Books by Giorgio Bretschneider Editore

Quaderni di Otium, 7, 2024
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Questo libro raccoglie i risultati delle ca... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893414
Questo libro raccoglie i risultati delle campagne di scavo archeologico condotte dall'Università degli Studi di Perugia a Gubbio nel quartiere della «Guastuglia».
Il lavoro consegna ai lettori un'analisi puntuale di un santuario di età proto-imperiale, l'unico finora noto di Iguvium, posizionato verosimilmente su uno dei lati brevi del foro, ossia nel cuore della città antica.
Il volume si articola in tre sezioni. La prima, centrata su aspetti storico-topografici, indaga i monumenti pubblici e l'edilizia privata in età romana e presta attenzione alla relazione con altri centri urbani del territorio. I contributi della seconda sezione riguardano: l’architettura del santuario; i contesti stratigrafici connessi alla fondazione, alla ristrutturazione e alla dismissione del complesso monumentale; la documentazione epigrafica. L'ultima parte propone una riflessione ermeneutica sulla titolarità del culto.
This book collects the results of the archaeological excavation campaigns conducted by the Università degli Studi di Perugia in Gubbio’s “Guastuglia” district.
The work provides readers with a detailed analysis of a proto-imperial sanctuary, the only one hitherto known in Iguvium, plausibly located on one of the short sides of the Forum in the heart of the ancient city.
The volume is divided into three sections. The first focuses on issues of historical topography and investigates the public monuments and private buildings of the Roman period. Attention is also paid to relations with other towns in the area. The chapters in the second section concern: the architecture of the sanctuary; the stratigraphic contexts connected to the foundation, renovation and abandonment of the monumental complex; the epigraphic documentation. The final part of the book proposes a hermeneutical discussion of the deity to which the cult was dedicated.

Monumenti Antichi, 2023
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Il volume analizza i rinvenimenti numismatici... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893445
Il volume analizza i rinvenimenti numismatici portati alla luce in sessant’anni di scavi (1959-2019) nel santuario di Pietrabbondante (Isernia): quasi duemila monete che coprono un ampio ambito cronologico che si estende dal V sec. a.C al IV sec. d.C., quando il sito, a seguito del terremoto del 346, fu abbandonato.
Il lavoro di Simone Boccardi rappresenta la prima edizione sistematica dei 1920 esemplari che, riesaminati e classificati alla luce delle nuove conoscenze, rappresentano una fonte di straordinaria importanza per ricostruire la vita del sito. Grazie alla ricchezza dei dati proposti, lo studio consente di ricostruire aspetti non solo della storia economica del Sannio antico – a partire dalla prima comparsa della moneta greca nel Sannio, fino all’introduzione del denario e del sistema del bronzo sestantale –, ma anche di rilevare i caratteri topografici e funzionali di questo importante centro religioso.
Completano il volume le planimetrie delle aree di scavo del santuario a cura di V. Esposito e le tavole fotografiche.
This book analyses the numismatic finds brought to light during sixty years of excavations (1959-2019) at the sanctuary of Pietrabbondante (Isernia). Almost two thousand coins were discovered, covering an ample chronological range stretching from the 5th c. BCE to the 4th c. CE, when the site was abandoned after the earthquake of 346.
Simone Boccardi’s study is the first systematic publication of the 1920 coins. Re-examined and classified in light of new knowledge, they represent an extraordinarily important source for reconstructing the life of the site. Thanks to the wealth of data covered, the study makes it possible not just to reconstruct aspects of the economic life of ancient Samnium – from the first appearance of Greek coins in Samnium to the introduction of the denarius and the sextantal bronze system –, but also to identify the topographical and functional characteristics of this important religious centre.
The volume is accompanied by plans of the excavated areas of the sanctuary by V. Esposito and photographic plates.

Collezioni e Musei Archeologici del Veneto, 2012
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Il Museo di Portogruaro è nato per ospitare l... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876892653
Il Museo di Portogruaro è nato per ospitare le consistenti raccolte di reperti archeologici provenienti dalla città di Iulia Concordia. In occasione del recente riordino degli archivi del Museo, voluto dalla Direzione Generale per favorire lo studio e la comprensione dei materiali conservati, l’Autrice si è dedicata allo studio delle sculture muovendo dalla storia dell’acquisizione e dell’inventariazione di ogni reperto.
Le schede elaborate comprendono descrizione dello stato di conservazione, analisi stilistica e iconografica, confronto con la bibliografia disponibile. L’Autrice considera, in relazione alle diverse datazioni, talvolta problematiche, l’individuazione dei personaggi rappresentati, le funzioni probabili, l’esistenza di botteghe locali, i rapporti con le tradizioni ellenistica, nord-adriatica, italica e romana, le possibilità di una precoce ‘romanizzazione’ precoloniale.
Collezioni e Musei Archeologici del Veneto, 2015
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La qualità e la solidità delle ceramiche adri... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876892950
La qualità e la solidità delle ceramiche adriesi sono note da tempi molto antichi, così come riporta il pas- so di Plinio: accanto a prodotti d’importazione greca, etrusca 1, e più genericamente ellenistica, l’abitato e le necropoli preromane hanno restituito, infatti, un si- gnificativo numero di ceramiche di produzione loca- le 2. Tale tradizione sembra perdurare fino in età ro- mana, momento in cui più labili si fanno le tracce di queste evidenze [...]

Collezioni e Musei Archeologici del Veneto, 2013
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L’Antichità è una cosa sacra e venerabile ch’ag... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876892783
L’Antichità è una cosa sacra e venerabile ch’aggiongie dignità e veneratione ovunque ella si sia.
Con queste parole il 10 aprile 1695 Andrea, pronipote di Marco Mantova Benavides fondatore della collezione, si accinse a stendere l’accurato Inventario grazie al quale abbiamo conoscenza della collezione di famiglia. In realtà la raccolta di Marco (1489-1582) non era semplicemente una collezione d’arte e di antichità, come si desumerebbe dalle parole introduttive di Andrea, ma in essa sculture, quadri, disegni, vasi, lucerne ed altre opere d’arte si trovavano insieme a conchiglie, minerali, fossili d’ogni genere, animali esotici, curiosità della natura o prodotti dalla mano dell’uomo. Il museo di Marco nel suo insieme non appariva lontano dalle «Kunst- und Wunderkammern» di stampo mitteleuropeo, anche se predominante era lo spazio lasciato agli oggetti d’arte antica o rinascimentale, che anzi da quel confronto diretto con il mondo della natura ne uscivano valorizzati come prodotti dell’umana capacità e sensibilità.
Quanto di quel museo è giunto sino ai nostri giorni ed ora conservato all’Università di Padova, Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, è ora integralmente pubblicato in questo catalogo. Dopo una parte storico-introduttiva sul fondatore Marco, le opere sono raggruppate secondo categorie tipologiche e cronologiche (sculture antiche, sculture all’antica, sculture rinascimentali, ceramiche antiche e vasi rinascimentali) ciascuna della quali è introdotta da uno o più saggi di approfondimento.
Nel catalogo, in testa a ciascuna scheda, ove identificata, è riportata la descrizione dell’opera tratta dall’Inventario del 1695, la quale funge da raccordo tra il passato ed il presente guidando, ove possibile, il lettore al riconoscimento di quanto, purtroppo poca parte, si è salvato dell’antica raccolta. Chiudono il volume una serie di saggi dedicati all’allestimento della collezione e ad interventi di conservazione e di diagnostica sulle opere.
Maestri dell'Arte Classica, 2017
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Prassitele di Atene. Scultore e bronzista del I... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893018
Prassitele di Atene. Scultore e bronzista del IV secolo, è un libro di scorrevole e piacevole lettura, agile da consultare, presenta un quadro maggiormente ordinato e puntuale di quello con cui siamo soliti avere a che fare circa le questioni inerenti non solo a Prassitele, ma a tutti i personaggi particolarmente rilevanti del mondo antico (Histara)

Maestri dell'arte classica, 2016
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Nell'ambito della cultura architettonica greca,... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876892981
Nell'ambito della cultura architettonica greca, Iktinos rappresenta una delle personalità più note e allo stesso tempo più ambigue, sia per la scarsità di informazioni sul suo conto sia per la mancanza di un'adeguata conoscenza sul ruolo dell'architetto greco. Oltre alla costruzione del Partenone, si è ipotizzato un suo intervento anche nel Telestérion di Eleusi e nel tempio di Apollo a Basse con argomenti non sempre convincenti, frutto di riflessioni e analisi interpretative pregiudiziali. Contestualmente alla rivalutazione della figura dell'architetto nel V secolo a.C., il riesame di alcuni aspetti archeologici fa emergere ora un quadro più complesso, nel quale la riflessione sul contributo di Iktinos si intreccia con il tema relativo ai parametri utilizzati per individuare la sua partecipazione nei diversi cantieri menzionati dagli autori antichi.

