Il trattamento della materia religiosa nei curricoli scolastici si diversifica secondo una vasta ... more Il trattamento della materia religiosa nei curricoli scolastici si diversifica secondo una vasta gamma di variabili. Da un punto di vista epistemologico, si possono inventariare 4 modelli di sapere religioso: un insegnamento a base teologica, uno a base mista tra scienze teologiche e scienze della religione, un terzo a base di scienze religiose non teologiche, e infine un approccio al fatto religioso operato all'interno dei saperi profani. Questi modelli sono contestuali a situazioni socio-religiose in evoluzione. Il sistema educativo italiano, dipendente dal concordato, è sollecitato oggi da molti fattori extrascolastici a evolvere verso un profilo di istruzione religiosa meno legato alla tradizione confessionale e più attento al confronto con diversità religiosa, con la società della conoscenza, con la metodologia della didattica interculturale.
Se comincio con l'allargare lo sguardo all'orizzonte europeo, parlando di religione a scuola, non... more Se comincio con l'allargare lo sguardo all'orizzonte europeo, parlando di religione a scuola, non è per nutrire l'illusione che l'Unione Europea, quale soggetto giuridico e politico, possa regalare all'Italia quelle soluzioni che l'Italia non sa o non vuole trovare da sé. Sappiamo infatti che in materia di educazione scolastica il Trattato di Maastricht (1992, art.126) applica il principio di sussidiarietà e lascia perciò ai singoli Stati membri una sostanziale autonomia normativa nel definire e gestire la propria politica educativa, al punto da escludere con formula perentoria una "armonizzazione delle disposizioni legislative" imposta de jure dall'alto, senza per questo escludere -ma anzi incoraggiando -un graduale avvicinamento de facto dei diversi sistemi dal basso. Sappiamo inoltre che il Trattato di Amsterdam (1997, nota addizionale n.11) ) rispetta lo statuto che le chiese e le organizzazioni religiose o filosofiche in genere hanno conseguito e mantengono all'interno del quadro giuridico dei rispettivi Stati. Ciò significa in concreto che il profilo dell'istruzione religiosa negli Stati europei continua ad essere definito e organizzato in base alla legislazione scolastica nazionale e in coerenza con la natura dei rapporti che ogni Stato intrattiene rispettivamente con le organizzazioni religiose presenti nel proprio territorio. Ed è proprio su questo terreno che il panorama europeo presenta, ancor oggi, tutta la sua irriducibile disorientante diversità, che rende problematica e improbabile persino ogni lettura comparativa. Solo un richiamo a tali diversità per dare una cornice all'insieme del mio discorso:
Nell'area delle lingue neolatine l'hanno chiamata scristianizzazione, laicizzazione, secolarizzaz... more Nell'area delle lingue neolatine l'hanno chiamata scristianizzazione, laicizzazione, secolarizzazione, desacralizzazione, deconfessionalizzazione, demitologizzazione, disincanto del mondo, decomposizione del religioso, con il dovuto contorno di tutti gli ismi del caso: laicismo, secolarismo, ateismo, immanentismo… Ci mancava "dereligionizzazione", ma il termine -annota con saggia ironia lo storico René Rémond (1999, 17) -non ha avuto fortuna "probabilmente perché troppo sgraziato e praticamente impronunciabile". In compenso, gli inglesi usano volentieri deestablishment al posto di secularization, i belgi coltivano la libre pensée, mentre tedeschi e statunitensi non sembrano particolarmente angustiati da queste raffinatezze lessicali: nel loro vocabolario, "laicità" semplicemente non esiste (Zylberberg 1995), è un concetto pressoché indeclinabile, o esiste sotto sinonimi dai contenuti semantici assai specifici e circoscritti al contesto sociale e alla storia politico-religiosa dei rispettivi paesi (säkularisation, per esempio, indica in tedesco l'espropriazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, mentre säkularisierung traduce meglio l'idea del processo di scristianizzazione delle società europee in età moderna).
