Thesis Chapters by Luigi Maniglia

Introduzione L'idea di questa ricerca nasce dalla confessione di un'amica mediatrice familiare, d... more Introduzione L'idea di questa ricerca nasce dalla confessione di un'amica mediatrice familiare, di aver volutamente tralasciato un passaggio formale, considerato importante a garanzia delle parti e del mediatore, per non interrompere il flusso di comunicazione che già dal primo appuntamento si era riattivato tra marito e moglie in conflitto. La mediatrice aveva valutato che la procedura potesse aspettare e che forse, quel momento di incontro, non si sarebbe ripresentato. Il racconto dell'episodio mi ha fatto venire in mente un videogioco dei miei figli, dove il protagonista, per proseguire nell'avventura, deve saltare sopra un ponte rotante, e lo può fare solo quando parte del ponte si trova davanti a sé, a un passo di distanza. O salta subito e prosegue nel viaggio, oppure cade, e deve rifare da capo lo schema e aspettare che il ponte ripassi. Ho immaginato il mediatore come colui il quale si avventura nella storia delle persone, affrontando un labirinto di ponti rotanti, di forme e dimensioni diverse, ed egli deve essere pronto a saltare su quei ponti, nel momento in cui passano. Nel contempo è egli stesso un ponte rotante, occasione di transito per ravvicinare le parti. Ecco il tramite improvviso. Nello stesso periodo stavo leggendo la biografia di Herbie Hancock, pianista jazz di fama mondiale, il cui titolo mi aveva attirato: Possibilities (Possibilità) 1. In uno dei primi capitoli, l'autore racconta di un episodio accaduto durante un concerto a Stoccolma, a metà degli anni sessanta, nel periodo in cui suonava in quintetto con

Il mediatore familiare può lavorare solo nel momento presente, nel qui ed ora, deve affidarsi all... more Il mediatore familiare può lavorare solo nel momento presente, nel qui ed ora, deve affidarsi alla narrazione delle parti in conflitto e mettersi al servizio dei contenuti che man mano emergono. Non può che lavorare sull'onda dell'improvviso, adattandosi continuamente, per potersi modellare come un ponte elastico, un tramite mutevole. Al pari del musicista jazz, il mediatore deve affinare la capacità di ascolto, di accoglienza, di collaborazione, deve sviluppare apertura e capacità di attraversare l'insicurezza. Potrà farlo cercando la propria voce, come uno scrittore, capace di esprimere se stesso, nell'essere al servizio della relazione altrui. La mia ricerca parte dall'intervista di alcuni mediatori familiari e dal racconto della loro esperienza di improvvisazione, per tessere poi un approfondimento pratico/teorico, tra musica jazz, improvvisazione teatrale e incontro fra persone.
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