Cà dlà Mariócia loc. Casa Ciocci. Architrave (A) di difficile datazione, di forma inusuale, che p... more Cà dlà Mariócia loc. Casa Ciocci. Architrave (A) di difficile datazione, di forma inusuale, che personalmente non ho mai riscontrato in zona. Alla precisione maniacale del decoro a righe verticali fa da contraltare il riquadro assai decentrato rispetto all'asse del portale. Al centro é incisa una montagna stilizzata sormontata da una croce, il segno del Golgota, che rappresenta il Calvario. Un segno che si ritrova frequentemente lungo le vie di pellegrinaggio, e da qui passava la via Romea (argomento che tratteremo a parte). Architrave e iscrizioni su pietre di riporto Segnalato da: Ciocci Mirella Casa Ciocci Trentino (Fanano) 20220108
1. Durante una perlustrazione effettuata con alcuni amici il 3 gennaio 2013 nel borgo abbandonato... more 1. Durante una perlustrazione effettuata con alcuni amici il 3 gennaio 2013 nel borgo abbandonato di Caselle, nella media valle di Ospitale (comune di Fanano), potemmo constatare la presenza di antiche pietre recuperate e inserite in alcuni muri di case del borgo. La pietra più preziosa per la dovizia di figure e scritte in grafìa facilmente identificabile come antico friniate è un architrave la cui analisi sarà pubblicata nel prossimo numero della rivista il Frignano (2016) edita da Adelmo Iaccheri, benemerito promotore degli studi riguardanti storia, arte e cultura dell'Appennino modenese. In questo articolo, quindi, ci limitiamo a illustrare e commentare cinque altre pietre in cui è certa la presenza di figure, simboli e scritte attribuibili ai Liguri Friniati.
Un'analisi anche semplicemente quantitativa delle pubblicazioni scientifiche del Seicento italian... more Un'analisi anche semplicemente quantitativa delle pubblicazioni scientifiche del Seicento italiano mostra che, se fino verso il 1670 l'attività sperimentale ebbe il suo centro in Toscana¹, posteriormente quel centro si spostò a Bologna, la cui Università, fin dal Cinquecento, era il maggior centro matematico italiano, e più lentamente in area emiliano-veneta. La storia intellettuale del periodo della comunità scientifica bolognese trasse vigore dall'insegnamento del Montanari (dal 1664) per le scienze esatte, e da quello del Malpighi (dal 1660) per la biologia: a questi uomini si connettono tutti coloro che a Bologna, dal 1680 circa, svolgono lavoro di ricerca. L'azione di questi due uomini fu all'origine d'una molteplicità di accademie scientifiche operanti a Bologna dal 1665 alla fine del secolo: l'Accademia della Traccia e quella dell'abate Sampieri, animate dal Montanari; quella di A. F. Marsili, del futuro cardinale G. A. Davia e degli Inquieti. I membri di tali gruppi ammontarono a poche decine di persone; semplici cenacoli quasi informali e poco durevoli che però costituirono il terreno fertile dal quale, per opera del generale conte Luigi Ferdinando Marsili, nel 1712 vide la luce l'Istituto delle Scienze, culmine organizzativo della scienza italiana nel primo Settecento: non un'accademia nel senso tradizionale ma un laboratorio polivalente, dotato di cinque cattedre (storia naturale, fisica, matematica, astronomia e chimica), capace di garantire collocazione professionale e fondi per la ricerca a un nucleo ristretto ma qualificato di scienziati che avevano incarichi di ricerca retribuiti, con dimostrazioni pubbliche assimilabili a corsi di perfezionamento postuniversitari. Dotazioni e fondi furono costituiti dal Marsili con cospicui lasciti². Tra gli scienziati bolognesi che hanno animato quel periodo, i già «ANTOLOGIA FRIGNANESE»³, nel capitolo "XIX -Comuni -Luoghi più notevoli -Uomini illustri", scrivono: "Nel territorio di Sestola sorgevano numerosi castelli. Ricordiamo fra essi Roncoscaglia patria di Valentino Florj valente diplomatico; le famiglie Florj, Rondelli e Scaramelli resero noto questo piccolo borgo alpestre". «La famiglia Rondelli di Roncoscaglia predilesse lo studio dell'astronomia e delle matematiche. Infatti il padre Antonio dell'ordine di S. Domenico nel 1663 diede