Studi Etruschi, 2022
Articoli:
• M. Milletti - C. Pellegrino - M. Rendeli - S. Santocchini - J. Tabolli, As time goe... more Articoli:
• M. Milletti - C. Pellegrino - M. Rendeli - S. Santocchini - J. Tabolli, As time goes by. Pre-Roman Etruria from Po Valley to Campania: an addition to Simon Stoddart’s “Power and Place in Etruria, vol. 1, The Spatial Dynamics of a Mediterranean Civilization, 1200-500 BC”, Cambridge University Press, 2020 • P. Miranda - R. Scognamiglio, La necropoli picena di Novilara: una nuova proposta di scansione cronologica • T. E. Cinquantaquattro - M. Cuozzo, Tra importazioni e produzioni locali: un’oinochoe figurata dalla necropoli orientalizzante di Pontecagnano, con appendice di Rosa Cannavacciuolo e Federico Poole • R. Graditi, Il labirinto di Poggio Gaiella e la Truia. Un’ipotesi interpretativa • A. V. Buiskikh - A. Naso, Kantharoi in bucchero dalla regione pontica • V. Bellelli, Pittura etrusca, antropologia culturale e storia delle religioni: spunti di riflessione • M. A. Turchetti, La “porta dell’Ade” nell’Ipogeo dei Volumni. Note in margine a una recente indagine spettrografica sulle pitture, con appendice di Vincenzo Palleschi e Luciano Marra •
F. Marcattili, Voltumna, Vertumnus: divinità e servitus tra Etruria e Roma • S. Stopponi, Un’anfora punica con iscrizione etrusca dal Fanum Voltumnae • J. Hadas-Lebel, Étr. sacni • Rivista di epigrafia etrusca • Rivista di epigrafia italica

Rivista di Archeologia 46-2022, 2022
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Articoli: • Gaia Babolin - Trends In The Devel... more https://www.bretschneider.it/libro/RDA_462022
Articoli: • Gaia Babolin - Trends In The Development of Grindstone Tools. From the Neolithic to the Chalcolithic Period in the Southern Caucasus: New Data from Tsiteli Gorebi 5 (Georgia) • David Vendrell Cabanillas - Una nueva enócoe falisca atribuida al Pintor de Florencia 4099 del Grupo Fluido • Danilo Leone - La domus del santuario di Campo della Fiera a Orvieto: spazi privati e funzioni pubbliche • Lorenzo Barbieri, Lorenzo Cigaina - Un rilievo greco con Dioscuro e anfora di culto a Dorsoduro (Venezia) • Stefano Medas, Alessandro Asta, Nicoletta Martinelli, Eros Turchetto - Un manufatto monossile di età romana a Lio Piccolo, Laguna di Venezia • Maddalena Bassani - L’edificio polilobato in Via Scavi a Montegrotto Terme. Ipotesi per una sua interpretazione • Massimiliano Puntin, Claudia Sciuto, Gabriele Gattiglia - Archeologie dell’invisibile. Tecniche archeometriche non distruttive per la caratterizzazione dei laterizi del sito romano di Massaciuccoli.

Biblioteca di «Studi Etruschi», 2022
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Il volume racchiude i contributi presentati in ... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893391
Il volume racchiude i contributi presentati in occasione del I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino, tenutosi ad Arezzo e Dicomano (FI) nell’ottobre 2019 e incentrato sulle varie produzioni ceramiche note nei due versanti, toscano ed emiliano-romagnolo. Il Convegno, nato con l’obiettivo di far dialogare aree spesso considerate marginali, ha preso in esame una variegata serie di casi studio la cui interazione, scaturita da un’analisi complessiva che ha tenuto conto delle specificità cronologiche e territoriali, ha permesso di gettare nuova luce sull’identità culturale di questi distretti. Dalla “messa a sistema” di un ingente numero di informazioni emerge un quadro complesso con numerose linee di contatto, a riprova della specificità del distretto appenninico e dei vari aspetti sovraterrioriali dell'artigianato artistico etrusco, evidentemente scaturiti dalla condivisione di aspetti tecnici e, più in generale, culturali tra Etruria padana e Etruria settentrionale lungo lo sviluppo della civiltà etrusca, dall'età del Ferro al periodo ellenistico.
This volume collects the papers presented at the I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino (1st International Conference on the Etruscan Material Culture of the Apennines), held in Arezzo and Dicomano (FI) in October 2019 and focusing on the various ceramic productions known on the two sides of the Apennines, Tuscan and Emilian Romagnol. The purpose of the conference was to establish a dialogue between areas often considered marginal; it examined a varied series of case studies whose interaction, based on an overall analysis that took chronological and territorial specificities into account, shed new light on the cultural identity of these districts. The systematic study of a vast quantity of data revealed a complex picture with numerous lines of contact, proof of the peculiarity of the Apennine district and the various supra-territorial features of Etruscan artistic craftworking, clearly resulting from the sharing of technical characteristics and more generally of cultural features between Padanian Etruria and Northern Etruria throughout the development of the Etruscan civilization, from the Iron Age to the Hellenistic period.

Archaeologica, 2019
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Il volume propone una nuova analisi dell’idea... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893179
Il volume propone una nuova analisi dell’idea di paesaggio nella cultura e nell’immaginario latini, svolta sulla base della documentazione letteraria ed iconografica, con particolare riguardo per le Metamorfosi di Ovidio e per la pittura mitologica di I secolo a.C-I sec. d.C.
Per mezzo di uno studio comparato che incrocia testo ed immagine a servizio di un unico obiettivo di conoscenza, si discoprono le qualità formali ed i meccanismi di composizione dei paesaggi antichi, assieme al ruolo determinante da essi giocato rispetto alla definizione delle categorie estetiche di idillio e anti-idillio, comprese insieme in quella più ampia di dramma.
Proprio in funzione dell’espressione del dramma si dispiegano le ricche risorse formali del repertorio paesistico, le quali, sia letterarie che iconografiche, impiegano il segno in modo simbolico per farne il tramite di significati profondi legati ai grandi temi mitologici della classicità.
This book offers a fresh analysis of the idea of landscape in the Latin culture and imaginary, drawing on the literary and iconographical sources, and in particular on Ovid’s Metamorphoses and the mythological painting of the Ist century BC - Ist century AD. Through a comparative study that interweaves text and image in the service of a single scholarly objective, it brings to light the formal qualities and compositional mechanisms of ancient landscapes, alongside their fundamental role in defining the aesthetic categories of idyll and anti-idyll, both comprised within the broader genre of drama.
The landscape repertoire’s wealth of formal resources are deployed precisely as a function of dramatic expression: both literary and iconographical, they employ this device symbolically, using it as a conduit for profound meanings linked to the major mythological themes of classical antiquity.

Archaeologica [Missione Archeologica Italiana di Iasos, 7], 2020
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Through the years, articles and monographs ha... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893193
Through the years, articles and monographs have presented the results of the Italian archaeological excavations, providing architectural and artefactual evidence for habitation at Iasos that extends at least from the third millennium BCE through the Byzantine Period. Although some fragments of Athenian red-figure pottery have been illustrated and discussed, particularly in recent years,a fuller treatment of all this material has long been desired. Through the inspiration of F. Berti, former Director of the Italian Archaeological Mission, F. Curti and A. Parrini have undertaken the study of all the red-figure from Iasos, and this present volume is the successful result of their persistent efforts.

Biblioteca di «Studi Etruschi», 2021
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Il volume raccoglie gli atti del Convegno int... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893292
Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale tenutosi a Volterra nel 2017 con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri appartenenti a istituzioni di ricerca e di tutela e di giovani ricercatori e studenti universitari. Per la prima volta nella storia dei convegni su Volterra, questo incontro di studio ha inteso affrontare tutti gli aspetti dell’archeologia della città in una misura di lungo periodo: dalla protostoria, all’epoca etrusca, all’età romana e alla tarda antichità. Non mancano inoltre interventi sulle peculiarità linguistiche dell’ingente documentazione epigrafica volterrana, né contributi relativi alle prospettive di valorizzazione e tutela del patrimonio storico-archeologico. Uno spazio speciale è stato riservato ai recenti rinvenimenti di ambito urbano e periurbano che stanno cambiando nelle opinioni scientifiche correnti il volto dell’archeologia della città.

Rivista di Archeologia, 2019
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Il volume raccoglie gli atti del convegno inter... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893230
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale «Antichità in giardino, giardini nell’antichità» (Palazzo Giusti, Verona). L’occasione di presentare al pubblico alcune iscrizioni e sculture di età classica e rinascimentale della collezione Giusti, in corso di restauro, studio e allestimento, ha costituito il motivo di una riflessione più ampia sul ruolo delle antichità nei giardini in età moderna e sulla concezione dei giardini nella cultura classica e nella società romana in particolare. La collezione Giusti si è formata a partire dalla fine del Cinquecento, è stata modificata e si è accresciuta fino all’Ottocento. Per quanto riguarda le sculture, in maggioranza confluirono nella collezione Giusti agli inizi del diciannovesimo secolo grazie all’intervento di Girolamo Ascanio Molin, importante intellettuale, politico e collezionista veneziano, a seguito del matrimonio di sua figlia Paolina con Carlo Giusti (1801). Questi materiali, in buona parte di piccole dimensioni, ma con importanti eccezioni, contribuirono ad ornare il giardino e il palazzo assieme alle numerose iscrizioni già presenti. Si tratta di un nucleo di reperti greci e romani ai quali si accosta un campione significativo di pezzi all’antica, realizzati tra il Rinascimento e la metà dell’Ottocento.

Archaeologica [Missione Archeologica Italiana di Iasos, 8], 2021
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Con questo secondo volume si conclude la pubb... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893278
Con questo secondo volume si conclude la pubblicazione degli scavi e dei monumenti dell’area a sud dell’agorà di Iasos, una città greca in Asia Minore. Il primo volume del 2016 ha riguardato il tempio di età tardo-classica che costituiva il punto centrale dell’area sacra attribuita ad Afrodite. Ora vengono presentate le indagini condotte fra il 1967 e il 1975 dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene, e un saggio stratigrafico realizzato nel 2007 dalla Missione Archeologica Italiana di Iasos. Gli scavi hanno messo in luce una consistente parte del peribolo dorico che circondava il tempio e l’edificio con esedre costruito nell’età di Commodo lungo il suo lato meridionale. Vengono poi esaminati gli edifici legati all’assetto monumentale dell’area: l’antico bouleutèrion e l’archeîon di età tardo-classica ed ellenistica, le mura e gli ingressi all’agorà. Sono anche discusse le fasi antecedenti alla realizzazione dell’area sacra, costituite da una necropoli della prima età del ferro e dalle strutture del quartiere abitativo che si sviluppò al più tardi in età arcaica. Completano il volume gli studi sulla decorazione architettonica del peribolo, su alcuni frammenti di pithoi, sulla figura di un sacerdote di Agrippa Postumo, su una iscrizione araba e su un’anfora di età medievale. I due volumi sull’area a sud dell’agorà offrono uno spaccato d’oltre un millennio della storia urbana di Iasos e rendono disponibile alla comunità scientifica e alla fruizione culturale quanto emerso in circa quarant’anni di ricerche italiane a Iasos.
This second volume concludes the publication of the excavations and monuments of the area south of the agorà of Iasos, a Greek city in Asia Minor. It presents the studies conducted between 1967 and 1975 by the Italian Archaeological School of Athens, and a stratigraphic excavation undertaken in 2007 by the Italian Archaeological Mission in Iasos. The excavations brought to light a substantial part of the Doric peribolos surrounding the temple and the building with exhedras constructed at the time of Commodus along its southern side. This is followed by an examination of the buildings connected to the monumental organization of the area: the ancient bouleutèrion and the archeîon of the late Classical and Hellenistic period, the walls and the entrances to the agorà. The book ends with studies on the architectural decorations of the peribolos, on some fragments ofpithoi, on the figure of a priest of Agrippa Postumus, on an Arabic inscription and an amphora of the medieval period. The two volumes on the area south of the agorà offer a cross-section of the urban history of Iasos over more than a millennium, placing the information from around forty years of Italian research at Iasos at the disposal of the academic and cultural community.