Puisque l'école est le lieu par excellence de l'alphabétisation formelle et systématique de l'élè... more Puisque l'école est le lieu par excellence de l'alphabétisation formelle et systématique de l'élève, qui y apprend les donnés élémentaires des différents savoirs (école primaire) et les apprend d'une façon disciplinaire et critique (école secondaire), on peut et on doit se demander quels types de savoir religieux proposent les différents cours d'enseignements religieux présents dans les curricula de la presque totalité des systèmes éducatifs de l'Union Européenne. Quel est le principe de lecture adopté pour analyser-apprendre-comprendre-évaluer le fait religieux en tant qu'objet d'une discipline scolaire ? Autrement dit : quelle est la science académique de référence invoquée comme garant (en amont) de la valeur rationnelle et culturelle du discours religieux proposé à l'école ? Est-ce une théologie confessionnelle ? ou est-ce les sciences religieuses non théologiques ? ou bien les unes avec les autres sans exclusion de principe ? En examinant ce qui se passe en Europe de ce point de vue, nous constatons la présence de quatre modèles majeurs (que je brosse ici de façon sommaire, sans entrer dans les multiples nuances des différents systèmes nationaux).
Aderendo al gradito invito dell'AECA di scrivere questo breve saggio, ne ho accettato anche i non... more Aderendo al gradito invito dell'AECA di scrivere questo breve saggio, ne ho accettato anche i non pochi rischi. Li ho accettati per due motivi personali: uno biografico e l'altro professionale.
Chi oggi, in Europa, si occupa di scuola e in particolare di educazione religiosa nella scuola pu... more Chi oggi, in Europa, si occupa di scuola e in particolare di educazione religiosa nella scuola pubblica, sa che sono venute meno molte delle condizioni oggettive che avevano reso possibili, fino a tempi recenti, diversi modelli di istruzione religiosa, sia pur dentro il variegato mosaico dei sistemi educativi nazionali o regionali, radicati a loro volta in una geografia religiosa connotata dalla prevalenza dell'una o dell'altra delle tradizionali confessioni cristiane. Sa, per esempio: 1 Per una prima informazione, cf. i siti ufficiali dell'UE riservati alla scuola: http://europa/eu/int/; www.eurydice.int; e inoltre: G. Rescalli, Il cambiamento nei sistemi educativi. Processi di riforma e modelli europei a confronto, La Nuova Italia, Firenze 1995 (sono presi in esame i sistemi scolastici di Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Svezia). Più aggiornato, e più mirato sullo sviluppo delle scuole di tendenza, è il rapporto dello stesso A., La scuola privata nell'Unione europea. Esperienze a confronto, La Nuova Italia, Firenze 1999 (sono analizzate le situazioni di Belgio,
Il trattamento della materia religiosa nei curricoli scolastici si diversifica secondo una vasta ... more Il trattamento della materia religiosa nei curricoli scolastici si diversifica secondo una vasta gamma di variabili. Da un punto di vista epistemologico, si possono inventariare 4 modelli di sapere religioso: un insegnamento a base teologica, uno a base mista tra scienze teologiche e scienze della religione, un terzo a base di scienze religiose non teologiche, e infine un approccio al fatto religioso operato all'interno dei saperi profani. Questi modelli sono contestuali a situazioni socio-religiose in evoluzione. Il sistema educativo italiano, dipendente dal concordato, è sollecitato oggi da molti fattori extrascolastici a evolvere verso un profilo di istruzione religiosa meno legato alla tradizione confessionale e più attento al confronto con diversità religiosa, con la società della conoscenza, con la metodologia della didattica interculturale.
Se comincio con l'allargare lo sguardo all'orizzonte europeo, parlando di religione a scuola, non... more Se comincio con l'allargare lo sguardo all'orizzonte europeo, parlando di religione a scuola, non è per nutrire l'illusione che l'Unione Europea, quale soggetto giuridico e politico, possa regalare all'Italia quelle soluzioni che l'Italia non sa o non vuole trovare da sé. Sappiamo infatti che in materia di educazione scolastica il Trattato di Maastricht (1992, art.126) applica il principio di sussidiarietà e lascia perciò ai singoli Stati membri una sostanziale autonomia normativa nel definire e gestire la propria politica educativa, al punto da escludere con formula perentoria una "armonizzazione delle disposizioni legislative" imposta de jure dall'alto, senza per questo escludere -ma anzi incoraggiando -un graduale avvicinamento de facto dei diversi sistemi dal basso. Sappiamo inoltre che il Trattato di Amsterdam (1997, nota addizionale n.11) ) rispetta lo statuto che le chiese e le organizzazioni religiose o filosofiche in genere hanno conseguito e mantengono all'interno del quadro giuridico dei rispettivi Stati. Ciò significa in concreto che il profilo dell'istruzione religiosa negli Stati europei continua ad essere definito e organizzato in base alla legislazione scolastica nazionale e in coerenza con la natura dei rapporti che ogni Stato intrattiene rispettivamente con le organizzazioni religiose presenti nel proprio territorio. Ed è proprio su questo terreno che il panorama europeo presenta, ancor oggi, tutta la sua irriducibile disorientante diversità, che rende problematica e improbabile persino ogni lettura comparativa. Solo un richiamo a tali diversità per dare una cornice all'insieme del mio discorso:
Nell'area delle lingue neolatine l'hanno chiamata scristianizzazione, laicizzazione, secolarizzaz... more Nell'area delle lingue neolatine l'hanno chiamata scristianizzazione, laicizzazione, secolarizzazione, desacralizzazione, deconfessionalizzazione, demitologizzazione, disincanto del mondo, decomposizione del religioso, con il dovuto contorno di tutti gli ismi del caso: laicismo, secolarismo, ateismo, immanentismo… Ci mancava "dereligionizzazione", ma il termine -annota con saggia ironia lo storico René Rémond (1999, 17) -non ha avuto fortuna "probabilmente perché troppo sgraziato e praticamente impronunciabile". In compenso, gli inglesi usano volentieri deestablishment al posto di secularization, i belgi coltivano la libre pensée, mentre tedeschi e statunitensi non sembrano particolarmente angustiati da queste raffinatezze lessicali: nel loro vocabolario, "laicità" semplicemente non esiste (Zylberberg 1995), è un concetto pressoché indeclinabile, o esiste sotto sinonimi dai contenuti semantici assai specifici e circoscritti al contesto sociale e alla storia politico-religiosa dei rispettivi paesi (säkularisation, per esempio, indica in tedesco l'espropriazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, mentre säkularisierung traduce meglio l'idea del processo di scristianizzazione delle società europee in età moderna).
Puisque l'école est le lieu par excellence de l'alphabétisation formelle et systématique de l'élè... more Puisque l'école est le lieu par excellence de l'alphabétisation formelle et systématique de l'élève, qui y apprend les donnés élémentaires des différents savoirs (école primaire) et les apprend d'une façon disciplinaire et critique (école secondaire), on peut et on doit se demander quels types de savoir religieux proposent les différents cours d'enseignements religieux présents dans les curricula de la presque totalité des systèmes éducatifs de l'Union Européenne. Quel est le principe de lecture adopté pour analyser-apprendre-comprendre-évaluer le fait religieux en tant qu'objet d'une discipline scolaire ? Autrement dit : quelle est la science académique de référence invoquée comme garant (en amont) de la valeur rationnelle et culturelle du discours religieux proposé à l'école ? Est-ce une théologie confessionnelle ? ou est-ce les sciences religieuses non théologiques ? ou bien les unes avec les autres sans exclusion de principe ? En examinant ce qui se passe en Europe de ce point de vue, nous constatons la présence de quatre modèles majeurs (que je brosse ici de façon sommaire, sans entrer dans les multiples nuances des différents systèmes nationaux).
Aderendo al gradito invito dell'AECA di scrivere questo breve saggio, ne ho accettato anche i non... more Aderendo al gradito invito dell'AECA di scrivere questo breve saggio, ne ho accettato anche i non pochi rischi. Li ho accettati per due motivi personali: uno biografico e l'altro professionale.
Chi oggi, in Europa, si occupa di scuola e in particolare di educazione religiosa nella scuola pu... more Chi oggi, in Europa, si occupa di scuola e in particolare di educazione religiosa nella scuola pubblica, sa che sono venute meno molte delle condizioni oggettive che avevano reso possibili, fino a tempi recenti, diversi modelli di istruzione religiosa, sia pur dentro il variegato mosaico dei sistemi educativi nazionali o regionali, radicati a loro volta in una geografia religiosa connotata dalla prevalenza dell'una o dell'altra delle tradizionali confessioni cristiane. Sa, per esempio: 1 Per una prima informazione, cf. i siti ufficiali dell'UE riservati alla scuola: http://europa/eu/int/; www.eurydice.int; e inoltre: G. Rescalli, Il cambiamento nei sistemi educativi. Processi di riforma e modelli europei a confronto, La Nuova Italia, Firenze 1995 (sono presi in esame i sistemi scolastici di Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Svezia). Più aggiornato, e più mirato sullo sviluppo delle scuole di tendenza, è il rapporto dello stesso A., La scuola privata nell'Unione europea. Esperienze a confronto, La Nuova Italia, Firenze 1999 (sono analizzate le situazioni di Belgio,
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