Re della Filatelia, stimato dai Re 1 ricerca di Ivan Tintorri Una delle più belle residenze che c... more Re della Filatelia, stimato dai Re 1 ricerca di Ivan Tintorri Una delle più belle residenze che caratterizzano via delle Ville a Sestola è Villa Diena. Diena, cognome di antica tradizione modenese, l'ho trovato nelle cronache del 20 giugno 1859, quando, dopo l'allontanamento del Duca, a pochi giorni dall'istituzione del Governo Provvisorio in tutto il territorio dell'ex Ducato (15 giugno 1859), sul primo numero della Gazzetta di Modena, Copertina del n. 1 del nuovo giornale "Gazzetta di Modena". 2 giornale che è andato a sostituire il foglio estense "Messaggere di Modena". Ultimo numero del Messaggere di Modena. Lo stemma di Casa Savoia ha già sostituito l'effige estense. 1 A tal proposito mi piace citare un aneddoto: "Colleziono francobolli e non monete" disse re Giorgio V d'Inghilterra al sovrano d'Italia, in visita a Londra, che gli aveva parlato delle sue raccolte di grande numismatico "e devo proprio a un vostro esperto le mie conoscenze sui francobolli italiani antichi"; l'esperto si chiamava Emilio Diena. Quel nome a Vittorio Emanuele III non era nuovo. La regina Elena, sua moglie, che amava la filatelia, gli aveva magnificato le conoscenze di quel funzionario del Ministero delle Poste che, nel 1908, durante una visita al Museo Postale e, in particolare, alla raccolta ufficiale dei francobolli di proprietà dello Stato, le era stato prodigo di puntuali informazioni. 2 GAZZETTA DI MODENA 20 giugno 1859, Biblioteca Estense, Collocazione: Messaggere di Modena -Gazzetta di Modena
Cà dlà Mariócia loc. Casa Ciocci. Architrave (A) di difficile datazione, di forma inusuale, che p... more Cà dlà Mariócia loc. Casa Ciocci. Architrave (A) di difficile datazione, di forma inusuale, che personalmente non ho mai riscontrato in zona. Alla precisione maniacale del decoro a righe verticali fa da contraltare il riquadro assai decentrato rispetto all'asse del portale. Al centro é incisa una montagna stilizzata sormontata da una croce, il segno del Golgota, che rappresenta il Calvario. Un segno che si ritrova frequentemente lungo le vie di pellegrinaggio, e da qui passava la via Romea (argomento che tratteremo a parte). Architrave e iscrizioni su pietre di riporto Segnalato da: Ciocci Mirella Casa Ciocci Trentino (Fanano) 20220108
1. Durante una perlustrazione effettuata con alcuni amici il 3 gennaio 2013 nel borgo abbandonato... more 1. Durante una perlustrazione effettuata con alcuni amici il 3 gennaio 2013 nel borgo abbandonato di Caselle, nella media valle di Ospitale (comune di Fanano), potemmo constatare la presenza di antiche pietre recuperate e inserite in alcuni muri di case del borgo. La pietra più preziosa per la dovizia di figure e scritte in grafìa facilmente identificabile come antico friniate è un architrave la cui analisi sarà pubblicata nel prossimo numero della rivista il Frignano (2016) edita da Adelmo Iaccheri, benemerito promotore degli studi riguardanti storia, arte e cultura dell'Appennino modenese. In questo articolo, quindi, ci limitiamo a illustrare e commentare cinque altre pietre in cui è certa la presenza di figure, simboli e scritte attribuibili ai Liguri Friniati.