Archaeologica, 2021
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Il volume offre una dettagliata analisi metodol... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893261
Il volume offre una dettagliata analisi metodologica del genere del ritratto nell’arte greca. Nell’intento di ridiscutere i principi costitutivi della disciplina, l’autore si serve della testimonianza delle fonti letterarie ed epigrafiche, mettendole a sistema con alcuni casi studio che vanno dall’arcaismo alla tarda età classica. Il procedimento conduce al cuore del problema, all’origine di un travaglio spirituale e intellettuale, che nasce allorquando all’immagine generica si sostituisce la raffigurazione dell’individuo. Un percorso non privo di ostacoli e per nulla lineare, che getta luce su un genere artistico diffusissimo nell’antichità classica, ma ancora dibattuto per le sue fasi più antiche.
The book offers a detailed methodological analysis of the portrait genre in Greek art. Aiming to rethink the foundational principles of the discipline, the author considers the evidence from the literary and epigraphic sources, systematically analysed in some case studies ranging from the archaic to the late classical period. This procedure goes to the heart of the problem, to the origins of the spiritual and intellectual upheaval occasioned when the generic image was replaced by the depiction of the individual. This approach is not without obstacles and is far from straightforward, but sheds light on a genre of art that was extremely widespread in classical antiquity and whose earliest phases are still debated today.

Monumenti Etruschi, 2021
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Il volume presenta un quadro di Chiusi villan... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893285
Il volume presenta un quadro di Chiusi villanoviana analizzando le numerose testimonianze, per buona parte ancora inedite, restituite per lo più dagli scavi degli insediamenti dell’età del Ferro di Montevenere e della Rocca e dalle ricerche di superficie condotte negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, evidenziando alcuni aspetti della produzione e dell’economia locale e del popolamento del territorio, nel quale si registra una sostanziale continuità di vita dall’età del Bronzo finale.
Lo studio di questi materiali, integrato con quello dei reperti di ambito funerario, ha consentito anche di rilevare alcuni elementi che Chiusi ha condiviso con altre comunità etrusche nel corso del IX e dell’VIII secolo a.C., e l’inserimento di questo centro nel lungo asse di penetrazione interna della Penisola e negli itinerari trasversali che collegavano il versante tirrenico con quello Adriatico.
This book presents an overview of Villanovan Chiusi, analysing the large quantity of evidence, most of which is still unpublished, yielded mainly by the excavations of the Iron Age settlements of Montevenere and La Rocca and by surface surveys conducted in the 1980s and 1990s. Some aspects of local productive activities and the economy are illustrated, alongside the area’s population, showing a significant continuity of life from the final Bronze Age.
The study of these materials, combined with that of finds from funerary contexts, has also made it possible to identify some features shared by Chiusi and other Etruscan communities during the 9th and 8th centuries BCE, and this settlement’s inclusion on the long route running inland through the peninsula and the transverse roadways connecting the Tyrrhenian to the Adriatic coast.

Biblioteca di «Studi Etruschi», 2021
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Il lavoro è dedicato ad una categoria di oref... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893346
Il lavoro è dedicato ad una categoria di oreficerie che, malgrado i numerosi accenni in vari contributi scientifici, non è mai stata oggetto di uno studio specifico. Vengono analizzati l’uso e il significato simbolico della bulla in base alle fonti storiche e letterarie antiche e alle interpretazioni degli studiosi moderni.
Grazie ai dati offerti da queste importanti attestazioni, confrontati con le testimonianze storiche e letterarie e con le tematiche decorative riprodotte sulle stesse bulle è stato possibile tentare un quadro interpretativo sull’uso del monile nelle varie aree, soprattutto per risolvere la vexata quaestio se la bulla abbia assunto in Etruria lo stesso significato simbolico che rivestiva nel mondo romano. Il volume affronta anche il tema della riproduzione del monile nelle diverse produzioni artistiche, dalla coroplastica, che offre indubbiamente i dati più interessanti, alla ceramografia, alla megalografia e alle arti minori (in particolare gli specchi). L’ultima parte del volume è dedicata al catalogo descrittivo degli esemplari raccolti, ordinati secondo la tipologia individuata.
This book focuses on a category of gold objects that, though mentioned numerous times in a variety of scholarly publications, have never been the object of a specific study. The use and the symbolic meaning of the bulla are analysed on the basis of the ancient historical and literary sources, and the interpretations of modern scholars.
The information provided by these important attestations, read alongside the historical and literary sources and the decorative themes presented on the bullae themselves, have made it possible to attempt an interpretation of the use of these items of jewellery in different areas. In particular, the book endeavours to resolve the vexata quaestio of whether the bulla possessed the same symbolic significance in Etruria that it held in the Roman world.

Biblioteca di «Studi Etruschi», 2020
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Nel volume si analizzano ventinove contesti, ... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893209
Nel volume si analizzano ventinove contesti, sostanzialmente inediti, rinvenuti nei sepolcreti settentrionali di Nepi (Gilastro, San Feliziano e San Paolo), databili fra l'età orientalizzante e quella arcaica, con alcune testimonianze del periodo romano. Le tombe furono individuate nel corso delle ricerche di F. Mancinelli Scotti (1889), di E. Stefani (1909-1911) e di un episodico intervento del 1918, come attestano i Giornali di Scavo e i taccuini di scavo conservati nell’Archivio del Museo di Villa Giulia e tra le Carte Stefani alla Biblioteca Apostolica Vaticana, anch’essi presi in esame nel presente studio. L'analisi dei contesti offre un valido spunto per l'elaborazione di un primo contributo alla conoscenza di Nepi preromana e all'indagine sulla sua etnicità - evidenziandone gli aspetti di continuità o di diversità con le realtà culturali circostanti - e per la definizione, per la prima volta in maniera organica e in senso diacronico, dei caratteri e dell’evoluzione di una comunità a lungo rimasta nell’ombra. Le evidenze confermano che questo centro di confine fra mondo etrusco e falisco rivestì un ruolo, già intuito ma fino ad oggi misconosciuto, di testa di ponte negli scambi commerciali e culturali della regione.

