono guidare il maestro agli aspetti della didattica fino alle strategie educative e relazionali a partire dall'infanzia. La sua opera principale La Scuola Materna denuncia la convinzione che si dovesse cominciare l'educazione umana fin dalla più tenera età usando mezzi appropriati. Comenio la immagina come un principio universale e prefigura un'idea di scuola ispirata da una sua metodica specifica, la didattica, fondata su principi razionali. Tutto ciò poggia sull'idea di una natura umana già predisposta verso l'apprendimento, ed in base a ciò il successo formativo è condizionato dal rispetto dei principi normativi universali. Comenio si mostra interessato anche ad entrare nello specifico dei media dell'insegnamento, immaginando, nella Didactica Magna, un dispositivo insegnativo capace di far germinare la curiosità del bambino, sulla quale innestare poi i primi apprendimenti simbolici alla base degli apprendimenti formali (lettura e scrittura). Su queste basi nasce l'Orbis Sensualium Pictus, un'opera che è una sorta di piccola enciclopedia che ha l'intento di mostrare il sapere elementare, organizzandolo secondo il criterio della consequenzialità tra immagini e parole. È il primo libro illustrato per bambini e costituisce uno strumento didattico moderno. Sia l'Orbis che la Didactica Magna enucleano i principali assunti del pensiero di Comenio, che possiamo riassumere nei concetti di: SINCRETISMO in natura non esistono divisioni o salti, la conoscenza ha una natura unitaria ed organica. Da qui il parallelismo tra l'ordine della natura e quello da realizzare nell'educazione; PANSOFIA (onnisapienza) è possibile porgere il sapere a tutte le età della vita rispettando il criterio della gradualità e dell'unitarietà del sapere; CICLICITà l'educazione deve offrire una progressione graduale e continua degli apprendimenti attraverso il criterio della complessità crescente; PAMPEDIA tale principio è l'educazione universale di tutta l'umana gente. L'utopia pampedica prefigura l'istituzione di Comenio costituisce il vero iniziatore della moderna pedagogia dell'infanzia. Il suo anelito verso l'umanizzazione del bambino attraverso l'attenzione alla didattica costituisce portati universalmente riconosciuti, alla base delle moderne scienze umane. Altrettanto feconde sono le sue intuizioni sul valore dell'educazione permanente e continua, sulla parità tra i generi, sull'importanza della scuola e della formazione dei genitori per l'edificazione di una società nuova. Comenio viene definito il poeta dell'educazione. 2. John Locke 1632-1704 Educazione: la forza delle abitudini. Il pensiero di Locke costituisce, per l'infanzia, un orizzonte culturale assai significativo, soprattutto con il suo scritto Pensieri sull'educazione che prefigura un bambino recettivo all'ambiente, il cui conseguimento delle buone abitudini attraverso l'esercizio costituisce il tratto più qualificante di un'educazione adeguatamente impostata. La valorizzazione dell'esercizio si connette alla concezione originariamente attivistica della natura umana. Tutti i contenuti attuali della mente umana sono frutto dell'attività del soggetto e quindi non possono essere stati acquisiti, se non attraverso l'attivazione e l'impiego degli autonomi poteri dello spirito. Il bambino piccolo è come un foglio di carta bianca da poter forgiare e plasmare a piacimento. La mente dei bambini può venire facilmente avviata in qualsiasi direzione. Da qui la responsabilità dell'educatore: essa consta nella capacità di mobilitare la percezione dell'alunno e la sua attenzione sull'oggetto di studio, consentendo a quest'ultimo di imprimersi nella mente del fanciullo in modo duraturo e permanente. Motivi di sicuro interesse erano la capacità di suscitare interesse, motivare all'apprendimento, focalizzare l'attenzione, rinforzare la fatica nell'esercizio e stabilizzare gli elementi distrattori dell'ambiente, proprio come descritto anche nella didattica montessoriana. Importante ruolo è ricoperto dall'habitus, il quale consente il disciplinamento della mente. Un altro elemento di modernità del pensiero di Locke è il principio della gradevolezza dell'apprendimento e della didattica ludomorfa. A partire dall'osservazione dei fatti educativi, l'attenzione nell'apprendimento può essere meglio sostenuta da uno sfondo ludico. Si tratta di realizzare, sul piano della didattica, un condizionamento positivo tale da trasformare le esperienze di apprendimento diretto in un'alternativa attraente rispetto alla monotonia delle situazioni di gioco spontaneo. Quest'ultima considerazione rimanda al valore di una relazione insegnativa impostata in modo tale che sia l'alunno a richiedere l'aiuto dell'adulto: un'assistenza proporzionale ai suoi bisogni. Altro motivo di interesse alla pedagogia di Locke è la sua attenzione agli aspetti fisici che concorrono alla formazione dell'uomo: salute, forza, vigore, che possono essere promossi attraverso una serie di regole. Un'educazione che si fa indurimento, che esclude l'eccessiva tenerezza, valida sia per i ragazzi che per le fanciulle. In Locke, la salute è un presupposto funzionale per il disciplinamento etico dell'intera personalità. L'uomo è incline a contrarre abitudini: il vero problema è incentivare l'acquisizione di abitudini positive rimarcando il valore associativo tra ciò che è fisico e ciò che diviene psichico ed infine morale. Accanto al gioco educativo e all'attività ludo-matetica Locke riconosce la valenza etimologica e autoelica dello svago e del tempo libero, estendendone il valore anche all'infanzia. Altro...
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