Un'analisi anche semplicemente quantitativa delle pubblicazioni scientifiche del Seicento italian... more Un'analisi anche semplicemente quantitativa delle pubblicazioni scientifiche del Seicento italiano mostra che, se fino verso il 1670 l'attività sperimentale ebbe il suo centro in Toscana¹, posteriormente quel centro si spostò a Bologna, la cui Università, fin dal Cinquecento, era il maggior centro matematico italiano, e più lentamente in area emiliano-veneta. La storia intellettuale del periodo della comunità scientifica bolognese trasse vigore dall'insegnamento del Montanari (dal 1664) per le scienze esatte, e da quello del Malpighi (dal 1660) per la biologia: a questi uomini si connettono tutti coloro che a Bologna, dal 1680 circa, svolgono lavoro di ricerca. L'azione di questi due uomini fu all'origine d'una molteplicità di accademie scientifiche operanti a Bologna dal 1665 alla fine del secolo: l'Accademia della Traccia e quella dell'abate Sampieri, animate dal Montanari; quella di A. F. Marsili, del futuro cardinale G. A. Davia e degli Inquieti. I membri di tali gruppi ammontarono a poche decine di persone; semplici cenacoli quasi informali e poco durevoli che però costituirono il terreno fertile dal quale, per opera del generale conte Luigi Ferdinando Marsili, nel 1712 vide la luce l'Istituto delle Scienze, culmine organizzativo della scienza italiana nel primo Settecento: non un'accademia nel senso tradizionale ma un laboratorio polivalente, dotato di cinque cattedre (storia naturale, fisica, matematica, astronomia e chimica), capace di garantire collocazione professionale e fondi per la ricerca a un nucleo ristretto ma qualificato di scienziati che avevano incarichi di ricerca retribuiti, con dimostrazioni pubbliche assimilabili a corsi di perfezionamento postuniversitari. Dotazioni e fondi furono costituiti dal Marsili con cospicui lasciti². Tra gli scienziati bolognesi che hanno animato quel periodo, i già «ANTOLOGIA FRIGNANESE»³, nel capitolo "XIX -Comuni -Luoghi più notevoli -Uomini illustri", scrivono: "Nel territorio di Sestola sorgevano numerosi castelli. Ricordiamo fra essi Roncoscaglia patria di Valentino Florj valente diplomatico; le famiglie Florj, Rondelli e Scaramelli resero noto questo piccolo borgo alpestre". «La famiglia Rondelli di Roncoscaglia predilesse lo studio dell'astronomia e delle matematiche. Infatti il padre Antonio dell'ordine di S. Domenico nel 1663 diede
Re della Filatelia, stimato dai Re 1 ricerca di Ivan Tintorri Una delle più belle residenze che c... more Re della Filatelia, stimato dai Re 1 ricerca di Ivan Tintorri Una delle più belle residenze che caratterizzano via delle Ville a Sestola è Villa Diena. Diena, cognome di antica tradizione modenese, l'ho trovato nelle cronache del 20 giugno 1859, quando, dopo l'allontanamento del Duca, a pochi giorni dall'istituzione del Governo Provvisorio in tutto il territorio dell'ex Ducato (15 giugno 1859), sul primo numero della Gazzetta di Modena, Copertina del n. 1 del nuovo giornale "Gazzetta di Modena". 2 giornale che è andato a sostituire il foglio estense "Messaggere di Modena". Ultimo numero del Messaggere di Modena. Lo stemma di Casa Savoia ha già sostituito l'effige estense. 1 A tal proposito mi piace citare un aneddoto: "Colleziono francobolli e non monete" disse re Giorgio V d'Inghilterra al sovrano d'Italia, in visita a Londra, che gli aveva parlato delle sue raccolte di grande numismatico "e devo proprio a un vostro esperto le mie conoscenze sui francobolli italiani antichi"; l'esperto si chiamava Emilio Diena. Quel nome a Vittorio Emanuele III non era nuovo. La regina Elena, sua moglie, che amava la filatelia, gli aveva magnificato le conoscenze di quel funzionario del Ministero delle Poste che, nel 1908, durante una visita al Museo Postale e, in particolare, alla raccolta ufficiale dei francobolli di proprietà dello Stato, le era stato prodigo di puntuali informazioni. 2 GAZZETTA DI MODENA 20 giugno 1859, Biblioteca Estense, Collocazione: Messaggere di Modena -Gazzetta di Modena
Uploads
Papers by Ivan Tintorri