Monumenti Antichi - Accademia Nazionale dei Lincei, 2021
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This work by Günther Hölbl, an Egyptologist a... more https://www.bretschneider.it/libro/9788876893353
This work by Günther Hölbl, an Egyptologist and a world expert on relations between Egypt and the Mediterranean in the early centuries of the 1st millennium BCE, focuses on imports to eastern Sicily, a land of contacts from the Mycenaean period, extending to the Greek-Sicel area and the western part of the island. It thus joins the author’s preceding studies on the Aegyptiaca of central and southern Italy, Phoenician and Punic Sardinia and the Maltese islands. The book considers the imports from the land of the Nile and Egyptianizing objects of other origins, discovered in sites in Greek and Greek-influenced Sicily. Alongside exceptional finds such as the fragments of a Ramesses II vase from Siracusa, a bronze situla and an extraordinary falcon in Egyptian blue, both found at Selinunte, it examines the Egyptian scarabs from tombs of the second half of the 8th century BCE (Villasmundo, near Siracusa), numerous scarabs of Aegean and some of Phoenician production with Egyptian motifs, vases, amulets (including some beautiful cowrie shells) and statuettes in Egyptian of varying origin dating to the 7th century, together with the products of the Greek settlement of Naukratis in the Nile delta (6th century BCE)
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Books by Giorgio Bretschneider Editore
Questo libro raccoglie i risultati delle campagne di scavo archeologico condotte dall'Università degli Studi di Perugia a Gubbio nel quartiere della «Guastuglia».
Il lavoro consegna ai lettori un'analisi puntuale di un santuario di età proto-imperiale, l'unico finora noto di Iguvium, posizionato verosimilmente su uno dei lati brevi del foro, ossia nel cuore della città antica.
Il volume si articola in tre sezioni. La prima, centrata su aspetti storico-topografici, indaga i monumenti pubblici e l'edilizia privata in età romana e presta attenzione alla relazione con altri centri urbani del territorio. I contributi della seconda sezione riguardano: l’architettura del santuario; i contesti stratigrafici connessi alla fondazione, alla ristrutturazione e alla dismissione del complesso monumentale; la documentazione epigrafica. L'ultima parte propone una riflessione ermeneutica sulla titolarità del culto.
This book collects the results of the archaeological excavation campaigns conducted by the Università degli Studi di Perugia in Gubbio’s “Guastuglia” district.
The work provides readers with a detailed analysis of a proto-imperial sanctuary, the only one hitherto known in Iguvium, plausibly located on one of the short sides of the Forum in the heart of the ancient city.
The volume is divided into three sections. The first focuses on issues of historical topography and investigates the public monuments and private buildings of the Roman period. Attention is also paid to relations with other towns in the area. The chapters in the second section concern: the architecture of the sanctuary; the stratigraphic contexts connected to the foundation, renovation and abandonment of the monumental complex; the epigraphic documentation. The final part of the book proposes a hermeneutical discussion of the deity to which the cult was dedicated.
Il volume analizza i rinvenimenti numismatici portati alla luce in sessant’anni di scavi (1959-2019) nel santuario di Pietrabbondante (Isernia): quasi duemila monete che coprono un ampio ambito cronologico che si estende dal V sec. a.C al IV sec. d.C., quando il sito, a seguito del terremoto del 346, fu abbandonato.
Il lavoro di Simone Boccardi rappresenta la prima edizione sistematica dei 1920 esemplari che, riesaminati e classificati alla luce delle nuove conoscenze, rappresentano una fonte di straordinaria importanza per ricostruire la vita del sito. Grazie alla ricchezza dei dati proposti, lo studio consente di ricostruire aspetti non solo della storia economica del Sannio antico – a partire dalla prima comparsa della moneta greca nel Sannio, fino all’introduzione del denario e del sistema del bronzo sestantale –, ma anche di rilevare i caratteri topografici e funzionali di questo importante centro religioso.
Completano il volume le planimetrie delle aree di scavo del santuario a cura di V. Esposito e le tavole fotografiche.
This book analyses the numismatic finds brought to light during sixty years of excavations (1959-2019) at the sanctuary of Pietrabbondante (Isernia). Almost two thousand coins were discovered, covering an ample chronological range stretching from the 5th c. BCE to the 4th c. CE, when the site was abandoned after the earthquake of 346.
Simone Boccardi’s study is the first systematic publication of the 1920 coins. Re-examined and classified in light of new knowledge, they represent an extraordinarily important source for reconstructing the life of the site. Thanks to the wealth of data covered, the study makes it possible not just to reconstruct aspects of the economic life of ancient Samnium – from the first appearance of Greek coins in Samnium to the introduction of the denarius and the sextantal bronze system –, but also to identify the topographical and functional characteristics of this important religious centre.
The volume is accompanied by plans of the excavated areas of the sanctuary by V. Esposito and photographic plates.
Il Museo di Portogruaro è nato per ospitare le consistenti raccolte di reperti archeologici provenienti dalla città di Iulia Concordia. In occasione del recente riordino degli archivi del Museo, voluto dalla Direzione Generale per favorire lo studio e la comprensione dei materiali conservati, l’Autrice si è dedicata allo studio delle sculture muovendo dalla storia dell’acquisizione e dell’inventariazione di ogni reperto.
Le schede elaborate comprendono descrizione dello stato di conservazione, analisi stilistica e iconografica, confronto con la bibliografia disponibile. L’Autrice considera, in relazione alle diverse datazioni, talvolta problematiche, l’individuazione dei personaggi rappresentati, le funzioni probabili, l’esistenza di botteghe locali, i rapporti con le tradizioni ellenistica, nord-adriatica, italica e romana, le possibilità di una precoce ‘romanizzazione’ precoloniale.
La qualità e la solidità delle ceramiche adriesi sono note da tempi molto antichi, così come riporta il pas- so di Plinio: accanto a prodotti d’importazione greca, etrusca 1, e più genericamente ellenistica, l’abitato e le necropoli preromane hanno restituito, infatti, un si- gnificativo numero di ceramiche di produzione loca- le 2. Tale tradizione sembra perdurare fino in età ro- mana, momento in cui più labili si fanno le tracce di queste evidenze [...]
L’Antichità è una cosa sacra e venerabile ch’aggiongie dignità e veneratione ovunque ella si sia.
Con queste parole il 10 aprile 1695 Andrea, pronipote di Marco Mantova Benavides fondatore della collezione, si accinse a stendere l’accurato Inventario grazie al quale abbiamo conoscenza della collezione di famiglia. In realtà la raccolta di Marco (1489-1582) non era semplicemente una collezione d’arte e di antichità, come si desumerebbe dalle parole introduttive di Andrea, ma in essa sculture, quadri, disegni, vasi, lucerne ed altre opere d’arte si trovavano insieme a conchiglie, minerali, fossili d’ogni genere, animali esotici, curiosità della natura o prodotti dalla mano dell’uomo. Il museo di Marco nel suo insieme non appariva lontano dalle «Kunst- und Wunderkammern» di stampo mitteleuropeo, anche se predominante era lo spazio lasciato agli oggetti d’arte antica o rinascimentale, che anzi da quel confronto diretto con il mondo della natura ne uscivano valorizzati come prodotti dell’umana capacità e sensibilità.
Quanto di quel museo è giunto sino ai nostri giorni ed ora conservato all’Università di Padova, Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, è ora integralmente pubblicato in questo catalogo. Dopo una parte storico-introduttiva sul fondatore Marco, le opere sono raggruppate secondo categorie tipologiche e cronologiche (sculture antiche, sculture all’antica, sculture rinascimentali, ceramiche antiche e vasi rinascimentali) ciascuna della quali è introdotta da uno o più saggi di approfondimento.
Nel catalogo, in testa a ciascuna scheda, ove identificata, è riportata la descrizione dell’opera tratta dall’Inventario del 1695, la quale funge da raccordo tra il passato ed il presente guidando, ove possibile, il lettore al riconoscimento di quanto, purtroppo poca parte, si è salvato dell’antica raccolta. Chiudono il volume una serie di saggi dedicati all’allestimento della collezione e ad interventi di conservazione e di diagnostica sulle opere.
Prassitele di Atene. Scultore e bronzista del IV secolo, è un libro di scorrevole e piacevole lettura, agile da consultare, presenta un quadro maggiormente ordinato e puntuale di quello con cui siamo soliti avere a che fare circa le questioni inerenti non solo a Prassitele, ma a tutti i personaggi particolarmente rilevanti del mondo antico (Histara)
Nell'ambito della cultura architettonica greca, Iktinos rappresenta una delle personalità più note e allo stesso tempo più ambigue, sia per la scarsità di informazioni sul suo conto sia per la mancanza di un'adeguata conoscenza sul ruolo dell'architetto greco. Oltre alla costruzione del Partenone, si è ipotizzato un suo intervento anche nel Telestérion di Eleusi e nel tempio di Apollo a Basse con argomenti non sempre convincenti, frutto di riflessioni e analisi interpretative pregiudiziali. Contestualmente alla rivalutazione della figura dell'architetto nel V secolo a.C., il riesame di alcuni aspetti archeologici fa emergere ora un quadro più complesso, nel quale la riflessione sul contributo di Iktinos si intreccia con il tema relativo ai parametri utilizzati per individuare la sua partecipazione nei diversi cantieri menzionati dagli autori antichi.
• M. Milletti - C. Pellegrino - M. Rendeli - S. Santocchini - J. Tabolli, As time goes by. Pre-Roman Etruria from Po Valley to Campania: an addition to Simon Stoddart’s “Power and Place in Etruria, vol. 1, The Spatial Dynamics of a Mediterranean Civilization, 1200-500 BC”, Cambridge University Press, 2020 • P. Miranda - R. Scognamiglio, La necropoli picena di Novilara: una nuova proposta di scansione cronologica • T. E. Cinquantaquattro - M. Cuozzo, Tra importazioni e produzioni locali: un’oinochoe figurata dalla necropoli orientalizzante di Pontecagnano, con appendice di Rosa Cannavacciuolo e Federico Poole • R. Graditi, Il labirinto di Poggio Gaiella e la Truia. Un’ipotesi interpretativa • A. V. Buiskikh - A. Naso, Kantharoi in bucchero dalla regione pontica • V. Bellelli, Pittura etrusca, antropologia culturale e storia delle religioni: spunti di riflessione • M. A. Turchetti, La “porta dell’Ade” nell’Ipogeo dei Volumni. Note in margine a una recente indagine spettrografica sulle pitture, con appendice di Vincenzo Palleschi e Luciano Marra •
F. Marcattili, Voltumna, Vertumnus: divinità e servitus tra Etruria e Roma • S. Stopponi, Un’anfora punica con iscrizione etrusca dal Fanum Voltumnae • J. Hadas-Lebel, Étr. sacni • Rivista di epigrafia etrusca • Rivista di epigrafia italica
Articoli: • Gaia Babolin - Trends In The Development of Grindstone Tools. From the Neolithic to the Chalcolithic Period in the Southern Caucasus: New Data from Tsiteli Gorebi 5 (Georgia) • David Vendrell Cabanillas - Una nueva enócoe falisca atribuida al Pintor de Florencia 4099 del Grupo Fluido • Danilo Leone - La domus del santuario di Campo della Fiera a Orvieto: spazi privati e funzioni pubbliche • Lorenzo Barbieri, Lorenzo Cigaina - Un rilievo greco con Dioscuro e anfora di culto a Dorsoduro (Venezia) • Stefano Medas, Alessandro Asta, Nicoletta Martinelli, Eros Turchetto - Un manufatto monossile di età romana a Lio Piccolo, Laguna di Venezia • Maddalena Bassani - L’edificio polilobato in Via Scavi a Montegrotto Terme. Ipotesi per una sua interpretazione • Massimiliano Puntin, Claudia Sciuto, Gabriele Gattiglia - Archeologie dell’invisibile. Tecniche archeometriche non distruttive per la caratterizzazione dei laterizi del sito romano di Massaciuccoli.
Il volume racchiude i contributi presentati in occasione del I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino, tenutosi ad Arezzo e Dicomano (FI) nell’ottobre 2019 e incentrato sulle varie produzioni ceramiche note nei due versanti, toscano ed emiliano-romagnolo. Il Convegno, nato con l’obiettivo di far dialogare aree spesso considerate marginali, ha preso in esame una variegata serie di casi studio la cui interazione, scaturita da un’analisi complessiva che ha tenuto conto delle specificità cronologiche e territoriali, ha permesso di gettare nuova luce sull’identità culturale di questi distretti. Dalla “messa a sistema” di un ingente numero di informazioni emerge un quadro complesso con numerose linee di contatto, a riprova della specificità del distretto appenninico e dei vari aspetti sovraterrioriali dell'artigianato artistico etrusco, evidentemente scaturiti dalla condivisione di aspetti tecnici e, più in generale, culturali tra Etruria padana e Etruria settentrionale lungo lo sviluppo della civiltà etrusca, dall'età del Ferro al periodo ellenistico.
This volume collects the papers presented at the I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino (1st International Conference on the Etruscan Material Culture of the Apennines), held in Arezzo and Dicomano (FI) in October 2019 and focusing on the various ceramic productions known on the two sides of the Apennines, Tuscan and Emilian Romagnol. The purpose of the conference was to establish a dialogue between areas often considered marginal; it examined a varied series of case studies whose interaction, based on an overall analysis that took chronological and territorial specificities into account, shed new light on the cultural identity of these districts. The systematic study of a vast quantity of data revealed a complex picture with numerous lines of contact, proof of the peculiarity of the Apennine district and the various supra-territorial features of Etruscan artistic craftworking, clearly resulting from the sharing of technical characteristics and more generally of cultural features between Padanian Etruria and Northern Etruria throughout the development of the Etruscan civilization, from the Iron Age to the Hellenistic period.
Il volume propone una nuova analisi dell’idea di paesaggio nella cultura e nell’immaginario latini, svolta sulla base della documentazione letteraria ed iconografica, con particolare riguardo per le Metamorfosi di Ovidio e per la pittura mitologica di I secolo a.C-I sec. d.C.
Per mezzo di uno studio comparato che incrocia testo ed immagine a servizio di un unico obiettivo di conoscenza, si discoprono le qualità formali ed i meccanismi di composizione dei paesaggi antichi, assieme al ruolo determinante da essi giocato rispetto alla definizione delle categorie estetiche di idillio e anti-idillio, comprese insieme in quella più ampia di dramma.
Proprio in funzione dell’espressione del dramma si dispiegano le ricche risorse formali del repertorio paesistico, le quali, sia letterarie che iconografiche, impiegano il segno in modo simbolico per farne il tramite di significati profondi legati ai grandi temi mitologici della classicità.
This book offers a fresh analysis of the idea of landscape in the Latin culture and imaginary, drawing on the literary and iconographical sources, and in particular on Ovid’s Metamorphoses and the mythological painting of the Ist century BC - Ist century AD. Through a comparative study that interweaves text and image in the service of a single scholarly objective, it brings to light the formal qualities and compositional mechanisms of ancient landscapes, alongside their fundamental role in defining the aesthetic categories of idyll and anti-idyll, both comprised within the broader genre of drama.
The landscape repertoire’s wealth of formal resources are deployed precisely as a function of dramatic expression: both literary and iconographical, they employ this device symbolically, using it as a conduit for profound meanings linked to the major mythological themes of classical antiquity.
Through the years, articles and monographs have presented the results of the Italian archaeological excavations, providing architectural and artefactual evidence for habitation at Iasos that extends at least from the third millennium BCE through the Byzantine Period. Although some fragments of Athenian red-figure pottery have been illustrated and discussed, particularly in recent years,a fuller treatment of all this material has long been desired. Through the inspiration of F. Berti, former Director of the Italian Archaeological Mission, F. Curti and A. Parrini have undertaken the study of all the red-figure from Iasos, and this present volume is the successful result of their persistent efforts.
Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale tenutosi a Volterra nel 2017 con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri appartenenti a istituzioni di ricerca e di tutela e di giovani ricercatori e studenti universitari. Per la prima volta nella storia dei convegni su Volterra, questo incontro di studio ha inteso affrontare tutti gli aspetti dell’archeologia della città in una misura di lungo periodo: dalla protostoria, all’epoca etrusca, all’età romana e alla tarda antichità. Non mancano inoltre interventi sulle peculiarità linguistiche dell’ingente documentazione epigrafica volterrana, né contributi relativi alle prospettive di valorizzazione e tutela del patrimonio storico-archeologico. Uno spazio speciale è stato riservato ai recenti rinvenimenti di ambito urbano e periurbano che stanno cambiando nelle opinioni scientifiche correnti il volto dell’archeologia della città.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale «Antichità in giardino, giardini nell’antichità» (Palazzo Giusti, Verona). L’occasione di presentare al pubblico alcune iscrizioni e sculture di età classica e rinascimentale della collezione Giusti, in corso di restauro, studio e allestimento, ha costituito il motivo di una riflessione più ampia sul ruolo delle antichità nei giardini in età moderna e sulla concezione dei giardini nella cultura classica e nella società romana in particolare. La collezione Giusti si è formata a partire dalla fine del Cinquecento, è stata modificata e si è accresciuta fino all’Ottocento. Per quanto riguarda le sculture, in maggioranza confluirono nella collezione Giusti agli inizi del diciannovesimo secolo grazie all’intervento di Girolamo Ascanio Molin, importante intellettuale, politico e collezionista veneziano, a seguito del matrimonio di sua figlia Paolina con Carlo Giusti (1801). Questi materiali, in buona parte di piccole dimensioni, ma con importanti eccezioni, contribuirono ad ornare il giardino e il palazzo assieme alle numerose iscrizioni già presenti. Si tratta di un nucleo di reperti greci e romani ai quali si accosta un campione significativo di pezzi all’antica, realizzati tra il Rinascimento e la metà dell’Ottocento.
Con questo secondo volume si conclude la pubblicazione degli scavi e dei monumenti dell’area a sud dell’agorà di Iasos, una città greca in Asia Minore. Il primo volume del 2016 ha riguardato il tempio di età tardo-classica che costituiva il punto centrale dell’area sacra attribuita ad Afrodite. Ora vengono presentate le indagini condotte fra il 1967 e il 1975 dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene, e un saggio stratigrafico realizzato nel 2007 dalla Missione Archeologica Italiana di Iasos. Gli scavi hanno messo in luce una consistente parte del peribolo dorico che circondava il tempio e l’edificio con esedre costruito nell’età di Commodo lungo il suo lato meridionale. Vengono poi esaminati gli edifici legati all’assetto monumentale dell’area: l’antico bouleutèrion e l’archeîon di età tardo-classica ed ellenistica, le mura e gli ingressi all’agorà. Sono anche discusse le fasi antecedenti alla realizzazione dell’area sacra, costituite da una necropoli della prima età del ferro e dalle strutture del quartiere abitativo che si sviluppò al più tardi in età arcaica. Completano il volume gli studi sulla decorazione architettonica del peribolo, su alcuni frammenti di pithoi, sulla figura di un sacerdote di Agrippa Postumo, su una iscrizione araba e su un’anfora di età medievale. I due volumi sull’area a sud dell’agorà offrono uno spaccato d’oltre un millennio della storia urbana di Iasos e rendono disponibile alla comunità scientifica e alla fruizione culturale quanto emerso in circa quarant’anni di ricerche italiane a Iasos.
This second volume concludes the publication of the excavations and monuments of the area south of the agorà of Iasos, a Greek city in Asia Minor. It presents the studies conducted between 1967 and 1975 by the Italian Archaeological School of Athens, and a stratigraphic excavation undertaken in 2007 by the Italian Archaeological Mission in Iasos. The excavations brought to light a substantial part of the Doric peribolos surrounding the temple and the building with exhedras constructed at the time of Commodus along its southern side. This is followed by an examination of the buildings connected to the monumental organization of the area: the ancient bouleutèrion and the archeîon of the late Classical and Hellenistic period, the walls and the entrances to the agorà. The book ends with studies on the architectural decorations of the peribolos, on some fragments ofpithoi, on the figure of a priest of Agrippa Postumus, on an Arabic inscription and an amphora of the medieval period. The two volumes on the area south of the agorà offer a cross-section of the urban history of Iasos over more than a millennium, placing the information from around forty years of Italian research at Iasos at the disposal of the academic and cultural community.
Il volume offre una dettagliata analisi metodologica del genere del ritratto nell’arte greca. Nell’intento di ridiscutere i principi costitutivi della disciplina, l’autore si serve della testimonianza delle fonti letterarie ed epigrafiche, mettendole a sistema con alcuni casi studio che vanno dall’arcaismo alla tarda età classica. Il procedimento conduce al cuore del problema, all’origine di un travaglio spirituale e intellettuale, che nasce allorquando all’immagine generica si sostituisce la raffigurazione dell’individuo. Un percorso non privo di ostacoli e per nulla lineare, che getta luce su un genere artistico diffusissimo nell’antichità classica, ma ancora dibattuto per le sue fasi più antiche.
The book offers a detailed methodological analysis of the portrait genre in Greek art. Aiming to rethink the foundational principles of the discipline, the author considers the evidence from the literary and epigraphic sources, systematically analysed in some case studies ranging from the archaic to the late classical period. This procedure goes to the heart of the problem, to the origins of the spiritual and intellectual upheaval occasioned when the generic image was replaced by the depiction of the individual. This approach is not without obstacles and is far from straightforward, but sheds light on a genre of art that was extremely widespread in classical antiquity and whose earliest phases are still debated today.
Il volume presenta un quadro di Chiusi villanoviana analizzando le numerose testimonianze, per buona parte ancora inedite, restituite per lo più dagli scavi degli insediamenti dell’età del Ferro di Montevenere e della Rocca e dalle ricerche di superficie condotte negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, evidenziando alcuni aspetti della produzione e dell’economia locale e del popolamento del territorio, nel quale si registra una sostanziale continuità di vita dall’età del Bronzo finale.
Lo studio di questi materiali, integrato con quello dei reperti di ambito funerario, ha consentito anche di rilevare alcuni elementi che Chiusi ha condiviso con altre comunità etrusche nel corso del IX e dell’VIII secolo a.C., e l’inserimento di questo centro nel lungo asse di penetrazione interna della Penisola e negli itinerari trasversali che collegavano il versante tirrenico con quello Adriatico.
This book presents an overview of Villanovan Chiusi, analysing the large quantity of evidence, most of which is still unpublished, yielded mainly by the excavations of the Iron Age settlements of Montevenere and La Rocca and by surface surveys conducted in the 1980s and 1990s. Some aspects of local productive activities and the economy are illustrated, alongside the area’s population, showing a significant continuity of life from the final Bronze Age.
The study of these materials, combined with that of finds from funerary contexts, has also made it possible to identify some features shared by Chiusi and other Etruscan communities during the 9th and 8th centuries BCE, and this settlement’s inclusion on the long route running inland through the peninsula and the transverse roadways connecting the Tyrrhenian to the Adriatic coast.
Il lavoro è dedicato ad una categoria di oreficerie che, malgrado i numerosi accenni in vari contributi scientifici, non è mai stata oggetto di uno studio specifico. Vengono analizzati l’uso e il significato simbolico della bulla in base alle fonti storiche e letterarie antiche e alle interpretazioni degli studiosi moderni.
Grazie ai dati offerti da queste importanti attestazioni, confrontati con le testimonianze storiche e letterarie e con le tematiche decorative riprodotte sulle stesse bulle è stato possibile tentare un quadro interpretativo sull’uso del monile nelle varie aree, soprattutto per risolvere la vexata quaestio se la bulla abbia assunto in Etruria lo stesso significato simbolico che rivestiva nel mondo romano. Il volume affronta anche il tema della riproduzione del monile nelle diverse produzioni artistiche, dalla coroplastica, che offre indubbiamente i dati più interessanti, alla ceramografia, alla megalografia e alle arti minori (in particolare gli specchi). L’ultima parte del volume è dedicata al catalogo descrittivo degli esemplari raccolti, ordinati secondo la tipologia individuata.
This book focuses on a category of gold objects that, though mentioned numerous times in a variety of scholarly publications, have never been the object of a specific study. The use and the symbolic meaning of the bulla are analysed on the basis of the ancient historical and literary sources, and the interpretations of modern scholars.
The information provided by these important attestations, read alongside the historical and literary sources and the decorative themes presented on the bullae themselves, have made it possible to attempt an interpretation of the use of these items of jewellery in different areas. In particular, the book endeavours to resolve the vexata quaestio of whether the bulla possessed the same symbolic significance in Etruria that it held in the Roman world.
Nel volume si analizzano ventinove contesti, sostanzialmente inediti, rinvenuti nei sepolcreti settentrionali di Nepi (Gilastro, San Feliziano e San Paolo), databili fra l'età orientalizzante e quella arcaica, con alcune testimonianze del periodo romano. Le tombe furono individuate nel corso delle ricerche di F. Mancinelli Scotti (1889), di E. Stefani (1909-1911) e di un episodico intervento del 1918, come attestano i Giornali di Scavo e i taccuini di scavo conservati nell’Archivio del Museo di Villa Giulia e tra le Carte Stefani alla Biblioteca Apostolica Vaticana, anch’essi presi in esame nel presente studio. L'analisi dei contesti offre un valido spunto per l'elaborazione di un primo contributo alla conoscenza di Nepi preromana e all'indagine sulla sua etnicità - evidenziandone gli aspetti di continuità o di diversità con le realtà culturali circostanti - e per la definizione, per la prima volta in maniera organica e in senso diacronico, dei caratteri e dell’evoluzione di una comunità a lungo rimasta nell’ombra. Le evidenze confermano che questo centro di confine fra mondo etrusco e falisco rivestì un ruolo, già intuito ma fino ad oggi misconosciuto, di testa di ponte negli scambi commerciali e culturali della regione.
This work by Günther Hölbl, an Egyptologist and a world expert on relations between Egypt and the Mediterranean in the early centuries of the 1st millennium BCE, focuses on imports to eastern Sicily, a land of contacts from the Mycenaean period, extending to the Greek-Sicel area and the western part of the island. It thus joins the author’s preceding studies on the Aegyptiaca of central and southern Italy, Phoenician and Punic Sardinia and the Maltese islands. The book considers the imports from the land of the Nile and Egyptianizing objects of other origins, discovered in sites in Greek and Greek-influenced Sicily. Alongside exceptional finds such as the fragments of a Ramesses II vase from Siracusa, a bronze situla and an extraordinary falcon in Egyptian blue, both found at Selinunte, it examines the Egyptian scarabs from tombs of the second half of the 8th century BCE (Villasmundo, near Siracusa), numerous scarabs of Aegean and some of Phoenician production with Egyptian motifs, vases, amulets (including some beautiful cowrie shells) and statuettes in Egyptian of varying origin dating to the 7th century, together with the products of the Greek settlement of Naukratis in the Nile delta (6th century BCE)
Questo libro raccoglie i risultati delle campagne di scavo archeologico condotte dall'Università degli Studi di Perugia a Gubbio nel quartiere della «Guastuglia».
Il lavoro consegna ai lettori un'analisi puntuale di un santuario di età proto-imperiale, l'unico finora noto di Iguvium, posizionato verosimilmente su uno dei lati brevi del foro, ossia nel cuore della città antica.
Il volume si articola in tre sezioni. La prima, centrata su aspetti storico-topografici, indaga i monumenti pubblici e l'edilizia privata in età romana e presta attenzione alla relazione con altri centri urbani del territorio. I contributi della seconda sezione riguardano: l’architettura del santuario; i contesti stratigrafici connessi alla fondazione, alla ristrutturazione e alla dismissione del complesso monumentale; la documentazione epigrafica. L'ultima parte propone una riflessione ermeneutica sulla titolarità del culto.
This book collects the results of the archaeological excavation campaigns conducted by the Università degli Studi di Perugia in Gubbio’s “Guastuglia” district.
The work provides readers with a detailed analysis of a proto-imperial sanctuary, the only one hitherto known in Iguvium, plausibly located on one of the short sides of the Forum in the heart of the ancient city.
The volume is divided into three sections. The first focuses on issues of historical topography and investigates the public monuments and private buildings of the Roman period. Attention is also paid to relations with other towns in the area. The chapters in the second section concern: the architecture of the sanctuary; the stratigraphic contexts connected to the foundation, renovation and abandonment of the monumental complex; the epigraphic documentation. The final part of the book proposes a hermeneutical discussion of the deity to which the cult was dedicated.
Il volume analizza i rinvenimenti numismatici portati alla luce in sessant’anni di scavi (1959-2019) nel santuario di Pietrabbondante (Isernia): quasi duemila monete che coprono un ampio ambito cronologico che si estende dal V sec. a.C al IV sec. d.C., quando il sito, a seguito del terremoto del 346, fu abbandonato.
Il lavoro di Simone Boccardi rappresenta la prima edizione sistematica dei 1920 esemplari che, riesaminati e classificati alla luce delle nuove conoscenze, rappresentano una fonte di straordinaria importanza per ricostruire la vita del sito. Grazie alla ricchezza dei dati proposti, lo studio consente di ricostruire aspetti non solo della storia economica del Sannio antico – a partire dalla prima comparsa della moneta greca nel Sannio, fino all’introduzione del denario e del sistema del bronzo sestantale –, ma anche di rilevare i caratteri topografici e funzionali di questo importante centro religioso.
Completano il volume le planimetrie delle aree di scavo del santuario a cura di V. Esposito e le tavole fotografiche.
This book analyses the numismatic finds brought to light during sixty years of excavations (1959-2019) at the sanctuary of Pietrabbondante (Isernia). Almost two thousand coins were discovered, covering an ample chronological range stretching from the 5th c. BCE to the 4th c. CE, when the site was abandoned after the earthquake of 346.
Simone Boccardi’s study is the first systematic publication of the 1920 coins. Re-examined and classified in light of new knowledge, they represent an extraordinarily important source for reconstructing the life of the site. Thanks to the wealth of data covered, the study makes it possible not just to reconstruct aspects of the economic life of ancient Samnium – from the first appearance of Greek coins in Samnium to the introduction of the denarius and the sextantal bronze system –, but also to identify the topographical and functional characteristics of this important religious centre.
The volume is accompanied by plans of the excavated areas of the sanctuary by V. Esposito and photographic plates.
Il Museo di Portogruaro è nato per ospitare le consistenti raccolte di reperti archeologici provenienti dalla città di Iulia Concordia. In occasione del recente riordino degli archivi del Museo, voluto dalla Direzione Generale per favorire lo studio e la comprensione dei materiali conservati, l’Autrice si è dedicata allo studio delle sculture muovendo dalla storia dell’acquisizione e dell’inventariazione di ogni reperto.
Le schede elaborate comprendono descrizione dello stato di conservazione, analisi stilistica e iconografica, confronto con la bibliografia disponibile. L’Autrice considera, in relazione alle diverse datazioni, talvolta problematiche, l’individuazione dei personaggi rappresentati, le funzioni probabili, l’esistenza di botteghe locali, i rapporti con le tradizioni ellenistica, nord-adriatica, italica e romana, le possibilità di una precoce ‘romanizzazione’ precoloniale.
La qualità e la solidità delle ceramiche adriesi sono note da tempi molto antichi, così come riporta il pas- so di Plinio: accanto a prodotti d’importazione greca, etrusca 1, e più genericamente ellenistica, l’abitato e le necropoli preromane hanno restituito, infatti, un si- gnificativo numero di ceramiche di produzione loca- le 2. Tale tradizione sembra perdurare fino in età ro- mana, momento in cui più labili si fanno le tracce di queste evidenze [...]
L’Antichità è una cosa sacra e venerabile ch’aggiongie dignità e veneratione ovunque ella si sia.
Con queste parole il 10 aprile 1695 Andrea, pronipote di Marco Mantova Benavides fondatore della collezione, si accinse a stendere l’accurato Inventario grazie al quale abbiamo conoscenza della collezione di famiglia. In realtà la raccolta di Marco (1489-1582) non era semplicemente una collezione d’arte e di antichità, come si desumerebbe dalle parole introduttive di Andrea, ma in essa sculture, quadri, disegni, vasi, lucerne ed altre opere d’arte si trovavano insieme a conchiglie, minerali, fossili d’ogni genere, animali esotici, curiosità della natura o prodotti dalla mano dell’uomo. Il museo di Marco nel suo insieme non appariva lontano dalle «Kunst- und Wunderkammern» di stampo mitteleuropeo, anche se predominante era lo spazio lasciato agli oggetti d’arte antica o rinascimentale, che anzi da quel confronto diretto con il mondo della natura ne uscivano valorizzati come prodotti dell’umana capacità e sensibilità.
Quanto di quel museo è giunto sino ai nostri giorni ed ora conservato all’Università di Padova, Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, è ora integralmente pubblicato in questo catalogo. Dopo una parte storico-introduttiva sul fondatore Marco, le opere sono raggruppate secondo categorie tipologiche e cronologiche (sculture antiche, sculture all’antica, sculture rinascimentali, ceramiche antiche e vasi rinascimentali) ciascuna della quali è introdotta da uno o più saggi di approfondimento.
Nel catalogo, in testa a ciascuna scheda, ove identificata, è riportata la descrizione dell’opera tratta dall’Inventario del 1695, la quale funge da raccordo tra il passato ed il presente guidando, ove possibile, il lettore al riconoscimento di quanto, purtroppo poca parte, si è salvato dell’antica raccolta. Chiudono il volume una serie di saggi dedicati all’allestimento della collezione e ad interventi di conservazione e di diagnostica sulle opere.
Prassitele di Atene. Scultore e bronzista del IV secolo, è un libro di scorrevole e piacevole lettura, agile da consultare, presenta un quadro maggiormente ordinato e puntuale di quello con cui siamo soliti avere a che fare circa le questioni inerenti non solo a Prassitele, ma a tutti i personaggi particolarmente rilevanti del mondo antico (Histara)
Nell'ambito della cultura architettonica greca, Iktinos rappresenta una delle personalità più note e allo stesso tempo più ambigue, sia per la scarsità di informazioni sul suo conto sia per la mancanza di un'adeguata conoscenza sul ruolo dell'architetto greco. Oltre alla costruzione del Partenone, si è ipotizzato un suo intervento anche nel Telestérion di Eleusi e nel tempio di Apollo a Basse con argomenti non sempre convincenti, frutto di riflessioni e analisi interpretative pregiudiziali. Contestualmente alla rivalutazione della figura dell'architetto nel V secolo a.C., il riesame di alcuni aspetti archeologici fa emergere ora un quadro più complesso, nel quale la riflessione sul contributo di Iktinos si intreccia con il tema relativo ai parametri utilizzati per individuare la sua partecipazione nei diversi cantieri menzionati dagli autori antichi.
• M. Milletti - C. Pellegrino - M. Rendeli - S. Santocchini - J. Tabolli, As time goes by. Pre-Roman Etruria from Po Valley to Campania: an addition to Simon Stoddart’s “Power and Place in Etruria, vol. 1, The Spatial Dynamics of a Mediterranean Civilization, 1200-500 BC”, Cambridge University Press, 2020 • P. Miranda - R. Scognamiglio, La necropoli picena di Novilara: una nuova proposta di scansione cronologica • T. E. Cinquantaquattro - M. Cuozzo, Tra importazioni e produzioni locali: un’oinochoe figurata dalla necropoli orientalizzante di Pontecagnano, con appendice di Rosa Cannavacciuolo e Federico Poole • R. Graditi, Il labirinto di Poggio Gaiella e la Truia. Un’ipotesi interpretativa • A. V. Buiskikh - A. Naso, Kantharoi in bucchero dalla regione pontica • V. Bellelli, Pittura etrusca, antropologia culturale e storia delle religioni: spunti di riflessione • M. A. Turchetti, La “porta dell’Ade” nell’Ipogeo dei Volumni. Note in margine a una recente indagine spettrografica sulle pitture, con appendice di Vincenzo Palleschi e Luciano Marra •
F. Marcattili, Voltumna, Vertumnus: divinità e servitus tra Etruria e Roma • S. Stopponi, Un’anfora punica con iscrizione etrusca dal Fanum Voltumnae • J. Hadas-Lebel, Étr. sacni • Rivista di epigrafia etrusca • Rivista di epigrafia italica
Articoli: • Gaia Babolin - Trends In The Development of Grindstone Tools. From the Neolithic to the Chalcolithic Period in the Southern Caucasus: New Data from Tsiteli Gorebi 5 (Georgia) • David Vendrell Cabanillas - Una nueva enócoe falisca atribuida al Pintor de Florencia 4099 del Grupo Fluido • Danilo Leone - La domus del santuario di Campo della Fiera a Orvieto: spazi privati e funzioni pubbliche • Lorenzo Barbieri, Lorenzo Cigaina - Un rilievo greco con Dioscuro e anfora di culto a Dorsoduro (Venezia) • Stefano Medas, Alessandro Asta, Nicoletta Martinelli, Eros Turchetto - Un manufatto monossile di età romana a Lio Piccolo, Laguna di Venezia • Maddalena Bassani - L’edificio polilobato in Via Scavi a Montegrotto Terme. Ipotesi per una sua interpretazione • Massimiliano Puntin, Claudia Sciuto, Gabriele Gattiglia - Archeologie dell’invisibile. Tecniche archeometriche non distruttive per la caratterizzazione dei laterizi del sito romano di Massaciuccoli.
Il volume racchiude i contributi presentati in occasione del I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino, tenutosi ad Arezzo e Dicomano (FI) nell’ottobre 2019 e incentrato sulle varie produzioni ceramiche note nei due versanti, toscano ed emiliano-romagnolo. Il Convegno, nato con l’obiettivo di far dialogare aree spesso considerate marginali, ha preso in esame una variegata serie di casi studio la cui interazione, scaturita da un’analisi complessiva che ha tenuto conto delle specificità cronologiche e territoriali, ha permesso di gettare nuova luce sull’identità culturale di questi distretti. Dalla “messa a sistema” di un ingente numero di informazioni emerge un quadro complesso con numerose linee di contatto, a riprova della specificità del distretto appenninico e dei vari aspetti sovraterrioriali dell'artigianato artistico etrusco, evidentemente scaturiti dalla condivisione di aspetti tecnici e, più in generale, culturali tra Etruria padana e Etruria settentrionale lungo lo sviluppo della civiltà etrusca, dall'età del Ferro al periodo ellenistico.
This volume collects the papers presented at the I° Convegno Internazionale sulla cultura materiale etrusca dell'Appennino (1st International Conference on the Etruscan Material Culture of the Apennines), held in Arezzo and Dicomano (FI) in October 2019 and focusing on the various ceramic productions known on the two sides of the Apennines, Tuscan and Emilian Romagnol. The purpose of the conference was to establish a dialogue between areas often considered marginal; it examined a varied series of case studies whose interaction, based on an overall analysis that took chronological and territorial specificities into account, shed new light on the cultural identity of these districts. The systematic study of a vast quantity of data revealed a complex picture with numerous lines of contact, proof of the peculiarity of the Apennine district and the various supra-territorial features of Etruscan artistic craftworking, clearly resulting from the sharing of technical characteristics and more generally of cultural features between Padanian Etruria and Northern Etruria throughout the development of the Etruscan civilization, from the Iron Age to the Hellenistic period.
Il volume propone una nuova analisi dell’idea di paesaggio nella cultura e nell’immaginario latini, svolta sulla base della documentazione letteraria ed iconografica, con particolare riguardo per le Metamorfosi di Ovidio e per la pittura mitologica di I secolo a.C-I sec. d.C.
Per mezzo di uno studio comparato che incrocia testo ed immagine a servizio di un unico obiettivo di conoscenza, si discoprono le qualità formali ed i meccanismi di composizione dei paesaggi antichi, assieme al ruolo determinante da essi giocato rispetto alla definizione delle categorie estetiche di idillio e anti-idillio, comprese insieme in quella più ampia di dramma.
Proprio in funzione dell’espressione del dramma si dispiegano le ricche risorse formali del repertorio paesistico, le quali, sia letterarie che iconografiche, impiegano il segno in modo simbolico per farne il tramite di significati profondi legati ai grandi temi mitologici della classicità.
This book offers a fresh analysis of the idea of landscape in the Latin culture and imaginary, drawing on the literary and iconographical sources, and in particular on Ovid’s Metamorphoses and the mythological painting of the Ist century BC - Ist century AD. Through a comparative study that interweaves text and image in the service of a single scholarly objective, it brings to light the formal qualities and compositional mechanisms of ancient landscapes, alongside their fundamental role in defining the aesthetic categories of idyll and anti-idyll, both comprised within the broader genre of drama.
The landscape repertoire’s wealth of formal resources are deployed precisely as a function of dramatic expression: both literary and iconographical, they employ this device symbolically, using it as a conduit for profound meanings linked to the major mythological themes of classical antiquity.
Through the years, articles and monographs have presented the results of the Italian archaeological excavations, providing architectural and artefactual evidence for habitation at Iasos that extends at least from the third millennium BCE through the Byzantine Period. Although some fragments of Athenian red-figure pottery have been illustrated and discussed, particularly in recent years,a fuller treatment of all this material has long been desired. Through the inspiration of F. Berti, former Director of the Italian Archaeological Mission, F. Curti and A. Parrini have undertaken the study of all the red-figure from Iasos, and this present volume is the successful result of their persistent efforts.
Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale tenutosi a Volterra nel 2017 con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri appartenenti a istituzioni di ricerca e di tutela e di giovani ricercatori e studenti universitari. Per la prima volta nella storia dei convegni su Volterra, questo incontro di studio ha inteso affrontare tutti gli aspetti dell’archeologia della città in una misura di lungo periodo: dalla protostoria, all’epoca etrusca, all’età romana e alla tarda antichità. Non mancano inoltre interventi sulle peculiarità linguistiche dell’ingente documentazione epigrafica volterrana, né contributi relativi alle prospettive di valorizzazione e tutela del patrimonio storico-archeologico. Uno spazio speciale è stato riservato ai recenti rinvenimenti di ambito urbano e periurbano che stanno cambiando nelle opinioni scientifiche correnti il volto dell’archeologia della città.
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale «Antichità in giardino, giardini nell’antichità» (Palazzo Giusti, Verona). L’occasione di presentare al pubblico alcune iscrizioni e sculture di età classica e rinascimentale della collezione Giusti, in corso di restauro, studio e allestimento, ha costituito il motivo di una riflessione più ampia sul ruolo delle antichità nei giardini in età moderna e sulla concezione dei giardini nella cultura classica e nella società romana in particolare. La collezione Giusti si è formata a partire dalla fine del Cinquecento, è stata modificata e si è accresciuta fino all’Ottocento. Per quanto riguarda le sculture, in maggioranza confluirono nella collezione Giusti agli inizi del diciannovesimo secolo grazie all’intervento di Girolamo Ascanio Molin, importante intellettuale, politico e collezionista veneziano, a seguito del matrimonio di sua figlia Paolina con Carlo Giusti (1801). Questi materiali, in buona parte di piccole dimensioni, ma con importanti eccezioni, contribuirono ad ornare il giardino e il palazzo assieme alle numerose iscrizioni già presenti. Si tratta di un nucleo di reperti greci e romani ai quali si accosta un campione significativo di pezzi all’antica, realizzati tra il Rinascimento e la metà dell’Ottocento.
Con questo secondo volume si conclude la pubblicazione degli scavi e dei monumenti dell’area a sud dell’agorà di Iasos, una città greca in Asia Minore. Il primo volume del 2016 ha riguardato il tempio di età tardo-classica che costituiva il punto centrale dell’area sacra attribuita ad Afrodite. Ora vengono presentate le indagini condotte fra il 1967 e il 1975 dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene, e un saggio stratigrafico realizzato nel 2007 dalla Missione Archeologica Italiana di Iasos. Gli scavi hanno messo in luce una consistente parte del peribolo dorico che circondava il tempio e l’edificio con esedre costruito nell’età di Commodo lungo il suo lato meridionale. Vengono poi esaminati gli edifici legati all’assetto monumentale dell’area: l’antico bouleutèrion e l’archeîon di età tardo-classica ed ellenistica, le mura e gli ingressi all’agorà. Sono anche discusse le fasi antecedenti alla realizzazione dell’area sacra, costituite da una necropoli della prima età del ferro e dalle strutture del quartiere abitativo che si sviluppò al più tardi in età arcaica. Completano il volume gli studi sulla decorazione architettonica del peribolo, su alcuni frammenti di pithoi, sulla figura di un sacerdote di Agrippa Postumo, su una iscrizione araba e su un’anfora di età medievale. I due volumi sull’area a sud dell’agorà offrono uno spaccato d’oltre un millennio della storia urbana di Iasos e rendono disponibile alla comunità scientifica e alla fruizione culturale quanto emerso in circa quarant’anni di ricerche italiane a Iasos.
This second volume concludes the publication of the excavations and monuments of the area south of the agorà of Iasos, a Greek city in Asia Minor. It presents the studies conducted between 1967 and 1975 by the Italian Archaeological School of Athens, and a stratigraphic excavation undertaken in 2007 by the Italian Archaeological Mission in Iasos. The excavations brought to light a substantial part of the Doric peribolos surrounding the temple and the building with exhedras constructed at the time of Commodus along its southern side. This is followed by an examination of the buildings connected to the monumental organization of the area: the ancient bouleutèrion and the archeîon of the late Classical and Hellenistic period, the walls and the entrances to the agorà. The book ends with studies on the architectural decorations of the peribolos, on some fragments ofpithoi, on the figure of a priest of Agrippa Postumus, on an Arabic inscription and an amphora of the medieval period. The two volumes on the area south of the agorà offer a cross-section of the urban history of Iasos over more than a millennium, placing the information from around forty years of Italian research at Iasos at the disposal of the academic and cultural community.
Il volume offre una dettagliata analisi metodologica del genere del ritratto nell’arte greca. Nell’intento di ridiscutere i principi costitutivi della disciplina, l’autore si serve della testimonianza delle fonti letterarie ed epigrafiche, mettendole a sistema con alcuni casi studio che vanno dall’arcaismo alla tarda età classica. Il procedimento conduce al cuore del problema, all’origine di un travaglio spirituale e intellettuale, che nasce allorquando all’immagine generica si sostituisce la raffigurazione dell’individuo. Un percorso non privo di ostacoli e per nulla lineare, che getta luce su un genere artistico diffusissimo nell’antichità classica, ma ancora dibattuto per le sue fasi più antiche.
The book offers a detailed methodological analysis of the portrait genre in Greek art. Aiming to rethink the foundational principles of the discipline, the author considers the evidence from the literary and epigraphic sources, systematically analysed in some case studies ranging from the archaic to the late classical period. This procedure goes to the heart of the problem, to the origins of the spiritual and intellectual upheaval occasioned when the generic image was replaced by the depiction of the individual. This approach is not without obstacles and is far from straightforward, but sheds light on a genre of art that was extremely widespread in classical antiquity and whose earliest phases are still debated today.
Il volume presenta un quadro di Chiusi villanoviana analizzando le numerose testimonianze, per buona parte ancora inedite, restituite per lo più dagli scavi degli insediamenti dell’età del Ferro di Montevenere e della Rocca e dalle ricerche di superficie condotte negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, evidenziando alcuni aspetti della produzione e dell’economia locale e del popolamento del territorio, nel quale si registra una sostanziale continuità di vita dall’età del Bronzo finale.
Lo studio di questi materiali, integrato con quello dei reperti di ambito funerario, ha consentito anche di rilevare alcuni elementi che Chiusi ha condiviso con altre comunità etrusche nel corso del IX e dell’VIII secolo a.C., e l’inserimento di questo centro nel lungo asse di penetrazione interna della Penisola e negli itinerari trasversali che collegavano il versante tirrenico con quello Adriatico.
This book presents an overview of Villanovan Chiusi, analysing the large quantity of evidence, most of which is still unpublished, yielded mainly by the excavations of the Iron Age settlements of Montevenere and La Rocca and by surface surveys conducted in the 1980s and 1990s. Some aspects of local productive activities and the economy are illustrated, alongside the area’s population, showing a significant continuity of life from the final Bronze Age.
The study of these materials, combined with that of finds from funerary contexts, has also made it possible to identify some features shared by Chiusi and other Etruscan communities during the 9th and 8th centuries BCE, and this settlement’s inclusion on the long route running inland through the peninsula and the transverse roadways connecting the Tyrrhenian to the Adriatic coast.
Il lavoro è dedicato ad una categoria di oreficerie che, malgrado i numerosi accenni in vari contributi scientifici, non è mai stata oggetto di uno studio specifico. Vengono analizzati l’uso e il significato simbolico della bulla in base alle fonti storiche e letterarie antiche e alle interpretazioni degli studiosi moderni.
Grazie ai dati offerti da queste importanti attestazioni, confrontati con le testimonianze storiche e letterarie e con le tematiche decorative riprodotte sulle stesse bulle è stato possibile tentare un quadro interpretativo sull’uso del monile nelle varie aree, soprattutto per risolvere la vexata quaestio se la bulla abbia assunto in Etruria lo stesso significato simbolico che rivestiva nel mondo romano. Il volume affronta anche il tema della riproduzione del monile nelle diverse produzioni artistiche, dalla coroplastica, che offre indubbiamente i dati più interessanti, alla ceramografia, alla megalografia e alle arti minori (in particolare gli specchi). L’ultima parte del volume è dedicata al catalogo descrittivo degli esemplari raccolti, ordinati secondo la tipologia individuata.
This book focuses on a category of gold objects that, though mentioned numerous times in a variety of scholarly publications, have never been the object of a specific study. The use and the symbolic meaning of the bulla are analysed on the basis of the ancient historical and literary sources, and the interpretations of modern scholars.
The information provided by these important attestations, read alongside the historical and literary sources and the decorative themes presented on the bullae themselves, have made it possible to attempt an interpretation of the use of these items of jewellery in different areas. In particular, the book endeavours to resolve the vexata quaestio of whether the bulla possessed the same symbolic significance in Etruria that it held in the Roman world.
Nel volume si analizzano ventinove contesti, sostanzialmente inediti, rinvenuti nei sepolcreti settentrionali di Nepi (Gilastro, San Feliziano e San Paolo), databili fra l'età orientalizzante e quella arcaica, con alcune testimonianze del periodo romano. Le tombe furono individuate nel corso delle ricerche di F. Mancinelli Scotti (1889), di E. Stefani (1909-1911) e di un episodico intervento del 1918, come attestano i Giornali di Scavo e i taccuini di scavo conservati nell’Archivio del Museo di Villa Giulia e tra le Carte Stefani alla Biblioteca Apostolica Vaticana, anch’essi presi in esame nel presente studio. L'analisi dei contesti offre un valido spunto per l'elaborazione di un primo contributo alla conoscenza di Nepi preromana e all'indagine sulla sua etnicità - evidenziandone gli aspetti di continuità o di diversità con le realtà culturali circostanti - e per la definizione, per la prima volta in maniera organica e in senso diacronico, dei caratteri e dell’evoluzione di una comunità a lungo rimasta nell’ombra. Le evidenze confermano che questo centro di confine fra mondo etrusco e falisco rivestì un ruolo, già intuito ma fino ad oggi misconosciuto, di testa di ponte negli scambi commerciali e culturali della regione.
This work by Günther Hölbl, an Egyptologist and a world expert on relations between Egypt and the Mediterranean in the early centuries of the 1st millennium BCE, focuses on imports to eastern Sicily, a land of contacts from the Mycenaean period, extending to the Greek-Sicel area and the western part of the island. It thus joins the author’s preceding studies on the Aegyptiaca of central and southern Italy, Phoenician and Punic Sardinia and the Maltese islands. The book considers the imports from the land of the Nile and Egyptianizing objects of other origins, discovered in sites in Greek and Greek-influenced Sicily. Alongside exceptional finds such as the fragments of a Ramesses II vase from Siracusa, a bronze situla and an extraordinary falcon in Egyptian blue, both found at Selinunte, it examines the Egyptian scarabs from tombs of the second half of the 8th century BCE (Villasmundo, near Siracusa), numerous scarabs of Aegean and some of Phoenician production with Egyptian motifs, vases, amulets (including some beautiful cowrie shells) and statuettes in Egyptian of varying origin dating to the 7th century, together with the products of the Greek settlement of Naukratis in the Nile delta (6th century BCE)